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Autore: Feisty Pants    19/02/2020    1 recensioni
Elsa e Anna sono due sorelle comuni che, ormai autonome e adulte, condividono lo stesso appartamento, le stesse passioni e lo stesso passato burrascoso dovuto alla morte dei propri genitori. Elsa, pacata e tranquilla, è una promettente dottoressa mentre Anna, agitata e speranzosa, custodisce il sogno di poter utilizzare le sue competenze musicali per creare un lavoro più dignitoso. Il passato che cercano di nascondere, però, irromperà di nuovo nelle loro vite mostrandone imbrogli e segreti ai quali entrambe cercheranno di dare risposte e soluzioni.
Genere: Drammatico, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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CAPITOLO 22.
 
Kristoff si trova ormai alla stazione della polizia insieme a Elsa e Jack da diverso tempo.

“Non posso starmene qui con le mani in mano!” commenta Kristoff alzandosi in piedi mentre aspetta il comunicato della polizia.

“Stai facendo tutto il possibile! Stai tranquillo!” lo rassicura Elsa invitandolo a sedersi di nuovo.

“Mi spiace dovervi dare questa notizia ma non siamo riusciti a rintracciare la macchina, già questo è un illecito. I servizi sociali e Hans Westengard rischiano il penale solo per aver annullato il collegamento” annuncia un poliziotto facendo presente ai familiari la situazione.

“Quel verme… deve aver scollegato tutto! Non era stupido come pensavo!” ringhia Kristoff prendendo tra le mani un plico di fogli e lanciandolo violentemente per terra.

“Abbiamo una comunicazione!” annuncia un altro poliziotto richiamando l’attenzione dei presenti che si pongono in attesa.

“Che cosa è successo?” chiede il comandante mettendosi delle cuffie per poter ascoltare la telefonata. Passano diversi minuti in cui Elsa, Jack e Kristoff vivono momenti di pura tensione e faticano a trovare l’aria per respirare, obbligati a rimanere con il fiato sospeso.

“Hanno trovato la macchina” annuncia il comandante togliendosi le cuffie velocemente e facendo segno a due pattuglie di partire subito.

“Dov’è?! Come stanno?!” chiede Elsa preoccupata venendo subito interrotta.

“Hanno trovato la macchina dei servizi sociali con all’interno un assistente ferito e tramortito da un violento pugno alla faccia che gli ha rotto il setto nasale. La chiamata è stata effettuata dal proprietario di un bar su richiesta del bambino in questione. Il bambino gli ha detto che era stato rapito dall’uomo chiamato Hans e pareva terrorizzato” continua ad illustrare il capitano rimanendo in posizione eretta di fronte ai familiari delle persone coinvolte nel caso.

“Filippo! È stato lui! Una cosa del genere può essergli costata cara, ora lui dov’è?! È con questo signore del bar?!” chiede allora Kristoff faticando a trovare l’aria per poter respirare a pieni polmoni.

“No, lui ha detto che il bambino è corso fuori dal bar all’improvviso ed è stato caricato in macchina insieme a una donna. Il proprietario ha cercato di fermarli ma era troppo tardi perché era intento a chiamare noi e l’orfanotrofio. Ci ha dato il numero della targa, che è questo” conclude poi il comandante mostrando la cifratura.

“Ma è la macchina di Anna!” urla Elsa portandosi le mani sul volto per colpa dello shock, una volta riconosciuto il numero identificativo della vettura.

“Ho inviato subito delle squadre a rintracciarli e ora io salirò sull’elicottero per raggiungerli prima. Pare che siano a un’ora da qui, diretti verso il confine. Hans Westengard è una persona su cui stavamo indagando per delle denunce anonime, ora non ha più scampo” afferma il capitano dando l’ordine di preparare l’elicottero.

“Vado anche io! Parto subito!” si intromette Kristoff terrorizzato, afferrando la giacca e il telefonino.

“Aspetta, è pericoloso!” lo blocca Jack afferrandogli il braccio.

