Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: danyazzurra    09/02/2020    6 recensioni
Lily non sa più chi è...Lily non sa più niente della sua vita precedente... Lily crede di essere una semplice Babbana con una vita normalissima... ma scoprirà che non è così semplice, anzi, niente è semplice nella sua vita e con la sua riscoperta arriverà anche una vecchia minaccia a bussare alla sua porta e a quella di chi le vuole bene!! è una Lily / Scorpius che mi è balzata in testa...spero che leggerete e recensirete !!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Allora, se bevo questo posso andarmene?”
Bailey guardò quella pozione dal colore violaceo che teneva tra le mani, aveva il sospetto che sarebbe stata la cosa più cattiva che avrebbe mai bevuto, eppure negli ultimi tempi, purtroppo ne aveva bevute parecchie.
Quella però sembrava avere la consistenza della melma e l’odore di marcio non aiutava, ma se berla fosse servito ad uscire dall’infermeria lo avrebbe fatto subito.
Non poteva sopportare che per colpa di due idioti fosse stato costretto a passare la sua terza sera ad Hogwarts chiuso nell’infermeria della scuola. Certo i suoi cugini erano stati con lui fino al coprifuoco, ma questo non lo aveva fatto sentire meglio.
“Direi di sì” confermò Simone e Bailey guardò ancora la pozione come se fosse la sua più grande nemica, ma poi la trangugiò tutta insieme.
Si mise le mani sulla bocca per non vomitare, avrebbe tanto voluto aver pensato a tapparsi il naso perché forse l’odore era stato addirittura peggio del sapore. Quando ebbe la certezza che non avrebbe più vomitato guardò di nuovo Simone e gli parve di vederle uno sguardo soddisfatto, ma fu solo un secondo prima che gli sorridesse tranquilla.
“Alzati, vediamo la gamba” gli disse e Bailey saltò letteralmente giù dal letto. Non ne poteva più.
Quando vide che la gamba lo reggeva ringraziò la magia, ma contemporaneamente un brivido lo percorse, da quando era nel mondo magico aveva rotto più ossa che nel resto della sua vita… era impressionante.
“Mi vesto” disse solo e Simone annuì “non dimenticarti di tornare a pranzo per l’altra pozione” lo ammonì.
“Ancora?” si lamentò Bailey “la tua gamba deve ancora guarire del tutto” gli spiegò “ed ora corri a colazione” aggiunse scompigliandogli i capelli.
“Grazie, miss Weasley” rispose Bailey, ricordandosi che ad Hogwarts Simone voleva essere chiamata per cognome.
Finì di vestirsi e corse via.
Quando arrivò in sala grande guardò verso il tavolo dei Serpeverde, voleva trovare i due stronzi, voleva fargli vedere che lui non aveva paura di loro, che li avrebbe aspettati e che provassero di nuovo a fargli del male questa volta non lo avrebbero trovato impreparato, invece i suoi occhi incrociarono quelli di Ella.
Lo stava guardando con un misto di sollievo, curiosità e rabbia, come una persona potesse provare tutte quelle cose per Bailey era un mistero.
Le sorrise, in fondo era grazie a lei se se l’era cavata con solo una gamba rotta, ma lei non gli restituì il sorriso e spostò gli occhi da lui toccandosi la gola.
Bailey la stava ancora guardando incerto quando si sentì travolgere da un abbraccio e la sua vista fu oscurata da una massa di capelli scuri.
“Sammy” la rimproverò, ma si godette l’abbraccio della cugina ancora per qualche secondo prima di staccarla da sé.
“Non mi è successo niente, lo sai” le disse grattandosi la testa imbarazzato.
“Lo so, ma non ho resistito” si giustificò lei mentre anche gli altri li raggiungevano.
“Come stai?” gli chiese Sarah “adesso bene” rispose e battè più volte la gamba a terra per dimostrarlo. Harry gli tirò una pacca sulla schiena “allora andiamo a far colazione” gli disse sorridendo, alzando gli occhi per vedere i gufi cominciavano ad entrare nella sala bubolando e consegnando la posta.
Bailey invece non diede loro attenzione e si sedette, ma subito un gufo lo raggiunse. I suoi occhi si illuminarono, era la scrittura di sua madre.
Finalmente gli avevano scritto.
