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Autore: Blue_Wander    03/02/2020    4 recensioni
"Ti odio così tanto che non vedo l'ora di vedere il giorno in cui ti rovinerai con le tue stesse mani. E ti strapperò quei meravigliosi occhi. [...] La vita vera non è come nelle favole. I principi non si innamorano delle fanciulle del popolo, non rinunciano alla loro vita agiata per una donna, non si fanno mettere i piedi in testa da qualcuno solo perché nei suoi occhi è riflesso il bene più puro o il male più oscuro. [...] Però, mia mortale nemica, non c'è cosa peggiore di conoscere i sentimenti di una persona e non poter farci nulla comunque."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Come desidera il principe
 

Il trono.

Sfarzoso, sfavillante e indubbiamente regale, in tutti i suoi aspetti. Chiunque ambiva a sedere su quella poltrona ricoperta di morbido velluto e composta d'oro e d'argento. Eppure, Zamek, aveva già il proprio re e erede.

Jeon Jungkook. Quel tale dal nome che esprimeva regalità sedeva sul suo trono di principe, con aria strafottente e visibilmente annoiata. Il suo ventunesimo compleanno era già passato da un bel po' di tempo, ma sua madre, la regina, non aveva cessato la ricerca di una moglie per il figlio. Dopotutto, non poteva essere così difficile trovare una fanciulla in tutto il paese che conoscesse l'importanza di essere regina di Zamek, il più regale tra tutti i regni.

La donna, in effetti, non aveva torto: milioni di ragazze nobili da tutta la nazione erano state riunite nel palazzo, anche coloro che arrivavano da Luskin o Karilin -i due reami più lontani.

Eppure, tra le signorine della più alta nobiltà, ce ne era una che veniva dal popolo dello stesso Zamek. Ovviamente venne notata dal principe per il suo abito sfarzoso, cucito da ella stessa e fabbricato con il tessuto più bello. I due ballarono per ore ed ore, senza accorgersi dell'imminente mezzanotte.

 

-Ohhh, ti amo principe Jungkook!- esclamò una vocina acuta, dando un tono prettamente femminile. Poi, ad un tratto, la stessa divenne profonda e tenebrosa. -Anche io signorina Veral.

Una bambina bionda, stesa sul pavimento decorato da un tappeto dall'aspetto povero ma integro, stava giocando con delle bambole di pezza, ancora in ottimo stato. La prima aveva lunghissimi capelli scuri cuciti sulla testa, la seconda aveva la cute colorata di nero e una corona cucita fissata poco più sopra la fronte, il tutto davanti ad un grosso camino spento.

Nell'udire tutto quel baccano, si affacciò dalla porta una ragazza, guardando la bambina divertirsi con le bambole, ma decidendo comunque di chiederle di fare un leggero silenzio. -Lucille.- la richiamò, facendola alzare in piedi e correre verso di lei. -Che stai combinando a voce così alta? Tuo padre sta ancora dormendo.

-Scusa Veral...- Lucille si inchinò leggermente. -Giocavo a “Il principe e la povera”- sorrise, compiaciuta, porgendole la bambola di quello che, in teoria, doveva essere il prossimo sovrano di Zamek, Jungkook. -Vuoi giocare?- la maggiore divenne rossa, cercando di trovare un modo carino per evitare l'argomento, visto che sapeva perfettamente come sarebbe finita, ma la piccolina cambiò subito espressione, aggrottando le sopracciglia e inarcando leggermente le labbra verso il basso. -Cugina, tu pensi che riuscirai mai a sposare il principe? Io voglio vivere nel suo palazzo con te, per sempre.

Veral sospirò leggermente, pronta a dirle la verità, intenerita dalla domanda così innocente e spensierata della minore. Ma fu un discorso che, in realtà, non riuscì a tenere: qualcuno bussò alla porta. Normalmente non sarebbe stato un problema perché il paese, anche se grezzo, era sempre stato in salute e, soprattutto da quando c'era questo re al comando, la pace regnava con lui. In quegli ultimi tempi, però, Zamek non era di certo il più tranquillo, visti i via vai di carrozze contenenti principesse di tutta la nazione.

