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Autore: Saruwatari_Asuka    10/02/2020    0 recensioni
"L’urlo disumano straccia il silenzio di piombo calato sull’intera sezione A della Yuuei.
Un grido che a sentirlo altrimenti avrebbe fatto accorrere una frotta di Eroi, poliziotti, giornalisti e semplici curiosi.
Bakugō Katsuki serra il pugno.
Prova il bisogno fisico di far andare in frantumi qualcosa. Qualunque cosa.
E la frustrazione devastante di non poterlo fare.
Ma c’è di peggio.
Bakugō Katsuki nel corpo di Yaoyorozu.
Se esiste un Dio, e inizia a dubitarne seriamente a questo punto, sarebbe bene gli tiri addosso un meteorite all’istante.
Perché non potrà garantire delle sue reazioni da qui in avanti."
{Storia a 4 mani. Asuka e Anya_Tara.}
{KiriMina; ShinOji; KamiJirou; TodoMomo; Kacchako; MidoMelissa}
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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26. Sincerità

 

 

 

 

Kaminari abbassa la maniglia nello stesso momento in cui lo fa anche Ojiro. E spariscono entrambi.

Solo che Kaminari si ritrova davanti Jirou, e per un attimo gli manca la terra sotto i piedi.

Cosa le deve dire adesso? E poi, accidenti, è così difficile parlare con la ragazza che gli piace mentre, per di più, ha la sua faccia!

E’ doppiamente strano. Assurdo.

E ancora di più quando Jirou alza gli occhi su di lui e subito li riabbassa.

Ecco.

E’ la fine.

La coda continua a fare avanti e indietro e a sbattere dappertutto e non riesce minimamente a fermarla. Ormai fa tutto da sé.

Stupida coda. E’ stato tutto per colpa sua, o meglio di Shinsou, di Monoma. E della gelosia.

No, non è vero. E’ stata anche colpa sua, non può fare scaricabarile di continuo. E’ stato un po’ tutto.

Deve prendersi le sue responsabilità.

Jirou...ciao.”

“Ciao, Kaminari.”

Kaminari stira le labbra, “Ecco...mh...stai bene?”

“Sì. Mi sto riprendendo, grazie.”

“Mi...mi dispiace. E’ stato il mio quirk, a volte è ingestibile e...ma mi fa piacere che tu stia meglio, adesso...”

Jirou abbozza un sorriso, “Sì, beh, non credo che sia colpa tua. L’importante è che non si è fatto male nessuno, no?”

“Immagino di sì.”

Abbassano entrambi gli occhi e per un po’, forse per troppo tempo, rimangono in silenzio.

Kaminari sente parlare dalla stanza accanto, quella dove sono Shinsou e Ojiro nel corpo di Jirou, e la tentazione di andare da loro a chiedere manforte o, meglio ancora, andarsene e basta, è tanta.

Ma non lo fa.

Per qualche motivo non si muove. I piedi non lo ascoltano. La coda continua a sbattere ovunque.

Ed è quella che attira l’attenzione di Jirou, che incrocia le braccia strette al petto.

“Senti...” inizia, a disagio, “Quello che vi siete sputati addosso prima, tu e Shinsou...”

Kaminari arrossisce fino alla punta dei capelli cortissimi di Ojiro, la coda plana a terra con una forza tale che gli si rizzano per un attimo i peli dietro la nuca. “Ignora tutto. Fai finta che non abbiamo detto nulla! Non è una cosa...importante.”

“Ma a me sembra di sì, invece!” esclama, risoluta, “In che cosa ti ha aiutato, Ojiro? Che avete fatto in quel bagno? Cioè voglio dire...è super fraintendibile e...”

Kaminari è costretto a prendere la coda con tutte e due le mani per tenerla ferma e non rischiare di strozzarcisi. Il corpo di Ojiro si sta opponendo con tutto se stesso. E se non è possibile a lui sembra comunque così.

“Mi fai paura, così...”

M-Ma no, Jirou-san...comprendimi, non è facile da dire!”

Jirou ha un brivido. L’elettricità statica le percorre tutto il corpo, “-San? Allora è grave!”

“No!” sbotta Kaminari, pieno fino a scoppiare, “Ma, ecco...beh, ecco...Cazzo! E tu, allora? Tu perché hai iniziato ad ignorarmi?!”

Il cambio di argomento è così brusco e netto che Jirou si ritrova spiazzata. Ma non è abbastanza fredda in quel momento da farglielo notare e basta. “Io...beh, io mi vergognavo!”

“Di...di cosa?”

