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Autore: FreddyOllow    11/02/2020    1 recensioni
Un uomo alle prese con la terrificante pandemia che ha infettato Raccoon City. La storia inizia poco prima dell'arrivo di Leon, e non segue le vicende del gioco, anche se può allinearsi ogni tanto.
Genere: Dark, Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Carlos Oliveira, Claire Redfield, Jill Valentine, Leon Scott Kennedy, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La cancellata cadde sulla pila di cadaveri a ridosso dell'entrata della metro, e i sopravvissuti ci si arrampicarono sopra. I bambini furono travolti, schiacciati, mentre un centinaio di persone fuggirono presi dal panico. 
Leon salì rapidamente la scalinata, si affiancò a Lara e Oliver. Claire puntò la pistola verso il Tyrant che, con passo lento e rigido, s'incamminò verso loro. Lungo le mura degli edifici, i Licker zampettarono veloci sui tetti, saltarono sulle auto, cominciarono a rincorrere le persone che si riversavano in strada. 
- Da dove esce tutta questa gente? - Chiese Oliver confuso.
- Me lo sto chiedendo anch'io. - Rispose Leon.
- Faremo meglio a muoverci. - Claire indicò il Tyrant con un dito.
- E i bambini? - Chiese Lara.
- Non possiamo far più nulla per loro. Sono tutti morti. - Le rispose Leon. 
Lara si portò le mani davanti alla bocca: - Come fai ad esserne sicuro? -
- Non possono essere sopravvissuti. La gente li ha schiacciati, non vedi?. -
- Ma potrebbero essercene degli altri, forse... -
Un auto volò in aria, schiantandosi contro la finestra del primo piano di un palazzo. Il Tyrant era quasi vicino loro.
- Dannazione! - Disse Oliver. - Andiamocene! - Quando si girò, un sopravvissuto lo fece cadere a terra con una spallata. Claire e Lara lo aiutarono ad alzarsi.
- State dietro di me! - Disse Leon ai tre.
Il fiume di gente continuava a uscire dall'entrare della Metro; altri Licker cominciarono a sbucare fuori dalla porta da cui era uscito il Tyrant. Le persone cominciarono a bloccarsi nella folla, mentre i Licker piombarono su di loro dall'alto, squartando, uccidendo, ferendo e fuggendo via con la proprie prede. Le grida di aiuto e di dolore si levarono alte nella strada. Il Tyrant iniziò a colpire con pugni e calci persone a caso.
Il gruppo rimase bloccato nella folla che, lentamente, cominciava a indietreggiare terrorizzata. Alcuni Licker ruggirono sui tetti delle auto, altri se ne stavano sui cornicioni delle terrazze a captare innumerevoli suoni.
- Siamo bloccati! - Lara si guardò attorno.
Leon non rispose, volse lo sguardo un po' ovunque, ma non vide altro che un ammasso di teste. 
- Perché non procediamo lungo gli edifici? - Chiese Lara.
- Vuoi finire dritto in pasto ai Licker? - Rispose Oliver. 
Lara abbassò gli occhi, si strinse sotto il braccio di Oliver.
- Guardate lassù! - Claire indicò una finestra del terzo piano di un Hotel.
- Ma è Jill. - Rispose Leon.
- Ci ha visti! Sta agitando la mano. -
- Come ha fatto a vederci in mezzo a tutta questa gente? -
- Non lo so, ma guarda nella nostra direzione. -
- Entriamo nell'Hotel. - Disse Oliver.
- Va bene. Restate dietro di me. - Rispose Leon.
Si fecero largo a suon di gomitate tra la folla che spintonava, calciava e urlava, arrivando così davanti all'ingresso dell'Hotel. Videro due Licker contendersi una donna. Era a terra, le viscere fuori dallo stomaco, le mani protese verso la folla. Cercava di strisciare, mentre i due Licker si artigliarono tra loro. Poi il primo recise la gola al secondo, e gli balzò sopra, dilaniandogli il petto con i suoi lunghi artigli. La donna continuò a strisciare lentamente verso la folla che si allontanava da lei come fosse la peste in persona. Poi il Licker, con una rapida falcata, la raggiunse, l'artigliò alla schiena e si arrampicò portandosela con sé lungo la facciata dell'Hotel. La donna gridò in un ultimo disperato rantolo di voce. 
- Che... Che morte orrenda. - Disse Lara.
- Ora! Corriamo verso la porta! - Urlò Leon.

