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Autore: vanessie    24/01/2020    1 recensioni
La storia sviluppa alcuni personaggi di mia invenzione presentati nella fanfiction "Sunlight's Ray".
Una vicenda ricca d'amicizia, amore e problemi della vita quotidiana con cui ogni adolescente si trova a fare i conti...narrati da una prospettiva femminile e maschile. Non mancherà un pizzico di fantasy e un richiamo ai personaggi originali della Meyer!
Per avere una migliore visione delle cose sarebbe meglio aver letto Sunlight's Ray 1-2-3, in caso contrario potete comunque avventurarvi in Following a Star!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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FOLLOWING A STAR

 

Capitolo 199

“Sulla difensiva”

 

 

POV Kevin

Eravamo vicini alle feste natalizie, stavo lavorando tantissimo in quel periodo e per fortuna non mi era toccato il turno né per la vigilia di Natale, né per il giorno di Natale, né per Capodanno. Che culo! Sorrisi da solo alla mia esclamazione e feci entrare l’ultimo cliente dalla giornata. Erano le 16.15 quando lasciai la clinica veterinaria e salii in macchina per tornare a casa. Evelyn sarebbe stata al lavoro fino alle 18, dunque dovevo stare con nostra figlia e congedare la babysitter, Daisy. Si era dimostrata in gamba con Jennifer, era premurosa e si vedeva che voleva bene alla bambina. Era una ragazza di 21 anni, ma ci sapeva fare con i bebè e noi non potevamo che esserne felici. Parcheggiai la macchina in garage ed entrai in casa utilizzando le chiavi. “Ciao tesoro” dissi a Jen che mi venne a salutare con un abbraccio “Ciao anche a te Fox” affermai facendo delle carezze al cane che era impaziente di riceverle. Mi alzai in piedi “Ciao Daisy, tutto bene?” “Ciao, è andato tutto benissimo” “Perfetto. Che farai per le feste?” le chiesi “A Natale sto con la famiglia, poi vado fuori con amici per l’Ultimo dell’Anno” “Bene! Dove andate di bello?” “Facciamo una festa nella casa in montagna di Trevor, un mio…amico” rispose “Amico?” “Sì” “Uhm la parola amico stona con le tue guance arrosate” scherzai “Beh…siamo amici, non c’è stato nulla tra noi, anche se talvolta usciamo da soli” “Ha la tua età?” domandai “Un anno in più. Sì dai mi piace” ammise, risi “Lo immaginavo” “Ha gli occhi verdi simili ai tuoi!” esclamò “Buona fortuna allora” “Grazie Kevin, ora vado, salutami Evelyn” “Ci vediamo lunedì” risposi “Ok, ciao Jenny, mi mancherai piccola!” esclamò dandole un bacio. Mia figlia la risalutò con la manina. Andai a mettermi comodo e giocai con Jennifer e i suoi pelouche. Lei aveva da poco imparato a fare il verso di tanti animali e voleva continuamente che noi le dicessimo le classiche frasi tipo: come fa il gatto? E il cane? Il cavallo? E via dicendo, per mostrare quanto brava fosse a imitarli. Accesi il computer portatile e controllai la mail poi, visto che lei richiedeva la mia attenzione la presi in braccio e la feci ballare con me a ritmo di musica, muovendole le braccia tipo danza rap. Mi buttavo via dalle risate con quella frugoletta che rideva sempre, qualsiasi cosa le facessi fare. Fox si era accucciato per terra e ci osservava con uno sguardo del tipo: povero me, ma dove sono finito? Mi prese caldo ad agitarmi in quel modo. Tolsi la felpa e restai con la t-shirt a scalmanarmi. Il suono del campanello mi interruppe. Fermai la musica e andai ad aprire, lasciando Jen sul tappeto. Controllai dallo spioncino chi fosse e riconobbi Esther, quella vipera insopportabile. “Ciao Esther” “Ciao Kevin” rispose restando a fissarmi “Evelyn non è ancora tornata dal lavoro” la informai “Oh fa niente, posso lasciare a te queste scatole di biscotti?” “Certo, grazie” risposi prendendole la busta che teneva in mano, “Dai accomodati” la spronai. “Ciao Jennifer” disse alla bambina consegnandomi la sciarpa e il cappotto “Ciao” rispose lei. Li appesi all’attaccapanni e andai in cucina a lasciare i biscotti. Tornai in salotto “Allora Kevin! Evy mi ha detto che farete una vacanza per le feste natalizie” “Sì, abbiamo organizzato con i miei amici e le sue amiche di andare in campagna, dal 24 dicembre al 2 gennaio” spiegai “Bene, mi fa piacere!” esclamò mordendosi il labbro inferiore. Le feci un sorriso di circostanza. “Jennifer sta crescendo tantissimo e ti somiglia” affermò “Sì, cresce a vista d’occhio” “Evelyn dice che sei indaffarato al lavoro” aggiunse “Beh io sono più o meno sempre parecchio indaffarato e…mi spiace, vorrei dedicare più tempo alla famiglia, so che Evy non me lo dice ma…credo che ne soffra” dissi, stupendomi del fatto che stessi parlando del mio privato con Esther, non avevamo mai avuto un bel rapporto. “Non devi sentirti in colpa Kevin. È il tuo lavoro ed è normale che tu sia impegnato, le ragazze giovani come Evy non capisco in pieno la situazione, lo so. Lei forse ti vorrebbe più al suo fianco, ma non apprezza quanto tu ti sacrifichi per la famiglia, ti capisco” disse poggiando la sua mano sulla pelle del mio braccio e strofinandola come per confortarmi. Osservai la sua mano e poi alzai gli occhi sul suo viso. Solo in quel momento mi resi conto del tipo di abbigliamento fuori luogo che aveva scelto per venire a casa nostra.