La ragazza scostò i capelli lunghi, per poi raccomandare a Lucille di nascondersi, avvicinandosi alla porta, mentre chiunque si trovasse dall'altra parte continuava a bussare insistentemente. Veral stava per chiedere chi fosse, ma una voce la precedette. -Aprite, per ordine del re!- sentì, anche se la voce sembrava provenire da chiunque tranne che da una guardia.

Decise comunque di aprire la porta, visto che non poteva avere la certezza di non trovare un vero soldato. Ma si sbagliava: un uomo, senza divisa reale, le sorrise. -Cosa cercate qui, signore?- chiese lei, cercando di dimezzare lo spazio creato dalla porta.

-Un esca.- disse solamente, trascinandola fuori, chiudendo la porta con una manata. Poi successe tutto in un attimo: udì la corsa di un cavallo e le grida dell'uomo che l'aveva imprigionata nella sua stretta. In pochi secondi fu libera, ma l'impatto la fece cadere.

-State bene?- chiese una voce alle sue spalle. Nel girarsi vide davanti a se una tra le più alte guardie reali di Zamek che aveva già visto diverse volte fuori dal palazzo. -Il principe in persona mi ha chiesto di proteggere questo quartiere con i miei uomini, mi dispiace di essere arrivato tardi. Generale Kim Namjoon, al vostro più completo servizio.- l'aiutò ad alzarsi, porgendole una mano.

Veral arrossì leggermente: il principe aveva chiesto al generale di difendere il popolo invece che se stesso. Questo le dava la conferma di quanto fosse di buon cuore il prossimo re. Guardò per terra il proprio assalitore. -È morto?- chiese, guardando quel ragazzo giovane che ricopriva quella carica già così importante.

Namjoon scosse la testa, ma sorrise. -Non ancora, ma una volta al cospetto del principe, egli deciderà che farsene di questo criminale.

L'uomo, come se non avesse sentito nulla, cominciò a parlare. -Topazio verrà a prendervi tutti, Topazio verrà a prendervi tutti.- ripeté.

-Sta zitto, sporco criminale.- Namjoon gli mollò un calcio sul ginocchio e l'uomo sussultò, ma poi ricominciò a parlare.

-Topazio verrà e Opale vincerà, Topazio verrà e Opale vincerà.

-Pazzo.- ribatté il generale, contorcendo il viso in un'espressione infastidita. -Ti ho detto di fare silenzio.- stava per rifilargli un altro colpo, questa volta sullo stomaco, ma venne fermato da una mano sulla spalla.

-Fermati, Namjoon. Non ne vale la pena.

Il ragazzo si inchinò, davanti a lui un altro giovane uomo con abiti regali e con lo stemma del palazzo di Zamek inciso sulla spallina destra in metallo. Veral rimase imbambolata nel guardarlo visto che le poche volte che ne aveva avuto occasione erano state da metri e metri di distanza durante le varie conferenze in cui riusciva ad intrufolarsi.

Il principe si inginocchiò, girando con violenza e con poca pietà la testa dell'assalitore, notando un orecchino con lo stemma di Vimana. -Viene dal Regno dell'Aria.- Jungkook guardò verso Namjoon, dandogli permesso di alzarsi, per poi girare la testa vero la ragazza, chinandola leggermente. -E lei? Chi sarebbe?

Namjoon guardò gli occhi smeraldini di Veral e si nascose lentamente dietro l'elmo. -Quest'uomo l'ha chiamata “esca” ma non credo che lei ne sappia qualcosa, vostra altezza.- rispose, con tono secco. La castana pensò che fosse strano: con lei era stato molto carino, mentre con il suo principe aveva un atteggiamento molto distaccato, come se fosse solo obbligato a comportarsi in quel modo con lui.

