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Autore: LB Shadow    12/02/2020    3 recensioni
*** IN PREVISIONE DI ESSERE RIVISTA, RIVOLTATA, CORRETTA E TRASFORMATA COME NEMMENO IL MONDO DOPO IL DILUVIO UNIVERSALE
** Sarà comunque presente una piccola dose (spero non troppo) di OOC, visto che si tratta di un prequel al canon e... beh, dato che è la mia prima fic pubblicata nel fandom. Consigli e critiche sono sempre apprezzati! ^^
*
Seimila anni fa, quando la Terra era appena nata e il Giardino dell’Eden risplendeva di verde, quando tutte le giornate erano state belle e il peccato non si era ancora sparso nel mondo, a guardia della Porta d’Oriente fu collocato un angelo.
Seimila anni fa, quando ogni essere vivente coabitava in armonia e l’Umanità intera consisteva in una coppia di individui (che, detto tra noi, non sembrava avere molte chance di resistere a lungo), un serpente evase dagli Inferi per fare un po’ di casino.
Ispirato all’opera di Mark Twain, il mito della Creazione riscritto attraverso gli occhi dei due migliori attori non protagonisti!
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Giorno uno dall'Arrivo nel Mondo


Lei è l’Esperimento e lo Scienziato insieme; non conto più i tentativi in cui si è cimentata per analizzare la sua esistenza e quella delle creature intorno. Ciò comporta qualche ammaccatura sul suo corpo nuovo di zecca, ma sono gli effetti collaterali del mestiere, suppongo, anche se nessuno le ha ordinato di far nulla e potrebbe starsene a poltrire invece che dimenarsi alla ricerca di qualcosa. Di una risposta, magari. L’ultima volta che ho cercato io delle risposte, mi sono ritrovato in una pozza di zolfo con le ali carbonizzate. All'Esperimento ciò non succede. Ha culo. Sembra quasi prendermi per i fondelli, come a camminare sull’orlo del precipizio senza mai precipitare di sotto.

Non lo sai, bambina, che ad essere troppo curiosi si finisce male?

Però anche lei, cade, si rialza, si scrolla la terra di dosso, si rotola sui sassi e sull’erba ed enuncia i suoi risultati ad alta voce, soddisfatta. Dice cose come “l’Esperimento può stare in equilibrio su una sola zampa posteriore”, “l’Esperimento può staccarsi da terra per un tempo estremamente breve rispetto alle creature chiamate uccelli”, “l’Esperimento esaurisce energia più in fretta se si muove velocemente”…

L’Esperimento parla tanto e cerca di conoscere l’intero mondo il primo giorno della sua esistenza. Magari se le sto accanto ci capisco qualcosa pure io e mi risparmio il lavoro, senza contare che almeno lei quando parla dice qualcosa. I demoni in genere aprono bocca solo per maledire i loro compagni o ululare la loro sofferenza perenne, cosa che dopo qualche era comincia a rompere le palle. Me lo ricordo, il Paradiso: era la stessa cosa, ma con le lodi e i canti.

Tra le due fazioni ho scelto la terza.

Chissà se ho scelto bene o se ho fatto una cazzata.

Vedremo.

In questo spiazzo verde dove mi sono insidiato, nascosto tra le ramaglie di un albero colmo di frutti maturi che scommetto non marciranno mai, attendo il mio momento di colpire. Studio l’obiettivo ormai da ore. Qualcuno potrebbe insinuare che stia battendo la fiacca ma no, sono in piena attività.

Impiego un sacco di energie per non soccombere a quest’atmosfera sdolcinata, ad esempio, che farebbe stramazzare al suolo qualunque creatura con un minimo di buon gusto. Questo luogo è così colmo di buoni sentimenti, ma io so che da qualche parte si nasconde l’imbroglio. Una volta che l’avrò trovato sarà un gioco da ragazzi gettare l’equilibrio di ora nel caos.

Ho perso il filo del discorso, accidenti.

Ah, sì, l’Esperimento. Si muove seguendo una logica tutta sua, in base alle prove cui vuole sottostare, costringendo le membra fresche di vita a sforzi bislacchi. Ogni tanto, però, l’ho vista interrompersi.

Alza il muso, si guarda attorno, fiuta l’aria e sospira. Poi riprende le sue attività, ma quelle pause brusche mi hanno lasciato perplesso, domandandomi se per caso abbia sentito il mio odore o percepito la mia presenza.

In teoria lei è fatta a immagine e somiglianza di Dio, magari ha un radar per gli intrusi come me. Magari è simile agli angeli. Magari, se proprio avesse dovuto somigliare a Dio, sarebbe dovuta essere invisibile. Forse questa cosa dell’essere uguale all’Onnipotente è tutta una messinscena per creare scompiglio nelle legioni infernali. Sarebbe una mossa astuta, perfino troppo per quelli là di sopra.

