ATTENZIONE: questa oneshot
é godibile
benissimo da sola, ma teoricamente è ambientata subito dopo
la mia fic: 'La Regina di Ghiaccio'.
Quindi scegliete voi se leggere prima la long o se direttamente questa!
Vi
auguro, buona lettura!
Fisso
perplessa il libro scritto
di pugno da una delle persone più orribili che abbia mai
conosciuto: Hans. Stento
a credere che è proprio grazie a quel libro “la
regina delle nevi”, se sono
diventata una leggenda!
Non è passato molto tempo da
allora e mi chiedo perché la luna abbia scelto proprio Hans
come scrittore
della mia leggenda: mi ha dipinta dal suo punto di vista, quindi come
una
cattiva!
La cosa di certo non sta spingendo
i bambini a credere in me, e quei pochi che lo fanno, hanno
perlopiù paura.
So che la luna mi è sempre stata
accanto e che mi sta permettendo di andare a trovare mia sorella quando
voglio
grazie alla polvere fatta da Sandy, ma al momento mi sento abbastanza
amareggiata: tutte le leggende sono famose ed i bambini credono in
loro, mentre
io mi sento così inutile.
Inoltre da quando sono qui Jack
si è comportato in modo strano: lo vedo più
distante e non ha detto a nessuno
di ciò che è accaduto tra noi… certo
non che io desideri sbandierarlo, ma
inizio a chiedermi se non si sia pentito del bacio e di tutto il
resto…
Il mio flusso di pensieri viene interrotto
dall’inaspettata voce di Jack che mi fa sobbalzare, facendomi
cadere il libro
dalle mani.
“Eccoti qui Elsa, ti ho cercata
ovunque! Pensavo fossi da tua sorella ed invece ti trovo qui a leggere
la tua
stessa fiaba? Se non ti conoscessi direi quasi che mi stai
evitando!”
Dice con il suo solito sorriso
ma io non lo trovo divertente: di certo di noi due non sono io quella
che sta
evitando l’altro ultimamente!
“Non dire assurdità”
Mento, non che lo stessi proprio
evitando ma in realtà sentivo il bisogno di stare un
po’ da sola.
“Qualcosa non va?”
Mi chiede stavolta con
un’espressione più seria e d’un tratto
mi ricordo il potere che ha sempre avuto
di sapermi leggere dentro. Raccolgo il libro e glielo mostro.
“È solo che è difficile far
credere ai bambini in me con una leggenda simile!”
Ammetto mesta e lui mi poggia
una mano sulla spalla, quel semplice contatto mi sorprende e sento il
battito
accelerare nonostante non ce ne sia motivo.
“Elsa non ti devi preoccupare
per tutti noi è stata dura all’inizio. Lo so, la
luna agisce in modi
discutibili a volte: mi sono spesso chiesto perché non
rispondesse alle mie
domande o perché non mi aiutasse quando ne avevo
più bisogno, ma solo dopo molto
tempo ho capito che in realtà ha sempre vegliato su di me,
lasciandomi comunque
la capacità di scegliere e di capire da solo quale fosse la
cosa giusta da
fare!”
In parte è vero: la luna mi ha sempre
supportata ed aiutata fino ad ora, forse
devo solo credere di più in lei e nelle sue decisioni.
Accenno un lieve sorriso
a Jack: alla fine riesce sempre a tirarmi su il morale in qualche modo.
“Bene, è questa l’unica
espressione che voglio vedere sul tuo viso! Io ora ho da fare: devo
andare a
trovare un bambino a cui ieri avevo promesso che l’indomani
sarei passato per
giocare con lui. Vuoi venire anche tu?”
“No grazie, penso proprio che rimarrò
qui”
Per quanto io adori far nevicare
e giocare con i bambini, in questo momento non ho proprio la voglia di
vedere
un altro bambino che probabilmente non crede in me.
“Oh ma dai, ci divertiremo un
mondo vedrai!”
Ridacchio a quelle parole e al
suo dolce tentativo di farmi sentire meglio.
“Non ne ho dubbi, ma sono
davvero stanca: sarà per la prossima volta!”
Dallo sguardo di Jack capisco
che non è molto convinto dalla mia risposta. Vorrei solo che
smettesse di
leggermi dentro.
“Se non vuoi venire ok, ma
almeno mi prometti che non passerai tutto il tempo a
rimuginare?”
“Ok”
“A più tardi allora regina di
ghiaccio!”
A sentire quel nome, come ogni
volta che viene pronunciato da lui, mi si scalda il cuore: adoro quel
modo in
cui solo lui mi chiama, mi ha fatto sempre sentire speciale.
Lo saluto e lo osservo volare
via chiedendomi se forse tutti quei dubbi non fossero solo mie
impressioni. Forse
lui aveva ragione: stare da sola a pensare non mi avrebbe aiutato,
decido
quindi di cercare gli altri guardiani. Forse il parlare con loro ed
ascoltare
le loro esperienze mi avrebbe aiutata in qualche modo.
Arrivo
davanti al palazzo di
Nord e trovo con mia sorpresa ben tre guardiani lì davanti:
Dentolina,
Calmoniglio e Sandy.
Sto per salutarli quando mi
accordo che pur non avendomi ancora vista, stanno parlando di me:
d’istinto mi
nascondo dietro un albero per ascoltarli, non so nemmeno io il motivo,
sto quasi
pensando che sia stato un riflesso stupido quando quello che sento mi
paralizza.
“Avete visto la nuova leggenda,
Elsa? Ha dei denti bianchissimi!”
