Fanfic su attori > Cast Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: lolli89    29/01/2020    1 recensioni
James Phelps e la sua ragazza Italiana si trovano di fronte a scelte importanti, che potrebbero cambiare la loro vita... oppure no, potrebbero addirittura dividerli. Cosa sceglieranno di fare? Cosa sarà mai, questo ostacolo tra loro? E se lo supereranno, quali sorprese riserverà la loro storia? Saranno belle, o dovranno superare le avversità? Sarà tutto rosa e fiori, o troveranno anche spine, nel mezzo? Come sempre, quando trovate Xx metteteci il vostro nome, così la storia, spero, sarà più realistica!
Per ora vi lascio nel dubbio, se siete curiosi, leggete!
lolli89
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Phelps, Oliver Phelps
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
James camminava a un metro da terra, il cuore leggero, il sorriso stampato in faccia da quando era uscito dall’ospedale: finalmente poteva respirare di nuovo. Gli era sembrato di… di non respirare, nel mese in cui Xx era stata in coma… come se fosse stato in apnea. Il mese più lungo della sua vita.
 
Certo, sapeva perfettamente che la strada per la guarigione non era neanche cominciata, e che sarebbe stato un cammino lungo e probabilmente doloroso, ma lui aveva un ottimo presentimento. Xx era giovane, sana e faceva sport: i suoi muscoli erano ben allenati e preparati a lavorare… questo sicuramente la poteva aiutare e facilitare.
 
 << Sono contento di vederti finalmente sorridere. Certo, la strada è ancora in salita… ma almeno è sveglia! È un gran sollievo… sono così felice per lei! Ha già sofferto abbastanza a causa di quei due criminali >>, fece Oliver guardando il fratello con la coda dell’occhio.
 
 << Hai ragione… ha già dovuto subire troppo… e per fortuna pare non abbia danni permanenti… non sarebbe cambiato nulla per i miei sentimenti… ma convivere con qualcosa del genere per il resto della vita… le avrebbe sempre ricordato questo momento… e io voglio che ce lo lasciamo alle spalle. Sono solo felice che sia sveglia, che posso parlare con lei… e baciarla. Mi basta solo questo, ora… il resto arriverà, ne sono più che certo >>, James era instancabilmente ottimista in merito alla totale ripresa di Xx.
 
Oliver gli sorrise, continuando a guidare.
 
 
 
 << Amelia! Ottime notizie! Mamma si è svegliata! >>, fece tutto contento, entrando a casa del fratello.
 
Prese in braccio la figlia e la sollevò in alto, le braccia tese, facendole fare una specie di aeroplano che la fece ridere.
 
 << Vedrai amore mio, presto la mamma sarà di nuovo qui con te e con papà… me lo sento! Sei felice vero? >>, domandò, allegro come non lo era da tempo: in risposta sua figlia rise battendo le mani.
 
 << Katy! Xx è sveglia! >>, si avvicinò alla cognata, stampandole un grosso bacio sulla guancia, stringendola in un forte abbraccio.
 
 << Si! Finalmente! L’ho vista, e sono felicissima! Non vedo l’ora di riabbracciarla domani! >>, gli rispose con lo stesso entusiasmo Katy.
 
 << Mamama- mama… >>, faceva intanto Amelia mentre giocava per terra.
 
James si avvicinò di nuovo alla sua bambina bellissima, baciandole la testolina e inspirando lentamente il suo profumo: lo adorava.
 
Chiamò i suoi genitori: erano felicissimi di sapere che Xx si era svegliata.
 
 << Tesoro mio, sono tanto felice! Presto comincerà con la riabilitazione, e potrà riprendere in mano la sua vita senza intoppi… ha già sofferto abbastanza, si merita un po' di felicità… e l’avrà con te >>, gli disse Susan: il cuore finalmente più leggero.
 
 << Si… in questi ultimi due anni sono successe tante cose… ma lei è sempre stata forte e non si è mai lasciata abbattere. Ora voglio solo che sia felice… e che la vita la smetta di metterla costantemente alla prova. Ha già dimostrato tanto… >>, rispose James.
 
 << La vita ti presenta sempre nuove sfide… però so che le affronterete insieme, questa è la cosa più importante >>, continuò sua madre saggiamente.
 
 
 
Dopo cena James ringraziò e tornò a casa con Amelia: sulla strada, fermo a un semaforo rosso, notò qualcosa che attirò la sua attenzione… così fece una piccola deviazione.
 
Era fermo sui gradini, lo sguardo all’insù, mentre osservava, indeciso se entrare oppure no… ma aveva fatto una promessa, e quello che aveva ricevuto in cambio di quella promessa era un dono immenso, che di certo valeva tanto per lui… così decise di entrare.
 
Si guardò intorno: non entrava più in una Chiesa da tanto tempo: questa non era molto grande, aveva due file di panchine scure e molti affreschi sui muri… e delle vetrate colorate, con dei disegni, delle immagini rappresentate.
 
Camminò in avanti, verso le prime file: non sapeva neanche lui bene come comportarsi… doveva parlare silenziosamente con Dio? Doveva… pregare? Come si faceva in questi casi?
 
Amelia dormiva per fortuna, così questo gli lasciò il tempo di rimanere solo con i suoi pensieri, a cercare di capire quale era il modo migliore di affrontare la cosa.
 
 << Buonasera… posso aiutarla? >>: un anziano parroco dai candidi capelli bianchi gli si avvicinò sorridendogli; il suo viso era gentile e sereno, e le grinze del viso gli conferivano una certa dolcezza.
 
 << B- buonasera… mi spiace disturbarla, non volevo… >>, balbettò imbarazzato.
 
 << Nessun disturbo. La Chiesa è sempre aperta per chi ne ha bisogno >>, gli sorrise, dandogli una leggera pacca sul braccio, invitandolo a sedersi.
 
 << Oh, ma che bella bambina qui. Dorme profondamente… è sua figlia? >>, domandò il parroco gentile.
 
 << Si… è adorabile, e sono innamorato di lei. Si chiama Amelia Hollie Susan Phelps… e tra quattro giorni farà dieci mesi >>, rispose orgoglioso.
 
<< Complimenti. Mi fa tanto piacere… lei è un papà orgoglioso e amorevole, si vede da come ne parla >>, continuò il parroco.
 
 << Si… sono tanto orgoglioso di lei. All’inizio, quando la mia fidanzata mi ha dato la notizia… beh… non l’ho presa molto bene. Oggi invece non potrei vivere senza di lei… la amo da impazzire. E lo stessa vale per la sua mamma… >>, disse James con naturalezza, come se parlasse con un vecchio amico.
 
 << Sono contento che alla fine abbia accettato completamente sua figlia e l’abbia accolta a braccia aperte nella sua vita e nel suo cuore >>, commentò l’anziano parroco.
 
James gli sorrise, poi guardò l’altare e la croce che si ergeva poco dietro… era pensieroso.
 
 << Qualcosa la preoccupa? >>, domandò gentilmente l’anziano.
 
 << No… si… no… un po' >>, contibuò incerto.
 
 << Vuole parlarne un po'? Le potrebbe fare bene >>, domandò, senza fare alcuna pressione.
 
 << Io… non lo so perché sono qui… o cosa speravo di ottenere. Ero fermo al semaforo, e questa Chiesa ha attirato la mia attenzione… >>, cominciò.
 
 << Se ha qualche domanda, possiamo provare a rispondere insieme >>, continuò il saggio parroco.
 
 << Vede… io… non sono mai stato particolarmente credente… già fin da giovane, da ragazzo. Non ho mai… sentito… non ho mai pensato che potesse esserci dell’altro… e questa idea si è formata in me nel corso degli anni… mi consideravo ateo, fino a poche ore fa. Io e la mia fidanzata abbiamo battezzato nostra figlia qualche mese fa… e io ho accettato solo perché la mia fidanzata è credente… e comunque male non avrebbe fatto ad Amelia >>, cominciò James con calma.
 
 << Ma? >>, domandò il parroco.
 
 << Ma… la mia fidanzata ha avuto un incidente… ha fatto un mese di coma. Ero… dilaniato dentro, mi era difficile anche respirare. Andavo avanti per inerzia, e per Amelia… era per lei che non potevo mollare. Aveva bisogno del suo papà… e anche Xx aveva bisogno di me. Sa… ci dovremmo sposare tra un paio di mesi >>, gli raccontò il ragazzo, mentre il parroco lo ascoltava con attenzione.
 
