Parigi-Bruxelles
Fluff

2 anni prima

«Quindi mi stai davvero dicendo che tuo padre ha mandato te in "Missione Diplomatica", con tanto di virgolette, a Bruxelles e che sempre tu, Oca Bionda francese, hai deciso che io dovevo assolutamente accompagnarti? Ma perché, cosa sarebbe successo se non fossi venuta? Bruxelles avrebbe dichiarato guerra a Parigi, visto il tuo master in Zero Diplomazia?» Asuka Kazama lanciò un'occhiata in tralice alla sua miglior nemica, la quale era abbigliata in un ridicolo completo giacca-gonna che la faceva sembrare una Bionda Che Vorrebbe Essere Intelligente Ma No.

Lili – "No, Asukà, qui sono Emilie. Fa più serio." – le rivolse il miglior sorriso educato di cui era capace. «Cara Miss Kazama, sono monegasca, non francese. Bisogna prestare molta attenzione alle parole quando si è in affari come moi. Il cliente di papà che incontreremo stasera è parigino.» la corresse, scandendo bene ogni sillaba e guardandola con aria di rimprovero.

Cercava di fare la maestrina, la Finta Bionda. «Smettila di atteggiarti, sembri una delle segretarie di "50 Sfumature di Grigio".» sbuffò Asuka, alzando gli occhi al cielo.

La reazione di Lili fu impagabile: mise il broncio per tutta la giornata e si rifiutò persino di andare al meeting. Alla fine Asuka fu costretta a comprarle una barretta da ben 500 grammi del miglior cioccolato belga – menomale che si era portata i soldi e che aveva seguito quel corso di inglese – per farle tornare il buon umore.

Il problema fu che la Bionda Pazza trovò molto diplomatico presentarsi alla riunione con l'enorme blocco di cioccolata. «Sarà chiaro a tutti che ho uno spiccato senso degli affari e un irresistibile carisma! Ovviamente basterebbe la mia bellezza, messa in risalto dal tuo rozzo viso, ma vabbeh... porterò una ventata di freschezza in mezzo a quei vecchi bacucchi!» si giustificò con entusiasmo.

C'è da dire che Bruxelles non dichiarò guerra a Parigi.

Presente

I campi di papaveri sono assediati dal sole. Di Bruxelles è rimasta solo la carta della cioccolata, comprata come ricordo di quella "missione diplomatica" di due anni fa.

Lili sospira, lascia che i raggi del sole le avvolgano la pelle come rovi di spine roventi. Bruciano e lei ne gioisce.

Se lo merita.

Cosa la fa soffrire di più, il rifiuto di Asuka o essere rifiutata per la prima volta nella sua vita? Non perché qualcuno prima l'abbia fatto; semplicemente perché Lili non aveva mai reputato qualcuno degno della sua attenzione.

«Questa è la segreteria telefonica di Asuka Kazama. Al momento sono impegnata, mi dispiace! Puoi cercarmi sul numero di mia mamma, di mio padre oppure del mio fidanzato. Ciao!»

Lili scaglia il telefono con quella sua allegra e insopportabile cover indaco verso il sole, spera si disintegri.