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Autore: Bri2k04    25/01/2020    1 recensioni
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Storie contenute nella raccolta:
- Veritaserum
Dalla prima one-shot:
"Sirius", mormorò una voce, spezzando il silenzio.
Remus mugugnò qualcosa e socchiuse gli occhi quel tanto da permettergli di vedere una figura maschile che faceva capolino fra le tende. Sbadigliò. "È il tuo nome", osservò, come se stesse parlando come un idiota.
La figura sorrise nell'ombra. "Sirius", ripeté piano. "Il nome di ieri sera. Sirius".
Improvvisamente Remus fu sveglio, ed allarmato guardò l'amico. "C-come, scusa?", balbettò.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Dove Remus partecipa ad uno stupido gioco tra i Malandrini e finisce, inevitabilmente, per tradirsi

Remus sapeva per certo che non avrebbe mai dovuto accettare quello stupido gioco, e si maledisse mentalmente per avere non solo permesso che gli altri rimanessero in Sala Comune anche dopo l'orario, ma anche - e soprattutto - per avere partecipato

Remus sapeva per certo che non avrebbe mai dovuto accettare quello stupido gioco, e si maledisse mentalmente per avere non solo permesso che gli altri rimanessero in Sala Comune anche dopo l'orario, ma anche - e soprattutto - per avere partecipato.

Non era mai stato un ragazzo che trasgrediva alle regole, e non perché non fosse in grado di divertirsi, come diceva invece la maggior parte degli studenti, ma semplicemente perché non desiderava rischiare di lasciare quella scuola che aveva rappresentato i suoi sogni, da bambino. Aveva pregato per anni quella lettera di ammissione, e si era ripromesso di non deludere in alcun modo coloro che avevano riposto la loro fiducia in lui.

Contrariamente a tutto ciò che aveva promesso, però, si trovava seduto per terra, con le gambe incrociate e le ginocchia a contatto con quelle di Pete e Sirius, seduti accanto a lui. Erano in cerchio, con James, Frank e Lily, una fialetta di Veritaserum in mezzo a loro ed una risatina di sottofondo proveniente dalla sua destra, dove si trovava il migliore amico di Remus.

Remus si diede nuovamente dell'idiota, perché se esisteva una persona che poteva farlo desistere dalle sue iniziali intenzioni era Sirius Black, con quei dannati occhi grigi e quei maledetti capelli neri e perennemente scompigliati.

"Moony, tocca a te", lo chiamò con un sorriso divertito il Purosangue in questione.

Il licantropo chiuse gli occhi, stizzito, e velocemente pensò ad un modo per evitare quel gioco. Si schiarì la voce. "È... è tardi", provò, "Domani abbiamo... abbiamo aritmanzia, ecco, e-"

James, davanti a lui, sollevò un sopracciglio. "Domani è domenica", ribatté, scettico. "E tu hai smesso di seguire aritmanzia dopo le vacanze di Natale".

Remus si grattò nervosamente la testa, ma non riuscì a replicare nulla, anche perché quello che definiva migliore amico e che rappresentava, in quel momento, ogni sua paura, ebbe la brillante idea di intromettersi. "Solo io, James e Pete potremo farti le domande, data la tua situazione", chiarì, eliminando anche la minima speranza che aveva Remus nel dare tutta la colpa alla sua natura mannara.

"Si tratta solo di una verità, Rem, di cosa potresti avere paura?", chiese Peter, quasi ingenuamente, sogghignando un poco. Remus, in quel momento, lo odiò, come odiò il momento in cui aveva proposto a James e a Sirius di conoscere meglio quel ragazzo paffutello e timido, durante il primo anno.

