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Autore: Feisty Pants    15/02/2020    1 recensioni
Elsa e Anna sono due sorelle comuni che, ormai autonome e adulte, condividono lo stesso appartamento, le stesse passioni e lo stesso passato burrascoso dovuto alla morte dei propri genitori. Elsa, pacata e tranquilla, è una promettente dottoressa mentre Anna, agitata e speranzosa, custodisce il sogno di poter utilizzare le sue competenze musicali per creare un lavoro più dignitoso. Il passato che cercano di nascondere, però, irromperà di nuovo nelle loro vite mostrandone imbrogli e segreti ai quali entrambe cercheranno di dare risposte e soluzioni.
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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CAPITOLO 17.
 
Trascorrono altre settimane dopo l’incontro con Hans e sulla questione del bambino cade il silenzio. Anna, dal canto suo, cercava in tutti i modi di riprendere in mano la sua vita: lavorava, passava molto tempo in orfanotrofio, rideva e scherzava con i bambini, usciva con gli amici, andava a trovare sua sorella e imparava a vivere con Kristoff.

Il peso del bambino opprimeva comunque il suo cuore e per lei non fu semplice camminare per strada e smettere di guardare ogni bambino di sei anni come se fosse il suo. La verità stava nel fatto che la questione era nelle mani di avvocati e giudici che, a breve, l’avrebbero aiutata a fare chiarezza e mettere Hans al fresco per il grave illecito commesso. Nel frattempo, per una mamma, non era semplice andare avanti e non sognare di incontrare il proprio piccolo.

Anna aveva ricominciato a guardare le sue ecografie mostrandole a Kristoff, suonava il brano quasi tutti i giorni come per istituire un momento sacro nel quale inviava un messaggio segreto ed inudibile al suo bambino e sorrideva nell’accarezzare, con le lacrime agli occhi, tutte quelle tutine e oggetti che erano pronti ad essere utilizzati.

“Cosa prevede la tua giornata?” domanda Kristoff svegliatosi, stranamente, più tardi di Anna.

“Sto andando ora al lavoro…poi vedo Elsa e torno per cena, ok?” risponde lei elencando la sua puntigliosa programmazione.

“Come mai ti vedi con Elsa? È successo qualcosa?” domanda lui perplesso mentre si prepara un caffè.

“Non lo so, ha detto che è urgente…ti farò sapere” afferma poi lei guardando l’orologio e, una volta constatato di essere in ritardo, dona un dolce bacio a stampo a Kristoff per poi correre fuori e raggiungere l’orfanotrofio.

Anna cammina per strada con le cuffiette nelle orecchie ascoltando e riascoltando il proprio brano che la rende orgogliosa di sé e desiderosa di urlare al mondo il suo sogno di poter riavere il suo bambino. Il brano, però, le provoca anche delle sensazioni forti che non riesce a mascherare.

Anna vedeva alcune mamme con i passeggini, altre al telefono con il proprio marito per capire chi dei due genitori può ritirare il figlio da scuola, delle mamme che stringevano la mano del proprio figlio e ridevano con lui e altre con il pancione bene in vista ormai prossime al parto.

Anna le osserva e sorride ad ogni magnifica scena materna sentendo, però, anche grazie al suono della sua musica nelle orecchie, una dolorosa fitta al cuore che non riesce a ricucire.
La giovane si asciuga l’ennesima lacrima sfuggita dai suoi occhi e, desiderosa di vivere la sua giornata al meglio donando il proprio aiuto agli altri, entra nell’orfanotrofio sfoggiando un radioso sorriso.

Quel giorno, dopo la sua solita attività di musica, toccava a lei assistere qualche bambino nei compiti e, in modo particolare, tastare il terreno per capire se qualcuno dei piccoli dai 6 ai 10 anni fosse intenzionato a prendere lezioni di qualche strumento musicale.

“Io vorrei imparare a suonare la batteria!” spiega lo scatenato Giovanni picchiando le matite sul tavolo come se fossero bacchette.

“Io la chitarra come Kristoff!” dice Francesco alzandosi in piedi ed immaginando di suonare il suo strumento musicale.

 “A proposito di Kristoff, Anna…noi sappiamo tutto” dice Giulia a braccia conserte avvicinandosi ad Anna e picchiando il piede per terra.

“Che cosa sapete?” chiede la ragazza portandosi le mani sul volto.

