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Autore: shana8998    11/02/2020    2 recensioni
Hannah è una studentessa modello. Una di quelle ragazze super intelligenti che non gode di alcuna popolarità nella sua scuola.
E' terribilmente infatuata di Justin Kohl uno dei ragazzi più ambiti della scuola che però la ignora totalmente.
Ma Justin non è l'unico ad essere popolare ed ambito alla Briar. Garret Graham un altro sportivo della Briar , è quel tipo di ragazzo senza nessun ritegno morale , uno sciupa donne viziato ed arrogante capitano della squadra di Hockey.
Dopo l'ultimo esame andato pessimamente per lui, Garret si troverà costretto a chiedere aiuto alla "secchiona" non che sconosciuta Hannah. Così stabiliscono una sorta di patto. Lei sarà la sua tutor per tutto l'anno mentre lui fingerà di essere il suo ragazzo , così da attirare l'attenzione di Justin. Ma qualcosa va storto e quella finzione fra i due non sembra più così falsa.
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Garret
Sono accanto al pullman che ci porterà all' Ice Stadium , per giocare la partita contro Harvard.
Sono un fascio di nervi perché , per tre volte , abbiamo giocato contro di loro e per tre volte ci hanno rotto il culo.
Colmo dei colmi mio padre questa mattina mi ha mandato un sms , vuole vedermi e la cosa mi ha disturbato oltremodo. Insomma mi ha parecchio scassato il cazzo.
Siamo rimasti d'accordo sul vederci fuori dallo stadio , ma lui è troppo impaziente per aspettare , ed eccolo li, scendere dal suo Jaguar nero , con la solita aria trionfale stampata in volto.
I miei compagni non conoscono Phil come lo conosco io. Per loro è l'emblema della perfezione e Dio, addirittura molti fra cui Dean e Tuck vorrebbero essere come lui. Per fortuna che non sono persone di merda loro..
Hannah è dentro il pullman. Ovviamente non c'è stato nemmeno bisogno di chiederle di non scendere. Alla vista di mio padre ha capito tutto. Questo mi piace di lei.
Phil mi fa un cenno con la testa e capisco al volo che lo devo raggiungere.
Sono elettrico mentre calpesto l'asfalto che ci separa .
Ha una voce profonda quando pronuncia il mio nome, che mi fa salire un brivido gelato lungo la schiena. Odio da morire la sua voce. Odio doverlo guardare in viso. Cazzo. Odio tutto di lui.
Quando mi guarda in faccia mi volto per un istante verso Hannah, fa un'espressione corrucciata per la preoccupazione e negli occhi le leggo le parole "vai", "via".
Le mimo un torno subito e calpesto l'ultimo metro che mi separa dal lato del veicolo che copre per mezzo busto Phil.
Quando sono ad un passo da lui , senza dirmi una parola si volta ed incomincia a camminare per allontanarci dal resto della squadra. Non si volta neanche per un attimo indietro a controllare se lo stia seguendo o no. Non ne trova il bisogno , dato che lui è il grande Phil Graham dei miei coglioni e non riesce ad immaginare qualcuno che non obbedisca al suo volere o che più semplicemente, non gli ronzi attorno.
In qualche modo, le mie gambe rigide mi costringono a marciare sulle sue orme invisibili. Noto molti dei miei compagni che si attardano sulla porta del pullman e ci osservano incuriositi. Cristo . Se solo sapessero per cosa provano invidia.
Quando ci fermiamo, non indugio nei convenevoli. Mi limito a guardarlo accigliato e a parlare in modo conciso. -Cosa vuoi?-.
Come me , va dritto al punto. -Mi aspetto che tu e la tua ragazza.-. Marca notevolmente la parola "ragazza" - Veniate a casa per il giorno del Ringraziamento.-.
Manifesto il mio stupore con una risata sottile.
-No, grazie. Ne farò a meno.-.
-No, quello che farai sarà venire a casa.-. Uno sguardo ombroso gli indurisce i lineamenti . -O sarò io a trascinarti.-.
Sinceramente non so cosa stia accadendo . Da quando in qua gliene frega qualcosa se torno o no a casa?
