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Autore: elelunare    18/02/2020    0 recensioni
Terza storia da me edita dopo "Questa volta lo farò io" e "L'isola dove tutto si complica". Zoro, Sanji, Robin e Nami cercano di nascondere il proprio comune segreto ma una sfida incredibile attende tutta la ciurma...riusciranno ad approdare a God Valley, l'isola dove si scontrarono i Rocks e Gold Roger? E che cosa lì attenderà lì?
Ps: Contiene qualche spoiler sulla vera trama di OP, mentre la storia, i dettagli e le vicende sono del tutto inventate. I personaggi e il mondo di OP sono copyright di Eiichiro Oda.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Nico Robin, Roronoa Zoro, Sanji, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Quella mattina, Sanji servì la colazione a tutti, all'appello mancarono Zoro e Robin. Il primo, si sospettava stesse ancora dormendo in palestra (nessuno l'aveva visto in camera e Franky non aveva voluto nemmeno nominarlo), la seconda era ancora a letto.

“Andrò a visitarla!” fece Chopper, terminando il suo succo d'arancia “Magari la febbre si è abbassata!”

“Certo che non guarirà digiunando...” commentò la rossa, tristemente, mescolando il suo cappuccino.

“Sì, hai ragione! Glielo dirò! Allora, Nami, avvisami quando si sveglia, ok?”

“Certo, dottore”

“Ma...Robin sta ancora male?!” fece Rufy, cadendo dalle nuvole. Si stava riempiendo la bocca di biscotti.

“Sembra proprio di sì, stupido!” rispose malamente Nami, non capiva come potesse essere così rimbambito a volte!

“Mm...mi spiassce..!” commentò a bocca piena. Poi il suo viso iniziò a diventare tutto rosso.

Il capitano spalancò gli occhi, la sua faccia mutò in un rosso pomodoro, gonfiandosi terribilmente. Tutti lo fissarono stupiti e sgomenti.

Poi Rufy deglutì il boccone e spalancò la bocca. Una lingua di fuoco esplose dalle sue fauci e tutti urlarono e si rifugiarono sotto il tavolo. Poi tornarono sù a spiare cos'era rimasto del loro capitano.

Era afflosciato sul tavolo e mormorava qualcosa.

“Rufy!! Ma che cosa è successo?!” fece la rossa andando da lui.

“Qua....ac...acqua! Acqua!!” si lamentò lui, con la lingua strisciante e arrossata di fuori.

“Oh, no! Oh, no! No, caxxxxo!!!” esclamò il cuoco, iniziando anche ad imprecare. Corse al tavolo e prese la scatola di biscotti, buttandola poi nella pattumiera, rabbioso. Si prese la faccia non sapendo che dire e si affrettò a riempire una caraffa d'acqua.

“Sanji...vuoi... uccidermi?!” fece il capitano.

In risposta, il cuoco lavò la faccia del moro rovesciandogli mezza caraffa addosso e poi Rufy si bevve l'altra metà d'acqua rimasta in un colpo solo. E ritornò del suo colore.

“Ancora!!! Ne voglio ancora!!” continuò a lamentarsi il capitano in modo esagerato, neanche avesse due anni.

“Confusolozuccherocolpeperoncino..lozuccherocolpeperoncino..zuccheropeperoncino?!!” farfugliava il biondo immobile, era in uno stato di shock e annaspava..

Tutti guardavano la scena a dir poco increduli, non sapendo se ridere o piangere. Nami prese in mano la situazione.

Mollò due schiaffi ai due e andò a prendere l'acqua al capitano. Sanji si scosse e fece le sue scuse a Rufy, era davvero mortificato.

“Io...andrò a gettarmi in mare per questo” disse il biondo, non ancora in sé, e la rossa lo prese per il colletto.

“No! Tu stai qua! Ora ti siediti e respira!” gli ordinò.

“Sì! Nami-swaaann!!” fece lui, mutando i suoi occhi in due cuori ondeggianti.

“Beh, questa è un'altra prova!” commentò Usopp, alzandosi e andandosene (ovviamente si riferiva sempre alla storia Sanji-Robin). Lo seguirono anche tutti gli altri, chi guardando ancora la scena e dissentendo.

