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Autore: FragileGuerriera    31/01/2020    2 recensioni
Quasi trent'anni dopo la battaglia con Galaxia Haruka e Michiru non sopportano la presenza l'una dell'altra, al punto da mettere in crisi il sogno della loro principessa Usagi: fondare l'Earth Kingdom. Ma come può un amore, più volte sopravvissuto alla morte stessa, cessare da un giorno all'altro? Soprattutto, è davvero finito il profondo sentimento che ha legato le due guerriere dai tempi delle medie per tanti anni?
NUOVA VERSIONE con finale (e i capitoli relativi) alternativo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Nuovo personaggio | Coppie: Endymion/Serenity, Haruka/Michiru
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
Capitoli:
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Buona sera a tutti, ecco il nuovo capitolo.

L'immagine che segue il testo è una fanart molto interessante che rappresenta le guerriere Sailor e Mamoru cresciuti con le rispettive figlie. I personaggi non dimostrano certo più di quarant'anni, ma vi ricordo che grazie ad alcuni geni della vita passata che si portano ancora dietro tutti loro dimostrano giovanissimi ;-). Purtroppo mancano Haruka, Michiru e Setsuna, ma è l'immagine più completa che ho trovato (prima dell'anno scorso si trovavano solo disegni di Usagi, Mamoru e Chibiusa cresciuti). L'immagine è stata da me modificata per adattarla a quanto descritto finora. Ad esempio Rei aveva i capelli lunghi e Hotaru corti come quando li aveva da bambina. Le modifiche non si sono limitate a questi piccoli ritocchi, ma anche alla cancellazione totale di una figura in poi che non c'entrava nulla (l'unica figlia di Usagi e Mamoru, si sa, è Chibiusa) e lì non è stato facile, con Paint, disegnare tutte le parti mancanti dei personaggi su cui si sovrapponeva la "figlia intrusa".

Ora vi lascio alla lettura del capitolo. Grazie per continuare a leggere questa storia e grazie anche a chi recensisce. Non meno importanti sono lettori che hanno inserito la storia tra le preferite, le seguite o le ricordate.

21.

L'otto Aprile era arrivato senza intoppi e alla nuova data del "raduno Sailor" stabilita da Usagi poterono andare tutte. La data fu modificata rispetto a quella scelta inizialmente per il quattordici Febbraio, e venne stabilita infrasettimanale per permettere anche ad Haruka e Michiru di partecipare dal momento che il campionato era ripreso da un mese e i giri del team principal per il mondo pure. Michiru, che in precedenza aveva intenzione di incidere nuovi brani a Marzo, con tutti gli avvenimenti di quei mesi, decise di rimandare l'impegno prolungando il periodo di pausa per godere più appieno della compagnia della famiglia. Ovviamente a quella cena scelsero di partecipare sia lei che Haruka, tutti sapevano della loro relazione e quelle che ancora non avevano avuto occasione di sentirle chissà quante domande avrebbero fatto a loro. L'avevano detto a Minako e ad Usagi. Mina chiese il permesso di parlarne almeno con Makoto. Dare una notizia da cronaca rosa ad Usagi invece era come mettere un annuncio sulla bacheca del comune. Anche se nasconderlo non aveva senso, tanto più che per la prima tappa del campionato di F1 in Australia le due donne vennero fotografate insieme a cena e poi entrare nello stesso albergo. Avevano dato di che parlare al gossip, ma almeno con una vita privata spiattellata in cinquanta riviste diverse, non avrebbero dovuto raccontare la stessa cosa ad ognuna delle loro amiche e "colleghe". -Ma è ovvio che erano troppo prese a pensare a loro due per credere davvero che le altre non faranno mille domande stasera. Ti pare che delle amiche si accontentino dei racconti di riviste stupide e non chiedano nulla alle dirette interessate?- chiese Hotaru a Yoshi.

-Penso che tu abbia ragione. Ma tu non sei esonerata da qualche nota che ti si potrebbe fare.

-Che intendi dire?

-Annunciare l'arrivo del piccolo Yamato... Pensi che non faranno mille domande anche a noi? Sembra che tu abbia preso gusto nelle cene a sorpresa!