Da quando frequento la Briar non sono mai tornato nemmeno mezza giornata a casa. Durante l'estate sono ad Hasting a lavorare per una società di costruzioni che mi fa fare sessanta ore settimanali e tutti quei pochi soldi che racimolo sono li, da parte , come se non ne guadagnassi manco un po'. L'inverno lo passo dai miei nonni ma solo ed esclusivamente perché il dormitorio della Briar durante le vacanze di Natale si paga.
Quindi , perché diavolo quest' anno deve andare in maniera differente? Sta male ? Si deve operare? Non credo guardandolo bene. E poi perché Hannah. Allora non era uno scherzo quella frase in tribunale.
Poi ,mi ricordo.  Phil non scherza mai.
-Da quando ti interessa cosa faccio durante le vacanze invernali? E poi...-. Svio lo sguardo dal suo - ho già promesso ai nonni che andrò da loro a Natale.-.
-Quest' anno è richiesta la tua presenza a casa.-. Parla a denti stretti , come se ne fosse  meno contento di me.
-La mia fidanzata cucina per cena e mi ha chiesto se fossi venuto anche tu.-. Prosegue.
E quanto è triste che non sappia nulla della vita di mio padre?
Tuttavia il modo in cui me l'ha chiesto non mi lascia scampo. Lei ha richiesto che venga pure io . Non lui ovviamente.
-Dille che sono malato. O santo cielo, dille che sono morto.-.
-Non provocarmi ragazzo.-.
Oh , adesso tira fuori il "ragazzo"? E' così che mi chiamava sempre proprio prima di prendermi a pugni nello stomaco , o in faccia , o di rompermi il naso per la maledettissima centesima volta .
-Non verrò. Non verremo nessuno dei due.-. Dico con fermezza. -Fattene una ragione.-.
Lui si avvicina, con gli occhi luccicanti sotto la visiera abbassata del suo berretto dei Bruins , mentre la voce gli si trasforma in un sibilo sottile. -Ascoltami , tu stronzetto ingrato. Di solito non ti chiedo molto, anzi non ti chiedo proprio niente. Ti lascio fare il cazzo che ti pare , pago per la tua retta , per i tuoi libri , per la  tua attrezzatura .-
Quel promemoria mi fa ribollire il sangue. SEI TU CHE MI HAI COSTRETTO AD EMERGERE IN QUESTO SPORT.
Ma io , come mi dico spesso, sono un gran figlio di puttana , perciò ho un foglio di calcolo nel mio pc che mi permette di fare un budget di tutto ciò che spende per me in un anno, così che , una volta sbloccato il mio conto possa strappargli quel maledetto assegno che mi renderà libero da lui per sempre. 
-Infondo se ci pensi io mi aspetto solo che tu giochi come il campione che devi essere.-. Un ghigno spaventoso segue quella frase e mi si accappona la pelle per la seconda volta in quella giornata.
Potrei uccidere quest' uomo. Se sapessi di farla franca? Oh , be lo ucciderei davvero.
Hannah è scesa dal pullman. Vedo per un momento la sua sagoma apparire sotto le scalette ed i suoi occhioni verdi sono incredibilmente velati , lucidi.
-Quindi verrai. Discussione chiusa e...-. Riprende la mia attenzione , poi con un movimento del mento indica Hannah -...porta anche quella.-.
Nell'esatto istante in cui la chiama così i miei pugni si stringono fino a far venire le nocche bianche.
"Quella". Dio.
-Graham porta il culo sul pullman.-. L'allenatore che è sceso ed è vicino ad Hannah mi richiama.
In qualche modo riesco a fingere un sorriso forzato -Devo andare.-.
Phil mi sorride soddisfatto regalandomi una pacca sulla spalla. -Al giorno del Ringraziamento.-. Ripete fiero di avermi nuovamente calpestato.
Quando arrivo al pullman ho perso la grinta. Sono sopraffatto dalla presenza-assenza di mio padre, ed è devastante.
-Tutto ok , Garret?-. La voce di Hannah è debole , delicata. 
Le accarezzo una guancia. -Si- Salgo una scaletta. -Dai andiamo-.
Mi afferra la mano e saliamo a bordo.

                                                                   
   Hannah
L'Ice Stadium è stracolmo di gente. C'è praticamente quasi tutta la Briar.