Richiusero la porta d'ingresso alle loro spalle. La sala reception dell'Hotel era completamente a soqquadro. Tavoli, sedie, quadri e fogli erano rivoltati ogni dove. Sui muri e sul pavimento, schizzi di sangue. Ma di cadaveri e zombie nessuna traccia.
- Claire! - Disse Leon. - Aiutami a mettere il divano contro la porta. -
Lara e Oliver invece, si diressero al banco della reception. Videro Jill scendere l'ampia scala che conduceva al pianterreno.
- Il divano non servirà a nulla. - Disse Jill. 
Leon si voltò: - Li rallenterà. -
- Chi? I Licker o i sopravvissuti? -
- I Licker. -
Jill raggiunse Lara e Oliver, posò un gomito sul banco. - Bloccherai solo la gente che vorrebbe entrare. -
Leon si girò dapprima verso la porta d'ingresso, poi verso di lei. - Quale gente? Non c'è nessuno davanti alla porta. -
- Per adesso. -
- Dove vuoi arrivare, Jill? - Le chiese Claire.
- Da nessuna parte. -
- Allora perché parli? -
Jill sorrise. - Restare qui non è sicuro, e di certo quel divano non bloccherà i Licker o gli zombie. -
Leon e Claire si guardarono tra loro, ma non si mossero.
- Anche nei piani superiori non è sicuro. - Disse Leon. - I Licker possono entrare dalle finestre. -
- Giusta osservazione. - Rispose Jill. - Ma non intendo soggiornare in una delle lussuose suitè, ma andare sul tetto. -
- Sul tetto? - Le rispose Claire. - Ma sei impazzita? -
- C'è un elicottero sul tetto. -
Tutti si guardarono tra loro pieni di speranza. 
- Dici sul serio? - Il volto di Lara s'illuminò.
- Certo, ma c'è solo un problema. -
- Lo sapevo. - Sbuffò Leon.
- Che problema? - Domandò Claire.
- Dobbiamo fare il pieno all'elicottero. - Rispose Jill. - Ed eliminare una trentina di ricconi. Tranquilli, sono zombie. -
- E come intendi eliminarli? - Chiese Leon. - Le nostre munizioni non bastano per tutti loro. -
- Me ne occuperò io. -
Leon si accigliò. - E come? Lanciandoli dal terrazzo? -
- E' un idea. - Sorrise Jill. - Ma farò di meglio. -
Leon sbuffò nervoso. - Sarebbe a dire? -
- Tu vai a fare il pieno. Io mi occupo dei ricconi. -
Leon si avvicinò verso di lei irritato. - Ma come? Come lo farai? - 
- Lo vedrai. -
Leon serrò la mascella, mentre Jill gli voltò le spalle, lasciando nell'aria un dolce aroma che prima non aveva.
- Fai il pieno. - Jill si allontanò da loro.
- Ma si è impregnata di profumo? - Disse Oliver ai tre.
- A quanto pare. - Claire fece spallucce.
Jill salì i gradini, e quando arrivò al pianerottolo, si voltò verso di loro. - Fate presto. Appena comincerò a uccidere i ricconi, questo posto si riempirà di zombie e forse anche di Licker. -
- Ehi! - Disse Leon. - Aspetta! -
Jill s'incamminò lungo il pianerottolo, sfiorando con un dito la ringhiera. 
- Perché fa la misteriosa? - Disse Lara a Oliver. 
- E io che no so. - 
- Aspettate qui. - Aggiunse Leon. - Vado a parlarle. -
D'un tratto qualcuno urtò contro la porta d'ingresso. Tutti si girarono. Videro Tom e la piccola Michelle con gli abiti inzuppati di sangue.
- Ehi! - Urlò Tom senza riconoscerli. - Fateci entrare. - Coprì Michelle con il suo corpo, mentre alle sue spalle i Licker artigliavano i sopravvissuti.
Lara si scostò da Oliver, andò alla porta, spostò il divano senza riuscirci. - Che aspettate? Aiutatemi! -
Oliver zoppicò da lei, ma Leon lo fermò con una mano. - Riposati, ci penso io. Claire. Aiutaci con il divano. -
I tre mossero il divano verso destra e la porta si aprì. Michelle corse dentro, s'inginocchiò a un passo da Lara.
Tom richiuse la porta alle sue spalle. - Ma... Siete voi..? -
- Già. - Oliver lo guardò dritto negli occhi.
- Che bello! - Michelle abbracciò Lara sul fianco.
Oliver e Tom si lanciarono sguardi carichi di astio. Leon lo notò. - Mi sono perso qualcosa? -
- Quello là è il tizio che ha picchiato Oliver. - Disse Lara.
Leon lo squadrò. - Come mai? -
- Voleva uccidere mia nipote con una sbarra di ferro. - Rispose Tom.
Oliver corrugò le sopracciglia. - Ma che cazzo dici? -
- Mi hai mentito. - Tom si avvicinò a lui, ma Leon si mise tra loro.
- Mentito? Per cosa? -
- Mi hai detto che non avevi trovato mia nipote. -
- Infatti è così. -
- No. Tu eri di fronte a lei. Ti ho visto! Non mentire! -
Lara li raggiunse, mentre Claire posò una mano sulla spalla di Michelle.
- Ma tu sei fuori di testa. - Rispose Oliver.
Tom si fece paonazzo dalla rabbia. 
- Oliver è sempre stato con me. - Aggiunse Lara. - Non c'è mai stata nessuna bambina con noi. -
Tom si voltò verso la donna. 
- Te l'ho detto, zio Tom. - Disse Michelle. - Tu non mi credi mai. -
- L'hai picchiato a sangue solo per un sospetto? - Chiese Leon.
Tom sospirò dal nervoso.

Passarono due ore. Leon era andato su a parlare con Jill, ma non era ancora sceso. Tom sedeva sul divano che ostruiva l'entrata, mentre tutti gli altri erano vicino al banco della reception. Là fuori il caos era cessato. Sulle strade innumerevoli cadaveri dilaniati, auto ammaccate, distrutte. L'asfalto un manto di sangue. Dei Licker e del Tyrant nessuna traccia.
- Come va la gamba? - Disse Lara a Oliver.
- Riesco a camminarci su. Ma se corro... Be', mi fa male un po'. -
Lara gettò un occhiataccia a Tom che se ne stava con lo sguardo vacuo sul pavimento.
Claire estrasse la sua pistola, controllò il caricatore. - Vado a dare un occhiata di sopra. -
- E' successo qualcosa di brutto a quel signore con il cappello nero? - Le chiese Michelle.
- No. - Le sorrise Claire. - Vado solo a vedere come sta. -
Michelle sorrise a sua volta.
- Qualcuno dovrà fare il pieno all'elicottero. - Disse Oliver. 
- Lo so. - Rispose Claire, e andò via.
- Michelle. - Disse Lara. - Vieni con me. Magari troviamo un ricambio ai tuoi vestiti. -
Michelle se li guardò. - Cosa hanno i miei vestiti? -
- Sono sporchi di... - Lara le prese un lembo di maglietta. - Di rosso. Di pomodoro. -
- Non sono stata io. - Rispose Michelle. - A me piace il pomodoro. Non lo verserei mai sui miei vestiti. -
- Tranquilla. - Le sorrise Lara. - Vieni con me. Andiamo in lavanderia. Dev'essere quella porta laggiù, o forse l'altra, vediamo un po'... Mmmh... -
- C'è il cartello! - Michelle lo indicò con un ditino.
- Oh ma che brava. - Le rispose Lara.  - Non l'avevo proprio visto. -
Michelle ridacchiò.
- Vediamo un po' cosa troviamo. -
Michelle saltellò felice.
Tom la stava guardando. Provava una forte senso di colpo verso sua nipote. Da una parte era felice che finalmente vedesse Michelle ridere, ma dall'altra parte, comprese i suoi fallimenti. Da quando era morta Lili, Michelle si era chiusa in sé stessa. Non rideva, non giocava, non faceva altro che dormire o piangere, finché fuggì. Ed ora, finalmente la vedeva spensierata. E se questo significava starle lontano, l'avrebbe fatto. Lili avrebbe capito. Ma lui sarebbe riuscito a star lontano da sua nipote? Si disse.

