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Autore: carachiel    09/02/2020    1 recensioni
All'inizio del 1978, i Queen stanno lavorando all'album Jazz. Una sera come tante altre decidono di uscire fuori a cena per schiarirsi le idee e mangiare qualcosa.
Nel frattempo, Freddie riesce a finire in una situazione a dir poco catastrofica nel posto più disagevole possibile: il bagno degli uomini.
O anche:
Di come Freddie Mercury riuscirà a viaggiare nel tempo.
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La storia originale appartiene a peblezQ ed è stata tradotta col suo consenso.
[TimeTravel!AU] [Modern!Setting] [Traduzione] [Aggiornamenti settimanali]
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Freddie Mercury
Note: AU, OOC, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
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In Only Seven Days
Atto I - Capitolo 3



Freddie solleva la testa dal cuscino, fissando un uccello sul davanzale, guardandolo volare via tra le strade di Londra, per poi concentrare la sua attenzione sugli oggetti poggiati sugli scaffali nella stanza, salvo poi venire distratto da Brian che esce dalla cucina con un vassoio e quattro tazze. 

"Piano, le tazze sono calde." avverte Brian mentre sistema le tazze, sistemandone due di fronte alle sedie rimaste vuote. 

Freddie prende posto mentre Roger e John finiscono di sistemare la plancia di Scarabeo, per poi prendere un sorso del suo tè e rischia di far cadere la tazza per il dolore; è bollente. 

"Cazzo" sibila mentre ripoggia la tazza sul tavolo. 

"Ti avevo avvisato che era caldo." ride Brian. 

"Quindi, chi inizia?" domanda Roger mentre passa il sacchetto delle lettere al frontman. 

John si sistema i lunghi capelli e si risiede, e Freddie affonda la mano nel sacchetto. Brian replica "Deaky ha vinto l'ultima volta, quindi forse dovrebbe andare per primo?" 

"Carino." risponde Freddie passando il sacchetto al chitarrista "Bel modo di ricordarci che l'ultima volta Deaky ci ha annientato."

Roger ride e John scuote la testa con un ghigno, per poi sollevare le mani e replicare "Ehy, non devo andare per primo se tu non reggi l'idea di essere un perdente."

Freddie lo guarda male mentre gli altri ridacchiano "Vai, non mi interessa." replica, lasciando andare un sospiro esasperato. 

John va per primo, per poi passare il turno a Roger, che si gratta il mento teatralmente mentre pensa. Freddie lascia andare un lamento dopo un minuto, facendo il gesto di guardare impazientemente l'ora 

"Dovremmo avere un timer per questo dannato gioco." mormora. 

Roger esclama "Ah-ha!" e piazza qualche lettera sulla plancia. Freddie osserva la parola che ha composto - CUBOID -, le labbra strette in una smorfia sospettosa. 

"Non può essere una parola!" esclama. 

"Sfortunatamente per te" il batterista incrocia le braccia e fa un sorrisetto "È un osso del piede - quindi è decisamente una parola." il suo sorrisetto non svanisce mentre Freddie chiede di prendere il dizionario. 

"Sai che perdi punti se contesti la legittimità della parola e hai torto." lo avvisa il bassista, le labbra strette in una linea sottile. 

"Ma se non ho punti da perdere! Non ho ancora giocato il mio turno!" 

"Vorrà dire che inizierai il turno con meno tot punti." replica Roger. 

Brian apre il dizionario e scorre le parole prima di puntare il dito sulla pagina "Roger ha ragione. È una parola - un osso dell'arco plantare." passa il tomo a Freddie e aggiunge "scusa Freddie, perdi due punti."

Il viso del frontman impallidisce mentre legge. Il sorrisetto di Roger si amplia mentre guarda l'altro chiudere il libro con tanta violenza da far tremare il tavolo e le tazze. 

"Non fare il perdente, Fred" replica, senza cancellarsi dal viso il sorrisetto. 

