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Autore: xShieru    28/01/2020    0 recensioni
“Quindi come in Step Up?”
Allura scrollò le spalle. “Se la metti così… Sì. Immagino che sia proprio come in Step Up.”
Il sorriso che rivolse a Shiro, accompagnato da un timido cenno della mano, ugh, era a dir poco stomachevole e Lance ancora non credeva nei corsi di danza.
-
La carriera di danza di Lance McClain inizia e finisce con Keith.
Keith vuole solo scoprire che cosa nasconde Lance.
Genere: Angst, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allura, Kogane Keith, McClain Lance, Takashi Shirogane
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note della traduttriceEd eccoci arrivati al capitolo 6! Manca 1 capitolo alla conclusione: l'ultimo aggiornamento sarà 3/02.
Ancora un grazie alla mia infaticabile Beta, Crispygarden, che si prodiga per domare i miei errori di forma <3
Grazie di cuore anche a tutti coloro che continuano a seguirci e a sostenere il nostro lavoro mettendo questa traduzione tra i preferiti o lasciando un commento! Fa sempre piacere sapere che il proprio lavoro viene apprezzato <3

Se siete già disperati per la mancanza di fic klance su EFP, non temete! Sto lavorando alla traduzione di Shut Up and Dance with Me di wittyy_name (dance AU, ha spopolato moltissimo nel fandom anglofono) e di Life after Death di Taylortot.
Vi lascerò i link nelle note dell'ultimo capitolo, ma potete già seguire i profili delle due autrici qui su EFP (creati e gestiti da me, DanceLikeAnHippogriff, con il consenso delle autrici). Li trovate nella mia bio: DanceLikeAnHippogriff.
In alternativa, potete seguirmi anche su Ao3, dove posto tutti i miei lavori sul mio profilo: DanceLikeAnHippogriff.

Buona lettura!

 


“Non posso credere che tu mi stia chiedendo davvero di mandarti una di quelle vecchissime cover di Rebecca Sugar.” Pidge gli sibilò sottovoce nell’orecchio e mise giù il telefono. “Quanto sei stracotto per lui? Non eri tu a dire che suonare per gli altri era quello che fanno le femminucce che non scopano?”

“Senti, i tempi sono cambiati. Ho davvero davvero bisogno che tu mi faccia questo favore; devo fare colpo su un ragazzo.” Lance stiracchiò i muscoli doloranti e si aggiustò i capelli scompigliati guardandosi allo specchio. Pidge intercettò il suo sguardo, un po’ scettico. “È LUI, il principe…ssa Fiamma del mio Finn, amico.”

“Oh, lo vedo quanto tutto è cambiato. Non sei entrato nella chat per più di dieci ore, è roba seria. Mi sono quasi mancati i tuoi liveblog.”

“Non evocarmi, Pidgey, o te ne pentirai e finirai per uscire dalla chat in un moto di rabbia o qualcosa del genere. Di nuovo.” Gli afferrò la testa e la girò verso Hunk e Keith che stavano parlando animatamente di qualcosa. “Guardali come fanno amicizia – Keith mi sta rubando il mio fratello orso.”

“Credo che il tuo orsetto lo stia rubando la tua amica alta laggiù.” Pidge allontanò le sue mani e si alzò sulle punte, indicando Shay che stava timidamente occhieggiando Hunk, ricambiata da degli sguardi teneri di qualità. Che scioltezza, amico, Lance era orgoglioso.

“Posso passarci su. Sarebbero una coppia stupenda.” Lance scrollò le spalle e spinse Pidge in direzione di Keith. “Ora vai lì e assicurati che Hunk non inizi a decantargli quello che scrivo nel mio diario.”

“Non c’è molto da dire tranne che per quella frase in cui-”

Le dita di Lance tornarono all’attacco, più forti di prima. “Anche tu?!”

“Non riesci a nascondere la tua roba manco per il cazzo.”

Lance gli tirò un calcio nel culo.
 

 
Pidge si intromise nel loro momento di intesa proprio quando Hunk stava finendo di dire qualcosa sugli RB – non buono – e tirò fuori i cupcake. Keith sorrise educatamente e stava per rifiutare, ma Hunk gli sventolò un dito davanti al viso. “Senza latticini. Una ricetta speciale vegana che ho trovato.”

Pidge avrebbe voluto ridere davanti all’espressione irritata di Keith. Sbatté gli occhi come un gufo e accettò il regalo. Il ragazzo più alto ci aveva messo un giorno intero a
prepararli. “Uh, come lo sapevi?”