Tolse la lettera dalla zampina e alzò gli occhi su Harry che gli sorrise “ne ero sicuro” disse soltanto e Bailey strappò la chiusura cominciando a leggere.
La calligrafia che iniziava la lettera non la conosceva per cui presuppose che fosse quella di suo padre, era ordinata e un po’ spigolosa, proprio come lui.
 
Ciao Bailey, scusami se non ho potuto scriverti prima. Non ti mentirò, nonostante tu sia sempre nei nostri pensieri, saperti al sicuro ad Hogwarts ci ha portato a concentrarci sempre più sulla guerra e su tutte le cose che stanno accadendo, ma sappi che non potrei essere più orgoglioso di avere come figlio un valoroso Grifondoro.
Ho sempre saputo che lo saresti stato, purtroppo l’influenza di tua madre è stata troppo forte” A Bailey sembrò quasi di poter sentire la risata di suo padre “sto scherzando chiaramente. L’ho sempre saputo solo perché sei stato capace di affrontare tutto quello che ti è successo senza fare una piega e non ti sto parlando dell’attacco dei NewMan, ma del coraggio che hai avuto nel conoscere e fronteggiare tutta una vita nuova. Sei il mio ragazzo e lo sarai sempre anche se Grifondoro, in fondo non molto tempo fa mi sono innamorato di una Grifondoro per cui direi che riuscirò a digerire anche un figlio Grifondoro” Bailey sorrise “e mi raccomando non dubitare mai dell’amore che ho per te... Adesso che ti ho trovato non ti lascio più. Con affetto il tuo papà”.
Subito dopo c’era la parte di sua madre, ma Bailey si accorse di non riuscire a leggerla perché aveva le lacrime agli occhi. Non riusciva a credere di aver avuto così tanta paura della reazione del padre.
Harry aveva ragione, era uno stupido. Suo padre non poteva non amarlo solo per una stupida casa di appartenenza.
Alzò gli occhi e vide che Harry lo stava guardando “avevi ragione” gli disse soltanto, poi si alzò e corse via, voleva andare in camera e leggere la parte scritta da sua madre e magari leggere di nuovo la parte di suo padre.
***
Micheal si sentiva un leone in gabbia. Da quando il Supremo gli aveva detto che aveva una figlia e che era ad Hogwarts non riusciva a pensare ad altro.
Ma si sentiva in un vicolo cieco. Voleva vederla, voleva conoscerla, ma non sapeva come fare, non poteva certo suonare il campanello, sempre ammesso che Hogwarts ne avesse uno, e pretendere che lo facessero entrare.
Era un NewMan ed ora grazie a quello stupido di Scorpius Malfoy aveva tutti gli Auror che gli stavano alle calcagna.
L’unica che gli veniva in mente era Lily Potter, ma se in questo momento l’avesse chiamata a sé probabilmente la rabbia lo avrebbe portato a maledirla.
Lei lo sapeva ne era sicuro, forse nella sua nuova vita no, ma in quella vecchia sicuramente.
Forse proprio per questo aveva nascosto sua cugina. Salazar gli sembrava di impazzire, il Supremo voleva assicurarsi la sua fedeltà con la sua confessione, in realtà gli aveva dato un motivo in più per far finire questa guerra.
Si alzò in piedi non riuscendo più a stare seduto. Sì doveva chiamare Lily Potter, ricordava quando aveva scoperto che lei era incinta, avrebbe potuto ucciderla o approfittarsi di quella debolezza e invece l’aveva lasciata andare. Adesso era lei che doveva aiutare lui.
 
Era seduto su quella roccia da circa un quarto d’ora e stava cominciando a spazientirsi quando il rumore della smaterializzazione lo fece voltare verso la radura.
“Fai aspettare i tuoi amichetti e non me” la riprese, ma quando incrociò i suoi occhi capì subito che qualcosa non andava.
Una risata fredda gli nacque nel petto “sei influenzata, povera, piccola, Potter?” la prese in giro e la vide appoggiarsi all’albero.
Pareva quasi ondeggiare ed era sicuro che senza quell’appoggio sarebbe caduta.
“Non che mi importi, ma se stasera andrai al blitz probabilmente faranno polpette di te”.
Lei gli puntò contro due occhi pieni di odio.