-Per forza, se non lo diciamo stasera non lo avremmo detto più visto che lunedì parti e Dio solo sa quando avremo occasione per rivederci tutti quanti!- Lui rise semplicemente, mentre svoltando a destra entrarono nel vialetto del ristorante, lo stesso di tutte le volte precedenti. Quello di Makoto che venne allegramente ribatezzato da Usagi come "Ristorante Sailor". Il fatto che venne scelto proprio il suo dipendeva dalla condizione di molte di loro, ovvero di personaggi di fama internazionale o nazionale. Un esempio era la stessa Makoto che non era una chef famosa a livello globale, ma era tra le più famose di tutto il Giappone e per poter andare nel suo ristorante si doveva prenotare con almeno otto mesi di anticipo. Nelle rare riunioni che si tennero fra le guerriere Sailor, Makoto organizzava una chiusura straordinaria del locale che restava aperto solo per lei e le sue amiche. Era un luogo ideale per ritrovarsi in tanti senza essere riconosciuti dai fan e avere gli occhi dei curiosi addosso, quando si doveva trattare di un argomento tanto delicato come quello che da tempo le vedeva riunite al completo, senza esiti positivi.

Dieci minuti dopo l'arrivo di Hotaru e marito, Ami annunciò i nuovi arrivi: -Ragazze, vedo due auto arrivare!

-Due auto sgommare, io direi- la corresse Yuichiro, il marito di Rei.

-Se non sbaglio sono quelle di Mina e Haruka!- precisò la figlia, Yukiko.

-Sì, sono le loro- confermò Hotaru.

Le due automobili arrivarono facendo stridere le gomme poco prima di arrivare nell'area del parcheggio cosparsa di ghiaia. Poi posteggiarono e poco dopo uscirono le due proprietarie. -Insomma Mina! Quante volte ti ho detto di stare calma! Hai anche la responsabilità di due bambine!! - si lamentò Masami, suo marito.

-Ma sì, stai calmo! Come fai a lavorare nel mondo delle auto da corsa se poi ti spaventi per qualche chilometro all'ora in più del previsto?? - rispose Minako andando incontro all'amica. Si salutarono felici con qualche pacca sulla spalla: -Mi hai dato del bel filo da torcere, eh Mina? - le disse poi Haruka.

-Ahahah. Però alla fine siamo arrivate insieme!

-E ti lamenti?

-Perchè hai lasciato che ogni tanto ti raggiungessi.

-Non siamo più al liceo, ormai sei una grande professionista pure tu, lo sanno tutti e io posso giurare che non è così- poi abbracciandosi come amici si avviarono verso il gruppo. -Ora capisco davvero perchè Artemis spesso dice che la mamma è poco femminile- commentò Akihiko.

-Eh, certo l'hai scoperto ora? D'altronde una donna che fa la calciatrice o il pilota o ha un'indole da maschiaccio come la mamma o è dell'altra sponda come Haruka- gli andò dietro la gemella.

-Bambini!! Ma vi sembra il modo di parlare questo?- li riprese il padre.

-Perchè? Che ho detto??- protestò Aiko.

Quando arrivarono, Haruka e Minako ancora sorridenti salutarono tutte le ragazze, mentre Michiru e la famiglia di Mina le raggiunsero.

-Ciao Haruka!!- esclamò Hotaru sfoggiando un sorriso raggiante.

-Ehi, ciao!

- ”Ciao mamma, che piacere vederti” - si disse da sola Michiru.

-Dai, ti avrei salutata adesso.- rispose Hotaru.

-Sarà...- si finse poco convinta -Allora, come procede?- chiese quella alludendo subito al piccolo che stava aspettando. O, per essere più corretti, visto che ormai era quasi sicuro al 90%, alla piccola che portava in grembo.

-Bene, bene- rispose con un dolce sorriso.