Dice Dentolina euforica.
“Già… ma non capisco perché
sia
così onnipresente tra noi, non è una
guardiana!”
Ribatte Calmoniglio.
Sandy fa comparire sulla sua
testa con la sabbia un’immagine circolare, ma è
nuovamente il coniglio a
rispondere.
“Si lo so che l’ha scelta la
luna ma come leggenda, non come guardiana!”
“Ammettilo hai paura per le tue
uova ora che hai due leggende con i poteri di ghiaccio!”
Afferma Dentolina con un sorriso
complice.
“Si deve solo avvicinare alle
mie uova! Dico solo che mi sembra strano che sia sempre con
Jack… insomma sono
amici, ok! Hanno sconfitto insieme Pitch nella sua epoca, ma anche noi
lo
abbiamo fatto!”
“Che c’è sei geloso del tuo
migliore amico adesso?”
Chiede Dentolina facendolo
visibilmente imbarazzare.
“Cos- ma che dici? Migliore
amico con quello scansafatiche? Non credo proprio!”
Dentolina e Sandy se la ridono.
“Certo, come no! Comunque magari
sono spesso insieme per un altro motivo… forse
c’è qualcosa sotto… infondo sono
entrambi dei ragazzi con dei denti così belli!”
Dice lei con aria sognante.
“Non tutti hanno un problema con
i denti come te Dentolina! E poi figurati se ad una come Elsa interessa
uno
scapestrato come Jack!”
Ok, ne ho decisamente
abbastanza; quindi cammino in direzione opposta alla loro, ho
decisamente la
necessità di parlare con qualcuno ma so che
c’è solo una persona con cui potrei
farlo al momento.
Uso la polvere di Sandy e vado
da mia sorella.
Una
volta arrivata ad Arendelle
vado subito da mia sorella, la quale come di consueto mi abbraccia
felice di
vedermi. Le spiego cosa e successo e come mi sento: lei ascolta tutto
con
pazienza, una volta finito incrocia le braccia al petto e scuote la
testa.
“Oh Elsa dovresti avere più
fiducia in te stessa! Se persino io sto imparando ad essere una regina,
tu puoi
di certo imparare ad essere una buona leggenda!”
Sto per controbattere ma non me
lo permette, continuando con il suo flusso di parole.
“Ti farai tanti amici vedrai!
Quei guardiani hanno parlato così solo perché non
sanno quello che so io su di
te: mostraglielo e sono sicura che lo capiranno anche loro!”
“Oh Anna come farei senza di te?”
Le dico, contenta di aver deciso
di andare da lei, non avevo dubbi di poter contare sul suo supporto.
“E poi questo Jack capirà di
sicuro quanto vali, altrimenti verrò appositamente nel
futuro a mollargli un
bel pugno in faccia!”
Entrambe ridiamo, non resisto al
solo pensiero del povero Jack che potesse fare la stessa fine di Hans.
Di certo lui non se lo meritava!
Solo in quel momento mi accorgo che ho parlato di lui ad Anna come un
amico,
non che io le voglia nascondere nulla, ma semplicemente non mi sento
pronta,
non sono abituata a queste situazioni e mi imbarazza parlarne,
soprattutto ora
che non sono convinta di come stiano effettivamente le cose tra noi.
D’un tratto mi trovo a chiedermi
se anche lui si stesse comportando in quel modo per lo stesso motivo,
ovvero se
aveva solo paura di esternare a tutti i suoi sentimenti…
Impossibile! Lui è sempre
così diretto ed allegro che non ce lo vedo
proprio a comportarsi come me… o almeno credo…
Il mio flusso di pensieri è
nuovamente interrotto da Anna.
“Certo che deve essere proprio
speciale questo Jack per darti tanta pena!”
Mi fissa con sguardo complice e
mi sento arrossire, sperando di non averlo fatto davvero tanto quanto
mi sento
bruciare la faccia.
“Ma che dici: siamo solo amici!”
Mia sorella mi fissa dubbiosa e
con tono assolutamente non convinto dice.
“Ceeerto…”
“Discorso chiuso”
Taglio corto con tono secco,
sperando vivamente che cambiasse argomento.
“Come vuoi… allora raccontami
altre cose bizzarre del futuro!
Dice poggiando il viso sui pugni
e guardandomi con aria supplichevole come faceva da bambina quando
voleva
ottenere qualcosa.
“Anna, lo sai che probabilmente
non dovrei!”
“Andiamo, non ne parlerò ad
anima viva, promesso! Dai dai dai, ti-prego ti-prego
ti-prego!”
Sospiro, consapevole che
potrebbe benissimo continuare a supplicare per tutto il giorno.
“Va bene ma solo se poi mi
accompagnerai al mercato a comprare delle cose: forse ho appena avuto
un’idea
per provare stringere maggiormente amicizia con i guardiani!”
“Affare fatto!”
“Ok allora vediamo… cosa ti
potrei dire? Ci sono tantissime cose che sembrano delle vere magie ma
Jack dice
che non lo sono, che è solo
‘tecnologia’!”
“Tipo?”
Mi fissa con aria impaziente di
ascoltare la risposta.
“Le carrozze ad esempio: hanno
una forma diversa e si muovo da sole senza la necessità di
cavalli o renne!
Jack dice che hanno bisogno solo di uno strano liquido di cui non
ricordo il
nome”
“Ma dai!”
“Inoltre c’è un oggetto di
metallo enorme che hanno tutti in casa e che mostra immagini di
persone, luoghi
o animali e racconta anche delle storie come se stessero accadendo
davanti a te;
in realtà puoi vederle ogni volta che vuoi!”