Poco dopo, Rufy si riprese e Sanji gli promise che per pranzo avrebbe cucinato la miglior carne mai assaggiata per scusarsi. Il capitano annuì dicendo che era tutto ok, poi prese la porta e se ne andò. Anche Nami partì per le sue mansioni di navigatrice, però, prima di andarsene, il cuoco la fermò dicendole di tornare presto perché doveva assolutamente parlarle di una cosa importante.

 

--

 

Un oretta dopo, Usopp passò sul ponte giusto il momento per vedere l'archeologa entrare in cucina. Si sfregò le mani e prese anche lui quella direzione (voleva spiare in qualche modo la conversazione tra lei e il cuoco, quella era un'ottima occasione!).

Però qualcuno lo chiamò.

Franky gli fece gesto di andare da lui e il nasone cercò di trovare una scusa per filarsela ma il cyborg insistè.

“Usopp, devo parlarti, riguarda Zoro. Farò presto perché sono molto stanco, non vedo l'ora di andare a dormire” gli fece con una faccia truce, così truce che Usopp si bloccò e restò ad ascoltare l'amico.

Così si misero in un angolino a confabulare a bassa voce.

 

--

 

“Ecco qua, Robin cara”

Sanji portò del caffè bollente e una bella fetta di torta al limone all'archeologa, lei gli accennò un sorriso che però scomparve subito dal suo viso.

“Come ti senti stamattina?” gli chiese il biondo, continuando le sue faccende.

“Meglio, grazie” rispose la mora prendendo la sua tazza di caffè, però dal suo atteggiamento sembrava tutt'altro. Si era messa una maglietta larga e scura, non era proprio del suo genere, pareva un pigiamone! Però era perfettamente coordinata al suo umore depresso.

Per un po' calò il silenzio in quella stanza, l'archeologa terminò la sua bevanda calda e il biondo finì di asciugare i piatti. Ogni tanto le aveva buttato un'occhiata. Niente, Robin non aveva toccato la torta.

Le si avvicinò, sedendosi poi di fronte a lei.

“Lo so che non dovrei insistere ma, devi mangiare altrimenti crollerai, quindi non uscirai da qui se quella torta non sarà sparita”

“Non me la sento, Sanji” rispose solo la mora, e guardò basso. Il cuoco sbuffò.

“Fate le stesse cose quando state male..” commentò lui e Robin lo fissò in modo confuso.

“Quello stupido non ha mangiato ieri, né l'abbiamo visto stamattina. Non è in camera, probabilmente sta dormendo sù in palestra.. e stanotte ha fatto un bel casino. Però te lo racconterà lui quando vi vedrete”

Robin abbassò la testa e negò debolmente. Nella testa del cuoco si accese una spia rossa che diceva “Allarme! Donna in lacrime! Donna in lacrime!”. Sospirò, non aveva seriamente voglia di vedere Robin ancora in quello stato! Istintivamente, mise una mano sopra quella dell'archeologa e parlò. Lei rimase immobile.

“Robin-chan, quello è un idiota, io l'ho sempre sostenuto ma.. so anche, e ne sono certo, che ci tiene molto a te. Quindi basterà che vi parliate per risolvere la cosa, fidati. E lo dico solo per il tuo bene”

In quel momento entrò Nami, e vide la scena. Chiuse lentamente la porta dietro di sé cercando di metabolizzare il tutto. Il cuoco la vide, le fece un sorriso tirato e ritirò la sua mano.

“Grazie, Sanji” disse la mora, poi si alzò e se ne andò, sempre con un aria tetra e depressa e senza badare né a lui e né alla rossa. Pareva in un'altra dimensione.

“Oh, non ha mangiato la torta! Me l'ha fatta!” fece il biondo un po' irritato.

“Cos'era quella scena?” gli chiese Nami, ancora interdetta.

“Cosa?..La..La mano?” farfugliò il cuoco. Nami assottigliò gli occhi, minacciosa. “La stavo consolando! L'hai vista no? Che faccia terribile aveva!”

Nami sorrise, stava scherzando. “Lo so, sta tranquillo, lo so! So che hai un cuore enorme!” disse avvicinandosi a lui e abbracciandolo per un secondo. “Quindi...cos'è che dovevi dirmi con tutta urgenza?”

