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Autore: MusicAddicted    18/02/2020    34 recensioni
Prendete due serie TV, shakeratele fra loro, trovate un punto d’incontro, stravolgete tutto lo stravolgibile… ed ecco che otterrete questa storia.
Crowley ha una delle sue brillanti idee e la propone ad Aziraphale.
E se Jessica e Kevin avessero ottenuto i loro poteri in tutto un altro modo? Se fosse un altro il loro primo incontro?
Forse stavolta tutto fra loro potrà essere più romantico, forse.
Degli Ineffabili Maritini invece… che ve lo dico a fare?
E in tutto questo che ne sarà dell’Anticristo?
La fine del mondo si eviterà?
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Jessica Jones, Kilgrave, Trish Walker
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ineffably-inevitable-cover
 
Capitolo I: Genie of the lamp
 
 
                                                             London, Tower Hill Street, 14 March 2000
 
“Angelo, sicuro che sia una buona idea?” borbotta titubante Crowley.

Ha sentito parlare di questa nuova tecnologia per comunicare al telefono, ma ancora non si fida di quelle scatolette, a volte un po’ scomode che gli umani continuano a portarsi dietro per ogni dove.
Forse fra qualche anno acquisiranno un design più accattivante e delle funzioni più avanzate.
Per il momento ritiene che siano molto meglio le care, vecchie cabine telefoniche, quelle di Londra poi per lui hanno sempre avuto un fascino particolare.

Del resto, Aziraphale ha fatto ritorno alla sua temporanea sede e il suo recapito è rimasto invariato.
Un po’ Crowley si rammarica di non essere riuscito a convincere Aziraphale a rimanere con lui anche quella sera, ma si accontenta del pomeriggio trascorso insieme.

“Sì, Crowley, a volte ho come l’impressione che i nostri capi ci possano osservare… è molto meglio essere trasparenti fin dal principio, anziché destare sospetti.” ribadisce Aziraphale, seduto alla sua scrivania mentre sorseggia tè bianco dalla sua inseparabile tazza con le ali.

“Io preferivo non rivelare niente a nessuno, ma se proprio ci tieni…” fa spallucce il demone. “Quando pensi di andare dalla tua gente?”
“Al più presto, probabilmente già domani mattina, chiederò a Gabriel e agli altri di ricevermi.”
“Allora io farò lo stesso con Belzebù e la sua cricca.”

- Così almeno ci rivediamo all’entrata.- considera Crowley.

- Se concordiamo alla stessa ora è molto probabile che ci possiamo incontrare prima del bivio!- si rallegra Aziraphale, prima di ricordare a se stesso che nemmeno quello lo può considerare un appuntamento.


                                            Comstock,  Chamberlin Farms LLC, County Route, 14 March 2000


Guardando fuori dalla tenda il cielo stellato e la luna che si specchia sul lago, mentre respira quella salutare aria di collina, tutto sommato Jessica si convince che quella scampagnata alla fine non è stata poi così malaccio.

Rientrando nella tenda che condivide con Phillip, nota che il fratello è tutto assorto nella lettura di qualcosa.

- Almeno lascia in pace il mio videogioco. – si rincuora lei, prima che la curiosità abbia la meglio, spingendola a sporgersi nella sua direzione.

Subito le si mettono a fuoco le immagini di una donna mora dalle curve prorompenti, molto, davvero molto poco vestita.

“Ma bene, ti dai ai porno, adesso? Aspetta che lo dica a mamma e papà!” lo fa sobbalzare, con un tono minaccioso.

“Sei la solita stupida, ma quale porno? Questa è Wonder Woman!” le ride in faccia il ragazzino.
“Chi?” si acciglia la teenager.
“Ma dove accidenti vivi tu? Non ha mai sentito parlare di lei? È la leggendaria Principessa  delle Amazzoni, che sotto l’alter ego di Diana Prince ha scelto di restare nel mondo degli umani, a combattere i cattivi!” le spiega lui, tutto concitato.
“Che strano, credevo ti piacessero più i supereroi maschi, tipo Batman o Superman…”
“Oh, per favore, quei palloni gonfiati! I supereroi maschi sono un branco di idioti, spacconi; molto meglio le super eroine, lei poi ha dei poteri fichissimi: è super forte, intelligente, resiste a ogni dolore, ha un lazo che costringe a dire la verità e quando vuole diventa invincibile!” continua a raccontarle il fratello, sfogliando le pagine a dimostrazione di ciò che sta dicendo.