 << Mi dispiace molto per quello che ha sofferto… si sente che non è stato facile per lei… >>, gli disse l’uomo.
 
 << Avrei dato qualsiasi cosa perché si svegliasse… ho pregato tanto… ma magari le mie preghiere non contano perché sono ateo… >>, buttò lì.
 
 << Dio ascolta tutti, mio caro ragazzo >>, sorrise il parroco.
 
 << Può darsi… vede, oggi gli ho parlato…, poco prima che si svegliasse. Gli ho detto che avrei creduto in lui… che avrei fatto qualsiasi cosa mi avrebbe chiesto… l’ho implorato di non portarsi via Xx… magari è un caso… ma ha ascoltato… credo. Lei si è svegliata poco dopo. E io sono immensamente grato per questo… vede, il regalo… ciò che ho avuto in cambio della mia preghiera è infinitamente prezioso e importante… e non voglio che… che Dio creda che erano parole vuote. Ho fatto una promessa e intendo mantenerla… quindi… >>, ma non sapeva bene come terminare.
 
 << Quindi è venuto in cerca di risposte. Inizio con il dirle che è un bel gesto da parte sua aver pregato per la sua fidanzata… e anche voler mantenere la parola data. Dimostra che non erano parole al vento, e quello che ha ricevuto in cambio vale la promessa fatta… è molto bello. Ma vede, Dio non fa queste cose perché poi la gente sia in debito con lui. Lo fa perché ama i suoi figli, sia che loro lo amino che non lo facciano. Se Dio ha esaudito la sua preghiera non vuole niente da lei in cambio… e lei capirà come poterlo ringraziare, con il tempo. Mi creda >>, sorrise il parroco, comprensivo.
 
James riflettè sulla risposta: << Ho capito… se non lo capirò, sarà Dio o mostrarmi il modo migliore per ringraziarlo >>, disse fra sé, e il parroco annuì.
 
Amelia si mosse nel sonno.
 
 << Mio caro ragazzo, è meglio che vada. È tardi, e la sua bambina starà sicuramente più comoda sulla sua culla >>, fece l’uomo alzandosi.
 
 << Già… grazie per il suo tempo >>, sorrise James.
 
 << Non si preoccupi. Può tornare quando vuole, se ha qualche altra domanda. E porti i miei migliori auguri di guarigione alla sua fidanzata >>, gli sorrise, poi si chinò a salutare la bambina, e strinse la mano a James, che uscì dalla chiesa con il cuore un po' più leggero.
 
Tornò a casa ancora riflettendo sulle parole del parroco, e continuò a pensarci ancora mentre preparava Amelia per metterla a letto.
 
 << Stasera papà ti racconta la favola della buonanotte. Vuoi? >>, le chiese, mentre la metteva nella sua culla.
 
 << Wich one? >>, domandò, mostrandole due diversi libricini.
 
Amelia guardava insistentemente verso uno dei due, battendo le mani.
 
 << Ok, let’s go! >>, James si mise comodo, avvicinando la sedia a dondolo alla culla, e cominciò a leggere.
 
 << Once upon a time… >>…
 
Dopo qualche pagina la vide sbadigliare, così la coprì meglio con la sua copertina e continuò a leggere, fino a quando non si addormentò del tutto.
 
Si spostò in punta di piedi per non svegliarla: le diede un bacio sulla fronte, sussurrandole: << Good night princess >>, e uscì, spegnendo la piccola luce che era accesa, lasciando la porta socchiusa.
 
Si fece una doccia, rilassandosi sotto il getto caldo dell’acqua: si rese conto che tutti i suoi muscoli erano stati costantemente contratti in quell’ultimo mese… tutte le tensioni, la paura, il dolore… ora se le sentiva fisicamente addosso.
 
E piano piano, le sentì scivolare via sotto il getto dell’acqua calda, rilassandosi, finalmente…
 
Si asciugò e si buttò a letto con solo la maglietta e i boxer, girandosi, come faceva sempre, sul lato del letto di Xx.
 
 << Presto tornerai a casa… >>, borbottò tra sé, prendendo il cuscino di Xx e stringendoselo al petto.
 
 << Thanks. Thanks… a lot. Non finirò mai di ringraziarti per questo >>, disse ancora James guardando il soffitto, rivolgendosi a Dio… e poco dopo si addormentò, sereno e tranquillo dopo tanto tempo.
 
 
 
 
 
 << Ciao amore, come ti senti oggi? >>, le sorrise entrando nella camera di Xx il mattino dopo: con lui c’erano anche Oliver, Katy e i signori Phelps, mentre sarebbe andato a prendere la famiglia di Xx all’aeroporto nel pomeriggio.
 
 
Amelia era stata affidata alla baby sitter – non senza capricci-: sembrava che quella mattina volesse il suo papà tutto per sé. Le cantò una canzone, accompagnando lei e la baby sitter fino al parco, e poi vennero a prenderlo Oliver e Katy.
 
 << Sei molto più rilassato ora, lo si vede anche dal tuo viso >>, lo accolse Katy.
 
 << Ehm… beh… grazie >>, non sapeva se prenderlo come complimento oppure no.
 
 << Ha ragione però. Felice lo sarai quando sarà a casa, ma sembri contento, almeno >>, infierì ancora Oliver.
 
 << Non vedo l’ora >>, rispose lui, lanciando un’occhiataccia al fratello, cambiando argomento.
 
 
 << Ehi… ciaoo… >>, rispose Xx, ma sembrava un po' trasognata.
 
Katy si avvicinò, stringendola forte: << Sono così felice che tu ti sia svegliata! >>.
 
 << Come stai? E la tua bambina? >>, Xx posò una mano sulla pancia di Katy, carezzandola.
 
 << Stiamo bene tutte e due. Ci sei mancata tanto Xx >>, continuò Katy.
 
Poi fu il turno dei signori Phelps di andare ad abbracciarla, contentissimi che stesse un po' meglio.
 
 << Amore… stai bene? Sei un po' sudata… >>, domandò preoccupato James, avvicinandosi, spostandogli dei capelli madidi di sudore dal viso.
 
 << Si… Jay, sto bene! Questo sudore è colpa del forno qui a fianco, non lo vedi che si sta cucinando l’arrosto con le patate? >>, fece convinta, indicando con gli occhi il comodino.
 
 << Ehi, Xx, fatti abbracciare anche da me >>, fece Oliver, anche per spezzare la tensione.
 
 << Ciao Olly. Prenditi cura di Katy e della tua bambina. State qui anche voi a mangiare? Mi sembra vi piaccia l’arrosto… >>, domandò Katy.
 
 << Si, si… ci piace. Restiamo anche noi >>, le sorrise, un po' preoccupato.
 
 << Buongiorno a tutti >>, entrò il dottore per la visita: si trovò puntato da cinque paia di occhi.
 
 << Salve dottore! >>, lo salutò allegramente Xx.
 
 << Si unisce anche lei a pranzo? Sto cucinando l’arrosto >>, continuò Xx.
 
Il dottore la guardò un po' interdetto, poi si avvicinò al letto per guardare la flebo, e la staccò immediatamente, sotto gli occhi stupefatti dei presenti.
 
 << Oh… mi manca il dolce! Jay, non ho preso il dolce… lo prenderesti tu? >>, fece all’improvviso Xx, interrompendo il silenzio che era calato nella stanza.
 
 << Scusatemi un momento signori, credo di aver capito, torno subito >>, fece il medico, uscendo di corsa.
 
 << James… il dolce! >>, lo rimproverò Xx.
 
 << Si, scusami. Il dolce… poi lo vado a prendere >>, le sorrise, condiscendente.
 
 << Oh… ma che bella corona che hai indossato! Un po' grande forse… sai che non serviva però, vero? Sei già il mio Re, non ti serviva quell’affare >>, borbottò, guardando un punto sopra la testa di James, dove c’era qualcosa che vedeva solo lei.
 
 << Avete fame, sì? Ho preparato tanto arrosto e tante patate. Sentite che profumino >>, sorrise Xx.
 
 << Certo Xx… mangeremo tutto volentieri >>, rispose la signora Phelps.
 
