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Autore: Ookami_96    08/02/2020    1 recensioni
Dal primo capitolo:
Sakura varcò la porta di casa ancora assorta nei suoi pensieri, gli stessi praticamente di ogni giorno, ogni sera, ogni tragitto. Si stava svestendo e preparando per un bel bagno caldo, quando un rumore alla finestra la risvegliò dalle sue riflessioni.
Un piccolo falchetto, appollaiato davanti alla finestra, picchiettava sul vetro per attirare la sua attenzione.
Aprì la finestra e lasciò che il falco le si posasse sul braccio.
«Buonasera Takami, fatto buon viaggio?» disse, sorridendo.
In tutta risposta l’animale si lisciò le penne e le strofinò il becco sul braccio.
"Un altro messaggio da Sasuke-kun, eh?"

Prima Fic in assoluto! Spero di trasmettervi qualcosa attraverso la mia scrittura su una delle coppie che amo di più!
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Capitolo 04

Quando si svegliò ci mise di nuovo qualche minuto per mettere assieme i pezzi.
Sakura era venuta a salvarlo, aveva sconfitto alcuni dei suoi assalitori e poi era stata rapita.
Quanto avesse dormito non riusciva a stabilirlo: si era svegliato al calar del sole, quindi dovevano essere passate almeno ventiquattr’ore.

Si morse il labbro, fino a farlo sanguinare. Poi fece dei respiri profondi.
Non poteva dire di essersi ripreso, ma di sicuro si sentiva meglio rispetto al giorno prima; avrebbe potuto cercarla appena messo qualcosa sotto i denti: era inutile partire ora, debole com’era.
Nello zaino di Sakura trovò un bento ancora intatto e divorò tutto, fino all’ultima briciola.
Con non poche difficoltà cambiò alcune delle fasciature e si mise della pomata sui lividi più grossi; finite le medicazioni si vestì e, presosi dietro anche la roba di Sakura, uscì dalla grotta.

I corpi dei due ninja erano ancora lì, abbandonati; riconobbe il ninja con l’ascia, quello che lo aveva ferito. Sorrise nel vedere in che stato versasse ora, con il cranio distrutto, e si voltò, lasciando i corpi alle intemperie e agli animali.
Attivò il Rinnegan, alla ricerca del chakra di Sakura, identificandolo a una trentina di chilometri da lì. Si coprì l’occhio, per risparmiare delle energie, e si incamminò.

Dopo un paio di ore di viaggio arrivò a una vecchia casa in mezzo al bosco: più che una casa era una vera e propria villa in stile giapponese, con all’ingresso due piccole statue raffiguranti del leoni. La villa si disponeva su tre piani, aveva una sola porta d’ingresso e due finestre per lato in ogni piano. Gli anni e il mal tempo l’avevano segnata, ma si intuiva comunque la bellezza che doveva emanare un tempo.

L’occhio vermiglio gli rivelò subito la posizione di Sakura: si trovava al secondo piano, mentre i due ninja erano al terzo piano. Poteva quindi intrufolarsi, prende la ragazza e scappare senza farsi vedere.
Avrebbe voluto interrogare gli uomini, ma la strategia migliore in quel momento erano il salvataggio e la ritirata, sarebbe ritornato nel pieno delle forze, da solo, e avrebbero rimpianto il giorno in cui lo avevano infastidito.
Fece un balzo fino alla finestra del secondo piano, aperta.
Sakura doveva trovarsi nella stanza accanto; uscì ed entrò nella prima porta che aveva sulla destra. Anche quella non era chiusa a chiave e la aprì.

Nel buio della stanza quei capelli gli sembrarono come un faro, che lo chiamava e gli mostrava la direzione.
In quel momento ebbe paura di non aver fatto in tempo, di essere arrivato tardi.
Corse verso la ragazza, sperando nel meglio.
Quando si avvicinò il tempo sembrò fermarsi. Il tempo, e il suo cuore.

Era nuda. Non le era stato lasciato niente addosso per il freddo o semplicemente per conservare il suo pudore.
I polsi, segnati e sanguinanti, erano incatenati al muro, a circa un metro e mezzo da terra e sorreggevano a peso morto tutto il corpo.
Aveva piccole ferite ovunque, tagli, bruciature, un morso sul collo...
Istintivamente le toccò la ferita sotto al mento; lei rabbrividì inconsciamente e a lui sembrò che qualcuno lo stesse pugnalando dritto al cuore.