Freddie alza le mani - molto teatralmente - e il bassista trascrive il punteggio negativo sul loro tabellone, un vecchio quaderno di appunti di Roger. 

Il frontman ha un'improvvisa epifania e strappa il quaderno dalle mani di John, sfogliandone le pagine. Punta il dito contro una parola, indicandola ai compagni di band. Roger fa un sorrisetto vergognoso, alla vista della parola che ha appena inserito. 

"Hai barato!" urla Freddie, sbattendo il quaderno sul tavolo. 

"Bene! È solo un fottuto gioco!" replica Roger veementemente. 

"Non è divertente se bari!" afferma mordace, il tono aggressivo tanto da far preoccupare Brian

"Okay, ragazzi. Calmiamoci--" 

"Non ho barato! Sapevo già quella parola! Quelli erano i miei appunti, me la sono ricordata!" replica Roger, la voce che sale di volume per sovrastare quella di Freddie. 

"Seriamente, non facciamo--" 

Freddie interrompe l'intervento del bassista alzandosi in piedi, la sedia rovesciata e il tè che inonda la plancia di Scarabeo. John impreca, prima di cercare di ripulire il disastro. 

"Oh, guarda che hai combinato!" il batterista si alza, occhieggiandolo malamente "Perché non puoi startene da solo a giocare a quel dannato gioco?" 

"Perché sono stufo marcio di questa merda!" esclama. Roger si morde il labbro, cercando di resistere al bisogno di replicare, i pugni stretti. 

"Pensavo aveste risolto quella questione, no?" domanda Brian, più infastidito che deluso. 

"Decisamente no." replica Roger senza distogliere lo sguardo da Freddie.



 
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Freddie si sveglia, con un bisogno urgente di aria. Scatta a sedere, per poi ributtarsi indietro con un lamento quando il suo corpo rifiuta di muoversi. È ricoperto di sudore, il respiro affannoso; stava avendo un incubo. Esamina i dintorni e sente il panico assalirlo quando non riconosce la stanza in cui si trova. 

Le lenzuola sotto di lui sono morbide e sottili e, nonostante siano fresche, Freddie è accaldato e grondante di sudore. Si siede, scivolando fuori dal letto e girando per la stanza. Si domanda come abbia fatto ad arrivarci, mentre curiosa tra i comò. Passa un dito sulla superficie; non c'è una singola particella di polvere sopra. 'Pulito immacolato... Il tizio che possiede questa casa potrà permettersi decine di donne delle pulizie.' pondera mentre si avvicina per guardare le fotografie. 

Freddie sente il sangue gelarsi quando nota una foto di lui, Brian, Roger e John. 'Oh, quindi questa è casa di Brian...' realizza, prima di squadrare i capelli corti e i baffi che il sé stesso della foto sfoggia. Sembra felice, come tutti gli altri. Sorride, prima di sussurrare "Look interessante, lo prenderò in considerazione."

Osserva un'altra foto, che ritrae un Brian molto più vecchio, come anche Roger e John, che mostrano un po' di argento tra i capelli. I loro sorrisi sono costellati di rughe, un brutto ricordo del fatto che il tempo non si ferma - ed anche che Freddie non è dove dovrebbe essere. Guarda un'altra foto accanto ad essa, un ritratto di famiglia con Brian, una donna che non assomiglia a Chrissie e i figli di Brian molto più grandi. 

Continua a guardare le foto, mentre sente la testa alleggerirsi. I suoi occhi notano una foto di Roger, le sue viscere che si attorcigliano dolorosamente. Qui ha i capelli corti e un po' di barbetta, ma è ancora carino - assomiglia molto a una ragazza. Freddie ridacchia tra sé ricordando i tanti uomini che gli si avvicinavano nei pub convinti che fosse una donna per i lunghi capelli biondi e le maglie floreali. Anche la sua voce era sempre stata morbida nonostante fosse leggermente roca, ma il frontman l'aveva sempre preso in giro perché sembrava un ragazzo che non aveva completato la pubertà. 