 
 
Alcuni minuti dopo arrivò il dottore: << Comincio con il chiedere scusa. Durante il turno di notte, da una ragazza che sta facendo il tirocinio con l’università, è stato somministrato erroneamente un dosaggio troppo alto di morfina, e le era stata attaccata anche la flebo. La notte c’è meno personale, e ci sono state diverse emergenze, così nessun medico o infermiere è più venuto a controllare se il dosaggio che le era stato dato era corretto, e siccome non era scritto sulla cartella della paziente che le era già stata data della morfina… hanno attaccato una flebo. Avrei dovuto vigilare e me ne prendo la piena responsabilità. Quando tornerà per il prossimo turno sarò ripresa anche la tirocinante in persona e la caposala che doveva vigilare. Chiedo scusa >>, spiegò il medico, costernato dall’accaduto.
 
 << Quindi… è come se fosse drogata? >>, domandò Oliver, allibito.
 
 << Non esattamente, ma ci sono delle cose in comune. Per fortuna, sembrerebbe non abbia avuto altri effetti collaterali fisici… a parte le allucinazioni e il delirio. Cominceremo subito con la terapia più adeguata per smaltire tutta la morfina in eccesso, e poi, gradualmente, l’effetto svanirà. Durante la giornata dovrebbero svanire tutti gli effetti. >>, fece il dottore, visitandola.
 
 << Dottore, faccia attenzione! C’è l’arrosto il forno, non vorrei si scottasse! >>, fece Xx, sorridendo a tutti quanti.
 
 << Li ho preparato la tavola, avete visto? Ho trovato una bella tovaglia con dei ricami e un centrotavola con dei fiori… >>, continuò Xx.
 
 << Comunque, per correttezza, vi dico che è nel vostro diritto chiamare un avvocato, ve lo dico per informazione >>, disse il medico.
 
 << Come dobbiamo comportarci con lei? Dobbiamo… assecondarla? >>, domandò James.
 
 << Visto che l’effetto sarà piuttosto limitato nel tempo, oggi dovrebbe riuscire a eliminare tutta la morfina che ha in circolo, se non diventano cose troppo strane… direi di si. Potrebbe innervosirla non ricevere adeguate risposte a quello che dice. In ogni caso, per precauzione viste le dosi massicce che le hanno dato, da questo momento in avanti non useremo più la morfina per lei, troveremo qualcos’altro che possa andare bene. Non vogliamo che ne diventi dipendente, anche se inconsapevolmente. Ora scusatemi, devo fare altre visite, ma se avete altre domande non esitate a chiamare >>, disse il dottore prima di congedarsi.
 
 << Ma… non mangia con noi il dottore? >>, domandò Xx dispiaciuta.
 
 << No amore… magari torna più tardi, per il caffè >>, le sorrise James.
 
La guardò con attenzione, seduto vicino a lei: Xx aveva l’aria trasognata e gli occhi vitrei, come se ci fosse un filtro tra gli occhi e quello che vedevano.
 
Le spalle di James cominciarono a tremare, sembrava quasi volesse singhiozzare, poi però Oliver Katy e i genitori lo videro scoppiare a ridere.
 
 << James! Non è divertente! >>, lo sgridò il padre.
 
 << Lo so… so che poteva andare molto peggio, che poteva avere altri effetti collaterali... ma sinceramente preferisco che sia sveglia, anche se un po' fatta, piuttosto che incosciente. È esilarante! Ieri era ancora in coma, oggi le hanno dato dosi massicce di morfina e ha le allucinazioni >>, spiegò James, continuando a ridere: l’atmosfera nella stanza si rilassò subito, e tutti si trovarono a sorridere.
 
 << Ciao Jay >>, sorrise Xx, carezzandogli con la mano il viso.
 
 << Ciao XX >>, le sorrise di rimando, baciandole la punta del naso.
 
 << Mmm, sai io ora vorrei tanto che tu mi baciassi proprio… >>, ma Xx non finì la frase, perché il ragazzo le tappò la bocca con la mano, intuendo come finiva la frase della ragazza.
 
 << Sshh, non siamo mica da soli >>, le sussurrò all’orecchio, rosso in viso per l’imbarazzo.
 
 << Ops >>, ridacchiò Xx, guardando le facce attorno a lei.
 
Oliver si schiarì la gola: << Dove dovevi baciarla, scusa? >>, lo prese in giro lui, guadagnandosi una gomitata da Katy.
 
 << Beh, Katy, sono grandi e vaccinati. Hanno una figlia, immagino che certe cose le facciano anche loro! >>, continuò lui, divertendosi a vedere il fratello arrossire fino alla punta dei capelli.
 
 << Oliver Martyn Jhon Phelps, chiudi quella bocca e non azzardarti ad aggiungere altro >>, lo ammonì Katy, lanciandogli un’occhiataccia.
 
I signori Phelps erano super imbarazzati: certo lo sapevano, ma sentir parlare così apertamente della vita sessuale dei loro figli era un po' troppo.
 
Intano Xx continuava a guardare il suo futuro marito e a sorridere stupidamente.
 
 << Che c’è? >>, le domandò curioso, dopo qualche minuto.
 
 << Sei bellissimo >>, rispose solo.
 
 << Oh… grazie. Anche tu sei bellissima >>, le rispose, arrossendo un po'.
 
 
 
 
 
 << Ciao Xx, come stai oggi? >>, le domandò entrando in stanza James: era il terzo giorno dopo il risveglio dal coma, e per fortuna aveva smaltito tutta la morfina, vergognandosi e scusandosi per lo stato in cui si era trovata.
 
 << Non è colpa tua, stai tranquilla! >>, le aveva sorriso Katy incoraggiante, abbracciandola, il giorno prima.
 
 << Ciao Jay. Ho sempre dei dolori, ma ci sto facendo l’abitudine. Tu invece? Amelia? >>, domandò Xx.
 
 << Amelia sta bene. Continua a chiamare la mamma… non voglio assolutamente perdermi il momento in cui vi rivedrete >>, le disse dandole un casto bacio, prima di sedersi a fianco a lei nel letto.
 
 << Chissà quando succederà… Jim, sono così stanca di stare qui senza fare niente! Magari impegnandomi in qualcosa non penserei ai dolori che sento >>, si sfogò Xx.
 
 << Ti ho portato qualche libro ieri, non dirmi che li hai già finiti >>, la guardò, le sopracciglia alzate.
 
 << No… grazie, a proposito. Senti Jay… mi dispiace. Tu vieni qui a trovarmi ogni giorno, e io non faccio che lamentarmi, quando anche per te non dev’essere facile… scusa. Hai voglia di raccontarmi tu qualcosa? >>.
 
 << Non è stato facile quando… quando eri in coma. Per niente. Amelia piangeva disperata, e io ero come paralizzato dal dolore. Non… riuscivo neanche a respirare. Non avevo forze per reagire… quelle poche che avevo le destinavo ad Amelia… per farla stare serena. Non volevo mai spostarmi da qui… il primo giorno Oliver ha dovuto trascinarmi via quasi di peso. Poi però ho pensato che Amelia aveva già perso abbastanza… non poteva perdere anche l’unico genitore che era rimasto. Lo so che non volevi farla abituare, ma ogni tanto ha dormito con me nel letto >>, ammise.
 
Xx aveva gli occhi lucidi: << Sei stato bravissimo, Jim… davvero. Sono molto orgogliosa di te. Hai mantenuto a galla la nostra famiglia, eri presente per Amelia… non potevo chiedere altro >>, rispose lei, orgogliosa di lui.
 
 << Ah, è venuto un tizio degli assistenti sociali, il primo giorno che eri in coma… aveva sentito che avevo reagito violentemente con Simone, quando era venuta qui con il tuo anello. Voleva sapere se Amelia era in buone mani o avrei perso la testa anche con lei >>, le raccontò.
 
 << Ridicolo, non ha la minima idea di chi tu sia, o del tuo rapporto con nostra figlia >>, lo difese Xx senza esitare, e James fu davvero felice di sentirglielo dire.
 
 << Quello che gli ho detto io. Amelia resta con me, fine della storia. Gli ho chiesto se lui avrebbe dato la mano alla persona che aveva organizzato l’omicidio della moglie… non ha risposto. E poi… mi hanno arrestato >>, buttò li.
 
 << Che cosa?! >>, Xx ci mise un attimo a digerire l’informazione.
 
 << Ehm… si… quando ho scoperto del coinvolgimento del dottore che ti ha quasi violentata… ero alla centrale, lo stavano scortando in sala interrogatori… e… l’ho visto e ho perso la testa. >>, cominciò, raccontandole quello che era successo.
 