 

cap-199

“Sai io…lo apprezzerei tanto se avessi accanto a me un ragazzo volenteroso e con voglia di lavorare come lo sei tu” affermò cambiando tono di voce, che assunse sfumature dolci e calde. Mi sentii pervadere da un alone di strane sensazioni, era come se qualcosa mi stesse spingendo a lasciarmi andare “E poi Kevin…tu ed io non abbiamo mai avuto un bel rapporto, ma ho sempre pensato che tu fossi un bel ragazzo, molto attraente e anche intelligente” continuò a dire. Non sapevo proprio cosa risponderle, l’alone di sensazioni mi offuscava ancora la mente, ma ero sufficientemente lucido per capire che Esther ci stesse provando con me. Lo stava facendo seriamente? In tutta quella situazione c’era qualcosa di strano, qualcosa su cui avrei dovuto far chiarezza al più presto. Esther si spinse oltre, infilando le dita tra i miei capelli. Mi alzai in piedi sconcertato e riuscii ad essere più forte di quell’alone che voleva azzerare la mia volontà di oppormi. “Scusa ma credo che…che…no, non è giusto continuare questa conversazione” farfugliai. Lei si alzò in piedi restando di fronte a me “Non c’è motivo di essere in imbarazzo” “Beh non…non capisco questo tuo cambiamento di comportamento verso di me” spiegai “L’ostilità che ho avuto fino ad adesso era solo un modo di tenere a bada i miei reali desideri verso di te” affermò. Rimasi in silenzio e lei aggiunse “Sei perfetto e non credo che Evelyn se ne renda conto in pieno. È ancora una ragazzina, tu invece sei un uomo e…se hai bisogno di sentirti compreso, sai dove abito” concluse. Quel maledetto alone mi impediva di reagire come avrei voluto, Esther si piegò sensualmente per raccogliere dal pavimento la sua borsa, abbassandosi in avanti come se volesse mettere in mostra il suo fondoschiena. “Ciao Kevin e spero che rifletterai su quello che ci siamo detti” affermò prima di uscire da casa mia. Avvertii immediatamente che il mio stato d’animo mutò, dopo che Esther si era allontanata. Ero tornato padrone delle mie facoltà mentali, ero lucido e ancor più determinato a capire cosa fosse successo in quel quarto d’ora in cui avevamo parlato. L’alone era sparito e la consapevolezza che lei avesse tentato di ammaliarmi, dicendo che mi avrebbe apprezzato molto più di Evelyn se fossi stato al suo fianco, si radicò in me. Come dovevo comportarmi? Dovevo raccontare l’accaduto a mia moglie? Dovevo fingere che non fosse successo niente? Non volevo ferire Evy, sebbene i loro rapporti si fossero di nuovo incrinati dopo i graffi a Jennifer, Esther era comunque l’unica lontana parente che le era rimasta…

