Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    26/01/2020    1 recensioni
SPOILER FROZEN 2
La vita dei due regni prosegue serena. Elsa, finalmente, ha scoperto la sua vera identità ed Anna governa sicura il proprio regno. La loro vita sembra proseguire tranquilla tra risate, gioco del mimo del venerdì sera, dialoghi con Kristoff, Sven ed Olaf, tra matrimonio e ricevimenti. La vita però, risulta spesso spesso cattiva e crudele e i protagonisti dovranno essere pronti a superare ogni ostacolo. Governare un regno non sarà più così semplice, fidarsi e andare d'accordo non sarà scontato ma, soprattutto, reagire al dolore si trasformerà nella missione più difficile.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Olaf
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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XXXII.
IL RESTO È STORIA ORMAI
 
Il giorno seguente Elsa cammina nella Foresta Incantata cercando di rimanere colpita dai meravigliosi alberi in fiore. Tutto dava di nuovo segni di vita: gli animali uscivano dalle loro tane, gli uccellini costruivano nidi, le piante germogliavano, il sole splendeva e Zefiro spazzava via le foglie e i rimasugli dell’orribile inverno.

“Kristoff! Che cosa ci fai qui?” domanda Elsa stupita notando il montanaro intento a tagliare un albero.

“Ciao Elsa, sto prendendo un po’ di legna per accendere il fuoco stasera” risponde lui continuando ad incidere il tronco della pianta.

“Da quando ti dicono di accendere il camino al castello?” chiede lei perplessa.

“Non vivo più a palazzo. Anna mi ha lasciato” sbotta lui fermandosi ed estraendo dalla tasca la fede nuziale della moglie che porta sempre con sé.

“Che cosa?!” domanda Elsa spalancando gli occhi e irrigidendosi.

“Tranquilla Elsa, alla fine non è cambiato molto. Non condividevamo più nulla da tanto tempo ormai” risponde lui deluso e oppresso ritornando a distruggere il suo albero.

“Mi dispiace Kristoff, cercherò di parlarci io. A costo di sfondare quella porta! Deve reagire adesso!” risponde determinata la cognata ancora sconvolta da quanto sentito. L’amore vero, l’amore infinito, l’amore indelebile come quello di Kristoff ed Anna non poteva esaurirsi! I due stavano commettendo l’errore più grande della loro vita!

“Non è facile reagire Elsa. Alla fine lo stiamo facendo tutti allo stesso modo: ognuno cerca di tenersi occupato sperando che il tempo faccia il resto alleviando il macigno che ci schiaccia il cuore” continua lui amareggiato invitando la parente a non sforzarsi troppo per cambiare le cose.

Elsa guarda il cognato intento a distruggere la corteccia dell’albero con la stessa foga e rabbia con cui stava sfracellando la sua vita. L’immagine di quel tronco possente legato alla propria base grazie a un sottile strato di legno, ricorda a Elsa l’esempio di sua sorella. Anna era sempre stata il pilastro della loro famiglia, l’unica in grado di non perdere mai la speranza e rimettersi in piedi. Ora, il tronco imbattibile di Anna, si stava sgretolando proprio come quello che Kristoff era intento ad abbattere.

“Non posso permettere ad Anna di buttare via la sua vita!” dice tra sé e sé la maggiore per poi dirigersi determinata verso il castello di Arendelle e fermarsi di colpo perdendo, improvvisamente, tutto il coraggio.

“Non ce la faccio” continuano a dirle i suoi pensieri. “Alla fine anche tu non riesci a sopportare la vita senza Giacomo, come pensi di poter aiutare tua sorella?” domanda la sua voce interiore logorandola e opprimendola. La risposta Elsa non l’aveva. L’unica certezza stava nel fatto che, senza intervenire, Anna sarebbe caduta facilmente proprio come annunciato da Granpapà.
Di fronte a un grande dolore una persona non può che interpellare e ispirarsi a un’altra esperienza di qualcuno che, magari, ha vissuto e superato la stessa medesima sofferenza.

“Solo Rapunzel mi può aiutare!” esclama Elsa spalancando gli occhi cambiando così direzione e chiamando a sé Nokk per raggiungere velocemente il regno di Winstel.

Rapunzel in quei mesi aveva cambiato radicalmente vita. La sovrana offriva amore a tutti i suoi sudditi, dedicava tempo prezioso ad ogni bisognoso, consolava afflitti, imparava a gestire i suoi poteri anche di fronte a rivali politici e commerciali e, soprattutto, aveva capito l’importanza dell’amore come unica arma in grado di guarire un cuore divorato dai sensi di colpa.

“Elsa!” esclama Rapunzel vedendo in lontananza la cugina e il suo meraviglioso cavallo d’acqua. Rapunzel solleva il suo vestito e, velocemente, corre verso la parente indicandole con la mano un punto in riva al mare dove poter dialogare e incontrarsi tranquillamente.

“Sono passati diversi mesi! Come sta andando la situazione?” domanda subito Rapunzel abbracciando la cugina dai poteri glaciali.