“Oh, me l’ha detto Lance!” Cinguettò Hunk felicemente e Pidge avrebbe davvero dovuto intervenire, ma erano troppo divertenti per disturbarli. La faccia di Hunk si contorse in una smorfia di finto orrore. “Aspetta, non avrei dovuto dirlo. Non dire a Lance che te l’ho detto! In ogni caso, è stata un’impresa cucinarli, ma ho fatto del mio meglio. Direi che sono venuti decisamente bene, amico.”

Keith prese un cupcake, andando letteralmente in estasi quando il sapore raggiunse la sua lingua. “Quindi… te l’ha detto Lance.” Keith reintrodusse il discorso con fare innocente e Hunk annuì con fervore. “E come l’ha scoperto lui?”

“Siamo tutti grandi fan degli RB da anni, ormai.” Disse Hunk. Pidge si irrigidì, pronto a zittirlo con la forza se avesse menzionato qualcosa su Voltron, ma Hunk era decisamente troppo furbo per farlo. “Ma Lance lo è ancora di più. Ha iniziato a ballare perché era rimasto colpito da voi!”

“Oh, davvero…” Canticchiò Keith, apparentemente perso nei suoi pensieri, e lanciò un’occhiata a Lance, che fece subito finta di guardarsi allo specchio.

“È davvero felice di essere qui e di poter ballare con te.”

Keith mantenne un’espressione cautamente neutra e, in un batter d’occhio, il summenzionato moro fu al suo fianco, una morsa forte come l’acciaio sulla spalla dell’amico.

“Vedo che hai incontrato Coop e Reemer.” Digrignò fuori dai denti Lance e si costrinse a sorridere. “Ma ora devono proprio andare e preoccuparsi di quell’altra cosa, vero, ragazzi?”

Hunk arricciò il naso e disse “Quale cosa” nello stesso momento in cui Pidge si dava un colpo sulla testa e diceva “Oh, già, mi ero completamente dimenticato di quella cosa” con una vocetta terribile.

Scomparvero in un lampo.
 

 
“Perché l’hai fatto?” Chiese Pidge quando furono sull’autobus.

Hunk fece un sorriso sornione. “Oh, gli ho solo dato una spinta nella direzione giusta.”

“Lance ti ucciderà, lo sai?”

“Nah, non lo farà. Non lo scoprirà mai.”

“Giurin giurello, amico.” Pidge borbottò, guardando fuori dal finestrino. “Giurin giurello, davvero.”
 

 
Beach hunk (Hunk Garrett): Ti ho preso le impronte digitali di Keith ;0
sirlancealot (Lance McClain): ma hce czz
Beach hunk (Hunk Garrett): Sii gentile con lui amico è un dolce alla cannella avvolto nello zucchero filato!
sirlancealot (Lance McClain): stiamo parlando davvero della stessa persona
Beach hunk (Hunk Garrett): Sono serio, lance, comportati bene. Keith è un bravo ragazzo >:o
sirlancealot (Lance McClain): non ti riconosco più
sirlancealot (Lance McClain) ha inviato emojichepiange.gif
ecco hunk che mi ruba di nuovo i ragazzi
no non uscire dalla chat
non finisce qui!!!!!!!!!!!!
pornbot justice (Pidge Gunderson): Yikes. Fortuna che questa me la sono persa.
 

 
La performance di Keith non era il massimo.

Non aveva dormito, era stanco oltre ogni immaginazione e la sua mente continuava a vagare dopo la conversazione unilaterale con Hunk.

Il suo modo di vedere Lance… beh, chi era lui per mentire e dire che non era cambiato completamente.

Quella chiacchierata gli aveva fatto aprire gli occhi, in un certo senso. Quel ragazzo dal cuore d’oro era andato dritto al punto – nessun tipo di assurdità, a differenza degli altri fratelli di Lance. Hunk si era scusato a profusione per lo stupido comportamento del suo amico grattandosi la nuca, mostrandosi in colpa per aver curiosato su argomenti delicati.

“Senti, so che può comportarsi come un terribile idiota, ma è un bravo ragazzo. Non lo fa sul serio e sta arruffando le piume solo per fare colpo su di te, anche se… nel modo sbagliato. È sempre stato affascinato dagli RB e dalle voci su di voi, soprattutto sul tuo modo di ballare. Vuole solo starti vicino e avere la possibilità di brillare. Ho visto quanto ci è rimasto male quando il vostro duo si è sciolto. Non voglio rievocare ricordi dolorosi, ma ti dirò solo questo – leggi tra le righe quando si tratta di Lance. Funziona così con lui ed è troppo pieno di sé per essere onesto in questo tipo di situazioni. In ogni caso, ti auguro buona fortuna e ora devi far finta di non aver sentito niente.”