Claire salì gli ultimi gradini del terzo piano. Il lungo corridoio era deserto, le porte chiuse e l'unico carrello di servizio era abbandonato dinanzi a una valigia. Le pareti erano pennellati di rosso, così come il pavimento. 
- Leon! - Urlò Claire, ma non ricevette risposta. 
Proseguì nel corridoio. Bussò ad ogni porta, tentò di aprile, finché arrivò in fondo al corridoio. Si fermò, guardò il numero 104 sulla porta. Girò la maniglia e la porta si aprì. Vicino alla grande vetrata, dall'altra parte della stanza, vide Leon e Jill. Erano vicini, si guardavano negli occhi. 
La porta cigolò. Jill e Leon si mossero rapidamente e puntarono le pistole verso Claire.
- Ehi, sono io. Claire. - Disse la donna. 
I due abbassarono le armi. 
- Cosa state facendo? -
Jill e Leon si lanciarono delle occhiate imbarazzate. Poi Jill si diresse dietro il letto matrimoniale sfatto, aprì un contenitore nero.
- Ma quelle sono armi. - Aggiunse Claire.
- Oh ma guarda un po'. Non le avevo proprio notate. - Rispose Jill.
Claire serrò gli occhi infastidita. 
- Jill ha messo da parte un piccolo arsenale. - Disse Leon avvicinandosi al contenitore. 
- Come ha fatto? - Chiese Claire.
- Sono un ex membro della STARS. - Aggiuse Jill. - E poi vivo qui da qualche settimana. -
- Quindi? -
Jill scosse la testa e posò tre granate sul letto.
- Io e Jill ci occuperemo dei non-morti sul tetto. - Disse Leon. 
- Chi si occuperà della benzina? -
- Tu. - Rispose Jill.
Claire la ignorò. - Leon. -
- Sì? -
- Non dovevi occuparti tu di fare il pieno all'elicottero? -
- Il piano è cambiato. -
Claire si accigliò. - Allora perché ci avete lasciati alla reception? Sono passate due ore. Cosa avete fatto per tutto questo tempo? -
Jill e Leon si guardarono per un attimo. 
Claire incrociò le braccia, li squadrò.
- Stavamo parlando. - Disse Leon.
- Sì, è così. - Confermò Jill.
Claire sbuffò. - Oliver aveva ragione su voi due. -

Alla Reception, Oliver guardava fuori dalla finestra, accanto alla porta d'ingresso, mentre Tom sedeva ancora sul divano. Un tetro silenzio albergava in strada, interrotto sporadicamente da schiamazzi in lontananza, attutiti poco dopo da ruggiti.
- Tom. - Disse Oliver senza voltarsi. - Perché Michelle è fuggita? -
Tom diventò rosso, ma non rispose.
Oliver rimase in silenzio per qualche secondo. Poi aggiunse: - Mi hai salvato la vita quel giorno. So che non sei solo un fottuto bastardo pieno di rabbia. -
Tom si voltò di scatto verso di lui. - E tu che cazzo ne sai? -
Oliver non rispose. 
Rimasero in silenzio per un altro po'. 
- Senti. - Oliver si voltò verso di lui. - Non so cosa ti frulla in mente, ma capisco quello che hai fatto. Poteva sembrarti una situazione ambigua. Specialmente se non credi nelle coincidenze. -
Tom aggrottò le sopracciglia, ma non rispose. 
- Lo avrei fatto anch'io. Magari non con tale violenza, ma sicuramente avrei reagito così. -
- Cosa stai cercando di dirmi? -
- Che capisco il tuo gesto. -
- Sei suonato per caso? - Sbuffò Tom.
Oliver si accigliò.
- Una persona normale non mi avrebbe mai detto questo. Anzi, avrebbe fatto: occhio per occhio, dente per dente. -
- Sono ateo. - Oliver tornò a guardare fuori.
- Non serve essere credenti per fare o non fare certe cose. -
Rimasero in silenzio per un momento.
- Ma devo ammettere che... - disse Oliver. - che avrei voluto ucciderti quando ti ho visto entrare. -
Tom smorzò un sorriso.

La lavanderia era un unica grande stanza, divisa in due camera da un muretto di cartongesso di tre metri. Nella prima, grandi lavatrici, tavoli con sopra panni sporchi e due mensole con varie detersivi. Nella seconda, assi da stiro, panni puliti e piccole carrozze di servizio. Un porta conduceva in un piccolo giardino nel retro dove erano appesi lenzuola, vestiti e asciugamani.
- Dove sono i vestiti per bambine? - Disse Michelle a Lara.
- Mmmh, vediamo un po'. -
Si misero a frugare tra i vestiti, ma non trovarono niente di adatto a una bambina.
Michelle si rattristì.
- Troveremo qualcosa. - Le disse Lara. 
Frugarono in tutte le carrozze di servizio, sui vestiti ancora stesi sull'asse da stiro. Poi Lara si ritrovò in mano un largo maglione con su impresso il collo e la faccia di una giraffa. - Ti piace, Michelle? -
- Ma è troppo grande per me. - La bambina arricciò le labbra.
- Possiamo accorciarlo. Che ne pensi? -
- Sì, che bello. - Michelle fece un largo sorriso.
- Dobbiamo trovare una macchina da cucire. -
- Cos'è? Com'è fatta? - Michelle si guardò attorno.
- Vediamo... - Lara posò il maglione sull'asse da stiro. Poi, prendendo per mano Michelle, andarono nella stanza adiacente. Gettò uno sguardo intorno. - Non credo sia qui. -
Michelle si voltò verso Lara. - E ora cosa facciamo? -
- Magari è da un altra parte. -
- Forse... - La bambina si ammutolì.
- Sì? -
- Forse è all'entrata. - Disse contenta Michelle.
- Alla reception, dici? -
La bambina annuì.
- Allora andiamo a controllare. - Le sorrise Lara.