"Non puoi essere serio! Hai tenuto un fan psicopatico nella tua camera da letto, Brian!?" volta la testa di scatto verso la porta - riconoscerebbe ovunque quella voce o, in questo caso, in ogni tempo. È più roca, ma è ancora morbida e acuta. Proviene da lontano, ma è talmente forte da permettere a Freddie di sentirla chiaramente. 

Prova a sentire quella che presume essere la risposta di Brian, ma la sua voce è molto più attutita di quella del batterista. Caro vecchio Roger. Nonostante l'età, sa ancora come parlare forte. Scuote la testa mentre si avvicina alla porta. 'Non potranno avermi lasciato qui senza chiudere a chiave, vero?' si domanda, prima di girare il pomello e aprire la porta con un ghigno. 

Si fa strada in punta di piedi verso la voce di Roger, sentendo il cuore rimbombare più forte ad ogni passo. Cosa può dirgli? Ovviamente pensano che lui non è chi dice di essere, probabilmente. Da quanto ha detto Roger, crede che Freddie sia solo un "fan psicopatico". Freddie esita in cima alla scala, realizzando che non ha idea di come poter provare la sua innocenza. Come può provare di essere il loro impavido frontman che è stato risputato fuori dal passato? 

"Indipendentemente dal fatto se sia o meno un fan con una faccia simile" la voce di Brian riecheggia per le scale "è ferito, quindi il meno che ho potuto fare è stato offrirgli ospitalità mentre arrivava la polizia e l'ambulanza."

Un sorriso nasce sulle sue labbra a quelle parole. Caro Brian, sempre così generoso. Ma la risposta di Roger cancella il sorriso dalle labbra di Freddie. 

"Ma non hai chiamato la polizia! Hai chiamato me!" replica seccamente "Credi sinceramente che l'uomo di sopra sia Freddie fottuto Mercury? Se è così, devi essere proprio impazzito stavolta."

"Sinceramente non lo so, Rog" replica calmo "Ecco perché ho chiamato prima te." Brian si zittisce e Freddie trattiene il respiro "Devi vederlo per capire. È... Quell'uomo è esattamente identico a Freddie. È abbastanza inquietante, a essere sinceri."

"Beh certo, ci credo che gli somigli, ma perché sarei qui se non--"

"--No, Roger, non capisci!" lo interrompe Brian. Non sembra arrabbiato, più preoccupato e disperato. "È esattamente come lui." ripete, in tono più basso. Freddie scende due scalini per sentire meglio. 

"L'hai già detto--" 

"--Roger, ha gli stessi denti, gli stessi occhi" fa una pausa e Roger tace "Indossava una delle tue maglie. Hai presente quale - quel ridicolo maglione colorato di lana. Quello che hai tenuto dopo che--" si interrompe di nuovo e Freddie potrebbe giurare che sembra si sia strozzato.

Il suo battito cardiaco è forte e doloroso mentre siede sui gradini, ascoltandoli in silenzio. Freddie osserva la maglia che indossa, la stessa che Brian ha appena descritto. È una stupida maglia di lana che aveva sottratto al batterista qualche settimana prima; Roger l'aveva lasciata per terra accanto alla batteria e lui l'aveva presa. Non gli importava che l'avesse presa - si "prestano" sempre i vestiti. Tuttavia non capisce perché ancora gli importi di quella vecchia maglia dopo... 'Santo cielo, sono passati quarant'anni!?' realizza, ricordando di aver letto la data sul giornale e sul complicato 'ma anche terribilmente utile' Google. 

Gli si gela il sangue nelle vene quando la scala scricchiola sotto il suo peso, desiderando ardentemente scomparire in questo preciso istante, perché sa che lo hanno sentito. Sente dei passi che si avvicinano alle scale, ma esitano, le due familiari silhouette proiettate sul muro di fronte a lui. 