Jirou deglutisce, “Beh io...io ho...”

S-sì?”

“Accidenti! Non ci riesco!”

E Kaminari, da quando è entrato in quella stanza, abbozza appena un sorriso, “Non è facile da dire eh? Adesso puoi capirmi.”

“Cosa dovrei capire, Kaminari?!”

Kaminari si morde la lingua. Giocato con le sue stesse mani.

Continuare così è ridicolo. Tanto valeva essere onesti, anche perché girarci intorno in quel modo fa male ad entrambi.

“Io...capire che, insomma...cazzo...ecco...-”

“Insomma io ero sola!” lo interruppe lei, “Non ho coinvolto nessuno a parte te! Cioè...me...insomma...oh cazzo!” sbotta, per poi sospirare, “Dovremmo smetterla di dirlo....”

Kaminari sgrana appena gli occhi, “Sì ma non..cioè non...Ojiro non ha fatto niente, voglio dire...era...fuori....non riuscivo, solo, perché ero nervoso, voglio dire...uffa, che palle!”

Jirou si copre il volto con le mani, ormai al colmo del rossore, “Dovremmo davvero finirla, Kaminari. Anche se....beh sì. Diciamo che ti capisco, ecco.”

“Sì. Hai ragione,” annuisce anche Kaminari, tirandosi su la coda fino praticamente a sparirci dietro.

“Il fatto è che mi sentivo in colpa per Ojiro quella mattina! Poveretto gli ho anche fatto fare una figura di mer...ehm, pessima figura e poi c’eri tu che...”

“In fondo era il corpo di Ojiro-kun e...”

“...che mi avevi negato il saluto e...”

“Aspetta! Che c’entro io adesso, scusa?!”

Kaminari si blocca, “Ma come, non l’hai ancora capito?”

“No! Cosa dovrei capire?!”

Accidenti. Si è fregato da solo.

Se solo fosse stato zitto, forse...

Ma ormai è tardi. Ormai ha parlato.

Che fare? Uscire e andarsene significa anche rischiare di non avere più un’occasione con Jirou.

Restare vuol anche dire spifferarle tutto e rischiare, però.

E’ abbastanza eroe da rischiare? E’ questo che deve chiedersi.

Ma in fondo è una domanda inutile.

Per Jirou farebbe tutto.

“Non...è che Ojiro mi ha aiutato perché era il suo corpo. E’ stato perché...insomma, perché era te. La tua...la tua voce. E’ per questo anche che...insomma...oh, al diavolo! Stavo pensando a te!” sbotta alla fine, tutto d’un fiato.

E’ la verità.

Inutile nascondersi.

“A...a me?”

S-sì.”

“E...perché?”

Kaminari sgrana gli occhi. Oh, andiamo! Possibile mai!

Jirou è intelligente! Entrare nel suo corpo deve avergli fatto male sul serio se si ritrova a non capire cose così palesi!

P-perché mi piaci, okay? P-p-per questo mi...mi è...ti prego dimmi che hai capito perché sennò ti giuro che mi butto dalla finestra e tanti saluti a tutti quanti!”

“E’ il corpo di Ojiro...”

“Eh,” sospira.

Anche Jirou sospira, ma stavolta sorride anche. Timida, appena. “Anche tu mi piaci, Kaminari. E...e anche io stavo...stavo...” deglutisce. Dirlo. Deve dirlo. Kaminari l’ha fatto. E’ stato onesto. “Anche io stavo pensando a te, quando...Quando ho...fatto...”

Ma Kaminari ormai ha già staccato la spina.

Non è sicuro di aver capito.

Anzi, sì. Ha capito che sta sognando. Ad occhi aperti. Presto si sveglierà e sarà nel suo letto, e tutta quella storia di scambi e erezioni non volute e altre cose imbarazzanti saranno...sparite.

Volatilizzate nel nulla.

Per forza. Deve essere così per forza.

“Cos’è che hai...detto?”

“Ho detto che...non è stato perché è normale. Io...ero nel tuo letto, fra le tue cose, e...e il tuo odore. E mi sono...agitata. Ecco. E’ andata così!”

Ojiro lo perdonerà se adesso sviene. Gli ha perdonando l’imperdonabile, un bernoccolo non può essere così grave, tutto sommato.

“Oddio! Pichacku!”

Dall’urlo, probabilmente è svenuto sul serio.

E’ strano, però. La coda continua a fare come gli pare. Scodinzola bellamente come una forsennata.

Di sicuro non sa nascondere la sia felicità. Né la coda né Kaminari.

 

   
 
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