“Da qui a stasera starò benissimo” gli disse, ma il suo tono contraddiceva le sue parole “è solo la smaterializzazione”.
Era quasi un sussurro, ma Mike abituato a cogliere ogni minimo particolare lo sentì ugualmente.
La vide portarsi la mano alla fronte per asciugarsi il sudore e prendere un paio di respiri profondi.
“Sto bene” ripetè staccandosi dall’albero, ma dopo pochi secondi si chinò su se stessa e vomitò.
Mike alzò gli occhi al cielo ricordava di aver visto una compagna NewMan una volta in quelle condizioni.
“Non posso crederci” affermò alzandosi in piedi “ti sei fatta mettere incinta” disse soltanto e le diede le spalle afferrando la bacchetta per smaterializzarsi.
“Aspetta” lo fermò lei e quando la guardò si stava ancora pulendo la bocca “non mi sono fatta mettere incinta” chiarì calcando le parole su fatta.
Non era certo una bambina che aveva subito la sua sorte, certo non l’aveva voluto, ma era ben lontana da subire qualsiasi cosa nella sua vita.
“Certo, come ti pare” le disse con un finto sorriso e Lily strinse la mascella “non è qualcosa di cui ti debba interessare” si oppose.
Micheal strinse più forte la sua bacchetta. Non aveva negato.
Lily Potter era incinta. Maledizione, adesso si sarebbe complicato tutto nella guerra.
Adesso non poteva più contare su di lei.
“Annulleremo il patto…”
“Non possiamo annullare un voto infrangibile”.
“Possiamo se entrambi facciamo finta che non sia esistito…tu ti scorderai di me ed io…”
“Ti scorderai di Molly?” lo sfidò e sembrò erigersi in tutta la sua altezza.
Mike avrebbe riso se non fosse stato così arrabbiato. Pensava di fargli paura? Una ragazzina di appena vent’anni e che superava di poco il metro e sessanta?
Era soltanto un’arrogante.
Adesso le sue guance avevano ripreso colore e lei riusciva a stare diritta senza doversi appoggiare da nessuna parte, ma sapeva che l’arroganza non sempre pagava, lo aveva imparato a proprie spese.
“Sei incinta” ripetè con rabbia.
“Sei castano” rispose lei e Mike aggrottò le sopracciglia “non stavamo sottolineando l’ovvio?” domandò fingendosi stupita.
“Non voglio giocare con te” ribatté lui e Lily strinse gli occhi “io non gioco con i NewMan” sentenziò.
Si spostò una ciocca di capelli che continuava a caderle sopra il viso.
“Voglio ancora prendere ognuno di quei bastardi” dichiarò, ma Mike scosse la testa “ti farai ammazzare e tutto il mio sacrificio sarà stato inutile”.
“Senti, sicuramente non sei nella rosa delle persone che avrei scelto tra i primi a cui dire che aspetto un bambino, ma ormai è andata così…” alzò gli occhi al cielo e Mike immaginò che si stesse maledicendo per non essere riuscita a trattenersi “l’unica cosa che deve interessarti è che adesso voglio giustizia ancora di più…”
“E immagino che combatterai anche quando avrai un pancione di nove mesi… quando non vedrai più i tuoi piedi” la schernì, ma lei non si impressionò “abbiamo ancora otto mesi per pensarci” disse soltanto.
E così aveva ceduto. Si era fidato di lei per l’ennesima volta e le aveva comunicato tutto quello che serviva per fargli prendere un po’ di NewMan, per indebolire un po’ le fila del Supremo.
E invece solo qualche settimana dopo lei si era fatta obliviare e il suo segreto su Molly era scomparso con lei.
E adesso scopriva anche di avere una figlia. Aveva dovuto rassegnarsi al perdere Molly, ma non avrebbe mai perso la sua bambina.
Sapeva che nulla sfuggiva a Lily Potter per cui era sicuro che lo sapesse, ma anche questo, come quasi tutto il resto, era nascosto nella sua mente.
***
“Se non ti conoscessi direi che vuoi unirti al club - odio Bailey Malfoy -  insieme a quei due stupidi”.
La voce di Ginny le fece distogliere lo sguardo dal ragazzino.
“Non odio tuo cugino” le disse giocherellando con il cucchiaio “è che è così strano” ribatté.
“Lui non è tuo parente”.