Il principe si avvicinò alla ragazza e sorrise, aprendo la bocca per parlare, non riuscendo però nemmeno a cominciare.

Un pianto sommesso attirò l'attenzione della castana che corse in casa spalancando la porta e vedendo subito lo zio che abbracciava stretta Lucille, in lacrime. La bimba appena la vide sull'uscio si staccò dal padre e si tuffò tra le braccia della maggiore, mentre Jungkook e Namjoon osservavano la scena dalla porta aperta. Il principe entrò e il proprietario della casa si inginocchiò, azione che fece subito scattare la bambina sull'attenti: se suo padre si inchinava voleva dire che quel ragazzo doveva essere il re.

-Tu sei il re?- chiese, staccandosi dalla cugina e indicandolo con un dito paffuto.

Jungkook si accigliò leggermente, poi sorrise, vedendo Veral abbassare il braccio della piccola, riprendendola. -Lucille, devi portare rispetto!

La bionda si divincolò, attaccandosi al pantalone del ragazzo che si abbassò per guardarla meglio. -Allora, se non sei il re, devi essere il principe.- Jungkook annuì questa volta e sul viso di Lucille si accese un sorriso smagliante. Si girò poi verso Veral, riferendosi a lei. -Perché non gli dici che ti piace?

 

Namjoon aveva parlato con Jungkook in privato e il principe aveva semplicemente annuito, così da dare il via libera per il generale di accompagnare Veral a palazzo. Infatti, secondo i due giovani, non era normale che fosse stato il popolo ad essere attaccato; anche se quell'uomo aveva chiamato la ragazza “esca” e, quindi, lei non c'entrava niente, come faceva a sapere con certezza che sarebbe arrivato al cuore del principe? Non poteva sapere che Namjoon stava proteggendo quella zona della città, invece, a quanto pare, non solo ne era a conoscenza, ma era anche sicuro della cosa, come se avesse impartito l'ordine egli stesso, quando Jungkook sapeva chiaramente che non era così.

Per questo motivo portarono la giovane castana a palazzo, sotto richiesta insistente ma educata del generale. Il fatto che, poco prima, il principe l'avesse rifiutata non era altro che un ottimo modo per Namjoon di provare ad ammaliare la fanciulla, cosa che non avrebbe mai ammesso apertamente.

Era anche vero che, però, Jungkook si sentiva estremamente in colpa. Per quel motivo le concesse una richiesta -oltre la visita del castello. E lei chiese solo di poter aiutare il principe e il generale in una simile indagine, visto che, da un lato, era attratta dalle avventure e dai misteri.

La condussero nella biblioteca del castello, più grande di qualsiasi stanza che lei potesse mai esplorare. Meravigliata si guardò intorno, contando mentalmente i libri presenti sugli scaffali, ricolmi e decorati con inserti dorati sul bianco muro di marmo. Era davvero incredula.

Namjoon le si avvicinò, scortandola in uno dei piani più alti della stanza, su per una scalinata dello stesso stile delle pareti. -Il principe chiede di aspettarlo per un momento, si sta occupando del malvivente di prima.

-È davvero un buon principe e sono sicura che diventerà un re meraviglioso.- Veral sorrise, guardando le copertine dei libri appoggiati sulla mensola della sua altezza.

L'uomo non rispose. Gli sembrava così strano: Jungkook l'aveva appena rifiutata dicendole che non entrava nelle sue priorità cercare moglie, ma a lei sembrava non importare per nulla. Continuava ad idolatrarlo come se fosse l'unico ragazzo che i suoi occhi potessero guardare. Certo era che quella ragazzina non era affatto come tutte le altre, visto il suo comportamento. Era come se lei sapesse del rifiuto del principe, come se, la speranza di tutte le ragazze che aveva visto corteggiare il futuro sovrano, lei non l'avesse. Eppure lo rispettava, non sembrava essere innamorata della parte che faceva di lui un principe, ma, in qualche modo, del ragazzo dal cuore nobile e sincero che era sempre stato.