 

---

 

Franky raccontò ad Usopp del fattaccio della scorsa notte, del fatto che lo spadaccino aveva parlato seriamente male dell'archeologa e che lui l'aveva aggredito per difendere l'amica. Che poi era arrivato Sanji e aveva lasciato il verde a lui, perché aveva ritenuto giusto così, visto la loro relazione. Il nasone fu molto sorpreso, commentò che non se lo sarebbe mai aspettato quel comportamento da Zoro, aveva capito che tra lui e l'archeologa non tirava una bella aria ma non fino a quel punto!

“Usopp, credimi, Zoro non sembrava lui! E adesso che ci penso con calma, può essere! Può essere davvero che sia come mi ha detto Sanji”

Il nasone gli fece una faccia perplessa. Franky si spiegò meglio.

“Sanji è venuto da me dopo aver 'sistemato' Zoro“

“Beh, deve essere preso con le bombe per non farsi vedere! Sicuro che il cuoco non l'abbia ucciso o buttato in mare?!” commentò il nasone allarmato. Franky negò e continuò.

“Sanji mi ha detto che si era accorto che però Zoro gli pareva un po' brillo, insomma, che non era lucido! Per questo ha detto quelle cose.. Ma tutti sanno che lo spadaccino non si può ubriacare! Quindi davvero non so a chi credere.. Il fatto è molto strano. Zoro mi aveva detto di non sentirsi bene, magari stava così per qualcosa che aveva mangiato!”

“Può essere Franky, può essere.. Ma può anche essere che lo spadaccino odi sul serio Robin! Non gli è mai stata simpatica!”

“Beh, se è così se la dovrà vedere con me, e poi di questa cosa dovremo informare tutti! Meglio se stasera”

“Sì, in effetti è abbastanza grave...” fece Usopp.

“Ok, per ora stiamo così, ora vado a letto và..” disse il cyborg con aria stanca “..E' stata una nottata molto difficile”

I due si salutarono, e Usopp fu così preso da quella nuova notizia che si dimenticò di tutto, tornò così nel suo laboratorio ancora rimuginando i fatti.

Solo successivamente si ricordò di Sanji e Robin in cucina, e andò a controllare, ma questo accadde dopo.

 

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Nel momento in cui l'archeologa uscì dalla cucina, Zoro si svegliò. La sua mascella gli doleva ancora, si toccò la guancia e sentì che si era evidentemente gonfiata, all'angolo della bocca avvertì del sangue raggrumato. Si tirò sù in piedi ed ebbe un giramento di testa. Di certo l'aver quasi digiunato per un giorno intero non l'aveva aiutato, non era proprio in forma! Quindi aprì la finestrella e venne accecato da un sole potente. Quando i suoi occhi si abbituarono, spiò sotto, c'erano Chopper e Brook fuori, ma poi notò un movimento anche sul ponte a poppa. Vide chi era e sentì un dolore allo sterno, molto familiare. Gli capitava solo con quella persona.

C'era Robin giù, camminava lentamente, la vide poi sparire dietro l'angolo, l'archeologa sembrava andare verso la biblioteca. Si sentì malissimo, ancora di più della sera prima, quella viva mancanza e quel prepotente senso di colpa lo stavano letteralmente schiacciando. Doveva vederla, doveva chiarire, e doveva farlo subito.

Zoro decise che quella mattina avrebbe rischiato, la cosa urgente da fare era andare a parlarle, aveva fatto passare anche troppo tempo.

 

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“Cioè! Franky ha picchiato Zoro?! E tu hai.. infierito ancora?”

“Me l'ha chiesto lui e se lo meritava, quella testa di cactus!.. Dannazione! Sta diventando bravo quanto Rufy a combinare casini! E poi dovevo per forza fare la mia parte! Comunque ho fatto piano”

“Certo..certo...è che sono un bel po' sorpresa! Perchè fare tutto questo macello per sapere quella cosa?? Di sicuro il fatto di Franky l'ha fatto andare fuori di testa!”

“Sì, è geloso marcio...anzi, direi quasi possessivo, e con oggi ci andremo di mezzo tutti! Spero solo che Franky mi abbia creduto...gli ho detto che per me Zoro non stava bene..che era ubriaco, non mi era venuto in mente altro ieri sera.. Ma voi non avete sentito nulla?”

“No..io non ho sentito nulla, dormivo.. e neppure Robin, credo”

“Cavolo, temevo che svegliassero tutti! Sarebbe stato un bel guaio se fosse accaduto! Però sono sicuro che verrà comunque fuori qualcosa oggi...”

