Storie originali > Noir
Segui la storia  |       
Autore: ToscaSam    18/02/2020    1 recensioni
Ispirato da "I Fisici" di Dürrenmatt.
Ambientato in piena Guerra Fredda: in una clinica psichiatrica sono ricoverati tre strani pazienti. Tutti e tre erano grandi fisici, un tempo. Fra di loro ce n'è uno, Johan Möbius, che ha lavorato tutta la vita per trovare la "formula universale", quella che risolverà ogni domanda sull'universo e sulla fisica. Tutte sciocchezze deliranti di un malato di nervi.
O forse no.
Nel prestigioso sanatorio cominciano ad accadere fatti disturbanti: due infermiere trovate morte sono solo l'inizio della vicenda.
Una storia grottesca, farcita di dark humor e temi filosofici.
Cosa è giusto/sbagliato? Cosa è il bene/il male? Chi sono i buoni/i cattivi?
Genere: Dark, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
La signora Rose
 
La dottoressa Von Zhand rimase sola nel salotto.
Aveva un'espressione austera, sarebbe stato difficile decifrare i suoi pensieri.
Continuò a fissare la porta anche dopo l'uscita del commissario Voss, poi si sedette di nuovo sulla stessa poltrona e inspirò ampie boccate dalla sigaretta sempre accesa.
Creò un effimero mondo di nebbia entro cui nascondersi e pensare. Aveva i suoi mezzi per recuperare le famose guardie che avrebbero sostituito le infermiere, ma doveva programmare tutto nei minimi dettagli. Non poteva commettere errori, anche se questo accadeva raramente alla luce di certi fatti noti solo a lei.
Il suo corpo, fasciato da un vestito nero e dal camice, giaceva abbandonato sulla poltrona. Una sconosciuta scultura del Canova: Elettra, assorta, che medita vendetta.
Sorrise nel suo mondo bianco e sfuggente poi, proprio quando stava per avvicinare di nuovo la sigaretta alla bocca, una voce la riportò alla realtà:
« Signorina!»
Era la caposala, Martha Boll. Sfoderava la sua più elevata indignazione.
Mathilde emise una risata che si confuse con un leggero colpo di tosse. Si alzò, scusandosi e raggiunse un posacenere.
« Signorina, non dovrebbe fumare qui. Adesso dovremo aprire tutte le finestre»
« Già. È un bel guaio, vero? Mi dica una cosa, prima: la salma della povera Irene è stata composta nella cappella?»
« Si, sotto l'organo. Ho chiamato l'impresa funebre e verranno a prenderla domani. Ci sarà un breve funerale»
« Non mi pare il caso di turbare oltre il povero Ernesti, le era molto affezionato. Se lei vuole partecipare, faccia pure, ma non coinvolga i degenti»
« Va bene, signorina»
« Bene, veniamo ai fatti. Cara signorina Boll sono purtroppo costretta a porre fine a una delle tradizioni di questa casa di cura».
Martha contrasse i muscoli facciali, stupita e incuriosita. Rimase rigida, con la cartella clinica in mano e attese che la dottoressa continuasse. Quella, gustò un poco il piacere di far attendere la sua sottoposta, poi esclamò: «Finora, come lei sa, avevo impiegato delle infermiere per il servizio qui alla villa. Il procuratore di stato mi ha intimato di non permettervi più l'ingresso in questo luogo. Dovrò assumere delle guardie giurate. Per l'amor di dio, non faccia quel viso, non la sto licenziando! La spedisco solo all'edificio principale»
« Signorina Von Zhand, non lascerò che mi si tolgano i miei tre fisici! Li ho in cura da quattro anni!»
« E che cos'era, questa? Un'affermazione? Purtroppo la mia decisione è irrevocabile»
« Nessuno li conosce come li conosco io! Non può lasciarli a delle guardie giurate!»
« Non posso? Signorina, le ho appena detto che devo».
Martha, ferita, fece un mezzo sorriso amaro: « Sono proprio curiosa di sapere dove le troverà queste “guardie”! Appena sapranno che due ricoverati sono degli assassini, non vorranno assumere l'incarico. Per non parlare delle cure mediche! Una guardia che somministra un medicinale! Assurdo!»
« Sa? Lei ha una fortuna meravigliosa: non doversi preoccupare affatto di questa faccenda, visto che devo pensarci io. Cambiamo discorso: è arrivata la moglie di Möbius? La stavo aspettando»
« Si, è nella sala d'attesa. Ma ...»
« La faccia entrare, allora»
« Ma io … »
« Signorina Boll, mi faccia il piacere».
Martha Boll si girò, rigida e scossa da tremiti. I lineamenti piacevoli erano del tutto alterati.
