Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: Feisty Pants    27/01/2020    1 recensioni
SPOILER FROZEN 2
La vita dei due regni prosegue serena. Elsa, finalmente, ha scoperto la sua vera identità ed Anna governa sicura il proprio regno. La loro vita sembra proseguire tranquilla tra risate, gioco del mimo del venerdì sera, dialoghi con Kristoff, Sven ed Olaf, tra matrimonio e ricevimenti. La vita però, risulta spesso spesso cattiva e crudele e i protagonisti dovranno essere pronti a superare ogni ostacolo. Governare un regno non sarà più così semplice, fidarsi e andare d'accordo non sarà scontato ma, soprattutto, reagire al dolore si trasformerà nella missione più difficile.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Olaf
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
XXXIV.
ZIA
 
Intanro lontano da Athohallan…

“Quanto mi sei mancata” sussurra Kristoff all’orecchio della moglie dopo aver fatto l’amore con lei.

“Ma lo dici tutte le volte!” risponde lei ridendo allontanando leggermente il lenzuolo e non vergognandosi di rimanere con il seno scoperto mentre è sdraiata con il marito.

“Ma è vero scusa! Quest’anno non abbiamo avuto molti momenti e ora penso di aver trascorso i giorni più belli” afferma lui sognante cingendo la moglie con il braccio e invitandola ad appoggiare il capo sul suo petto.

“Probabilmente rimarrò incinta sicuro, lo sai questo vero? Con tutte le volte che l’abbiamo fatto…” dice Anna mostrando ancora la sua logorante preoccupazione.

In quei giorni Anna era riuscita a rialzarsi. Aveva passato notti insonni con pianti e attacchi di panico ma, l’atmosfera di vacanza, il rumore delle onde, il caldo e la vicinanza di Kristoff l’aiutavano a superare ogni problema. In pochi giorni la ragazza si era innamorata nuovamente del marito ridendo, scherzando, facendosi scherzi in acqua, baciandolo e condividendo attimi di pura passione.

Il sole, le lunghe passeggiate all’aria aperta, la quiete e l’odore di salsedine avevano anche cancellato il suo pallore e l’avevano portata a mangiare di nuovo con gusto riuscendo a recuperare qualche chilo.

Non mancavano, però, i momenti di sconforto nei quali la donna si ritirava per piangere e guardare l’orizzonte. Kristoff aveva deciso di lasciarla sola durante quegli attimi intensi perché, per quanto lei fosse cambiata, la perdita di un bambino l’avrebbe tormentata per sempre.

“Amore, non è detto che tu rimanga incinta. Non abbiamo forzato nulla! Abbiamo riscoperto la bellezza dell’amore e quando torneremo a casa dovrà restare tutto esattamente così! Capisco che hai paura di avere un altro bambino ma, in fondo al tuo cuore, non lo vorresti?” la stuzzica Kristoff sporgendosi verso di lei per guardarla bene negli occhi. Anna si osserva nel profondo e, un debole sorriso, combatte per apparire sulle sue labbra.

“Sì…ma avrei paura di dimenticarmi di Giacomo. Di vivere un altro bambino come rincarnazione di lui…magari ci assomiglierà, me lo auguro, ma lo identificherei con il fratello maggiore anche se lui sarebbe tutta una nuova vita ed identità. Ho paura di fare un torto a Giacomo e al piccolo stesso” confida Anna mostrando una sana e saggia preoccupazione.

Kristoff riflette un attimo per poi, illuminato da una magnifica idea, invitare la moglie a vestirsi velocemente per dirigersi fuori sulla riva del mare.

“Che intenzioni hai?” chiede Anna trascinata da lui e rischiando di inciampare mentre corrono sulla sabbia.

Il tramonto era ormai giunto e i suoi colori caldi si specchiavano nel mare calmo e cristallino. Kristoff si avvicina alle onde e, dopo aver preso tra le mani la conchiglia più bella secondo i suoi gusti, fa segno alla moglie di compiere lo stesso gesto. Anna non comprende il significato di quell’azione ma, fiduciosa nei confronti del proprio marito e nelle sue abilità di stupirla ad ogni momento, sceglie anche lei una conchiglia dalle leggere sfumature azzurre che ricordavano gli occhi di Giacomo.

