Nel buio e nel silenzio, un uomo stava seduto compostamente a gambe incrociate. Il suo volto rilassato esprimeva da un lato un gran senso di tranquillità interiore, dall’altro la più grande concentrazione. Rimase immobile ancora per diversi istanti: poteva udirsi solo il suo respiro lento e profondo, null’altro attestava la sua presenza.
Dopo un po’, come ridestatosi, dopo essersi prostrato davanti alla statua del Buddha, uscì dalla sala. La luce di quel sole di primavera lo investì in tutta la sua gaiezza ed egli si sentì in pace col mondo. Si rassettò il kimono; si ravvivò i capelli dandosi una sistemata al mage¹ ; indossò i sandali di paglia. Infine, dopo aver salutato il monaco del tempio, ringraziandolo dell’ospitalità, si decise finalmente a partire. Prima di incamminarsi, diede un ultimo sguardo malinconico a quell’oasi di pace, per poi calcarsi per bene il tradizionale cappello da viaggio a falde larghe a forma di cono e andarsene per il sentiero appena accennato che serpeggiava nella vegetazione boschiva.
Erano quattro anni, ormai, che conduceva questo stile di vita. Abbandonato il suoi villaggio nelle montagne, aveva viaggiato in lungo ed in largo per perfezionarsi lungo l’eterna “via del samurai”. A casa sua avrebbe avuto solo una esistenza piatta, tranquilla sì, ma chi vuole vivere tranquillamente per tutta la propria esistenza? Aveva scelto un percorso duro, pieno di ostacoli e di insidie, ma non aveva rimpianti. Si sentiva libero! Quando arrivava in una qualche città, generalmente si recava nella dojo² di una qualche scuola di scherma per mettersi alla prova e valutare i propri miglioramenti nell’arte della spada.
Nel corso dei suoi viaggi, aveva incontrato avversari di ogni genere, ma ne era sempre venuto fuori in un modo o nell’altro; e tuttavia non si sentiva ancora arrivato al massimo, alla vetta ultima e più alta. Per questo motivo si era proposto di recarsi nel più vicino villaggio di shinobi, Konoha, e affrontare i ninja. Avrebbe avuto modo di imparare qualcosa di nuovo, sebbene non gradisse in linea di massima il modo di fare dei ninja: combattere, svolgere missioni per ottenere un compenso in denaro, è davvero un comportamento da guerrieri virtuosi? O è un atteggiamento da vili mercenari? Un vero bushi³ esegue una missione per devozione verso il proprio signore, o per il proprio onore, non per la moneta sonante.
E mentre procedeva assorto in considerazioni di questo genere, si accorse che il suo stomaco brontolava furiosamente. Fu così che, raccolto un po’ di legname, accese un fuoco per prepararsi una scodella di riso e una tazza di tè. I suoi pasti erano sempre molto frugali, vuoi per ragioni di autodisciplina, vuoi perché essendo sempre in viaggio non aveva mai modo di mangiare come si deve.
Appena ebbe concluso, riprese il suo cammino, calcolando che ci sarebbero voluti ancora due giorni di viaggio per arrivare a Konoha. Se fosse stato fortunato, avrebbe pernottato in una qualche casa-da-tè, ma, alla peggio, non si sarebbe fatto alcun problema a dormire all’aperto. Certo, il massimo sarebbe stato trovare lungo la via un altro monastero: ottimi luoghi, i monasteri, poiché, oltre a vitto e alloggio, erano anche un luogo di profonda spiritualità, il che gli dava la possibilità di soffermarsi a meditare per liberarsi da ogni pensiero mondano e concentrarsi ancor di più sulla Via della Spada.
Proseguì per un altro paio d’ore, quando, addentratosi ulteriormente nella foresta, fu attaccato. Due shuriken sfrecciarono a gran velocità, piantandosi ai suoi piedi.
“Ragazzo, dammi tutto ciò che hai.”
La voce gracchiante proveniva da un ramo di una grande criptomeria posta nei pressi del sentiero. Ivi, un ninja della Foglia, col coprifronte segnato da uno sfregio profondo che rigava anche il simbolo, stava spavaldo pronto all’attacco. Il samurai, dal canto suo, era rilassato e, paradossalmente, sembrava quasi sorridere. Si era già presentata per lui un ottima occasione per testare il livello degli shinobi: sguainò la spada e si mise in guardia. Teneva la spada a due mani, a livello dell’occhio, con i gomiti rilassati, ben flessibili ed in grado di muoversi repentinamente in ogni direzione.
Questa fu la sua unica risposta: che parlino le armi! Il suo sguardo era deciso e attento.
“ Ebbene, non cedi?”
Sprezzante il ninja sputò per terra, ad indicare tutto il suo disgusto nei confronti dello sfidante. Quindi, si scagliò verso il samurai. Questi dapprima rimase immoto, poi, producendosi in un terrificante urlo di battaglia, si mosse rapidamente e schivò un kunai diretto al ventre.
“ Io, Mitsuhiro Deshimaru, shugyosha⁴ , ti farò a pezzi, battendoti!”
La sua spada fu ben presto lorda e sazia di sangue.

1: Si tratta del codino dei samurai.
2: Palestra in cui ci si allena nelle arti marziali.
3: Un guerriero.
4: Samurai vagabondo che dedica ogni respiro della sua vita al perfezionamento nell'arte della spada.