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Autore: sangueoro    16/02/2020    0 recensioni
Klaus e Caroline a spasso nel tempo?
Quali saranno i risultati delle loro avventure?
Dopo la morte di Klaus, Caroline deve fare i conti con i suoi sentimenti irrisolti e nel frattempo cercare di salvare le sue figlie dalla fusione.
Riuscirà a trovare la soluzione e a cambiare il destino del suo "ultimo amore"?
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una cosa che nessuno si sarebbe mai aspettato, men che meno Caroline, era il rapporto che nel corso degli anni si era instaurato tra lei e i Mikaelson. 

Quando Vincent aveva diviso e canalizzato il vuoto nei quattro Vampiri Originali, loro erano dovuti restare il più lontano possibile da Hope, quindi Rebekah aveva preso l’abitudine di chiamare regolarmente la direttrice della scuola dove la nipote stava studiando.

Le prime telefonate erano state imbarazzanti, poi con il passare del tempo si erano fatte più distese e cordiali, si potrebbe anche osare “amichevoli”.

Dopo la morte di Klaus ed Elijah, il loro rapporto si era rinforzato ancora di più. Rebekah passava regolarmente alla Salvatore Boarding School e, tra un pranzo al Mystic Grill, una passeggiata tra le vie di quella cittadina che le aveva viste rivaleggiare e una camminata tra quei boschi che erano state teatro di scontri e combattimenti, le due donne si erano sostenute e confortate a vicenda.

Era stato durante quegli incontri che Caroline le aveva parlato del suo progetto di impedire la fusione delle figlie, di contro Rebekah le raccontava di sua sorella Freya e delle sue ricerche per riportare indietro i fratelli.

New Orleans e il Quartiere Francese erano state una delle prime tappe del viaggio di Caroline e Bonnie, Freya e sua moglie Keelin le avevano ospitate nella casa dei Mikaelson ed avevano preso l’abitudine di accompagnarle agli incontri con Vincent che si era offerto di aiutarle.

Dopo quel primo contributo alle indagini, si erano tenute in contatto, si erano passate informazioni, la collaborazione era iniziata in maniera spontanea e quando Caroline e Bonnie avevano trovato l’indizio giusto, già da tempo si potevano considerare un team e si erano affrettate a raggiungerle a New Orleans per metterle al corrente degli ultimi sviluppi.
 

«Tutto combacia alla perfezione!» aveva commentato Freya.

«Ora inizia la parte più difficile» le aveva risposto Bonnie «Capire cosa sia cambiato… perché al contrario dei loro antenati Rachel e Alleyne sono stati costretti a fondersi.»

«Non è sicuramente per il cambio di testimone da un ramo della famiglia all’altro, era già successo precedentemente» valutò Keelin.

«L’unica cosa che mi sembra degna di nota è il fatto che i due gemelli fossero separati da un oceano» chiosò Freya.

Caroline annuì «Non possiamo saperlo con esattezza, le informazioni sono frammentarie… ma siamo portate a pensare che precedentemente i gemelli non abbiano mai vissuto molto lontani gli uni dagli altri»

«Dobbiamo partire da questo presupposto» si era trovata d'accordo la Strega Originale.

La svolta decisiva era arrivata inaspettata e ad aiutarle era stata una persona che non pensavano di poter interpellare: la nonna di Bonnie.

La donna era apparsa in sogno alla nipote e le aveva dato uno strano appuntamento per il pomeriggio del giorno seguente, nella Cappella di Mezzo della Cattedrale di St. Paul a Londra.

Le quattro donne in quei giorni erano in Scozia a seguire una pista che si era rivelata un vicolo cieco.

«Ma davvero prenderemo un aereo per andare ad un incontro con una persona deceduta, che abbiamo concordato in un sogno?» domandò Keelin.

«Non è neanche un’ora e mezza di volo» le rispose Bonnie «e qui siamo bloccate!»

«Da donna di scienza dico che è un assurdità!» scosse la testa Keelin «Da licantropa che va in giro per il mondo con due streghe e una vampira, ammetto che “assurdo” è una parola che dovrei cancellare dal mio vocabolario!» aggiunse scoppiando a ridere.

«Non abbiamo niente da perdere» intervenne Caroline «se verrà fuori che Bonnie ha semplicemente mangiato troppo pesante a cena, vorrà dire che ne approfitteremo per fare un po’ di shopping!»

«Mi sembra un’idea geniale!» aveva concordato la Licantropa.

 

La vista dalla Cappella di St. Paul era meravigliosa, si vedeva tutta la città.