“Male…ho bisogno del tuo aiuto. La morte di Giacomo ha distrutto ognuno di noi. Nessuno è in grado di reagire! Anna si è chiusa in sé stessa, non vive più con il marito e la felicità è ormai un vago ricordo” va al sodo Elsa staccandosi dall’abbraccio di saluto.

“E tu?” chiede Rapunzel con calma, spiazzandola.

“Io, io vado avanti!” risponde Elsa titubante cercando di non esternare il proprio dolore e mostrandosi più forte di fronte a quelle crude avversità.

“Non mi convinci…siamo simili ricordi?” la critica Rapunzel obbligandola a guardarla negli occhi per non nascondersi più.

“Io sto male. Quel bambino era la mia vita, era il figlio che, essendo uno spirito, non potrò mai avere. Era anche simile a me e insieme chissà cosa avremmo potuto creare! Ora però sono anche arrabbiata… Mi dissero che portando il bambino ad Athohallan avrei potuto entrare in contatto con lui ma questo non è mai successo e mai succederà!” si sfoga finalmente Elsa abbassando lo sguardo per nascondere le lacrime che cominciano a formarsi nei suoi occhi.

“Questo è il problema della vostra famiglia: il rancore e la rabbia” afferma Rapunzel con convinzione.

“Che cosa intendi dire?” le chiede Elsa stupita corrugando la fronte.

“Io sono riuscita ad andare avanti proprio grazie ai tuoi consigli. Sei stata tu a dirmi di colmarmi di amore e, anche se ho addirittura trovato un uomo che mi ama, non riuscivo a mettere da parte la rabbia e il rimorso per ciò che è passato. Continuavo a pensare a mia madre, al male che le ho fatto, alla morte che le ho provocato…la cosa mi stava logorando, poi ho deciso di compiere un gesto” inizia a spiegare Rapunzel indicando, in seguito, un punto ignoto del profondo tramonto all’orizzonte sul male.

“Cosa intendi dire?” chiede Elsa non capendo il filo del discorso.

“La grotta all’orizzonte…l’ho distrutta. Era quella che mi stava distruggendo e allontanando dalla vita vera. Solo quando ho capito che mia mamma vive nel mio cuore ho potuto cominciare a godermi e costruire un futuro. È questo quello che dovete fare Elsa! Tua sorella vuole dimenticare, tuo cognato non ci vuole pensare, tu cerchi costantemente risposte… sì certa che Giacomo non ti parlerà mai se prima non sistemate le cose tra di voi e andate oltre. Solo quando si accetta la morte è possibile entrare in contatto con la persona cara. Io ho smesso di biasimarmi e lamentarmi e ora sento mia mamma nel mio cuore” conclude la cugina mettendo una mano sulla spalla dell’altra, sicura di averle detto, in modo emblematico, il frutto della questione.

“Penso di sapere cosa fare ora” conclude Elsa dopo alcuni momenti contemplativi in cui, grazie al sinuoso suono delle onde che si infrangono sulla spiaggia, capisce di aver sbagliato approccio e di dover cambiare rotta.

“Devi importi sul volere di tua sorella e portarla a reagire, insieme. Buona fortuna Elsa! Quando vuoi mi trovi qui” si congeda la regina di Winstel abbracciandola calorosamente ed accompagnandola da Nokk.

Ad Arendelle…

Anna ha terminato un’altra giornata lavorativa e si prospetta per lei il momento che più odia: la solitudine, la cena e la notte. Le continue attività, infatti, le permettevano di tenere occupata la mente e non pensare a tutti i guai che stava combinando. La verità, però, stava nel fatto che, da quando aveva allontanato Kristoff, si sentiva ancora più vuota e una nuova sensazione era nata in lei: la paura. Vivere sotto lo stesso tetto, anche se separati, la faceva comunque sentire protetta e al sicuro consapevole che, se mai fosse successo qualcosa, quell’uomo tanto premuroso e gentile sarebbe corso in suo soccorso. Ora il suo cuore aveva iniziato a pesare come un grosso macigno, colmo ormai di rabbia, di tristezza e anche di rimorsi per aver allontanato e cancellato in un soffio tutto l’amore della sua vita che consisteva, ormai, in Elsa e Kristoff che mai l’avrebbero perdonata.

“Anna, sono Elsa” annuncia la sorella bussando come suo solito alla porta.

Anna, però, è ancora frenata dal suo strano mutismo e, immobile, preferisce non rispondere.