“Davvero? Faccio fatica ad
immaginarmelo ma deve essere incredibile!”
“Ci sta anche un cilindro
metallico da cui esce la voce di una specie di maggiordomo
onnisciente!”
“In che senso?”
“Bé puoi chiedergli che tempo fa
o che ore sono, e lui lo sa! Inoltre puoi chiedergli di fare cose come
spegnere
le luci o di suonare della musica, e lui lo fa… il tutto
solo tramite la voce!”
“Ma dai è assurdo! Come fa a non
essere magia?”
“È quello che mi chiedo anche
io!”
Ridiamo entrambe e passiamo il
resto della giornata spensieratamente.
Una
volta tornata nella mia
nuova epoca, mi dirigo decisa davanti al covo di Nord: ho detto a Sandy
di
chiedere ai guardiani se potevano farsi trovare lì nel caso
in cui non avessero
impegni più urgenti.
Vedo che per il momento ci sono
solo Dentolina, Sandy e Calmoniglio.
Poco male, vorrà dire che
inizierò da loro!
“Ciao a tutti! Spero di non
avervi distolto troppo dai vostri impegni…”
“Ma figurati è sempre un piacere
parlare con te e osservare i tuoi magnifici denti!”
Dentolina prende la mia testa
tra le sue mani ed osserva i miei denti con entusiasmo, la fisso
perplessa e
dal mio sguardo sembrerebbe aver captato il mio disagio, infatti si
stacca
mettendo le braccia dietro la schiena imbarazzata.
Mostro ai presenti i pacchi che ho
portato.
“Questi sono dei regali per voi:
qualcosa dalla mia vecchia epoca! Certo non saranno entusiasmanti come
la
vostra tecnologia… ma spero vi piacciano!”
Sembravo davvero sorpresi ed
iniziando a dire cose tipo ‘non dovevi’ ma si vede
che sono impazienti di
aprirli.
Bene Elsa, forse come primo
passo stai andando bene.
Il primo ad aprire il suo regalo
è Sandy: appena vede il cuscino in seta con ricamata con
filo dorato la frase
‘Sogni d’oro’, lo stringe fortissimo
sprofondandoci dentro la testa beato.
“Deduco che tu l’abbia
apprezzato, mi fa piacere!”
Ridacchio a quella tanto buffa
quanto tenera immagine.
Dentolina apre il suo impaziente
di sapere cosa ci troverà dentro, anche perché
è il pacchetto più piccolo di
tutti: è una collana con un ciondolo di legno a forma di
spazzolino con le
setole bianche.
“È la
cosa più adorabile che
abbia mai visto, non vedo l’ora di mostrarla alle mie fatine,
grazie!”
Esclama lei. Il suo entusiasmo
mi rallegra, inizio a convincermi che forse le cose andranno davvero
meglio
adesso.
“E questo è per il coniglio
musone!”
Dico ironica porgendo con un
sorriso il pacco a Calmoniglio, il quale abbassa le orecchie
imbarazzato.
“D-davvero ce n’è uno anche per
me?”
Stupito lo apre ed al suo
interno ci trova dei colori per dipingere.
“Sono colori naturali, so che
adori dipingere le uova,
così…”
“Sono molto belli, non dovevi!”
Un tenero sorriso si forma sul
mio volto notando che il coniglio gigante sembra quasi commosso, con
tutte le
intenzioni di nasconderlo ovviamente!
“Ma ora noi non abbiamo nulla
per te…”
Prova a dire imbarazzata
Dentolina ma la freno subito.
“Non ti preoccupare tra amici
non c’è bisogno di ricambiare!”
Esclamo, sperando vivamente che non mi guardino male per averli
considerati
tali ma nessuno sembra turbato, cosa che mi fa tirare un sospiro di
sollievo.
“Ne hai uno anche per Nord
spero! Perché appena vedrà tutto questo
dirà sicuramente qualcosa come: ‘che
succede qui? Non è mica Natale!’”
Tutti ridiamo a quella perfetta
imitazione fatta da Calmoniglio dell’accento russo di Nord.
Le nostre risate
vengono interrotte
dall’arrivo di Jack, sto per mostrargli il tutto ma le sue
parole mi
anticipano.
“Elsa cosa ci fai qui?”
Quella domanda ed il tono con cui la dice mi gelano nonostante io non
senta mai
freddo.
“Perché? Non sei contento che io
sia qui?”
Ancora una volta la sua risposta
non è quella che mi aspettavo: si passa una mano tra i
capelli visibilmente
imbarazzato ed inizia a comportarsi nuovamente in modo strano.
“Non è questo… è solo che
dovevo
fare una cosa con i guardiani… sai una missione
importante…”
Resto letteralmente senza
parole, è Calmoniglio a rompere il silenzio che si era
creato andando contro
Jack.
“Oh ma andiamo Jack non fare il
guastafeste! Elsa è stata così carina da portarci
dei…”
“Non importa Calmoniglio, se
avete delle cose più importanti da fare lo
capisco… continueremo un’altra
volta: tolgo il disturbo!”
Mi giro e avanzo con fare tanto
deciso quanto furioso lontano da loro, sento solo le loro voci sempre
più
lontane.
“Ehi aspetta Elsa!”
Tenta Dentolina.
“Visto, te lo avevo detto
Dentolina che non poteva avere niente a che fare con questo
scapestrato!”
Ribatte Calmoniglio
probabilmente rivolto a Jack, che risponde offeso.