Claire stava per scendere i gradini, quando vide Lara e Michelle dirigersi verso la reception. Tom se ne stava seduto sul divano, mentre Oliver era appoggiata con un gomito sul banco della reception. Scese gli scalini e andò da loro.
- Qui non c'è niente. - Disse Michelle.
- Forse è lì. - Rispose la bambina.
- Dove? -
- Là, vicino alla porta. -
La bambina corse verso la porta con su scritto staff dall'altra parte dell'ingresso. 
- Aspettami! - Lara le corse dietro.
Quando Lara e Michelle si allontanarono, Claire disse a Oliver: - Ho parlato con Leon e Jill. Il piano è cambiato. -
Oliver aggrottò la fronte: - Cambiato? In che senso? -
- Loro si occuperanno degli zombie sulla terrazza. Noi della benzina. -
- Non era compito di Leon? -
- Posso farlo io. - Tom si alzò dal divano e li raggiunse.
- No, devo occuparmene io. - Gli rispose Claire.
- Posso coprirti le spalle. -
Oliver lo guardò perplesso. - Da quando aiuti le persone? -
- Da quando ho visto quella donna aiutare mia nipote. -
- Quella donna è la mia ragazza. Si chiama Lara. -
- Lo so. -
- Hai una pistola? - Chiese Claire a Tom che la estrasse in quell'istante.  
- Lo fai venire con te? - Le domandò Oliver.
- Una pistola in più fa comodo. -
- Hai detto che volevi andare da sola. -
- No. Ho detto che era compito mio. -
- Okay. - Aggiunse Oliver. - Allora resto di guardia. -
- Fatti dare un arma da Jill. -
- Perché Jill ha delle armi? -
- Ha un arsenale di sopra. -
- Cosa? -
- Fai come dico. -

Uscirono dall'Hotel, mentre Oliver, molto lentamente e con gran fatica, cercava di sbarrare l'entrata con il divano. La strada brulicava di morte, e le mosche cominciavano a infestare i corpi. In lontananza, i soliti schiamazzi, susseguiti da ruggiti. Vicino alla scala della metro, una piccola collina di corpi squarciati, decapitati e con le viscere esposte. 
- Quello si sta rialzando. Là, vicino all'auto. - Tom gli puntò la pistola.
- Non sparare. - Claire posò una mano sulla sua pistola, e l'uomo barbuto l'abbassò.
- Tra poco qui ci sarà l'inferno. - Sbuffò Tom.
- Come se non ci fossimo già dentro. -
- Ma non potremmo più entrare di qua. -
- Troveremo una soluzione. - Claire si guardò intorno.
- Non mi piace improvvisare. -
- Nemmeno a me, ma in queste situazioni l'improvvisazione è tutto. - Claire s'incamminò alla sua destra. 
Proseguirono per un centinaio di metri, finché svoltarono l'angolo di un edificio. La strada da questa parte era immacolata. Non c'erano tracce né di sangue, né di cadaveri.
- La stazione di benzina più vicina è dall'altra parte. - Disse Tom.
- Lo so. - Rispose Claire. - Ma tu non sai che è saltata in aria. -
- Ah... Quindi stiamo andando alla stazione di benzina vicino alla centrale di polizia? -
- Indovinato. -
- Ma non abbiamo una tanica. Dove metteremo la benzina? -
- Smettila di preoccuparti. -
Tempo dopo costeggiarono una fila di villette. Tutte erano in perfetto stato. L'erba sul davanti delle case era ben tagliata, alcune macchine familiari erano parcheggiati davanti ai garage o al bordo della strada. Poi le villette lasciarono il posto ai grattacieli. 
- Guarda là. - Disse Tom.
- Dietro la macchina. Presto! - Claire si trascinò Tom per un braccio.
Un branco di cani zombie camminava verso l'entrata di un ristorante. 
- Cosa fanno? - Le chiese Tom.
- Secondo te? -
Tom non rispose. Dopo un po' disse: - Ne ho visti tanti di quei figli di puttana. Forse anche troppi. -
- Di cani zombie? -
- Sì. -
- E' sei ancora vivo? -
- Già... -
Claire lo guardò aspettandosi una risposta che non arrivò.
- Ma che fanno, adesso? - Disse Tom.
- Infiliamoci in quel vicolo. -
Claire fece per andare, ma Tom le strinse il polso. - No! -
- Lasciami! Mi fai male. -
Tom allentò la presa e deviò lo sguardo dal suo. - Guarda. - Indicò con la pistola il ristorante.
- Cosa trascinano? -
- Un cadavere, penso. -
Improvvisamente il branco di cani zombie smise di trascinare il busto mangiucchiato. Alzarono i musi in cielo, annusarono l'aria. Poi uno di loro si voltò verso i due, e Claire e Tom trasalirono.
- Cazzo! - Imprecò Tom. - Sanno che siamo qui. -
Claire si girò confusa verso di lui.
Tom si alzò, strattonò per l'avambraccio Claire. - Scappiamo! -
Il cane che aveva voltato loro la testa si mise ad abbaiare.

Lara e Michelle cercarono su ogni scaffale, ma oltre le tute degli inservienti non trovarono nulla. Lo stanzino, che piccolo non era, era una camera né grande né piccola, illuminata da due lampadari appesi al soffitto. 
- Forse è nascosta. - Disse Michelle. - Sì, dev'essere nascosta come il tesoro dei pirati. -
Lara sorrise. - Proprio così, Michelle. -
- Allora dobbiamo scavare. -
- Ma questa non è terra. -
- Il tesoro dei pirati è nascosto sottoterra, però... però qui dentro manca una palma. -
Lara rise. - Non sempre è sotto un palma. -
- Ma, ma... Ma io ho letto così. -
- A volte un tesoro si nasconde in posti impensabili. -
Gli occhi della bambina s'illuminarono. - Allora dobbiamo cercarlo. - Si guardò intorno. - Magari è sotto quella sedia. -
- Potrebbe anche non essere sotto qualcosa. -
Michelle corrugò fronte. - Dove può essere? -
- Per questo è nascosto. La macchina da cucire è un tesoro. -
- Mi ero dimenticata della macchina da cucire... - La bambina guardò in basso.
Lara le sorrise: - Solo così potremo accorciare quel bel maglione con la giraffa. -
- Siii. - La bambina saltò in aria per la felicità. - Ecco perché dobbiamo cercarla. Magari troveremo anche un vero tesoro. Siii! Evviva! -