Ginny ripeté le parole che le aveva detto in sala comune la sera prima anche se dopo che ne avevano parlato, aveva capito che non le importava.
Non aveva significato niente per i suoi genitori ed anche se lei ed Ella fossero risultate cugine non sarebbe cambiato niente.
Era solo che aveva la sensazione che non fosse per quello che la collana di Ella si illuminava.
“Ho pensato di scrivere a papà Lorcan” confessò Ella.
Ginny la guardò confusa. “Perché a lui? L’altro tuo padre è il capo degli Auror”.
“Sì e probabilmente ne farebbe un caso di stato” rispose lei posando il cucchiaio sopra al tavolo.
“Papà Lorcan ha una visione tutta sua delle cose e poi era molto amico di tua zia Lily e anche poco prima di partire per Hogwarts li ho visti insieme e sembravano confabulare… lui sa sicuramente qualcosa”.
 
“Di cosa parlavate?”
“Ella”
Ella vide lo sguardo di disapprovazione del padre e contrasse le labbra.
“E’ solo per sapere… lei non mi piace” ammise.
“Perché non ti piace? Non la conosci neppure” la voce divertita del padre la fece arrabbiare ancora di più.
“So perché fai così…”
“Sì, sei solo un’adolescente irritata dall’aver trovato tuo padre con una donna… ma ti assicuro che rimarrò fedele a tuo padre” e rise della sua battuta.
Ella alzò gli occhi al cielo “hai davvero un pessimo senso dell’umorismo” si lamentò “ma non è come pensi tu” disse incrociando le braccia “lei non mi piace solo per i suoi occhi”.
Lorcan inarcò le sopracciglia bionde “cos’ hanno i suoi occhi?”
“Non lo so è quasi come se mi ricordassero qualcosa, quasi come se quegli occhi fossero pronti a tutto… potessero anche…” guardò suo padre. Era diventato serio e ogni traccia di divertimento era sparita dai suoi occhi.
“Perché mi guardi così?” gli chiese “è solo che…” suo padre si fermò. Sembrava che mille pensieri gli stessero attraversando la testa.
“Solo che?” lo spinse, ma lo vide scuotere la testa “sembra che certe cose superino magie ed incantesimi” le disse misterioso e poi le passò un braccio intorno alle spalle “andiamo da tuo padre” disse.
 
Avrebbe voluto che lui gli spiegasse, ma non l’aveva fatto. Erano andati a cena e nessuno aveva più toccato l’argomento.
Ella era sicura che suo padre sapesse più di quanto le dicesse. Da quando era tornata Lily Potter tutto era cambiato con lui.
Non era più stato il solito. Era come se fosse ossessionato, si era chiuso nella sua serra sempre più spesso e si era dedicato alle sue ricerche per sempre più ore e se questo andava bene al suo altro padre non andava bene a lei.
Lily Potter era strana, ricordava quando ancora la credevano morta e quante volte aveva letto articoli su di lei, l’aveva spesso ammirata…sempre alla ricerca del bene, sempre dal lato giusto, mai un’incertezza, ma qualcosa le diceva che non era davvero così.
Era come se fosse un sentimento innato. Si toccò la collana chiedendosi se era davvero qualcosa che si collegava a lei.
***
Scorpius entrò nella stanza di suo padre e sospirò.
Aveva appena parlato con i dottori e quelli continuavano a dirgli che andava tutto bene.
I polmoni erano tornati a posto e a dirla tutta sembravano non capire neanche perché non si svegliasse.
Intanto però continuava a stare là, disteso in quel letto e sembrava dormisse.
“Assurdo” disse continuando a camminare per la stanza, eppure doveva essere abituato alle cose assurde.
Negli ultimi tre mesi aveva fatto una collezione di cose assurdamente incredibili.
Lily era tornata dopo undici anni, aveva scoperto di avere un figlio ed ora avevano di nuovo una vita da coppia.
Era tornata tra le sue braccia, era riuscito ad amarla di nuovo e ancora gli sembrava incredibile.
Per non parlare di suo padre. Ancora non riusciva a credere di non averlo voluto ascoltare.
Adesso aveva la certezza che il NewMan che conosceva fosse Nott, ricordava quanto fossero amici quando era bambino, ma ricordava anche che ad un tratto smisero di frequentarsi.