“Ehi!”
Poi diocono altro ma ormai sono
troppo lontana per ascoltarli.
Arrivo
fino a davanti la porta
di ingresso del palazzo di Nord: decido che sono abbastanza lontana da
loro, o
meglio da Jack, quindi mi siedo stringendo le ginocchia al petto e mi
abbandono
ai miei pensieri.
Perché Jack si sta comportando in
questo modo così strano davanti agli
altri guardiani?
Si vergogna di me forse? Di ciò che c’è
stato tra noi?
Gli altri guardiani mi accetteranno mai o mi vedranno sempre e solo
come una semplice leggenda non degna della loro amicizia?
Forse la luna ha sbagliato a scegliermi, forse questo non è
davvero il
posto adatto a me.
Quest’ultimo pensiero mi
rabbrividisce, comprendo che quegli strani sentimenti che nutrivo da un
po’
stavano prendendo forma: la verità era che in quella
realtà non ero riuscita
ancora a sentirmi a casa e forse non lo avrei mai fatto.
Una lacrima riga il mio viso
quando un rumore deciso mi fa sobbalzare in piedi: è la
porta del covo di Nord
dal quale ha appena fatto capolino lui in persona! Mi asciugo di fretta
le
lacrime sperando che lui non le abbia notate.
“Che fai tu qui fiocco di neve?
Stai forse escogitando un diabolico piano per entrare nella mia
segretissima
fabbrica di giocattoli?”
Chiede lui con tono ironico.
“Assolutamente no!”
Dico io sforzandomi di accennare
un sorriso.
“Quindi non ti interessa
vederla! Certo che sei proprio diversa dall’altro spirito
della neve allora!”
“Più di quanto immagini…”
Abbasso lo sguardo: per la prima
volta mi sento davvero diversa da Jack e non è di certo per
il fatto di voler
entrare nella fabbrica di Nord.
“Ed io che volevo farti fare un
giro… peccato!”
“Cosa? No, aspetta!”
Tento di fermarlo prima che
richiuda nuovamente la porta: chiunque desidererebbe vedere la fabbrica
di
giocattoli di Babbo Natale, ed io non faccio di certo eccezione!
“Quindi ti interessa adesso?”
Alza un sopracciglio fissandomi con sguardo complice.
“Bé ovvio che mi interessi, ma
pensavo che solo i guardiani avessero il permesso di
entrarci!”
“Infatti è così, ma è casa
mia e
diamine decido io chi far entrare, non credi?”
Con un ampio sorriso spalanca la
porta invitandomi ad entrare e non me lo faccio ripetere due volte:
corro
dentro prima che ci ripensi salutando gli Yeti all’entrata,
che borbottano
contrariati.
La fabbrica è enorme e mi guardo
in giro estasiata: ovunque ci sono Yeti o Elfi al lavoro e milioni di
giocattoli ovunque, sia in terra che in cielo!
La mia attenzione viene però
rapita da degli elfi in un angolo intenti a montare e dipingere una
bambola con
evidenti scarsi risultati.
“Ottimo lavoro ragazzi,
continuate così!”
Mi sorprende l’esclamazione di
Nord, ma poi lui si avvicina a me e mi sussurra.
“Li rende così felici credere di
essere utili, che non riesco proprio a dirgli la verità: gli
continuo quindi a
far credere che costruiscano i giocattoli ma in realtà mi
aiutano gli Yeti a
farlo!”
Rido incredula di fronte ad una
simile e bizzarra realtà.
Certo che Nord deve essere proprio un tenerone!
Penso tra me, ma mi incanto
nuovamente a guardare la fabbrica all’opera: Nord mi spiega
con precisione ogni
minima funzione ed io ascolto attenta.
Ad un certo punto mi porta nel
suo ufficio e non lo avrei potuto immaginare diversamente: pieno di
giocattoli
di ogni epoca e di magia!
“È
incredibile!”
Affermo estasiata, lui sorride
compiaciuto e mi mostra dei giochi di legno dicendo di averli
intarsiati
personalmente: è allora che mi ricordo di una cosa e tiro
fuori il regalo dal
sacco che stringevo ancora in mano.
“Ecco, questo è un piccolo
pensiero per te…”
Nord tira fuori dal pacco un
piccolo arnese con incise sul manico le sue iniziali.
“Serve per lavorare il legno…
Jack mi aveva detto che ti piace farlo e pensavo ti potesse far
piacere”
“È
bellissimo ma non dovevi… non
è mica Natale!”
“Bé posso decidere a chi fare un
regalo anche se non è Natale no?”
Rispondo cercando di imitare ciò
che mi aveva detto poco prima ed entrambi ridiamo.
“Grazie”
Mi dice con tono sincero.
“Grazie a te… avevo proprio
bisogno di tutto questo!”
Dico indicandomi intorno, lui
sorride e poi spalanca gli occhi come se gli fosse venuto in mente
qualcosa.
“C’è una cosa che voglio
mostrarti!”
Prende dall’armadio una
matrioska con il suo volto, la apre mostrandomi mano a mano tutte le
sue facce,
spiegandomi che ognuna rappresenta un lato del suo carattere; quando
arriva
all’ultima, la più piccola, la prende in mano e fa
una breve pausa prima di
continuare a parlare.
“Questo è il mio centro!”
“Centro?”
Chiedo dubbiosa fissando la
piccola matrioska di lui: sembra quasi un bambino con degli occhi
enormi.
