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Autore: Melanto    10/02/2020    5 recensioni
[Soulmate Series - #5.6]
La Famiglia.
Mamoru e Yuzo le attribuiscono ruoli completamente differenti.
Per Mamoru è il suo 'guardaspalle': qualcuno che può lasciare indietro, ma su cui sa di poter contare e che non è lì per tarpargli le ali, quanto per aiutarlo a spiegarle.
Per Yuzo è il nido che saprà sempre tenerlo al sicuro, quando fuori c'è la tormenta, e di cui essere grato ogni giorno.
Fiducia. Rispetto.
Proprio la famiglia è al centro di questa piccola raccolta: cinque one-shot per nove personaggi... e cinque aspetti fondamentali dei rapporti famigliari.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alan Croker/Yuzo Morisaki, Mamoru Izawa/Paul Diamond, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Soulmate Series'
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Family... gossip

Nota Iniziale: …urgh. Cambio di programma! XD

Oggi avremmo dovuto trovare il capitolo che aveva come tema il ‘perdono’, ma sono successe delle cose – che ho spiegato nelle note finali – e quindi, niente… si va di superfrivolo (ma neppure tanto!) con un altro aspetto dei legami famigliari: i pettegolezzi!!! XD

Questa shot è temporalmente consequenziale a quella precedente! :D (anche per questo ho dovuto pubblicarla subito XD)

 

Buona lettura :*

 

 

...gossip

Soulmate series - #5.6.2

 

 

 

 

Mae sgattaiolò in punta di piedi nello studio, dopo essere rimasta nascosta dietro la porta il tempo necessario per origliare ciò che le interessava. Era così strano che Sen chiedesse di parlare al telefono con suo fratello che era convinta che ‘gatta ci covasse’, sotto sotto. Il fatto che fosse sempre molto indaffarata con il lavoro non significava che non si accorgesse di come il suo fenicotterino stesse crescendo ed entrando in quella fase difficile che era l’adolescenza – però le si era stretto il cuore nel sentirgli chiedere a Mamoru di tornare a casa per lei. Eppure, nonostante fosse stata convinta di scoprire qualche segreto del suo piccolo pulcino, era spuntato fuori qualcos’altro sul bellissimo falcone che già da un po’ era volato via dal nido. Non se l’era aspettato e le erano luccicati gli occhi per l’emozione.

Mae si sedette al tavolo da disegno che aveva nello studio, appoggiò i gomiti sul supporto e affondò il viso nelle mani sollevando in alto un sorriso sognante.

Chissà se finalmente poteva sperare che Mamoru fosse maturato nelle ‘relazioni sentimentali’.

Era sempre stato troppo selvatico, da quel punto di vista; quasi mercenario. Le affrontava senza cedere spazio ai sentimenti, come se fosse alla perenne ricerca di qualcosa che non riusciva a trovare, e allora nel frattempo si concedeva il ‘contentino’.

A tredici, quattordici anni iniziavano curiosità e piccole scoperte, e poi si faceva esperienza, si capivano i propri gusti e cosa si volesse; cosa volesse il proprio corpo. Il cuore veniva sempre dopo, e lei credeva che, ormai, a diciannove anni avesse iniziato a farlo funzionare. Ma da quando si era trasferito non aveva più potuto vedere da vicino i suoi cambiamenti, provare a interpretarli, ed era rimasta col dubbio che ora che era lontano da casa tutto fosse a briglia sciolta, con il cuore costantemente messo da parte.

Sen, invece, da quel punto di vista era ancora lontano anni luce. Non faceva domande, non era curioso, non diceva mai se gli piaceva qualcuno e, sentendolo parlare con Mamoru, era ancora alle battutine. Un pulcino nel suo ovetto, anche se stava diventando lungo lungo proprio come un fenicottero.

Mae sospirò, poi la porta dello studio venne aperta e lei si finse al lavoro.

«Tieni, ma’.»

Sen appoggiò il cellulare sul tavolo e subito fece per andarsene, camminando sempre con la testa bassa e quel broncio di chi è seccato col mondo solo perché esiste.

«Che ti ha detto tuo fratello, tesoro?»

«Niente, le solite cretinate.»

Dalla smorfia, Mae capì che era finita in bisticcio. Sospirò. «Smettetela di litigare sempre.»

«Dillo a lui.»

«Lo dico anche a te, signorino!»

Ma Sen si chiuse la porta alle spalle su un masticato ‘sì, sì’.

Mae sospirò di nuovo. Sì, proprio un ovetto. Da fare alla coque.

Prese il telefono abbandonato lì accanto e questi le vibrò tra le mani all’improvviso.

Monamour, scritto tutto attaccato, compariva sul display e il sorriso mostrò i denti con naturalezza e una virgola maliziosa al tempo stesso. Ottimo tempismo, pensò.

«Ti stavo per chiamare, lo sai?»

