Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    27/01/2020    1 recensioni
SPOILER FROZEN 2
La vita dei due regni prosegue serena. Elsa, finalmente, ha scoperto la sua vera identità ed Anna governa sicura il proprio regno. La loro vita sembra proseguire tranquilla tra risate, gioco del mimo del venerdì sera, dialoghi con Kristoff, Sven ed Olaf, tra matrimonio e ricevimenti. La vita però, risulta spesso spesso cattiva e crudele e i protagonisti dovranno essere pronti a superare ogni ostacolo. Governare un regno non sarà più così semplice, fidarsi e andare d'accordo non sarà scontato ma, soprattutto, reagire al dolore si trasformerà nella missione più difficile.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Olaf
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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XXXIII.
MOSTRATI


 
Anna, dopo essersi riappacificata con Elsa, è intenzionata a chiarire con Kristoff anche se teme un possibile rifiuto. La regina esce finalmente dal castello e, prestando attenzione a non farsi notare, si immerge nella calma atmosfera del bosco vicino diretta verso l’abitazione del suo più grande amore.

Anna osserva il risveglio della primavera e, dopo tanto tempo, sente il proprio cuore riscaldarsi e sciogliere lo spesso involucro di ghiaccio che lo aveva ricoperto per tutti quei mesi. Il contatto con la natura, con il cielo azzurro, con il suono del vento, con le foglie verdi piene di vita, le fa capire di doversi dare una mossa e non perdere più neanche un secondo della sua giovane esistenza.

La ragazza è ormai giunta alla graziosa casetta di legno di Kristoff che, prima del matrimonio, aveva custodito i loro bisogni di intimità, riposo ed evasione dalla sfarzosa vita di palazzo.

Anna abbozza un sorriso di fronte a quei dolci ricordi che finalmente riaffiorano nella sua mente spazzando, per un secondo, quelli macabri e tenebrosi che l’invadevano. Una volta preso coraggio Anna decide di bussare alla porta con il cuore in gola per il terrore di essere respinta.

Trascorrono un paio di minuti interminabili allietati, per fortuna, dal cinguettio degli uccelli vicini, poi, lentamente, Anna avverte il suono dello scoccare di una chiave nella serratura.

“Anna? Che cosa ci fai qui?” domanda Kristoff spalancando gli occhi sorpreso, ma mantenendo comunque un atteggiamento freddo e composto.

“Sono venuta a porgerti le mie scuse” comincia a dire Anna massaggiandosi le braccia per il nervosismo e guardando per terra pentita.

“Bene, scuse accettate e ora puoi anche andare, tanto non ti servo più” risponde arrabbiato Kristoff facendo per richiudere la porta.

“No aspetta ti prego!” lo blocca immediatamente Anna fiondandosi sulla porta per evitarne la chiusura.

“Sono stanca di porte in faccia, sono stanca di tutto. Io non so come farò a riprendermi ma una cosa certa la so: rivoglio te nella mia vita” sussurra lei con il groppo in gola avvertendo già l’irruenza delle lacrime pronte a riversarsi sulle sue guance.

“Dici sul serio?” domanda Kristoff stupito notando serietà e verità nel discorso della moglie.

“Sì. Ho deciso di mettere da parte la rabbia e l’isolamento…ma ora mi sento ancora più scoperta, fragile e distrutta. Mi sento triste e svuotata di ogni vitalità. Ti prego Kristoff, perdonami e non lasciarmi più andare! Per causa mia ho perso troppe cose! Elsa, il regno, tu e…Jack…” inizia a piangere Anna riuscendo, per la prima volta, a pronunciare il nome intimo e privato con cui solo lei e Kristoff chiamavano il proprio bambino.

Kristoff intuisce il dolore della moglie e vede in lei il desiderio di rialzarsi proprio grazie all’ultima affermazione. Kristoff, mosso dai sentimenti, dall’amore e dal dolore che cova dentro di sé, si fionda sulla moglie velocemente avvolgendola tra le sue braccia e accogliendo il suo pianto.

La coppia si stringe, si unisce e condivide quel momento colmo di emozioni. Kristoff non si vergogna di piangere e mescolare le proprie lacrime con quelle della moglie. Anche lui si sente fragile e inerme anche se, finalmente, può stringere di nuovo il capo della propria donna contro il petto e prometterle di non dividersi mai più.