Improvvisamente Londra si fermò, mentre una luce soffusa si irradiava ed avvolgeva tutto.

«Benvenute… vi stavo aspettando»

Una donna non più giovanissima ma con dei bellissimi capelli rossi gli stava sorridendo affabile.

Freya si parò davanti a Keelin per proteggerla.

«Il mio nome è Morgan St Clair» si presentò la donna continuando a sorridere «La sorella di Alleyne e Rachel» aggiunse.

«Come è possibile?» chiese Caroline guardinga.

«Nella nostra famiglia, i gemelli non erano gli unici stregoni»

Morgan guardò Bonnie «Ho chiesto io a tua nonna di convocarvi qui».

«Siamo in una Chambre de Chasse?» chiese Freya.

«Esatto…»

«E cosa ci facciamo qui?» chiese la Strega Originale.

«Dovevo parlarvi… ma per prima cosa voglio farvi i miei complimenti! Ottimo lavoro! Non era semplice arrivare alla mia famiglia, siamo stati sempre molto attenti nel nascondere le nostre abilità» la donna sospirò «ma è anche vero che ci era proibito usare la magia per fini personali» aggiunse «ci era pure vietato sovvertire l’ordine delle cose e modificare il destino delle persone» Morgan scoppiò in una risata cristallina «praticamente non usavamo mai i nostri poteri!»

«Cosa succedeva se venivate meno alle regole?» domandò Freya.

«La magia scompariva, come se fossimo sempre sotto esame di una giuria che aveva la facoltà di decidere se eravamo o meno meritevoli di usarla»

«Niente mondi prigioni con fenomeni celesti?» chiese Bonnie.

La donna scosse la testa.

«E se vi rifiutavate di fondervi?» domandò Caroline.

Morgan sorrise «Dritta al punto… nessuno ha mai dovuto farlo, prima delle figlie di Rachel».

«Cosa è cambiato?» la sollecitò a quel punto la vampira.

La donna sospirò, poi si sistemò una ciocca dei suoi lunghi capelli rossi «La definizione esatta credo che sia maledizione… un anatema lanciato da un padre ferito per punire una figlia che gli aveva dato un dispiacere insopportabile».

«Io dovrò vedere morire una delle mie figlie… perché nel 1800 una ragazza ha preferito seguire il suo cuore invece di adeguarsi ad un matrimonio combinato?» Caroline era fuori di sé.

Morgan scosse la testa «Forse dovrai farlo, perché nel 1800 una ragazza ha provocato la morte di suo fratello e il loro padre è impazzito per il dolore…»

Care era rimasta senza parole.

«Come in tutte le cose, forse è meglio partire dall’inizio» ricominciò a parlare Morgan «All’incirca cento anni prima della nascita di Cristo, le persone che si erano scoperte dotate di poteri speciali si riunivano e si confrontavano. Alcuni pensavano che fosse giusto mantenere l'equilibrio della natura e non usare la magia per creare anomalie, altri ritenevano che fosse un loro preciso dovere usarla per grandi scopi, per migliorare le cose…

Poi alcuni esagerarono…

Come ben sapete Silas e Qetsiyah hanno creato l’incantesimo dell’immortalità, Inadu i Licantropi… e ovviamente Ester i Vampiri.

I miei antenati stavano dalla parte dei più conservatori e infatti erano tra chi, temendo i poteri dei Viaggiatori, gli lanciarono una maledizione per impedirgli di usare la magia, di radunarsi e di stabilirsi in un luogo. Dopo di che si assunsero il compito di accettarsi che non riuscissero mai a spezzarla.

Non è un caso che la mia sia una famiglia di navigatori, era una sorta di “copertura“ che ci permetteva di avere i mezzi e le risorse per andare ovunque servisse.

Tutto procedeva in tranquillità, non eravamo mai stati chiamati ad intervenire… i Viaggiatori non davano nessun tipo di problema.

Per quanto riguarda la magia, la mia famiglia si era data delle regole molto rigide, ma per quel che concerne il nostro stile di vita… eravamo molto meno conservatori!» Morgan rise di gusto, poi continuò «Viaggiare, scoprire nuovi luoghi, conoscere tante persone e tante culture, ci hanno nobilitato.

Siamo stati sempre molto cosmopoliti e di mente aperta e mano a mano che i secoli passavano, l’impegno che ci eravamo assunti ha cominciato ad avere una priorità sempre minore nelle nostre vite.

Alcuni perdevano i loro poteri perché avevano provato ad usarli in maniera non consona, altri preferivano ignorare che ce l’avessero perché non volevano essere coinvolti… eravamo arrivati ad un punto che c’era chi per tutta la vita non aveva neanche capito di avere facoltà particolari!

