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Autore: Angel TR    01/02/2020    1 recensioni
Lili e Asuka (più compagnia bella) in giro per l'Europa e Alternate Universe.
[Raccolta disomogenea scritta per varie Challenge]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Emily Rochefort
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La Belle Époque'
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The AU Challenge

Tabella: Europa
Prompt: Vienna
Nickname: Angel Texas Ranger
Titolo: Rapsodia viennese
Genere: commedia
Rating: verde


Vienna era davvero l'ultima città dove ti aspettavi di combattere un incontro per il Torneo del Tekken.

Era una città nobile, non c'era altro modo di definirla. Con i suoi palazzi lussuosi, le sue strade ampie e l'aria raffinata e magica che vi si respirava, Vienna sembrava essere la patria di...

«Lili Rochefort! Questa città urla il mio nome!»

Lili Rochefort, avvolta in un elegante vestito di raso e seta bianco con una gonna a campana piena di balze, avanzò volteggiando per la Stephansplatz, portandosi le mani al petto.

Era a dir poco estasiata.

Roteò su se stessa, la testa reclinata all'indietro – i lunghi capelli biondi parevano una cascata di oro e argento fuso, un sorriso sfavillante dipinti sulle labbra.

Come se non fosse stata a Vienna almeno altre trecentomila volte. Ha una proprietà qui.

Asuka Kazama inarcò un sopracciglio scuro, osservando con aria truce la sua partner al Torneo lanciare gridolini estatici.

Qualcuno pure la arresta. E poi arriverà papino a sborsare i soldi per liberarla.

Certo che Vienna iniziava a dare alla testa anche a lei. Davvero, se escludevi dal tuo panorama visivo i turisti armati di aggeggi tecnologici all'ultimo grido, potevi credere di essere un'imperatrice, una nobile, una dama di corte.

«Dimmi un po', camionista, non sarei eccezionale io come Maria Antonietta D'Austria? Sarei molto meglio di quella... Mary Jane di Spiderman.» strillò Lili in francese. «Inoltre, non comprendo come sia possibile che in Austria si parli tedesco! Una lingua così dura!Dovrebbero parlare francese, la lingua più affascinante e musicale al mondo!» continuò a trillare, altisonante e snob, piazzandosi le mani sui fianchi.
Aveva smesso di volteggiare e ora fissava dritto lo Stephansdom con uno sguardo così furioso che Asuka si stupì quasi che l'enorme duomo continuasse a stare zitto invece di cadere addosso a Lili per seppellire tutte quelle idiozie.

La bionda oca stava parlando con il duomo. Andiamo!, pensò Asuka, roteando gli occhi.

«Eh, sì, caro Monsieur Stephan – perché Herr Stephan modestamente non si può proprio sentire – ce l'ho con te. Vienna dovrebbe essere francofona!» iniziò la sua filippica Lili, muovendo un passo verso il Duomo.

Questo, impassibile, continuava a stare bello eretto, stagliandosi verso il cielo azzurro di Vienna.

Qualcuno deve pur intervenire. Lili ora si pensa che anche le opere architettoniche la stanno ad ascoltare.
Asuka marciò verso Lili, tirandosela per un braccio. Lili si divincolò e iniziò a urlare in francese parole di cui Asuka era convinta di non voler conoscere il significato.

I turisti avevano iniziato a notarle e scattarono loro qualche foto, chiaramente divertiti. Un francese rispose a Lili e lei si voltò in un turbine di capelli biondi e fluenti per annuire con foga.

Un sottile nervo sulla fronte di Asuka iniziò a pulsare. Lili sembrava sul punto di avviare qualche rivoluzione-protesta al grido di "Ridateci Vienna". Sulla base di cosa, Asuka non ne aveva idea: lei non badava molto a questa territorialità linguistica.

«Maria Antonietta, stai dando spettacolo. Dovresti darlo domani visto che hai un incontro.» le sussurrò Asuka in un orecchio.

La schiena di Lili era pressata contro il suo seno e la sentì rabbrividire. Smise di divincolarsi.

Finalmente.

«Allora?» chiese di nuovo.

Lili si voltò per scoccarle un'occhiata altezzosa. «E va bene. Ma solo se mi porti nel caffè più costoso di tutta la città.» concesse.

«Se vinco l'incontro, ti ci porto domani. Ora andiamo all'hotel.» disse Asuka.

Lili scrollò le spalle. «Spero che sia stile barocco, come la Reggia di Versailles. O magari potrebbe essere la residenza dell'imperatrice!»

Aveva voltato le spalle al Duomo. Aveva perso ogni interesse nella mastodontica opera.

Asuka scosse la testa. Lili era davvero buffa. «Certo, Lili. Il tuo letto sarà in oro e diamanti.» le assicurò sarcasticamente.

Lei le scoccò un'occhiata buffa da sopra la spalla sollevata con fare malizioso. «Come si confà ad una vera imperatrice.»


E Vienna? Balla sempre e senza fine.
Seifert, Jaroslav (1901-1986) Mozart a Praga: IX, v. 2 (ripetuto al v. 8)

  
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