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Autore: Feisty Pants    11/02/2020    1 recensioni
Elsa e Anna sono due sorelle comuni che, ormai autonome e adulte, condividono lo stesso appartamento, le stesse passioni e lo stesso passato burrascoso dovuto alla morte dei propri genitori. Elsa, pacata e tranquilla, è una promettente dottoressa mentre Anna, agitata e speranzosa, custodisce il sogno di poter utilizzare le sue competenze musicali per creare un lavoro più dignitoso. Il passato che cercano di nascondere, però, irromperà di nuovo nelle loro vite mostrandone imbrogli e segreti ai quali entrambe cercheranno di dare risposte e soluzioni.
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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CAPITOLO 13.
 
“Elsa che cosa succede?!” domanda Jack accorso a casa velocemente dopo le chiamate della fidanzata.

“Il bambino di Anna, è vivo!” sbotta subito Elsa massaggiandosi le braccia come a volersi riscaldare da una notizia raggelante.

“Che cosa?!” chiede Jack incredulo spalancando gli occhi.

“Ho trovato la sua cartella clinica in ospedale…sono riuscita a fare una foto anche se non si potrebbe e c’è scritto tutto!” spiega Elsa sbloccando lo schermo del telefonino e mostrando l’immagine al fidanzato.

“Qui c’è tutto! È un maschio e c’è indicato il suo peso, il suo battito cardiaco, i suoi parametri perfetti! Il bambino era vivo, ma siamo stati imbrogliati in qualche modo!” afferma Elsa lasciando il cellulare in mano a Jack in modo che potesse constatare con i suoi occhi.

“Sono stata così stupida! Avessi controllato prima e tutto questo non sarebbe mai successo!” ringhia Elsa sbattendo la mano sul dorso del divano per il nervoso.

“Amore, non è colpa vostra! Siete stati imbrogliati!” la consola Jack mettendole le mani sulle spalle.

“Hans la pagherà cara…il problema ora è che bisogna dirlo ad Anna” conclude Elsa con sguardo vitreo per poi sentire suonare al citofono.

“Sono qui…” afferma la ragazza paralizzata all’idea di dover rendere edotta la sorella minore di quell’assurda dichiarazione.

“Amore, tranquilla…siamo una famiglia e non succederà nulla di male” la tranquillizza Jack per poi aprire la porta dell’abitazione.

“Ciao Jack, ciao Elsa, che cosa succede?” inizia a dire subito Anna entrando nell’appartamento seguita da Kristoff.

“Elsa perché sei così bianca?! Perché avete quelle facce?!” domanda la giovane dai capelli rossi squadrando i volti terrorizzati dei suoi familiari.

“Anna, sarà per te uno shock e dovremo ragionarci bene insieme, quindi ti prego stai tranquilla!” le dice Elsa prevedendo una futura crisi di nervi della minore.

“Insomma mi vuoi dire che cosa sta succedendo?!” si altera la più piccola corrugando la fronte e portandosi le mani lungo i fianchi.

Seguono alcuni momenti di silenzio, nei quali Elsa cerca il coraggio per poterle riferire quanto ha scoperto ed è all’ennesima richiesta di Anna che riesce a svuotare il sacco.

“Allora?!” si arrabbia Anna scuotendo le mani per l’impazienza.

“Anna, tuo figlio è vivo”

Il silenzio torna a piombare nella stanza e Anna non riesce a ribattere più. La ragazza si sente mancare il fiato, vede tutto muoversi, comincia a tremare, si sente debole e non riesce a parlare.

“Mio figlio?! Che cosa?!” biascica lei portandosi le mani alla bocca dallo stupore.

“Ho trovato la cartella clinica, il bambino è vivo! È sempre stato sano e…” Elsa comincia a spiegare i retroscena della vicenda ma Anna, ormai troppo scossa dall’accaduto, inizia a delirare.

“Non può essere vivo! Se è vivo allora dov’è? Dov’è?!” grida la ragazza indietreggiando e guardandosi intorno nell’abitazione, muovendosi freneticamente avanti e indietro e aprendo la finestra violentemente come se stesse soffocando.

“Amore tranquilla!” cerca di parlare Kristoff avvicinandosi a lei con le mani in vista per indurla a calmarsi.

“Calmarmi?! Come faccio a calmarmi?! Mi state dicendo che mio figlio è vivo!” grida Anna con tutta l’aria che ha in corpo per poi mettersi una mano sulla fronte e perdere l’equilibrio.

“Oh Anna, ci sei?! Anna?!” la chiama Kristoff preoccupato prendendola al volo e sentendola svenire tra le sue braccia. Elsa accorre velocemente sulla scena e, con l’aiuto di Jack, la porta a letto e le inietta un calmante per placarle i nervi.

6 anni prima…

“Anna, svegliati! Ti prego!” urla Hans in preda al panico stringendo la mano alla fidanzata priva di sensi. Anna aveva flebo e ossigeno attaccati, presentava diversi lividi sul volto e sulle braccia e dopo l’incidente non si era svegliata più.

“Dove la portate?!” chiede il giovane vedendo che gli infermieri lo stavano pian piano escludendo dalla scena per poter intervenire tempestivamente sulla paziente.

“La ragazza non è del tutto cosciente, la metteremo in coma farmacologico ed effettueremo un taglio cesareo perché il bambino ha già sofferto troppo” spiega il chirurgo per poi ricevere l’ok di Hans che, ancora scosso dall’accaduto, si siede in sala d’attesa.