“Zoro non è abbituato a pensare prima di agire...lui parte in quarta, e di solito manco se ne pente! Se è alterato poi è anche peggio! Ah, spero che Robin e Zoro si chiariscano presto, la situazione sta degenerando”

“Beh, poco ma sicuro che così non si può andare avanti...” fece il biondo andando verso la porta della cucina “..E che anche io fra poco farò la fine di quel citrullo...Io non posso andare avanti in questo modo, senza di te” Sanji chiuse la porta a chiave.

La rossa lo osservò un po' sorpresa. “Cosa hai intenzione di fare?” chiese, l'atmosfera lì dentro era cambiata di colpo.

Il cuoco si girò verso di lei, era molto serio.

“Nami-san...hai visto cosa ho combinato stamattina, no?”

“Beh...capita anche ai migliori di sbagliare, giusto?” fece lei, appoggiandosi al bancone.

“No, a me non è mai capitato. E non deve capitare. Il fatto è che ho sempre la testa da un altra parte, e ultimamente me ne accorgo quando ormai è troppo tardi” confessò il biondo avvicinandosi a lei. “Sai a cosa penso?” la fissò.

“A.. alla fame insaziabile di Rufy?” scherzò lei, che aveva capito benissimo dove voleva andare a parare. Sanji non rise alla battuta, anzi, la studiò con uno sguardo intenso.

“A te, io penso continuamente a te perché...ti amo e mi manchi troppo. E questo mi sta uccidendo come cuoco, e come uomo. E' colpa tua se sono in crisi quindi...ora ti ho rinchiusa qui dentro, così non potrai scappare di nuovo” disse giocherellando con una ciocca della rossa, mentre Nami seguiva le sue mosse senza sapere che dire. Poi Sanji le fece un sorriso dolcissimo e contemporaneamente le prese i fianchi e la mise seduta sul bancone.

“Ah, Sanji! Ma che..?!” si stupì lei. Il cuoco si appoggiò al mobile, davanti a lei, bloccandole la fuga e squadrandola. Gli era tornato quello sguardo così intenso e sensuale, un po' biricchino anche!

“Questo è...più che rischioso, biondino!” commentò a bassa voce lei, che però moriva dalla voglia di stare da sola con lui!

Sanji si sistemò tra le sue gambe e si avvicinò al suo viso, poi iniziò, lentamente, a stamparle dei baci sul collo, respirando il suo profumo.

“Non vorrai mica...avere sulla coscienza qualcuno? Perchè è questo che accadrà se non ci vedremo più” le sussurrò, facendola tremare “Posso..avere solo un piccolo assaggio di te?”

Nami annuì a scatti con la testa, non riuscendo a far altro, fremeva di curiosità ed eccitazione.. Era così dolce poi quella cosa che le chiedeva il permesso di farlo!

Mentre il biondo stava già sbottonandole la camicetta, Nami si chiese pure se non stessero tutti e due impazzendo: quella cosa era altamente azzardata! Una cosa da folli! Non erano di certo da meno rispetto a Zoro in quel momento!

Sanji nel frattempo le aveva tolto quasi tutto, aveva intrufolato le mani dietro la sua schiena e le stava slacciando il reggiseno. Lei in risposta gli prese il viso baciandolo profondamente.. Era da non credere! Non avrebbe mai pensato che potesse accadere qualcosa del genere proprio in cucina! Non nel posto che il cuoco reputava sacro!

In quel bacio, i biondo le tolse anche quell'indumento e lei rimase con il seno al vento, poi si staccarono e Nami vide Sanji sparire sotto il bancone. Sbucò subito dopo invitandola a chiudere gli occhi. Lei ubbidì e sentì un rumore, come di un barattolo di vetro che si apre.

“Continuiamo da dove ci siamo fermati.. Sei pronta?”

Nami annuì, stava respirando già in affanno, era in ansia, in trepidazione. Aveva paura che arrivasse qualcuno da un momento all'altro ma allo stesso tempo mandava quel pensiero al diavolo.