Claire e Tom fuggirono per uno stretto vicolo maleodorante in cui abbondava la spazzatura, mentre il branco di cani zombie abbaiava al loro inseguimento. Corsero per un paio di metri e si ritrovarono di fronte a una recinzione di metallo reticolare. 
- Di là. - Tom indicò un grosso bidone.
Tom fece salire Claire, che si arrampicò sulla recinzione e saltò dall'altra parte. Quando Tom salì sul bidone, il branco sbucò dall'angolo. - Merda! - Si arrampicò in fretta, mentre un cane zombie gli si avventò sul piede; Claire gli sparò in testa. 
Tom saltò dall'alta parte. Subito dopo il branco si lanciò contro la recinzione, abbaiando, mordendo.
- Grazie. - Disse Tom a Claire che annuì.
Quando si voltarono, videro altri quattro cani zombie alla fine del vicolo. Si avvicinarono, ringhiarono e partirono alla carica. I due aprirono il fuoco. Claire centrò un cane zombie in un occhio bianco, Tom ne prese due; una alla gola e l'altro alla zampa sinistra. 
L'ultimo si avventò su Tom. - Cazzo! -
Il cane zombie scattò la mascella a un dito dalla faccia di Tom, e Claire sparò in testa al cane zombie. Quando la donna fece per girarsi, il cane zombie con la gola squarciata le balzò sopra, ma Tom fu rapido a centrarlo sul fianco. Il cane zombie cadde a terra, e Claire lo finì. Quello ferito alla zampa si era già dato alla fuga con un guaito sottomesso. 
Tom si rimise in piedi. - Grazie... di nuovo. -
Il branco alle loro spalle continuò a lanciarsi contro la recinzione, fin quando dilaniarono una parte della rete. Le fauci di un cane zombie si serrarono a un passo dal polpaccio di Claire, ma Tom la tirò a sé appena in tempo.
- Ora siamo pari. - Disse Claire. Poi sparò in testa al cane zombie che bloccò il passaggio al branco con il suo corpo. 
Lasciarono il vicolo, e camminarono sul marciapiede, mentre il branco abbaiava alle loro spalle. In fondo alla strada videro la centrale di polizia cinta da un basso muretto in marmo e sbarre di ferro. I grattacieli si facevano sempre più imponenti. Cominciarono a spuntare furgoni, auto della polizia e un posto di blocco elementare. Un corpo di un poliziotto penzolava sullo spartitraffico in cemento con la schiena dilaniata. Oltre le quattro auto della polizia poste in orizzontale, dozzine e dozzine di cadaveri crivellati da proiettili. Poliziotti, civili, SWAT, zombie e persino un Licker. Un vero massacro che abbondava strada facendo.
Una volta che raggiunsero il cancello della centrale di polizia, Claire guardò a sinistra. Vide la stazione di benzina. Molte macchine erano state abbandonate davanti alle pompe. I cadaveri puntellavano quasi ogni centimetro di quel posto. Persino sul parabrezza e sul tetto delle auto c'erano corpi mezzi divorati. 
Raggiunsero la stazione di benzina con molta cautela.
- L'aria è irrespirabile... Vedo se ci sono taniche. - Disse Tom.
- E' una pompa di benzina. Ci sono per forza delle taniche. Guarda là! Vicino a quell'auto, ce n'è una. -
Tom prese la tanica, l'agitò. - E' quasi piena. -
- Sicuro che sia benzina? -
Tom tolse il tappo e inspirò. - E' benzina. -
- Riempila. Io ne prendo un altra per sicurezza. -
- Che vuoi dire? -
- Se uno di noi... Be', dovesse morire, almeno una tanica raggiungerà l'hotel. -
- Davvero un pensiero ottimista... - Sbuffò Tom.

Leon e Jill, armati di MP5 e granate, salirono le scale di emergenza fino al ventiduesimo e ultimo piano.
- Gli zombie sono dietro quella porta. - Jill puntò la mitragliatrice in quella direzione.
Percorsero il lungo corridoio, puntellata da quadri e vasi di piante. L'illuminazione era debolissima. 
Leon bussò alla porta con il calcio del fucile. Non si udì nulla per un momento. Poi qualcosa sbatté sulla porta di ferro. 
- Okay. - Aggiunse Jill. - Appena raggiungo la fine del corridoio, tu apri la porta e corri verso di me. Io farò fuori più zombie possibili prima che possa sparare anche tu. -
Leon annuì. 
Quando Jill si posizionò al suo posto, Leon aprì la porta e si mise a correre. Gli zombie vestiti con costosi e raffinati abiti, si riversarono nel corridoio. Jill fece fuoco. I proiettili fischiarono accanto a Leon, colpendo i non-morti alle sue spalle.
Leon l'affiancò e cominciò a sparare. I ricconi furono annientati, ma altri zombie sbucavano fuori dalla porta. Al centro del corridoio si era formata una montagna di corpi che sfiorava il soffitto.
- Da dove escono quelli? - Le chiese Leon.
- Non lo so. -
- Come non lo sai? -
- Non c'erano quando sono venuta quassù. -
- Allora da dove sono usciti? -
La punta della montagna di cadaveri iniziò a franare. I corpi rotolarono verso Jill e Leon, mentre i non-morti si arrampicavano sopra.
- Devo usare le granate. - Disse Jill. - Andiamo dietro la porta! -
La donna lanciò una granata che colpì il petto di un non-morto. Poco dopo si udì un tremendo boato, e il pavimento vibrò. Jill aprì la porta. L'interno del corridoio era un mattatoio. Ovunque c'erano pezzetti di carne, arti amputati, teste mozzate e fracassate. Un fetore intenso li colpì entrambi in pieno viso. 
Leon si tappò il naso. - Cazzo che tanfo... -
- Continuano ad arrivare! - Jill sparò ai non-morti che varcavano la porta del terrazzo.
- Quante granate hai? - Le chiese Leon mentre sparava.
- Quattro. -
- Appena si forma un altra pila, usale. -
- Lo so. Non sono mica scema. -
Leon le sorrise. - Forse un po'. -
Jill gli tirò un cazzotto sul bicipite, e Leon smorzò una risata.

Oliver, Lara e Michelle che si trovavano nella reception, udirono il boato.
- Cos'è stato? - Michelle si strinse al fianco di Lara.
- Nulla. - Le rispose Lara.
- Dov'è, zio Tom? -
Lara guardò Oliver in attesa di una risposta. Poi lui disse: - E' uscito. Verrà presto. -
- Dov'è andato? - Michelle stava quasi per piangere.
Oliver non sapeva cosa dire.
- E' andato a cercare il tesoro dei pirati. - Aggiunse Lara.
- Davvero davvero? - Le domandò la bambina sgranando gli occhi.
- Certo. Non è così, Oliver? -
- Ehm... Sì... -
Michelle sorrise. 
- Visto? - Disse Lara.
- Ma... Ma se zio Tom trova il tesoro prima di noi cosa succede? -
- Non lo troverà mai, perché noi due lo troveremo prima di lui. -
- Siii. Andiamo, andiamo! - La bambina si trascinò dietro di sé Lara.
Oliver la guardò, e lei gli sorrise.

