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Autore: Valenicolefede    16/02/2020    7 recensioni
La vita dei nostri due amati sweeper non potrebbe andare così bene: oltre ad essere una coppia affiatata sul lavoro, lo sono anche nella sfera privata. Ma una notte Kaori, in preda alle lacrime chiede ospitalità a Mick e Kazue.
Cosa sarà successo tra lei e Ryo, da farla fuggire?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Quando se ne fu andato, Kaori si rimise a letto e non riuscendo più a riprendere il sonno ormai interrotto da quel debosciato e dai calci che la sua piccola le dava di continuo, si rimise a pensare a quello che successe la notte che decise di lasciare la sua casa.

-Flashback-
Quella mattina si era svegliata nuovamente con un senso di nausea opprimente che la costrinse ad alzarsi dal letto, sul quale riposava beatamente anche colui che da un anno era diventato il suo uomo. Dopo essersi data una rinfrescata da quel brusco risveglio che, da un po’ di tempo a questa parte ormai la tartassava quasi tutte le mattine, decise di preparare la colazione.
Persa nel suo mondo al ritmo di un piccolo motivetto canticchiato fu piacevolmente sorpresa quando due forti braccia le cinsero dolcemente la vita.
"Mmm devo dire che se non fossi così dannatamente sensuale già di prima mattina non ti perdonerei il fatto che ultimamente mi lasci da solo a letto.”
Alquanto spiazzata da quelle parole, cercò di depistare il suo acuto senso.
“Lo sai che mi piace essere mattiniera”
“Ah si? Strano, fino a poco tempo fa mi sembrava che non ti dispiacesse svegliarti con un po’ di sane coccole, non so se mi spiego.” Fece lui sornione.
“E mi piace ancora credimi, ma adesso a sedere che è pronto!”
Consumarono la colazione in totale relax, sorridendo tra un boccone e l’altro.
Lo sweeper volle sapere i suoi piani per la giornata.
“Che programmi hai per oggi?”
"Mah solite cose: andrò alla lavagna a vedere se c’è l’ombra di un incarico, poi mi fermerò a chiacchierare da Miki e se non dovesse esserci lavoro tornerò a casa a fare le pulizie” e finì la frase con una risata isterica.
“Potrei venire con te allora” fece lui di rimando.
A Kaori andò di traverso la colazione. In un'altra situazione sarebbe stata felicissima che lui l’accompagnasse, se non fosse che nell’elenco delle cose da fare aveva volutamente omesso che doveva fermarsi all’ospedale a ritirare gli esami del sangue, sapeva benissimo che la nausea mattutina e il mancato ciclo potevano solo voler significare una cosa. Ma in ogni caso, prima di fomentare false speranze, voleva esserne sicura al 100%.
“Non c’è bisogno che mi accompagni, sono i soliti giri di routine che faccio tutti i giorni....e poi hai sempre detto che ti annoiava da morire andare alla lavagna.”
“Si questo è vero ma...”
“Allora non preoccuparti, ci andrò io come solito e ci vedremo al Cat’s Eye va bene?”
E senza che lui potesse replicare gli diede un intenso bacio ed uscì di fretta dal loro appartamento.
Una volta arrivata alla stazione constatò che non c’era sorta di lavoro per il duo City Hunter, quindi senza indugiare oltre decise di correre subito all’ospedale per ritirare le analisi.
Una volta uscita di lì si accomodò su una panchina nel piccolo parco vicino, e con mani tremanti aprì lentamente la busta. Quello che vi lesse la lasciò felice come non mai, su quel foglio c’era la risposta che avrebbe cambiato per sempre le loro vite, che le avrebbe rese ancora più unite e solide di prima. Asciugata qualche lacrima che inesorabilmente era scesa sul viso, decise di raggiungere il suo compagno da Miki. Quando arrivò lo trovò sul solito sgabello ad aspettarla.
“Eccoti, ma dov’eri finita? E’ più di mezz’ora che ti aspetto!”
“Scusami ma ho preferito fermarmi a fare un po’ di spesa. Ciao Miki tutto bene?”.
La barista le rivolse un grande sorriso.
"Ciao tesoro, tutto bene. Una tazza di caffè?” Al solo odore la nausea torno a montarle così decise di evitare.