La rossa sentì ancora dei baci sul suo collo, sulla clavicola.. e poi quelli si fermarono un po' più giù, ed infine, una strana sensazione fresca e umida sul seno. Annusò l'aria come un segugio: quella che sentiva era...marmellata? Ah, no! Era miele! Cioè...Sanji le aveva spalmato..?! Non ebbe neanche il tempo di realizzarlo, che il biondo iniziò a leccarle il seno e poi, poco dopo, a succhiarlo piano. La rossa gemette, sorpresa ed estasiata, e lui, incredibilmente, non si fermò anzi la trascinò di più verso di sè.

Ma quello era davvero il cuoco? Sembrava non fargli più alcuno strano effetto quella parte del corpo! Dopo un primo momento spiazzante, lei gli prese la testa per accarezzarlo e incoraggiarlo ad azzardare di più e lui rispose prontamente, suggendo con maggiore intensità. La rossa ora ansimava, ridacchiava e sospirava, non poteva trattenersi e non era effettivamente possibile resistere, quindi aveva provveduto a tappare le orecchie del biondo con le mani per evitare al cuoco di esplodere nella sua crisi.

Sanji, da parte sua, era completamente preso e perso in quello che stava facendo e provando, si sentiva pienamente in sé, pienamente vivo e felice in quel momento. Se avesse potuto fermare il tempo l'avrebbe fatto..

Da quel momento, nessuno dei due pensò più a quello che rischiava di succedere.

 

---

 

Zoro, dopo essersi perso facendo un giro incomprensibile, arrivò in biblioteca. Nessuno pareva averlo visto, almeno quello era positivo! Sbuffò e fece il giro della stanza: nulla, lì Robin non c'era. Riflettè velocemente: non era possibile che l'archeologa fosse tornata indietro, l'avrebbe vista! (a patto che quello che aveva visto sul ponte non fosse stato il suo clone!). Scacciò quell'idea e si illuminò. Ma certo! Se l'archeologa non era lì era perché era salita alla sala da bagno, di sicuro!

Quindi Zoro si arrampicò sù per la scaletta e si trovò la porta del grande bagno di fronte a lui, e quella era ovviamente chiusa. Allora, ci appoggiò un orecchio giusto per sentire lo sciacquio dell'acqua lì dentro.

BINGO! La mora era di sicuro là dentro, ora sarebbe bastato bussare.

“Toc! Toc! Toc!!” bussò e aspettò.

“E' occupato” disse lei con voce piatta e ovattata.

“Sono io..” rispose Zoro, non molto forte e vicino alla porta.

La mora non rispose, lui attese ma la portà non si aprì.

“Robin.. posso entrare? Devo parlarti..” disse lo spadaccino sempre attaccato alla porta, stava cercando di capire se lei fosse lì vicino. Aspettò ancora ma Robin non diede alcun cenno di vita.

Di certo non se lo sarebbe mai aspettato che lei reagisse così, si sentì ancora peggio di quanto ormai non si sentisse. Quindi respirò e cercò di convincerla, tanto sapeva che poteva sentirlo.

“Voglio chiederti scusa, ma non così. Voglio dirtelo in faccia, se me lo permetterai.. Apri, Robin” la sua voce tradì un po' di impazienza e di ansia.

Zoro appoggiò la testa sulla porta e attese, non c'era nulla da fare, e lui che voleva e doveva dirle un milione di cose..!

“Allora starò qui finché non usc...” iniziò di nuovo, ma poi sentì il click della serratura.

La mora aprì la porta e lui si tirò sù in tempo. L'uscio si spalancò e uscì una nuvolona di vapore dal bagno, poi, a poco a poco Robin apparve fasciata in un asciugamano bianco che le copriva il seno e le arrivava a metà gambe. Guardava a terra.

La mora si spostò facendo entrare Zoro e, velocemente, richiuse la porta, sempre fissando il pavimento. Lo spadaccino si girò verso di lei e la studiò, la vedeva un po' sfocata dal vapore, comunque pensò che fosse stupenda. Di nuovo, quel diavolo di dolore allo sterno lo colpì a tradimento.

“Robin, io..” iniziò a dire, ma lei si mise a fissarlo. Era evidentemente arrabbiata e..ferita. Zoro si zittì, non riuscendo a dire più nulla, le parole gli si bloccarono sulla gola. Fu davvero un colpo basso quello sguardo.

Poi l'espressione di lei mutò drasticamente, spalancò gli occhi, sorpresa. Si era accorta di qualcosa, aveva notato quel livido rigonfio sulla sua faccia?