Ora sta strappando i petali di un fiore e gettandoli per aria, continuando a guardare l’orizzonte, in punti imprecisati, e a sospirare pesantemente. Sembrerebbe stia aspettando qualcuno. Queste pause con l’avanzare della giornata si sono fatte sempre più prolungate e frequenti. Mi sto annoiando…

Ed è allora che le vedo per la prima volta, sul suo volto: acqua che esce dagli occhi. Lacrime.

Il corpo dell’Esperimento non sembra gradire il contatto con questa particolare acqua, infatti lo vedo scuotersi da capo a busto, mentre lei con le mani cerca di togliersela dal viso e diventa rossa, no, non le piace proprio questa cosa e non piace neanche a me, non mi piacciono i suoi versi dolorosi proprio mentre pensavo di essermeli lasciati alle spalle per almeno un po’. Anche se questi suoni che emette non li ho mai sentiti di sotto. Però mi ricordano qualcosa. Un ricordo lasciato sotto la mia pelle squamosa, inarrestabile, che scava in silenzio da più di quanto desideri.

Devo farla smettere.

Mi muovo piano, arrotolandomi dapprima sul ramo e poi giù, scendo, scendo, e ad accogliermi non c’è una pozza di zolfo ma la tiepida aria che soffia da Nord, scendo giù, allungandomi verso di lei, non mi faccio notare eppure tutte le bestie che gironzolavano intorno fino ad ora capiscono che non è aria e se la squagliano. Bravi, allontanatevi, che devo fare un discorsetto alla nuova arrivata.

Le cingo il corpo rannicchiato: è buffa, sembra un cucciolo addormentato che aspetta di nascere dentro al ventre materno, protetto da tutto e tutti. Svegliati, bambina, sei già venuta al mondo. Ora dovrai affrontarlo.

Sono all’altezza del suo viso, siamo muso contro muso; attendo paziente che si accorga di me, che le mie spire quietino i suoi tremori convulsi. L’Esperimento si toglie le mani dal volto, incontra il mio sguardo: ha gli occhi rossi e gonfi, le labbra le tremano. Di nuovo, quel senso pungente di “già visto” mi attraversa, così come l’impulso di farla tornare a sorridere.

Ha questa espressione tra la sorpresa di essere stata colta in flagrante e la stizza di non sapere cosa diamine io sia.

Te lo dico io chi sono, bambina. Ti dirò inoltre chi sei tu e ti darò tutte le risposte che non vogliono darti. In cambio lasciati andare a me.

− Perché sei triste? Non dovresti. Questa Terra non è stata creata per il dolore. – le dico. Sono la voce della Ragione, la voce del Dubbio. Lei scuote piano la testa, cercando le parole che prima sgorgavano a fiumi.

− Anche tu parli? – risponde, con la vocina spezzata in via di guarigione. – Parleresti con me? L’altro Esperimento mi evita.

L’altro?

− Ho provato ad attirare la sua attenzione, prima, lanciandogli delle zollette di terra dietro l’orecchio e mi sono accorta che sa parlare, e ne ero spaventata, ma poi se ne è andato, cerca sempre di salire su qualche albero pur di evitarmi, non fa che mangiare e dormire e infastidire le altre creature presenti. Anche tu sei un Esperimento?

− Sì. – la mia è una bugia o la verità? – Sono stato mandato qui apposta per te.

− Oh! – gli occhi le se illuminano come due stelle. Le serve solo qualcuno che parli con lei e risponda alle sue domande, non importa se sia una creatura celeste, terrestre o infernale. – Tu sei… ehm, sei un…?

− … un serpente.

− Un serpente, sì! – esclama, come se l’avesse avuto sulla punta della lingua. – Sai, assomigli proprio a un serpente. – aggiunge.

Bambina intelligente.

− Come ti chiami? Ti hanno già dato un nome?

Lei sorride, un sorriso che non credo potrei mai vedere su nessuna delle creature celesti. – Grazie per avermelo domandato. L’altro Esperimento non l’ha ancora fatto e mi dispiace, perché se me lo domandasse ne sarei contenta e potrei sapere come si chiama anche lui e parlare un po’, ma non mi vuole accanto. Il mio nome è Eva e sono arrivata ieri.

Eva, la prima donna. Una creatura al di là del Paradiso e degli Inferi, un tentativo fatto essere vivente. Dentro di lei brucia una curiosità senza pari che mi conquista ed è forse adesso che mi convinco che il mio obiettivo principale sarà lei.