Aprì le manette, le fasciò i polsi e la avvolse nel suo mantello. Con una pezza inumidita le pulì il viso e il collo, per poi asciugarla.
Non avrebbe mai creduto che Sakura le sarebbe potuta sembrare così fragile; aveva paura che prendendola in braccio si sarebbe sgretolata tra le sue braccia.
La appoggiò al muro e dalla borsa tirò fuori una coperta, che usò per avvolgerla assieme al mantello, in modo che fosse più comoda.
Per un paio di minuti stette fermo a guardarla. Poi chiuse gli occhi.

In quel momento la sua voce lo risvegliò.
«Sasuke-kun…» gli sorrideva, sollevata.
Era al contempo il suono più dolce e il più triste che avesse mai sentito.
Le asciugò una lacrima e le accarezzò la guancia.

In quel momento lasciò le redini e si liberò, lasciando che la rabbia prendesse il posto della tristezza.
Urlò, in modo che tutto quel dolore, che credeva di non essere più in grado di provare, e quella paura, esplodessero.
I ninja, richiamati dal rumore, non si fecero attendere: in pochi secondi entrarono nella stanza, con Sasuke ad attenderli.

Appena varcata la soglia l’Uchiha gli fu addosso. Veloce si materializzò dietro ad uno, gli prese il braccio e glielo torse, spezzandoglielo.
Il compagno era rimasto spiazzato e non riuscì a difendersi quando Sasuke gli recise i tendini d’achille di entrambe le cavigie.
Entrambi urlavano e chiedevano pietà.

Pietà.

Si mise davanti alle sue prede e iniziò a picchiarli entrambi a mani nude, fino a farsele sanguinare.
Gli sembrò di essere tornato ai tempi in cui lavorava per Orochimaru, quando uccideva e torturava ninja su ordine del “maestro”, immaginando che le sue vittime avessero la faccia di suo fratello.  
Ora però l’oggetto della sua rabbia era proprio davanti a lui, e non si sarebbe fatto scrupoli.

L’uomo con il braccio rotto stava cercando di alzarsi per scappare, approfittando dell’accanimento di Sasuke sul compagno.
«Dove credi di andare!» Ringhiò.
Gli fu immediatamente davanti e con un pugno allo stomaco lo costrinse a carponi.
Alzò lo sguardo ed attivò lo Sharingan: un Genjutsu sarebbe stato perfetto per coronare quel momento. Sì, li avrebbe torturati ancora e poi, e poi…

E poi, si sentì tirare i pantaloni.
«Sasuke-kun…»
Sakura era sveglia, aveva strisciato fino a lì, ed ora era vicino a lui. 
«Basta…» 
Gli chiedeva di smetterla; forse se avesse potuto vedere i suoi occhi e il suo viso allo specchio, anche lui avrebbe chiesto a sé stesso di fermarsi.
Il ragazzo sospirò.
Fissò i due, con l’arte oculare ancora attiva.
«Amaterasu» bastò una parola e i due iniziarono a bruciare avvolti dalle fiamme nere.
 

Sakura era tornata in uno stato di torpore, praticamente incosciente.
Si sedette vicino a lei, e diede voce ai suoi pensieri.
«Cosa ti hanno fatto»
Sapeva che se avesse voluto, prima di ucciderli, avrebbe potuto ottenere quell’informazione. Ma non era sicuro di volerlo sapere… Non lo aveva mai sperimentato, ma il voler sapere e il dolore che lo avrebbe travolto erano due facce della stessa medaglia.
Avendo ucciso quei due, però, non avrebbe più avuto questo dubbio, e forse era meglio così.

Ora doveva pensare a cosa fare, piuttosto. 
L'arte oculare ancora attiva gli rivelò la presenza di un piccolo villaggio, ad altre due ore di cammino da lì. Sarebbe stata una buona soluzione momentanea.
Portò la ragazza in braccio fuori dalla casa, poi evocò Garuda.

Sakura rimase incosciente per tutto il tragitto e, una volta arrivati, Sasuke la portò in una locanda.
Arrivati nella stanza la portò in bagno, le fece un bagno e le medicò le ferite; dopodiché la mise dei vestiti puliti e la adagiò sul letto.
La rosa però non accennava a destarsi da quel sonno eterno e lui non sapeva bene come comportarsi. Le fece la guardia per tutta la notte, dormendo giusto un paio d’ore, ma al netto della mattina Sakura non si era mai mossa o svegliata da quando avevano lasciato quella villa.
Mentre la osservava dormire riflettè sul da farsi: erano spostati verso sud, in direzione del Paese del Fuoco, quindi forse la decisione più saggia era tornare al villaggio e affidarla alle cure di un medico.

