Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    07/02/2020    1 recensioni
Elsa e Anna sono due sorelle comuni che, ormai autonome e adulte, condividono lo stesso appartamento, le stesse passioni e lo stesso passato burrascoso dovuto alla morte dei propri genitori. Elsa, pacata e tranquilla, è una promettente dottoressa mentre Anna, agitata e speranzosa, custodisce il sogno di poter utilizzare le sue competenze musicali per creare un lavoro più dignitoso. Il passato che cercano di nascondere, però, irromperà di nuovo nelle loro vite mostrandone imbrogli e segreti ai quali entrambe cercheranno di dare risposte e soluzioni.
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO 9

La sera prima…

Elsa aveva passato la giornata da sola, indaffarata e intenta a studiare come sempre. Essere da sola le permetteva di ragionare meglio, di riflettere, di convogliare tutte le energie per studiare e fare chiarezza dentro di sé.

La giovane, dopo un’intensa sessione di studio, si alza e si prepara un tè caldo e, nell’attesa, contempla la sua piccola casa silenziosa. Ormai viveva lì da diversi anni e, nonostante i sacrifici effettuati per permettersi una casa, quell’abitazione rimaneva impregnata di dolore.
Elsa ripensa al suo passato. Al giorno in cui le dissero che i genitori erano morti in un incidente e le due sorelle rimasero abbracciate per interminabili momenti, ricorda la gravidanza di Anna e la morte del piccolo, la difficoltà nell’aiutare Anna a gestire le crisi, la sofferenza dovuta al cattivo comportamento di Hans e molto altro ancora. Per quanto le due sorelle provassero a trasferirsi e ricominciare, il dolore le seguiva sempre e non le lasciava mai andare.

Un dolce sorriso compare, però, sul volto di Elsa nel pensare a Jack. Jack, il ragazzo di cui si innamorò subito dopo la morte dei genitori, era ormai diventato una costante nelle loro vite. Jack era riuscito a sciogliere il suo cuore di ghiaccio, a darle tutto l’affetto di cui necessitava, si era fatto presente concretamente nelle loro vite, porgendo un sostegno economico e morale ad entrambe le sorelle.

Elsa ripensa a tutti i sacrifici del suo ragazzo che, in dieci anni di relazione, non si era mai stancato di restarle accanto. Presa dalla nostalgia per lui e dal desiderio di ringraziarlo, ancora una volta, Elsa compone il suo numero al cellulare e lo invita a casa.

“Elsa! Che succede, va tutto bene?” domanda lui piombando davanti all’appartamento delle due sorelle.

Elsa non gli risponde e, con un gesto secco, lo tira a sé cominciando a baciarlo ardentemente per poi richiudere la porta alle loro spalle.

“Calma! Che ti è preso? Hai studiato troppa anatomia?” domanda lui staccandosi un attimo, non abituato a quei comportamenti insoliti.

“Mi sei mancato!” afferma lei avvolgendogli il collo con le braccia e guardandolo negli occhi celesti.

“Ma se ci siamo visti ieri?” commenta lui corrugando la fronte e accarezzandole il viso.

“Ho pensato che…” comincia a dire Elsa mossa dall’emozione e dal desiderio di dirgli che cosa le passa per la testa.

“Vorrei vivere con te” sbotta poi lei allontanandosi leggermente da lui per lasciargli il tempo di metabolizzare.

“Dici sul serio?!” chiede lui esterrefatto non aspettandosi una richiesta del genere. Erano anni che Jack aspettava il momento giusto per proporre alla fidanzata di convivere ma, visti i mille problemi di lei, non voleva recarle maggiori preoccupazioni.

“Jack…stiamo insieme da dieci anni e in tutto questo tempo il nostro amore non si è mai esaurito. Prima avevo paura di prendere in mano la mia vita per proteggere Anna ma, forse, mi nascondevo anche io dietro alla sua fragilità. Ho 27 anni e voglio darmi una mossa…voglio stare con te” si dichiara la ragazza massaggiandosi le mani freneticamente per l’agitazione.

Jack rimane un attimo estasiato e imbambolato dalle parole della fidanzata e, ancora incredulo, si immobilizza con la bocca spalancata. Il suo sogno si era finalmente realizzato e, da quel momento, avrebbe potuto architettare una meravigliosa serata per chiederle di sposarlo.

“Lo so, sono una persona complicata. Sono sempre preoccupata per mia sorella, ho ancora tanto da studiare per riuscire a lavorare come medico, sono una persona fredda e imprevedibile ma sei tu che mi hai sempre invitata a reagire vero? Ecco…lo voglio fare! Anche Anna dice che devo smettere di avere paura e vivermi la mia vita” continua ad aggiungere lei, facendosi forza e stringendo i pugni per redimersi da un passato che le faceva ancora male.

Il giovane con i capelli biondi e gli occhi azzurri le si avvicina piano emozionato e, lentamente, posa le labbra su quelle di lei, come a voler concretizzare un sogno che custodiva da troppo tempo nel suo cuore.