E lui avrebbe dovuto pensarci, avrebbe dovuto ricordare che suo padre aveva tagliato i ponti con uno dei suoi migliori amici e, anche se non collegarlo ai NewMan, poteva almeno pensare che vi doveva essere un grave motivo.
Invece si era chiuso e non gli aveva dato neanche modo di spiegare.
L’aveva accusato di essere come suo padre, come l’uomo che negli ultimi anni aveva odiato cercando di cancellare ogni traccia di amore avesse ancora per lui.
 Se invece avesse provato a dargli una possibilità, se l’avesse ascoltato, se avesse provato anche solo per un minuto a dargli il beneficio del dubbio non avrebbe avuto bisogno di parlare con Hermione perché lo avrebbe fatto con lui.
Aveva immaginato tante volte in quei giorni di averlo fatto, di essere andato con lui al ministero e di avergli fatto dare la deposizione agli Auror.
Sbuffò e pensò che avrebbe anche potuto emettere vapore come un drago da come era arrabbiato.
“Mi fai venire il mal di mare”.
Scorpius voltò la testa talmente in fretta che ebbe paura gli si fosse staccata dal collo.
Gli occhi gli si spalancarono e per un attimo temette di essersi addormentato.
“E adesso che stai facendo?”
No, decisamente non stava dormendo.
“Papà!”
Forse a trentatrè anni era troppo vecchio per abbracciare suo padre come fosse un bambino, ma gli era mancato decisamente troppo e si era sentito in colpa per ognuno dei giorni in cui era rimasto in queste condizioni, per cui gli gettò le braccia al collo.
“Sto morendo?” gli chiese quando Scorpius si separò da lui “non mi abbracci non so da quanti anni” scherzò e Scorpius sorrise “non ti abituare troppo” lo prese in giro.
“Mi par di capire che non sei più arrabbiato con me”.
Scorpius si sedette sulla sedia accanto al suo letto “papà sei stato in coma dieci giorni…”
“Dieci giorni?” lo interruppe Draco, i suoi occhi si adombrarono mentre si guardava intorno e registrava di essere al San Mungo.
“Salazar… che è successo?” chiese confuso, poi si portò una mano alla testa come se potesse servire a raccogliere le idee che gli vorticavano nel cervello “ho visto Hermione Granger e poi… poi il fuoco… eravamo bloccati in casa… è morta?”
Gli occhi spaventati di suo padre quasi consolarono Scorpius. Lo aveva accusato di essere come suo nonno, ma non poteva essere più lontano dalla realtà.
“Hermione è già a casa da tempo, sei tu che ci hai preoccupato…” scosse la testa, stava perdendo tempo e suo padre aveva bisogno di essere controllato.
“Vado a chiamare il medico…”
“E quindi mi hai perdonato per compassione?”
Scorpius si fermò sul posto a quella domanda e vide che suo padre lo stava osservando attentamente.
“Papà, sono stato uno stupido, ok?” ammise.
“Dovevo ascoltarti quando mi volevi dire di Nott… non pensavo correttamente quel giorno e per un attimo ho dimenticato la tua promessa, ma non capiterà ancora”.
Draco sorrise “sono davvero felice di sentirtelo dire e… aspetta un attimo, hai detto Nott?”
“Perché non è lui?”
“Certo che è lui, ma come fai a saperlo?”
“Sono stati dieci giorni intensi” rispose scherzoso “ma la cosa più importante è che Nott è morto”.
“Morto?”
“Avvelenato” spiegò “e proprio dentro la sala interrogatori del ministero”.
Scorpius si alzò di nuovo in piedi. Ogni volta che ci pensava la rabbia continuava ad invaderlo ad ondate così forti che pensava sarebbe esploso.
“Morto” ripetè Draco in un sussurro e strinse i pugni attorno al lenzuolo, aveva rischiato la vita ed era stato tutto inutile.
Dire a chiunque di Nott ormai non sarebbe servito a niente.
“Come facciamo a vincere, papà?” chiese retorico “Nott senior ci muore sotto il naso, avvelenato in mezzo a tutti gli Auror, a quelli che dovrebbero essere il bene e Nott junior è stato rilasciato dopo aver rapito Lily…”
“Ha rapito lui Lily?”
