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Autore: LorasWeasley    15/02/2020    0 recensioni
AU [FACE Family|FrUK|Accenni Dennor e Spamano]
"Si fissarono per interi secondi, scrutandosi fin nel profondo, poi Arthur sussurrò –Non sei costretto a stare qui.
-Lo so.
Due semplici parole che volevano dire moltissimo altro."
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, FACE Family/New Continental Family, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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15.Cinema

Dopo quattro giorni a Matthew la febbre era scesa del tutto, ma Arthur aveva preferito fargli fare un altro giorno di cautela senza mandarlo all’asilo.
Stava preparando il pranzo quando Matthew lo raggiunse sbuffando –Daddy sono stanco di stare a casa, voglio uscire a divertirmi.
-Non oggi Matt- rispose l’uomo mentre mescolava con il mestolo di legno quel brodo che era diventato un po' troppo denso rispetto al normale –Qualche altro giorno.
-Ma…- la sua protesta venne interrotta dal campanello che suonava.
Il bambino corse ad aprire perché sapeva che erano suo fratello e Francis.
Quest’ultimo era andato a prendere nuovamente Alfred a scuola per non far uscire Arthur di casa costringendolo a portarsi con sé il bambino malato.
Arthur sospirò esausto quando sentì Matthew provare a convincere sia il fratello che il francese a uscire quel pomeriggio.
Ovviamente Alfred fu subito dalla sua parte e iniziarono a lamentarsi insieme.
Arthur stava per urlargli contro quando Francis lo raggiunse e gli sussurrò –Potresti portarli in un posto al chiuso e al caldo. Alla fine già ieri sera la febbre era del tutto scesa a Matthew e per il tragitto potresti prenderlo in braccio e coprirlo con una coperta, si insomma…
Vide lo sguardo di fuoco che gli lanciò l’inglese e si bloccò alzando le mani in segno di resa –Okay scusa, figli tuoi, decidi tu.
Arthur sospirò esasperato passandosi una mano sul viso, ad alta voce disse –Va bene, va bene. Volete andare al cinema?
I bambini urlarono eccitati e poi corsero da lui abbracciandolo –Grazie Daddy sei il migliore.
Arthur sorrise intenerito posando le mani su quelle teste biondissime, il momento fu rovinato da Francis che mormorò –Se ci arrivano vivi a oggi pomeriggio.
Stava fissando il contenuto nella pentola con una faccia schifata, poi lo scostò dai fornelli –Fai fare a me, eh? Sono troppo bello e giovane per morire oggi.
Arthur si limitò ad alzargli il terzo dito quando i bambini non stavano guardando.
 