Le mie riflessioni furono interrotte dal suo arrivo a casa dopo il lavoro. “Ciao amore, ciao cucciola” ci salutò “Ciao mamma” rispose Jen camminando verso di lei per darle un bacio. Evelyn la abbracciò e la baciò, era bello vederla sorridere in quel modo sincero quando rivedeva la bambina dopo qualche ora di distacco. “Ciao” dissi “Tutto ok? Hai una faccia!” esclamò “Sì” “E questi biscotti?” domandò entrando in cucina. La raggiunsi “Li ha portati prima Esther” spiegai, le andai vicino prendendole le mani “Amore dobbiamo parlare” esordii “Di cosa?” “Prima Esther si è comportata in modo diverso con me, come non aveva mai fatto prima” affermai. Lei sorrise “Ha capito quanto sei straordinario?” mi domandò “Io…non voglio dirtelo, forse ti ferirebbe saperlo” risposi. Volevo essere sincero, ma allo stesso tempo volevo proteggerla da quella brutta cosa di una donna più grande che tenta di sedurre il marito di sua cugina di secondo grado. “Adesso me lo dici!” esclamò mia moglie cambiando espressione “Ci crederesti se io ti dicessi che Esther…mi ha fatto dei complimenti espliciti e che…ci ha provato?” “No, non ci crederei. Piantala di aver sempre voglia di scherzare” affermò sorridendo lasciando le mie mani. Certo che non ci credeva, era impensabile…l’aveva presa come uno scherzo, ma io invece ero serio.

 

POV Evelyn

Prima di partire per la vacanza in campagna con gli amici, dal 24 dicembre al 2 gennaio, andai con Jen e Kevin a dare gli auguri a Esther. Aveva infatti organizzato una cena a casa sua alla quale oltre a noi sarebbero stati presenti anche dei suoi amici. Le avevo preso un regalo per Natale e mi assicurai di farlo entrare nella mia borsa prima di andare a truccarmi. Era un bel maglione di lana merinos blu, caldo e allo stesso tempo molto carino. Avevo già vestito Jennifer, scegliendo per lei una maglia bianca con un disegno, gonnellina rossa e calze pesanti bianche ricamate. Ai piedi le avevo messo delle scarpine rosse e il gioco era fatto. Jennifer stava bene con qualsiasi cosa, visto che era assolutamente fantastica come il suo papà. Mi dedicai un po’ a me stessa: trucco, piastra ai capelli, jeans chiari aderenti, maglia blu, scarpe nere di camoscio. “Con il blu della maglia ti risplende ancor di più l’azzurro degli occhi!” esclamò Kevin quando lo raggiunsi in salotto, gli sorrisi, i suoi complimenti mi facevano ancora battere il cuore.

 

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Infilammo i cappotti e le sciarpe e andammo in auto. Raggiungemmo in fretta la casa di Esther. Lei venne ad aprire e ci invitò ad entrare. I suoi amici erano già arrivati e vennero a salutare con cortesia, facendo tantissimi apprezzamenti a mia figlia. Ero completamente ipnotizzata da come osservavano Jennifer e provavo un orgoglio fuori dal normale, che solo una mamma può capire. Mi voltai un momento verso Kevin e captai lo sguardo di mia zia diretto a lui. Esther sorrideva in modo particolare, mentre prendeva dalle sue mani il cappotto e la sciarpa. Si inumidì le labbra e restò a guardarlo un po’ troppo per i miei gusti. Sapevo che era un bellissimo ragazzo, che era praticamente impossibile non notarlo e non provare attrazione, ma era mio marito. Inoltre aveva una decina d’anni meno di Esther ed era il padre di mia figlia, era del tutto sconveniente che lei potesse provare interesse. Mi tornarono in mente le parole di Kevin di qualche giorno prima, quando mi aveva detto che Esther ci aveva provato con lui. L’avevo interpretato come uno dei suoi soliti scherzi ma…e se mi fossi sbagliata? “Che bel tono di grigio che ha questo maglione!” esclamò lei poggiando la mano sulla spalla di Kevin.