“Sono sicuro che Giacomo sia in un posto bellissimo e in qualche modo possa ascoltarci. Se potesse parlarci penso che ci direbbe di andare avanti e di ricordarci sempre di lui. Anna, amore mio, te l’ho già detto: anche se lui fisicamente non è con noi e ci manca come l’aria, resteremo per sempre i suoi genitori e non potremo mai dimenticarci di lui. Per questo ti invito a prendere la tua conchiglia e avvicinarla alla bocca. Insieme gli diremo una frase e lanceremo il messaggio nel mare. Sono certo che ci sentirà” propone Kristoff afferrando la mano della moglie ed ammirando i suoi stupendi capelli diventare ramati e brillanti grazie ai caldi raggi del tramonto.

Anna annuisce e, convinta, pone la conchiglia sulle proprie labbra chiudendo gli occhi per concentrarsi e sentirsi legata al proprio bambino.

“Giacomo, ormai sono passati mesi da quando te ne sei andato ma nel nostro cuore il tuo ricordo è indelebile!” comincia a dire Kristoff invitando poi la moglie a continuare.

“Vivo tutti i giorni con il ricordo dei tuoi sorrisi. Rivivo ogni giorno il dolore del parto e darei la vita per poterlo compiere ancora, solo per avere la fortuna di stringerti tra le mie braccia con la stessa gioia di quando ti ho visto per la prima volta. Soffro nel ricordare la mia sofferenza quando ti hanno allontanato da me e la pugnalata che ho avvertito quando ti sei spento tra le mie braccia. Mi manca il profumo dei tuoi capelli, la tua pelle morbida, i tuoi versetti…” si sfoga Anna piangendo e sorridendo allo stesso tempo per colpa della nostalgia.

“Ricordo le notti in cui ci interrompevi con il pianto, ricordo i tuoi occhi glaciali profondi e belli, le tue manine già forzute come le mie e l’irruenza con cui bevevi il latte dal seno della mamma” si aggiunge Kristoff ridendo con la consorte di fronte a quei momenti quotidiani.

“Ora abbiamo imparato che bisogna andare avanti, la vita ci chiede questo anche se sarà difficile. Sentirò la tua mancanza ogni singolo giorno e darei di tutto per riaverti con me” afferma Anna stringendo più forte la mano del coniuge.

“Ti penseremo sempre e ci comporteremo al meglio proprio per onorare il tuo animo buono, la tua maturità, la fatica con cui sopportavi il tuo potere magico e il dolore della tua giovane dipartita. Speriamo che questo messaggio possa arrivarti. Sappi che, da oggi, tua madre e tuo padre, un passo alla volta, faranno ciò che è giusto… ti vogliamo bene” conclude Kristoff lasciando ad Anna l’onore di chiudere la dedica.

“E te ne vorremo per sempre… Mamma e Papà”

Anna e Kristoff lanciano le proprie conchiglie nel mare e, mentre osservano con le lacrime agli occhi il magnifico tramonto, sorridono sperando di essere stati ascoltati dal loro piccolo angelo. I coniugi si rivolgono un ultimo sorriso e, con forza e tenacia, ritornano nella propria casetta sul mare pronti a rientrare ad Arendelle per ricominciare a vivere.

Ad Athohallan…

Bianco.

Tutto è immerso nel bianco e nel silenzio.

È questo tutto quello che Elsa nota una volta riaperti a fatica gli occhi. La ragazza si sente leggera, debole, svuotata di qualcosa. Elsa si alza a fatica avvertendo la testa pesante e le ossa doloranti per colpa del trattamento ricevuto. La donna non comprende la sua posizione, si sente frastornata e stordita da tutto quel bianco. Il quinto spirito comincia a fare qualche passo convinto, quindi, di essere in un altro universo e di essere morto. La morte era l’unica risposta a tutto quell’ambiente sconosciuto.