 << Per fortuna hai trovato un detective comprensivo. Non avresti dovuto perdere la testa così. Sicuramente lo avrei fatto anche io… ma non dovevi aggredirlo. Se ti sbattevano dentro, Amelia con chi sarebbe stata? >>, lo ammonì, ma negli occhi di lei James ci leggeva solo tanto amore, e non un rimprovero.
 
 << Oliver me l’avrà detto mille volte in questo mese. Non è stato facile starmi vicino, per lui e per nessun’altro… quindi lo apprezzo davvero tanto. Ero intrattabile, mi accendevo con poco… me ne rendevo conto. Solo quando stavo con Amelia ero un po' più me stesso… perché la nostra bambina non si meritava altro se non il suo papà. Ma l’unica cosa a cui pensavo era: “ Come faccio senza Xx? Senza l’amore della mia vita? “ >>: la guardò con tenerezza.
 
 << Ce l’avresti fatta. Amelia ti avrebbe dato la forza per reagire e superare il momento… non subito, ma con il tempo >>, gli sorrise Xx: provò ad alzarsi meglio sui cuscini del letto, senza però risultati.
 
 << Xx! Devi stare ferma, immobile per guarire. O non potrai cominciare con la fisioterapia >>, la sgridò James, sistemandole meglio i cuscini.
 
 << Lo so che sono ripetitiva, ma sono stanca di stare chiusa qui. Non posso vedere neanche mia figlia! E per fare la pipì devo usare il catetere! È umiliante! >>, protestò con forza, mentre lacrime di dolore le scorrevano sul viso.
 
 << Deve essere dura per te, lo so e lo posso capire. Ma ora devi pensare a te. Se non ti riprenderai del tutto potresti avere più difficoltà in futuro a fare alcuni movimenti… e io voglio che tu ti rimetta completamente. Lo devi fare per te stessa. Io ti starò a fianco, ma tu ti devi impegnare in questo >>, le disse serio: Xx annuì.
 
 << Ho dei video nuovi qui… di Amelia. Vuoi vederli? >>, le domandò con dolcezza.
 
 << Mi piacerebbe >>, gli sorrise Xx, tirando un po' su con il naso.
 
 << Sai… crescere una figlia ti cambia radicalmente. Ho imparato un sacco di cose nuove da quando c’è lei… e poi l’emozione che ti prende quando vedi ogni suo piccolo cambiamento, ogni nuova conquista, anche quella più piccola e insignificante… è talmente forte che non ti fa pensare ad altro. E anche in questo momento nero è stato… il faro nella notte, per me. Credo mi abbia salvato… letteralmente. Era per lei che mi alzavo, mi vestivo e mettevo un piede avanti all’altro per camminare. Per lei e per venire da te. Non mi importava di niente e nessun’altro >>, le raccontò, fissando la foto di Amelia: i suoi occhi si incupirono al ricordo di come era stato, senza Xx.
 
 << Ti amo James. E mi dispiace tanto che tu abbia sofferto così tanto… davvero. Se avessi potuto evitarti questo dolore lo avrei fatto senza esitare… >>, Xx lo guardò, più innamorata che mai.
 
 << Sai cosa? Non mi importa del dolore. Mi importa solo che ora tu sia qui con me. E mi importa che non dovrò mai scoprire “ cosa farei senza di te “. E sono grato e follemente felice per questo >>, le disse con forza: i suoi occhi tornarono accesi e vispi.
 
Xx gli sorrise, poggiando la testa sulla sua spalla: << Guarda cosa abbiamo fatto >>, gli disse guardando la foto sul cellulare di James: erano entrambi sopraffatti dalla dolcezza, dalla tenerezza e dalla curiosità che emanava la loro bambina, anche dalla sola foto.
 
 << Non ho bisogno di altro per essere felice. Tu e lei >>, le baciò la testa, poi continuarono a guardare le foto della loro bambina.
 
 
 
 
Una settimana dopo il suo risveglio l’umore di Xx era ancora altalenante: passava da momenti in cui stava benino a momenti bui, soprattutto perché ancora non le permettevano di vedere sua figlia… e aveva ancora dei dolori, ma più di ogni cosa, a parte James e Amelia, sognava di potersi alzare dal letto e iniziare finalmente la riabilitazione.
 
 
 
 
 
Finalmente, dopo dodici giorni di letto, i dottori decisero che potevano provare come andava l’approccio con la sedia a rotelle. << Dopo di quella ci saranno le stampelle e poi sarà guarita >>, le aveva sorriso incoraggiante il dottore.
 
 << Crede che per metà maggio io possa riuscire a camminare? Sa… io e James dovremmo sposarci… >>, domandò Xx speranzosa, stringendo le dita di James al suo fianco: non avevano ancora spostato la data, fiduciosi che Xx si potesse rimettere… anche se in tanti avevano loro consigliato di posticipare.
 
 << Forse, ma solo se ci ascolterà e farà tutto quello che le diremo. Dopotutto nel mese in cui lei è stata in coma il suo corpo stava guarendo dalle ferite subite… e dovrebbe essere quasi pronta per iniziare con la riabilitazione >>, rispose il dottore.
 
 << Farò tutto quello che vuole, promesso! >>, si esaltò Xx.
 
 
 
 << Credi che il gioielliere potrebbe venire qui con le fedi da farci provare? Magari se spieghi la situazione potrebbe essere comprensivo… >>, tentò Xx.
 
 << Dopo provo a chiamarlo. Ora ho una sorpresa per te >>, le sorrise baciandola, per poi andare dietro la sedia a rotelle e cominciare a spingere.
 
 << Per me? Dove andiamo? >>, domandò Xx curiosa: già il solo fatto di non dover stare sempre a letto le aveva notevolmente migliorato l’umore.
 
 << Tra poco vedrai. Ma ricordati di cosa ti ha detto il dottore: niente pesi ancora >>, le sorrise.
 
 << Ok. È una sorpresa che riguarda il nostro prossimo viaggio a Santa Monica? >>: James aveva finalmente parlato con la sua agente che provava a mettersi in contatto con lui da settimane, e su suo consiglio, ma anche dietro incoraggiamento di Xx, aveva deciso di non rinunciare alla produzione del film a Santa Monica e poi allo spettacolo teatrale.
 
 << James, hai lavorato tanto per arrivare dove sei, e non ti avrebbero scelto se non pensassero che tu sia perfetto per queste parti. Io non voglio esserti di ostacolo per la carriera… io e Amelia verremo con te come stabilito, e se proprio non riuscissi… stringeremo i denti, staremo lontani per qualche mese… o magari ti raggiungerò quando starò meglio. Ma non rinunciare. Tu ci tieni… e non voglio che tu debba sacrificarti, mi farebbe più male dell’incidente. Abbiamo sempre le chiamate e le videochiamate… ce la caveremo vedrai >>, gli aveva detto lei… e ci credeva davvero.
 
 << D’accordo. Cercherò di ridurre gli altri impegni, in modo da stare più con te e aiutarti con la fisioterapia >>, le aveva promesso.
 
 << Andata, ma prometti di non rinunciare a niente. Se devi andare via, a una presentazione, un’intervista, una convention… fallo. Solo… torna da me appena puoi >>, gli disse la ragazza.
 
 << Va bene. Prenderò il primo mezzo di trasporto disponibile per venire subito da te >>, acconsentì.
 
Si fermò in un corridoio non molto trafficato: ormai conosceva l’ospedale come le sue tasche. Si fermò e si mise davanti a una Xx perplessa.
 
 << Jim? >>, domandò lei, ma poi il ragazzo la baciò: le sue labbra toccarono con gioia quelle di Xx, le loro lingue si cercarono a vicenda, dapprima con gentilezza, quasi con timore… poi con impazienza.
 
Gli occhi di Xx incontrarono quelli di James con un’intensità tale da liquefarlo sul posto.
 
 << Non riesco a staccare gli occhi dalle tue labbra… >>, le sussurrò lui, la voce roca che entrò sotto la pelle di Xx: lui era diventato parte di lei.
 
 << Faccio sempre molta fatica a controllarmi quando siamo da soli… >>, continuò con la sua voce sexy.
 
Xx aveva già la gola secca, e si lasciò sfuggire un languido sospiro: avrebbe tanto voluto sciogliersi tra le sue braccia.
 