 Quello di oggi è un incontro particolarmente sentito. Non so bene come funzioni , ma suppongo di aver capito che se la Briar passa anche questa partita siamo ai quarti di finale. Credo.
In ogni caso , dai discorsi fatti dalla squadra di Graham in pullman , quella di oggi è una vera battaglia all'ultimo sangue.
Raggiungo un lato degli spalti e mi siedo su un piccolo sgabellino di plastica gialla con un grande chiodo centrale arpionato al cemento della gradinata. Ce ne saranno cento per ogni gradinata e si sta stretti , e la gente urla e puzza.
Stringo i miei pop-corn comprati al chioschetto fuori dallo stadio per non farli ruzzolare ovunque e cerco incespicando, di mettermi il più comoda possibile su quell'affare giallo, mentre orripilata guardo tutti quei sederi maschili PELOSI che fanno capolino da jeans troppo slabbrati. Rifletto : Perché sono tutti così grassi e puzzano di birra? Escluso i ragazzi delle due accademie rivali. Loro  sanno di birra , ma almeno non sono enormi e pelosi.
Cerco di guardare altrove.
Ho ben poco presente cosa succederà dall'inzio della partita in poi , ma sicuramente riceverò qualche gomitata.
Sotto di me , una grande pista di ghiaccio si estende per svariati metri , circondata da grandi pannelli di plastica. 
Ci sono due piccole porte ed i ragazzi sono già in campo ad infilarsi i guanti o a testare le mazze .
Per sbaglio , chiamiamolo così, sollevo gli occhi dritto a me, cosa che può succedere essendo in uno stadio a guardare una partita di Hockey. Quello che però non dovrebbe succedere è vedere Kendall ed Allie sedute sugli spalti davanti a me , ridere e scherzare beate come se non si fossero odiate mai.
Ho una fitta allo stomaco.
Allie mi manca. Anche se non le si potrebbe dare il primo premio come "migliore amica dell'anno", le ho sempre voluto bene e solo adesso che lo spettro di Justin si è rivelato , mi chiedo se non sia stata anche lei una vittima.
I loro occhi piombano su di me. Mi sento soffocare da una vampata di calore all'istante.
Kendall mi lancia un'occhiataccia d'odio mentre lei si limita a guardarmi. Quando l'altra le da una gomitata dicendo qualcosa scoppiano a ridere.
E' così fastidioso.
Resto come un ebete per qualche minuto, finché l'arbitro non fischia l'inizio della partita. 
I tabelloni su ambe le porte rivali emettono un suono simile a quello delle slot machine. Incomincia la guerra.
Sono con gli occhi incollati sul pavimento di ghiaccio quando una voce femminile mi fa sussultare.
-Posso sedermi?-.
Mi volto nell'immediatezza ed il mio sguardo si schianta contro l'immagine di una ragazza mora dai capelli lunghi sulle spalle leggermente mossi.
Anche lei ha in mano un cestino di pop-corn e arranca per sedersi.
Le sorrido capendo il suo disagio nel trovare il modo di non cadere.
-Ops, scusa..- Mi urta il ginocchio con la gamba.
-Non sarà la prima botta che prenderò oggi.-. Dico sorridendo indicando i tifosi attorno a noi con l'indice.
Ride.
-Piacere mi chiamo Tessa.-. Mi tende una mano. Ok, sono scioccata per il fatto che qualcuno della mia età e forse anche della mia stessa scuola , si presenti senza problema.
-Hannah.-.
Si accomoda ed i suoi occhi planano subito su i giocatori in campo.
 Di tanto in tanto durante la prima ora del match senza un motivo ben preciso, ci ritroviamo a scambiarci opinioni su ciò che stiamo guardando e scopro che lei è ferratissima sull'argomento.
-Sei una tifosa?-.
Annuisce. - Mio fratello gioca nella squadra di Harvard.-.
-Wow. E tu sei qui per vederlo scommetto.-. Improvvisamente le sue guance diventano rosse.
-Non proprio.-. Si infila una mano in tasca e ne ricaccia una collanina. E' di  caucciù ed ha una piuma di argento che dondola attaccata ad un anellino. -Devo restituire questa ad un ragazzo che ho conosciuto un po' di tempo fa.-.
