Anime & Manga > Demon Slayer/Kimetsu no Yaiba
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Autore: VenoM_S    18/02/2020    1 recensioni
Disclaimer: l'idea per questa fic mi è venuta grazie al COWT, ed ho cercato di immaginare uno dei possibili momenti di pace e tranquillità nell'infanzia di Inosuke. Premetto anche di aver visto solo la serie e non essere quindi in pari con il manga, quindi tutto ciò che scrivo qui si basa su quel poco che so di lui!
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inosuke Hashibira
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al COWT di Lande di Fandom
Settimana: terza
Missione: M1
Prompt: presenza nella storia di un neonato/a (non per forza umano)
N° parole: 880
 
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Un caldo raggio di sole si stava facendo strada tra le foglie sotto le quali dormiva beatamente il piccolo Inosuke. L’estate era finalmente alle porte, ed il bambino non aspettava altro che l’arrivo della stagione calda, dato che quel suo corpo senza pelliccia soffriva il freddo e l’inverno più di quelli della sua famiglia. La madre venne ad assicurarsi che si fosse svegliato, lisciandogli dolcemente i capelli scuri lunghi ormai fino alle spalle con il grugno, nel tentativo di pulirlo un po’ e grugnendo affettuosamente mentre lui si stiracchiava sbadigliando e cercando di coprirsi gli occhi dalla luce con un braccio.

Ancora cinque minuti!

Ma la madre non era della stessa idea, e nemmeno i suoi nuovi fratellini nati solo da una settimana che però già si dimostravano attivi quanto e persino più di lui, zampettandogli intorno e addosso nel maldestro tentativo di correre dalla madre per la loro prima razione di latte della giornata.
Era davvero ora di rendersi attivi, per quanto si possa considerare attività quella svolta di giorno dai cinghiali. Inosuke si trascinò fuori dalla piccola buca che aveva scavato con le mani nel terreno aiutato dalla madre, ben circondata di cespugli colmi di foglie che assicuravano un ottimo riparo dal caldo e dal freddo, e anche da sguardi inopportuni che potevano costituire un pericolo per lui. La prima cosa da fare dopo la sveglia, quando ancora il caldo e gli insetti non erano così aggressivi, era sicuramente un bel bagno nella pozza di fanghiglia situata poco lontano dal gruppo di animali, ed era una di quelle cose che Inosuke adorava! Insomma, cosa poteva esserci di meglio per un bambino iperattivo di rotolarsi nell’acqua assaporando la frescura che essa gli procurava, e spalmarsi addosso un bello strato di fango per proteggersi dagli insetti e dalle scottature del sole? La madre lo seguiva passo passo, con i suoi piccoli occhi scuri sempre puntati su di lui e le orecchie in movimento per captare qualsiasi rumore anomalo, e come lei tutte le altre femmine del piccolo gruppo che Inosuke considerava ormai una famiglia. Mentre il fango iniziava ad asciugarglisi addosso, il bambino decise che era ora di trovare qualcosa da mangiare: intorno alla piccola radura dove il gruppo si era stabilito c’erano diversi cespugli di bacche e qualche albero da frutto, e per la colazione si sarebbe accontentato. Probabilmente nel pomeriggio si sarebbe spinto al limitare del bosco, dove c’erano alcune costruzioni all’esterno delle quali si trovava sempre qualcosa da mettere sotto i denti, anche se dall’aspetto non sempre invitante.

Mentre si aggirava sull’erba scrutando il fogliame intorno a lui, Inosuke si accorse di essere seguito. Uno stridulo coro di grugniti e mugolii si innalzava dietro di lui, e quando si fermò dieci piccoli cinghialetti lo circondarono accalcandosi gli uni sugli altri. Non avevano ancora imparato a rotolarsi nel fango, quindi se ne stavano per la maggior parte del tempo all’ombra della tana in attesa della madre. Il bambino rise, e si sedette per giocare un po’. A differenza degli adulti del gruppo, il cui corpo tozzo e imponente era ricoperto da un pelame ispido, folto e di un marrone scuro simile alla corteccia degli alberi, i piccoli sembravano dei morbidi fagiolini che mal si sorreggevano sulle quattro esili zampette che culminavano in uno zoccolo piccolo e nero, ed il loro pelo era di un colore brunastro o rossiccio, solcato sulla schiena da quattro o cinque striature più chiare, color crema o quasi bianco. Sull’erba verde della radura questo colore risaltava quasi eccessivamente, ma nel folto della boscaglia potevano risultare quasi invisibili. Non possedevano la dentatura e le lunghe zanne tipiche degli adulti, ed il loro passatempo preferito era cercare di succhiare le dita delle mani e i capelli di Inosuke con le loro boccucce sdentate, alla ricerca di un latte che lui non poteva fornirgli. A completare questo compendio di cucciolosità, due orecchie piccole e morbide si allungavano all’indietro dalla piccola testa, ed un grugnetto di colore scuro e sempre umido li aiutava ad orientarsi nel piccolo mondo che fino a quel momento gli era concesso di conoscere.
Appena fu a terra, i piccoli iniziarono a saltellargli intorno, mentre lui grattava loro la schiena o li rovesciava sull’erba per carezzarli sulla pancia, in un tripudio di gridolini di approvazione. A volte i piccoli giocavano tra loro atterrandosi a vicenda, ma più spesso inciampavano nelle loro stesse zampe ruzzolando in giro con un piccolo poff che faceva ridere a crepapelle il bambino, sempre intento a prendere in giro quei morbidi animaletti, nonostante loro non potessero capire un accidente di quello che diceva.
Il sole si stava alzando sempre di più, ed il caldo iniziava a farsi sentire sulla schiena del bambino nonostante il fango, ormai del tutto secco. Ad interrompere quel momento di svago e dolcezza arrivò la madre dei piccoli, grugnendo e toccando i suoi figlioletti con il grugno mentre li radunava attorno a sé e poi li portava fino alla tana fra i cespugli, per allattarli nuovamente e lasciarli a riposare all’ombra.
Era davvero comodo essere un cucciolo nato da così poco, pensò Inosuke, senza altri pensieri o preoccupazioni che non fossero il latte caldo, un bel po’ di sonno e altrettanto tempo per il gioco.
Sorridendo tra sé, il bambino tornò a cercarsi qualcosa da mangiare.
  
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