Guardare Lance che si allenava così duramente con quelle parole che gli risuonavano in testa era, beh… qualcosa.

Rimaneva un ragazzino arrogante, non poteva negarlo, ma anche la sua arroganza ora sembrava avere un significato più profondo. Il che rendeva tutto più confuso, a dirla tutta.

Riprese a pensare alla notte precedente. Lance gli si era avvicinato dopo che quel loro casino apocalittico si era trasformato in uno dei momenti migliori della sua vita stressata, con la testa china e un sorrisino imbarazzato.

Shiro gli aveva sorriso con fare incoraggiante e gli aveva dato un colpetto per farlo avvicinare all’altro, l’attenzione che si concentrava nuovamente sulle pile di documenti e sugli altri giudici.

Lance aveva inspirato bruscamente e l’aveva guardato negli occhi, le frasi che gli sgorgavano dalla bocca come acqua. “Senti, amico, è innegabile che abbiamo iniziato con il piede sbagliato e ora che dobbiamo lavorare insieme… lascia che mi presenti di nuovo. Sono Lance McClain, i miei hobby sono il freestyle e le serie TV. Mi piace il cibo piccante e lo spazio, e non sono così male come sembro, giuro.”

Keith si era limitato a fissare la mano dell’altro, tesa verso di lui e tremante, ed espirò rumorosamente, stringendola. “Ciao, Lance.” Rispose, incerto su come reagire.
Lance aveva ridacchiato, ovviamente. “Così sembra che siamo a un incontro degli alcolisti anonimi.”

“Non so che altro dire? Non sono bravo in queste cose.”

E poi Lance era stato così gentile con lui. “Dì qualunque cosa ti venga in mente.” Suggerì, gli occhi che brillavano nella luce tenue.

“Keith Kogane, pessimo quando si tratta di raccontare qualcosa su di me e, uh, sono un istruttore di ballo in erba decisamente troppo infognato. Basta così?”

“Direi di sì. Beh, possiamo lavorare sulle basi più tardi.”

Ma lavorarci quando e come? Avevano a malapena il tempo di mettere insieme il loro numero.

“Keith-boy, so che i miei fianchi sono affascinanti da guardare eccetera eccetera, ma ho bisogno che tu venga qui e inizi a lavorare!” Lo richiamò Lance, asciugandosi il naso sudato con il bordo della felpa larga, la pelle abbronzata che quasi splendeva.

Lance era un pericolo per la sanità mentale.

“Arrivo.”
 

 
Riuscirono a mettere insieme più della metà del loro ultimo numero prima di sera e finirono per cazzeggiare invece che lavorare sul serio. Lance continuò le battute sui suoi fianchi fino a quando non ottenne una risata dall’altro ragazzo.

“Fianchi così perfetti che non ti mentirebbero mai. Possono anche predire il futuro, chiedi, dai. Un ancheggio per ‘sì’, due per ‘no’.”

“Oddio, sei ridicolo.” Keith ridacchiò mentre Lance sbatteva le ciglia con fare innocente e spinse il fianco contro quello di Keith, la voce sottile e acuta quando si lamentò ‘chiedici cose, Keitttthhh’.

Poi si rilassarono ascoltando ancora più canzoni di Beyoncé. Lance insistette per fare freestyle su “Run the World (Girls)” e se ne pentì subito dopo quando Keith la eseguì perfettamente, anche se la ‘perfezione’ durò appena trenta secondi perché iniziarono ad esagerare tutto e a inventarsi mosse stupide con troppe giravolte, ballando insieme in una strana e improvvisata danza parodica che in qualche modo assomigliava al flamenco. Sembravano due gru “aggraziate” in fase di accoppiamento o qualcosa del genere e nessuno osò entrare nella stanza per quello.

Lance sculettò come se fosse la fine del mondo e Keith scoppiò a ridere mentre cercava di mantenere almeno un certo livello di serietà, lanciandosi con fare drammatico la manica della felpa di Lance dietro la spalla a mo’ di sciarpa. Iniziarono a fare pose davanti allo specchio a muro e a fare facce strane ai loro riflessi. Alla fine della playlist di cinque canzoni, erano completamente esausti.

Lance si alzò dal pavimento con un colpo di bacino, scattando in avanti, le gambe tese di fronte a lui per farsi vedere. Keith si rese improvvisamente conto che mentre lui aveva cercato di preparalo come si deve, non aveva mai imparato niente da lui. Avevano deciso di fare una routine varia che avrebbe combinato i loro punti di forza, ma era comunque curioso.