“Anna basta! Basta! Non puoi ridurti così! Ora io ti dico tutto quello che penso e resterò qui, finché non mi aprirai! Smettila di autocommiserarti e reagisci! Non è colpa tua se è morto Giacomo, non è colpa di Kristoff se ha preso freddo quando siete usciti a giocare sulla neve! Non le sappiamo le cause! Sei stata tu Anna a scuotermi dicendo che non ero io colpevole della morte di mamma e papà! Ora io lo dico a te…ti prego Anna” sbotta Elsa gridando con tutta l’aria dei polmoni per poi appoggiare la mano al legno liscio della porta e cantare sottovoce:

“Anna, puoi lasciarmi entrare? Prima eri sempre accanto a me… vorrei capire perché proprio tu.
Non puoi avermi più insieme a te. Ed ora che faremo?
Siamo sole ormai. Quale conforto avrò? Ora tu mi manchi troppo”

Il ricordo di quella dolce melodia permette ad Anna di ricordare il suo passato burrascoso e di come, da piccola, non si fosse mai stancata di cercare l’affetto della sorella. Anna comprende che Elsa non l’aveva mai abbandonata e stava vivendo le stesse sensazioni che aveva provato lei durante l’infanzia.  

Dopo mesi interminabili, Elsa avverte il suono melodioso di chiavi che si inseriscono nella serratura e, dopo tutto quel tempo, si ritrova faccia a faccia con la sorella.

Anna non ha la forza di guardarla in volto e, impassibile, le permette di accomodarsi. Elsa guarda la sua sorellina che è cambiata radicalmente: ha i capelli spettinati, la pelle pallida, il viso smunto, gli occhi spenti, le labbra serrate e il corpo fin troppo magro.

“Hey, guardami! Sono qui” sussurra Elsa prendendo l’iniziativa ed avvicinandosi a lei. Elsa le sfiora il viso con un dito e la invita a guardarla negli occhi. Anna fatica a rivolgerle lo sguardo e ad aprirsi anche se sente il dolore e le emozioni irrompere dentro di sé.

“Cosa vuoi dirmi Elsa?” domanda Anna cercando di tornare seria e forte.

“Che cosa stai combinando Anna?! Sei trasandata, hai chiuso tutte le porte e hai lasciato Kristoff!! Vuoi fare altro per caso?!” la bombarda di quesiti Elsa pretendendo delle concise risposte.

“Sì, le vedi queste carte? Voglio rinunciare al trono” ribatte Anna prendendo tra le mani dei documenti.

“Che cosa?!” chiede sbigottita la maggiore portandosi le mani alla bocca.

“Anna! Basta! Ti rendi conto che così non risolverai mai nulla?! Perché lo fai?! Perché?!” la sgrida allora Elsa cominciando a scuoterla come a volerla svegliare da un’ipnosi.

“Perché non valgo più nulla!” sbotta Anna urlando e cominciando a piangere. La regina si getta per terra con un pesante tonfo e nasconde il volto tra le ginocchia. Elsa le si siede accanto e, accarezzandola, sorride per essere riuscita finalmente a far traboccare il vaso.

“Pensavo che il tempo mi guarisse le ferite ma non è così! Ripenso a Giacomo costantemente, di notte mi sveglio e lo sento piangere, mi giro e mi pare di vederlo lì con i suoi occhioni azzurri desideroso di affetto, lo immagino ovunque e questa cosa mi logora! Lui invece non c’è da nessuna parte e da quando l’ho capito ho iniziato a distruggermi. Ho paura! Paura di vivere, paura di essere una regina, una sorella, una moglie! Ora non posso più tornare indietro. Ho perso tutto!” piange disperata Anna soffocando il volto tra le mani.

“Non hai perso tutto. Io sono qui” afferma Elsa alzandole di nuovo il volto.

“Kristoff? L’ho allontanato! Pensavo di non amarlo più e la mia mente non lo vuole più, ma il mio cuore… il mio cuore lo desidera ancora!” confida la regina mostrando ogni singola perplessità.

“È da qui che devi ripartire lo capisci?! Non preoccuparti di sentir il cuore sanguinare! Se lo fermi non vivi più! Lascialo vivere e sanguinare…prima o poi arriverà qualcuno ad aggiustartelo. Fidati che, quel qualcuno, è Kristoff. Lui ti aspetterà sempre! Ti ama e sei tutta la sua vita. Ormai siete rimasti solo voi due e condividete la stessa esperienza. Anna, è il momento di reagire, insieme!
Ricominciamo con calma: un passo alla volta e facciamo ciò che è giusto. Sono sicura che migliorerà tutto!” la consola Elsa accarezzandola ancora. 

“Scusami Elsa, scusami per tutto!” riesce a comunicare Anna tra le lacrime prima di gettarsi tra le braccia dell’altra. Elsa stringe forte a sé la sorella chiudendo gli occhi per assaporare meglio quel contatto che tanto le mancava. Anna piange, si dispera, si aggrappa con le dita e le unghie ai vestiti azzurri della maggiore come a dirle di non allontanarsi più e rigettando su di lei tutto quel male che covava dentro di sé.

Le due sorelle rimangono così per molto tempo. Una nelle braccia dell’altra, una immersa nel dolore dell’altra, una fiduciosa nella forza dell’altra. L’amore tra le due sorelle era finalmente tornato e la vita, seppur con fatica, tra salite, ostacoli, discese e ferite, poteva ricominciare.
 
  
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