Arrivata Setsuna, entrarono tutte quante e per abitudine presero i posti che prendevano da sempre. Erano in numero minore visto che mancavano Chibiusa dal futuro e Helios. Il posto di Elza venne invece preso da Shinozaki Tadashi. L'uomo, dopo alcuni flirt di poco conto da parte di entrambi e vari tira e molla con lei, divenne il compagno di Makoto che continuava a sostenere che fosse il suo “angelo custode”; di fianco a lui si trovava la figlia della coppia, di sette anni. Haruka non disse nulla, ma fra se' pensò a quante cose accaddero in tutto quel tempo, speranze riposte e dimenticate in un cassetto e segreti venuti allo scoperto dopo interminabili anni. Ogni tanto non riusciva non guardare Michiru, la sua Michiru, ma come previsto da Hotaru, una volta fatte le varie ordinazioni, fu impossibile per le due essere lasciate in pace. Per quasi tutta la prima metà della cena le attenzioni furono rivolte solo a loro due. Nessuno riusciva a capire come ciò potesse essere vero, soprattutto come potesse esserlo dopo tanti anni dalla fine della loro storia e dopo che le due avevano dichiarato numerose volte di non volersi incontrare più nemmeno per le cene organizzate della loro regina. La nuova coppia ricomposta fu ricoperta di domande alle quali rispondevano in modo molto stringato; ogni tanto cercavano di cambiare argomento, ma le altre non demordevano. Fino a che Haruka non disse: -Noi siamo persone molto riservate e abbiamo provato in tutti modi a farvi cambiare argomento, ma senza successo. Perciò adesso sarò chiara: ora basta- lanciando un'occhiata gelida a tutte quante. Le altre rimasero di sasso. Raramente parlava in quel modo e quegli occhi freddi capaci di mettere a tacere chiunque erano dieci anni che non l'avevano più visto. Anzi, si poteva quasi contare sulle dita delle mani. Era capitato qualche volta quando lei e Sailor Neptuno erano alla ricerca dei talismani e non volevano rivelare la loro missione alle altre guerriere; un'altra volta quando si erano quasi tutte precipitate a casa sua per sapere com'era finita la sua relazione con Michiru e come si sentiva; l'ultima quando dichiarò di essersi trovata una nuova compagna e tutte volevano conoscerla o almeno saperne di più. Ma da allora non era più accaduto. Dopo qualche attimo di silenzio, rotto solo dalla musichetta dei videogiochi di Aiko e Akihiko che si stavano sfidando a distanza con Shioko, la figlia di Makoto. Haruka si raddolcì e con un sorriso disse: -E' solo che non è niente un fidanzamento ripristinato in confronto all'arrivo di un bambino- e guardò con dolcezza la figlia. Il suo obbiettivo venne subito raggiunto: l'attenzione si spostò su Hotaru e Yoshiki che si decisero così a svuotare il sacco. Ma solo a metà. Il figlio naturale era stato tanto atteso che, sebbene in genere Hotaru non credesse a quelle cose, per scaramanzia preferirono non dire nulla. Lo sapevano già troppe persone per i suoi gusti: la famiglia di Yoshi, la sua che comprendeva anche il dottor Tomoe, più Chibiusa dal futuro che era come una sorella per lei. In ogni caso tutti si allietarono e complimentarono molto con i futuri genitori, spostando così le mille domande su di loro che al contrario di Haruka e Michiru furono molto felici di rispondere e parlare così del bimbo. Il discorso proseguì fino all'arrivo dei dolci, fino all'esaurimento delle domande più sensate.

Dopodichè Usagi spostò l'attenzione di tutti i discorsi verso quello principale. -Bene, ragazze. Questa serata è stata molto più bella di quanto potessi immaginare visto che fra poco anche Hotaru e Yoshi diventeranno genitori, ma ora dovremmo parlare seriamente sul vero motivo per cui siamo tutti radunati qui. Non ci metterò molto.- Tutti annuirono. -Allora, io e Mamoru avevamo pensato inizialmente di dire la verità e di trasferirci tutti quanti al palazzo reale. Visto che però molti di voi non erano dell'idea, abbiamo preso seriamente in considerazione l'idea di Ami. Perciò abbiamo pensato che diremo a tutti la verità, io e Mamoru rispetteremo il destino per cui ci siamo reincarnati e chi di voi vorrà far parte attivamente di questa nuova forma di governo lo potrà fare, gli altri invece potranno dedicarsi al loro lavoro finchè non si riteranno soddisfatti degli obbiettivi raggiunti.

Seguì un mormorio generale. -Che c'è?- chiese preoccupata.

-Tu stai quindi dicendo che ognuno potrà fare quello che vuole?- le chiese quasi incerta Ami, sebbene avesse sempre sperato che i due futuri regnanti prendessero la decisione da lei proposta.

-Sì...

-Insomma Usagi, sono più di vent'anni che continui a menarla su con "diciamolo, no non diciamolo." Adesso che avevi preso una decisione per tutti invece ti tiri indietro!- protestò dunque Rei.

-Lo so, mi spiace tanto, ma ero così agitata all'idea di quello che sarebbe accaduto una volta rivelate le nostre identità al mondo che non ho pensato che si può dire benissimo la verità senza però essere obbligati tutti a ricoprire una carica per cui non ci si sente ancora portati.