“Me lo insegni?” Chiese e il corpo di Lance si irrigidì.

“Vuoi che ti insegni a fare breakdance?” Squittì con una vocina sottile.

“Se quella era breakdance, era piuttosto fiacca.”

Lance sbuffò e incrociò le braccia. “Oh, ti faccio vedere io cos’è fiacco – preparati a imparare cose, Mr. Perfecto.”

E così trascorsero la  mezzora seguente con Lance che per poco non veniva alle parole ‘sulle caviglie, non le punte, se non vuoi stirarti un muscolo’. Il Karma è stronzo, poco ma sicuro.

A quanto pare, Keith faceva un po’ schifo.

“Non capisco?” Si domandò Lance ad alta voce e guardò Keith sulle ginocchia, le mani che lo sostenevano di fronte a lui e il naso arricciato per la concentrazione.

Riusciva a fare il flare alla perfezione dopo averlo provato solo poche volte – imparava velocemente, che strano, inserire sarcasmo qui – ma quando si trattava di fare il kick out a V cadeva sempre sul culo, incapace di tenersi in equilibrio. “Pensavo che fossi versatile come Shiro.”

“Beh, quando si tratta di breakdance, i metodi di insegnamento di Shiro fanno… schifo.” Keith gli fece una linguaccia e spostò in avanti la mano sinistra, eseguendo un altro cerchio perfetto. Sentendosi un po’ troppo sicuro, provò a rifare il flare solo per sbagliarlo di nuovo. “Almeno sono riuscito a imparare fin qua.”

“Se inizi con qualcosa di meno avanzato forse potresti farcela. Le powermove non sono facili. Pidge è quasi andato fuori di testa con me, più di una volta. Sono sempre stato bravo con le combo di passi, però.” Si vantò ed eseguì una combo toprock basilare, molleggiando appena, senza sforzo. Sembrava che gli venisse naturale.

Keith si sedette, per niente impressionato, si sfilò la maglia bagnata e legò nuovamente i capelli in una coda. Lance emise un basso gorgoglio. “Sembra che tu… vada d’accordo con i tuoi fratelli.” Disse l’istruttore con noncuranza.

Lance avrebbe voluto un po’ ridere. Tutto quello che avevano fatto di fronte a lui era stato litigare di continuo e insultarsi a vicenda. “Ah beh, sai com’è. I fratelli possono essere una pigna in culo e non ci vai d’accordo per un sacco di cose, ma alla fin fine sono comunque la tua famiglia e gli vuoi bene incondizionatamente lo stesso.”

Keith rimase silenzioso per un po’. Lance non si aspettava che rispondesse, ma l’altro distrusse la sua presa sulla realtà come sempre. “Non posso immaginarlo. Non ho qualcuno da poter definire famiglia.”

Oh.

Beh, merda, bel modo di fare lo stronzo, McClain
. Non c’era da stupirsi che Keith non avesse mai menzionato alcun membro della sua famiglia su Twitter o su qualche altro social.

“Ehi, non dire così. C’è sempre Shiro. Credo che lo scambierei per Em in qualsiasi momento. Anche se mi mancherebbero troppo i suoi sproloqui.” Disse e Keith sorrise, facendo stringere dolorosamente la cassa toracica del moro.

“Shiro è sempre stato come una famiglia per me.” Annuì a mo’ di conferma e Lance si sentì meglio, sospirando si sollievo.

“Visto? Hai Shiro e sicuramente ci sono altre persone che tengono a te, come Pidge e Hunk, Em e me.”

Riuscì a malapena a finire la frase prima che il mondo diventasse buio. Keith gli abbassò il cappello sugli occhi e si girò, frugando tra le sue cose per cercare una bottiglietta d’acqua.

Il colore della sua nuca era di un rosso intenso.
 

 
Era tradizione per gli istruttori prendersi una serata libera e avventurarsi in città per svagarsi e bere un po’. Pioveva, ma il tempo non era così male; faceva caldo e non tirava più vento.

Keith, da pivellino qual era, non capiva il senso di quella tradizione.

Non che gli dispiacesse, ma non aveva voglia di bere comunque.

Ma poi c’era Lance, che non era esattamente un membro del campo di ballo anche se circa lo era, che, quando Allura si era lasciata sfuggire che lei e Shiro sarebbero andati in qualche ristorante chic, aveva fatto irruzione dentro la stanza dello staff, individuando subito il crop top bianco di Keith e il suo mullet.