“Chi.. Cosa hai fatto?” chiese l'archeologa, in modo confuso. Sì, era quello di sicuro il motivo di quel cambiamento di atteggiamento.

“Ehm.. una cazzata. Come sai, sono un cretino, non è di certo colpa di chi me l'ha fatto...anzi, ha fatto bene, è stato un bel colpo” fece lui. Incredibilmente, aveva perso la sua indole da spaccone, sembrava quasi un cane bastonato.

“Sanji..?” chiese lei, avvicinandosi e accennando a toccare il danno.

“No, non c'entra..” rispose il verde, dissentendo e intercettando quella mano. Gliela prese e gliela baciò con tanta delicatezza, poi la strinse non lasciando più quel contatto.

“Robin, sono qui per spiegarti tutto e voglio che sia chiaro. Tu lo sai con chi ti sei messa, no? Io ...non voglio giustificarmi ma..ero molto nervoso e frustrato.. e ti ho trattato malissimo per.. scoprire la verità.”

La mora ascoltava, un po' perplessa e di nuovo con quell'espressione ferita, restò in silenzio aspettando che Zoro si spiegasse.

“Cioè, in palestra.. io all'inizio non volevo davvero mandarti via e lo sapevi, no? Volevo farti arrabbiare per il discorso della tua abilità, ma poi tu l'hai capito e nello stesso momento, mi è venuta un idea stupida... Ho colto la palla al balzo e ti ho mandata via ma..non credevo che tu reagissi così male. L'ho fatto per rendere più vero il tutto, più credile.. perché avevo in mente di fare una cosa”

“L'avevo capito che non dicevi davvero però...poi non ci ho capito più niente..eri serio e ..”

Robin non voleva, ma aveva iniziato a perdere dagli occhi delle stupide lacrime, quell'espressione crudele di lui ce l'aveva ancora in mente.

Zoro la tirò a sé e la abbracciò, e Robin sentì che non avrebbe retto quell'onda di emozioni.

“Non farò più niente di così idiota, te lo prometto. Dovevo capirlo che anche per te non era facile..che eri fragile in quel momento, come adesso. Lo capisco perché sto male anche io...senza di te”

“Perchè sei stato così insensato?!” si arrabbiò lei, piangendo e stringendo i pugni sul suo petto “Chi...ti ha fatto quel livido?!” La mora si sfogò tra le sue braccia “Stupido!... Non sai quanto mi manchi!”

“Robin.. ti chiedo perdono...”

Lo spadaccino la strinse di più e aspettò che si calmasse, le tenne anche l'asciugamano, che rischiava di cadere. Le baciò la testa ripetutamente, cercando di confortarla. Era come se tutto quello che lei aveva cercato di trattenere in quelle ore fosse esploso in un istante.

Dopo cinque minuti, la mora singhiozzava ancora, come una bambina, il verde aveva continuato a coccolarla, sperando solo che si sentisse meglio presto e che lo perdonasse. Era mortificato per averla fatta star male in quel modo. Intanto erano rimasti in silenzio e il vapore, piano piano, se n'era andato.

Lo spadaccino ad un certo punto si scostò da lei, giusto per cercare di prenderle dolcemente il viso per far sì che lo guardasse. Gli occhi umidi e lucidi di lei erano ancora più belli, prese un respiro.

“Io.. ti amo da morire, Robin” le disse “Non te lo sei dimenticato, vero?”

La mora negò e scesero altre lacrime, il verde gliele baciò asciugandole il viso, e poi continuò a raccontare, accarezzandole le guance, senza mollarla.

“Ieri sera ho fatto un disastro..” Zoro deglutì, doveva dirle fino in fondo perché l'aveva fatto. “Ho voluto provocare una persona dicendo cose abominevoli su di te.. e facendogli capire che tu stavi male per colpa mia, tutto perché.. volevo capire. Volevo capire cosa lui provasse.. E alla fine il cuoco depravato aveva ragione. Quella persona.. credo sia ..molto presa da te”

Robin si accigliò, dubbiosa, e poi osservò il suo livido, era terribilmente viola e gonfio, ora lo vedeva bene!

“Non credo che qualcuno...qui..” disse lei vagamente, spiazzata da quella rivelazione.

“Io..non ci ho visto più! Dovevo sapere! Il cuoco me l'aveva detto ma io non volevo crederci...invece è così” disse amaramente lui. Robin dissentì, incredula.