Jungkook salì le scale mettendosi a posto la giacca del suo completo da reale, scusandosi per l'attesa e regalando alla giovane un sorriso un po' triste, ma percependo il suo sguardo attento su di se. Prese un libro da uno degli scaffali più alti, non dovendo nemmeno fare tanta fatica -nonostante Namjoon fosse più alto di lui. Lo poggiò sulla mano sinistra, mentre, con la destra, sfogliava pagine e pagine della storia di Zamek e del resto del continente. -Ho studiato a memoria ognuno di questi libri fin da bambino, ma non c'è niente che confermi le parole dei prigionieri.

Veral alzò un sopracciglio, confusa. -Prigionieri?

Il generale le poggiò una mano sulla spalla, regalandole un'occhiata rassicurante. -Altre persone come quella che hai visto oggi. Loro dicono sempre la stessa cosa: la storia si ripeterà, tutti i regni si dichiareranno guerra e nessun re potrà fare niente per impedirlo.

Namjoon avrebbe continuato, ma Jungkook lo interruppe e lui alzò gli occhi al cielo. -Ma nella storia non c'è niente che dimostri una simile profezia.

-Se posso permettermi, vostra maestà.- cominciò l'altro. -Credo dovreste lasciar perdere quei deviati mentali, sono solo criminali che meritano di essere eliminati.

Il principe lo ignorò. -Devo cercare più a fondo.

In quel momento Veral realizzò che tra i due c'era una strana tensione che le faceva venire i brividi. Da quel pensiero qualcosa le attraversò la mente: la sera precedente c'era stato un avvenimento che le aveva fatto venire quella stessa sensazione.

Non si trattava che di una semplice leggenda, una storiella che qualcuno si era inventato per far spaventare tutti i bambini della nazione. E c'era una cosa che le ripeteva sempre sua madre quando era molto piccola, qualcosa sui miti e sulle fiabe, qualcosa che, in quel momento, le diede il coraggio di parlare.

-Forse so cosa fa al caso nostro.- attirò l'attenzione dei due giovani uomini, distogliendo lo sguardo e fissando un libro dalla copertina in tessuto, morbida e scura. -Beh, è solo una specie di leggenda, ma a ripensarci potrebbe essere una soluzione.- Jungkook le fece segno di continuare. -Prima, il mio aggressore ha parlato di gemme: un topazio e un opale. C'è una storia che Lucille, mia cugina, adora, che parla di un continente come il nostro diviso in sette differenti regni di cui i nomi sono ormai dimenticati. Tutti i paesi si amavano e aiutavano tra loro, diffondendo con l'aiuto delle loro gemme protettrici e della loro magia i doni della natura agli altri popoli, creando un equilibrio stabile. Ma, una notte, un gruppo di sei, uno per ogni regno, si riunì rubando i custodi delle popolazioni, togliendo loro ciò che li rendeva unici e ciò per cui avevano sempre lottato.

-Hai detto che ce n'erano sette, che fine ha fatto l'ultimo regno?- domandò Jungkook, come fosse un bambino curioso.

Veral guardò il pavimento. -La favola non lo dice. Finisce promettendo che un giorno una compagnia di sei si sostituirà a quella precedente e spezzerà l'incantesimo, così che ciò che un giorno fu distrutto...

-Potrà tornare a risplendere.- terminò Namjoon per lei, sconvolto. -Non capisco come una fiaba del popolo possa essere sostituita alla storia.

-Mia madre diceva sempre che dalle leggende si può imparare molto, perché in esse c'è la verità.- ribatté la giovane e Jungkook le sorrise, prendendole la mano, ringraziandola.

Namjoon, a quel punto, non ebbe il coraggio di ribattere.