-Ugualmente hai fatto tanta confusione per niente.

-E perchè non l'hai proposta tu, anni addietro, questa idea?- domandò Usagi piccata.

-Come nostra Regina avresti dovuto pensarci tu.- continuò Rei innervosita, mentre Usagi cercò di cacciare le lacrime agli occhi per il solito modo brusco con cui Rei l'aveva trattata, rispondendo di rimando: -Tu la fai facile, ma secondo te cosa vi convoco a fare?

-Rei ha ragione.- intervenne Ami concordando le parole di Sailor Mars, prima di bere un sorso d'acqua. "Se lo dice anche Ami che con me è sempre buona e gentile, vuol dire che è proprio vero!" pensò allora la loro principessa con alcune lacrime già lungo il viso. Mamoru vedendola così si alzò dal tavolo per andare a darle conforto. -Sono proprio una buona a nulla!!- disse lei piangendo sempre più copiosamente.

-Ma no, Usa, che dici?- le disse lui chinandosi lievemente per cingerle meglio le spalle con le sue braccia forti.

-No, non dire così. Non è vero.- cercò di consolarla Setsuna -D'altronde è capitato a tutti di avere delle soluzioni a portata di mano, ma essendo presi da tante preoccupazioni di non pensare che a volte sono le idee più semplici a sbloccare problemi più grossi. Per esempio: guarda Haruka che ha provato ed è rimasta insoddisfatta da ogni genere di corsa prima di scegliere la F1. Pensare che i suoi genitori la protavano a gareggiare con i go-kart fin da quand'era bambina. Oppure pensa a Hotaru e Yoshi che stavano perdendo ogni speranza di diventare genitori. Quanto tempo ci è voluto prima che pensassero all'adozione? E sì che Hotaru è la prova vivente di quanto sia positiva questa alternativa per avere un figlio. Vogliamo poi parlare di una famosa violinista che con un semplice invito al bar ha riscritto un destino che sembrava irreparabilmente perduto? Ci volevano davvero diciotto anni per arrivare ad un'idea così semplice? A quanto pare sì. Io ti ho proposto solo degli esempi di cui ho un'esperienza indiretta, ma è una cosa normale. E' capitato a tutti.- Alcuni annuirono, altri concordarono a voce. Le sue buone e sagge parole riuscirono a far smettere i pianti di Usagi -Inoltre mettiamola così: hai fatto sì che anche noi che non avevamo detto nulla in famiglia finalmente trovassimo un valido motivo per dirlo anche a loro.

-E' vero!- disse Usagi ora più serena e asciugandosi le lacrime con un fazzoletto che tirò fuori da una tasca del maglioncino bianco che portava sopra l'abito da sera rosa. Mamoru ancora in piedi accanto a lei vedendola tranquilla le diede un bacio sulla guancia prima di tornare al suo posto. Lei sorrise e poi disse: - A proposito Setsuna, Makoto, Ami l'avete detto alle vostre famiglie? Come l'hanno presa?

Tutte le guardarono incuriositi. -Oh, da me...- dissero insieme la guerriera di Giove e la guerriera di Plutone. Risero insieme e poi Makoto lasciò spazio a Setsuna: -Beh, mio marito e mia figlia ci sono rimasti molto male, ovviamente perchè non mi sono fidata abbastanza di loro per dire la verità. Però in un paio di mesi mi hanno perdonata e dicono di essere ancora più orgogliosi di me. Mio figlio invece ha accettato la cosa fin da subito. Dovevate vedere come era felice, continuava a dire che ero una specie di Xena del futuro e che era super fiero di avere una madre tanto agguerrita e altruista!- rise di gusto -Ah: preparatevi tutte perchè alla prima occasione in cui ci vedremo con la mia famiglia, mio figlio ha già dettp che vi tempesterà di domande!- Avvertì le altre suscitando il loro divertimento. -Non ha nemmeno perso occasione per dire che non vedeva l'ora di andare a vivere nel palazzo imperiale o nel nuovo castello che farete costruire. Ahahah, l'ho sempre detto che quel ragazzo non è del tutto normale.

-Ah-ah. E chissà da chi avrà preso!- intervenne Haruka divertita e decisamente contenta per l'amica.

-Intanto Hotaru è cresciuta benissimo.- rispose lei di rimando fintamente stizzita.

-Perchè non stava con te ventiquattro ore su ventiquattro!- Seguì una risata da parte di tutti.