"Almeno hai chiuso a chiave?" sussurra Roger severamente. Non giunge risposta. Freddie sospira, sapendo che deve venire allo scoperto ora che sanno che è lì ad origliare. Se vuole che gli credano sa che deve farsi coraggio e parlare per primo e ancor di più - essere sincero. 

"Scusate" mormora deglutendo a fatica, trasalendo per quanto suona fragile il suo tono. Si alza piano e scende le scale con esasperante lentezza. Gli tremano le mani e si sente come se il cuore gli potesse balzare fuori e spiaccicarsi sul bel pavimento di marmo bianco. Tiene la testa bassa, gli occhi fissi sulle scale per evitare di guardare i suoi amici. Li ha già visti in foto, ma mai di persona. Si ferma alla fine delle scale e sente un leggero sussulto. I suoi occhi lo tradiscono, inchiodandosi in quei familiari occhi blu sgranati. 

Si fissano l'un l'altro in silenzio, senza fiato. Brian sembra leggermente confuso, ma mai quanto il batterista, mentre esamina Freddie da capo a piedi, facendolo arrossire mentre viene scansionato da quello sguardo intenso, a meno di dieci metri da lui. Il frontman torna a fissare il pavimento, provando  pensare a cosa dire. 

"Amo questo pavimento, caro." commenta, rompendo il silenzio con una risatina imbarazzata 'Wow, ottima partenza' pensa sarcasticamente. Roger sussulta di nuovo, mentre Brian guarda il batterista, gesticolando verso Freddie. 

"Vedi!? Parla persino come lui!" esclama drammaticamente il chitarrista. 

"Chi diavolo sei?" sibila Roger, ignorando l'esclamazione di Brian, gli occhi che lo scrutano sospettosi. 

"Uhh..." deglutisce nervosamente, sentendosi improvvisamente piccolo sotto quello sguardo intenso "Roger, caro, non ci crederai--"

"--Hai ragione, non ci credo!" replica Roger interrompendolo e incrociando le braccia. 

"Roger, lascia che parli--" 

"È un impostore! Dovrebbe essere arrestato per essersi intrufolato in una proprietà privata" lo interrompe aggressivamente, indicando Freddie e facendolo sussultare "-E per averci turbati mentalmente ed emotivamente!" aggiunge, prima di incrociare di nuovo le braccia al petto. 

"Non sono un impostore!" esclama, cercando di sembrare più offeso che nervoso "Sono io! Brian, ti prego, dovete credermi - la cosa più strana--" 

"No, devi fermarti ora. È stato divertente ma... Ti prego, smettila." mormora piano. Freddie si morde il labbro guardandolo. Ha un'espressione addolorata e Freddie si sente male per averlo fatto soffrire. "Congratulazioni amico, hai sicuramente fatto spettacolo. Sembri il doppelganger* di Freddie, ma questo non cambia che chiameremo comunque la polizia per aver fatto irruzione ed essere entrato--" 

"--In realtà non ha rotto** niente tranne che forse un suo osso..."

"--Aspettate!" li interrompe, mentre i due lo guardano con espressione interrogativa. Freddie cerca di far lavorare i criceti nel suo cervello, cercando un modo per convincerli che è davvero chi dice di essere. La sua espressione concentrata svanisce quando la metaforica e stra usata lampadina si accende, trovando qualcosa di utile.

"Millenovecentosettantacinque, Ridge Farm." inizia, e Roger emette un lamento ma Freddie continua a parlargli sopra "Hai scritto quella stupida canzone sulla macchina per poi chiuderti nell'armadio dei nastri quando ti abbiamo negato di metterla sul lato B di Bohemian Rhapsody." conclude, guardandolo con curiosità, ma il batterista sembra poco convinto; se possibile, lo sta facendo irritare ancora di più. 

