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Autore: Feisty Pants    18/02/2020    1 recensioni
Elsa e Anna sono due sorelle comuni che, ormai autonome e adulte, condividono lo stesso appartamento, le stesse passioni e lo stesso passato burrascoso dovuto alla morte dei propri genitori. Elsa, pacata e tranquilla, è una promettente dottoressa mentre Anna, agitata e speranzosa, custodisce il sogno di poter utilizzare le sue competenze musicali per creare un lavoro più dignitoso. Il passato che cercano di nascondere, però, irromperà di nuovo nelle loro vite mostrandone imbrogli e segreti ai quali entrambe cercheranno di dare risposte e soluzioni.
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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CAPITOLO 20.
 
Kristoff rientra nell’appartamento soddisfatto e allo stesso preoccupato per colpa dell’incontro con Hans. L’uomo era fiero di avere avuto il coraggio di vedersi con il nemico e di capirne le losche intenzioni ma, il suo sguardo e la sua sicurezza, lo avevano comunque destabilizzato.

Kristoff gira la chiave nella porta e, ancora immerso nei suoi pensieri, si trova Anna in lacrime seduta sul divano intenta ad accarezzare una fotografia.

“Anna, cosa succede?” chiede lui sbiancando all’improvviso con il timore di trovarsi di fronte a una nuova crisi della fidanzata.

Anna non riesce a rispondere per colpa dei singhiozzi che, questa volta, sembrano essere in parte gioiosi.

“L’ho trovato! L’ho trovato!” dice lei portandosi la mano sul volto mentre contempla l’immagine che stringe tremante con l’altra mano.

“Chi?” domanda il ragazzo corrugando la fronte e sedendosi accanto a lei.

“Mio figlio, so chi è!” sussurra Anna felice, guardandolo in volto e mostrandogli i profondi occhi celesti caldi e contenti come mai prima.

“Come hai fatto? Dov’è?” la interroga perplesso Kristoff sentendo il cuore esplodergli nel petto per la notizia.

“Guarda…è lui” spiega Anna porgendogli la fotografia e indicandogli un individuo.

Kristoff accoglie tra le sue mani l’immagine ormai bagnata dalle lacrime della ragazza e riconosce in essa il volto dei loro piccoli amici dell’orfanotrofio.

Vede Giovanni intento a fingersi un atleta muscoloso, Giulia in posa da modella, Francesco immobile come un calciatore, Filippo sorridente e molti altri ancora. Il dito di Anna puntava proprio sul bambino più timido della compagnia.

“Filippo?” domanda perplesso Kristoff non capendo la motivazione di quella dichiarazione.

Anna non riesce a rispondere perché, in quel preciso momento, qualcuno suona il campanello e l’ormai padrone di casa è obbligato ad alzarsi per aprire.

“Elsa, Jack!” esclama incredulo Kristoff felice di trovarsi di fronte i parenti della fidanzata ormai suoi amici affiatati.

“Ciao Kris, mi ha chiamata Anna…non mi sembrava molto tranquilla e siamo corsi qui” spiega Elsa scusandosi per l’intrusione.

“Avete fatto bene perché temo di aver bisogno anche io di una mano questa volta” constata Kristoff facendoli accomodare in casa e lasciando spazio a Elsa, pronta subito ad intervenire.

“Anna che cosa succede?” chiede la sorella maggiore sedendosi accanto a lei e accarezzandole la guancia bagnata di lacrime.

“Non sono pazza! Ho trovato il mio bambino!” spiega Anna, delusa di trovarsi di fronte un muro di persone titubanti sulla sua dichiarazione.

“Perché dici che sia Filippo?” domanda allora Kristoff non capendo ancora il verdetto della fidanzata.

“Perché me lo sento! Domani compie sette anni, proprio come il mio bambino! Guardatelo vi prego!” comincia ad arrabbiarsi Anna balzando in piedi e mostrando la foto ad ognuno, chiedendo di concentrarsi sulla figura del bambino occhialuto.

“Ha i capelli simili ai miei e gli occhi identici! Ama la musica, è affezionato a me e per la miseria compie sette anni domani! Perché non mi credete?!” si altera Anna distrutta dallo stress accumulato e con la paura di delirare e di aver sbagliato a considerare Filippo suo figlio.

I tre si fanno passare la fotografia, soprattutto Elsa e Jack che non avevano mai visto il bambino e, in effetti, entrambi notano delle somiglianze con la parente. La foto, però, era piccola e dovendo ritrarre diversi bambini, non mostrava bene la fisionomia del piccolo e sarebbe stato impossibile riconoscerlo.

“Amore, io ti ho sempre creduto! E non stai impazzendo…però, noi siamo qui per dirti che non puoi avere la certezza di una cosa del genere! Se non dovesse essere lui?” cerca di farla ragionare Kristoff avvicinandosi a lei e prendendole le mani per calmarla.

“Tu l’hai visto Kris! Hai visto come mi guarda, hai visto che ha gli occhi uguali ai miei! Hai visto che ha sentito la mia musica! Io non sto sognando, certe cose le sento!” spiega Anna con serietà puntando lo sguardo sul volto di Kristoff per poi avvicinarsi a Elsa.

“Elsa, tu ora stai iniziando a vivere la maternità. Ti accorgerai pian piano di avere un legame magnifico e intimo con il bimbo che aspetti! Io questo legame l’ho sentito con Filippo! Mi è venuta la pelle d’oca quando mi si è seduto in braccio e tremavo nell’osservare i suoi occhi! Io lo sento che è lui il mio bambino!” cerca di farsi intendere Anna con le lacrime agli occhi e scuotendo leggermente la sorella maggiore, come a volerla risvegliare e invitarla a non considerarla pazza.