-Beh, Set! Se la cosa ti può incoraggiare non sei l'unica ad aver avuto a che fare con un maschio bizzarro- prese poi parola Makoto, mentre il compagno protestò per il "complimento" ricevuto. - Io quando l'ho detto a lui, per risposta mi son sentita dire: "Era ora che ti decidessi a dirmelo". Devo averlo guardato come se io fossi una comune mortale e lui fosse stato l'eroe di turno. Così mi ha detto: "L'ho sempre saputo. Solo che aspettavo fossi tu a dirmelo" !-

-Eeehhh???- Tutte loro assunsero la stessa espressione di Makoto nel giorno in cui Shinozaki le disse di aver sempre saputo della sua seconda identità. -Ma... Ma come facevi a saperlo??- domandò Ami direttamente a lui.

-Ha detto che aveva sentito per caso una conversazione che avevo avuto al telefono con Minako già il primo anno di convivenza!- rispose la bruna al posto suo.

-E lui non ti ha mai detto di saperlo?- chiese Usagi.

-No, ha detto che voleva che mi sentissi pronta io.

-Per la verità speravo che superare il primo anno di convivenza fosse un buon motivo per te per dirmelo.

Lei lo guardò dubbiosa e poi gli chiese: -Aspetta un po', vuoi dire che sei rimasto con me solo per quello?

-No, certo che no.- rispose lui calmissimo -Sono rimasto perchè sei una cuoca provetta e perchè così avrei potuto sentirmi sicuro da ogni pericolo. Sei d'accordo anche tu, vero, batuffolina?- chiese sorridendo e cingendo affettuosamente le spalle alla figlia. -Sì, papà: adesso siamo tutti più sicuri!!- esclamò la piccola con un largo sorriso reso ancora più tenero dalla mancanza di due degli incisivi inferiori. Anche lei ovviamente non sapeva che la madre era una guerriera, ma era ancora talmente piccola che non aveva ben afferratto il concetto che sua madre era stata da sempre una guerriera Sailor. Entrambi genitori infatti erano abbastanza certi che Shioko avesse capito che Makoto era diventata una guerriera dal giorno in cui lo disse in casa. La cosa li divertì, ma non li preoccupò, avrebbero infatti avuto tempo per spiegarle meglio le cose quando sarebbe cresciuta.

Makoto sospirò guardando in alto. -Ahhh, dove sono finiti i cavalieri che proteggono le loro fanciulle? Ora tocca a noi donne difendervi!

Seguì un breve dibattito tra gli uomini e le donne della tavolata circa i loro ruoli sociali e famigliari. Al termine della secolare guerra tra i due sessi risolta in nulla, Usagi incalzò Ami a dire come l'avevano presa da lei. -Beh, apparentemente da me non hanno fatto tante storie: erano solo molto contenti che io avessi deciso di restare con loro. Però da allora quell'argomento è diventato tabù. Infatti li avevo anche invitati a venire a cena con noi, ma mi hanno detto di no senza girarci troppo attorno.

Dopo qualche secondo di silenzio parlò Yukiko, la figlia di Rei: -Devo ammettere che infatti un giorno di Novembre, Harumi è venuto a prendermi a scuola. Pensavo che fosse per passare del tempo insieme e invece è venuto per chiedermi se io sapevo già che voi eravate delle Sailor e se sapevo che anche Ami era una di voi. Quando gli ho detto di sì si è rabbuiato ancora di più dicendo che non era giusto che noi lo sapessimo e la sua famiglia invece no.- rimase a riflettere un attimo. -In effetti da allora non si è fatto più vivo...- Tenne per se': "Proprio ora che iniziava a non dispiacermi anche come ragazzo." Ripensando a quel suo sorriso un po' canzonatorio che rifletteva una personalità un po' esuberante, che non aveva preso dai genitori e che non condivideva nemmeno con la sorella.

-E' chiaro che il mio comportamento li ha delusi e feriti... -riprese a parlare Ami, scoraggiata ulteriormente appena appresa la notizia dalla figlia di Rei. Il suo comportamento li aveva feriti al punto da impedire a suo figlio di vedere la figlia di Rei della quale sembrava essersi invaghito da tempo. "Le mie scelte sbagliate stanno influenzando anche la vita di mio figlio..." la prese un profondo senso di sconforto. -Ho sempre pensato di fare tanto bene per gli altri e non mi sono resa conto che tacendo la mia identità stavo facendo del male alle persone a cui tengo di più!- Era più che evidente la tristezza che portava dentro, per questo tutte si affrettarono a dire parole di conforto all'amica. -Dai Ami, non colpevolizzarti! In fin dei conti non è stato facile dire chi eri veramente, ma hai mostrato molto più coraggio nel dirlo dopo tanti anni. Lo sappiamo tutte quanto abbiamo rischiato per il nostro pianeta: ciò che abbiamo ucciso erano dei nemici ed erano dei mostri, se non addirittura demoni! Devi dar loro tempo di elaborare tutto ciò per capirlo- disse ad un certo punto Minako.

