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Autore: Angel TR    01/02/2020    1 recensioni
Lili e Asuka (più compagnia bella) in giro per l'Europa e Alternate Universe.
[Raccolta disomogenea scritta per varie Challenge]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Asuka Kazama, Emily Rochefort
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Belle Époque'
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Tabella: Europa
Prompt: Berlino
Tabella: Historical!AU
Prompt: II Guerra Mondiale
Nickname: Angel Texas Ranger
Titolo: Infermiere
Genere: storico
Note: AU
Rating: giallo


L'esplosione di una bomba in lontananza fece sussultare Lili Rochefort.
L'accampamento adibito ad ospedale sembrò vibrare a causa la potenza dell'esplosione. Le barelle ,disposte disordinatamente anche lungo i corridoi, scivolarono leggermente, tozzandosi l'un l'altra.
Lili prese un gran respiro per calmarsi e valutare la situazione.

Le serviva compostezza.

Le serviva sangue freddo.

Si sfilò i guanti imbrattati di sangue per prendere tempo e li gettò nella scatola di cartone che fungeva da contenitore della spazzatura.
Afferrò un paio nuovo di guanti e li infilò, tremando. Infilò l'indice nell'anulare e fu costretta a sistemare meglio il guanto.

«Principessa, sveglia! Qui arrivano soldati feriti da tutte le parti, non stanno certo ad aspettare a te che ti metti i guanti puliti!» le urlò una voce.

Lili si voltò per incontrare gli occhi cioccolata della nuova infermiera, Asuka Kazama.
Era arrivata prima che cominciasse la guerra a Berlino per cui nessuno aveva avuto niente da ridire quando si era presentata all'accampamento per prestare aiuto come infermiera.
Scattava tra le barelle, percorreva i corridoi di corsa, medicava le ferite più gravi senza nemmeno storcere il naso. Grazie alla sua freddezza, e sicuramente grazie ad un colpo di fortuna, si erano salvati due soldati.
Lili non ne aveva salvato nemmeno uno, anzi ,le era morto uno mentre gli cambiava la garza vecchia.
Era morto così, guardando fisso nel vuoto e mormorando parole senza senso in una lingua che Lili non capiva. Sapeva solo che, ad un certo punto, aveva sollevato lo sguardo sul volto del soldato, dedicandogli un sorriso di conforto.
Il sorriso le era morto sulle labbra, sostituto da una smorfia di puro orrore. Aveva lanciato un urlo che si era smorzato tra le mani premute sulle labbra ed era arretrata, inciampando.
Ricordava che Asuka Kazama l'aveva spostata malamente, mettendosi all'opera per portare il morto in uno spazio più adeguato.

E ora la stava fissando con aria inquisitoria, le mani piazzate sui fianchi. Il camice le andava stretto sul petto e largo ovunque; chiunque, al suo posto, sarebbe apparsa ridicola ma lei sembrava solo degna di una medaglia al valore.
Il viso pallido era tirato e aveva le occhiaie, le labbra disidratate e macchie di sangue sparse sul camice che spiccavano in contrasto con il bianco. Aveva tirato i capelli con delle mollette.
Scrutò con occhio critico l'ordinata treccia alla francese in cui Lili aveva raccolto i folti capelli biondi e lunghi. Evidentemente la reputava una sciocca che nella vita non aveva fatto altro che preoccuparsi di trucco e belletto.

«Allora? Vuoi sbrigarti?» sbottò la ragazza.

Lili non ebbe la forza di fare altro se non annuire.
Aveva solo sedici anni: il pensiero della morte e del dolore non l'aveva mai sfiorata se non quando era stata annunciata la guerra e Berlino si era improvvisamente trasformata in un mostro di violenza e sangue.
Qualcuno doveva darle tempo per adeguarsi. Com'era possibile che nessuno si fermasse a chiedersi come si era arrivati a quello? Com'era possibile essere come Asuka Kazama che eseguiva gli ordini dell'infermiera più anziana senza battere ciglio?
Che chiudeva squarci nella carne di giovani della sua età senza vomitare?
Lili sarebbe voluta fuggire da quel posto che puzzava di morte e sofferenza. Peccato che non avrebbe avuto dove andare.


Berlino è una destinazione atipica rispetto alle altre capitali europee: non è una città dall’incredibile bellezza, né è costellata di gioielli artistici; il suo passato turbolento e i suoi cittadini cosmopoliti ne rappresentano il principale richiamo, a ogni angolo si presenta agli occhi del turista un importante pezzo di storia, dalla guerra Fredda al trauma nazista. Ma Berlino è riuscita a guardare oltre…
(Anonimo)

  
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