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Autore: Voglioungufo    28/01/2020    3 recensioni
ObiNaru | Post699 | What if? | Accenni SakuHina
"Hai notato il modo in cui Obito guarda Naruto?"
"L'unico a non averlo notato è Naruto".

Quando un vaso viene rotto spesso i frantumi non combaciano più e anche incollandoli fra loro è impossibile riottenere il vaso, restano crepe che disperdono il suo contenuto, resta rotto. Per questo le persone li buttano via e quando succede io li prendo. Saldando i vari pezzi con lacca dorata il vaso può essere riutilizzato, anche se le crepe resteranno, anche se si noterà che è stato rotto, che non è più lo stesso vaso.
La Kintsugi è un’antica tradizione che ormai si è persa, sembra che nessuno abbia più la pazienza di ammirare la bellezza di qualcosa di rotto. Eppure, questi vasi sono belli proprio per queste cicatrici d’oro, non trovi giovanotto?
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Yuri | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Obito Uchiha, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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IV

Ero solito pensare che amare significasse un inseguimento doloroso, ma tu sei qui davanti a me

 

 

Come aveva sospettato, l’incontro con Kakashi riguardava solo formali procedure burocratiche. Al termine di esso, Obito procedeva verso la sua – ancora per poco – casa con una cartella piena di permessi e autorizzazioni da firmare e completare. Non sapeva quando avrebbe trovato la forza per farlo, era esausto. Lavorare sulle pergamene da solo, il piccolo scontro con Naruto e la conversazione con Sasuke lo avevano sfinito. Si era appena fatta l’ora di cena, ma complice il buio invernale gli sembrava fosse la mezzanotte passata.
Eppure quella giornata non aveva finito di metterlo alla prova, lo capì quando arrivato davanti alla sua casa vide Naruto seduto a gambe incrociate sul porticato. Aveva gli occhi puntati sul giardino poco curato – Obito non era mai stato un pollice verde –, ma appena gli si avvicinò li alzò su di lui.
Non sapeva dire se fosse l’iride azzurra a rendere lo sguardo così intenso, ma ogni volta che lo fissava direttamente in volto si sentiva spaesato, trafitto, come quando le loro coscienze si erano scontrate. Naruto dava la sensazione di vederti davvero.
Vide il volto abbronzato piegarsi in un sorriso.
“Lavoro extra?” domandò indicando con un cenno la cartella gonfia sotto il braccio.
“In un certo senso” rispose vago.
Si sentiva un po’ a disagio, visto che si erano lasciati nel mezzo di una zuffa senza risolvere, senza contare la fastidiosa conversazione avuta con l’altrettanto fastidioso parente. Lo aveva accusato di essere un codardo e non poteva dire avesse poi così torto.
“Scusa per il pugno” borbottò Naruto dopo qualche secondo di silenzio, una smorfia di dispiacere.
Scrollò le spalle. “Me ne sono capitati di peggio” assicurò, poi fece una smorfia. “È stato abbastanza inaspettato” ammise, con chiaro tono interrogativo.
Naruto fece un sorriso imbarazzato e batté la mano sul gradino al suo fianco in un invito.
“Parliamo” risolse.
Che alla fine era proprio quello che Sasuke gli aveva consigliato di fare, parlare. Ma lui non si sentiva ancora pronto, aveva bisogno di un altro po’ di tempo, senza contare che non si aspettava che l’iniziativa venisse proprio dall’altro.
Ingenuo, si accusò da solo. Era di Uzumaki Naruto che parlavano, il ninja imprevedibile numero uno.
Perciò accettò e si sedette al suo fianco, togliendosi le scarpe.
“Di cosa?” chiese con un sospiro mentre liberava i piedi doloranti. Le calzature ninja erano scomode oltre che oscene, gli sarebbe tanto piaciuto sapere chi le aveva progettate.
Naruto si strinse nelle spalle. “Be’, di noi”.
Suonava terribilmente ambiguo, perciò lasciò che continuasse.