Anche Usagi si prestò ad incoraggiarla subito: -Su, vedrai che con il tempo capiranno. Una volta metabolizzata la tua identità segreta capiranno quanto sia importante l'amore di una persona speciale come può essere una consorte e una madre. Inoltre il tuo lavoro e il tuo impegno nella ricerca non sono altro che una conferma del fatto che tu sei un'inestimabile persona che ama il prossimo e ci tiene davvero a salvare tutti sia come guerriera Sailor, sia come persona comune.- Le parole della sua regina insieme a quelle della leader, riuscirono a tirarla su di morale.

Quando la piacevole serata fu ripristinata per tutti, per concludere la cena con un lieto fine Usagi esclamò: -Bene, ora io direi di brindare...

-Ma in genere non si brinda mai dopo il dolce...- la interuppe Chibiusa.

Usagi arrossì.

-Con i bicchieri ancora vuoti per altro. Sei sempre la solita!- le disse a quel punto Rei, mentre Chibiusa annuiva con la testa.

"Com'è acida oggi Rei!!", poi riprese il suo proposito: -Beh, se non volete brindare fate pure. Io non ho intenzione di concludere la cena così. Voglio brindare infatti a questa serata come "inno all'amore". Brindiamo quindi alla famiglia Tenoh! ... No, Tenoh e Nishino... O forse dovrei dire Tenoh, Kaioh e Nishino...- finì con l'incespiscarsi.

-Ecco lo vedi? Sei sempre la solita pasticciona, non riesci nemmeno a fare un brindisi. Per altro dopo il dolce...- la rimproverò la figlia scocciata.

-Figlia dispettosa e irrispettosa!

-Come farai a diventare regina se non sai nemmeno quando e come fare un discorso, banale, come questo?- A quel punto le due si fecero una linguaccia reciproca.

-Ok, ok. Ora basta bambine!- le bloccò Mamoru poco prima che nascesse uno dei soliti battibecchi tra madre e figlia. Si volevano reciprocamente un bene dell'anima, ma quando iniziavano a pizzicarsi a vicenda erano proprio infantili e insopportabili. Litigavano sempre per delle sciocchezze e il titolo di “padre di famiglia” non poteva calzare meglio in altre situazioni e in altre case dal momento che spettava a lui fermarle, facendo così da padre a sua figlia, ma anche a sua moglie. Così fece un largo sospiro, aspettò che tutti avessero versato da bere nei calici dei loro vicini di posto* e poi si alzò e disse: -Brindiamo ad Haruka e Michiru; a Hotaru, Yoshiki e il loro bambino e all'inizio di questo nuovo capitolo per noi e per la Terra.- alzando i bicchieri, a cui seguì il tradizionale kanpai**, brindarono agli amori passati e mai finiti, all'amore tra genitori e figli, il più forte di tutti e all'inizio di una nuova era. Quello che però contò più di tutto fu il brindisi in onore al "vero amore che se non viene mai smesso di sperare e di sognare non è mai impossibile", come disse Usagi nella commozione più totale.

Fuori dal ristorante, prima di partire si promisero di vedersi tutti insieme più spesso. La promessa venne fatta perchè ora che venne presa una decisione definitiva non c'erano più motivi seri per cui era assolutamente necessario presenziare tutti quanti alle cene indette da Usagi. Al tempo stesso però la consapevolezza da parte di tutte le loro famiglie della loro reale identità, il ritorno in Giappone di Michiru e la nuova unione che la legava al team principal potevano essere di buon auspicio per riuscire ad organizzarsi più facilmente. Nessuno saltò la promessa, nemmeno i gemellini di Minako.

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* Secondo le regole del galateo giapponese nessuno si serve da bere da solo. Prima si versa da bere agli altri e poi si attende che qualcuno ricambi la cortesia. 

** kanpai: l'esclamazione giapponese che sta al posto del nostro "cin cin" e che significa "bicchiere asciutto".

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