-No aspetti… Non può dirmi che non ci sono più posti!- Arthur lo sussurrò piano, per non farsi sentire dai bambini che parlavano eccitati del cartone che volevano tanto vedere.
-Mi dispiace- continuò la donna dentro il botteghino scrutando il suo computer –Quattro posti vicini non stanno più ma…
-Ma?- si sporse in avanti speranzoso l’inglese.
-Ma potrei darvi due posti al lato di una fila e altri due la fila sotto, potete mettervi ognuno con un bambino o mettere i due bambini insieme la fila sotto e controllarli da sopra, che dice?
Arthur cercò lo sguardo di Francis e questo alzò le spalle –Una soluzione sempre migliore di farli tornare a casa.
L’inglese sospirò, sapeva che l’altro aveva totalmente ragione.
-Va bene, li prendiamo.
Pagò e si diressero all’interno dell’area e poi dentro la sala, già vi si poteva accedere perché mancava poco all’inizio del film, non erano proprio in ritardo, ma se avessero fatto prima avrebbero sicuramente trovato anche dei posti migliori.
Salirono le scale e trovarono le due file giuste –Bene, come vi volete sedere?- domandò Arthur lasciando la decisione ai due bambini.
-Io mi siedo con Daddy!- esclamò Alfred a gran voce.
-Anche io mi voglio sedere con Daddy- parlò più pacato Matthew mentre stringeva i pugni e gonfiava le guancie.
Stavano per iniziare a litigare quando Francis mise un braccio intorno alle spalle dell’inglese e sovrastò la voce dei due bambini –E invece mi ci siedo io con vostro padre, voi due vi sedete insieme così non vince nessuno- vide che la faccia dei due gemelli non era molto convinta e dovette aggiungere –Inoltre potrei comprarvi un cestello di pop-corn da dividere se non fate più i capricci.
Gli occhi dei due bambini si illuminarono, esclamarono un “Va bene!” super felici e si sedettero insieme nella fila davanti.
Arthur lanciò un’occhiataccia al francese –Ti avevo detto di non viziarmeli, Francis.
L’interessato sorrise e gli lasciò un bacio in guancia, vicino al suo orecchio sussurrò –Vizio te, perché non posso viziare anche i tuoi bambini?
Le guance di Arthur divennero rosse per l’imbarazzo, gli diede un pugno sul braccio e borbottò senza guardarlo –Muoviti a prendere quei pop-corn, non vorrai mica perderti l’inizio di questo bellissimo cartone.
Arthur prese il posto vicino alle scale e lasciò a Francis quello accanto alla ragazza esaltata che non faceva altro che parlare con le sue amiche.
Erano iniziati i trailer quando Francis fece ritorno con il secchiello più grande pieno di pop-corn che porse ai due bambini eccitati.
E mentre iniziavano a mangiare commentavano sottovoce tutti i trailer, Arthur era soddisfatto di loro, perché sapeva che per quanto potessero essere casinisti, poi durante il film avrebbe fatto silenzio. Erano rispettosi, Arthur gli aveva insegnato bene, non come quei bambini che non facevano altro che correre e urlare.
Francis si sedette al suo fianco e togliendosi il giubbotto uscì dalla tasca un’altra cosa che aveva comprato al bar: un pacco di caramelle di quelle lunghe e gommose.
Le porse all’inglese con un mezzo sorriso –Queste le ricordi?
Arthur strabuzzò gli occhi, ricordava benissimo quel giorno, non pensava però che anche l’altro le ricordava.
Era avvenuto al liceo, sempre al terzo anno, quando avevano iniziato quella strana relazione.
La scuola, con il prezzo dell’iscrizione, portava i ragazzi al cinema una volta ogni due mesi.
Per la prima volta Lukas aveva abbandonato Arthur per sedersi con Mathias, il norvegese gli aveva prima chiesto se gli andava bene e Arthur non poté fare a meno di spingerlo tra le braccia della sua assurda cotta dicendogli di non preoccuparsi.
Era così rimasto solo, non che gli piacesse stare da solo, ma era compito da migliore amico fare quello che aveva fatto, no?
E fu solo a film iniziato che Francis si alzò dal suo posto, abbandonando i suoi due migliori amici, per raggiungere il biondo sedendosi al suo fianco nel posto libero.
Arthur sussultò, le sue guance divennero rosse ma fortunatamente era troppo buio perché l’altro se ne accorgesse.
-Che diavolo fai?- sussurrò pianissimo per non disturbare il silenzio della sala.
Francis gli porse un pacco di caramelle aperte –Vuoi?
Arthur portò lo sguardo da lui al cibo diverse volte, cercando di capire dove fosse l’imbroglio.
Francis capì il suo tentennamento e sbuffando divertito prese uno dei vermetti gommosi mettendoselo in bocca per fargli capire che non aveva fatto nulla di male a quelle caramelle e che voleva solo essere gentile.
Arthur fissò la punta della caramella che usciva dalle sue labbra, non ci pensò molto quando si sporse verso di lui per mordere il dolce e baciarlo di conseguenza.
E quella fu la prima volta che passarono più di un’ora semplicemente a baciarsi.
Senza niente di troppo fisico, solo e semplici baci dolci, finirono anche per coccolarsi quasi come una vera coppia.
Sembrava che finché le luci fossero rimaste spente potessero fingere tutto quello che non erano, ad Arthur andava bene anche credere di non essere sé stesso, si sentiva così bene in quel momento da poter essere chiunque in qualsiasi altro posto.
Ritornò al presente quando le luci si spensero del tutto e il film iniziò.
Afferrò il pacco che il francese gli stava ancora porgendo, lo aprì e prendendo una caramella se la portò alla bocca, lasciandone un pezzo fuori dalle labbra.
Francis sorrise malizioso, quella era una risposta più che eloquente alla sua domanda.
Gli afferrò il viso con entrambe le mani e si sporse in avanti poggiando le labbra sulle sue.
Baci brevi e lunghi, silenziosi, nasi che si sfioravano, mani che si cercavano, sospiri.
Si sentiva bene Arthur quando il film finì, sbatté le palpebre confuso e disturbato da tutta quella luce e mentre scostava la testa dalla spalla del francese dove l’aveva poggiata.
Sistemò i bambini e tutti e quattro si diressero fuori dalla sala, i due gemelli saltellavano felici e stavano ripercorrendo tutte le scene più belle che avevano appena visto.
-Alfred non dovevi ridere a quella scena- stava dicendo Matthew al fratello con voce seria –Era triste!- poi si girò verso il padre –Vero Daddy?
Arthur non ebbe il tempo di rispondere perché Alfred l’aveva sovrastato come suo solito –Ma cosa chiedi a lui che non l’ha visto il film!- rise –È stato tutto il tempo a darsi baci con gli occhi chiusi.
E increspando le labbra iniziò a fare i versi dei baci prendendolo in giro.
Poi scoppiò a ridere e Matthew con lui.
Arthur divenne viola dall’imbarazzo, urlò isterico –Come osate insultare così vostro padre! Se vi prendo vi faccio il solletico per due giorni!
I bambini urlarono sempre con il sorriso in volto e iniziarono a scappare.
Si nascosero dietro Francis urlando –Salvaci tu, salvaci tu!
Il francese rise e aprì le braccia per bloccare Arthur, poi gli strizzò i fianchi facendolo saltare sul posto –Eh!? Così non vale! Non puoi allearti con quelle due pesti!
E forse stavano attirando troppo l’attenzione, ma a chi non sarebbe scappato un sorriso vedendo come si stava divertendo quella che all’apparenza sembrava una vera e propria famiglia?
  
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