“Voglio dire,” riprese infatti, “immagino tu voglia sapere perché ti ho colpito”.
“Sì, effettivamente mi farebbe piacere. Immagino non sia solo perché sono un cazzone” disse sorridendo, in un tentativo di rilassare l’atmosfera.
Naruto colse la palla al balzo e ricambiò il sorriso.
“Invece è proprio per quello,” annuì, “ma credo di dovermi spiegare meglio”.
Attese che lo facesse e si avvolse meglio nella giacca. L’autunno stava davvero finendo, la temperatura rigida di quella notte annunciava che ormai l’inverno aveva iniziato ad avanzare.
“Obito, tu ti fidi di me?”
Non era con quella domanda che si aspettava iniziasse la conversazione.
Annuì. “Ovviamente”.
Era stupido che avesse quel dubbio, era la persona più degna di fiducia che conoscesse. Era Obito a non meritare la sua fiducia.
“Allora perché non mi parli? Voglio dire…” Naruto si morse il labbro, “non sembra ecco. Sembra che a te non interessi, mi tieni a distanza”.
Contrasse lo sguardo a quell’ammissione. Non voleva dargli quell’impressione, era l’ultima cosa che voleva.
“Mi dispiace” disse.
“Anche prima. So che è una stupidaggine, forse è imbarazzante anche per te ed è okay se non ne vuoi parlare, nemmeno io voglio farlo. Ma hai lasciato cadere il discorso così, non ha insistito. Non insisti mai, appena dico no tu lo accetti e non fai niente”.
“Se non vuoi parlarne…”
“Lo so, ma sembri indifferente. Sembra che non ti importa di me. Sembra che non ti importi ancora più di niente… Che nulla continui a importarti” mantenne il punto. “Apprezzo che tu non voglia forzarmi, ma un amico dovrebbe aiutare a tirarci fuori le cose anche quando non vogliamo” gli fece presente.  
“Quindi dovevo insistere e sapere perché credevi di avermi baciato?” domandò.
Naruto arrossì un po’. “Be’, non sto parlando solo di questo caso specifico,” borbottò, “ma in generale ecco. Mi sento tagliato fuori, non mi piace questa sensazione. Per questo ti ho colpito, perché speravo di avere una reazione, di buttare giù il muro che hai messo. È come se ti stessi nascondo di nuovo dietro una maschera, ma io voglio vedere il vero Obito!” terminò deciso.
Su una cosa Sasuke aveva ragione: Naruto era molto più onesto di quanto fosse mai stato lui. C’erano tanti punti di incontro tra loro due (per lo più con il vecchio se stesso), ma non credeva di essere mai riuscito a essere così schietto e diretto con qualcuno. Forse solo in quell’ultima missione con Kakashi, dove era…
Non lasciò finire il pensiero, si concentrò solo sul ragazzino che aveva davanti. Era cresciuto dal loro primo incontro, aumentando l’altezza e mettendo più massa muscolare, effettivamente assomigliava più a un uomo che a un ragazzino.
Un uomo affidabile, quello che un tempo aveva desiderato essere lui.
Perciò sospirò. Sasuke gli aveva fatto capire che doveva essere onesto ed era la stessa cosa che gli stava chiedendo Naruto.
“Hai ragione, solo che…” si strinse nelle spalle, “solo che dopo tutto quello che ho fatto non riesco ancora a credere che tu mi abbia davvero perdonato. Ho paura di rovinare tutto, di prendere ancora un cammino sbagliato”.
Okay, era stato sincero. Magari non aveva parlato dei suoi sentimenti, ma almeno aveva esposto le sue preoccupazioni, era un passo avanti.
“Non rovinerai niente” lo rassicurò Naruto e la fiducia incondizionata con cui lo disse gli scaldò il cuore. Avrebbe voluto avere la stessa sicurezza.
“Cosa ti fa credere che non succederà?”
“Be’, perché ci sono io a impedirtelo” annuì serio, poi scoppiò a ridere. “Voi Uchiha siete tutti uguali, anche Sasuke mi ha chiesto la stessa cosa”.