Aspettò pazientemente che finisse la lezione – il tutto mentre stava praticamente vibrando, ma era comunque paziente per gli standard di Lance – e quando Keith gli si avvicinò con un sopracciglio alzato, pronto a sgridarlo per essere una distrazione, gli afferrò le mani fredde.

“Usciamo di qui.” Canticchiò, gli occhi grandi e luccicanti.

Sembrava un cucciolo.

Keith fece fatica a dirgli di no, soprattutto quando Lance iniziò a piagnucolare e a insistere e Shiro diede a entrambi la sua benedizione, dicendo che gli avrebbe guardato le spalle e raccomandandogli di non bere troppo.

“Tornate prima della lezione del mattino.” Disse Shiro e allungò al suo partner una chiave di scorta per la porta sul retro.

E quindi eccoli lì, Lance e Keith, stretti sotto l’ombrello più piccolo che si possa immaginare coperto da gattini neri in stile cartone animato – appunto per sé stesso: comprare a Em un ombrello più grande – diretti verso quello che Lance giurava su Dio che fosse il pub migliore del mondo – e il posto perfetto per un primo appuntamento, pensò sentendo le vertigini.

“Voglio dire, potremmo andare in una sala giochi, ma non sono dell’umore giusto per farti il culo a DDR. Non vorrai certo che il tuo orgoglio venga distrutto.” Lance rise e

Keith gli pestò il piede di rimando.

Keith era sollevato dall’essersi portato dietro un paio di jeans di ricambio, insieme a degli stivali. Stava comunque annegando nella giacca di Shiro, che era almeno di tre taglie più grande. Lance era solo grato che Pidge gli avesse messo nel borsone una maglietta che non era vecchissima o macchiata di colore.

Nonostante fosse abbastanza tardi e la giornata fosse triste in generale, le strade erano ancora piene di gente alla ricerca di un posto dove divertirsi.

Lance sperò che ci fosse abbastanza spazio per rilassarsi nel suo posto preferito.

“È un po’ squallido, ma è un bell’ambiente e la musica è ancora meglio – perfetta per rilassarsi. Ci andiamo tutti i martedì per la serata karaoke. Tiene alto il suo nome – una Gemma tra le gemme!” Lance non era il tipo di persona che poteva stare rinchiusa nello stesso posto troppo a lungo, Keith lo capì perfettamente in quel momento, mentre lasciava che il moro chiacchierasse a ruota libera sulla fantastica atmosfera e su come i baristi ormai lo conoscevano, come pure i suoi ordini fissi.

Vederlo nel suo ambiente naturale era senza dubbio affascinante. Il moro non stava più cercando di fare lo spaccone e sembrava più che disposto a passarsi una bella serata insieme a un guastafeste come lui.

Keith non si considerava granché e non pensava neanche di essere abbastanza interessante per un chiacchierone come Lance, che doveva essere costantemente in movimento e ricoperto di attenzioni. Lui era più riservato – amava tenersi le cose per sé e gli ci voleva un legame emotivo profondo per sentirsi abbastanza a suo agio da mostrare le sue vere emozioni.

Inutile dire che entrò nel locale sentendosi una nuvola pesante di pioggia fuori posto nel mezzo di un cielo limpido e azzurro.

Il posto era decisamente rilassante in un senso strano, tutto pannelli di legno lucido e scuro e muri color crema, le luci abbaglianti. C’era musica swing di sottofondo, alcune coppie ballavano sulla spaziosa pista al centro del pub. I numerosi tavoli rotondi erano quasi tutti pieni, ma non dava la sensazione di essere troppo affollato, se poteva avere un senso. Keith non lo sapeva – non era abituato ad andare in bar di alcun genere.

Si sedettero al bancone. Keith ordinò subito una semplice acqua minerale e Lance seguì il suo esempio senza pensarci due volte.

“Perché niente alcol?” Chiese.

Lance scrollò le spalle, felice con la sua acqua frizzante alla menta. “Non ho la mia carta d’identità dietro, amico.” All’occhiata confusa di Keith, sghignazzò. “Pidge dice che sembro un dodicenne, non posso rischiare.” Fornì come spiegazione e prese un sorso.

“Sembri abbastanza grande.”

“Grazie, sono abbastanza grande da non ricevere una denuncia. E poi non ti lascio certo sorseggiare qualche acqua georgiana tutto solo, non sarebbe fico se prendessi una birra e tu niente. Non è così che funziona con me.”

“Allora forse più tardi farò l’estremo sacrificio di comprare una birra.” Keith guardò in lontananza, le coppie che ballavano swing. La musica era familiare e gli risvegliava la nostalgia nel cuore. Giorni passati in un malandato locale jazz, piroettando in cerchio e a farsi piroettare, calciando l’aria giocosamente.