La situazione si stava facendo un po’ confusa e pericolosa, così decisero di correre ai ripari…

Ci serviva una guida, qualcuno che ci coordinasse, ma era contro la nostra ideologia dare quel tipo di autorità ad un’unica persona: la soluzione è stata molto semplice… visto che in famiglia nascevano moltissimi gemelli… avrebbero diviso il compito.

Furono creati questi due medaglioni» spiegò Morgan aprendo un cofanetto «due ametiste. La pietra originale, che simboleggia una propensione all’amore a discapito dell’egoismo, è stata divisa in due gocce che si intersecano. Incastonate l’un l’altra sono una fonte di magia molto potente ma che funziona solo se usate insieme.

Inoltre i due Gemini sarebbero stati solo i depositari del potere magico, non avrebbero avuto potere decisionale. Per quello scopo fu istituito un gran consiglio degli stregoni e delle streghe più anziane, anche quelle come me e mio padre… che non avevano un gemello.

Così, come ogni famiglia scozzese che si rispetti, abbiamo continuato a fare le nostre “Adunanze”, ma oltre a rendere omaggio al nostro Lord e rinnovare il giuramento di fedeltà, abbiamo usato queste riunioni per conservare e rinnovare la nostra magia.

Ci incontravamo ogni dieci anni e il rito era molto semplice.

I gemelli prescelti ricevevano i medaglioni al compimento del loro decimo anno di età e lo conservavano fino a quando arrivavano a compierne trenta, dopo di che lo passavano ad un altra coppia di gemelli e diventavano membri del collegio degli anziani.

Tutto è andato bene per secoli, generazione dopo generazione… fino a Alleyne e Rachel.

Mia sorella scappò all’età di diciannove anni e l’anno dopo non si presentò all’Adunanza.

Mio fratello era un ragazzo pieno di vita e in salute… ma cominciò ad indebolirsi e a stare male.

Il giorno del loro ventiduesimo compleanno Rachel tornò, anche lei non stava molto bene… ma Alleyne stava malissimo, erano mesi che non si poteva alzare dal letto.

Mia sorella e suo marito vennero a casa nostra ma mio padre non li fece entrare, così Rachel usò una porticina di servizio… andò in camera di Alleyne e prese il suo medaglione.»

Morgan non guardava più le sue interlocutrici, fissava l’esterno della cupola e ogni traccia di buonumore era svanita. «Mio fratello morì nel giro di un’ora e mio padre accecato dal dolore andò nella locanda vicino al porto dove alloggiava mia sorella, non riprese i medaglioni... si limitò a togliere una delle pietre…

Le disse che da quel momento era diventata la Leader della Congrega Gemini, che lo sarebbe stata fino al compimento dei ventidue anni dei suoi primogeniti, quando il gemello dominante avrebbe sconfitto suo fratello e avrebbe preso il potere di entrambi… e così sarebbe stato per ogni generazione futura.

A monito e punizione per quello che lei aveva fatto ad Alleyne…

I nostri antenati non intervennero… pensavano che quella fosse una giusta punizione.

Mio padre non fece più ritorno, è stato in un mondo prigione per più di un secolo… da solo, fino a quando gli anziani non decisero che avesse scontato la sua pena. Cominciò così ad invecchiare per poi morire…»

Caroline e le altre erano rimaste in silenzio per tutto il racconto. «Perché ci hai fatto venire qui?» chiese.

«Perché vi ho osservato e ho capito che eravate le persone giuste… tu… sei la persona giusta!»

«Per fare cosa?»

«Anche i Gemini hanno scontato la loro pena, è arrivato il momento di togliere la maledizione…» rispose Morgan.

«Nessuno meritava quel tipo di punizione!» intervenne Bonnie.

«La penso come te ma io all’epoca dei fatti ero solo una ragazza, non ero nel consiglio degli anziani e tantomeno in quello che prendeva veramente le decisioni, quello degli Antenati… ma ora ne faccio parte già da un po’ ed è giunto il momento di intervenire.»

«Perché non lo hai fatto prima?» domandò Freya.

«Abbiamo tentato» le rispose la strega più anziana «Ma non ci siamo riusciti… avevamo bisogno di lei…» spiegò facendo un cenno nella direzione di Caroline.

«Intendi dire di una vampira?» chiese la Strega Originale.

«Esattamente… sai bene quando può essere stato difficile per delle vecchie streghe ammettere di avere bisogno di una come lei e quando fosse impossibile trovarne qualcuno di cui ci potessimo fidare».