“Eh sì, si vede che ti piace proprio tanto. E tu, non vorresti essere un super eroe?” gli domanda la sorella, intrigata.
Tranne che per quando dorme, ci sono rare volte in cui Jessica considera Phillip un fratellino adorabile, proprio come in quel momento.
“Di sicuro sarei meno pallone gonfiato degli altri, non mi stancherei mai di salvare il mondo, senza chiedere niente in cambio e avrei un costume fichissimo con mille accessori!” fantastica lui ad occhi aperti.
“Trovo stupidi i costumi da super eroe!” dice la sua Jessica, alzando gli occhi.
“Perché ancora non hai visto quello che avrei io… ma anche senza essere un super eroe, mi piacerebbe essere amico di uno che lo è, proteggerei la sua identità ad ogni costo e sarei super fiero di lui… o di lei.” le sorride entusiasta il più piccolo.
“E quel super eroe o quella super eroina sarebbe molto riconoscente di averti fra i suoi amici.” gli sorride in risposta lei.

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                                                                  Paradise, Fourth Heaven , 15 March 2000


“… ed ecco perché ritengo che sia utile dotarci di umani che in qualche modo possono aiutarci a preservare il bene, la sicurezza della gente e la serenità del quieto vivere. “ finisce di esporre la sua proposta Aziraphale – certo, l’idea è di Crowley ma non lo può certo dichiarare! -  agli Arcangeli Gabriel, Michael, Uriel e Sandalphon che lo guardano davvero poco convinti.

“Davvero un’ottima pensata, Principato Aziraphale,” maschera le apparenze Gabriel, con i suoi modi assai affettati, accompagnando tutto a un grande sorriso ipocrita.

- Ecco bravo, tu gioca pure coi tuoi preziosi umani mentre qui noi pensiamo alle cose importanti, con l’Armageddon che è sempre più imminente, ormai è solo questione di pochi anni . – riflette il subdolo Arcangelo dagli occhi viola.

“Procedi pure, siamo impazienti di vedere i risultati!” dà il suo benestare Michael, con la stessa falsità del collega.

“Oh, sono certo che non vi deluderò!” gongola entusiasta il Principato. “Certo, dovrò ponderare a fondo la mia scelta, non è qualcosa da compiere così a cuor leggero e…”
“Puoi benissimo andare a ponderare da un’altra parte!” lo invita ad andarsene fra le righe Sandalphon, con un sorriso di circostanza che Aziraphale ricambia allo stesso modo.

“Sandalphon ha ragione, hai approfittato fin troppo del nostro tempo, torna pure alle tue faccende terrene.” lo esorta altrettanto ‘affabilmente’ Uriel, indicandogli l’uscita.

***************** (Contemporaneamente)

                                                                                 Hell, Fifth Circle, 15 March 2000


“Ma come, nemmeno un debole wahoo? Eravate molto più partecipi quando vi ho esposto il mio progetto per la M25!” brontola Crowley a fine riunione.


“Demone Crowley, per quello che vale, procedi pure con la tua idea!” proclama altisonante Belzebù, seppur annoiata a morte, alzando gli occhi dal suo trono con le ossa a forma di corna.
“Altri demoni, tornate pure al vostro lavoro, a saperlo prima non vi avrei convocati qui tutti per niente!” aggiunge, sempre più insofferente.

- Ma come, per niente? Qui nessuno capisce il mio genio! – rimugina Crowley, offeso nel suo immenso ego.