Lance fu su di lui in un attimo. “Ohhh, conosco quello sguardo. La musica lindy hop nella tua playlist non era per niente uno sbaglio, giusto?”

Keith si riscosse, soffocandosi un po’ con l’acqua. Il suo compare gli diede dei colpetti sulla schiena. “Ti sei guardato tutta la mia playlist?”

“Certo. Dio, sei proprio un punkettone. Tutto quel punk rock è pazzesco, stento a credere che muovi il culo a ritmo di Beyoncé e Fifth Harmony.”

“Non posso certo sculettare su quegli Yeah Yeah Yeah.”

“Cazzate. Io lo facevo tantissimo. Credo che ci siano delle mie foto imbarazzanti da qualche parte. Forse sul vecchio account di MySpace.” Lance pungolò un cubetto di ghiaccio con la cannuccia nera e pescò una foglia di menta sovrappensiero. “È tempo della tua storia, Keith-boy, perché anch’io ne ho da condividere.”

Il suo sospiro non fu abbastanza lungo e sofferente. Che peccato. “Non la smetterai fino a quando non te la racconterò, vero?”

“Hmm… no! Stiamo avendo un momento, qui.”

“Oh, ma davvero? E poi cosa ti aspetti – che ti culli tra le mie braccia?”

“Si può fare, penso. Ma ne riparleremo più tardi.” I suoi occhi azzurri guizzarono verso la pista da ballo per un momento prima di esibirsi nel suo miglior sorriso da un milione di watt. “Continua.”

Tanto valeva. “Tecnicamente, io e Shiro ci siamo incontrati grazie al lindy hop.”

Fu il turno di Lance di soffocare. I suoi occhi erano sgranati all’inverosimile quando gracidò “Ma dai!” E si colpì il petto ancora un paio di volte.

“E invece sì.” Keith scrollò le spalle e spostò il peso all’indietro su quello sgabello instabile, facendolo scricchiolare. “Come pensi che faccia a eseguire quelle combo di passi in modo così perfetto altrimenti?”

“Anche se strano, posso vedercelo.” Mormorò Lance nella mano, carezzandosi il mento. Non era così difficile da immaginare, Shiro vestito in un completo semi formale che ripeteva la combinazione di tre passi e swing out su quel genere di musica. Esaminò con occhio critico l’istruttore. “Tu, invece? Non molto.”

“Non ero granché bravo. Ho camminato sulla strada dell’hip hop per tutta la vita.”

“Quindi com’è successo? Due stili così diversi?” Lance guardò le grandi foglie di una pianta rigogliosa messa di fianco al bancone, probabilmente più alta di lui. Forse c’era più verità nelle parole di Coran di quanto avesse pensato all’inizio. Forse, lui e Keith dovevano funzionare così – imparare l’uno dall’altro, cooperare. Proprio come
Keith e Shiro prima che tutto andasse a rotoli.

“Il mio tutore era un buon amico del padre di Shiro. Quell’uomo era forte e lo rispetto tuttora.” Keith chiuse gli occhi, un piccolo sorriso che gli stirava le labbra. Sembrava che stesse annegando nei bei ricordi. Lance rimase rispettosamente in silenzio, osservandolo, bevendosi le nuove informazioni. “Gestiva un pub jazz, insegnava lindy hop e lavorava part-time in una fattoria del posto. Era ovunque nello stesso momento e non si lamentava mai del carico di lavoro. Shiro, naturalmente, si occupò anche di lindy hop per aiutare suo padre.” Keith ricordava il suo partner, diciasettenne e già sfinito dal lavoro, con i primi capelli grigi, che insegnava ai bambini quando suo padre si ammalava o aveva affari più importanti di cui occuparsi.

“Questa è la sacrosanta verità e lo sappiamo già tutti, ma lo dirò comunque – Shiro è un eroe.” Disse Lance con tenerezza, controllando la manica della sua giaccia a vento. “Il rispetto che provo per lui non ha paragoni.”

“Non era un compito facile. Non gli entrava niente in tasca se non l’esperienza e senso di soddisfazione.” La famiglia Shirogane era sempre stata benestante, ma Shiro lavorava comunque fino a notte inoltrata non pagato, felice di sapere che poteva essere d’aiuto. “L’ho visto ballare in quel locale jazz e ho visto un potenziale notevole. Ho cercato di portarlo dalla mia parte un sacco di volte mentre lui cercava di trascinarmi nell’inferno dello swing. Avevo quattordici anni al tempo. Nessuno di noi ebbe la vinta fino a quando non morì il mio tutore.” Keith tirò su con il naso; era palese che non voleva aggiungere altri dettagli. “Ero di nuovo solo e Shiro si prese la responsabilità di comportarsi come il mio tutore. Una settimana dopo il funerale mi disse che aveva lasciato lindy hop, pronto a seguirmi.”