Claire entrò in un piccolo negozio della stazione di benzina dalle finestre frantumate. Sul pavimento, strisce di sangue serpeggiavano dietro gli scaffali. Una .9mm e dei bossoli erano appoggiati sul banco, vicino alla cassa.
Claire diede un occhiata in giro. Non vide cadaveri, ma solo tanto sangue a ridosso di una porta grigia. L'aprì lentamente. La stanza era buia, e la luce alle spalle di Claire illuminò un tavolo e un computer. Claire accese la torcia. Vide cinque taniche rosse accanto a un mobiletto con le ante aperte. Poi due mani le afferrarono l'avambraccio destro. Claire indietreggiò e la sua torcia illuminò il volto lacero e scarnificato del non-morto. Sbatté la schiena sulla porta, mentre lo zombie scattò la mascella a tre dita dalla sua gola. La donna cercò di spintonarlo via, quando il cranio del non-morto esplose. Pezzi di cervella e ossa schizzarono sul volto di Claire, mentre lo zombie cadeva di spalle.
- Dannazione, Tom! - Disse Claire. Poi andò a pulirsi il viso sul giubbotto arancione appeso sull'attaccapanni. E quando la donna si girò, non trovò Tom.
Claire si accigliò, prese una tanica vuota e uscì dalla stanza. Nel negozio non c'era nessuno. Poi Tom aprì la porta con fare spaventato.
- Sei stato tu a sparare? - Le chiese Tom.
- No... - Claire aggrottò le sopracciglia. - Ma non eri qui? -
- In che senso qui? -
- Sono stata aggredita da uno zombie. Qualcuno gli ha sparato in testa. -
- Non sono stato io. -
- Be', questo l'ho capito adesso. -
- Allora chi è stato? -
Claire si guardò attorno: - Non hai visto uscire nessuno? -
- No. Ero davanti alla porta. Me ne sarei accorto. -
- Forse è ancora qui... -
Tom allungò uno sguardo incerto tra gli scaffali. 
- Tu di là. Io di qua. - Claire andò a sinistra. 
Perlustrarono ogni centimetro del negozio, ma fu inutile. 
- Sei sicuro di non aver visto nessuno? -
Tom diventò paonazzo dalla rabbia. - Ti ho detto di sì! -
Claire si voltò verso l'ufficio in cui era stata aggredita. - Se non è qui, forse è là dentro. -
Tom si affiancò a Claire, e lentamente, si avvicinarono alla porta dell'ufficio. Tom pigiò più volte il bottone per accendere la luce, ma Claire gli indicò con il fascio della torcia i vetri del lampadario sul pavimento raggrumato di sangue. Ispezionarono l'ufficio, e anche qui non trovarono nulla. 
- Sei sicuro di non aver sparato tu? - Le chiese Claire.
- Perché dovrei mentirti? - Serrò gli occhi l'uomo barbuto.
Tom aprì le tende veneziane per far entrare la luce del sole, quando vide una donna in rosso camminare verso gli abeti, a venti metri dalla finestra. - Quella chi è? - 
Claire lo raggiunse alle spalle, sbirciò dalla finestra. - Forse è lei che mi ha salvato la vita... - E si precipitò fuori dal negozio, seguita da Tom.
Una volta all'esterno, la donna in rosso era sparita. Tom e Claire setacciarono inutilmente le pompe di benzina.
- Ma perché è andata via..? - Disse fra sé Claire.
- Vallo a sapere. -
- Non stavo parlando con te. -
Il viso di Tom diventò rosso.

Gli zombie continuavano a riversarsi nel corridoio, mentre Leon e Jill sparavano senza sosta. 
- Lanciala ora! - Disse Leon.
Jill sbuffò irritata, e lanciò la granata. Si ripararono dietro la porta, quando l'esplosione nel corridoio la sradicò completamente. I due vennero colpito in pieno.
- Merda! - Imprecò Leon massaggiandosi la testa dolorante.
- E' inutile. - Disse Jill. - Sono troppi. Le granate non fanno più effetto. -
- Dobbiamo indietreggiare. -
- No. -
- Se non lo facciamo ci uccideranno, Jill. -
- Ma non potremo usare l'elicottero. -
Leon rimase in silenzio. Poi cominciò a sparare ai non-morti che barcollavano sui cadaveri fatti a pezzi dalle granate.
Jill guardò Leon: - Forse hai ragione. Scendiamo le scale. Li affronteremo al piano di sotto. -
- No. Rimaniamo qui. -
- Ci raggiungeranno quando finiremo le munizioni, Leon. Ci uccideranno. L'hai detto anche tu. -
Per un momento Leon parve indeciso: - Okay. Andiamo! -
Scesero al piano di sotto, ma quando Jill fece per entrare nel corridoio, Leon le posò una mano sulla spalla. - Aspetta, Jill! - Indicò le scale alle sue spalle. - Gli zombie possono scendere fino al pianterreno. Forse è meglio affrontarli nelle scale. -
- Non avremo una buona visuale. -
- Ma se scendono di sotto... -
- Non fa differenza, Leon. L'intero Hotel presto sarà infestato dagli zombie. - 
Leon trasalì, e si chiese come diavolo aveva fatto a ignorare una cosa così banale.
- Gli spari e l'esplosioni avranno attirati altri zombie verso l'Hotel, sempre se non ci sono Licker e cani zombie tra loro. -
- Dobbiamo avvertire Oliver e gli altri. -
- Vai tu. Io terrò a bada questi dannati zombie! -
Leon la guardò per un istante, e l'abbracciò. Lei cercò falsamente di divincolarsi dall'abbraccio. - Stai attenta. Tornerò presto! -
Jill deviò il suo guardo e cominciò a sparare ai primi zombie che scendevano o cadevano dalle scale fino al pianerottolo.