"Tutto il dannato mondo conosce quella storia, amico. Bel tentativo--" 

"Sanno anche della conversazione che abbiamo avuto mentre eri chiuso lì?" lo interrompe velocemente, mentre Roger lo guarda impassibile. 

"Ricordi, a parte io che urlavo, pregandoti di non danneggiare il registratore?" aggiunge. Roger e Brian si gelano a quella frase, improvvisamente interessati. 

"Ti chiesi perché volevi quella ridicola canzone nell'album, e tu ti ti rifiutasti - usando le mie stesse parole e dicendo che il significato di una canzone non dovrebbe essere spiegato. Ti dissi che ci doveva essere una qualche spiegazione, e tu mi dicesti che parlava di qualcuno che era gay. Mi dicesti che avevi scritto quella canzone pensando a me, e la mia reazione alla canzone la diceva lunga su come la società vedesse me, un uomo gay. Ero così commosso che--" fa una pausa, sentendo un groppo in gola "--che ho mollato, e ho messo la tua dannata canzone sul lato B di Bohemian Rhapsody. Dopo, quando sei uscito, mi hai abbracciato e mi hai detto che mi amavi, per la prima volta. È stato allora che ho capito che i Queen erano molto di più di una band o dei semplici amici --" sospira, sentendo le lacrime scorrere "-- siamo una famiglia."

I due rimangono in silenzio a lungo, e Freddie si asciuga gli occhi, grattandosi il naso con un sospiro drammatico "Guardatemi - piangere non mi si addice per niente. Spero che tu sia felice che ho raccontato quella dannata storia..."

Un'altra terribile pausa

"...Fred...?" sussurra piano Roger. Il frontman lo guarda ed la vista dell'uomo è come una stilettata al cuore. Sembra completamente stravolto, gli occhi blu hanno una brutta sfumatura rossastra e ha i segni delle lacrime sul viso. Gli occhi del chitarrista sono spalancati mentre fissa alternativamente gli altri due. 

"Fred, è...? Sei davvero tu..? Come...?" Roger non riesce a finire le frasi, spezzate dai singhiozzi. 

" Come può averti convinto così velocemente una sola storia?" domanda Brian, ma senza traccia di malizia o cattiveria nella voce. Sembra genuinamente confuso. 

"Perché sempre ho raccontato a tutti che quella canzone riguardava tutt'altro, per tutta la vita. Solo Freddie sapeva di cosa parlava veramente quella canzone." replica piano Roger, senza curarsi neppure di asciugarsi le lacrime, avvicinandosi velocemente al frontman prima di attirarlo nell'abbraccio più stretto che Freddie abbia mai ricevuto. Freddie si lascia scappare un lamento mentre il batterista lo tiene più vicino, come se avesse paura di vederselo strappare via da un tornado. 

"Tesoro... Non... respiro..." geme piano e Roger molla la stretta di colpo come se si fosse scottato. 

"Scusami... Scusami... È solo..." si asciuga gli occhi, ridendo nervosamente "Non riesco ancora a crederci. Sei davvero tu."

Prima che possa replicare Freddie viene stretto in un altro abbraccio, stavolta da Brian, riuscendo a stringerlo a sua volta. Sente il chitarrista singhiozzare, le spalle tremanti mentre il frontman gli carezza i capelli con un sorriso. Roger si unisce, creando un lungo, dolceamaro abbraccio di gruppo. Freddie si domanda perché piangano così forte, realizzando che forse è lo shock di vedere il loro compagno di band così giovane. Allontana momentaneamente i suoi pensieri confusi mentre li stringe a sé, grato che finalmente gli credano. 

Una volta ricomposti, Freddie si schiarisce la gola "Quindi..." si blocca, non sapendo cosa dire dopo... qualunque cosa sia stato. 

"Com'è che sei qui, di fronte a noi?" domanda Brian.

"Uhh, speravo che tu mi potessi aiutare a capirlo, Bri" 

"Qual'è l'ultima cosa che ricordi?" interviene il batterista.