Scorpius scosse la testa “non quel rapimento” chiarì e Draco si alzò piano a sedere “mi stai confondendo” disse e suo figlio sorrise.
“Hai ragione e tu devi soltanto riposare, quindi ora vado davvero a chiamare…”
“Dieci giorni?” lo interruppe all’improvviso e il suo volto parve contrarsi.
Scorpius stava per chiedergli se stava bene, ma Draco riprese “Bailey… Bailey quindi è a scuola?”
Lui sorrise e annuì.
“Io dovevo parlargli… volevo…”
Scorpius alzò una mano “è anche merito suo se sei salvo, sai?” al suo sguardo interrogativo riprese “qualcuno ti voleva salvo ed era qualcuno che conosceva Lily per cui ha inviato il messaggio in ospedale dove credeva fosse stata ed invece era un attimo a riposarsi e Bailey ha ricevuto il biglietto…”
Draco osservò il figlio aveva nel volto tutto l’orgoglio che provava in quel momento.
“Ha avvertito James e Teddy… ti hanno trovato loro”.
Draco sorrise e fece per parlare, ma Scorpius lo precedette “ti vuole talmente bene che quando è partito per Hogwarts ha detto che se ti fossi svegliato avrei dovuto dirti che gli dispiaceva” confessò Scorpius e sorrise vedendo il padre commosso.
“Credevo che fosse arrabbiato con me” disse semplicemente e poi sospirò scenograficamente “un nipote così coraggioso e … è stato smistato in Grifondoro, vero?” chiese, ma la sua domanda sembrava più una constatazione.
Scorpius annuì e Draco scosse la testa “mi toccherà amare un Grifondoro” affermò scherzoso, poi alzò gli occhi “chissà se mio padre l’ha già saputo” aggiunse divertito e a Scorpius parve di vedere un lucchichio di soddisfazione nei suoi occhi.
“Papà” lo riprese scherzoso poi però tornò serio “quello che ti è successo denota che c’è una talpa… tu ed Hermione siete stati colpiti al quartier generale ed è nascosto con l’incanto Fidelius”.
Draco sospirò “non mi ricordo niente… a parte il fuoco, il fumo, il cercare di fuggire… le finestre bloccate”.
“Quello dimostra solo ancora di più i nostri sospetti… Lily aveva ragione, non possiamo fidarci di nessuno…”
“E questo te l’ha detto quando eravate a riposarvi?”
Scorpius sentì un sorriso nascergli nel volto, ma lo nascose subito “se solo fossero appena un pochino fatti tuoi potrei dirti che stavo parlando della vecchia Lily, ma siccome non lo sono…”
Draco fece un gesto di impazienza con la mano e rise “come ti pare” affermò con sguardo furbo.
***
Lily entrò in casa. Era delusa.
Era davvero tanto, tanto delusa.
Aveva sperato con tutta se stessa che l’incantesimo di Lorcan potesse funzionare.
Erano passati solo tre mesi da quando aveva ritrovato la sua famiglia, aveva visionato, probabilmente, un centinaio di ricordi e nella maggior parte di essi si era anche odiata, ma, forse proprio per questo, voleva con tutta se stessa tornare quella che era.
Forse così si sarebbe davvero capita. Forse ricordare tutto il dolore che aveva provato quel maledetto giorno le avrebbe aperto gli occhi e fatto capire perché metteva sempre da parte tutti. Perché aveva messo da parte i suoi fratelli, Scorpius e persino il suo bambino.
Sentì la pietra a contatto con la gamba, era ancora nella tasca dei suoi pantaloni.
La passaporta che le aveva detto Nott e lei non aveva detto nulla a nessuno. Aveva avuto la possibilità di condurli da lui dicendolo.
Sicuramente avrebbe potuto farlo, sicuramente avrebbe aggirato anche quello che chiamavano voto infrangibile, ma non l’aveva fatto.
Non si era fidata di nessuno e questo le aveva fatto capire che era la sua natura.
Criticava tanto la vecchia Lily Potter per tutte le precauzioni che aveva preso, perchè diceva di fidarsi dei suoi fratelli, di Scorpius, di Alice, ma erano solo parole, non si era mai fidata davvero di nessuno.
E questo le era costato undici anni della sua vita.
Undici anni in cui per tutti era morta.