Michelle si aggrappò alla gamba di Lara. - Ma cosa sono questi spari? -
- Qualcuno si è dimenticato la televisione ad alto volume. - Le rispose Lara.
La bambina alzò la testa verso di lei. - Zio Tom vedeva sempre film di guerra. -
- Sarà un film del genere. -
Michelle abbassò lo sguardo con gli occhi lacrimati. - Alla mia mamma non piacevano... -
Lara le accarezzò i capelli. 
- Zio Tom ha ucciso la mamma... - Michelle scoppiò a piangere. 
Lara la strinse a sé. - Va tutto bene. Ci sono io con te. -
- Mi manca tanto la mamma... - Affondò il viso nella felpa di Lara.
La donna continuò ad carezzarle i capelli, quando con la coda dell'occhio vide la macchina da cucire sopra a un comodino. - Guarda, Michelle. -
La bambina si voltò lentamente con il volto pregno di muco e lacrime. - Cosa c'è? -
- Abbiamo trovato il tesoro. - Lara la prese per mano e raggiunsero la macchina da cucire. 
Michelle guardò dapprima lei, poi la macchina da cucire. - Cos'è? Non sembra un forziere dei pirati? E poi... E poi un tesoro non si trova in una camera. - Indicò con il ditino il letto matrimoniale, i mobili, il tavolo. - Si trova sempre su un isola dove c'è solo una palma. -
Lara le sorrise, le asciugò le lacrime con il tovagliolo preso da sopra un tavolo. - Ti ricordi cosa ti ho detto? -
- Che... - Michelle socchiuse gli occhi, sforzandosi di ricordare. - Che non sempre i tesori sono sottoterra, però... però io avevo letto così. -
- Lo so. Si trovano sia su un isola deserta che..? - Lara cercò di farle continuare la frase.
La bambina la guardò perplessa. - Che..? -
- ...In posti impensabili. -
- Siii, è vero. - Abbracciò Lara sul fianco. Poi si girò verso la macchina da cucire, la toccò con un ditino. - Perché... Perché è qui sopra? Non dovrebbe essere nascosta? -
Lara guardò i tacchi ai piedi del letto matrimoniale: - Magari la signora la stava per nascondere. -
Michelle si voltò confusa verso di lei. - Quindi non è una donna pirata? -
- Certo, Michelle. Solo che non vuole farlo sapere a nessuno. -
La bambina ci pensò su. - E' bello essere un pirata. Perché si nasconde? E ora dov'è? E' nascosta in quell'armadio? -
Lara le sorrise. - Forse è su un grande vascello. -
- Ma non ha nascosto il tesoro? -
- Certo che sì. In questo Hotel ci sono tante camere, e noi abbiamo trovato quella giusta. -
- Ma... - Michelle arricciò le labbra. - E' un nuovo modo per nascondere i tesori? -
- Secondo te, Michelle? -
- Sì. Dev'essere così. Evviva! Ho trovato un tesoro! - La bambina si mise a correre per tutta la stanza, saltando e gridando di gioia.

Oliver si avvicinò alla porta di ingresso dell'Hotel. Fuori, i cadaveri si rialzavano e barcollavano senza meta. Poi alla sua sinistra, dietro le auto parcheggiate, intravide un centinaio di zombie. D'un tratto gli si parò davanti un viso di uno zombie ridotto a brandelli. Oliver sussultò e indietreggiò. Il non-morto gemette e picchiò le mani contro la grande vetrata.
- Ehi, Oliver! - Gridò Leon, scendendo le scale.
- Gli spari. - Rispose Oliver. - Li hanno attirati. -
- Lo so, per questo sono qui. - Leon si guardò intorno. - Dove sono gli altri? -
- Lara e Michelle sono di sopra. Tom e Claire sono là fuori a procurarsi la benzina. -
- Hai una pistola? - Gli chiese Leon.
- No, ma Claire mi ha detto che... -
- Tieni. Prendo questo mitra. Lo sai usare, vero? -
- So usare un fucile. -
- Allora non avrai problema con questo affare. - Leon fece per andare.
- Ma dove vai? -
- A prendere un arma. -
- E' un Hotel, mica un armeria. E poi dove hai preso questo mitra, Leon? -
- Non c'è tempo per spiegarti. Aspettami qui. Vado a prendere un arma. -
- Se incontri Lara, dille di non scendere. -
- Dobbiamo andarcene da qui, Oliver. -
- Cosa? -
Leon salì due alla volta gli scalini e scomparve oltre la ringhiera.
Oliver sospirò: - Che sfiga del cazzo... -
Cinque minuti dopo, Michelle e Lara, che aveva una macchina da cucire in mano, scesero i gradini. La bambina urlò dallo spavento quando vide lo zombie davanti alla vetrata.
- Ma... Ma quello... - Michelle si aggrappò alla felpa di Lara.
- Cosa succede? E dove hai preso quel mitra? - Disse la donna a Oliver.
- Dobbiamo abbandonare l'Hotel, Lara. -
- Hanno fatto il pieno all'elicottero? -
- No. Presto l'Hotel diventerà un covo di zombie. -
Lara rimase scioccata e in silenzio per un po'. Poi disse: - E' colpa... -
- ...Degli spari. Non so cosa diavolo è successo di sopra, ma sembra che le cose siano andate a puttane. -
- Oliver! C'è una bambina qui. -
Oliver sbuffò, si lisciò il mento. - Dobbiamo restare qui. Leon verrà presto. -
- E Jill? E'... -
- Non lo so, Lara. Non lo so. -
Davanti alla facciata dell'Hotel si andava ammassando un folto gruppo di zombie.
- Ma da dove escono tutti questi zombie? - Chiese Lara. -Prima non c'erano in strada. -
Oliver stava per risponderle, quando comparve Leon con in mano due pistole Beretta. - Jill sta trattenendo gli zombie di sopra. Dobbiamo lasciare l'Hotel. -
- E come? - Lara accennò con lo sguardo i non morti a ridosso dell'ingresso dell'Hotel.
- Maledizione... - Aggiunse Leon. - Siamo bloccati. -
Michelle scoppiò a piangere, mentre Lara le accarezzò il viso.
- Non facciamoci prendere dal panico. - Aggiunse Oliver.
- Pensi ad alta voce? - Gli rispose Leon. - Comunque dobbiamo trovare un modo per lasciare l'Hotel. -
- Il tetto. - Disse Lara.
- E da lì che vengono gli zombie. Per questo non riuscivamo a fermarli. Sembrano apparsi dal nulla. -
- Jill aveva parlato di una trentina di zombie, Leon. -
- Be', si sbagliava. Sono molti di più, e non so da dove saltano fuori. -
- Anche quelli là fuori. -
- Come faranno Claire e Tom a raggiungerci? - Domandò Oliver.
- Non lo faranno. - Gli rispose Leon. - Si terranno lontani quando vedranno cosa sta succedendo qui. -
- Zio Tom non lo farà. - Disse Michelle in lacrime. - Non mi lascerà mai. -
- Conoscendo Claire, nemmeno lei lo farà. -
Rimasero in silenzio per un po'. Poi la vetrata andò in frantumi. Il gruppo sussultò, e una decina di zombie si riversarono nell'ingresso
Lara lanciò la macchina da cucire in testa a uno zombie. Poi prese in braccio Michelle, che teneva gli occhi chiusi come se volesse svegliarsi da un incubo.
- Correte! - Leon iniziò a sparare, seguito da Oliver.
Alcuni non-morti furono falciati dalle pallottole dei mitra, mentre salirono rapidamente la scalinata.
- Dove andiamo? - Urlò Lara.
- Di là. - Leon puntò il dito verso una porta di metallo.
Gli zombie entrarono a frotte, mentre la seconda vetrata andò in frantumi.
- Stanno salendo! - Gridò Oliver, mentre la reception diventava una accozzaglia di non-morti. 
Quando Lara aprì la porta, trasalì vedendosi davanti Jill.
Leon gettò un occhiata a Lara: - Che succede? -
Tre zombie vennero crivellati dalle pallottole e rotolarono giù dai gradini, scontrandosi contro altri non-morti che caddero come birilli.
- Spostati! - Disse Jill a Lara.
- Non ho più munizioni! - Urlò Oliver a Leon che non gli rispose.
Lara si scansò e guardò Jill correre verso Leon.
- Hai liberato le scale? - Le chiese Leon.
- Le hanno invase. - Rispose Jill. - Andiamo all'ala Est dell'Hotel. -
- Hai un caricatore, Leon? - Gli domandò Oliver. 
- No. Segui Jill. - Gli disse. Poi si voltò: - Lara! Vieni qua! -
Gli zombie continuavano a salire i gradini.