Le parole “Che triste” rimasero sulla punta della lingua di Lance, ma non sapeva come consolare in quelle situazioni. Shiro sembrava abbastanza felice di quello che aveva fatto fino a quel giorno e con quelle ferite. Come pure Keith.

Lance appoggiò il mento sulle mani, rimuginando. “Forse adesso non si nota, ma sto decisamente sognando perché anch’io ero molto infognato con il lindy hop. Immagino che volessi riavvicinarmi a questa parte di me, ecco perché ti ho portato qui. È la serata della musica swing.” Lance mosse la mano verso il centro della pista da ballo, abbastanza vuota ora che la canzone era cambiata. Non era quella giusta da ballare, non si riusciva a capire bene il ritmo.

“Sembra che abbiamo molto in comune?” Keith cercò di mantenere una voce normale e finì di bere.

“Beeeeeeh, è così che funziona fare amicizia. Trovi dei punti in comune e poi ne parli.” Lance batté i palmi sul bancone a ritmo di musica. “Per esempio, se torniamo sulla cosa del lindy hop, mio padre un tempo ne era appassionato e mia madre era una professionista. Andava a vederla ballare, ma non si azzardava mai a chiederle di ballare. Ma’ decise che toccava a lei chiedergli di uscire dopo che si era stancata di Pa’ che la fissava. Ecco come si sono incontrati. Credo che i membri della mia famiglia abbiano una maledizione che li fa gravitare intorno ad altri ballerini.” Lance sentì il viso scaldarsi considerevolmente e lo sguardo intenso di Keith che bruciava sul lato del viso.

Aveva le parole proprio sulla punta della lingua, quasi spingendole fuori a fatica. “Anche tu hai-”

La canzone cambiò e Lance si raddrizzò sul posto, allungando il collo e guardando le casse. “Oddio, la amo questa!” Saltò giù dallo sgabello, si sfilò la giacca a vento e si tirò su le maniche della camicia azzurra. Keith lo guardò con curiosità e smise di incrociare le gambe.

Lance fu nel suo spazio personale in 0.5 secondi. “Non so te Keith, ma ho proprio voglia di ballare adesso!”

“Non dovevamo… riposarci stasera?” Il resto della frase si spense quando Lance guardò verso la pista di ballo e sventolò una mano.

“Ma no, parlavo del lindy hop! Alzati e andiamo!”

Occhi viola sbatterono rapidi. “Sono passati anni, non ricordo le mosse?”

“Amico, siamo noi. Improvviseremo.” Lance gonfiò il petto e continuò a insistere – non fosse mai che la canzone finisse prima che Keith si togliesse la giacca di Shiro dalle spalle.

Lance lo prese per mano e lo trascinò con foga, mentre Keith per poco non inciampava sui suoi stessi piedi. “Conduci tu.” Sbuffò il ragazzo dai capelli corvini, un po’ imbarazzato dall’attenzione improvvisa che avevano attirato dai lati. “Non mi ricordo bene neanche una mossa.”

“È come le tue prese al volo, ricordati solo i passi del follower.” Lance gli prese la mano sinistra con la giusta presa e ripassò la combinazione in uno sfocato movimento affrettato, saltellando velocemente. “Un, due, un due tre e così via, capito? Non dimenticare di piegare le ginocchia!”

“Non ho-”

“Perfetto!” Urlò Lance e lo trascinò velocemente al centro della pista illuminata, camminando all’indietro e guardando Keith tutto il tempo, esibendosi già nella combo di passi del leader. Keith fece del suo meglio per stargli dietro, fissando i suoi piedi e cercando di ricordare esattamente quello che Shiro gli aveva insegnato così tanti anni fa.

“Improvvisa, Keith!” Disse Lance a voce alta sopra la musica e lo prese per i fianchi, inventandosi le mosse man mano. “Nessuno qui ti giudica, tieni gli occhi sul mio viso.”

Keith inciampò cercando di fare uno swing out, ma Lance si limitò a ridacchiare e finalmente decise di seguire il suo consiglio, lasciando che il suo corpo impostasse il pilota automatico.

It’s trueee! I wanna be like you!” Lance cantò, avvitandosi in una piroetta secca e Keith colse l’opportunità per fare una giravolta, la presa salda sulla spalla di Lance mentre calciava la gamba in quella V fatta per il flare, le ginocchia leggermente piegate quando Lance gli fece fare un casquè, grugnendo. “Re della breakdance. Riusciresti a fare quel flare senza problemi ora.”