E' praticamente assurdo che lei si faccia  mezza città e si sorbisca una noiosissima partita di hockey (perché suppongo che sia noiosa per lei , dato che sicuramente ne avrà viste a bizzeffe) , solo per restituire una collanina .
-Deve essere una persona importante perché sennò amica, sei fuori.-. 
Abbassa gli occhi castani mentre rigira nelle dita il ciondolo.
-Non è una persona importante. E' una persona che mi è rimasta dentro.-. 
Quando si sposta il cappotto nocciola scorgo un accenno di pancia. Le mie palpebre si spalancano involontariamente.
-C'è aspetta, tu mi stai dicendo che uno di quegli scimmioni ti ha messo incinta?-.
Si rabbuia come se sentirselo dire rendesse la sua consapevolezza più amara.
-Si..-. Si massaggia la fronte.
-Ah.-. Sospiro . -Ed immagino che lui non sappia nulla.-. Sono quasi nervosa. Perché Dio i ragazzi scopano come gli animali delle volte.
-No. Ma non è come pensi tu.-. Dice tutto d'un fiato. -Ho deciso io di non dirglielo. Lui è un bravo ragazzo , sai?-.
-Un bravo...ragazzo ?-. Mi scappa una risatina ironica. -Uno che non sa mettere la retromarcia all'uccello lo definisci un  bravo ragazzo?-.
-Forse è successo per sbaglio, c'è ,non se n'è accorto.-. Quell'ennesimo tentativo di giustificarlo , mi fa serrare la mascella e suppongo che sia i miei occhi che le mie labbra siano delle righe dritte .
-Dai, come fai a pensare che non se ne sia accorto.-. Mi metto entrambe le mani in faccia scuotendo la testa.
-Senti. Facciamo una cosa. Appena finisce la partita andiamo dritte agli spogliatoi e diciamo a questo "bravo" anzi che dico , BRAVISSIMO ragazzo , che sei incinta. Altro che collanina.-.
Ha il terrore negli occhi. -Non so se...-.
-Se è il caso che il tuo bambino abbia un padre? -. Proferisco in modo sarcastico -Io penso di si.-.
Respira forte. -Forse hai ragione...-.
L'arbitro fischia il primo tempo. Le squadre tornano negli spogliatoi e Tessa raggiunge suo fratello.
Mentre finisco di sgranocchiare il residuo del mais tostato nel cestino, il cellulare nella mia tasca vibra.
Garret: Hai visto il punto che ho segnato? XD.
Risposta: Si. I miei sentitissimi complimenti.
Garret: Stronza. Pensavo a te mentre stavo mettendo dentro quel fantastico colpo.
Rido mentre guardo il display.
Garret: Senti, mio padre pretende che sia tu che io passiamo il Ringraziamento da lui. Ci stai?
So che brutto rapporto hanno , e so quanto Garret provi astio verso la figura di quell'uomo perciò il "si" come risposta mi parte in automatico.
Garret: Sei un amore.
Quando leggo quella parola ho un sussulto. Garret mi fa provare qualcosa. Garret mi fa innamorare. 
E tremo mentre mi capacito di queste sensazioni. 
Risposta: So di esserlo :p
Garret: Sai che dovrai fingere di essere la mia ragazza come all'udienza? XD
Aspetto un po' prima di digitare le parole sullo schermo.
Risposta: Perché fingere...
Ho paura. Ho terribilmente paura. 
Garret: Non credo di aver capito bene.
Risposta: Voglio essere la tua ragazza. Non voglio fingere di esserlo. Bisogno di sottotitoli?
Garret non risponde più ed il fischio d'inizio per il secondo tempo rituona per lo stadio.
Quando la partita finisce Tessa ed io arriviamo agli spogliatoi troppo tardi. Garret mi messaggia  avvertendomi che il pullman sta ripartendo , esattamente quando Tessa ed io ci troviamo nel sotterraneo dello stadio.
-Tessa, io devo andare , ma ti voglio aiutare lo stesso. Perché non mi lasci il tuo numero?-.
-Sei veramente carina.-. Mi sorride. Le passo il mio cellulare e salva il suo numero. "Ragazza dello stadio".
-Allora alla prossima partita ok?-. 
-Si!-. La saluto con il gesto della mano ed un gran sorriso stampato sulle labbra.
   
 
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