Improvvisamente, però, la nebbia attorno a sé pare dissolversi leggermente e davanti a lei compare una piccola figura sbiadita.

“C’è qualcuno?” chiede la vocina delicata guardandosi intorno.

Elsa strizza gli occhi per mettere a fuoco il soggetto di fronte a sé per poi, sbalordita, gridare a gran voce:

“Giacomo?! Sei tu?!”

Il bambino si volta di scatto e, una volta vista la zia in lontananza, le si avvicina tremante.

Elsa lo scruta nel dettaglio e constata i cambiamenti che la magia ha effettuato sul corpo di lui. Il bambino, infatti, ha i capelli albini come i suoi, è pallido e dimostra di avere più anni rispetto alla sua statura e alla sua vera età.

“Sì sono io, ma non sto capendo niente! Ho paura!” risponde il piccolo terrorizzato scagliando una lastra di ghiaccio contro la nube circostante e urlando subito dopo non riconoscendosi in quel gesto.

È in quel momento che Elsa comprende la propria missione. La scissione dei suoi poteri aveva funzionato e, d’ora in avanti, lei e il nipote avrebbero incarnato il quinto spirito. L’idea di aver vinto, di esserci riuscita e di essere salva la rallegra e le riempie il cuore di gioia ma, l’immagine del bambino terrorizzato di fronte a qualcosa che non conosce, la pone di fronte a una grande responsabilità.

“Che cosa mi succede?! Sento anche tante voci in testa!” strilla Giacomo portandosi le mani alle orecchie e guardandosi intorno come se vedesse più persone intente a interloquire con lui.

“Hey, guardami va tutto bene!” afferma Elsa inginocchiandosi, togliendogli le mani dalle orecchie e stringendole forti tra le sue.

“Zia, ho tanta paura, non capisco!” piange il piccolo guardandola dritto negli occhi e piangendo amaramente.

Elsa osserva quello splendore che, chissà per quale magia, sembrava avere sette anni e sente dentro di sé un nuovo sentimento, quasi materno. Si sente legata a lui più che mai, addirittura più di prima. Lo vede come suo gemello, come suo sosia, come suo amico…e come suo figlio.

“Calmati ora e ascoltami bene” inizia a dire Elsa mantenendo la calma e accarezzandogli la guancia che, seppur pallida come la sua, aveva mantenuto le lentiggini di Anna.

“La vedi questa nebbia?” gli chiede Elsa invitandolo a guardarsi intorno.

“Sì e mi dà fastidio! Vorrei vedere meglio!” risponde lui stordito.

“Ora so perché c’è questa nebbia. Io e te condividiamo gli stessi poteri e tu ne hai anche uno in più di me che ti permette di immagazzinare i ricordi. Ora ti senti frastornato e confuso ma ti assicuro che migliorerà tutto. Ora dobbiamo lavorare sodo piccolo mio e poi potremo vivere insieme per sempre e tornare dalla nostra famiglia. La nebbia ci libererà solo quando impareremo a lavorare uno con l’altra e controllare i nostri nuovi poteri. Io so come aiutarti perché ci sono già passata e non devi avere paura! Sei pronto?” chiede Elsa continuando a contemplare il miracolo che aveva davanti.

“Sì, sono pronto. Ti voglio bene!” risponde il piccolino dai folti capelli bianchi gettandosi al collo della zia e rischiando di farla cadere. Elsa stringe il bambino forte a sé e delle dolci lacrime di felicità iniziano a scorrerle lungo il viso. Non sapeva per quanto tempo sarebbero rimasti intrappolati nella nube ma, prima o poi, tutto sarebbe tornato alla normalità e insieme avrebbero ricostruito la famiglia.

“Ti voglio bene anche io” risponde Elsa senza lasciarlo andare anche solo per un secondo, per poi chiudere gli occhi e assaporare quel meraviglioso momento.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: Feisty Pants