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Autore: alessandroago_94    02/02/2020    6 recensioni
Un tempo c’erano tanti Piccoli Regni, infine ne rimase uno solo; esso si era salvato dalla catastrofe solo perché era isolato su una montagna.
Questa è la storia di come quel Piccolo Regno riuscì a salvare ciò che restava degli altri, e di come riportò a fiorire la civiltà.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Breve storia cap 8

BREVE STORIA DEL PICCOLO REGNO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ordinarono la carica, i fratelli del Conquistatore, e gli uomini risposero urlando, interrompendo quel silenzio innaturale che li aveva avvolti per un poco.

I grandi guerrieri mulinarono le spade, gli arcieri tesero gli archi; ma poi i petali profumati e leggiadri di migliaia di fiori li avvolsero tutti, trasportati da un venticello tiepido di fine estate, cosicché i loro cuori si sciolsero.

Ben presto, su un tappeto di petali dai molteplici colori, furono abbandonate le spade e le armi. I nemici divennero amici, mentre una musica leggiadra riempiva l’aria, trasportata dal tiepido venticello, che alla terra aveva già donato ogni petalo rimasto.

Così gli abitanti del pacifico Piccolo Regno di Montagna vinsero una guerra persa in partenza; con l’orgoglio fino alla fine, rispondendo con fiori e musica alla barbara violenza. E i guerrieri del Conquistatore, che in vita loro avevano solo distrutto, rimasero estasiati dall’atmosfera di pace e dal piacere della musica, suonata da sapienti bardi, che pizzicavano le loro chitarrine e tanti altri strumenti.

Il Conquistatore stesso, entrato in città, restò immerso nella medesima atmosfera, avvolto da musica e da benessere pacifico.

L’ambasciatore balbuziente non gli risultò più inopportuno o fastidioso, quando tornò ad avvicinarlo per fargli visitare il Piccolo Regno racchiuso tra quelle mura. E godette del contatto puro di quella bambina, che l’accompagnò a sua volta.

Per la prima volta in vita sua si sentì un uomo benevolo, con il cuore pieno d’amore e di voglia di vivere e di rispettare.

Non rimase quindi molto sorpreso quando gli fu spiegato, tra un balbettio e un altro, che quel Piccolo Regno non aveva una Regina in carne e ossa, ma che era governato da un’Idea resa realtà dalla lealtà dei suoi cittadini; la Democrazia.

Tutti potevano esprimere il loro parere in libertà e non esisteva la sottomissione né la schiavitù. Si parlava di diritti e doveri, e non di obblighi. Nessuno veniva cresciuto con una mentalità militare, o schernendo gli altri, bensì con l’insegnamento ad amare e a rispettare la Natura e il prossimo.

Il Conquistatore rimase così colpito da quella visita da sentire dentro di sé il rimorso per tutto quello che aveva combinato in vita sua.

Eppure, al di là delle mura, i suoi fratelli erano gli unici a non gioire. Si erano messi in disparte, dopo aver tentato in tutti i modi di far redimere i loro uomini e di costringerli a riprendere le armi in mano, ma niente da fare.

La situazione era rimasta così festosa e immutata.

“Sono un popolo di stregoni” affermò uno di essi.

“Siano maledetti. Chissà cosa stanno inculcando a nostro fratello” disse un altro.

“E i nostri compagni d’arme? Avete visto come li hanno ridotti?”

“I più grandi guerrieri ora sono pecorelle e si dedicano a balli e festeggiamenti con il nemico, invece di sottometterlo” concluse l’ultimo.

Rimasero così torvi e lontani dagli altri finché il loro fratello maggiore, sul giungere della sera, tornò dai suoi uomini.

Gli andarono subito incontro, ma egli parve che fosse illuminato da un’aura nuova; non indossava più gioielli e diamanti, né esigeva la lettiga. Era vestito come un comune servitore e donava sorrisi a chiunque.

A quella vista, capirono che anche lui era irreparabilmente cambiato.

Molto scossi, si diedero alla fuga e tornarono a valle, decisi più che mai ad abbandonare quelle terre a loro dire ormai maledette. E fosse mai che quel maleficio cambiasse anche loro…

 

   
 
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