Claire e Tom si allontanarono dalla stazione di benzina, mentre la donna gettava frequenti occhiate alle sue spalle come se si sentisse seguita. 
- Cosa c'è? - Le disse Tom.
- Niente. -
- Perché continui a voltarti? E per quella donna? -
- No. Ora fa' silenzio. -
Tom serrò la mascella. 
Dieci minuti dopo svoltarono l'angolo di un grattacielo, e rimasero pietrificati quando videro in lontananza un infinità di non-morti a ridosso dell'Hotel.
- Ma che cazzo... - Imprecò Tom.
- Come... - Claire spalancò gli occhi. - Come è possibile? Le strade erano deserte. -
- Forse vengono da un altra parte. -
- Da dove? -
- Non chiederlo a me. -
Rimasero per un po' in silenzio, guardando l'ammasso di zombie accalcarsi nella strada. 
D'un tratto Tom sbarrò gli occhi. - Michelle... - E si mise a correre verso gli zombie.
- Dove vai? -
Tom non le rispose, e si mise a sparare ai non-morti che gli davano le spalle - Fottuti bastardi! -
Claire gli corse dietro, l'afferrò per una spalla e l'uomo barbuto le tirò una gomitata in faccia. Claire cadde sul marciapiede, e Tom si voltò a guardarla con il volto arrossato e gli occhi iniettati di sangue. Poi si girò nuovamente e continuò a sparare.
Claire si alzò in piedi. - Non è così che salverai Michelle, idiota! -
Tom cessò di sparare, si girò, mentre gli zombie si muovevano alle sue spalle. Entrambi si fissarono per un po' negli occhi. 
Poi l'uomo barbuto le andò incontro. - Portami da mia nipote. - Disse fra i denti quasi come fosse un ordine.

Leon e Jill, seguiti dagli altri, si diressero lungo la balconata che dava sull'ingresso. Raggiunsero l'ala Est dell'Hotel, aprirono la porta e corsero lungo il corridoio. Si ritrovarono nel ristorante dell'Hotel. La maggior parte dei tavoli e delle sedie erano ribaltate, e il sangue tappezzava i muri, il pavimento e le tende viola. Ovunque, erano disseminati piatti, posate, carrelli di servizio e bottiglie di vino e di acqua.
- Anche nella reception c'era tutto questo sangue. - Disse Jill. - E anche lì non c'era nessun cadavere. -
- Che vuoi dire? - Le chiese Leon.
- Che forse qualcuno ha trasportato i corpi di sopra. -
- Come diavolo hanno fatto? - Disse Oliver.
- Non lo so. - Rispose Jill. - Andiamo nelle cucine. Magari troveremo un uscita. -
- Eri qui prima di noi. - Aggiunse Leon. - Non ti sei mai accorta di niente? -
Jill si voltò verso di lui: - Sono ritornata da poco, qui. Da quando tu mi hai cacciata. -
- Cacciata? Io non ti ho cacciata. Sei stata tu ad andartene. -
- Come se non lo volevate. -
- Io non lo volevo. -
Jill lo fissò negli occhi.
- Nemmeno io. - Le rispose Lara. - Certo, fai di tutto per irritarci, ma non volevo che te ne andassi. -
- Io non vi lascerò mai. - Aggiunse Michelle in braccio a Lara.
Jill rimase in silenzio.
Arrivarono in fondo alla sala e Leon aprì le due porta a chiusura automatica. Nella cucina trovarono lo stesso panorama della sala da pranzo. I fornelli erano ancora accesi sotto le padelle annerite, la carne ridotta a carbone. Un forte odore di ferro bruciato impregnava la stanza. 
Leon chiuse il gas dei fornelli.
- Potevamo saltare in aria da un momento all'altro. - Disse Lara tappandosi il naso.
Jill si mosse verso l'unica porta alla sua destra. Quando l'aprì, sussultò e puntò la pistola davanti a sé.
- Claire. - Disse Lara meravigliata.
Tom spintonò Claire e Jill che lo guardarono torvo. Poi l'uomo barbuto prese in braccio Michelle. - Stai... Stai bene? - Esaminò Michelle da capo a piede.
- Sta bene. - Aggiunse Lara incrociando le braccia.
- Sì, zio Tom. Io e Lara abbiamo giocato a cerca il tesoro dei pirati. Abbiamo vinto noi! Tu hai perso zio Tom! Però... Però Lara ha lanciato il tesoro in testa a un mostro cattivo... -
Tom guardò Lara, poi abbassò lo sguardo.
- Cos'è questa puzza? - Chiese Claire a Leon.
- Le padelle. Qualcuno si è scordato il gas acceso. -
- Usciamo da qui. - Disse Jill.
- Dove avete preso quelle armi? - Domandò Claire.
- Sono di Jill. - Rispose Leon. - Dovresti vedere l'arsenale nella sua camera. - Sorrise.

   
 
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