Sul sorriso di James apparve una fossetta: i loro volti erano così vicini che Xx potè scorgere l’ombra della sua barba nascente sulle guance, mentre la sua bocca continuava ad ipnotizzarla.
 
Lo sguardo di James era così intenso ed ipnotico… trovava sempre una risonanza, una risposta, in una parte specifica del corpo della ragazza, anche ora, anche su una sedia a rotelle.
 
Il calore si propagò su tutto il corpo di Xx, al contatto con le sue mani virili: le sue dita si muovevano lungo le sue spalle, in una impercettibile carezza… e il contatto era così intenso che era come se le sue mani stessero toccando direttamente la sua pelle.
 
Xx respirava con difficoltà, troppo concentrata sulla pressione, ferma ma dolce, delle dita di James, e la sua voce roca le accarezzava la pelle, facendole batte forte il cuore… troppo forte.
Non si era accorta di quanto si fosse fatto ancora più vicino il viso di James, e venne consumata dalle fiamme che divamparono negli occhi del ragazzo.
 
Come mosse da propria volontà, le mani di lei si posarono direttamente sul suo petto, sopra la camicia e la giacca… e rabbrividì quando sentì il respiro di lui accelerare sotto le sue dita: la mascella si contrasse, i suoi occhi non avevano abbandonato neanche per un secondo quelli di lei.
 
Il cervello di Xx si arrese, perdendo quel poco di autocontrollo che gli era rimasto: strinse la presa sulla giacca e sulla camicia mentre il suo stomaco andava in ebollizione; non aveva mai provato una attrazione così forte per nessun altro uomo in vita sua… era quasi animalesco.
 
James le fece un occhiolino infuocato chinandosi su di lei, e riprese possesso delle labbra di Xx con grande passione: le loro lingue giocavano a rincorrersi, si cercavano avidamente, blandendosi e danzando tra loro; le loro labbra si scontravano, si amavano… Xx chiuse gli occhi, godendosi ogni istante del bacio che le stava dando.
 
James le posò una mano sul collo, risalendo leggermente tra i suoi capelli, spingendola delicatamente: l’intensità del loro bacio aumentò alla velocità della luce.
 
La ricrescita della barba di James le pizzicava la guancia, ma Xx non se ne preoccupò minimamente, non di fronte alla deliziosa brutalità di quel bacio, quella con cui la stava divorando, mentre la teneva saldamente stretta a sé, scendendo a poggiarle le mani sulla vita, sopra il pigiama.
 
Xx gli prese il labbro inferiore tra i denti, succhiandolo e mordicchiandolo piano, senza fretta, le mani attorno al suo collo…
 
Le mani di James si erano spostate attorno al viso di Xx ora, quasi lo volessero incorniciare: le punte dei loro nasi si incontrarono ancora, dopo tanto tempo… ma la bocca vorace di James si scostò dalle labbra di Xx, fiondandosi a baciarla ancora, facendo provare alla ragazza dei deliziosi brividi di piacere.
 
Si staccarono l’uno dall’altra da quel bacio, i respiri affannosi: Xx riaprì gli occhi, la fronte contro quella del fidanzato, e vide gli occhi di James che la accarezzavano; la ragazza arrossì sotto il loro bruciante bagliore.
 
 << Sei capace di trasmettere così tante emozioni solo attraverso il tuo sguardo… >>, gli bisbigliò lei, la voce un po' affannosa dopo quell’intenso bacio… e ciò che leggeva ora negli occhi del fidanzato sarebbe bastato per mandare a fuoco l’intero ospedale.
 
 << Sei tu che mi fai questo effetto… il tuo posto è con me, non importa dove, o come, non importa cosa il futuro ci riserverà… io so che non posso farcela senza di te… non voglio. Per tutta la vita. >>, le rispose lui, la voce profonda, calda e sensuale: le sorrise e le diede un bacio sulla fronte, scatenando brividi in tutto il corpo di Xx, che ebbe subito una sensazione di calore che si espandeva dentro di lei, avvolgendola e proteggendola.
 
 << Tutta la vita… >>: James lo sentì mormorare a Xx molto dolcemente; doveva credere che non l’avesse sentita, ma lui non glielo fece notare, sorridendo tra sé, il cuore leggero e scoppiettante di amore.
 
Tornò dietro la sedia di lei riprendendo a spingerla lungo i corridoi, lanciandole occhiate di tanto in tanto: intravedeva il sorriso dipinto sul volto della ragazza, che era ancora rossa per i baci appassionati che si erano scambiati… entrambi ne avevano bisogno.
 
 << Mi vuoi dire dove mi stai portando? >>, gli domandò, voltandosi a guardarlo.
 
 << Tra poco lo vedrai con i tuoi occhi >>, le sorrise: il suo sorriso timido, ma che in quel momento esprimeva tutto l’orgoglio, l’amore e il desiderio che provava per lei… e Xx si sentì invadere da tutto questo; si, lui la desiderava e la voleva anche con il camice dell’ospedale da cui fuoriuscivano i calzini fino alla caviglia, il viso pallido sbattuto da tutti i farmaci,(il cui mix le procurava anche dei brufoletti e dei rash cutanei ), le occhiaie, le labbra screpolate, i capelli ( lavati con lo shampoo a secco gentilmente portatole da Katy alcuni giorni prima ) raccolti alla bell’è meglio, con i ciuffi che uscivano in tutte le direzioni… e sì, lui, nonostante tutto, la desiderava e l’amava.
 
Si sentì la più bella donna del pianeta, in quel momento.
 
 << Jay, perché non hai fatto salire Oliver e Katy? >>, gli domandò curiosa Xx, quando arrivarono quasi nell’atrio dell’ospedale, dove c’erano le file di sedie per le persone in attesa.
 
 << Ora lo vedrai >>, le rispose solo, ma Xx sentiva nella voce di James una certa emozione.
 
 << Ciao Ragazzi, che ci fate qui? Potevate venire di sopra! >>, li salutò Xx.
 
 << Ciao Xx, è bello vederti di nuovo in giro, anche se con la sedia a rotelle per ora >>, la abbracciò Oliver.
 
 << Non ne potevo più di stare su quel letto! >>, rispose lei.
 
 
Xx la vide: si portò le mani alla bocca, gli occhi le si riempirono di lacrime di gioia ed emozione.
 
James- non si era resa conto che non era più dietro la sedia a rotelle-, stava avanzando verso di lei con in braccio Amelia.
 
Provò ad alzarsi dalla sedia, le gambe ancora un po' tremanti: stavano per cedere, ma Katy e Oliver furono i suoi angeli custodi, e la sorressero, ciascuno da un lato, aiutandola a fare qualche passo verso una poltroncina lì accanto.
 
Amelia appena vide la sua mamma cominciò ad agitare braccia e gambe: << Ma-ma-ma >>, diceva.
 
James si sedette sulla poltroncina accanto a quella di Xx, con in braccio Amelia, che si dimenava ancora.
 
 << E’ bellissima Jim! È cresciuta tantissimo… anche i capelli le sono cresciuti! >>, riuscì solo a dire, con voce tremante, baciandole la testa e stringendola tra le sue braccia: immediatamente Amelia si calmò un po'.
 
Non poteva ancora alzarla o tenerla in braccio o sollevare pesi per le ferite in fase di guarigione, ma poteva abbracciarla forte, stringerle le manine paffute, coccolarla e parlarle… e per il momento poteva bastarle, anche se il suo cuore avrebbe voluto tenerla in braccio, stretta a sé.
 
 << Come stai amore della mamma? Ho sentito che sei stata brava mentre la mamma… guariva. Sono molto fiera di te. Tu e papà siete stati bravissimi >>, le sorrise, baciandola sul visino a ogni parola: le era mancata terribilmente.
 
Le prese le mani stringendole alle sue: aveva fatto spazio sulla sua poltroncina in modo che James la potesse sedere a fianco a lei.
 
Amelia era lì a fianco della sua mamma che la guardava sorridendo, carezzandole con le manine paffute il braccio.
 
 << Grazie >>, fece grata rivolta a James, Oliver e Katy, i quali evidentemente l’avevano portata con loro in ospedale poco prima.
 
Xx baciò le manine della sua bambina, ogni dito, ogni centimetro di lei, che poteva.
 
 << È il regalo più bello che potevate farmi… davvero. Avrei dato qualsiasi cosa pur di vederla >>, disse loro, asciugandosi le lacrime di gioia.
 