E adesso lei aveva fatto la stessa cosa. Poteva aver detto a chiunque della Passaporta, ma non l’aveva fatto e sapeva anche il motivo.
Lei voleva combattere la sua guerra. Lei voleva sapere e non voleva che nessuno si mettesse in pericolo per lei.
Avevano ragione, era sempre la solita, vecchia Lily.
Si appoggiò con i gomiti sul piano della cucina e lasciò che i capelli le ricadessero in avanti, sentiva le lacrime premerle sugli occhi fino a farli bruciare.
Voleva piangere, voleva per una volta lasciarsi andare e non trattenere tutto, si sentiva come un vaso pieno d’acqua pronto a traboccare, le mancava solo la famosa goccia.
Si portò le mani al volto premendosi forte gli occhi, non avrebbe pianto.
Non avrebbe pianto si ripetè mentre sentiva le dita divenire umide.
Non aveva importanza se ci aveva creduto, se l’incantesimo non aveva funzionato.
“Lily”.
La voce di James la fece sobbalzare e si tolse subito le mani dal viso strusciandole leggermente per assorbire qualsiasi lacrima fosse sfuggita.
Si voltò con un sorriso, ma vide dall’espressione del fratello che non l’aveva fregato neanche un po’.
“Per favore non ricominciare a nascondermi le cose ” la pregò e Lily sentì il sorriso scivolarle dal viso.
Aveva ragione. Lei era diversa, aveva più di trent’anni e la maturità di una mamma.
“Scusa, io…”
Tutto si fece confuso davanti a lei. Suo fratello scomparve dal campo visivo, per un attimo fu tutto buio e poi arrivarono i colori.
Fu come se all’improvviso il libro bianco che aveva nella testa ogni volta che provava a pensare a se stessa fosse appena stato riempito di parole, immagini e colori, ma anche di paura e terrore.
Spalancò gli occhi ansimando e cercando di non morire mentre le immagini del giorno più brutto della sua vita tornavano nella sua mente. Si resse al mobile sentendo le gambe diventarle molli mentre vedeva morire il suo papà e la sua mamma.
Gli occhi le si riempirono di lacrime mentre riviveva ogni dolore, ogni momento che ha accompagnato la sua rinascita.
Il cuore cominciò a batterle così forte che per un attimo pensò che sarebbe esploso mentre ogni sentimento soppresso la stava riempiendo. L’amore per Scorpius, Merlino se quello che aveva creduto di provare quella mattina pensava fosse stato così intenso da non aver mai provato una cosa simile era solo perché non si ricordava quello che provava per lui perché l’amore che la stava invadendo in quel momento era così forte che sembrava che improvvisamente le sue vene avessero cominciato a far scorrere il sangue solo verso il suo cuore lasciando il suo cervello a secco dato che non riusciva a pensare ad altro che a quello.
Arrivò anche l’amore per i suoi fratelli, quello per Teddy e Victoire, Alice e Dominique… tutto quello che aveva provato negli anni in cui era stata se stessa stava tornando nella sua mente e nel suo cuore.
“Oddio” ansimò mentre anche tutta la rabbia tornava prepotentemente dentro di lei.
Tutta l’ira che aveva sepolto dentro di sé e con la stessa forza di allora, la forza di un fiume in piena che scorre veloce fino a straripare ed era letteralmente così. Lily si sentiva come se non potesse sopportare altre emozioni.
Ce n’erano troppe e stavano arrivando tutte insieme.
La pozione di Lorcan aveva funzionato. I ricordi erano tornati.
“Lily”.
Quando finalmente riuscì ad aprire gli occhi si trovò a pochi centimetri da quelli del fratello.
Gli occhi nocciola di James, adesso poteva vederlo davvero, adesso poteva ricordare.
Era invecchiato rispetto ai suoi vecchi ricordi e quegli occhi sembravano più spenti dell’ultima volta che lo aveva visto.
Alzò una mano e gliela poggiò sulla guancia “Jamie” disse soltanto, ma lo vide spalancare gli occhi.
Forse fu il fatto che la nuova Lily non aveva mai usato quel nomignolo o forse la voce che sembrava carica di emozioni, ma lo vide aprire e chiudere la bocca più volte come se volesse parlare, ma non riuscisse a fare uscire nessun suono.