“Non è colpa nostra se Jackie non c’è più. Nostro figlio ci ha uniti e sono sicuro che ci vorrebbe vedere di nuovo insieme” riesce a dire Kristoff sollevando il volto della moglie e custodendolo tra le sue calde mani. Dopo tanto tempo i loro occhi, lucidi e rossi di pianto, si specchiano e si riscoprono innamorati e desiderosi di non lasciarsi mai più. Anna annuisce al discorso del marito appoggiando la guancia al palmo caldo di lui con l’intento di sentirsi accarezzata, nella sua fragilità e debolezza.

Kristoff, senza allentare la presa delle mani sul volto, avvicina le proprie labbra a quelle di lei. I due ritornano così a baciarsi, ad assaporare il sapore della miscela delle loro lacrime, ad incastrare le proprie labbra bollenti e morbide, ad alternare i respiri in modo da prolungare il bacio il più possibile. Quel gesto, ossigeno puro per i polmoni, riaccende in loro i sentimenti e scuote nel profondo i loro cuori che battono all’impazzata come il giorno del primo bacio.

Il bacio tra i due si fa sempre più frenetico e appassionante. Le labbra non si staccano, si cercano e si divorano desiderose di ricevere sempre di più. È automatico per i due entrare nell’abitazione, richiudere la porta e iniziare a spogliarsi diretti verso la camera da letto. In pochi minuti i due corpi si ritrovano uno sopra l’altro, nudi e caldi, pronti ad unirsi di nuovo dopo tanto tempo.

Anna gode del contatto del proprio corpo magro con la pelle bollente di lui, si sente finalmente viva, inebriata dalla potenza degli ormoni e dell’amore che si sono risvegliati dal profondo letargo. I coniugi sono pronti ad unirsi nel gesto carnale che prediligono quando Anna si blocca e allontana la bocca da lui.

“Che cosa c’è?” chiede Kristoff rosso in volto per tutta la foga del momento.

“Ho paura. Facendolo potrei restare incinta” confida lei immediatamente portandosi le mani sul volto.

“Non penso di essere pronta, non mi sento più una madre. Non lo sono più e avrei paura di poterlo diventare di nuovo e fallire” annuncia poi lei asciugando un’altra sottile lacrima scappata dai suoi occhi.

Kristoff capisce il dolore della propria moglie che mai nella vita avrebbe potuto superare il trauma della morte di quella creatura, di quel miracolo cresciuto in lei e nato da lei, ma è desideroso di andare avanti e, forse, solo una nuova vita poteva allontanarla dall’idea della distruzione, della fine e della morte.

“Amore, dall’inverno rinasce la primavera. Dalle foglie secche scorre di nuovo la linfa, dalla notte rinasce il giorno, dal tramonto rispunta l’alba…e dalla morte ritorna la vita. Tu sei stata, sei e sarai sempre la mamma di Giacomo. Un'altra vita potrebbe ridarci la forza per ricominciare e risentire il nostro piccolo vivo, proprio nell’anima di un eventuale fratellino” commenta Kristoff accarezzando il viso delicato della moglie.

“E se dovesse succedere qualcosa anche all’altro?” chiede Anna preoccupata e paranoica dopo aver ascoltato il desiderio del marito.

“Facciamo così” propone Kristoff sollevandosi leggermente da lei per rituffarsi nei suoi occhi celesti.

“Rifacciamo il nostro viaggio di nozze. Torniamo in quella bellissima casa sul mare e riscopriamo la bellezza di vivere insieme. Impariamo di nuovo ad amarci, a scoprirci prima di tutto marito e moglie e poi genitori. Proviamo di nuovo a fare l’amore tutte le sere, finché non capiremo che quel gesto ci serve per amarci sempre di più e non per renderci genitori. Non dobbiamo aspettarci nulla Anna! Dobbiamo solo smettere di avere paura e vivere, vivere, vivere…vedrai che, se arriverà un altro bambino, vorrà dire che saremo pronti per essere di nuovo una mamma e un papà” propone saggiamente Kristoff illuminandosi all’idea di poter corteggiare di nuovo la moglie e farla ritornare a sorridere grazie a una vacanza.

Anna medita sulle parole di lui e, dopo aver abbozzato un sorriso, gli risponde convinta:

“Partiamo ora!”