S’imbronciò per essere stato paragonato a una delle persone che meno gli stavano simpatiche al mondo.
“E gli ho risposto che sono sempre disposto a prenderlo a calci in culo” continuò a ciarlare spensierato Naruto. “Lo stesso vale per te. Ma ovviamente non posso farlo se mi chiudi fuori”.
“Non ti ho mai chiuso fuori da casa mia” gli fece notare.
“Sai cosa intendo.” Lo guardò eloquente. “Sono passati anni, ma continuo a sapere pochissimo di te. Mi piacerebbe poter recuperare quello che non abbiamo potuto avere…”
“Per colpa mia”.
“Per colpa di Madara” corresse.
Ma Obito scosse la testa. “Mi avrà anche manipolato, ma ho fatto tutto di mia volontà. Non scaricherò la colpa a un altro solo per comodità” precisò, si guardò le mani. “Se fossi tornato subito le cose sarebbero andate diversamente. Se fossi stato abbastanza forte da resistere al dolore…”
Naruto rimase in silenzio prima di scrollare le spalle. “Non ha senso pensarci” disse, ma con il tono di una persona che ci aveva pensato anche troppo e Obito non poteva non ammettere di condividere quel pensiero.
“Hai ragione” ammise sapendo comunque che avrebbe continuato a farlo. Ormai crogiolarsi nel senso di colpa era un’abitudine.
“Quindi, mi prometti di non mettermi più su un piedistallo?” riprese Naruto. “Di non aver paura di rovinare tutto?”
Sorrise. “È una promessa un po’ troppo grossa”.
“E io credevo di averti dimostrato che non mi rompo facilmente” lo canzonò.
“Touché”.
Si scambiarono una breve risata, la tensione allentata. Tutto sommato Obito era contento di essere stato affrontato ancora una volta.
“Quindi se ti dicessi che ho appena accettato di far radere al suolo l’intero quartiere Uchiha tu non ti arrabbierai?” domandò tastando il terreno.
Aveva detto che sarebbero stato sinceri d’ora in poi, era meglio iniziare fin da subito.
Naruto lo guardò sconvolto. “Hai fatto cosa?”
Gli passò la cartellina con tutto il materiale procuratogli da Kakashi senza dire niente. Naruto sbirciò con la poca luce delle lanterne d’entrata, lo sguardo che si sgranava sempre più nell’andare avanti.
“Perché?” chiese.
“È un intero quartiere inutilizzato, è davvero un peccato che non venga sfruttato…”
“No, non intendo questo” lo interruppe con gli occhi contratti. “Perché hai accettato? È casa tua, ti stanno mandando via”.
Scrollò le spalle. “Non mi interessa molto, in realtà” ammise. “Non sono mai stato un vero Uchiha e quando lo sono stato ero un traditore. In realtà stare qui è più una sofferenza che altro”.
“È il tuo passato,” obiettò, “così lo stai buttando via”.
“Magari è quello che voglio,” gli fece notare, “ricominciare da zero”.
“Ma non è giusto!” protestò ancora e ripeté più incisivo: “È il tuo passato, la persona che sei”.
Fortunatamente bastò un’occhiata sola a farlo rimettere in riga.
“Non è nel passato che troverai il vero me” gli fece notare. Anche se la verità era che non aveva proprio nessuna idea di dove potesse essere quel vero Obito che Naruto voleva trovare a tutti i costi.
 
Dentro la casa c’era un bel calduccio. Si erano decisi a entrare quando entrambi avevano ammesso di essere congelati e ovviamente Obito aveva ben pensato di invitarlo a cena. Ora guardava negli stipetti per controllare di avere tutti gli ingredienti per un buon ramen, era certo che se anche se non fosse stato all’altezza di quello di Ichiraku Naruto avrebbe apprezzato lo stesso. Lui non aveva bisogno di mangiare, se ora lo faceva era solo per tentare di prendere un’abitudine che lo integrasse meglio nella nuova vita, perciò gli era piuttosto indifferente quello che cucinava.