“Crowley, Crowley, sei sempre più una delusione costante, vuoi ricorrere agli umani perché non sai più fare il demone?” lo sbeffeggia il demone albino Hastur, uno dei Duchi Infernali.
“Non hai capito proprio un cazzo della presentazione del mio progetto, ma del resto che posso aspettarmi? Fra te e il tuo compare, mi sa che ha più cervello di voi due l’iguana che ha in testa Ligur!” ride sprezzante Crowley.
“Hey, io non ti ho detto niente!” protesta l’altro Duca Infernale dalla pelle di ebano, offeso.
“Non ancora, ma lo avresti fatto.” ribatte il demone serpente.
“Certo che sì, io ti odio!” ringhia l’altro, sfidandolo con lo sguardo.

“Allora lo hai già trovato il tuo protetto?” si interessa Hastur.
“Naturalmente, con le mie doti e il mio intuito fenomenale è stato un gioco da ragazzi trovarlo, è solo questione di tempo prima che lo vediate all’opera!” si pavoneggia Crowley.

La verità è che sta clamorosamente bluffando.
Si sa, i demoni amano fare gli spacconi, ancora di più quando sono fra loro.
Era talmente preso dall’esporre la sua idea che a metterla in pratica non ci ha ancora nemmeno pensato.

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                                                                   London, New Cross Road, 5 April 2000

Trovare un protetto è più difficile del previsto per Crowley.
Nelle ultime settimane si è aggirato per i sobborghi di Soho, Elephant Castle, Victoria Station, Paddington, Piccadlly Circus e altre zone ancora senza trovare niente.
Beh, non proprio niente, quelle zone pullulano di malintenzionati, criminali di ogni specie e ubriaconi violenti; ma non è ciò che sta cercando il caparbio demone.

Non lo sa ancora bene cosa stia esattamente cercando, ma sa per certo di non averlo ancora trovato.
Quella mattina si impone di concedersi una pausa dalle ricerche e se ne va nella più ridente e tranquilla area di New Cross per svagarsi un po’.
Ed è lì che l’avverte.
Una rabbia repressa, bellissima, quasi intossicante; un desiderio latente di vendetta che aspetta solo di poter essere sguinzagliato.
E Crowley desidera con tutto se stesso essere l’artefice di quella liberazione.

Cerca di capire da dove possa provenire e si incammina per una strada adiacente che porta a una panchina con visuale su un edificio piuttosto bizzarro.
Seduto di schiena su quella panchina c’è la fonte di quel richiamo tanto irresistibile per il demone.
Si tratta di un ragazzo, probabilmente uno studente.
Crowley lo spia: quel ragazzo sembra combattere contro se stesso per non darla vinta alle lacrime che vorrebbero scendergli dagli occhi, mentre cerca di sistemare dei libri le cui pagine sono state barbaramente incollate con pezzi di chewing-gum sparso nelle varie parti.
Con una cura certosina, qualche pagina riesce a riportarla quasi allo stato originario, ma altre si portano via frammenti di paragrafi assieme all’appiccicume rimosso.
Questo non fa che aumentare la frustrazione del ragazzo.

Crowley decide di intervenire, trovando una scusa qualsiasi per rompere il ghiaccio.
Fa il giro per raggiungere la panchina, ma nel frattempo lo studente si è chinato verso uno dei libri maltrattati, nascondendo così il volto.

“Scusa, ma secondo te qual è il senso di quel monumento?” domanda il rosso, sedendosi accanto, indicandogli la strana scultura a lato dell’edificio.

“Non l’ho mai capito, ma mi piace pensare che rappresenti le sinapsi del cervello.” replica l’interpellato, senza distogliersi dalla sua attività.

Crowley è stupito da quella risposta, ma ancora di più da quella voce, così simile alla sua, salvo qualche leggera inflessione. Davvero troppo simile.
Dev’essere quello che pensa anche il ragazzo, perché di colpo alza lo sguardo, scontrandosi con quello di qualcuno che in qualche modo sembra una versione di se stesso vent’anni più in là con l’età.
D’altro canto, Crowley non è mai stato più giovane dei suoi quarantasei anni umani, ma ha come la sensazione che se mai avesse avuto vent’anni sarebbe sembrato proprio così.
Tutto a un tratto, il castano scoppia a ridere.