 

Entrambi accompagnarono Veral a casa. Jungkook aveva insistito tanto, si sentiva ancora in colpa per il suo rifiuto. La verità era molto più semplice di quanto lei potesse pensare -oltre al fatto che lui non la conosceva affatto. Il motivo era evidente, banale, ovvio.

La notte era calata e, anche se a piedi, non avevano faticato molto a trovare la strada per la casa della giovane fanciulla; Namjoon conosceva bene la via per arrivare alle case del popolo, fortunatamente. Jungkook pensò che fosse strano, ma non fece in tempo a ragionarci abbastanza per notarlo, scorgendo qualcosa muoversi furtivo nell'ombra della notte, scesa troppo presto.

Il principe cercò di richiamare l'attenzione del suo generale che, senza perdere tempo, stava praticamente trattando Veral come se fosse lei la principessa e Jungkook solo un semplice schiavo, quando sapeva meglio di chiunque che era praticamente il contrario. Dopo essere stato ignorato da Namjoon, il giovane gli tirò una manata sul braccio, intimandogli di fare silenzio.

-Vostra altezza, che cosa guardate?- chiese il biondo, studiando la figura del suo principe.

Jungkook gli ordinò di tacere, ancora. Qualcosa si muoveva nell'ombra e sembrava starli fissando da dietro i cespugli. Per un attimo il moro pensò di aver persino visto degli occhi piccoli e scuri, ma si auto convinse che fosse solo la sua immaginazione.

-Perché vi siete fermato?- chiese lei sussurrando, sfiorando il tessuto pregiato del giovane rampollo, non azzardandosi a toccarlo.

Jungkook si girò e la guardò negli occhi, posando un dito sulle proprie labbra. -Qualcuno ci spia.- mormorò.

Veral spalancò gli occhi e il principe cercò di avvicinarsi ulteriormente a lei per tranquillizzarla, ma dopo solo pochi istanti si rese conto che non era affatto per la notizia appena data che lei stava sbiancando. Abbassò gli occhi e vide un rampicante di terra salire lentamente su per la gamba della castana che non si mosse e non aprì bocca, cercando di resistere e sperando che uno dei due avrebbe fatto qualcosa per salvarla.

Ma, ovviamente, questo non successe mai.

Dai cespugli che prima il principe stava esaminando con sospetto uscì, con uno scatto poco agile, un altro ragazzo dai capelli biondi, anche se più scuri di quelli di Namjoon. Si gettò ai piedi di Veral e fece per accendere un fuoco con in mano una pietra e un pezzo di legno scuro, ma alla prima scintilla il rampicante si ritirò e la ragazza fu di nuovo salva.

Lo sconosciuto si alzò in piedi e si fece vedere. Il suo sguardo era severo e freddo, guardava Jungkook con disprezzo e superiorità. -Avresti dovuto pensarci tu; un vero principe non si comporta in questo modo con il proprio popolo.

Veral aprì la bocca per parlare, ma il diretto interessato la precedette. -Come osi rivolgerti così al tuo futuro re? Chi credi di essere?

L'altro, visibilmente più grande di Jungkook ma più basso di lui, lo guardò negli occhi, mostrando sotto alla mantella scura una spallina come la sua, ma con lo stemma del Regno del Fuoco. -Il nuovo re di Ignogan.- Namjoon fece per inchinarsi ma il moro gli riservò un'occhiataccia raggelante e l'intruso se ne accorse. -Non preoccupatevi, non ho bisogno di riverenze. Preferirei che il principe di Zamek, il regno centrale, sia più rispettoso.

-Se sei il re, perché indossi indumenti da principe?- cominciò Jungkook. -E poi stento a credere che il re sia morto così facilmente.