 << Hai visto che ti ha riconosciuta subito? >>, domandò retorico James guardando le sue due ragazze preferite sul pianeta.
 
Xx lo guardò e gli sorrise: gli era immensamente grata per quel momento con la loro bambina adorata.
 
 << Credo che avrà definitivamente i tuoi occhi. Sono sempre più uguali ai tuoi… anche se ha cambiato fisionomia, questi sono stati una costante >>, disse raggiante, continuando a osservarla con attenzione.
 
 << Ti amo tanto James >>, gli disse prendendogli una mano tra le sue: le aveva dato esattamente quello che le serviva per rimettersi in sesto il prima possibile.
 
 << Non ci sposiamo proprio per questo motivo? >>, fece lui sarcastico, baciandole la mano.
 
Xx ridacchiò, e così anche Oliver e Katy: Amelia posava lo sguardo su ciascuno dei presenti, il sorriso sdentato sempre stampato in viso.
 
 << Le sono cresciuti altri dentini? >>, si informò Xx, dando un’occhiata alle gengive della figlia.
 
 << Si, un paio… credo forse da una decina di giorni >>, le rispose James, e Xx li notò.
 
 << Cosa ha detto la pediatra alla visita? >>.
 
 << Che sta molto bene. È vispa, sana e sveglia. È appena più lunga della media, ma dice che va bene, e per la lunghezza che ha anche il peso va bene. Mi ha dato dei vaccini da fare, devo andare a prendere appuntamento >>, rispose.
 
 << D’accordo. Non ha fatto tanti capricci allora? Siamo sicuri? >>, indagò.
 
Intanto Amelia “ parlava “ tra sé: << Ma-ma dada-da paaa-pa >>, e si aggrappò al bracciolo della poltrona provando a tirarsi su.
 
 << Siamo sicuri. Sul serio, piangeva e si lamentava per la tua momentanea assenza… ti cercava, ma non li considero capricci >>, le rispose James seduto al suo fianco.
 
 << Bravissima amore mio! Tirati su, forza >>: Xx incitò sua figlia a non mollare, e dopo qualche tentativo Amelia riuscì a tenersi su, aggrappata al bracciolo della poltrona.
 
 << Very well! >>, le rispose il papa tutto orgoglioso.
 
 
 
 << James, noi andiamo a casa. Tu cosa fai? Rimani ancora un po'? >>, domandò Katy: era quasi sera, ed erano stati tutto il pomeriggio in ospedale con Amelia, James e Xx.
 
 << Ok… vi dispiace portare a casa Amelia? Io vorrei stare un altro po' con lei >>, fece James.
 
 << Si, non ti preoccupare. Se vuoi le diamo noi da mangiare e le facciamo il bagnetto, così quando arrivi lei è pronta >>, rispose Oliver.
 
 << Ve ne andate di già?! >>, domandò Xx piuttosto giù, stringendo un po' di più la figlia: ora che era con lei non voleva più separarsene.
 
 << Xx… mi spiace, ma è quasi ora di mangiare per lei… >>, si scusò James, che solo ora pensava al dolore che questo distacco poteva causarle.
 
 << Ma… ma… io… >>, balbettò lei, guardando con amore la figlia.
 
 << Mi dispiace Xx… scusami. Non ho pensato che poi sarebbe stato difficile vederla andar via… >>, si scusò di nuovo James sentendosi molto in colpa: lui poteva stare con Amelia quanto voleva, mentre il tempo di Xx era limitato.
 
 << Coraggio Xx… se vuoi torniamo domani con lei >>, provò a tirarla su di morale Oliver.
 
 << Davvero?!? Lo… lo fareste?? Però… magari avete altri piani, non vorrei creare più disturbo di quello che già ho dato… >>, Xx era combattuta: da una parte il desiderio incontenibile di passare più tempo con la figlia, dall’altra il disturbo che si rendeva conto di dare in quel modo…
 
 << Nessun disturbo Xx… davvero. Mi rendo conto di quanto può essere doloroso vedere la propria bambina andarsene mentre tu sei bloccata qui… >>, le disse Katy comprensiva, mettendo una mano sopra quella della cognata: si rendeva conto che lei, nella situazione di Xx, avrebbe voluto passare con sua figlia ogni secondo disponibile.
 
 << Non è colpa tua James… davvero. Non sentirti in colpa. Io sono molto felice del tempo che ho passato con lei. Il distacco fa male… ma so che non è per sempre. Cercherò di essere forte e di sopportarlo… e questo mi darà la carica e la determinazione a lottare e rimettermi in sesto e uscire di qui il prima possibile >>, fece risoluta: non voleva sembrare ingrata al suo fidanzato per il “ poco tempo “ con Amelia ( anche l’intera giornata sarebbe stata per lei poco tempo ), né farlo rattristare abbattendosi.
 
 << Ben detto! >>, approvò Oliver.
 
 << Ok… Amelia? Fa la brava, mi raccomando, non mandare papà e gli zii fuori di testa. Mamma ti vuole un mondo di bene, ricordalo sempre… ci vediamo domani amore >>, le disse, prendendole il visino tra le mani: per un secondo ebbe la netta sensazione che l’avesse ascoltata e capita.
 
Le diede tanti baci sul viso… ma arrivò il momento in cui dovette lasciarla.
 
Amelia piangeva e si dimenava, gettando le braccia verso la sua mamma, che aveva il viso rigato di lacrime: l’immagine di sua figlia in quello stato era straziante.
 
Xx la guardò allontanarsi, e l’ultima immagine era quella di lei che piangeva e si dimenava in braccio allo zio.
 
Guardò verso James, gli occhi pieni di lacrime… ma non servivano parole in quel momento: lui aprì le braccia e la accolse, sul suo petto, lasciando che sfogasse il dolore che provava in quel momento.
 
 << Vieni, ti riaccompagno in camera >>, le sorrise con amore quando si fu un po' calmata.
 
 
 
 Quando Xx fu di nuovo a letto, James si sedette accanto a lei: << Va un po' meglio? >>, le sorrise.
 
 << Un po'. Ma immagino che ci vorrà un po' ad abituarsi a questo dolore nel vedere tua figlia andarsene senza di te. Lo supererò… sarà un incentivo per fare di più e più in fretta. La sorpresa è stata bellissima, in ogni caso, dolore del distacco a parte… mi serviva, per darmi la carica >>, sorrise anche Xx, coraggiosa.
 
 
 
 << Ora devo andare… >>, fece James piuttosto dispiaciuto dopo un pezzo in cui erano rimasti lì a chiaccherare.
 
 << Lo so che devi… devi prenderti cura anche di Amelia… ma vorrei tanto che tu rimanessi qui >>, sbuffò un po' Xx, cosa che fece ridacchiare James.
 
 << Ti faccio ridere, eh? >>, lo stuzzicò lei.
 
<< Tanto… ed è una cosa bellissima >>, continuò a ridacchiare lui, avvicinandosi famelico alla fidanzata.
 
A Xx venne il batticuore quando lui si avvicinò a lei: notò la linea della sua mascella, la curva appetitosa della sua bocca, il bagliore ipnotico dei suoi occhi… sentì le sue guance arrossire, ma i suoi occhi avidi si rifiutarono di spostarsi e guardare altrove.
 
I battiti di Xx che le rimbombavano nelle orecchie, le indicavano che un altro organo, e non uno dei più ragionevoli, aveva preso le redini della situazione: il suo cuore.
 
 “ XX! Andiamo! Siete fidanzati, non dovrebbe essere tanto strano! “, le urlava una vocina dentro la sua testa.
 
 “ Forse lui non ti vuole più, dopo tutto quello che è successo… forse il fatto che un altro ti abbia posseduta non lo digerisce… “, rispondeva una vocina più subdola.
 
 “ Eri incosciente! Non lo volevi! “, rispose a gran voce la prima, la più razionale.
 
Xx era tesa come una corda di violino: il corpo in fiamme e la gola secca, e solo perché lui si era avvicinato “ un po' troppo “.
 
 “ Il mio cervello deve essersi preso una vacanza, non riesco più a ragionare “, si disse tra sé.
 
 << It’s ok? >>, le domandò James: dalla distanza che aveva con lui poteva contargli ogni-singola ciglia… doveva sembrargli una rincitrullita, lì, impalata, ferma così.
 
James si mordicchiò il labbro inferiore con aria pensierosa…
 
 << Che c’è? >>, domandò Xx perplessa.
 