“Dài, puoi anche dirmelo, sei un attore trasformista e Riley e la sua gang ti hanno ingaggiato per farmi prendere un colpo!” deduce lo studente, passandosi una mano fra i capelli scompigliati.
“Chi paradiso è Riley? E chi sei tu? Ho capito, sei un miracolo demoniaco di Hastur per depistarmi!” deduce Crowley, schioccandogli davanti le dita più volte, ma, in quanto essere umano reale e non illusione, il ragazzo non si dissolve.
“Chi accidenti è Hastur? Comunque, io sono Kevin e smettila di schioccarmi quelle dita davanti al viso!” sbuffa l’umano.

Crowley ne è sempre più affascinato.

“Allora sei reale. Hai questa rabbia meravigliosa. E poi mi somigli così tanto… forse è un segno.” mormora.
“Segno di cosa? Me lo vuoi dire chi sei?” si spazientisce l’altro.

Il fatto che non ci sia nessuno nei paraggi, dà modo a Crowley di fare le presentazioni come si deve.
“Sono Anthony J. Crowley, demone tentatore, per servirti!” gli svela il rosso, levandosi anche gli occhiali scuri per avvalorare quello che sta affermando.
Vedendo quelle pupille serpentesche in mezzo a quelle iridi gialle, forse anche più grandi delle sue, color cioccolato fondente, Kevin sobbalza, facendo cadere i libri che aveva in grembo.

“Sto sognando …” borbotta Kevin.
“No davvero, anche se di contro si può dire che io sia qui per farti uscire da un incubo.” ridacchia Crowley, aiutandolo a raccogliere i libri.

“Però… ‘Mindfulness’, ‘How to win friends and influence people’, ‘How the mind works’…” commenta il demone, sbirciando i titoli. “Siamo un po’ maniaci del controllo, eh, Kevin Thompson?”
“Sono libri per degli esami e… hey, come fai a sapere il mio cognome? Io non te l’ho detto!” si accorge Kevin.
“Potrei dirti, demone qui, io posso sapere tutto, magia e blah blah, blah, ma la verità è che l’ho letto sulla prima pagina dove lo hai scritto.” confessa Crowley e tutto sommato il giovane si ritrova a sorridere.

“Prima ho visto quanto impegno ci mettevi per sistemare i tuoi libri. Sai, ho un amico che ci tiene ai suoi libri anche più di quanto tu tenga ai tuoi.” riprende il discorso Crowley. “Lui decisamente sarebbe più bravo di me in questo, ma credo di poterci riuscire anch’io…” e dicendolo schiocca le dita, restituendo a tutti i libri il loro precedente e intatto splendore, prima di consegnarli al loro stupefatto proprietario.

“Continuo a pensare di non essere del tutto lucido e che questo non stia accadendo per davvero, però… grazie!” gli sorride sincero Kevin.

“Chi te li ha ridotti così quei libri, ti va di parlarmene un po’?” lo esorta Crowley.
Kevin non sa esattamente come, ma accade e si lascia andare a una lunga confessione di tutti i soprusi che ha dovuto subire in quegli anni e non solo dai compagni di scuola.
Come se stesse parlando con un amico di vecchia data, anziché con un bizzarro demone sopra le righe.

- Che poi chissà dov’è la differenza, io un amico non l’ho mai avuto!- rimugina il ragazzo.

“E dimmi, non vorresti fargliela pagare a questi bulletti da quattro soldi?” comincia a tentarlo Crowley.
“E come?” gli domanda intrigato il castano.
“Non lo so, fa finta che io sia come un genio della lampada, che però può far avverare un solo desiderio, il tuo quale sarebbe?” gli domanda il rosso.

“Tanto è già tutto così assurdo che.. okay, facciamolo pure questo gioco. Vorrei controllare le menti di quegli idioti…” risponde Kevin. “No, aspetta, voglio controllare la mente di chiunque, ormai non mi fido più di nessuno.” si corregge, con un’espressione molto meno solare. “Solo di te, ma perché sembri me, nonostante tu sia un demone!” la butta sul ridere.