"Uhm, stavamo registrando In Only Seven Days - per l'album Jazz - ed eravamo affamati, quindi ci prendemmo una pausa dirigendoci verso il nostro ristorante giapponese preferito" spiega, ripercorrendo i suoi passi e sforzandosi di trovare altre informazioni. Si assicura di specificare quale ristorante, nel caso non siano ancora convinti, prima di proseguire "Ero andato in bagno mentre tu e Deaky stavate discutendo, e ho letto questo strano messaggio in un biscotto della fortuna--" si interrompe tirandolo fuori e passandolo a Brian. 

Il chitarrista lo legge velocemente, il volto stretto in una smorfia prima di guardare Freddie "Lo so - ho pensato anch'io fosse strano, tesoro." replica alla domanda silenziosa "E subito dopo averlo letto, c'è stato un fortissimo terremoto e il lavandino è crollato, colpendomi." continua, sfiorandosi la ferita "--Oh, e quando mi sono svegliato il bagno aveva uno strano lavandino senza rubinetti!" 

I due si scambiano un'occhiata stranita prima di guardarlo nuovamente "Era automatico! Non è incredibile? – Comunque, anche il dispenser di sapone era automatico e nel tentativo di capire come funzionasse mi è finito negli occhi--" spiegò, gesticolando "Funzionava solo se ci stavo sotto. Ah, e anche il lavandino --comunque, ho trovato un giornale e ho visto la data! È davvero il duemiladiciotto? -- Insomma, in qualche modo ho viaggiato nel futuro!" continuò a spiegare, mentre gli altri due sbattevano le palpebre cercando di metabolizzare tutte le informazioni che gli sta fornendo. Brian sospira, decidendo che è troppo vecchio per stare al passo di Freddie in quel momento. 

"Okay, piano, Fred" lo interrompe poggiandogli una mano sulla spalla "Come sei arrivato a casa mia?" 

"Oh, sì, la macchina di Google!" spiega, mentre il batterista corruga le sopracciglia confuso. 

"Ero in biblioteca, e un ragazzo mi ha aiutato a usarlo. È incredibile, mi ha dato tutte le informazioni di cui avevo bisogno per trovarti!" racconta, tirando fuori la mappa dalla tasca "Sapevate che stampare una mappa a colori costa quaranta pence? Non è incredibile? Sembra tale e quale era sullo schermo! --Perché non abbiamo questo Google nel millenovecentosettantotto--" 

"Okay, okay, abbiamo capito." lo interrompe Roger, gettando un'occhiata al chitarrista e ricevendo un'occhiata ugualmente addolorata. 

"Millenovecentosettantotto, hai detto?" chiarisce e il frontman annuisce mentre l'altro sospira pensieroso, non sapendo che fare con quella montagna di informazioni. 

"Ho bisogno di un drink." mormora dopo un lungo momento di silenzio, dirigendosi in un'altra stanza. 

"Concordo." aggiunge Freddie seguendolo. Brian rimane ad osservare mentre Roger prende una bottiglia di whisky dall'armadietto dei liquori e ne versa due shots, la gola stretta e il cuore che fa le capriole, domandandosi cosa dire a Freddie e cosa tenere segreto. 


 

* doppelganger: doppio, clone 

** gioco di parole impossibile da tradurre in italiano, tra breaking, irrompere e breaking inteso come rompersi qualcosa.

 

 

Angolo Traduttrice: 

Perdonate il ritardo, avrei voluto postare il capitolo venerdì ma ho dovuto ritardare c.c however, il prossimo capitolo della traduzione arriverà sabato 15.
Ringrazio la cara killer_joe per recensire sempre e ValeMazze che l'ha inserita tra le seguite ^^ Il vostro supporto è fondamentale!

A parte questo, spero siate arrivati fino a qui con i sentimenti intatti - in tal caso tenetevi forte perché i prossimi capitoli saranno persino peggio, preparate i fazzoletti!

 
   
 
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