“Esatto! Vedi tutti hanno molti
lati del proprio carattere che li contraddistinguono e che a volte li
fanno
comportare anche in modo imprevedibile… ma uno solo
è il proprio centro: ciò
che sono davvero nel loro cuore ed è anche ciò
che possono donare agli altri!”
“Davvero?”
Chiedo incredula cercando di
capire cosa possa rappresentare quella matrioska.
“Il mio centro è la meraviglia! È
quello che sono davvero: una persona capace di guardare il mondo sempre
con
meraviglia come un bambino… è ciò che
dono e proteggo nei bambini come
guardiano e in tutte le persone, ad esempio anche oggi l’ho
donata a te
portandoti qui, non credi?”
“Quindi è una cosa solo dei
guardiani?”
Chiedo, delusa di aver trovato l’ennesima
cosa da cui fossi esclusa, ma lui scoppia in una grassa risata.
“Elsa a volte tu sei più ingenua
di un bambino! Ma no, è una cosa che hanno tutti il proprio
centro, mi sembra
ovvio!”
Guardo tristemente la matrioska
pensando che non vedo davvero nulla che io possa donare agli altri al
momento.
Cosa sono davvero?
Una leggenda?
Ma se i bambini mi conoscono a malapena!
Una bambina nata con degli strani poteri?
Non so nemmeno da dove vengano!
E se non so chi sono, come posso mostrarlo e donarlo agli altri?
“Sono una leggenda penosa,
nessuno crede in me, a malapena riesco a farmi degli amici al di fuori
della
mia famiglia e non ho idea di chi sono: magari sono io che
semplicemente non ne
ho uno!”
Concludo amaramente con tono
duro e facendo esplodere di un colpo la rabbia che mi portavo dentro.
Dopo una
breve pausa sento nuovamente la rumorosa risata di Nord, il quale mi
mette le
mani sulle spalle con un’energica scrollata.
“Oh Elsa, mi ricordi così tanto Jack
quando è venuto qui per la prima volta: sai anche lui era
triste e solo, con la
stupida paura di non piacere a nessuno!”
Aggrotto la fronte fissandolo di
traverso.
“Non c’è bisogno che tu inventi
frottole per farmi sentire meglio: Jack è sempre allegro e
circondato da amici
e bambini che credono in lui!”
“Il Jack di ora, ma non quello
che arrivò qui per la prima volta in quanto scelto da Manny
come guardiano!
Quel Jack era solo e senza amici: una leggenda in cui nessuno credeva e
che
poteva vedere… lo è stato davvero per
secoli!”
“Davvero?”
Chiedo sbigottita, ricordandomi
improvvisamente che Jack me lo aveva accennato. Quando lo vedo annuire
porto
una mano al petto e stringo con tutte le mie forze il pugno su di esso:
non
riesco a credere che Jack sia stato così solo e triste per
così tanto tempo!
Non riesco nemmeno ad immaginarmi una cosa simile: deve essere davvero
troppo
da sopportare. Al solo pensiero sento una stretta al petto ed il fiato
mancarmi.
“È
orribile…”
Inizio a pensare che forse siamo
più simili di quanto immaginassi e non di certo per i poteri
di ghiaccio.
I miei tristi pensieri vengono
però nuovamente interrotti dalla voce tuonante di Nord,
questa volta di nuovo
allegra quasi come se non stessimo parlando di una cosa così
triste.
“Non ti preoccupare Elsa: vedi?
Anche lui alla fine ha trovato il suo posto qui con noi come guardiano,
è
riuscito a far credere i bambini in lui, a donare a noi qualcosa che
avevamo
perduto, ed ha trovato il suo centro! E sono sicuro, mia cara Elsa, che
anche
tu lo troverai! Forse non oggi, né domani… ma
sento nella mia pancia che lo
troverai e la mia pancia non mente mai”
Ridacchia dandomi un affettuosa
gomitata. Mi massaggio leggermente il braccio perché anche
l’’affettuosa’
gomitata di Nord si fa comunque sentire, ma in qualche modo comunque le
sue
parole mi fanno sentire meglio: è strano a volte sapere che
può credere in te
anche una persona che ti conosce poco, ti riempie di gioia.
Sorrido e lo fisso con sguardo
sincero.
“Grazie”
Dico solo questo e lui ricambia
il sorriso con fare gioioso, quindi mi riaccompagna alla porta. Lo
saluto e
d’un tratto capisco che forse mi aveva vista davvero piangere
prima, ed aveva
fatto tutto questo per farmi stare meglio.
Capisco che forse un amico sono
riuscita a farmelo anche qui e la cosa non può che rendermi
felice.
Apro la porta per uscire ma
trovo Jack che appena mi vede sgrana gli occhi e poi incrocia le
braccia al
petto imbronciato.
“Come hai fatto ad entrare? A me
non mi ha permesso di farlo per anni finché non sono
divenuto un guardiano!
Nonostante i miei innumerevoli tentativi di infiltrarmi”
Sorrido pensando che a volte
sembra proprio un bambino geloso: mi diverto a stuzzicarlo, soprattutto
ora che
sono ancora arrabbiata per come mi ha trattata prima.
“Forse è perché mi ritiene
un’ottima leggenda… ha detto anche che la luna gli
ha riferito che mi affiderà
l’esclusiva di far nevicare!”
Jack rimane letteralmente
spiazzato alle mie parole; non riesce a parlare per qualche secondo e
sembra essere
diventato più bianco del solito. Poi chiude gli occhi, da un
sospiro profondo e
mi fissa con aria di risentita.
“Ti stai prendendo gioco di me!”
Non riesco a trattenere le
risate.