“..Chi ?” chiese.

Zoro sembrava non riuscisse a sputare quel rospo, fissò un punto lontano, il suo viso rimase corrugato e in tensione ma poi lo nominò.

“Franky”

La mora spalancò un poco gli occhi e lui si mise a studiare subito la sua reazione.

“..Franky?? Tu...ne sei sicuro?”

Zoro annuì. “Vorrei che non lo fosse ma è così.. Ha preso le tue difese in modo eccellente, mi ha aggredito, e quello che ha detto non può avere altre interpretazioni..è stato chiaro su quello che sente. Probabilmente avrà già detto a tutti del mio comportamento...non mi stupirei se davvero mi considerasse fuori dalla ciurma”

“E' così grave la situazione?!” esclamò lei, stupita.

Zoro sorrise forzatamente.

“Sì, archeologa. Il cuoco ha dato un contributo per...salvare il salvabile ma non credo ci sia riuscito” fece lui togliendosi la maglietta e mettendo in evidenza il secondo enorme livido sulla spalla. Robin si coprì la bocca, incredula. C'era ancora del sangue raggrumato anche lì!

“Ti hanno picchiato.. insieme??”

“No...il cuoco è arrivato al momento giusto, ha fatto solo la sua parte perché Franky l'ha lasciato fare...Poi ha cercato di convincere il cyborg di qualcosa ma.. è troppo grosso quello che è successo, non ne verrò fuori facilmente”

Zoro si sedette sul bordo della vasca, che era piena d'acqua calda.

“E' un bel pasticcio...la tua faccia soprattutto” commentò preoccupata la mora, e lui la osservò. Robin si mise a cercare qualcosa dentro il mobiletto del bagno, poi tornò da lui con disinfettante e cotone tra le mani. Non sembrava molto sconvolta dal fatto del cyborg...sembrava più interessata a curargli le ferite! Zoro si sentì di nuovo uno stupido.

“Non dovresti...Non merito che tu..” disse lui, cercando di opporsi scostandosi.

“Stai buono e lasciami salvare il salvabile, spadaccino!” lo rimbeccò lei, ripetendo le sue parole. Aveva l'aria un po' seccata mentre si sedeva vicino a lui. Zoro le sorrise, anche corrucciata e con i capelli crespi dall'umidità era uno schianto!

Robin nascose la sua emozione nel vedere quel sorriso, e si mise a disinfettare il taglio che aveva il verde al lato della bocca con accuratezza; lui non smise un attimo di osservarla, restando fermo. Poi lei passò al braccio, si spostò dall'altro lato e fece quell'operazione in silenzio e in poco tempo.

“Dovrai passare da Chopper comunque...” commentò Robin poi, fissando ancora severamente il livido sul suo viso.

“Okkei, d'accordo” fece Zoro e le afferrò una mano trascinandola vicino a lui di nuovo. Robin però perse l'equilibrio, dato il pavimento bagnato, gli cadde in braccio e il verde la prese prontamente.

“Ah! Sei un vero... combinaguai!” gli disse lei ad una spanna dal suo viso, si era aggrappata al suo collo.

“Oh...scusa, davvero! Hai ragione..pienamente ragione” fece lui. Ma perché quegli occhi blu mare erano così ipnotizzanti? No..era lei, tutta lei ad essere ipnotizzante!

Robin pareva rapita a sua volta, respirava a bocca dischiusa, osservandolo e basta.

“Mi perdoni, demone?.. Dimmi di no e farò una cosa molto stupida...dimmi di sì e farò quello che vorrai per tutto il tempo che vorrai”

“Diverrai il mio schiavo?” fece lei, seriamente.

Zoro alzò le sopracciglia, che caspita significava? Tanto sapeva che scherzava.. “Beh, devo dire di sì...quindi sì!” rispose.

Robin sorrise un poco e a Zoro si lacerò il cuore. Annuì come rimbambito, e lei gli confermò un “Allora, ti perdono”.

Poi l'archeologa si avvinghiò a lui baciandolo con trasporto e il verde la strinse rispondendo immediatamente, era davvero sollevato e dentro stava letteralmente esultando.

Erano talmente “immersi” in quel bacio che solo all'ultimo si accorsero di essersi inclinati troppo e.. inevitabilmente, finirono in acqua.

  
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