L'uomo gli tirò uno schiaffo, ma non si scompose. -Potrei insultarti, ma penso che tu ci riesca benissimo anche da solo.- annuì alle sue stesse parole, mentre il principe cercava di sopportare il dolore del colpo subito. -Apri gli occhi, Jeon. Quello che sta succedendo nel tuo mondo non corrisponde alla verità del tuo popolo. Ignogan non dimentica, mentre, a quanto pare, Zamek sì.- Jungkook lo guardò leggermente accigliato, non capendo a cosa si stesse riferendo. Lo sconosciuto si girò verso Namjoon. -E tu? Che fai, non mi dici niente?

Il generale divenne leggermente rosso. -È un piacere rivederti, Yoongi.

 

-Il tuo generale viene dal mio regno, Ignogan.- spiegò Yoongi. -E quella cosa che ti ha attaccato è stata opera di Smeraldo.- continuò, riferendosi a Veral. I quattro erano tornati a palazzo, accomodati sulle comode poltrone della biblioteca con davanti delle fumanti tazze di tè. -Per qualche motivo Opale vuole catturarti: non cerca solo un'esca per il principe ritardato e il suo generale poco fedele, ma desidera che quella trappola sia tu.

-Non ha senso.- ribatté Namjoon, ma Yoongi lo troncò ancora prima di farlo andare avanti.

-In ogni caso, non renderò vano il sacrificio del precedente re. Combattendo contro Lapislazzuli ha scoperto diverse cose interessanti; peccato che alla battaglia finale non sia riuscito ad avere la meglio, mio padre era davvero un sovrano impeccabile.- il re del fuoco guardò Jungkook, alzandosi in piedi e cominciando a camminare, osservando le mensole ricolme di libri divisi non per genere ma per il colore della copertina. -Peccato che non possa dire lo stesso di te. Avevo grandi aspettative sul futuro di Zamek, ma mi sono ritrovato a pensare che, infondo, se il re diventerai tu, è meglio che non ce l'abbia proprio un futuro.

Jungkook guardò negli occhi Namjoon senza sbattere le palpebre, rispondendo a Yoongi con freddezza e decisione. -E allora, visto che ti infastidisco così tanto, che cosa ci fai qui, nel mio regno?

Il biondo sorrise, poggiandogli le mani sulle spalle da dietro. -Tranquillo, non sono qui per te.- guardò la ragazza e il proprio viso si addolcì. -Il motivo del mio arrivo è lei: tutti gli indizi di mio padre portavano ad una giovane del popolo di Zamek e abbiamo visto tutti che cosa è successo poco fa. Se Opale la vuole non passerà molto tempo prima che riesca ad ottenerla.- si risedette, guardando Jungkook. -Perciò sì, dovremmo proteggerla e sperare che i Jawahrat non riescano mai ad arrivare a lei.

-Jawahrat?- domandò Namjoon, accigliandosi.

Yoongi annuì, guardandolo. -È il nome del loro esercito di servitori. I vostri prigionieri ne fanno parte, ovviamente.- si rivolse nuovamente al principe. -La difficoltà di accettare l'esistenza della magia non dipende dal fatto che ci è stata rubata, Jungkook.

-Dobbiamo andare.- rispose il moro, alzandosi, facendo alzare anche Namjoon, porgendo una mano a Veral. -Starai con noi e ti proteggeremo. Insieme salveremo il continente.- guardò poi il suo generale e il re di Ignogan. -Farò preparare quattro cavalli e del cibo, partiremo domani al tramonto.

Namjoon lo fermò. -Vostra maestà, dove volete andare? Non potete lasciare qui il vostro popolo, hanno bisogno di voi...

Il principe lo ignorò. -La nostra prima tappa sarà il Regno del Fuoco: scopriremo che è successo al padre di Yoongi.- ammise, per poi guardarlo. -Nel frattempo, lunga vita al re.

Uscì dalla biblioteca, chiudendosi le porte dorate alle spalle e trascinando con se la castana, intenzionato a portarla a casa.

-Come desidera il principe.- mormorò Yoongi, sorridendo soddisfatto.

 

  
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