 << No, niente. È solo… sembri insicura, quasi timorosa, specie quando siamo da soli. Magari è solo una mia impressione, ma ho questa sensazione… e vorrei capire… se è vera… e nel caso sia così, il perché… >>, quasi balbettò, improvvisamente timido e arrossito.
 
 << Non è timore quello che percepisci… è che… amore, è passato tanto tempo… e… insomma, le ferite sono ancora aperte e visibili. Non vorrei tu… avessi perso entusiasmo nei miei confronti. Poi… io non me lo ricordo… ero incosciente… ma sono stata con un altro… non era mia intenzione, lo sai… e meno che mai lo avrei permesso… ma… è successo… mi disgusto da sola… e… e magari tu questo non lo soppor… >>, ma non riuscì a terminare la frase.
 
Le braccia di James la circondarono in un abbraccio non troppo invadente, ma Xx se sentì protetta come in un bozzolo protettivo: lo sguardo del ragazzo si fece improvvisamente più ardente, mentre le mani risalirono sulle spalle di lei.
 
I loro corpi erano praticamente incollati l’uno all’altro: Xx riusciva a sentire il respiro di James sulla pelle sottile del suo collo… era così bello dopo tanto tempo.
 
Il respiro di Xx si fece irregolare, e schiuse appena le labbra per accogliere la carezza del suo fidanzato: le sue grandi mani morbide si perderono tra i capelli di lei, mentre le labbra di lui disegnavano i contorni di quelle di lei.
 
Respiravano all’unisono, mentre James continuava la sua esplorazione sensuale: le loro lingue ballavano a un ritmo intenso e sensuale, scontrandosi e rincorrendosi.
 
La sensazione era stupenda… e Xx aveva capito cosa voleva dirle lui: lo sapeva che mai sarebbe andata a letto con un altro spontaneamente, non lo considerava tradimento… e non gli importava delle ferite e delle cicatrici che ancora non erano guarite del tutto.
 
La stava accendendo come una miccia: le mani la stringevano sempre più forte, le dita si insinuavano sotto la camicia, mentre lui assaporava e tornava a gustare il sapore di lei.
 
Xx inarcò la schiena, dei brividi di piacere sulla sua pelle fremente al contatto.
 
Le mani di lei si fecero più audaci, mentre vagavano sul petto di lui… che sembrava approvare, e intensificò il bacio.
 
 
Xx gemette di piacere e frustrazione: voleva di più… ma era sicura non fosse disposto ad assecondare e soddisfare il suo desiderio… almeno non in quel momento, in un ospedale.
 
Le mani di James abbandonarono i capelli della ragazza e scivolarono lungo la schiena di Xx, per poi fermarsi sull’orlo del camice dell’ospedale.
 
 << Jay… >>, sospirò la ragazza, quasi una preghiera a non fermarsi… anche se sapeva che era impossibile fare l’amore lì, in quel momento… nonostante il suo corpo le dicesse il contrario, visto che la sua pelle rispondeva ad ogni singola carezza del fidanzato.
 
James la strinse a sé, e sentì il seno della sua fidanzata contro il suo petto: la guardò con una luce lasciva negli occhi… come poteva negarle di fare l’amore insieme quando anche lui moriva dalla voglia? Forse poteva chiudere la porta a chiave… o portarla in una stanza in disuso… ma non voleva fare l’amore con lei come se dovessero nascondersi da qualcuno, voleva prendersi tutto il tempo per amarla, specie dopo quello che aveva passato. Inoltre non camminava molto ancora, e stava in piedi a fatica: non aveva le forze per molto altro…
 
 
Le rubò un lungo bacio, la mano risalita dietro la nuca di lei per impedirle di muoversi… come se fosse una opzione per Xx, che apprezzava invece ogni secondo di quel momento.
 
Gli passò le mani sulla schiena, riscoprendo con innegabile piacere ciascuno dei suoi muscoli.
 
James sospirò e premette la fronte contro quella di Xx, accarezzandole la guancia con il pollice, per baciarla un’ultima volta.
 
 << Devo… andare… >>, mormorò con poco entusiasmo: aveva il respiro accelerato e le labbra un po' gonfie per i baci.
 
 << Lo so… era il bacio della buonanotte questo… o ne ho diritto ad un altro? >>, domandò birichina.
 
 << Anche a un terzo… se vuoi >>, rispose con il sorriso sulle labbra…
 
 
 
 
 
Le mani di James cercavano il corpo di Xx attraverso i vestiti facendola rabbrividire, e la ragazza sentì mille bolle scoppiare quando le mani di lui raggiunsero la superfice della pelle, accarezzandole la schiena, mentre ondate di piacere la attraversavano…
 
Xx rise come una adolescente quando James la spinse nella doccia: voleva che lui la spogliasse e si divertisse con lei come meglio voleva; voleva sentire le mani di lui sulla sua pelle, sul suo corpo…
 
Xx si tolse la maglietta rivelando il suo corpo nudo: gli occhi di James lampeggiarono di lussuria… non riusciva più a contenere la propria eccitazione, e Xx ne fu soddisfatta; voleva che la prendesse senza esitazioni.
 
James la spinse contro la porta della doccia e fece scivolare la sua mano tra le cosce di lei, accarezzandole languidamente la gamba; le afferrò i capelli sulla nuca tirandole indietro la testa… stava proprio perdendo il controllo, e Xx lo adorava in questi momenti.
 
Lo sguardo infuocato del ragazzo accarezzò il suo corpo nudo e bruciante di desiderio: le tolse il reggiseno agguantandole il seno.
 
 << Non te ne pentirai… >>, le sussurrò all’orecchio.
 
Le mise le mani sui fianchi e la sollevò: Xx non ebbe neanche il tempo di rendersi conto di quello che stava succedendo che si ritrovò con le gambe avvolte alla vita di lui… ma guidate dal desiderio e dall’istinto, strinsero la presa più forte.
 
Xx sentì i muscoli di James irrigidirsi sotto le sue gambe che gli circondavano il corpo.
 
Il corpo di James era premuto contro quello di Xx, che era ancora bloccato contro la porta della doccia: i suoi muscoli tesi si contrassero, guidati dalla passione.
 
Xx infilò la mano sotto la maglietta che ancora James indossava e la fece scivolare lungo la sua schiena, arrivando al contorno del suo sedere sodo: lo accarezzò con la sinistra, prendendo la nuca del fidanzato con la destra.
 
Gli strinse le natiche e i suoi muscoli si contrassero al suo tocco: James era stupito da questo ardore.
 
 << Il tuo culo è piuttosto interessante >>, si lasciò scappare Xx, e il ragazzo ridacchiò.
 
 << Mi piace che tu abbia bisogno di me… >>, le sussurrò all’orecchio James.
 
Xx strinse la presa sul sedere di James, mentre le dita affondavano nei suoi muscoli…
 
 << Se continui così dovrò saltarti addosso di nuovo, quando usciremo da qui… >>, Continuò James sensuale, alzando un sopracciglio provocatorio, stringendole più forte una mano.
 
James la strinse: la sua pelle scottava, ma aveva un profumo delizioso: la sua bocca e quella di Xx erano a pochi centimetri l’una dall’altra… e lui la attirò a sé.
 
La baciò appassionatamente, con fervore, carezzandole il collo con la punta della lingua, risalendo a morderle il mento… la dolcezza della sua lingua le strappò un gemito di estasi.
 
Xx vide i suoi occhi indugiare sulle sue curve: la faceva sentire così bella, così desiderabile…
 
James passò una mano tremante sul suo viso, sentendo con chiarezza i battiti impazziti e irregolari del suo cuore.
 
Il fidanzato entrò all’improvviso dentro Xx, cogliendola di sorpresa… ma si lasciò subito sommergere dal piacere e dalla sensazione insuperabile di avere, di sentire James dentro di sé…
 
James accelerò il ritmo, gemendo di piacere tra i capelli di lei… stava dominando ogni secondo del loro incontro, lasciandosi guidare dai suoi istinti animali, anche quelli più indicibili: Xx si sentiva così desiderata, così libera e presente… stava lasciando che James prendesse il comando, ed era così intenso e selvaggio…
 
Xx si mosse a sua volta, inarcando la schiena quando lui cominciò a massaggiarle un seno, scendendo a leccarlo e mordicchiarlo poi con la lingua…
 
Xx adorava questo suo lato istintivo e animale: era selvaggio senza esagerare e diventare brutale, dolce e rude allo stesso tempo: una costante e crescente fonte di piacere… un pugno di ferro in un guanto di velluto.
 