− Piacere di fare la tua conoscenza, Eva. – se le serpi potessero sorridere, lo farei. – E l’altro Esperimento? Quello per cui piangevi poco fa?

− Quello è l’Uomo. – risponde lei. – Deve avere un nome anche lui, ma è parecchio scontroso, non te lo dice mica.

Uomo, sappi che se fai piangere ancora una volta la mia Eva, ti trascinerò all’inferno e allora piangerai anche tu.

− Tutte le cose hanno un nome, anche chi ti ha creato ce l’ha, anche la terra dove poggi i piedi, i frutti che mangi, gli animali che ti tengono compagnia, persino le stelle e le nuvole e le pietre e piante e le emozioni. – dichiaro. – C’è un universo intero da scoprire, oltre a questo mondo.

La bambina trattiene il respiro, tanto che ho paura che la presa attorno alle sue curve sia troppo rigida e le tolga il fiato. Allento un po’. No, il motivo è un altro ed è squisitamente appagante; vedo già la sua mente partire e raggiungere il cielo sconosciuto, scavare fin nel cuore della terra, alla ricerca di risposte che da sola non può ottenere.   

− Sembri sapere parecchie cose, serpente. –  dichiara, mentre pregusto già la vittoria. – Vuoi essere mio maestro?

Come posso dirle di no?

 

…ok, ok, ok, tutto questo per giustificare la mia conoscenza con la prima donna in assoluto, Eva, essere umano, colei che sembrava fatta apposta per adempiere all’ordine diabolico “Fai un po’ di casino”, il che può voler dire di tutto, dalla distruzione totale al mandare in fumo le forme fisiche di queste creaturine così esteticamente graziose. Potrei anche farlo. Potrei contribuire alla creazione di esseri mostruosi e nasconderli negli abissi. O potrei migliorare fino allo spasmodico alcuni esemplari di bestie già esistenti per poi infondere a loro il sentimento di superiorità. Potrei generare dei Lucifero in questo mondo.

Invece ho incontrato Eva.

Mi dispiace un po’ doverle rovinare l’esistenza.

Sono letteralmente sgusciato fuori dal terreno, giusto il tempo che Dagon mi assegnasse il compito e “puf!”, eccomi qua, umile servitore del regno del Male eccetera eccetera.

Mostrarmi occupato, ecco la risposta al mestiere. Neppure nelle cloache più oscure gradiscono i nullafacenti, ma la cosa bella è che nonostante ci sia questa tensione continua tra i demoni, roba che non ci si fida manco tra madre e figlio, mica ti vengono a controllare col fiato sul collo come lavori. Gli basta che non rompi, che semini discordia e il gioco è fatto, promozione assicurata.

Ci sono quelli che sono nati per farlo e ci godono, oh, come ci godono. Poi ci sono io, che evidentemente sono sbagliato sia come angelo (e infatti sono caduto) che come dannato (nessuno è perfetto, che volete vi dica).

Faccio troppe domande perché qualcuno mi possa rispondere. Le poche a cui ho ricevuto un feedback sono state quelle che mi sarebbero dovute servire per il trasferimento sulla Terra: perché è stata creata, chi e cosa ci sta sopra, come identificare quei sacchi di carne e soffio divino chiamati umani. Ai miei interessano perché sono una sorta di pedine nella Grande Guerra. Al momento dovrebbero esserci solo questi due, ed entrambi succubi di quei mentecatti del Paradiso, ma se gioco bene le mie carte…

Domande. Tante domande. Tante regole, anche, o forse ne basta solo una. E un pizzico di noia. Ho ciò che occorre per far scattare la scintilla della ribellione su questo pianeta, e ora ho anche un’arma per adempierla. Sfrutterò l’intelligenza e la curiosità della Prima Donna per creare una rivoluzione tale che non si era mai vista dai tempi della prima Guerra in Paradiso.

Che i giochi abbiano inizio!

 

 

 

*   *   *

 

Buondì! Finalmente abbiamo... Crawly! *risata malvagia-ma-neanche-tanto in sottofondo*

Caro, lui. Spero di renderlo a dovere, se lo merita…

Nota a parte: Eva l'ho "trasferita", così come Adamo, dall'opera di Twain, quindi non è responsabilità totalmente mia se vi sembra una piagnucolona dalla parlantina facile. Perché nel "Diario di Adamo ed Eva" lo è.

Spero solo che questa storiella sia anche minimamente divertente come il libro sopracitato. ^-^"

Statemi bene, gente e se avete qualcosa da dire (critiche, consigli, tutto) non fatevi problemi! A presto! Love you!

 

L.B. Shadow

 

   
 
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