"Delle domande su quante ragazze mi sia fatto, o quale sia la persona più affascinante di tutta la Casa. Quanto mi piacerebbe scopare con Bellatrix, o con chi abbia perso la verginità, magari, tanto sotto Veritaserum non si può mentire", avrebbe potuto rispondere. Eppure deglutì, consapevole che gli altri avrebbero continuato a riempirlo di domande fino a farlo arrivare all'esaurimento, e mise una mano in avanti, toccando la fialetta con dita leggermente tremanti. Era un Grifondoro, dannazione, ed uno dei Malandrini, e come tali non poteva tirarsi indietro. Bevve la pozione rapidamente, sperando di non tradire il segreto che conservava al sicuro nel suo cuore.

Quando lo fece, vide James sporgersi pericolosamente in avanti, e poi il bruno gli sorrise. "Il nostro lupacchiotto è molto sensibile", iniziò, facendo ringhiare contemporaneamente sia Remus che Sirius a causa di quello sfortunato riferimento, "quindi... beh, direi di puntare sulla sfera emotiva".

Remus si irrigidì di colpo, e per un attimo non respirò, attendendo con terrore la domanda che James gli avrebbe posto.

Le labbra dell'amico si mossero con una rapidità disarmante. "Qual è il nome della persona che ti piace?"

Remus si sentì morire. Si morse forte la lingua e serrò le labbra, in modo tale da resistere alla pozione almeno per il tempo di inventarsi una risposta di ripiego, e subito il Veritaserum fece il suo effetto, facendogli emettere un verso di dolore alla sua resistenza.

"Un nome... è troppo", sussurrò, cercando di non formare con le labbra quelle terribili sei lettere che aveva nella testa - e nell'anima e nel cuore e dappertutto ormai. "La... la lettera mi sembra sufficiente", provò.

Non guardò Sirius per cercare approvazione - se lo avesse fatto si sarebbe tradito di certo-, né i suoi occhi si posarono su James per pregarlo di accettare - quel bastardo avrebbe di certo insistito con la sua richiesta, se Remus lo avesse implorato in qualche modo.

Si girò, invece, verso Peter, con un'espressione da cucciolo spaurito che - Sirius ne era certo - avrebbe fatto breccia anche nel cuore della McGonagall.

Peter, da parte sua, inizialmente non fece altro che ricambiare lo sguardo in silenzio. Infine, con una lentezza disarmante, annuì e si sfregò le mani, in un imbarazzatro tentativo di emulare i gesti di James. "Mettici a conoscenza di questa misera iniziale, allora", concesse.

Fu legge: nei Malandrini, a parità di voto, vinceva il "Sì". Spesso questa regola era andata contro il buonsenso di Remus, ma quella volta, per una dannatissima volta, il licantropo riuscì a vedere una speranza di scamparla.

Provò a non parlare, ma ormai la lingua gli si era sciolta, e quell'unica lettera gli scivolò fuori, tentennante, in un secondo. "S..."

James rizzò le orecchie, Peter si fece improvvisamente attento, e Sirius puntò uno sguardo indagatore su Remus. Perfino Lily e Frank, a quel punto, si mostrarono incuriositi, e la scena che si presentò davanti a Remus poco dopo lo esasperò.

"Samantha?"

"Serena?"

"Sally?"

"Sandy?"

"Sheldon?"

"Sibilla?"

"Susan?"

Remus, con uno sbuffo, li scartò ad uno ad uno, e poi andò a dormire, troppo stanco e scocciato per continuare a dare retta alle pressioni degli amici. Avrebbe dovuto smetterla di dare corda ai loro progetti, la volta successiva sarebbe potuta andare peggio di così. Molto peggio.

Remus venne svegliato dal fruscio delle tende del suo letto a baldacchino, e da un psst che lo destò di colp

Remus venne svegliato dal fruscio delle tende del suo letto a baldacchino, e da un psst che lo destò di colpo.

"Sirius", mormorò una voce, spezzando il silenzio.

Remus mugugnò qualcosa e socchiuse gli occhi quel tanto da permettergli di vedere una figura maschile che faceva capolino fra le tende. Sbadigliò. "È il tuo nome", osservò, come  se stesse parlando come un idiota.