La ragazza si abbandonò totalmente a lui, inebriata e sopraffatta dalle sue abili carezze e dalla spinta dei suoi fianchi… una virilità così selvaggia da farla sciogliere sul posto.
 
Quando James posò le sue mani su di lei, quando il viso si chinò verso il suo la fame che lei aveva nei confronti del fidanzato si fece così violenta che            quasi la spaventò.
 
Sentì un familiare calore irradiarsi in tutto il suo corpo, che iniziava a contrarsi: lo guardò negli occhi; calde promesse danzavano negli occhi ardenti di lui… ci leggeva una intensità di desiderio così forte da risultare animale.
 
Xx si morse il labbro inferiore sotto il tocco esperto delle sue carezze: bruciava dal desiderio di sentire la delicata morsa dei suoi denti sulle labbra…
 
 << Non… è… per niente… facile… resistere… a una… donna come te… >>, balbettò James quasi a fatica.
 
Gli ingranaggi del cervello di Xx girarono alla velocità della luce, ma non trovarono nessuna risposta brillante da dargli.
 
Il suo seno era premuto contro i pettorali di James: sospirò ancora di piacere. Si sentiva così bella e potente che si aggrappò a lui come fosse la persona più importante del mondo… e probabilmente lo era.
 
Era da tempo che Xx non veniva baciata a quel modo, con così impeto e passione… le dita di lei si fecero più audaci, e scesero a stringergli il sedere con forza, mentre la mano libera saliva a tirargli i capelli: voleva fargli capire che era impaziente quanto lui.
 
Una mano di James scese sul sedere di lei, l’altra Xx la sentì sulla schiena, e dopo qualche istante si sentì stringersi ancora più forte sul petto muscoloso di James.
 
Xx si premette con forza contro di lui, avvolgendogli le braccia intorno al collo per approfondire questo contatto… e si rese conto dell’intensità del desiderio che lui provava.
 
Rabbrividì di piacere: nonostante l’incidente e le cicatrici ancora visibili, il fatto che un uomo come James Phelps non riuscisse a resisterle la esaltava… e la cosa era del tutto inconsapevole! Lei non aveva mai fatto niente di troppo particolare o speciale per attirarlo.
 
Le mani di James sembravano non riuscire più a fermarsi, e continuavano ad accarezzarle avide la pelle: il contatto era bollente.
 
Le mani di Xx scesero lungo le sue scapole, accarezzando ogni muscolo perfettamente scolpito della sua schiena: la bocca le si seccò quando le labbra di James le sfiorarono la carotide, dove il sangue le pulsava sempre più velocemente.
 
 << Ho intenzione di passare la notte a farti gridare il mio nome… >>, gemette lui, rivolgendole un sorriso timido che la fece sciogliere: il sangue iniziò a pulsare nelle sue vene a cento all’ora; il suo intero corpo urlava di desiderio.
 
James uscì dalla doccia, e Xx si aggrappò più forte per non cadere: le sue labbra presero possesso di nuovo di quelle di Xx, le loro lingue iniziarono una danza languida che strappò a entrambi un gemito.
 
L’uomo chiuse la porta dietro di lui con un calcio, sbattendola poi contro il muro della loro camera. Baci ardenti e impazienti si impadronirono del corpo e della carne di Xx, che si godeva la pelle vellutata di lui con le sue labbra febbricitanti.
 
Xx affondò le unghie nella schiena di lui, incapace di controllare le ondate di desiderio che la stavano travolgendo.
 
La bocca di James le sfiorò il collo in mille carezze, facendola inarcare docilmente sotto le sue mani esperte: era ovunque nello stesso istante, facendole perdere la testa.
 
 << Ti amo amore mio >>, le disse con naturalezza.
 
Xx si sciolse ancora di fronte alla dolcezza del suo sorriso timido e sensuale.
 
 << Ti amo anche io >>, gli rispose con trasporto.
 
Il corpo di Xx si agirò contro quello di lui, guidato dalla fame e dal desiderio insaziabile che si stava estendendo dalla bocca del suo stomaco a tutto il suo essere…
 
Lasciò scorrere le sue dita di nuovo sulla schiena di lui, disegnando ancora i suoi muscoli tesi, mentre gli mordicchiava l’incavo del collo.
 
James gemette tirandole leggermente i capelli, costringendola a guardarlo
 
 << Mi fai impazzire >>, le sussurrò: e Xx non abbassò lo sguardo: aveva fame di lei e del suo corpo, e la cosa era reciproca.
 
 << Anche tu… e non smettere mai! >>.
 
James fece quella risatina gutturale che le risvegliò i sensi, e strinse la presa attorno a lui, pronta a lasciarsi trasportare dalle sue carezze…
 
La baciò dolcemente sul collo, ravvivandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Xx lo baciò sulle labbra, trascinandolo verso di lei, prendendo la sua mano e guidando le sue dita verso la bocca, mordicchiandole con fare provocatorio: riusciva a percepire l’eccitazione di lui crescere.
 
Xx voleva che la dominasse, che la possedesse: che la prendesse cedendo al suo istinto senza pensare, guidato solo dal desiderio.
 
Lo guardò per un momento, divorandolo con gli occhi, imprimendosi nella mente ogni capello, ogni neo e ogni fossetta; si offrì a lui e a qualsiasi delizia volesse infliggerle… e lui le accarezzò la bocca con l’indice.
 
James la sedette sul mobile della loro camera, le afferrò le cosce tirandola verso di lui in un movimento fluido.
 
I loro corpi si unirono, cominciando a muoversi insieme: Xx sentiva solo un piacere spasmodico, continuo e assoluto… era inarrestabile, e lei non riusciva a nascondere la sua estasi e il suo piacere…
 
 << Jay! >>, gridò per la soddisfazione: si stava lasciando andare chiudendo gli occhi e lasciando che il suo istinto prendesse il sopravvento.
 
Xx lo strinse, schiacciando le mani sulla sua schiena, sentendo ogni suo muscolo muoversi a tempo con il loro desiderio… si stava godendo ogni cosa, era estasiata, sopraffatta dal desiderio, dalla lussuria e dal piacere che le stava dando e che aumentava a ogni suo movimento… le era mancato da morire.
 
La ragazza sentì il respiro di James accelerare sotto le sue mani: gli occhi di James tornarono a posarsi su di lei, come una dolce carezza… un bagliore incandescente vibrò nei suoi occhi, accendendo e facendole vibrare ogni centimetro del corpo.
 
James scese a baciarla lungo il corpo e poi sulla spalla, mentre con le mani le carezzava i seni: Xx inclinò la testa indietro, lasciandosi sfuggire qualche gemito.
 
 << Ti prego… >>, lo implorò, ormai incapace di controllarsi.
 
 << Quanta impazienza >>, la canzonò lui, ma subito affondò ancora dentro di lei: lo volevano entrambi, con forza.
 
James riprese a muoversi, alternando dei movimenti lenti e precisi ad altri più rapidi e sbrigativi: Xx gli affondò le dita nel sedere, stringendo con forza, cercando un contatto ancora più fondo con lui…
 
 << Jay… oh… si… >>, gemette.
 
 
Xx si svegliò di soprassalto. Era fradicia, il respiro affannoso, il cuore che batteva all’impazzata.
 
Si guardò intorno, ma non c’era nessuno: James era andato via da un bel pezzo ormai e fuori era notte.
 
Sentì delle strane contrazioni al basso ventre, e si rese conto di quello che stava succedendo: aveva avuto un sogno erotico che l’aveva lasciata in una pozza di sudore e parecchio… soddisfatta.
 
Sorrise tra sé: non le capitava più da un sacco di anni ormai, da prima di conoscere James… con lui non aveva bisogno di sognare.
 
La respirazione cominciò a tornare normale così come il battito del suo cuore, e persa nei suoi sogni si addormentò beata.
 
 
 
 
Volevo scusarmi infinitamente con tutte quelle persone che leggono la mia storia.
Purtroppo tra un trasloco, l'adattarsi a una nuova vita e l'assenza del pc per un pezzo, non ho avuto modo di poter scrivere molto... ma prometto di rimediare presto! Già in lavorazione il prossimo capitolo... per  chi ancora avesse voglia di leggere!
 
Un saluto e un abbraccio!
Alessia
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: lolli89