Poi, con fare dolce si rivolse nuovamente al suo compagno.
“Senti Ryo, visto che non abbiamo uno straccio di incarico all’orizzonte che ne dici se torniamo a casa, avrei una cosa importante di cui parlarti.”
Lo sweeper avvertì nella sua voce una certa tensione ed ansia, cosa che lo lasciò per un attimo interdetto.
“Ehm si certo, ma prima voglio fare un giro dei miei informatori per verificare alcune notizie, ci vediamo a casa ma non mi aspettare per pranzo, non so quanto ci metterò."
 Dopo averle dato un casto bacio davanti a tutti uscì salutando con un gesto della mano. Kaori dopo essere rimasta al bar per un pasto fugace, rientrò che era primo pomeriggio, e vedendo che la sua dolce metà ancora non c’era, decise di mettersi sotto con le pulizie e poi avrebbe preparato una cenetta a lume di candela. Era a dir poco euforica e felice, così entusiasta che si concesse anche un lungo bagno rilassante e per l’occasione si mise un vestito regalatole da Eriko il Natale passato, il quale lasciava ben poco spazio all’immaginazione.
Guardandosi compiaciuta allo specchio, non poté far a meno di sorridere al pensiero che per un po’ non avrebbe potuto indossare abiti così succinti. Sperava solo di non diventare un enorme balena.
Dopo aver apparecchiato la tavola ed essersi rimessa ai fornelli per finire le ultime preparazioni, sentì la porta chiudersi, e un sorriso di pura gioia le si stampò in faccia.
“Kaori sono a casa. Scusa se sono rincasato solo ora ma qualc...” ma le parole gli morirono in gola davanti alla vista sublime che aveva davanti.
“Woooowooowww, a cosa devo l’onore di cotanta bellezza? Si festeggia qualcosa in particolare?” Fece Ryo più a bocca aperta che altro. Era bella oltre ogni immaginazione, brillava di luce propria.
“Beh in effetti così si può dire. Su, vieni a tavola che la cena se no si raffredda”.
Goderono di quel delizioso pasto senza mai staccare i loro sguardi maliziosi. Ryo aveva già in mente il dessert per chiudere quella magnifica serata, mentre Kaori si sentiva sempre più tesa man mano che si avvicinava il momento per dargli la lieta notizia. Quando finirono di mangiare si alzò per raccogliere le stoviglie dalla tavola, ma una mano possente la prese per un braccio e la strattonò prepotentemente a sè.
“Spero che tu non abbia preparato alcun dessert perché so già quello che voglio..” la fissò con lo sguardo più lussurioso che potesse avere.
Kaori era interiormente tronfia di suscitare tanta eccitazione, mai e poi mai avrebbe pensato di essere l’oggetto dei suoi desideri più nascosti prima che si decidessero a fare il grande passo come coppia nella vita. Lui non le lasciò il tempo per rispondere che prese possesso avidamente della sua bocca e, giocando ad una danza sinuosa dei loro corpi, le abbassò l’unica spallina del vestito.
Era inebriata da quel momento puramente erotico, e non avrebbe opposto resistenza se il suo cuore non reclamasse di potersi liberare di quella bellissima notizia che serbava da tutto il giorno. Cercò di staccarsi con fatica dalle sue possenti braccia.
“Ryo aspetta un attimo, ti devo parlare...”
“Mmm, sì....non possiamo farlo dopo?”
“Si certo ma se non lo faccio ora temo che potrei scoppiare.”
Così, con ancora più determinazione si divincolò da quella stretta, strappando un lamento di puro dissenso da parte del suo uomo.
“E va bene, che c’è?” Chiese con evidente frustrazione.
Kaori improvvisamente cominciò a sudare freddo, non sapeva come dirglielo, se in modo diretto oppure facendo mille giri di parole. Si tormentava ansiosamente le mani dallo stress che la cosa le procurava. Alla fine decise di prendere la via più morbida, onde evitare che la notizia fosse troppo pesante; in fondo, non avevano mai parlato di avere dei figli in futuro, e non sapeva come l’avrebbe presa, ma era sicura che ne sarebbe stato felice. Un dono così non lo si può negare!
“Allora?” La incalzò lo sweeper.