Dall’altra parte, seduto sul tavolo basso della cucina, l’esuberante ninja era meno esuberante del solito, troppo impegnato a studiare le carte sull’imminente demolizione.
“Qui dice che i lavori inizieranno a Marzo” borbottò dopo un po’.
Se non fosse stato che stava cucinando, Obito avrebbe detto che il vapore che aveva invaso la stanza veniva direttamente dalle orecchie dell’Uzumaki, evidentemente troppo concentrato per il suo cervello poco abituato a quello sforzo.
“Sì, be’, aspetteranno la fine dell’inverno per lavorare meglio” fece presente.
“Quindi c’è ancora tempo per cambiare idea”.
Si fermò capendo dove voleva andare a parare. Naruto era davvero cocciuto, ma sperava avesse capito che quello era un affare che riguardava lui.
“Non cambierò idea”.
“Te la farò cambiare io” lo sfidò.
“Dovresti farla cambiare anche a Sasuke” lo avvertì.
“Oh, sono certo di convincerlo” commentò e Obito non poteva dire di non credergli, ci doveva essere un motivo se Sasuke aveva voluto tenergli nascosto quella cosa. Probabilmente si sarebbe arrabbiato da morire nello scoprire che aveva spifferato tutto.
“Uhm, ho anche qualche mese per lavorarmi Kakashi” terminò soddisfatto Naruto, finalmente mettendo da parte le carte. Annusò l’aria concentrandosi finalmente su quello che lo circondava e allargò lo sguardo felice. “Ramen!” esultò.
“Ramen” confermò.
Terminò di sistemare le ultime cose e poi versò il tutto nelle due ciotole, disponendo i vari ingredienti in modo che la rotellina di naruto fosse visibile su tutti. Naruto sembrò apprezzare quell’accortezza.
“Itadakimasu!” gridò prendendo le bacchette.
Obito lo guardò in silenzio, divertito dal modo in cui si abbuffava – come se non mangiasse ramen da mesi – poi decise di punzecchiarlo un po’.
“Quindi, perché volevi baciarmi?”
Fu molto divertente vedere Naruto quasi strozzarsi con gli spaghetti.
“Possiamo lasciar stare?”
“Hai detto che dobbiamo parlare” gli rinfacciò con un sorrisetto “e ammetto di essere curioso”.
Molto curioso. Del resto, la sua fiammella di speranza non si era ancora spenta. Se doveva soffocarla brutalmente, era meglio farlo ora.
“Non lo so perché” ammise imbronciandosi. “Non so perché io abbia pensato di farlo, so solo che l’ho pensato e ho tentato di farlo. Meno male che non ci sono riuscito” rise.
“Mh, avrei preferito un bacio che una testata” commentò casuale.
Lo aveva detto per mantenersi sul tono scherzoso – per quanto fosse vero –, di certo non si aspettava che Naruto reagisse lasciando cadere le bacchette.
“Davvero?” lo guardò con gli occhi spalancati.
Obito cominciò a temere di essersi esposto.
“Be’, hai la testa dura, ha fatto male” obiettò leggero, nel tentativo di mantenere la cosa poco seria.
Ma Naruto ora sembrava incuriosito.
“Tu hai mai baciato qualcuno?”
Raggelò. “Ehm, domanda di riserva?” chiese, anche se si rendeva conto che il suo tentativo di svincolare assomigliava fin troppo a un’ammissione.
Infatti Naruto inclinò la testa, sempre più curioso.
“Davvero? Nessuno?”
“Non è che ne abbia avuto l’occasione” borbottò.
Il suo primo bacio era destinato a Rin ma lei era morta e poi c’era stato… quello che era stato.
“E non vorresti provare?” continuò. “Trovare qualcuno e…”
Non obiettò che effettivamente aveva davanti la persona che avrebbe voluto baciare, si limitò a passare le dita sul lato destro del suo volto, quello rovinato.
“Non credo che qualcuno si offrirebbe” commentò suo malgrado amareggiato. Non era solo il fatto che tutti lo guardassero ancora con sospetto, sapeva di non avere un aspetto attraente.