«A cosa vi servo?» volle sapere Care.

«Dobbiamo andare indietro nel tempo e per farlo ci serve una creatura che possa sopportare il viaggio, una che non può morire…»

 

Erano a Londra per un motivo ben preciso: Caroline doveva recuperare l’ametista che Lord Aidan, prima di sparire, aveva nascosto a Balogh Hall, la dimora dei St Claire. Finalmente è arrivato il momento di agire.

 

Il campanello suonò e Bonnie andò ad aprire la porta «Benvenute ragazze» salutò «avete fatto buon viaggio?»

«Lungo… come al solito, ma tutto bene» rispose Freya mentre entrava con Keelin.

«Si è lamentata tutto il tempo» sorrise la licantropa abbracciando Caroline.

«E tu come stai?» chiese la vampira.

Keelin si accarezzò la pancia «Sta andando tutto bene, le nausee sono passate e ho una fame da lupa! Vincent era un po’ nervoso all’idea di questo viaggio, ma poi ha capito…»

Freya aveva ascoltato rimanendo in silenzio, poi fissò la vampira e la strega «Siete pronte?» chiese.

Caroline annuì. «Non ti ringrazierò mai abbastanza per tutto l’aiuto che ci hai dato»

«Non devi ringraziarmi» replicò la Strega Originale «Arriverà un giorno che capirò come salvare Klaus ed Elijah e tu verrai in mio soccorso»

«Ci puoi contare» l’abbracciò stretta la vampira.

Freya accettò un po’ impacciata la dimostrazione d’affetto «Ci dobbiamo sbrigare, perché è quasi l’ora…» tossicchiò imbarazzata.

 

 

Caroline si rimirò allo specchio, aveva i capelli acconciati in un morbido chignon e indossava un abito di mussolina di un tenue verde pastello.

«Sicura di non voler indossare un corsetto?» domandò Bonnie.

«Con un abito da giorno non era necessario» rispose la vampira «e poi io non ne ho bisogno!» aggiunse leggermente piccata sistemandosi la scollatura.

«Ha ragione» sghignazzò Keelin ricevendo un’ occhiataccia da Freya.

«Sei pronta?» domandò la Strega Originale

Caroline indossò la collana che Bonnie le stava passando, era una sottile catenina in oro bianco dalla quale pendeva uno smeraldo grezzo «Andiamo» annuì incamminandosi.

Entrarono in una stanza dove erano stati sistemati tre letti allineati uno di fianco all’altro, Caroline si sdraiò su quello centrale, Bonnie e Freya presero posto ai suoi lati.

«Buona fortuna ragazze» sussurrò Keelin.

«Preparaci la cena!» scherzò sua moglie facendole l’occhiolino «Torneremo in un baleno!»

 

La stanza nella quale le tre donne si risvegliarono era la stessa nella quale si erano coricate, c’era una luce diversa e un silenzio irreale.

Senza proferire parola, scambiandosi solo un segno d’intesa, uscirono dall’appartamento e si incamminarono lungo la strada deserta fino ad arrivare, qualche minuto dopo, alla Temple Church.

Entrarono nella chiesa dall'ingresso laterale, percorsero tutta la fiancata fino ad arrivare nella zona più antica e più sacra, la Rotonda.

Sei gruppi da quattro pilastri erano disposti a formare un esagono regolare attorno a un punto centrale, debitamente marcato da una lastra commemorativa di forma circolare.

Nella Rotonda c’erano dieci tombe, otto avevano un’ effige dei Cavalieri Templari ed erano poste all'interno del cerchio di colonne, le altre due tombe erano esterne al colonnato, quella sul lato destro non aveva nessuna attribuzione, l'altra rappresentava un altro cavaliere.

Bonnie, Freya e Caroline si avvicinarono alla tomba senza effige, l’Originale la toccò e questa si spostò rivelando degli scalini che scendevano.

Nell’area sotterranea c’era un vano identico alla Rotonda della chiesa, al posto delle tombe erano ammassati forzieri, casse e scrigni.

Accanto al grande altare che sorgeva la centro della stanza, le stava aspettando una donna dai capelli rossi.

«Stai benissimo Caroline!»

«Grazie Morgan»

«Sei pronta?»

«Credo di sì»

«Bene… hai memorizzato il percorso per Kensington? La Londra che troverai è ben diversa da quella che hai lasciato venendo qui!» sorrise la donna.

«Me ne rendo conto!» le sorrise di rimando Caroline.