“Lily?” finalmente riuscì a parlare, ma sembrava quasi una domanda, come se si stesse chiedendo se aveva intuito bene quello che stava succedendo.
Gli gettò le braccia al collo. Suo fratello, il suo fratellone.
“Jamie! Merlino, James!”
“Lily… che… che sta succedendo?” le chiese staccandola da lui.
Lily gli sorrise. Aveva la confusione impressa nel viso, ma così non era per lei.
Adesso ricordava tutto. Ricordava quella maledetta sera di undici anni prima.
“Dov’è Gabrielle?” chiese e James sbattè più volte le palpebre “cosa?” chiese soltanto.
“E dai, James, non ho tempo, dimmi dov’è Gabrielle”.
“E’ partita”.
Partita. Partita per dove? Lei non sarebbe mai partita così, sicuramente aveva sentito che tutto si stava chiudendo accanto a lei… forse qualcosa che aveva fatto…
“Draco”.
Draco. Ecco perché non si svegliava. Lei si era occupata di lui. Maledetta stronza.
“Draco? Lily, vuoi dirmi… è la memoria?”
Lily sorrise e gli prese le mani racchiudendole nelle proprie “puoi non dire niente?” chiese e vide che il volto del fratello era ancora pieno di confusione.
“Lily, ma sei davvero tu?” chiese in un misto di shock e incredulità.
 Lei annuì e gli accarezzò di nuovo la guancia. Non riusciva a smettere di toccarlo, le era mancato così tanto.
Però insieme ai sentimenti erano tornate tutte le responsabilità e le paure. Non poteva permettersi di stare ferma ad aspettare. Doveva trovare Gabrielle ed aveva un solo modo…
“Scusa, Jamie” gli disse allontanandosi di diversi passi e lui si accigliò “scusa per cosa?” le chiese.
“Per questo” gli rispose, poi tirò fuori la bacchetta e si smaterializzò.

COMMENTO: OK, PENSO CHE CHI SEGUIVA QUESTA STORIA L’AVRA’ DATA ORMAI PER INCOMPIUTA ED AVREBBE RAGIONE A PENSARLO, HO PORTATO AVANTI LE ALTRE ( SEPPUR MOLTO LENTAMENTE) MENTRE QUESTA NON L’AGGIORNO DAL GIUGNO 2017…PRATICAMENTE DA QUANDO SONO RIMASTA INCINTA :D SCANDALOSA LO SO E ME NE SCUSO TANTISSIMO PERO’ QUALCHE GIORNO FA L’HO RILETTA ED HO DESIDERATO DAR LORO UNA FINE VISTO ANCHE CHE NON MANCAVA MOLTO PER CUI ECCOMI QUA…SI RICOMINCIA E SPERO CHE DAVVERO QUALCUNO SI RICORDI DI QUESTA STORIA ;) PARLANDO DEL CAPITOLO SPERO VI SIA PIACIUTO!! SUCCEDONO DIVERSE COSETTE, MA LA PIU’ GROSSA E’ LILY, LA POZIONE DI LORCAN HA FUNZIONATO E LA NOSTRA VECCHIA LILY E’ TORNATA O FORSE NO? SARA’ LA STESSA? FARA’ LE STESSE SCELTE? VEDRETE NEI PROSSIMI CAPITOLI CHE ARRIVERANNO PRESTO… COMPATIBILMENTE CON TUTTO PERO’ :D AH DIMENTICAVO SPERO SI SIA CAPITO CHE DRACO SI E’ RIPRESO PERCHE’ GABRIELLE NON C’E’ PIU’ E SE VI RICORDATE NEGLI SCORSI CAPITOLI VI HO ANCHE DETTO DOVE E’ FINITA ;) SPERO CHE INTANTO MI FARETE SAPERE QUELLO CHE PENSATE DI QUESTO CAPITOLO E RINGRAZIO DI CUORE QUELLI CHE LO FARANNO E CHE LO HANNO FATTO LO SCORSO CAPITOLO OVVERO: ICEPRINCESS / LUISA 21 /ARYELLE / ROXY HP / LAX / FEDELA WATSON / DREAMER IMPERFECT / EFFE 95 /  CICCI 12 E VIOLA 02!! GRAZIE DAVVERO!! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE/ SEGUITE E RICORDATE ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO!! UN BACIONE A TUTTE!!
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: danyazzurra