“Vi sposate? Ti prego! Vi sposate!?” continua ad insistere Giulia implorandola.

“Giulia! È presto per dirlo, ma spero di sì…prima o poi” risponde Anna rossa in volto ridendo di gusto e facendo il solletico alla piccola furbetta di sei anni.

“E tu Filippo?” chiede poi la ragazza avvicinandosi al bimbo con gli occhiali rintanato in un angolo a leggere un libro.

“Io, vorrei suonare il pianoforte… te l’ho già detto” dice lui timido, nascondendo il volto tra le pagine del libro per paura di essere visto dagli altri.

“A proposito di pianoforte! Giulia ha detto che avete sentito la maestra suonare! Perché noi no?!” si lamenta Giovanni balzando in piedi arrabbiato.

“Perché non sai tenerti per te le cose?” risponde Filippo facendo la linguaccia alla sua amica del cuore che, purtroppo, era una vera peperina amante del gossip.

“Che problema c’è? Anna potrebbe risuonarla! Ti prego ce la suoni?” si difende allora Giulia pregando l’insegnante di risedersi al pianoforte.

Anna risulta titubante all’idea ma, in un batter d’occhio, le ritornano in mente le parole di Kristoff che la esortavano a suonare ovunque il proprio brano, anche di fronte ai bambini dell’orfanotrofio.

“Va bene, venite tutti qui” si convince Anna sorridendo ai bambini ed invitandoli a sedersi in cerchio attorno al pianoforte.

La ragazza comincia a suonare il suo brano sempre avvertendo le mani tremare e il cuore battere all’impazzata ma, questa volta, decide di osservare i volti dei bambini e le loro reazioni.

Giovanni ascoltava battendo nell’aria un ritmo immaginario che sentiva solo lui, Francesco aveva la bocca aperta per lo stupore, Giulia era ferma immobile con gli occhi fissi sui tasti e poi c’era Filippo che, innamorato dello strumento, sembrava che stesse addirittura piangendo.

Anna sapeva che la musica genera sempre delle forti emozioni nei bambini e vedere i profondi occhi azzurri del piccolo riempirsi di lacrime, la commuove nel profondo.

“Sei proprio brava!” si lascia sfuggire Giovanni una volta terminata l’esibizione.

“Sì, davvero!” condivide Francesco chiudendosi con la mano la bocca ancora aperta.

“Questa musica è dedicata a un bambino vero?” chiede poi Giulia facendo cadere tutto nel silenzio.

“Come lo sai?” domanda Anna con voce roca, non aspettandosi un’uscita del genere.

“Si sente, sembra una ninna-nanna… a chi l’hai dedicata?” continua la vispa Giulia con coraggio e senza filtri, senza sapere di aver toccato un tasto dolente.

“A mio figlio” risponde Anna a bassa voce guardando il pavimento e cercando di mostrare il suo dispiacere.

“Ma! Kristoff ha detto che non avete bambini!” ribatte Giovanni sconvolto dalla notizia.

“Gli avete chiesto proprio tutto eh? No, con Kristoff non ho dei figli… ho avuto un bambino, che tra poco compirà sette anni” spiega Anna sorridendo ai bambini per non farli spaventare.

“Ha la nostra età!” esclama Giulia indicando anche Filippo e Francesco che, in silenzio, rimangono in disparte.

“Dove si trova lui ora? Perché sembri triste?” chiede poi Giovanni mettendo ancora di più il dito nella piaga.

“Non so dov’è…” è tutto quello che riesce a rispondere Anna asciugandosi gli occhi con un fazzoletto e cercando di farlo il più nascosto possibile per non mostrare le lacrime ai bambini.

“Dai, ora tornate a fare i compiti” ordina lei tirando su con il naso e ricacciando indietro le lacrime, per poi alzarsi e fare segno agli alunni di tornare sui tavoli.

I bambini si stanno allontanando quando Anna, inaspettatamente, avverte qualcuno stringerle la mano.

“Sono sicuro che troverai il tuo bambino” le sussurra il timido Filippo guardandola negli occhi azzurri con i suoi spessi occhiali neri dimostrando di aver compreso la cruda realtà della sua maestra.

“Come fai ad esserne così sicuro?” chiede Anna meravigliandosi del grande cuore di quel piccolo.