– Passano gli anni, ma noi siamo sempre sulla stessa lunghezza d’onda, ma chère.

Mae rise, accarezzando distrattamente la nuca scoperta dal taglio corto e mosso come onde del mare. Un mare che un tempo era stato d’inchiostro nerissimo e che ora mescolava al nero l’eccentricità dell’argento naturale.

«Stai andando al lavoro? Che ore sono lì? Hai fatto colazione?»

– Sì alla prima e all’ultima, qui sono già le undici passate. E c’è un bel sole sulla Senna. Indovina dove mi trovo.

«Non lo so, ma vorrei essere lì.»

– Anch’io lo vorrei. Il Quartiere Latino non è lo stesso senza di te.

«Oh, Taikan.» Mae sprofondò il viso nella mano e socchiuse gli occhi. Si rivide nel riflesso della vetrina di una libreria mentre addentava con gusto il primo gaufre da che erano cominciate le sfilate e diceva a Taikan che la linea non era importante quanto quella indiscutibile dose di zuccheri e felicità. La bocca e la punta del naso sporche di un velo bianco e Taikan che rideva, si specchiava nella vetrina al suo fianco e le chiedeva se per caso, tra una dose di felicità e l’altra, volesse anche sposarlo.

E tu perché mi stavi già per chiamare? Di solito ci sentiamo più tardi.

«Ah! Ho scoperto una cosa!»

– Hai origliato, – insinuò Taikan.

«Che importanza ha? Ascoltami: credo che Mamoru abbia un ragazzo.»

E dove starebbe la novità? Ne ha pure fin troppi. Forse dovremmo dargli una regolata, siamo sempre stati troppo permissivi. Okay la libertà sessuale e il ‘vivila come ti pare basta che sei protetto’, ma forse dovremmo, non so, dargli un freno?

«Penso se lo sia dato da solo», si inorgoglì Mae. «Credo abbia un ragazzo fisso.»

– A diciannove anni e vivendo da solo a Yokohama? Nah, impossibile.

«È così, invece. Ho sentito Sen che ne parlava con lui a telefono.»

– Si è fatto addirittura sgamare da Sen?! Sta perdendo colpi.

«No, è Sen che sta crescendo», sospirò Mae; Taikan la imitò all’altro capo, nella voce aveva una leggera malinconia.

– Si nota così tanto?

«Sempre di più. Soprattutto a causa del caratteraccio che sta tirando fuori. Non mi piace come risponde, è scontroso e in lite col mondo.»

– È nella pre-adolescenza, è già tanto se non diventa un serial killer…

«Sì, ma dovremmo farci un po’ un discorsetto. Tutti e due, intendo. Lui e Mamoru non fanno che battibeccare su ogni cosa.»

– Non che prima fosse diverso. E poi Mamoru ci si diverte, lo fa di proposito per farlo arrabbiare.

«Credi che non lo sappia? Comunque, ritornando al nostro bambino numero uno-»

Taikan ridacchiò. – Ha diciannove anni, si guadagna da vivere e ha una viva attività sessuale. Non è più bambino, ormai.

«Come se questo facesse la differenza. A ogni modo, credo che la cosa vada avanti da un po’…»

– Un po’ quanto?

«Almeno da Natale. Non ti era sembrato strano al rientro dal ritiro con la Nazionale?» Mae lo aveva notato subito: passava molto più tempo al cellulare, quando di solito lo guardava giusto lo stretto necessario, e stava sempre con quel sorrisino a mezza bocca quando scriveva – e scriveva tanto! Messaggiava di continuo come non aveva mai fatto prima.

– Ah, no… – Taikan tentennò. – Sai che quel periodo è sempre costipato di impegni tra la festa natalizia e la Cena di Capodanno. Era già tanto se mi ricordavo di respirare. Tu che hai notato?

«Tante piccole cose, in verità… sembravano di poco conto, e invece… Ad esempio: la sera del primo gennaio, ricordi che non ha dormito a casa?»

– Vagamente.

«Be’, sappi che è venuto da me prima di uscire, ben due volte, per chiedermi un parere sull’abbigliamento. Gli ho visto cambiare almeno tre outfit diversi! Non è da Mamoru. Lui sa sempre cosa vuole, anche per un semplice vestito.»

Mae sentì il chiacchiericcio di Parigi in sottofondo e Taikan che mugugnava qualcosa.

– Se anche fosse, cinque mesi non sarebbero comunque tanti per cantare vittoria.

Lei si imbronciò un po’. Le era piaciuta l’idea che suo figlio potesse finalmente farsi coinvolgere in qualcosa che fosse sentimentale e non solo fisico. Qualcosa che lo educasse anche all’amore e non solo alle meccaniche del piacere.

«Per un attimo mi era sembrato addirittura che Mamoru rimproverasse Sen di non farsi scoprire a parlarne… e così ci ho sperato. Ma hai ragione, è presto. Solo che… sono così curiosa di sapere di più di questo Yuzo! Credo che lo conosca perfino Sen! Non sopporto di essere tagliata fuori.»

