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Autore: alessandroago_94    30/01/2020    7 recensioni
Un tempo c’erano tanti Piccoli Regni, infine ne rimase uno solo; esso si era salvato dalla catastrofe solo perché era isolato su una montagna.
Questa è la storia di come quel Piccolo Regno riuscì a salvare ciò che restava degli altri, e di come riportò a fiorire la civiltà.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Breve storia 7

BREVE STORIA DEL PICCOLO REGNO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Già nel primo pomeriggio del giorno successivo erano pronte le scale.

Dall’alto delle mura, nessuno aveva ancora mostrato qualche capacità bellica o anche solo di difesa. Il nulla.

Ghignando, convinto di averla vinta a breve, il Conquistatore si affrettò ad organizzare le prime squadre che sarebbero entrate in città, scegliendo i migliori scalatori tra i più rapidi dei suoi uomini. Era tutto pronto, entro sera l’ultimo dei Piccoli Regni sarebbe stato suo, e assieme a esso anche tutte le sue ricchezze. E pure la sua riottosa Regina.

Già l’Imperatore immaginava di costringerla a sposarlo, o addirittura di mandarla da suo padre affinché la prendesse come concubina, umiliandola per la sua età.

Quando i guerrieri caricarono sulle spalle le scale e iniziarono a muoversi verso le mura, tuttavia, accadde qualcosa che frenò nuovamente le mosse degli assedianti.

Tutti si fermarono a guardare la grande porta cittadina che si apriva, e di nuovo si pensò alla resa. E invece uscirono frotte di persone, che iniziarono a schierarsi davanti alla città come un esercito.

Con crescente nervosismo, il Conquistatore notò che c’erano anche numerose donne, e pure vecchi e tanti bambini in quella sorta di esercito improvvisato.

Rimase ancora più perplesso quando la folla mostrò di stringere tra le mani dei mazzettini di fiori freschi, al posto delle spade e degli archi.

Una figura piccina si staccò dalla massa e si diresse a passo svelto verso l’immobile esercito armato, che era rimasto a fissare la scena come se fosse rimasto sospeso nel tempo.

Si trattava di una bellissima bambina bionda, che avanzò senza alcuna paura fino ai guerrieri che ancora portavano le lunghe scale sulle spalle, e li oltrepassò.

Quando finalmente vide l’Imperatore, gli andò incontro festosa. Il sovrano fermò con un gesto delle mani i suoi fratelli, che già temendo un qualche inganno avevano proteso le spade.

“Cosa vuoi, bambina?” domandò il Conquistatore, con una smorfia di rabbia impressa sul viso.

“Tieni” disse la piccola, con voce infantile.

Allungò all’uomo sulla lettiga un mazzettino di fiori del tutto identico a quello che avevano in mano gli uomini del Piccolo Regno di Montagna.

“Non lo voglio” affermò, gettandolo in terra con un solo manrovescio. Temeva anche che fosse avvelenato.

“Fai male a non volerlo” mormorò la bambina, chinandosi a raccoglierlo dal fango.

A quel punto, il sovrano fece cenno agli schiavi di portarlo davanti a tutti i suoi guerrieri, in modo che lo schieramento avversario potesse udire le sue parole, e il suo desiderio fu immediatamente esaudito.

“Non so a cosa sia dovuta quest’ultima farsa, ma sappiate che avete oltrepassato ogni limite” gridò con tutta la voce che possedeva. “Non avete nemmeno avuto il coraggio di mostravi armati, e avete mandato prima un balbuziente e poi una bambina a parlamentare con me. Siete un branco di codardi! Solamente dei codardi” rimarcò il concetto.

Iroso, notando che nessuno faceva una piega, decise di insistere.

“Sappiate che i miei uomini non combatteranno contro donne, vecchi e bambini disarmati. Per noi, la guerra è già vinta. Fate uscire la vostra Regina dalle mura, in modo che possa inchinarsi a me e giurarmi fedeltà eterna!”

Ma nessuno ancora si mosse.

Scuotendo il capo con ira, il Conquistatore urlò ancora più forte.

“Cosa credete di fare, eh? Di provocarmi? Io sarò il fuoco che divorerà il vostro minuscolo Regno…”. Le urla colleriche si interruppero quando le mani della bambina sfiorarono le sue.

La piccola, che aveva finito di raccogliere i fiorellini sparsi a terra dal manone del sovrano, era tornata a suo fianco e aveva stretto le sue piccole dita calde su quelle callose del guerriero. Egli era rimasto senza parole.

Distrutto dall’impotenza e avendo perso all’improvviso il filo del discorso, abbassò lo sguardo sulla piccola, deciso a punirla con forza. Ma quando incontrò il suo sguardo puro e benevolo, non ne ebbe il coraggio.

“Vieni con me, Imperatore. Ti farò conoscere la mia Regina” gli sussurrò, quasi fosse un infantile segreto.

L’uomo, come sopraffatto da qualche magia, strinse la mano della piccola nella sua e scese dalla lettiga, incuriosito. Poi, s’incamminò da solo, seguendola.

Quando giunse al cospetto degli abitanti del Piccolo Regno di Montagna, convinto che a quel punto sarebbe apparsa la Regina, il sovrano cercò di stare al gioco. Eppure, si ritrovò sommerso da una pioggia di petali di fiori, buttati giù dalle mura.

Anche gli abitanti gliene lanciarono.

Sotto quella pioggia profumata, il Conquistatore percorse il varco che si era aperto tra la folla e, lasciandosi alle spalle il suo esercito, entrò disarmato e solo in città.

A quel punto, i suoi fratelli pensarono che fosse tutto perduto.

 

   
 
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