“Beh ecco Ryo, so che stiamo veramente insieme solo da poco più di un anno, e le cose vanno già bene così come sono. Io...ecco io mi domandavo cosa ne pensi all’idea di avere una famiglia....si insomma, dei figli, cioè, un bambino poi chissà, da cosa nasce cosa e sai com’è..” Era nervosa oltre ogni immaginazione.
Ryo la guardò per un momento perplesso, cosa che la fece fremere ancora di più, ma allo stesso tempo le sembrò di scorgere un leggero bagliore di tenerezza.
Ci fu un attimo di silenzio prima che lui, dopo essersi alzato, decise di rispondere.
“Ah ah aha ah, questa sì che è buona! Spero tu stia scherzando vero?”
Kaori a quella risata sarcastica e a quella domanda rimase di sasso.
"Beh, io pensavo che tu volessi farti una famiglia, prima o poi.”
“Nel nostro mestiere è già molto concederci il lusso di avere una relazione stabile, figuriamoci avere anche della prole.”
"E questo cosa vorrebbe dire scusa? trovi sbagliato che dopo 9 anni di attesa finalmente il nostro amore sia venuto alla luce? Sei pentito di questo?” Gli rivolse queste domande cominciando a sentire nascere in lei la delusione e lo sgomento.
“Certo che non sono pentito Sugar, dico solo che già è un rischio per gente come noi, vivere una relazione alla luce del sole, e questo lo sai. Ma fare dei figli è cosa ancora più grossa. Quindi, se mi stai chiedendo se ne avremo mai la risposta è NO!”
Al suono di quelle parole Kaori sentì la terra sgretolarsi sotto i suoi piedi. Come avrebbe fatto adesso a confessargli che un figlio esisteva già tra di loro? Cercò con tutta sé stessa di avere più autocontrollo possibile.
"Quindi, se io rimanessi incinta per caso dovrei abortire? E’ questo quello che mi vuoi dire?” Ormai le lacrime non chiedevano altro che poter scendere ed inondare quel viso tanto affranto.
Ryo si girò a guardarla e notando la sua espressione contrita cercò di parlarle amorevolmente.
“Ascolta Kao, nel nostro mondo non c’è spazio per dei figli, prima te lo metti in testa e meglio sarà. Basterà stare attenti e non ci saranno problemi.”
Al suono di quell'ennesimo schiaffo in faccia si allontanò bruscamente da lui, e lasciò che le lacrime le rigassero il viso.
Ryo a quella vista cominciò ad innervosirsi, era già sceso a patti con se stesso ammettendo il suo amore per lei e dando a loro una chance, un figlio non era contemplato. Per quanto l’idea fosse bella non potevano permettersi di mettere al mondo una vita che sarebbe stata ancora più in pericolo di loro stessi. Cercando di uscire dalla morsa dei sensi di colpa che cominciava a sentirsi addosso, decise di fare quello che gli era sempre venuto meglio: scappare. Prese la giacca e si diresse verso la porta.
"Credimi, prima ti togli dalla testa questa assurda idea e meglio sarà per te. Io esco, non aspettarmi alzata.”
Ed uscì sbattendo la porta. Kaori si accasciò inerme a terra, piangendo a più non posso lacrime di puro dolore. Come avrebbe fatto adesso? Che ne sarebbe stata della vita che cresceva dentro di lei se lui era già determinato a non volerla?
A malincuore, decise che per tutelare il suo bambino la miglior cosa fosse andarsene. Se lui non lo voleva lei lo avrebbe cresciuto da sola! Si tolse velocemente il vestito per indossare qualcosa di più pratico, riempì alla svelta un borsone con lo stretto necessario, e senza nemmeno lasciare inutili messaggi se ne andò da quella casa.
Quando fu fuori dal palazzo pensò cosa fare: se fosse andata da Miki lui prima o poi l’avrebbe trovata, e poi doveva assicurarsi un supporto medico per ogni evenienza, senza che il suo nome potesse comparire in qualche ospedale della città.
L’unica persone che le venne in mente fu Kazue. Lei e Mick avrebbero potuto darle temporaneamente un alloggio, lui l’avrebbe protetta e la dottoressa avrebbe provveduto a monitorare il decorso della gravidanza. Così senza indugiare oltre, fece i pochi passi che separavano i due palazzi, e suonò al campanello del suo migliore amico.
-Fine flashback-
   
 
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