‘I wanna walk like you, talk like you-’

Lance fece girare le loro mani sopra la testa di Keith e l’istruttore si avvitò con facilità, facendo lo stesso con Lance, conducendo di nuovo senza problemi, ignorando le combinazioni di mosse, un molleggio leggero nei suoi passi.

Il gioco di gambe di Lance era impeccabile nel lindy hop, ma Keith non ci prestò per niente attenzione, tanto era concentrato sul ragazzo fantastico che aveva di fronte, che non fece lo spaccone neanche una volta. Lance lo guardava attentamente, un sorriso onnipresente sulle labbra, i capelli spettinati e la pelle lucida.

Keith poteva sentire il sangue fluire alle orecchie.

Non ci volle molto perché si mettessero a ridere e l’allegra canzone della Disney cambiò con un’altra, seguita da un’altra ancora.

Ballarono fino a quando furono a corto di fiato e, una volta fermi, li raggiunse un applauso roboante proveniente da alcuni tavoli. Lance inspirò profondamente un paio di volte e fece un inchino, sorridendo timidamente a Keith e prendendogli la mano, intrecciando le dita alle sue.
 

 
“Mi sono divertito stasera.” Disse Keith una volta che si furono incamminati verso l’edificio, il bus completamente vuoto, vecchia musica del sud e il rumore del motore che riempivano il silenzio. I numeri digitali dell’orologio indicavano le 2:58. “Hai fatto onore al titolo di ‘non sei così male come sembri’.”

“Ehi, se sono stato davvero così orribile con te, bastava che mi dicessi di starti lontano. L’avrei fatto.”

In qualche modo Keith sentì che non era vero e si accoccolò nella giacca ancora di più. Faceva un po’ freddo.

Lance sembrò leggergli nel pensiero. “Forse non del tutto, è divertente darti fastidio – ow! – ma mi sarei trattenuto un po…chino di più.”

“Non c’è motivo di dirti di starmi lontano ora che siamo bloccati insieme.” Borbottò Keith, un po’ assonnato e wow, non era forse la prima volta? Forse tutta quella scemenza della stimolazione cerebrale funzionava davvero?

Lance rimase stranamente in silenzio fino a quando non arrivarono alla loro fermata.

“Grazie.” Disse, quando Keith iniziò a muoversi, alzandosi pigramente dal sedile.

Fu ricambiato da un sopracciglio alzato. “Per cosa?”

“Tutto.”

Non parlarono per tutta la notte.
 

 
pornbot justice (Pidge Gunderson): L’hai davvero portato al Gemma? E avete ballato lindy hop?
Sto leggendo bene?
Non può essere vero.
Beach hunk (Hunk Garrett): Sai come si dice, amico, i figli assomigliano ai genitori
La storia si ripete!!
sirlancealot (Lance McClain): ragazzi non capisco xké ne stiate facendo una cosa così grande abbiamo solo ballato su qualche canzone swing del libro della giungla
e non credo che gli sia neanche piaciuto così tanto
Beach hunk (Hunk Garrett): oh gli è piaciuto eccome ;)))))
sirlancealot (Lance McClain): OK ORA BASTA AMICO SPUTA IL ROSPO
ha detto qualcosa????????? si è innamorato di me???
NO NON USCIRE
COME OSI
pornbot justice (Pidge Gunderson): Amico, se non lo porti a casa per quella cena che gli hai promesso ti disconosco sul serio.
sirlancealot (Lance McClain): ok ma tipo hunk ti ha detto qualcosa su quella cosa di keith
NO NON ANCHE TU. ODIO QUESTA FAMIGLIA E ODIO QUESTA CHAT
VI ODIO RAGAZZI MA CHE CAZZO

[10:11 am] Nome della chat di gruppo cambiato in: pray 4 lance e il suo stupido culo
sirlancealot (Lance McClain) ha abbandonato la chat


IN PRIVATO: sirlancealot (Lance McClain): per favore rimettetemi nel gruppo non posso vivere senza la mia dose quotidiana di meme
 


Note dell’autrice:
https://www.youtube.com/watch?v=d1vQMIisJuc la canzone su cui hanno ballato!
Il lindy hop mi è sempre piaciuto moltissimo, ma non ho mai avuto il coraggio di provarlo! Mi mette molto a disagio e poi ho le mani costantemente sudate, credo che nessuno vorrebbe mai ballare con me??
Ultimo aggiornamento questo venerdì
   
 
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