In una vita possono avere luogo tante vite, dalla portata ineguale. Un giorno ti ritrovi a leggere un libro, per svago, e una domanda a cui credevi di aver risposto si ripresenta. E' di nuovo lì, perché la risposta che credevi di aver dato non era quella giusta. Anzi, non hai proprio risposto. Dopo sette anni, torni a interrogarti su un modo di essere, delle sensazioni, delle domande che ti accompagnano. Non trovi le parole per descrivere questo "qualcosa", ma sai che esiste, si manifesta in emozioni, sensazioni, pensieri che ti accompagno sempre. Cambiano solo le circostanze dalle quali essi hanno origine. Sai che c'è qualcosa di oscuro in te. Oscuro nel senso che non sai spiegarlo.
Poi succede che recuperi una vecchia pen-drive e trovi delle poesie che avevi scritto sette anni fa. Scopri che sono ancora espressione di te, ma va cambiato qualcosa. E dopo sette anni e molte vite, decidi di tornare a pubblicarle, modificandole e scrivendole delle altre. Forse perché per spiegare a te stesso l'inspiegabile, bisogna scriverlo.