Naruto dovette intercettare i suoi pensieri perché gli sorrise dolce.
“Invece sì. Secondo me sei davvero figo, sai?” commentò sicuro e Obito avrebbe davvero voluto che quelle parole non si adagiassero troppo ad alimentare quella fiammella.
“Oh, uhm… grazie?” borbottò in imbarazzo, che cercò di dissimulare con un sorriso malizioso. “Quindi ti stai offrendo come cavia?”
“Ti piacerebbe” replicò Naruto ridendo, spezzando la piccola speranza. “Non ho abbastanza alcool in corpo per pensare una cosa del genere. Riprova la prossima volta”.
Non commentò, rise solo con poca convinzione. Non avrebbe mai approfittato di Naruto ubriaco, questo era certo, quindi non riusciva a prendere lo scherzo per quello che era.
“E tu, Naruto? Sei riuscito a superare il tuo primo bacio?” lo derise un poco masochista e, suo malgrado, curioso visto che non aveva mai accennato a probabili conquiste.
Come ogni volta che si menzionava quel famoso incidente, Naruto arrossì furioso.
“Certo che l’ho superato!” sbraitò.
“Ah sì? E chi avresti baciato?” lo derise poco convinto. Era certo che non avesse baciato nessuno, glielo avrebbe detto, se ne sarebbe vantato con chiunque.
“Be’, Sakura!” rispose, ma dovette ammettere sotto lo sguardo poco convinto di Obito: “Durante la mia quasi morte, respirazione bocca a bocca”.
Scoppiò a ridere. “Sfigato” sghignazzò.
“Almeno io ho baciato qualcuno!” protestò indignato.
“Il tuo migliore amico” non smise di ridere.
Il broncio che ricevette era assolutamente adorabile, quasi irresistibile.
“Sto solo aspettando la persona giusta, ‘tebayo” borbottò con le orecchie rosse e quell’ammissione fu davvero dolce per Obito.
“La troverai” lo rassicurò.
A differenza mia, aggiunse mentalmente. La sua persona giusta era morta e l’altra… be’, non credeva di meritare l’amore di Naruto.
 
Passarono il resto della serata a chiacchierare leggeri, scambiandosi battute e punzecchiandosi a vicenda. Il discorso sulla demolizione imminente non fu più sollevato, ma al contrario Naruto volle che entrambi stilassero una lista delle persone che avrebbero voluto baciare. La cosa aveva smesso di essere seria quando Obito aveva aggiunto Tsunade e Naruto era inorridito all’idea di baciare nonna Tsunade, a nulla erano valsi i tentativi di spiegazione sull’interessante petto della donna da parte di Obito, per Naruto era una cosa troppo assurda e basta. Però era stato d’accordo senza esitazione per quanto riguardava la Mizukage.
Si fece tardi e Naruto dovette tornare a casa, per un momento Obito quasi pensò di invitarlo a restare a dormire da lui, ma aveva una camera da letto sola, un letto solo. Sarebbe stato imbarazzante.
Perciò lo accompagnò all’entrata per salutarlo. Fuori la temperatura era precipitata e ogni volta che respiravano nuvolette di condensa si formavano davanti ai loro volti. Nonostante questo il cielo era stellato e Obito osservò placido i puntini luminosi mentre Naruto si sistemava alla partenza.
“Ohi” si sentì chiamare.
Ebbe appena il tempo di abbassare la testa che il più giovane lo afferrò al colletto e lo tirò verso di sé, per un momento si chiese se stesse per replicare quello che era successo la notte prima. Ma Naruto fermò i loro visi a una discreta distanza, lo aveva fatto solo perché si osservassero negli occhi.
Era comunque troppo vicino, con i fiati che si scontravano, e Obito si agitò. Si sentiva vulnerabile osservato da così vicino, in quel modo che solo le iridi cerulee sapevano fare.
“Abbiamo un accordo, allora” disse Naruto serio, poi ghignò. “Ti osservo, Uchiha Obito” lo avvertì.