“Avresti dovuto vedere la tua
faccia!”
Sembra arrabbiato ma anche
sollevato.
“Bé se ridi vuol dire almeno che
non stai così giù come temevo… per
fortuna!”
“Lo avevi notato?”
Chiedo stupita, confutando
ancora una volta la sua capacità di comprendermi
più di chiunque altro.
“Ti va di parlarne?”
Quella domanda mi spiazza, è
quello che vorrei più di ogni altra cosa, eppure mi sento
bloccata come se le
parole non volessero, o avessero paura, di uscire dalla mia bocca.
“È per il fatto che pochi
bambini credono in te? Se è per quello non ti devi
preoccupare! Ho pensato a
qualcosa in merito: motivo per cui mi ero sorpreso a vederti con i
guardiani…
sai volevo organizzare la cosa… capire se erano
d’accordo…”
Di che diavolo sta parlando?
Ma prima che io possa dire
qualcosa mi prende per mano e mi trascina dove eravamo prima.
Solo una volta che siamo davanti
ai guardiani mi accorgo che mi sta ancora tenendo la mano e la cosa mi
imbarazza molto più di quanto avessi pensato: sento il cuore
battermi forte.
In quel momento vedo arrivare
anche Nord con Calmoniglio: ci sono proprio tutti!
“Calmoniglio mi ha raccontato tutto:
sono pronto per la missione che richiede la presenza di tutti i
guardiani!”
“È successo qualcosa?”
Chiedo a Jack preoccupata.
“Qualcuno ha bisogno del nostro
aiuto, è una missione di prioritaria importanza! Ma anche la
tua presenza è
fondamentale Elsa”
Lo dice con un sorriso e non
riesco a capire se sia davvero una cosa di cui preoccuparsi o meno,
pure gli
altri mi sembrano sereni e pronti per l’avventura. Li fisso
perplessa,
chiedendomi cosa possa centrare io in tutto questo: normalmente non
partecipo
mai alle missioni che richiedono la presenza dei guardiani.
“Dai Elsa non fare quella
faccia: ci divertiremo un mondo, vedrai! Basta non ascoltare i
borbottii di
coda di cotone!”
Mi dice Jack.
“Ehi tu ragazzino, come osi…”
Sta per inveire Calmoniglio ma
Sandy si mette tra i due fermandoli.
“Sandy ha ragione: la missione
ha la priorità… forza andiamo, non fate i
cialtroni!”
Incita Nord e tutti lo seguiamo
andando verso la prima casa di alcuni bambini.
“Ma non capisco, cosa dobbiamo
fare esattamente?”
Chiedo ancora dubbiosa a Jack.
“Lo vedrai Elsa!”
Risponde lui con l’espressione
di chi mi sta nascondendo qualcosa, ma davvero non riesco a capire di
cosa
possa trattarsi.
Arriviamo a casa dei bambini, i
guardiani si mostrano e loro rimangono estasiati di vederli tutti
insieme!
Poi accade un qualcosa di
inaspettato: i guardiani spiegano ai bambini della mia esistenza e che
a
differenza della mia fiaba sono buona, che sono un’amica di
tutti loro e di
Jack e che ho poteri simili ai suoi. I bambini guardano nella mia
direzione e
mi salutano con un sorriso e chiedono ai guardiani se possono giocare e
con
noi.
“Ma certo, perché siamo venuti
sennò? Non è mica Natale o Pasqua o sono caduti
dei dentini giusto?”
Esclama Nord facendoli ridere.
“Possiamo giocare con la neve?”
Chiedono estasiati guardando
supplichevoli Jack, lui fa finta di pensarci su.
“Non saprei… penso dovreste
chiedere a lei se ha qualche idea, infondo servirà di sicuro
tanta neve!”
I bambini corrono da me e mi
fissano speranzosi, nel vederli ricordo lo sguardo che aveva Anna da
piccola
quando mi supplicava di usare i miei poteri per giocare insieme.
“Hai idee regina delle nevi?”
Mi chiedono con un tono
dolcissimo.
“Vediamo… potremmo fare un
pupazzo di neve?”
“Siiiii!”
Urlano i bambini in coro,
correndo al giardino di casa.
Passiamo tutta la giornata a
giocare con la neve e a ripetere la visita anche ad altri bambini: i
guardiani
ogni volta li convincono a credere in me ed insieme inventiamo sempre
nuovi
giochi.
“Bene questo era l’ultimo per
oggi!”
Esclama Nord davanti a tutti
mentre Jack lo riaccompagna in camera sua.
“Missione da guardiani di
prioritaria importanza?”
Gli chiedo io, ancora incredula
che tutti abbiano lasciato i loro importantissimi compiti solo per far
credere
qualche bimbo in me e divertirsi tutti insieme.
“E cosa c’è di più importante
degli amici?”
Chiede Nord retoricamente indicando
tutti i guardiani, che mi sorridono. Sono senza parole: davvero hanno
fatto
tutto questo per me? Ed io che pensavo che a malapena mi considerassero
una
conoscente.
“Come ti ho detto Elsa, non so
quale sia il tuo centro ma sono sicuro che lo scoprirai da sola: sei
una
persona in gamba o Manny non ti avrebbe scelto per questo ruolo! Nel
frattempo
puoi contare su tutti noi ogni volta che vuoi, che sia un problema
più o meno
grave: noi ci saremo. Il fatto che tu non sia una guardiana non vuol
dire che
non ti consideriamo una di noi… una della
famiglia!”
Tutti i guardiani annuiscono e
mi asciugo una lacrima di gioia che sento scorrere sul mio viso.