– Aspetta, hai detto ‘Yuzo’?!

«Sì, perché?» Mae si appoggiò allo schienale della sedia; all’altro capo il silenzio di suo marito, divorato dal frastuono della Ville Lumière, la preoccupò. «Taikan? Ci sei ancora? Che succede?»

Un rumore di passi più svelti e la confusione che scemò leggermente.

– Io non credo si tratti di mesi… – riprese l’uomo dopo qualche istante di incertezza. Doveva essersi appartato in un angolo, perché non lo sentiva più camminare. – Ma di anni.

«Anni?!»

– Qualche annetto fa, non ricordo con precisione ma di sicuro un paio, sentii Mamoru al telefono con Hajime o Teppei.

«Hai origliato.» Gli fece il verso Mae con una punta di malizia.

– Senti da che pulpito.

«Io sono giustificata, sono la mamma!»

– E io sono il papà! Ne ho diritto quanto te.

«Non provarci, Taikan Izawa! Io l’ho tenuto in pancia per nove mesi, ho vinto a prescindere!»

– Ehi, così non vale! –

Lei ridacchiò. «E allora? Che disse Mamoru al telefono?»

– Che le cose non sarebbero mai cambiate con questo Yuzo Morisato… Moritaka… Morinasa… qualcosa del genere, e che era inutile sperarci. Lì per lì credevo stesse dando un consiglio al suo amico… e invece forse parlava di sé.

Mae si portò una mano al petto e sentì gli occhi inumidirsi. Dunque, il tempo lo stava già educando all’amore come aveva sperato e d’improvviso le parve che una luce abbagliante si accendesse sulla contrapposizione forte tra le sensazioni di ‘ricerca’ e ‘contentino’. Tutto le sembrò chiaro nella sua incredibile semplicità.

«Adesso sono ancora più curiosa…»

– Mamoru ha buon gusto; tutto suo padre.

«Oh, certo, i miei sono pessimi, invece, vero? Ti ricordo che se non avessi avuto anche io buon gusto, ti avrei detto di no quel giorno al Quartiere Latino.»

– Per fortuna hai detto sì.

«Sciocco.» Mae abbassò il viso sulle bozze di disegno dove tratti di matita fuggivano nell’accenno di una gonna lunga fino alla caviglia priva di piede. Nascose un sorriso nella cornetta, come una ragazzina, e una piccola emozione le salì alle guance. Nella voce calda di Taikan c’era sempre la sensualità della loro giovinezza. «Dici che ce lo presenterà, prima o poi?»

– Se è una cosa davvero seria, sì. Mamoru non ha mai avuto segreti con noi.

E lei era felice di quel rapporto di fiducia che erano riusciti a creare. Avrebbe voluto che anche Sen si aprisse di più, ma aveva un cuore schivo e sottochiave, più di quello di Mamoru.

«Chissà di che tipo si è innamorato nostro figlio… Credo di non conoscere affatto i suoi gusti, da questo punto di vista.»

– Neppure io, ma sono certo che non sia uno qualunque. Sai, noi Izawa abbiamo un pessimo vizio.

«Quale tra i tanti?»

– Ci innamoriamo solo di persone davvero speciali.

 

 

 

 


 

 

Note Finali: Sì, va be’, cos’è che avevo detto la storia precedente? Tre one-shot, raccoltina finita, yuppy-yei?

Ecco. Aggiungete pure un ‘COR CAZZO!’ e avrete il quadro generale della faccenda.

Lunedì scorso, dopo la pubblicazione della prima storia, c’è stata una sorta di ribellione da parte di tre personaggi che hanno reclamato uno spazio per loro che non era stato considerato. Si sono sentiti tagliati fuori e non gli è piaciuto, quindi, ecco che da tre la raccolta passa a CINQUE one shot piuttosto brevi.

Due dei personaggi che si sono risentiti li avete appena conosciuti – o ritrovati, sarebbe più giusto 😉 – Mae e Taikan, i genitori di Mamoru. :3

 

Avete appena letto i Family… gossip (tutte famiglie impiccione, qui! XD)! E a chi altri potevano essere affidati se non ai genitori di Mamoru? ** Loro sono molto frivoli, sopra le righe e vivono in un mondo patinato che sui pettegolezzi un po’ ci vive. Ma pur nella loro libertà e stravaganza si preoccupano molto dei figli per i quali vorrebbero solo il meglio.

Chissà se Mamoru porterà davvero Yuzo a casa per presentarlo a mamma e papà… e chissà loro che faccia faranno… chiiissààà! 😉

Intanto, ci ritroveremo la prossima settimana con il famoso aspetto del ‘perdono’ che avremmo dovuto trovare oggi! XD

Le vie delle ficcyne sono infinite! LOL!

 

 

 

   
 
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