In quel momento avrebbe potuto chiamare Elsa e raccontarle la situazione ma, nella sua mente malata e distorta, un’idea malsana stava ormai prendendo piede.

Anna rappresentava tutto per lui: la ragazza più bella del mondo, il suo sogno erotico preferito, il suo ideale di donna, il suo futuro, il suo desiderio più ardito. Il ragazzo se ne innamorò follemente fin dal primo momento entrando in contatto con la convinzione che, prima o poi, lei sarebbe stata sua per sempre.

Hans ripensa alla sua relazione con Anna, ai loro momenti intimi, al suo corpo, alla sua bellezza, alla sua simpatia. Era tutto perfetto e meraviglioso finché non arrivò lui: il bambino.

Da quando Anna rimase incinta non era più la stessa! Tutto girava intorno a questo bambino che era capitato per sbaglio, per colpa di una serata di distrazione! Un errore che, grazie a qualche farmaco ben piazzato, avrebbero potuto cancellare facilmente.

Perché la sua donna, una ragazzina, avrebbe voluto tenere un errore e lasciarsi condizionare e cambiare la vita?

Hans rivede la schiettezza della ragazza, la sua capacità di reagire ad ogni difficoltà, il suo desiderio di portare avanti quella vita che, invece, avrebbe solo dato problemi a due giovani come loro.

L’idea di diventare padre non lo allietava per niente e nemmeno lo terrorizzava, semplicemente ne era schifato. Un ragazzo bello e con un futuro meraviglioso davanti, cosa se ne faceva di un bambino? Dove andava a finire la sua reputazione?

Hans cercò di stare vicino alla fidanzata durante la gravidanza ma capì che la paternità non faceva per lui. Quel bambino poi, gli stava portando via tutto! Le attenzioni di Anna, soldi, amore, serate di sesso, divertimenti, giovinezza, spensieratezza e, ora, anche la vita stessa della persona per la quale aveva una vera e propria ossessione.

“Signor Westengard, il bambino è nato! Sta bene e anche Anna ha reagito positivamente all’operazione, anche se non sappiamo quando si sveglierà. La situazione è ancora molto delicata e potrebbe aver riscontrato dei danni perenni per colpa dell’incidente” annuncia un’infermiera interrompendo il flusso di pensieri del neo papà.

“Mi sta dicendo che potrebbe avere problemi in futuro?” domanda lui, rimasto colpito solo dall’ultima affermazione.

“Sì, decisamente. Ora però che cosa vuole fare con il bambino? È pronto a dargli un nome?” continua imperterrita l’infermiera notando uno strano sguardo nel neo genitore.

È lì che a Hans balenò l’idea più stramba della sua vita e nessuno l’avrebbe potuto scoprire. Parlando con i medici addetti, il ragazzo affermò di voler dare il consenso per l’adozione del bambino visto che anche Anna sarebbe stata d’accordo e forse al risveglio non avrebbe avuto la possibilità di crescerlo adeguatamente.

In poco tempo Hans firmò tutte le carte e si fece consegnare la cartella clinica di Anna per poi nasconderla nella sua borsa e ordinare a tutti i medici di tacere, grazie al silenzio professionale.

Quel bambino non l’aveva nemmeno visto. Di lui sapeva solo che era un maschio sano e vivace e, da quando firmò le carte, se ne dimenticò all’istante sentendo alleggerirsi il peso che lo opprimeva da nove mesi.

Hans entrò poco dopo nella stanza di Anna che, ancora immobile e priva di sensi, restava attaccata a un respiratore e a una miriade di cavi per controllarle i parametri vitali.

“Amore mio, se solo tu mi avessi ascoltata e non fossi fuggita via in quel modo ora non saresti in queste condizioni” commenta il giovane notando i lividi e le occhiaie plumbee della ragazza.

“Ora ti prometto che cambierà tutto. Saremo solo io e te e potrai alzarti senza problemi” conclude poi lui prendendola per mano.

“Hans!” annuncia una voce entrando nella stanza.

“Ciao Elsa” risponde il ragazzo fingendosi triste e intimorito.

“Perché non mi hai chiamata?! Ho saputo solo poco fa e sono venuta il prima possibile!” lo rimprovera lei scuotendo le mani e respirando a fatica per colpa della corsa.

“Non ho avuto un attimo di tempo! È successo tutto così velocemente! L’incidente, l’ambulanza, lei che non si sveglia, il parto e…” comincia a spiegare lui fingendo di avere il magone e gli occhi lucidi.

“E?!” chiede la ragazza sconvolta nel vedere la sorella in quello stato.

“Il bambino non ce l’ha fatta. L’impatto è stato troppo forte ed è nato morto, non c’è stato niente da fare” conclude Hans sganciando la bomba e facendo finta di avere un nodo in gola.

Elsa non riesce a trovare le parole e, raggelata da quella situazione, si siede accanto ad Anna stringendole l’altra mano.

“Questo bambino significava tanto per lei! Era la sua rivincita da una vita ingiusta…non ho la minima idea di come possa reagire quando si sveglierà” confessa a cuore aperto la sorella maggiore lasciando scorrere le lacrime lungo le guance.

“Annie, sarà una botta doverti dare questa notizia, ma non ti lascerò mai sola! Te lo prometto!” conclude Elsa per poi appoggiare la testa sul braccio della ragazza e piangere amaramente sotto lo sguardo di Hans che, solo in quel momento, si rende conto di ciò che ha compiuto e che non può più cancellare.
  
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