Con Me, Oltre La Morte.
Scendi con me in fondo
al mare
a cercare ciò che non
abbiamo qua
vieni con me e inizia a
capire
com’è inutile soffrire.
[Cu’mme – Mia Martini]
Severus Piton non era mai
stato un uomo religioso.
Non è che non credesse….
Semplicemente, non si era mai posto il problema.
Non aveva mai avuto Dei,
Dio o Santi a cui appellarsi, non erano mai stati pervenuti nella sua
vita.
Non si era mai domandato
cosa ci fosse dopo la morte.
C’era la vita, c’era la
morte, c’erano i fantasmi. Punto.
A lui era sempre bastato
sapere queste cose, anche perché nessuno avrebbe mai potuto
dire con certezza
cosa ci fosse dopo, dato che nemmeno i fantasmi ne
avevano mai fatto
esperienza, avendo preferito rimanere delle eterne impronte sulla terra.
Severus Piton si domandò
cosa ci fosse dopo la morte la notte del 2 Maggio 1998,
all’età di 38 anni, con
una ferita aperta sul collo e con Potter che lo sovrastava.
«Guar…da…mi»
gli sussurrò
con fatica. Voleva portarsi gli occhi di Lily nella tomba, a lei voleva
dedicare il suo ultimo pensiero.
Potter lo guardò e le
iridi di Lily furono le ultime cose che Piton vide prima di spirare.
*
Piton era nella
Stramberga Strillante.
Il Signore Oscuro stava
parlando a tutta Hogwarts e intimava Potter di consegnarsi a lui entro
un’ora.
Potter andò via e Severus
rimase ad osservare il suo stesso cadavere, bianco e inutile, un guscio
vuoto.
Piton non capiva. Era
diventato un fantasma? Ne dubitava, non gli era mai passato nemmeno per
l’anticamera del cervello di non andare oltre,
qualunque cosa ci fosse oltre.
«No Severus, non sei un
fantasma».
Una voce dolce rispose ai
dubbi di Piton. Una voce giovane, di ragazza, calda. Una voce
così
meravigliosamente e dolorosamente familiare, che aveva sognato molte
notti, a
cui aveva pensato ogni giorno della sua vita.
Non la udiva da quasi
diciassette anni, ma Piton ne rammentava ogni nota, il ricordo immutato
nel
tempo.
Si voltò.
Una ragazza lo guardava
sorridendo. I capelli erano lunghi, di un bel rosso scuro, gli occhi di
un verde
stupefacente.
La sua Lily.
«Lily…»
sussurrò,
incredulo.
C’era questo oltre la
morte? C’era Lily? Severus non aveva mai osato sperarlo:
qualunque luogo
esistesse dopo la dipartita, riteneva altamente improbabile che sarebbe
stato
lo stesso di lei, date le loro diverse scelte di vita.
Ma eccola, giovane e
bella come la ricordava.
L’ampio sorriso che le
incorniciava il volto era lo stesso che gli aveva rivolto milioni di
volte
quando erano insieme a Hogwarts, caldo e amichevole.
«Ciao, Severus» disse
lei, avvicinandosi «sono felice di rivederti, anche se avrei
preferito che
fosse accaduto molto più avanti, e in modo
diverso».
«Lily…»
ripeté Severus,
incapace di pronunciare altro.
«Sembri sorpreso,
Severus» commentò lei, fermandosi a pochi
centimetri da Piton. Gli toccò il
braccio.
E Piton lo sentì. Lily,
in quella dimensione, era solida, era reale.
Senza pensare, allungò le
braccia verso di lei e l’abbracciò.
L’abbracciò come aveva sempre voluto fare
in vita e mai aveva osato.
Lei ricambiò la stretta
con fierezza.
«Com’è
possibile?» chiese
lui, senza sciogliere l’abbraccio.
«Siamo morti, Sev».
«Si, questo lo so, ma
dove siamo? Come facciamo a essere nella stessa dimensione? Tu,
così buona, nello
stesso luogo in cui vi sono io…»
«Anche tu sei buono,
Severus».
Piton rise amaramente. Si
scostò appena per guardarla nelle verdi iridi.
«Non sono mai stato
buono, Lily. Lo sai».
«Con me lo eri».
«Ti ho ferita in modo
imperdonabile».
«Hai fatto i tuoi errori
e li hai pagati, Sev».