Rimase di stucco, anche quando lo lasciò andare restò fermo a fissarlo interdetto. Quello… gli ricordava così tanto…
Naruto fece un passo indietro, un poco imbarazzato a sua volta, e passò  l’indice sotto il naso in un gesto sbarazzino.
“Neh, ci vediamo domani quindi!” salutò prima di iniziare a correre via, prima di lasciare Obito solo sulla porta della sua casa.
Crollò a sedere sul porticato, gli occhi puntati sulla figura dello shinobi che si rimpiccioliva sempre più.
Ti osservo, Uchiha Obito.
Veglierò sempre su di te, Obito.
Un solo sospiro uscì dalle sue labbra, una parola accompagnata dalla nuvoletta biancastra:
“Rin…”
 
 
Naruto riconobbe subito il chakra familiare quando si svegliò. Con un sorriso smagliante si alzò dal letto e si gettò sulla finestra per aprirla.
“Yo!” salutò con lo sguardo rivolto al tetto, dove vide la scura figura di Sasuke. Fuori il cielo era azzurro, solo nuvole sottili scivolavano veloci spinte dal vento forte, lo stesso che agitava i capelli e le vesti scure del compagno.
“Yo” ricambiò Sasuke con l’accenno di un sorriso. “Stavi ancora dormendo?” lo derise.
“È l’alba, teme” si difese e nel mentre si spostò permettendo che il ragazzo entrasse nella casa, portando con sé il fresco della mattina.
“A cosa devo questa tua visita?” cinguettò richiudendo la finestra.
Sasuke guardò con disapprovazione il disordine che imperversava nella stanza, il labbro arricciato e le dita che fremevano dal bisogno di soddisfare il suo disturbo compulsivo di ordine. Riuscì a resistere e senza guardare niente andò verso al cucina.
“Sto per partire” annunciò.
“Eh, di già?” esalò Naruto stringendo gli occhi. “Sei stato meno del solito!” protestò.
“Ho sbrigato le mie faccende” spiegò parco. Aprì il frigo in cerca di qualcosa con cui fare colazione, ma fu con una smorfia disgustata che si accorse che c’era solo ramen. “Fammi un caffè” ordinò.
Naruto era già diretto alla caffettiera prima che lo pretendesse, perciò non questionò sul tono con cui aveva parlato. Fece però una smorfia.
“Già, le tue faccende, cioè demolire il tuo quartiere?” domandò con ampio sarcasmo e gongolò interamente all’espressione sbigottita sul volto pallido.
“Obito ha parlato” capì stringendo le labbra in una linea sottile.
“Già e non credere che io non sia arrabbiato che voi me lo abbiate nascosto” sbottò con la stessa forza con cui fece sbattere la scatola di caffè sul ripiano. “E che vogliate davvero una cosa del genere!” terminò.
“Ti stupisci davvero?” replicò pacato.
“Sì!” quasi gridò ignorando la regola secondo cui le persone la mattina non gridano. “È casa vostra…”
“Sto più tempo fuori dal Villaggio che a casa…”
“È il vostro passato”, insistette, “e voi volete buttarlo via”.
“Sì”.
La risposta così schietta e povera di Sasuke gli fece contrarre lo sguardo. Non c’era nessuna emozione negli occhi neri mentre lo diceva, come se stesse parlando di qualcosa che non aveva davvero valore.
“Gli Uchiha hanno portato solo dolore e problemi a questo villaggio” mormorò davanti allo sguardo di fuoco di Naruto, “almeno ora potranno rendersi utili in qualche modo”.
“Cancellandoli?!”
“Sono solo case, Naruto, oggetti. Nessuno sta cancellando gli Uchiha dai libri di storia”.
“Non riesco a credere che… proprio tu…” balbettò incredulo. “Non posso permettervi di buttare via il vostro passato, le persone che siete!”
“Non puoi permetterci?” echeggiò inarcando un sopracciglio. “Chi ti dà il diritto di metterti in mezzo nelle nostre decisioni?”