“Perché sei una bella persona…e le belle persone meritano di diventare mamme” conclude poi lui lasciandole la mano e raggiungendo i compagni.

Dopo il lavoro…

Anna esce dall’orfanotrofio stanca ma soddisfatta e felice della sua giornata. I bambini le stavano donando molto e, pian piano, lei si stava riscoprendo madre di ognuno di loro. Il brusco Giovanni, i piccolini di quattro anni, la furba Giulia, il simpatico Francesco, il timido Filippo e molti altri le stavano riempiendo le giornate e invogliandola ad andare oltre. Alla fine ognuno di quei bambini conviveva con il pesante macigno di non sapere il motivo del proprio abbandono. Loro, proprio come Anna, si immaginavano ogni giorno il volto dei propri genitori e attendevano qualcuno che li potesse portare a casa. A differenza di Anna, però, loro andavano avanti, volevano crescere e migliorarsi senza mai gettare la spugna. Dopo quella meravigliosa giornata anche Anna voleva andare avanti definitivamente.

“Anna, eccoti, scusami se sono così ma sono di fretta…” esordisce Elsa salutando la sorella appena giunta a casa sua.

“Che succede, stai bene?” chiede Anna preoccupata vedendo la maggiore piuttosto agitata.

“Sì, penso proprio di sì…oddio non lo so, è che l’ho scoperto ieri sera” dice Elsa camminando avanti e indietro e mangiandosi le unghie.

“Cosa hai scoperto?” domanda la minore non riuscendo a prevedere la notizia.

“Sono incinta” sbotta Elsa immobilizzandosi di colpo.

Anna rimane senza parole e, per lo stupore, spalanca occhi e bocca iniziando a ridere per poi portarsi le mani sul volto.

“Sul serio?! Hai fatto il test?” le domanda Anna alzandosi in piedi e avvicinandosi a lei sentendo il proprio cuore esplodere nel petto.

“Sì, due per essere sicura” risponde Elsa con le lacrime agli occhi.

“Non sei ancora sposata! Sei rimasta incinta prima del matrimonio, chissà cosa avrebbero detto mamma e papà” ride Anna facendo la parte della sorella all’antica.

“Ti ricordo che potrei girare la frittata” risponde Elsa spingendola leggermente e gustando quel magnifico momento tra sorelle.

“Jack che cosa dice?” domanda poi Anna curiosa di sapere la reazione del futuro papà.

“Non gliel’ho ancora detto…volevo che lo sapessi tu per prima” spiega Elsa specchiando i propri occhi in quelli azzurri della sorella.

“Elsa, questo è veramente il tuo lieto fine. Te lo meriti e non devi avere paura, perché ti staremo vicini tutti…e sono convinta che Jack diventerà un papà meraviglioso” augura Anna con le lacrime agli occhi prendendo le mani della sorella.

“Anna, sono sicura che si risolverà tutto. Troveremo anche il tuo bambino!” aggiunge Elsa consapevole di toccare, con la gravidanza, dei ricordi e dei momenti dolorosi per la sorella minore.

“No, non preoccuparti per me. Ho Kristoff e…con lui penso che mi costruirò la mia famiglia. Il mio bambino prima o poi salterà fuori, ma io ora voglio vivere! Vivere per Kristoff, per me, per te e anche per il mio bambino che sicuramente mi vorrebbe vedere felice!” spiega Anna desiderosa, ora più che mai, di fare un passo in avanti.

“Sono orgogliosa di te Anna e… anche se è presto so di certo che anche tu e Kristoff sarete dei genitori bellissimi” afferma Elsa accarezzando la guancia lentigginosa di lei.

“Grazie Elsa, di tutto! Fammi sapere la reazione di Jack…io ora vado, ho bisogno di dire a Kristoff quanto lo amo. Tu fai il bravo capito? E ascolta la mamma…” commenta poi Anna chinandosi e parlando al ventre ancora piatto della sorella maggiore.

“Mamma”…mi suona ancora strano” aggiunge Elsa emozionata dalla scena, portandosi una mano sul grembo.

“…ora siamo mamme entrambe. Ti abituerai a questo termine e non te ne vorrai liberare più” conclude Anna con il sorriso stampato sulle labbra, per poi abbracciare forte a sé la sorella maggiore e correre a casa con l’intenzione di gettarsi tra le braccia del proprio uomo.
  
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