In tarda mattinata evocò di nuovo Garuda, pronto a partire. Il falco avrebbe tranquillamente potuto portare tutti e due, ma in questo modo avrebbe (giustamente) avuto bisogno di fare delle pause più lunghe e frequenti; per far arrivare Sakura il prima possibile doveva affidargliela.
«Garuda, ti affido questa ragazza. Portala a Konoha più in fretta che puoi; atterra sul tetto dell’ospedale e aspetta che un medico la prenda in cura. Dopodiché ti potrai ritirare»
«Agli ordini, Sasuke-sama»
Gli mise Sakura sul dorso assicurandola con una corda. Stava per dare il via al falco, quando ci ripensò.
«Per il primo giorno di viaggio ti seguirò via terra, per essere sicuro che nessuno ti segua»
L'animale annuì e così partirono assieme.
 
*

L’Uchiha seguì il falco per un giorno e mezzo. Non avevano fatto soste, era stato un viaggio intenso per il ragazzo, reduce da uno scontro e con delle ferite non ancora del tutto risanate.
A quella distanza poteva anche affidare Sakura a Garuda e tornare sulla sua strada, alla fine mancava solo mezza giornata  di viaggio; congedò quindi il falco e si preparò a tornare indietro.

Già, tornare indietro.
Ma indietro dove? Cosa doveva fare adesso?

Si voltò nella direzione presa dai due e decise che tanto valeva accertarsi di persona che Sakura arrivasse sana e salva. 
Con il cappuccio in testa entrò nel villaggio, dopo tanto tempo. Cercò di mimetizzarsi il più possibile e, arrivato in prossimità dell'ospedale, vide chiaramente una nuvoletta bianca evanescente che scompariva sul tetto della struttura. Nello stesso istante percepì che Garuda si era smaterializzato:

Così come era entrato uscì dal villaggio e si distese all'ombra di un albero, sprofondando in un sonno senza sogni. 
 
*

La prima cosa che sentì era un odore tanto strano quanto familiare, un odore di disinfettanti e sterilità.
La stanza in cui si trovava era completamente bianca, fatta eccezione per qualche decorazione sulle pareti e le coperte di un azzurro pallido; persino la sua veste era bianca. Per quanto tempo passasse lì dentro come dottore non era abituata alla sensazione data dallo svegliarsi lì dentro come paziente.

Piano piano che si riprendeva la sua mente le riportava alla mente ricordi e sensazioni risalenti a prima che svenisse.
Chiuse gli occhi.
Era andata a salvare Sasuke.
Aveva combattuto contro dei ninja della Nuvola.
L’avevano rapita, torturata…
Ricordava Sasuke, venuto per salvarla.
Poi vuoto.

Si afferrò la testa con le mani, stringendola.
Cos’era successo? Dov’era Sasuke?

Mentre era sovrappensiero la porta della camera si spalancò, mostrando un turbine di capelli biondi lunghissimi.
«Sakura! Ti sei svegliata finalmente!»
Era Ino, con le lacrime agli occhi.
L’amica le si gettò al collo, abbracciandola e continuando a piangere.
Sakura dal canto suo era spaesata, ma decise di aspettare e lasciò che la ragazza sfogasse il suo sollievo nel vederla sveglia su di lei. Quando poi si fu calmata decise di indagare sulla situazione.

«Dovresti dirmelo tu cos’è successo, fronte spaziosa!» iniziò severa in risposta alla sua richiesta di spiegazioni «Te ne vai nel cuore della notte lasciandomi una lettera e ricompari dopo più di una settimana svenuta, ferita, in groppa al falco di Sasuke!»
«Sasuke… mi ha portata lui qui?»
La bionda scosse la testa.
«C’era solo il falco. Dopo che i medici ti hanno ricoverata lui si è congedato ed è sparito.» Sospirò «Quel Sasuke, manco si è degnato di accompagnarti!»
A Sakura uscì un risolino nervoso. In effetti, un po’ ci sperava che lui l’avesse accompagnata.
Chiuse gli occhi. “Eppure…”

In quel momento entrò Tsunade, seguita da Kakashi.
Una volta accertatisi che l’allieva si era ripresa le spiegarono che probabilmente la stanchezza e lo shock avevano avuto la meglio, tenendola in uno stato di incoscienza che, dall’arrivo in ospedale, era durato due giorni.
«Ora però ci devi spiegare cos’è successo. E non accetterò un No come risposta» La maestra era a dir poco irremovibile.
“E va bene…” fece un profondo respiro e si preparò a raccontare tutto quello che era successo.
 
Buongiorno a tutti!
Come avete letto questo capitolo è stato bello tosto: da scrivere, ma anche per la nostra Sakura, che è finita in un guaio vero e proprio questa volta!
Spero come al solito che apprezzerete il capitolo :D

Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo e chi segue la storia, arigatou e buon weekend!
  
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