La figura sorrise nell'ombra. "Sirius", ripeté piano. "Il nome di ieri sera. Sirius".

Improvvisamente Remus fu sveglio, ed allarmato guardò l'amico. "C-come, scusa?", balbettò.

I denti candidi di Black lampeggiarono nell'oscurità, e con un'espressione dolce Sirius si sdraiò accanto a Remus, continuandolo a guardare negli occhi. "Abbiamo detto tutti i nomi delle ragazze di Hogwarts. Ad un certo punto sono stato in silenzio, ed ho ascoltato, ti ho osservato. Non si può mentire sotto Veritaserum, e ciò significa che la tua cotta non è una ragazza", spiegò, calmo.

Remus si irrigidì e si spostò un poco di lato, lontano da Sirius, ed in qualche modo anche lontano dai suoi problemi. "Sir, io...", mormorò, spaventato, pregando di stare facendo un incubo, pregando di non stare realmente vivendo quella situazione.

Sirius scosse la testa e lo interruppe. "Sono rimasto ad ascoltare, e non sapevo nemmeno perché, mentre gli altri continuavano a dire nomi di ragazze più o meno sconosciute. Voglio dire, punzecchio sempre gli altri, ma in quel preciso istante...", e a questo punto prese una pausa per respirare, "io ero in attesa. Mi aspettavo che, prima o poi, tu avresti annuito, e ne avevo... paura. Ma, Remus, tu non lo hai mai fatto".

Il lupo provò a trarsi in salvo da quella situazione, completamente deciso a non dire la verità a Sirius. Lo conosceva, lo conosceva molto bene, ed era pienamente consapevole che il suo migliore amico si divertiva a prendersi gioco dei sentimenti delle ragazze. Perché uno come lui avrebbe potuto essere l'unica eccezione di Sirius Black?

Deglutì, e lo guardò negli occhi. "Non hanno detto moltissimi nomi", affermò. "Conosco infinite ragazze babbane che non avete nemmeno menzionato". Questa, perlomeno, era la verità, e Remus non fece fatica a pronunciarla, nemmeno fissando il suo sguardo in quello di Sirius.

Quest'ultimo, inaspettatamente, non si mise a ridere di fronte all'amico, né gli chiese scusa per avere insistito troppo.

Contrariamente a tutto ciò che avrebbe immaginato Remus, Sirius spinse la testa in avanti, verso di lui, e fece collidere ferocemente le loro labbra in un contatto affamato e bisognoso. La sua bocca si muoveva morbida contro quella di Remus, il suo cuore batteva furiosamente a causa della sua estrema vicinanza a Remus, e ne fu un tantino spaventato, ma Sirius non si staccò, puntando a sentire il fiato dell'altro mescolato al suo, ad avvertire le loro lingue a contatto, ad entrare completamente in sintonia con il suo migliore amico.

Remus non ebbe alcuna reazione, troppo incerto, troppo stupito, troppo interdetto da quel gesto per fare anche solo una minima mossa. Si lasciò baciare, permise alle labbra di Sirius di accarezzargli la pelle, e solo dopo qualche secondo si rese conto di cosa stesse realmente succedendo.

Sirius Black lo stava baciando, e la sua motivazione era semplicemente dettata dall'aggiungere un altro nome nell'elenco delle sue conquiste.

Rendendosene conto, Remus si staccò di scatto dall'amico, mettendosi seduto ed indietreggiando rapidamente, fino a ritrovarsi con la schiena contro al muro. Era spaventato, infinitamente spaventato, e quando vide Sirius muovere una mano verso di lui sobbalzò, scuotendo forte la testa. "Vai... via", sussurrò.

Sirius si portò una mano alle labbra, e poi guardò verso il basso. "Remus, io...", mormorò piano.