«Ma non l’ho fatto
perché
sono una persona buona. L’ho fatto perché sei
stata coinvolta tu. Se, al vostro
posto, il Signore Oscuro avesse scelto Frank e Alice Paciock io, molto
probabilmente,
avrei continuato a servirlo; non avrei cambiato fazione».
«È inutile continuare con
i ‘se’ e con i ‘ma’
crogiolandosi nella sofferenza, Sev» lo ammonì
lei,
sostenendo il suo sguardo «vieni con me, resta con me. Inizia
a capire com’è
inutile soffrire».
«Cosa vuoi che faccia?»
«Stiamo vicino a Harry»
lo supplicò lei «è questo che
c’è dopo la morte. Oltrepassiamo la soglia e
continuiamo a vivere accanto ai nostri cari, proteggendoli e guidandoli
silenziosamente».
«Io non ho cari da
proteggere» disse amaramente Piton
«l’unica persona cara eri tu, e ho
fallito».
«Severus, ragazzo mio,
non essere troppo duro con te stesso» disse
un’altra voce, maschile e anziana.
Severus si voltò,
distogliendo di malavoglia lo sguardo da Lily, per poter osservare
Silente
avvicinarsi a lui e mettergli una mano sulla spalla «ti
ringrazio per avermi
ucciso e risparmiato questa condanna al giovane Draco. So che ti
è costato
molto».
«Signore» rispose Piton,
incapace di dire altro.
«Forza, Mocciosus,
andiamo a proteggere Harry!» disse un’altra voce,
gioiosa, alle spalle di
Silente.
E Piton rivide Sirius
Black, giovane e bello come ai tempi della scuola.
Accanto a Black c’erano
un altrettanto giovane Lupin e James Potter, notò Severus
con disappunto.
Potter andò accanto a
Lily e le strinse la mano «Severus, in questo momento Harry
sta guardando i
tuoi ricordi nell’Ufficio del Professor Silente. Sa ogni cosa
ormai» lo
informò.
Piton annuì.
Potter, Black e Lupin
continuavano a non piacergli, ma scoprì, sorprendentemente,
che ormai l’antico
astio era scomparso.
D’improvviso, si vergognò
un po’ per come aveva trattato suo figlio per tutti quegli
anni. Non perché
tutto a un tratto si fosse reso conto di provare affetto per
quell’orribile
ragazzo, assolutamente, ma perché lui aveva visto in Harry
solo e unicamente la
vittoria del suo rivale, James, e probabilmente l’incredibile
somiglianza
fisica tra i due aveva accentuato la cosa. Non aveva mai realmente
pensato che,
effettivamente, Harry fosse il figlio di Lily.
Lui si era comportato da
bullo. Forse perché, per tutta la sua vita, egli stesso non
aveva conosciuto
altro tipo di trattamento.
Piton aprì la bocca per
dire qualcosa a Lily, ma lei gli toccò un braccio e scosse
la testa,
sorridendo, ma con una nuova punta di durezza
nell’espressione.
Aveva di nuovo anticipato
i suoi pensieri.
«Ci sarà tempo
più avanti
per scuse e chiarimenti» disse, severa «abbiamo
l’eternità a disposizione.
Adesso dobbiamo stare vicino a Harry».
«Lily, amore, Harry sta
andando a consegnarsi a Voldemort» la informò
James «tra poco userà la Pietra
della Resurrezione».
«Dobbiamo andare allora!»
esclamò Sirius. Gli altri annuirono e uscirono dalla
Stramberga.
Rimasero solo Piton e
Silente, che allargò le braccia, con i vividi occhi azzurri
che scintillavano
dietro agli occhiali a mezza luna.
«Andiamo anche noi,
ragazzo mio» disse «andiamo dove si trova Lord
Voldemort, Harry avrà bisogno
anche di noi per vincere questa guerra».
Piton non disse niente e
annuì, prima di seguire il suo mentore nella Foresta
Proibita.
NdA:
Ciao belli!
Questa storia è stata
scritta come ‘Obbligo’ sotto a un giochino carino
carino indetto sul gruppo
Facebook ‘Il Giardino di EFP’.
Il mio obbligo, dettatomi da Miryel EFP, recitava ‘scrivi una
storia, one shot,
drabble, flash su quello che ti pare e quello che vuoi, usando questa
frase
[…]’ la frase è quella di inizio FF.
Analizzando le parole
della canzone, mi è venuto in mente di immaginarmi una
sottospecie di
riscattino di Piton, almeno post-mortem, e me lo immagino a proteggere
Harry
insieme a tutti gli altri, spero sia stata di vostro gradimento!!!
Bacioni