“Per il tuo lavoro non ti devi preoccupare. Fai il tirocinio, studia, formati al meglio e non preoccuparti che economicamente ci penso io. Per Anna…sono convinto che ora si sistemerà tutto. Kristoff è la persona giusta per lei, riuscirà a superare il trauma della perdita del bambino vedrai” la tranquillizza Jack con gli occhi lucidi, per poi accarezzarle il viso pallido e delicato e baciarla di nuovo, mai sazio delle sue labbra.

“Quindi…preparati perché da adesso in avanti potresti diventare mia moglie” annuncia poi lui appoggiando le mani sui fianchi di lei e accompagnandola delicatamente verso la camera da letto, desideroso di concludere al meglio quella serata improvvisata e inaspettata.

“Lo sai che non si può fare l’amore prima del matrimonio vero?” ride lei lasciandosi guidare da lui e stuzzicando il ricordo delle loro prime volte quando lei, ancora troppo rigida e conservatrice, si rifiutava anche solo di donargli un bacio.

“Mi sono sempre piaciute le ragazze all’antica” conclude poi lui, con fare languido per poi chiudere la porta alle loro spalle e condividere un momento di passione con la donna della sua vita.

La mattina seguente...
 
Anna ha trascorso la notte nella camera da letto di Kristoff e il ragazzo, per lasciarle l’intimità e il tempo di cui ancora necessita, ha dormito sul divano dell’accogliente casa in montagna. Anna, stranamente, riesce a prendere sonno senza problemi e, la mattina seguente, si sveglia con una pace interiore che non aveva mai provato prima. Destarsi in un luogo incontaminato, con il dolce cinguettio degli uccelli come sveglia e la tenue luce del sole che permea nella stanza grazie a uno spiraglio aperto della persiana di legno, permette già di alzarsi rilassati e con il sorriso. Anna rimane per un po’ con gli occhi chiusi a contemplare quelle nuove sensazioni che, differenti dal caotico traffico stradale e dai rumori della sua anima tormentata, le addolciscono l’anima.

“Sono proprio fortunata…per una volta la vita mi sorride” afferma tra sé e sé la ragazza, ripensando alla serata precedente e al discorso con Kristoff.

Dopo Hans la giovane si era ripromessa di non amare più. Lei si era innamorata di lui assecondando ogni sua insana scelta, aveva portato in grembo il figlio da lui indesiderato e, quando morì, lui l’abbandonò dopo qualche mese senza aiutarla a superare il trauma.

La maggior parte delle coppie si sfaldano di fronte alla perdita di un figlio ma la loro, probabilmente, non era neanche mai esistita. Ora Anna era certa di avere davanti un uomo pronto ad amarla davvero e che, in poco tempo, le aveva già dato tutto: pazienza, un lavoro, una casa, amore e sicurezza.

“Buongiorno Anna” la saluta lui bussando alla porta, senza comunque entrare per rispetto ed invitandola per la colazione. Anna non se lo fa ripetere due volte e, apprezzando ancora una volta il gesto estremamente educato, balza in piedi e si prepara per affrontare la giornata. Una volta varcata la soglia, la giovane rimane stupita dalla quiete racchiusa nell’affascinante casina di legno: il fuoco scoppiettante nel camino, il divano già sistemato e una tavola apparecchiata con latte, caffè, fette biscottate, marmellate e perfino una torta.

“Hai preparato tutto tu?” domanda la ragazza stupita di fronte a tutto quel banchetto.

“Sì, sono un mattiniero” risponde lui sorridendole e invitandola a sedersi, per poi versarle del fumante caffè.

“Hai dormito bene?” chiede lui sorseggiando il suo latte caldo.

“Sì…” si limita a rispondere Anna, consapevole di doverlo informare, prima o poi, delle sue possibili crisi notturne.

“Ascolta…oggi pensavo di portarti a fare una piccola escursione su una montagna qui vicino che ne pensi? Ci sarà la neve, ma non fa freddissimo!” propone il ragazzo guardandola profondamente negli occhi.

“Meraviglioso! Vado subito a prepararmi” afferma Anna entusiasta dell’iniziativa, alzandosi in piedi e battendo le mani.

“Ok io ti aspetto qui…” risponde lui con un sorriso a 32 denti, felice di quella nuova relazione appena sbocciata che aspettava e si meritava da tanto tempo.
 
“Eccomi sono pronta!” esclama energica Anna comparendo di fronte all’ormai fidanzato.

“Quelli sarebbero scarponi ben allacciati?” chiede lui schifato indicando il nodo alle scarpe di Anna.

“Che c’è che non va? L’importante è che mi vadano no?” domanda lei perplessa osservandosi i piedi.

“No cara mia…le basi!” si lamenta lui scuotendo la testa ed inginocchiandosi per sistemarle accuratamente il nodo.