Qualche giorno dopo…

Anna e Kristoff erano partiti immediatamente e l’idea del secondo viaggio di nozze, illumina anche Elsa contenta della rinascita dei coniugi.

La regina di ghiaccio si occupa nel frattempo di Arendelle e della foresta incantata ritornando a farle vivere e sbocciare, proprio come i fiori sui rami degli alberi.

Le porte del castello si riaprono, i mercatini artigianali compaiono sulle strade, i bambini non si vergognano più di urlare e correre felici nelle piazze, il porto si popola di barche e la gente ritorna a sorridere. Elsa ammira i suoi popoli di nuovo sorridenti, di nuovo sereni e consapevoli, quindi, di aver superato gli orrori della guerra, la tristezza della chiusura di Arendelle e la morte del principino.

L’unica a soffrire ancora, però, è Elsa stessa. La regina è contenta di rivedere di nuovo scorrere la linfa vitale nella propria famiglia e nel regno, ma il suo cuore rimane ghiacciato come sempre per colpa della perdita di Giacomo.

È questo il motivo per cui, una sera, la regina decide di tornare ad Athohallan e provare a comprendersi e capirsi un po’ di più.

Elsa cammina lungo i corridoi, accarezza i suoi amati muri ghiacciati e, per una volta, vorrebbe avvertire una sensazione di calore, di quel calore che solo Giacomo le poteva dare.

Il quinto spirito cammina lentamente fino al burrone che rappresentava per lei un dolore immane. Il ricordo della nuvoletta di neve con adagiato il corpo di Giacomo che sparisce nel fiume, la pugnala direttamente nel cuore.

Elsa ascolta il silenzio di Athohallan rimbombarle nelle orecchie, sente il cuore ricominciare a battere forte e, non sa per quale motivo, la rabbia incontrollata desidera esplodere in lei.

“Basta!” urla Elsa rilasciando scariche di potere che si infrangono nelle pareti.

“Giacomo” comincia a chiamare lei inginocchiandosi a terra e portandosi il volto tra le mani accogliendo, finalmente, quelle lacrime che solo lei non aveva ancora versato.

“Tutti ce l’hanno fatta. La famiglia è di nuovo unita, il regno è salvo e tutto può tornare alla normalità, ma io non tornerò mai come prima. Io ho sempre amato la solitudine, sono sempre stata forte e sicura di me stessa, prima che arrivassi tu. Tu mi hai risvegliata, mi hai sciolto il cuore, mi hai dato un motivo per vivere e amare! Io non potrò mai amare un uomo, non potrò mai avere dei figli! Tu, eri il mio bambino, un nipote, un amico, uno simile a me! Il fatto che tu riuscissi a parlare del tuo potere solo con me, era il segno indelebile della nostra unione che ora non sento più” sono queste le parole che escono dalla bocca di Elsa, scossa dai singhiozzi e dalle lacrime che cadono a fiumi dalle sue guance.

Elsa aveva pianto poche volte nella sua vita ma, questa volta, il dolore che finalmente rivolge all’esterno, la scuote nel profondo e la rende fragile come mai prima.

“Mi sono solo riempita di rabbia e presunzione. Venivo qui ogni sera nella speranza, anzi…con l’esigente richiesta di vederti, ma tu non ti sei mai mostrato. Ora sono qui perché ho voglia di parlarti con questo cuore ferito che solo tu sapresti risanare. Mi manchi Giacomo! Mi manchi come l’aria. Farei qualsiasi cosa per te… mostrati a me prima o poi ti prego, fammi sapere dove sei, se stai bene, se sei felice! Ti prego…mostrati!”

Sono queste le ultime parole che Elsa riesce a pronunciare, prima di stringere i pugni e sbatterli violentemente sul pavimento ghiacciato di Athohallan e ricominciare a piangere sdraiata a terra.

Trascorrono alcuni secondi interminabili e silenziosi poi, improvvisamente, una voce pare chiamarla.

“Chi è?” domanda Elsa sconvolta balzando in piedi preoccupata, correndo al centro della grotta ghiacciata.

“Elsa” la chiama ancora la voce proveniente dall’immensa parete di ghiaccio.

“MAMMA?!” esclama Elsa stranita, portandosi le mani sulla bocca una volta riconosciuto il volto dell’amato genitore riflesso sulla parete.