Chi non sta ridendo affatto è Crowley, che lo fissa in silenzio, accarezzandosi il mento con fare pensieroso.
“Il controllo delle menti, eh? Bello, suggestivo, originale. Mi piace e può fare benissimo al caso mio, anche meglio di quello che avrei voluto fare.” bofonchia, confondendo un po’ il suo giovane interlocutore.
Il demone schiocca le dita, esaudendo così quel desiderio recondito.
“Divertiti, quel potere d’ora in poi è tuo!” lo informa, prima di alzarsi e lasciar solo un Kevin piuttosto sconvolto.

- Devo smetterla di studiare così tanto se poi mi dà queste allucinazioni così vivide! -


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                                                                      New York, 461 Fifth Avenue, 5 April 2000


La famiglia Jones è di ritorno dall’ennesima scampagnata.
Le sensazioni di qualche sera prima ormai sembrano un ricordo lontanissimo, fra Jessica e Phillip sembra essere ritornata la consueta disarmonia che regna la maggior parte delle volte tra un fratello e una sorella.
Litigano su tutto, si fanno i dispetti e non perdono nemmeno occasione di darsi qualche pugno.
La madre sembra la più rassegnata, mentre è il padre che costantemente li sprona a comportarsi in maniera più civile, perdendo di vista la strada talvolta, per concentrarsi meglio sui due figli indisciplinati.
Una continua distrazione che a un certo punto potrebbe anche riscuotere un prezzo troppo alto da pagare.


Non molto lontano da lì, Aziraphale passeggia tranquillo nella Park Ave, una delle strade adiacenti.

La sua missione a Waterbury ha avuto un esito così positivo che l’angelo ha deciso di concedersi una giornata da turista, con uno spiccato interesse per quello che le pasticcerie locali hanno da proporgli.

È al termine di una di quelle gustose merende che Aziraphale va in cerca di una cabina telefonica.
Compone un numero che da anni conosce a memoria. Se è fortunato sa che lo troverà a casa. Da lui è notte fonda, ma questo non è mai stato un problema.

Aziraphale è più che fortunato. Crowley risponde senza nemmeno far partire la sua segreteria.


“Sei tu?” mormora Crowley.

“Dipende… chiarisci ‘tu’.” tentenna il biondo dall’altra parte della cornetta.

“Lo hai appena fatto.” sorride il rosso. “Allora, come va la tua missione?” si interessa, sedendosi in modo scomposto sulla sua poltrona rossa e dorata.

“Ohh, estremamente bene, non solo ho impedito a quelle pecorelle smarrite di profanare quella chiesa, ma sono stato così convincente che stanno per diventare chierichetti!” ridacchia Aziraphale, contagiando anche l’amico millenario. “Oops, non mi starò vantando troppo?” si fa subito un esame di coscienza.

“A me piaci un po’ vanitoso…” sussurra l’altro.

- Chi voglio prendere in giro? A me piaci sempre! -

“Hai fatto bene a chiamarmi, angelo, altrimenti ti avrei cercato io. Ho trovato il mio candidato perfetto, proprio oggi. Non vedo l’ora di vederlo in azione!” gongola il demone, ripensando al suo incontro di quella mattina.

“Oh, buon per te… o cattivo per te, come si dice dalle tue parti?” borbotta confuso Aziraphale, facendolo ridere.
“La prima va bene…” gli conferma. “E tu a che punto stai?”
“C’erano numerosi infermieri, volontari, pompieri, scout… ma non credo di aver ancora trovato…”

Un rumore fortissimo interrompe la loro conversazione.

“Che succede, angelo?” domanda preoccupato Crowley.

“Oh no, c’è stato un orribile incidente qui vicino, io… devo andare!” fugge in fretta Aziraphale, lasciando la cornetta a penzoloni dal telefono, con Crowley che continua a chiamarlo inutilmente.

Più Aziraphale si avvicina al luogo dell’incidente, più avverte un disperato richiamo.

Non voglio morire. Non voglio morire. Non voglio morire.

Si rende invisibile a tutti, per farsi più facilmente largo tra la folla di curiosi accorsi o scesi dalle proprie vetture,

Probabilmente chi era alla guida di quell’auto deve averne perso il controllo, andando a sbattere violentemente, in un tetro spettacolo di vetri rotti e sangue.