Quel gesto, così regale, educato e umile, permette ad Anna di confermare, ancora una volta, di avere davanti un gentiluomo che non poteva lasciarsi scappare.

Sulla montagna…

“Siamo arrivati?” borbotta per la quarantesima volta Anna con il fiatone.

“Sì, questa volta sì!” risponde scocciato Kristoff tendendo la mano alla ragazza affaticata che, dopo aver ripreso fiato, si aggrappa al suo braccio e si lascia sollevare di peso per scalare l’ultimo masso innevato.

“Non sei mai andata in montagna?!” chiede poi Kristoff incredulo di fronte alla poca resistenza fisica della ragazza.

“Preferisco il mare” si limita a rispondere lei ancora senza fiato, portandosi le mani sulle ginocchia.

“L’ho notato…” risponde sarcastico il giovane alzando gli occhi al cielo e ridendo di fronte a quella scansafatiche che lo faceva divertire.

“Vieni, siediti qui e dai un’occhiata” propone poi lui invitando Anna a prendere posto di fronte a un magnifico paesaggio.

“Kristoff! È meraviglioso!” riesce a dire lei con la bocca spalancata, trovando finalmente l’aria per esprimere tutto il suo stupore davanti agli alberi innevati, le case in lontananza, qualche timida e silenziosa cascata e un cielo profondo e azzurro.

Il ragazzo non risponde e si gusta la vista in silenzio, riempiendo gli occhi e il cuore con quella bellezza. Anna lo osserva, con i capelli biondi mossi dal vento e le iridi color nocciola illuminate e rese dorate dai riflessi del sole. Non aveva minimamente voglia di disturbarlo in un momento e posto così intimo che pareva rappresentare la sua casa, il suo luogo sicuro e il suo paradiso.

“Io sono cresciuto qui. Ho passato tutte le mie vacanze estive su queste piccole montagne” rompe il ghiaccio lui continuando a scrutare l’orizzonte e sospirando sereno.

“Come mai hai voluto portarmi in un posto che presumo essere molto speciale per te?” chiede Anna senza filtri guardandolo con ammirazione.

“Perché è qui che è cominciata la mia vera vita e ho ritrovato ciò che ho perduto” afferma lui lanciando una vera e propria stoccata ad Anna che, perplessa, intuisce di avere di fronte una persona da un passato insidioso e turbolento.

“Che cosa intendi dire?” chiede la ventiquattrenne inarcando le sopracciglia.

“Avevo 8 anni e mio padre mi portò qua su. Non stavo passando un bel periodo perché odiavo me stesso e non capivo il mio scopo nel mondo. I miei genitori comprarono questa casa in montagna e me la regalarono. Mio papà mi faceva guardare l’orizzonte e mi diceva che non solo il mio mondo interiore è complesso, ma tutto il mondo in generale. L’importante è non fossilizzarsi sulle proprie sofferenze o sui propri dubbi ma cercare sempre le risposte ad altri mille interrogativi. Io sono un orfano Anna…e io mi odiavo proprio perché ero un orfano, nonostante avessi i genitori adottivi migliori del mondo, ma da quando mio padre, mostrandomi questo paesaggio, mi disse che io ero diventato il suo mondo, capì che dovevo iniziare a vivere” sbotta lui abbassando lo sguardo e irrigidendo la mascella per la fatica di doverlo ricordare.

“Kristoff…io non sapevo…” comincia a dire Anna stupita dalla dichiarazione.

“Volevo solo dirti che ti capisco. So cosa significhi non avere certezze nella vita. I miei genitori mi adottarono a 5 anni, quando ormai giravo da molto nei vari orfanotrofi sperando di trovare qualcuno pronto a portarmi a casa. Fortunatamente ho trovato la famiglia migliore del mondo ma, la curiosità, i perché, la rabbia e la tristezza che derivano dall’abbandono, non se ne andranno mai. Per questo ho iniziato a far volontariato all’orfanotrofio e per questo ho promesso di rimanerti accanto sempre” racconta Kristoff mantenendo lo sguardo sull’orizzonte per poi spostarlo sul volto delicato e perfetto di Anna.

“Perché stai facendo tutto questo per me?” domanda Anna con le lacrime agli occhi, triste ma al tempo stesso felice di aver trovato qualcuno di molto simile a lei.

“Perché mi sono innamorato di te e ho capito fin dall’inizio che ci assomigliamo. Non mi interessano i tuoi problemi Anna, non mi importa se hai anche dei dolori fisici, delle malattie o dei traumi, io e te abbiamo perso qualcosa entrambi e per sempre ci resterà un profondo vuoto nel cuore.” Afferma il ragazzo sereno accarezzandole il viso.

“Io sono certa che, da oggi, questo vuoto me lo colmerai tu…e io colmerò il tuo” conclude poi Anna sorridendo tra le lacrime, per poi sporgersi verso di lui e baciarlo delicatamente creando un meraviglioso concerto insieme alla bellezza della natura circostante.
  
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