“Grazie ragazzi”
Non riesco a dire altro, ma per
la prima volta mi sento a casa anche in questa nuova epoca ed in questo
nuovo
ruolo, nonostante tutto.
“Penso che la persona che
dovresti ringraziare maggiormente è
un’altra… sai prima di considerarci come
una famiglia, eravamo molto concentrati solo su noi stessi e sui nostri
doveri.
Un giorno però uno stupido spirito della neve, molto
più solo di noi, ci ha
insegnato molto di più sull’amicizia e
l’esserci sempre per gli altri rispetto
a quanto chiunque di noi avrebbe mai potuto fare. E tutto questo
è stata una
sua idea: ti ha vista triste ed ha subito cercato un modo per renderti
di nuovo
allegra! E’ proprio un ottimo spirito del divertimento non
trovi?”
Dice lui facendomi l’occhiolino.
Tutto questo era un’idea di
Jack?
Aveva percepito come mi
sentivo e fatto di tutto per farmi stare meglio!
Improvvisamente mi sento una
stupida.
“Già! Penso proprio che devo
andare da lui!”
“Oh non ti preoccupare tanto ora
tutti noi dobbiamo tornare davvero ai nostri doveri… ci
saluti tu Jack ok?”
Annuisco, loro mi salutano e si
voltano incamminandosi verso le loro case. Mentre vanno via sento
Dentolina bisbigliare
a Calmoniglio.
“Vedi te lo avevo detto che c’è
sotto qualcosa… non li trovi adorabili?”
“Non ci credo, non esiste che
uno scapestrato come lui abbia fatto colpo su una ragazza come
Elsa!”
Arrossisco fingendo di non aver
sentito nulla mentre mi reco verso l’ingresso della casa, ma
proprio in quel
momento vedo uscire Jack.
“Bambino sistemato! Ma dove sono
finiti gli altri?”
“Hanno detto di salutarti perché
dovevano tornare ai loro doveri”
Assottiglia gli occhi
sospettoso.
“Strano da parte loro non
aspettare… ma vabbè, che ti va di fare
adesso?”
“Bé prima di tutto devo darti
questo: mancavi solo tu! È un pensiero che ho portato dalla
mia epoca”
Gli porgo l’ultimo regalo che
avevo portato con me.
“Per me?”
Sembra sorpreso e lo apre
entusiasta come un bambino a Natale, cosa che mi fa sorridere con
tenerezza.
Appena vede di cosa si tratta
resta bloccato per qualche secondo: è una sfera con la neve
finta che cade se la
agiti, con sotto dei bambini in miniatura che giocano con la neve.
“Ti piace?”
Chiedo incerta, con il dubbio di
aver scelto male, ma lui la agita facendo nevicare sulle piccole figure
dei bambini
ed il suo volto si illumina con un sorriso bellissimo.
“La adoro, grazie!”
“Sono io che dovrei
ringraziarti… insomma per questo…”
Non so come spiegargli quello
che provo ma lui mi interrompe prima che riesca a trovare le parole.
“Non c’è bisogno di ringraziare,
sai bene che farei qualsiasi cosa per te regina di ghiaccio! Se
c’è qualcosa
che non va puoi sempre confidarti con me e farò il possibile
per aiutarti, di
questo non ne devi mai dubitare”
Mi sento una sciocca ad averlo
fatto! Certo magari non si era comportato in maniera egregia, forse non
aveva
capito esattamente tutto quello che non andava, ma come sempre aveva
fatto di
tutto per farmi stare di nuovo bene.
Ed è tutto ciò che conta.
“Comunque in realtà vedendoti
giù avevo paura”
“Paura?”
Chiedo sorpresa da quella
improvvisa ammissione. Si passa una mano tra i capelli visivamente in
imbarazzo, distogliendo lo sguardo.
“Bè sì: avevo paura che ti fossi
già pentita di essere diventata una leggenda… e
della tua scelta”
Non avevo considerato una cosa
simile, non avevo immaginato che questa situazione potesse aver fatto
stare
male anche lui.
“Non mi sono pentita, avevo solo
paura di non essere abbastanza per questa nuova realtà e mi
sentivo sola… ma
forse mi sbagliavo! Mi sono accorta che anche qui ho tante persone
accanto che
mi sostengono e che mi aiuteranno a trovare la mia strada, anche quando
per me
è più difficile vederla”
Mi fissa con un sorriso così
dolce da farmi arrossire ma non posso fare a meno di ricambiarlo,
prende la mia
mano.
“Anche io ho una sorpresa per
te!”
Lo dice con quell’aria sbarazzina
di chi mi sta nascondendo di nuovo qualcosa.
“Quale?”
Chiedo comunque curiosa, ma invece di rispondermi mi attira a
sé dalla mano
fino a cingermi col braccio sul fianco.
“Lo vedrai… tu tieniti solo
forte!”
In quel momento forse capisco
cosa intende e mi stringo a lui con tutte le mie forze.
“Vento, portaci in alto”
Dice lui. Non è la prima volta
che mi fa volare con lui ma odio che debba farlo sempre in modo
così
inaspettato.
Chiudo istintivamente gli occhi,
dopo pochi minuti sento che ci siamo fermati e mi dice di aprirli;
quando lo
faccio vedo che siamo praticamente sopra le nuvole da cui si vede un
bellissimo
tramonto.
Prende il bastone e lo mette in
orizzontale sotto di noi e quindi ci sediamo sopra, io mi sto ancora
stringendo
a lui.