All’interno c’è un’intera famiglia, per la quale non sembra più esserci nulla da fare.
Guardando meglio nei sedili posteriori, Aziraphale riesce a percepire ancora un flebile accenno di vita.

Non voglio morire. Non voglio morire.  

È la maggiore dei due figli ad emetterlo, assieme a quella forte supplica.

Una ragazzina che si affaccia all’adolescenza, ferita in più punti, che giace incosciente, ma ha ancora quel tenace desiderio.

E, come un genio della lampada, Aziraphale quel desiderio ha un irrefrenabile impulso di esaudirlo.

“Non morirai, piccola cara.” mormora, schioccando le dita.

Per un frammento di secondo, la ragazzina apre gli occhi e Aziraphale ha come la netta sensazione che lei lo abbia guardato, anche se è praticamente impossibile.

I soccorsi non tardano ad arrivare e, sempre mantenendo la sua invisibilità, l’angelo la segue fino in ospedale, al reparto rianimazione.
Mentre è collegata a vari macchinari e a una flebo ricostituente, in attesa dell’arrivo dei medici, Aziraphale la osserva meglio.

C’è qualcosa in quella ragazzina, all’apparenza uguale a mille altre della sua età.

- Se è così attaccata alla sua voglia di vivere, forse lo sarebbe ancora di più nel proteggere le vite altrui, se io le fornissi i giusti mezzi… - valuta, avvicinandosi cautamente.

Di nuovo, con un leggero sussulto, la teenager apre i grandi occhi a metà fra il nocciola acceso e il verde intenso, e di nuovo sembra che stia fissando proprio lui.
“Tu… tu riesci a vedermi?” le domanda basito Aziraphale.
La ragazzina non riesce ancora a parlare, ma si limita ad annuire con la testa.
Tuttavia, è uno sforzo troppo grande a cui sottopone il suo corpo e perde i sensi nuovamente, sfinita, ma viva.

Nessun umano, in sei mila anni, è mai riuscito a vederlo nel suo stato invisibile.
Si deve essere instaurato un forte legame fra loro.


- Questo è un segno.- riflette Aziraphale.

Era certo che avrebbe dato il suo dono a un adulto serio, responsabile, altruista e generoso… e invece decide di giocarsi il tutto e per tutto con una teenager che non sa nemmeno se saprà gestire e come reagirà.

Eppure sente che non potrebbe fare una scelta più giusta.

La decisione è presa, le dita dell’angelo schioccano, con tutte le relative conseguenze.


“Mia dolce, giovane ragazza, non sai ancora quanto bene sei destinata a fare!” le sussurra languido, accarezzandole i lunghi capelli corvini, prima di lasciare la stanza.


TBC

Dalle schede Marvel risulta che l’incidente si sia verificato nell’Aprile del 2000, per questo ho cercato di mantenermi il più fedele possibile… un bel controsenso, visto che poi cambio ogni altra cosa ^^’

LOL, un bel conflitto di interessi, vero? rendere Phillip un fan della DC? XD Però ci tenevo a creare un momento tenero tra fratelli… non so se nella serie ci sia, per ora sono quasi a metà della seconda stagione…

ah, parlando di realismo, questa è l’Università di Kevin



https://i.dailymail.co.uk/i/newpix/2018/09/11/13/50060EF000000578-6154777-The_student_group_is_based_at_Goldsmiths_university_whose_studen-a-2_1536667672950.jpg

E quei libri esistono sul serio, si possono tradure in ‘La mente pienamente consapevole’, ‘Come farsi degli amici e influenzare le persone’ e ‘Come funziona la mente’.

Quale incontro vi è piaciuto di più? Oh, beh, povera Jess, lei non poteva nemmeno parlare ^^’ , mi sa che vincono quelli più chiacchieroni, ma lascio a voi la parola.

Però mi sembrava romantico che ottenessero i poteri nel corso dello stesso giorno <3

Spero vi piaccia, ma non esitate a dirmi qualsiasi cosa pensiate  
J

besos
   
 
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