 

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Provai un fastidio assurdo. Presi la mano di Kevin e quasi lo tirai verso di me. Ci accomodammo a tavola e per tutta la durata della cena restai sulla difensiva. Che bisogno c’era di toccarlo ogni volta in cui passava dietro alla sua sedia per servire le pietanze? Forse era solo una sensazione sbagliata, ma da donna certe cose le percepivo. Prima del dolce ci scambiammo i regali di Natale, anche se in me non c’era proprio nessuno spirito natalizio di pace e amore! La torta che aveva preparato era una crostata di marmellata, accompagnata da un bel calice di spumante. Esther riempiva i calici e faceva il giro della tavola per consegnarli a ciascuno. Quando lo porse a mio marito, guarda caso, fece finta di inciampare e glielo rovesciò completamente sui pantaloni. E non in una zona qualsiasi…sulle parti intime. “Mi dispiace, scusami tanto” affermò lei mentre lui si era alzato in piedi e aveva afferrato dal tavolo il tovagliolo “Non fa niente” rispose. Esther gli tolse il tovagliolo dalle mani e si abbassò per pulirlo “Mi sento in colpa, ti ho sporcato i pantaloni, aspetta che ti asciugo!” esclamò Esther. Sentii il sangue infuocarsi nelle mie vene. Che cazzo stava facendo? Lo toccava lì dove nessuna doveva permettersi di poggiare le mani e faceva la finta dispiaciuta, per avere una scusa plausibile che le concedesse di sfregare il tovagliolo…lì. Le strappai via dalle mani il tovagliolo “Se non ti dispiace faccio io!” le dissi sgarbatamente. Lo portai in bagno dove potevo utilizzare dell’acqua per evitare che si formasse la macchia. “Dici che andrà via?” mi domandò alludendo all’alone “Sì” “Sei arrabbiata perché ti tocca lavare i pantaloni?” “No per niente” “Che hai allora?” mi chiese. “Che ho? Esther non fa che toccarti da quando siamo arrivati e ti sembra normale che voglia pulirti i pantaloni proprio sulle zone intime?” risposi alterata “No, infatti ho notato che le hai strappato il tovagliolo dalle mani” affermò con un sorriso. “Mi spieghi che cazzo hai da ridere? Ci sarebbe da piangere! Ma che le è preso? Sembra che non veda l’ora di saltarti addosso!” “Calmati Evelyn, so che il suo atteggiamento è irritante, lo è anche per me, lo sai. Ti avevo già detto che la scorsa volta ci aveva provato con me, ma ovviamente hai pensato che scherzassi, perché lei mi ha sempre odiato” “Non capisco…che vuole fare? Cosa spera di ottenere? Non le fa schifo l’idea di provarci con mio marito? Sono la sua unica parente” bofonchiai “Hey sai che non succederà mai nulla. C’è qualcosa di strano in lei ultimamente, l’ho captato, ma non riesco ancora a dire cos’è. Lasciamole fare il suo gioco, vediamo dove vuole arrivare” mi spronò. Sbuffai “Dovrei stare a guardare mentre flirta con te?” “Tu devi fidarti di me, quando avremo capito cosa vuole allora reagiremo, ma giochiamo d’astuzia” “È fastidioso vederla mentre ti guarda, ti tocca, ti provoca…” confessai “Ma tu ti fidi di me?” “Certo” “Continua a fidarti” concluse. Annuii e ci scambiammo un bacio, tornando poi dagli altri.

 

NOTE:

Ciao! Qua gatta ci cova, Esther ha sempre un comportamento particolare, ma qui è come se fosse andata oltre. Solitamente non fa che mettere strane idee in testa a Evelyn, ha instillarle dubbi e gelosie, stavolta invece scredita Evelyn agli occhi di Kevin, facendola apparire come una ragazzina gelosa e immatura. Credo che sia abbastanza chiaro che sta provando a metterli l'uno contro l'altra e vicevesa. Ovviamente la nostra coppia non è che si lascia fregare tanto facilmente, il loro è un vero rapporto d'amore, trovano il modo di unirsi e rassicurarsi...staremo a vedere! Intanto nel prossimo capitolo leggerete della piccola vacanza con gli amici per le festività! Alla prossima,

Vanessie

   
 
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