“Annie, io ti credo! Noi non stiamo dando in escandescenze solo perché non vogliamo che tu ti illuda! Potrebbe essere un caso, una coincidenza che Filippo abbia così tante somiglianze con tuo figlio ma non ne siamo certi! Non vogliamo che tu ci rimanga male, tutto qui… però se tu ci credi fermamente andremo fino in fondo!” le risponde con tranquillità la sorella stringendo tra le braccia la più piccola e accarezzandole la schiena magra.

“Esatto, Anna sai anche tu come funzionano le cose. Tu non puoi presentarti all’orfanotrofio e reclamare Filippo come tuo figlio! Dobbiamo averne la certezza perché altrimenti rischiamo di infrangere delle regole essenziali! Senza considerare il fatto che se Filippo scopre che sei sua madre così di punto in bianco potrebbe avere un vero e proprio shock. La cosa va fatta con cura e precisione!” commenta Kristoff con determinazione facendo ragionare Anna che, mossa dall’istinto, non aveva calcolato quelle importanti considerazioni.

“Hai ragione…” si limita a rispondere Anna consapevole di dover agire accuratamente e senza piombare all’improvviso nell’orfanotrofio.

“Quindi ci prometti che con Filippo ti comporterai come se non sapessi nulla? Lui non lo può ancora sapere!” continua Kristoff intimorito dalle regole ferree e ristrette dell’orfanotrofio.

“Te lo prometto, però mi credi?” chiede per l’ennesima volta Anna guardandolo negli occhi per sentirsi capita e compresa.

“Sì amore, ti credo…e spero quanto te che sia veramente lui” dice Kristoff accarezzandole il volto per poi baciarla dolcemente dimenticandosi di avere ospiti.

“Ehm…siete bellissimi ma, io ho fame!” li interrompe Jack imbarazzato per poi ricevere una gomitata da Elsa che lo guarda torvo in volto.

“Scusaci, hai ragione…restate per cena?” propone allora Anna sentendosi rilassata e desiderosa di passare una bella serata con la sua famiglia.

È così che i quattro innamorati trascorrono un momento sereno e conviviale che porta il buonumore a tutti. I discorsi variano dalle tematiche serie, alla gravidanza di Elsa fino a barzellette e risate.
Anna ride e scherza senza problemi anche se, in cuor suo, continua a pensare a Filippo e non vede l’ora di vivere il giorno seguente in cui, rivedendolo, avrebbe avuto la conferma di ciò che si sentiva.

Il giorno successivo…

“Amore, so che per te oggi sarà una giornata difficile ma ti prego, cerca di non dare nell’occhio con Filippo” afferma Kristoff tenendo stretta a sé la fidanzata.

Anna, sdraiata con il petto scoperto appoggiato a quello nudo e caldo di Kristoff, si gode quel risveglio mattutino e quel momento insieme a lui sotto le coperte.

“Sì, ci proverò…” risponde lei sorridente ormai conscia della grande responsabilità e della criticità della questione.

“Se fosse veramente lui sarebbe un sogno. È un bambino meraviglioso!” constata Kristoff con occhi sognanti, conoscendo il dolce Filippo da più tempo di Anna.

“Sì…” riesce a dire lei con le lacrime agli occhi cercando di trattenere le emozioni.

“Vedrai amore, si risolverà tutto. Ora alzati che devi andare” conclude poi l’uomo baciandola dolcemente e invitandola, grazie a una spinta giocosa, ad alzarsi dal letto.

All’orfanotrofio…

Anna raggiunge il posto di lavoro con più grinta e curiosità del solito. La donna, infatti, aveva preparato una lezione di musica speciale per poter festeggiare il compleanno di Francesco e Filippo.
Difficile, però, nascondere le palpitazioni del proprio cuore, intente a mandarle costantemente delle fitte dovute al possibile futuro contatto con quel bambino che sognava di poter conoscere da ormai sette anni.

Anna è pronta ad entrare in classe sentendosi già mancare il respiro con il sogno di guardare il probabile figlio con occhi differenti.

“Anna, prima di entrare ti devo comunicare una notizia” la interrompe una sua collega invitandola a non entrare ancora in aula.

“Ciao Claudia, dimmi!” la saluta cordialmente Anna notando, però, uno sguardo strano nella donna.

“Volevo comunicarti che è stato trasferito un bambino in un altro orfanotrofio. Sono venuti a prenderlo prima” afferma lei con tranquillità, abituata a quelle normali procedure.

“Ok, chi è il bambino?” domanda Anna dispiaciuta nel non aver potuto salutare il diretto interessato.

“Filippo” comunica lei.

“Che cosa?!” urla Anna sentendo una morsa allo stomaco e spalancando gli occhi incredula.

“Perché urli? Sono venuti a prenderlo gli assistenti sociali. Filippo già lo sapeva, mi spiace che tu ci sia rimasta male ma…” comincia a dire lei innervosendosi per la reazione sconvolgente della collega musicista.

“Erano da soli gli assistenti? Dove sono andati?” la interrompe Anna illuminata da un’improvvisa idea.

“No, c’era anche un uomo dai capelli rossi, penso il legale di riferimento. Sono andati verso il paese vicino, quello con l’altro orfanotrofio e sono partiti poco fa” risponde lei ragionando sul momento vissuto.

“Sostituiscimi tu, io devo andare” riesce a dire Anna con il fiatone, per poi correre alla macchina e partire alla volta dell’altro orfanotrofio senza sapere che Hans desiderava proprio questo.
  
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