“Ciao figlia mia” la saluta Iduna sorridendole.

“Mamma, sei davvero tu?” chiede Elsa piangendo incredula di poter veramente parlare con la madre.

“Sì, ma ho poco tempo” spiega Iduna invitando la figlia a prestare attenzione.

“In tutti questi anni io e vostro padre non vi abbiamo mai abbandonato. Eravamo lì con voi a sorreggere ogni vostro passo. Ci siamo stati durante le nozze di Anna, che era bellissima, ci siamo stati quando tu hai aiutato Rapunzel, ci siamo stati quando piangevate e ci siamo anche ora. So che stai soffrendo molto tesoro mio e ho visto il dolore nel cuore di Anna per la perdita di Giacomo, ma…lui è qui con me, con tuo padre e con Zia Ester” afferma Iduna commossa facendosi leggermente da parte per mostrare, dietro di sé, la scena del bambino che, felice, gioca con nonno Agnarr e la zia.

Elsa continua a piangere scossa dai singhiozzi e dalla gioia di vedere la sua famiglia riunita in un posto meraviglioso.

“So, però, che il dolore per la morte di Giacomo, magico come te, non vi abbandonerà mai. Sono riuscita ad entrare in contatto con te perché hai finalmente mostrato il tuo dolore, che hai celato nel cuore per tutti questi mesi. Ora Elsa, ho poco tempo, ma posso darti una possibilità. Tu ami tanto Giacomo?” chiede Iduna seria pronta ad offrirle una grande occasione.

“Sì mamma, lo amo con tutta me stessa e mi manca da impazzire” risponde Elsa sicura di sé asciugandosi le lacrime.

“Giacomo possiede dei poteri straordinari che, in parte, lo rendono simile a te. Per questo io posso compiere un gesto che, in realtà ho paura a svolgere per la sua pericolosità. Se tu lo desideri posso far tornare Giacomo” annuncia Iduna convinta e preoccupata allo stesso tempo.

“Che cosa?” urla Elsa stravolta avvertendo un tuffo al cuore.

“Sì, ma non è così semplice. Dipende solo da te. Giacomo può tornare a una condizione: diventerà uno spirito insieme a te. Se tu lo desideri, grazie alla forza di Athohallan, il tuo potere può essere diviso a metà. Tu e Giacomo tornerete a vivere insieme e lui condividerà con te l’essenza del quinto spirito. Questa procedura ti provocherà un dolore fisico lancinante e può anche non funzionare.”

“Cosa potrebbe succedermi?” chiede Elsa non capendo il discorso finale della madre.

“Con questa magia tu potresti perdere il tuo potere per sempre. Giacomo diventerebbe il quinto spirito ma tu…potresti morire e non vederlo mai più” conclude Iduna abbassando lo sguardo preoccupata per il futuro della figlia.

“Così facendo, però, Anna potrebbe vedere sempre Giacomo?” chiede Elsa tremante di fronte a quanto ascoltato.

“Sì, in entrambe le situazioni. Cosa desideri fare figlia mia?” domanda poi Iduna invitandola a scegliere velocemente per colpa del poco tempo a disposizione.

Elsa ripensa alle parole della madre e guarda, dietro di lei, il volto di Zia Ester. È proprio l’immagine e l’esempio della zia a permetterle di decidere e prendere coraggio.

“Mia zia mi ha insegnato a mettere l’amore per un nipote prima di qualsiasi cosa. Io accetto ogni condizione di questo trattamento magico…anche l’eventuale morte” conferma poi Elsa guardando con convinzione la madre.

“Sono fiera di te figlia mia…e sei una zia fantastica. Addio, tesoro mio” conclude Iduna felice accarezzando Elsa attraverso lo specchio ghiacciato.

Il volto della madre sparisce e, in pochi secondi, una luce colpisce il petto di Elsa che, divorata da un dolore immenso, si piega in due e non trova nemmeno la forza per urlare. Elsa si sente prosciugata dal suo potere, non riesce a respirare e le fitte in pancia sono come continue coltellate. La regina di ghiaccio si sente sempre più debole, logorata da una sofferenza sovraumana e, ormai inerme e priva di vitalità, si accascia a terra, immobile…senza riprendersi più.
  
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