«A quest’ora sono tutti in Hyde Park per la passeggiata pomeridiana» continuò la donna passando un foglio a Care «ti ho disegnato la pianta della nostra casa e ti ho segnato la porticina di servizio con la serratura difettosa, io e miei fratelli la usavamo per uscire ed entrare senza essere visti» aggiunse facendole l’occhiolino «i domestici dovrebbero essere tutti impegnati a preparare la cena, non dovresti avere problemi, tu muoviti velocemente e stai attenta».

Caroline annuì mentre studiava la mappa.

«La galleria è al secondo piano, dove ci sono gli appartamenti padronali… il ritratto di mio fratello è il quinto sulla sinistra» la voce della donna si era un po’ incrinata «la pietra è custodita dietro la tela in una piccola nicchia ricoperta dalla stoffa da parati, la troverai facilmente…»

Caroline annuì di nuovo.

«Se sei pronta, togliti lo smeraldo e mettilo qui» le disse indicando una coppa tempestata di pietre preziose, dentro c’era una versione molto più grande del ciondolo di Care.

«Noi lanceremo l’incantesimo» cominciò a spiegare Morgan «quando te lo dirò riprendi la collana e mettila al collo, sverrai… dopo che ti sarai ripresa ti basterà salire le scale e la botola si aprirà, quando avrai recuperato l’ametista sali sulla Cappella di Mezzo della Cattedrale di St. Paul, metti lo smeraldo nel vaso di alabastro… e farai il percorso inverso, quando ti risveglierai ci troverai ad aspettarti… è tutto chiaro?»

La vampira annuì di nuovo.

«Buona fortuna, tesoro»

«Stai attenta Caroline» le sussurrò Bonnie abbracciandola.

«Ce la farà senza alcun problema» sentenziò Freya, ma non riuscì ad evitare di abbracciarla a sua volta, stringendola un po’ più del dovuto.

Caroline mise lo smeraldo dove le era stato detto, le tre streghe si presero per mano, le pietre si illuminarono e poi tornarono normali, Care prese la sua collana, la indossò… e poi il buio…

 

Londra nel 1819 era decisamente diversa. Caroline si soffermò ad osservare il via vai delle carrozze, procedevano lentamente come se non avessero nessuna fretta, le persone erano abbigliate con colori sgargianti, le signore avevano dei cappellini con fiori e piume, gli uomini indossavano giacche strette e avvitate, pantaloni al ginocchio e lucentissimi stivali, i fiocchi che gli adornavano il collo erano annodati in maniera complessa, le punte del colletto delle camicie erano così inamidate che sembravano dovessero conficcarsi nel loro mento, questo faceva si che la loro postura apparisse rigida ed austera.

Caroline si sistemò il suo abito e sospirò un po’ delusa, dava l’impressione di essere più una cameriera che una Lady, ma forse era meglio così, non doveva dare troppo nell’occhio.

 

Come le aveva detto Morgan, tutti erano fuori e il piano degli appartamenti patronali di Balogh Hall era deserto, la pietra era esattamente dove le era stato detto.

Dopo qualche minuto era già sulla via del ritorno, camminando spedita verso la Cattedrale di St. Paul.

 

«E’ andato tutto liscio come l’olio» esordì Care, stiracchiandosi mentre lentamente si stava riprendendo.

«Brava!» si complimentò Freya.

«Dopo mi racconti tutto nei dettagli!» le sorrise Bonnie.

«Dove è la pietra, cara?» domandò Morgan.

Caroline tirò fuori l’ametista dalla tasca del suo abito e la porse alla strega più anziana.

Morgan St Clair iniziò una litania ed inserì la pietra nel suo alloggiamento e, come se fossero attratti uno dall’altro, i due medaglioni si unirono.

Care abbracciata a Bonnie sorrideva felice, poi vide l’espressione di Morgan «C’è qualcosa che non va?» domandò confusa.

La donna scosse i lunghi capelli rossi «Temo di sì… lo avevamo messo in preventivo, ma speravamo che non ce ne fosse bisogno…»

«Cosa succede?» chiese Freya.

«L’ametista non basta per completare l’incantesimo, quando lo fecero la prima volta usarono otto pietre, ognuna delle quali simboleggia i flussi di energia che attraversano il mondo e possono condizionare la vita umana. Abbiamo bisogno di quelle pietre… o le loro gemelle, perché ognuna di loro aveva una sua corrispondente, una pietra ricavata dallo stesso minerale…»

«E dove le troviamo?»

«Bella domanda» sospirò Morgan «Le dobbiamo cercare una per una… e non è escluso che per recuperarle tu non debba viaggiare di nuovo nel tempo».

   
 
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