Si avvicinò alla porta che dava sull'atrio e invitò dentro le persone in attesa. La sua voce aveva un che di metallico:
« Prego, signora».
Mathilde fece scivolare dalla sua mente il penoso dialogo appena sostenuto e sfoderò un aria professionale e amabile. Sulla scena di quel noioso teatrino, Martha Boll venne sostituita da due personaggi assai bizzarri: una era una donnina sulla cinquantina, piccola, ingrigita e imbellettata in maniera molto umile; l'altro era un uomo basso in tenuta da pastore protestante. Si tenevano a braccetto. Pareva che quel luogo incutesse nella signora Möbius una gran paura.
« Mia cara signora Möbius!» esclamò la dottoressa, avvicinandosi, sciogliendola da quella posa così terrorizzata. Le strinse una mano e poi rivolse un cenno di saluto al parroco.
« No, signora dottoressa» disse la donnina: « non sono più la signora Möbius, ma Rose. Mi sono sposata due settimane or sono con il missionario Oskar Rose. Faceva il parroco a Friburgo e l'ho incontrato a un congresso. Sa, era vedovo».
La donna indicò arrossendo il suo accompagnatore: il parroco sorrise come se fosse in pace col mondo. A Mathilde sembrò un ebete.
« Beh, allora congratulazioni vivissime signora … Rose»
« Che calma regna in questo luogo. Una vera pace del Signore. Come dice il Salmista: “Vedano gli umili e si rallegrino; si ravvivi il cuore di chi cerca Dio, poiché il Signore ascolta i poveri e non disprezza i suoi che sono prigionieri. A lui acclamino i cieli e la terra, i mari e quanto in essi si muove”».
Mathilde rimase sconcertata.
La signora Rose era arrossita di piacere. Il missionario fissava il soffitto con occhi socchiusi, come se potesse scorgervi il Salmista in gloria fra i santi.
« Signora Rose, qual è il motivo della visita? Dal suo biglietto sembrava assai preoccupata»
« Oh, signora dottoressa, il fatto è che Oskar ha accettato di dirigere una missione nelle Marianne»
« Nell'Oceano Pacifico!» aggiunse il missionario, placido.
« Oh» esclamò la dottoressa. Invitò La piccola signora a continuare. Quella prese un respiro profondo, poi ripartì con vocina flebile:
« Le cose che voglio dirle sono queste, signora: volevo vedere Johan per l'ultima volta. Gli ho portato le foto dei suoi figli … insomma, non ritorneremo dalle Marianne, andremo a vivere lì»
« Capisco, signora»
« Ma c'è dell'altro. Non ho più i mezzi per pagare la retta della sua struttura» le si riempirono gli occhi di lacrime: « Johan dovrà venire ricoverato in una clinica di stato!».
Il missionario Rose si curvò sulla sua signora e l'abbracciò forte. Una scena commovente quanto pietosa.
Mathilde cercò di contenere i sentimenti che l'animavano.
« Mia cara signora. Ma perché mai dice queste cose? Il suo ex marito è così caro, così amabile. Ci siamo tutti affezionati a lui. Ha trovato dei colleghi tanto simpatici. Si è ambientato così bene. Lei mi ha pagato la retta per tanti anni, lo consideri un pegno per i suoi sforzi. Johan rimarrà qui nella villa. Sarei un mostro a mandarlo via»
I suoi occhi si illuminarono di una luce sinistra che la signora Rose non colse.
« Lei è tanto buona con me, signora dottoressa».
Gli occhi della donna si erano fatti ancora più tremuli e liquidi.
Il missionario la sorreggeva con patetico affetto.
« Adesso le vado a chiamare Möbius, che ne dice?»
Chiese la dottoressa.
« Lo sa vero che … beh, del divorzio?»
« Certo, ne è stato informato»
« Ma ha capito?»
« Purtroppo, Möbius non si interessa più degli affari del mondo. Si è rinchiuso dentro sé stesso, isolato da tutto il resto».
La voce della signora Rose diventò un sussurro: « Ma … continua sempre a sostenere che gli appare … il Re Salomone?».
Mathilde rise, amara: « Purtroppo è così. Il Re Salomone. Come ha fatto ad inventarselo, povero diavolo, non lo capisco proprio».
Il parroco biascicò: « Che deprecabile situazione! Ormai può solo sperare di trovare conforto nella fede: “nella Sua incredibile misericordia e nel Suo amore, Egli mi ha liberato, anche se mi sono comportato come un folle”»
Mathilde sbottò: « Le sue doti di teologo sono assai puntuali, signor missionario».
La signora Rose si strinse al braccio di lui: « Oskar è un bravo predicatore».
La direttrice sospirò, poi annunciò che sarebbe andata immediatamente a convocare Johan Möbius.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Noir / Vai alla pagina dell'autore: ToscaSam