Il licantropo chiuse gli occhi. "Vattene", gli disse, con un tono di voce più sicuro e duro.

"Remus", provò invece l'altro, senza abbandonare la sua posizione seduta accanto all'altro, senza accennare nemmeno ad andarsene. "Il nome di ieri sera. Lo avrei detto. Remus", affermò, cercando di apparire calmo, tentando di fermare l'irrefrenabile istinto di urlargli che sarebbe morto, se dalle labbra di Remus fosse uscito un nome diverso dal suo.

"Odiami, se vuoi, ma io...", ricominciò, vedendo il silenzio scioccato di Remus.

Si bloccò improvvisamente, impossibilitato a continuare a causa di un peso inaspettato sulle sue labbra. Era Remus, era la bocca di Remus, era la pelle di Remus che cercava Sirius quasi con disperazione.

Sirius restò senza fiato, ma quel bacio fu profondamente diverso rispetto a quello che si erano dati in precedenza, e lui lo avvertì distintamente. Il bacio precedente era desiderato solo da uno dei due, era ricercato solo da Sirius, mentre questo bacio era... era tutt'altro. Questo bacio era Remus, era Sirius, era l'intera essenza di loro due che si cercavano e si trovavano completamente, senza alcuna riserva.

Sirius reagì piano, facendosi guidare dal ritmo calmo ed insicuro di Remus, assaporando completamente il suo profumo, beandosi del suo sapore, sentendo fino all'interno il suo respiro. Remus era dolce, anche nel baciarlo, anche in quell'intimo e tentennante contatto.

Sirius sorrise nel sentilo così vicino a lui, ed iniziò a passare le mani sui fianchi di Remus, esplorando il suo corpo lentamente. Poi le sue dita sollevarono la maglia dell'altro, e Remus tremò leggermente, staccandosi di scatto dall'amico.

La prima cosa che mancò ad entrambi fu la bocca dell'altro, ma Remus non andò incontro a questo desiderio. Si limitò a sdraiarsi e a fare un cenno nella direzione di Sirius, che lo guardava compiere quei timidi movimenti con curiosità ed attesa. Black alzò un sopracciglio, e Lupin gli sorrise, con quel sorriso che ogni volta faceva sciogliere Sirius per tutta l'innocenza che conteneva.

"Dormiamo insieme. Solo questo. Domani...", propose, lasciando sospesa la frase.

Sirius sorrise a sua volta e si chinò su di lui, rubandogli un altro bacio leggero. "Domani vedremo", mormorò, sdraiandosi al suo fianco ed abbracciandolo da dietro. "Ah, e penso dovrei ringraziare il Veritaserum, per tutto questo", sussurrò poi.

Remus ridacchiò sommessamente e si lasciò abbracciare, dandogli silenziosamente ragione.

Remus ridacchiò sommessamente e si lasciò abbracciare, dandogli silenziosamente ragione

Spazio autrice:
Beh, sono relativamente nuova nel fandom (rettifico: è da quando sono una bambina che adoro l'universo di Harry Potter, che leggo a ripetizione i libri, che compro qualsiasi oggetto mi ricordi i magnifici personaggi creati dalla Rowling, ma non ho mai scritto nessuna fanfiction prima d'ora, non sui Malandrini), e spero che quest breve one-shot vi sia piaciuta.

Ho sempre amato i personaggi di Remus e Sirius, sia per il ruolo che ompiono nei confronti di Harry che per il loro passato, e penso formino una coppia perfetta. Ammettiamolo, potrebbero benissimo essere canon senza travolgere più di tanto la storia, soprattutto se fossero stati insieme prima di Azkaban.

E niente, ora vi saluto. Sono contenta di avere pubblicato, finalmente, qualcosa che mi riporti alla mia infanzia, e spero possa piacervi. Se vi va, lasciate un commentino, mi farebbe piacere!

A presto,
-Brì

 

   
 
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