“Puoi lasciarmi adesso: non ti
preoccupare il vento ti sosterrà”
Imbarazzata allento la presa,
anche se ancora intimorita: provo a mettere piano le mani sul bastone e
mi
sento più sicura quando noto che effettivamente il vento ci
regge senza
problemi. Siamo seduti uno accanto all’atra.
“Sai sempre come aiutarmi… è
perché anche tu hai provato le stesse sensazioni…
anche tu in passato ti sei
sentito solo, non è vero?”
Gli chiedo improvvisamente ripensando
a ciò che mi aveva detto Nord.
Vedo il suo volto incupirsi e
non mi serve una risposta: leggo in quello sguardo le mie stesse
sensazioni ed
improvvisamente mi sento malissimo, come se avessi sulle spalle il
mondo
intero.
È così che si era
sentito in passato
per tutti quegli anni?
È così che si sente ora anche
solo al pensiero?
Non posso fare a meno di stare
male per lui. Dopo un breve silenzio però è lui a
parlare.
“Sì, ho provato come ci si sente
per molto tempo. Quello che conta però è che ora
non sono e non mi sento più
solo e vorrei che anche tu non lo facessi”
“So che non lo sono”
“Infatti è così”
Mi fissa con sguardo magnetico
guardandomi dal basso verso l’alto ed improvvisamente sento
il cuore a mille,
non penso di poter sostenere quello sguardo a lungo, quindi imbarazzata
distolgo
il mio fissando il panorama.
“E bellissimo”
“Già”
Mi risponde lui, ma mi accorgo
che sta guardando ancora me e non il panorama, mi sento arrossire
più del
dovuto ma questa volta incrocio di nuovo il suo sguardo senza
distoglierlo.
Mi cinge con il braccio fino a
posare la mano sulla mia testa, quindi la avvicina delicatamente a lui.
Io lascio semplicemente che mi
baci.
In questo momento capisco che
forse non sarà facile essere una leggenda, che non saremmo
mai stati una coppia
normale o come tutti penserebbero, forse avremmo avuto tempi diversi,
litigi
diversi, momenti bui ed incomprensioni, ma che tutto ciò non
importa.
Finché potremo contare l’uno
sull’altra, ci potranno sempre essere momenti magici ed
indimenticabili come
questo bacio al tramonto.
Ed eccomi alla fine delle mia prima oneshot di Elsa
in prima persona!
Mentre scrivevo la mia long “La regina di ghiaccio
– another universe” mi è
venuto in mente che mi dispiaceva non aver mai trattato molto la vita
ed i
problemi di Elsa come leggenda, per non parlare del suo rapporto con
gli altri
guardiani! Così mi è venuta l’idea per
questa oneshot, spero che vi sia
piaciuta che abbiate o meno letto le altre opere della mia
“saga” (si ormai si
può definire tale dopo 3 oneshot e due long XD).
Per scriverla, come in tutte le mie oneshot, ho voluto cogliere
l’occasione
per provare ad uscire dalla mia confort zone della terza persona per
scrivere
tutto in prima ma questa volta dal punto di vista di Elsa! Adoro il
personaggio
di Elsa ed è molto complicato, quindi spero di aver
rappresentato bene la sue
psiche ed essere rimasta ic.
Data la mia non confidenza con la prima persona spero mi facciate
sapere che ne pensate e se avete consigli ovviamente sono sempre ben
accetti!
Ma tornando alla storia: ho potuto approfondire maggiormente i dubbi e
le incertezze di Elsa, mi ha divertito molto scrivere il pezzo con Anna
quando
Elsa le descrive la tecnologia moderna: avete capito di cosa parla?
(soluzione:
macchine, tv e assistente vocale di casa XD).
Sono anche molto soddisfatta di come è venuto il pezzo con
Nord: lui lo
vedo un po' come un papà che si preoccupa della salute di
tutti lì ed è un
bonaccione in realtà!
Tanto fluff in questa storia (strano da parte mia ahahahah! No
vabbé
dai che sono una brava anche se malvagia autrice), comunque una piccola
curiosità: la scena alla fine di Elsa che guarda il panorama
e Jack che guarda
lei mentre dice che è bellissimo, era la scena con la quale
pensavo di iniziare
il seguito della mia prima fic “La regina di
ghiaccio” non appena finita, anche
se allora nel mio immaginario erano su un prato a guardare le stelle.
Già da
allora pensavo ad un seguito della mia long che iniziasse con un
momento di
pace, ma quando ho iniziato adesso “La regina di ghiaccio
– another universe”
ho scelto alla fine la scena delle palle di neve. Un po' mi era
dispiaciuto di
eliminare quella scena, quindi sono contenta di averla in parte
riproposta qui.
Ringrazio tutti i lettori, sia della ‘saga’ che
occasionali. Se volete
lasciatemi un vostro riscontro mi farebbe tanto piacere, che fino ad
ora mi hanno
sempre spronata a migliorarmi e a continuare questa avventura.
PS: Per
chi sta leggendo “La regina di ghiaccio – another
universe” ho
approfondito un po' quella che sarà la base per il suo
crollo emotivo una volta
senza Anna e che quindi darà il via poi agli eventi della
long (infondo si accumulano in lei tanti pensieri, dubbi e domande
ancora senza risposta)
Non vi preoccupate la prissima cosa che pubblicherò
sarà il nuovo cap (che inizierò a scrivere subito
dopo questo) ed in futuro nella fic farò forse un piccolo
richiamo a questa oneshot.. saprete individuarlo? A presto ;) .