“Sono decisioni sbagliate!” gridò ancora. A grandi passi gli andò davanti, la caffettiera dimenticata sul fornello acceso.
“Perché sbagliate?” lo sfidò Sasuke. “Chi lo decide?”
“È quello che siete, lo state buttando via!” mantenne il punto. “Non eri proprio tu che volevi ridare onore al tuo Clan?”
“Questo prima di sapere la verità” obiettò. “Non c’è onore per un clan di traditori come il nostro. Forse è meglio dimenticare la storia degli Uchiha”.
“Itachi non vorrebbe mai una cosa del genere, lo sai!”
Tirare in mezzo il fratello fu un errore, vide gli occhi neri sgranarsi e poi stringersi di rabbia.
“Mio fratello li ha sterminati per il bene del villaggio. Credi che si farebbe qualche scrupolo per delle cose?”
“Ma questo significa cancellare una parte di te, di voi”.
“La parte che odio di me” sibilò. “E sono certo che anche per Obito sia lo stesso”.
Naruto non riuscì a replicare.
“Non siamo così ingenui da credere di poter cancellare le nostre colpe” ringhiò con tono più basso. “Ma se abbiamo anche solo la possibilità di sbarazzarci del fantasma che ci perseguita, il fantasma degli Uchiha… credi che non lo faremmo?”
“Non… perché devi dire così!” sbottò di frustrazione. “Anche Obito, perché dovete buttarvi in questo modo, rinunciare…”
“Naruto, cosa vuoi dire davvero?” lo interruppe.
Lo guardò confuso, gli occhi azzurri sgranati, perciò Sasuke riprese:
“Te lo si legge in faccia, c’è qualcosa che vorresti dire ma allo stesso tempo ignorare. Cosa c’è? Perché ti stai impuntando su una cosa che non ti riguarda?”
“Perché state commettendo un errore…”
“No, non lo stai facendo per noi” lo interruppe ancora. “Lo sai benissimo che quello che desideriamo è proprio questo, sbarazzarci del nostro fantasma. Sai meglio di me che è solo il tuo dannato ego a parlare.”
Tentò di replicare, ma rimase zitto a guardarlo. Sasuke aveva uno sguardo deciso, lo trafiggeva da parte a parte.
“Stai inventando scuse su scuse solo esclusivamente per proteggere te stesso. Tu non vuoi cancellare il passato, tu vuoi riportare tutto indietro a com’era una volta, a quello che sarebbe potuto essere, e non ti importa nient’altro che di questo tuo desiderio. Non ti importa nient’altro che di te stesso, su questo non c’è dubbio”.
“No!” protestò ferito, scombussolato. “Non è vero… Hai frainteso, non si tratta di questo…”
O forse sì. Naruto darebbe qualsiasi cosa per tornare indietro in quei giorni, per aggiustare ogni cosa che è andata storta. Ma è lui è Uzumaki Naruto, aveva promesso a se stesso di non avere più rimpianti, quindi… quindi…
Il fischiare acuto della caffettiera interruppe la tensione dell’aria, scongelò entrambi dalle pose rigide e permise a Naruto di non rispondere.
“Oh no, il caffè!” accettò quel diversivo con sollievo e Sasuke lo accontentò, non sollevando ancora l’argomento.
Del resto nemmeno Naruto lo fece, anche se continuò a pensarci per tutto il giorno, perfino quando Sasuke lasciò il villaggio.
Lui era Uzumaki Naruto, non aveva rimpianti e tutto quello che desiderava lo aveva già.
…forse.
 
 
 
Buona sera polpette!
E anche il quarto capitolo è andato e con questo pure Sasuke xD Spero che la loro chiacchierata vi sia piaciuta ^^
Nel prossimo assisteremo a un time-skip, Sakura non manterrà fede alla promessa fatta a Sasuke e si metterà a macchinare cose con Kakashi – per la disperazione di Iruka. Ma soprattutto ci sarà una piccola sorpresa per Obito <3
Non esitate a farmi sapere che cosa ne pensate!
Un bacione,
Hatta.
   
 
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