“Voi l’avete conosciuto prima di me quel bastardo! Non posso permettermi di stare qui e aspettare… quella è la mia fidanzata e Filippo è suo figlio. Voglio salvarli entrambi!” spiega il ragazzo guardando profondamente gli occhi di Jack. L’amico scruta l’iride castana del biondo e vede in lui la stessa identica sensazione che provava nei confronti di Elsa: il desiderio di proteggere lei e il bambino da qualsiasi male. Kristoff si era dimostrato un ragazzo meraviglioso, un uomo unico e vero con il sogno di amare la propria donna per sempre.

“Sei un grande uomo, sono sicuro che andrà tutto bene!” commenta Jack abbracciando forte a sé Kristoff e invitandolo a correre per raggiungere l’elicottero della polizia e aggregarsi alle guardie.

Kristoff lo ringrazia abbozzando un sorriso per poi dirigersi fuori pronto a salvare l’amore della sua vita.

“Ho paura amore… non posso permettere che faccia del male ad Anna!” sussurra Elsa tremante ricevendo immediatamente l’abbraccio del futuro marito che comprende il suo dolore.

“Arriveranno in tempo, Hans non ucciderebbe mai Anna! È ossessionato da lei… vedrai che le forze armate lo fermeranno prima che sia troppo tardi” la consola l’uomo dai capelli biondi, stringendola forte a sé.

“Hai visto che cosa ha fatto Filippo? Solo a sentire parlare del coraggio che ha dimostrato posso dire che è decisamente uguale a sua madre” commenta Elsa con le lacrime agli occhi, sperando di poter conoscere al più presto il nipotino ritrovato. Jack lascia un dolce bacio sulla fronte di Elsa per poi invitarla a lasciare la loro deposizione dei fatti alla stazione di polizia, in modo da poter fornire ogni dettaglio possibile sulla vita di Hans, soprattutto sul suo passato.

Nel frattempo…

“Dove ci stai portando?” domanda Anna con serietà cercando di mostrarsi superiore e coraggiosa di fronte al bambino anche se, dentro di sé, trema come una foglia.

“Lontano” si limita a rispondere Hans sorridendo alla donna e posandole una mano sulla coscia, per poi provare a risalire.

“Non mi toccare!” ringhia Anna, afferrando la mano dell’uomo e allontanandola da sé, rabbrividendo al solo contatto con quel mostro.

“Un tempo ti piaceva” dice Hans, voltandosi verso di lei e guardandola con uno sguardo strano, stralunato e assetato di desiderio sessuale che Anna riconosce immediatamente.

“Ecco, qui andrà benissimo!” afferma l’uomo fermando la macchina sul ciglio della strada, in prossimità di un fitto bosco.

Hans si slaccia la cintura e, preso da una voglia irrefrenabile, si dirige verso la postazione di Anna, aprendo violentemente lo sportello dell’automobile e tirandola a sé.

“La smetti?! Ti ricordo che c’è un bambino in macchina!” si lamenta la giovane dagli occhi azzurri puntandogli il dito contro senza timore, credendo di saperlo gestire.

“Che cosa volevi fare eh? Riprenderti il bambino e denunciarmi?” chiede Hans a denti stretti riprovando a strozzare la giovane e avvicinando la bocca al collo di lei, inebriandosi con il suo profumo.

“Hans, lasciami stare ti prego! Basta!” lo supplica Anna con la paura di subire lo stesso trattamento ricevuto davanti al bar.

“Dimmi che mi vuoi Anna, dimmi che mi vuoi come dicevi un tempo!” la prega lui afferrandole il seno e provando ad insinuare la mano sotto alla sua maglietta.

“Tu sei malato! E io non ti voglio!” urla lei colpendolo con uno schiaffo che le costa caro. Hans, infatti, mosso dall’ira e dalle proprie pulsioni, sbatte violentemente la ragazza sul cofano della macchina immobilizzandola e toccandola in ogni punto senza il suo permesso.

Anna si dimena, grida, lo spinge via ma lui è più forte di lei e, ormai sbottonati i pantaloni, è pronto a farla sua con la violenza, ricominciando da dove si erano interrotti sette anni prima.

“Tu sarai mia per sempre, lo capisci?!” dice lui sdraiandosi su di lei e tenendole fermo il volto con una mano per poterla baciare nonostante la resistenza.

“Mi scusi, signore?” chiede gentilmente una voce acuta alle spalle del violentatore. Hans, disturbato dal bambino che è uscito dalla macchina, è pronto a dargli una lezione e spiegarli che non doveva osare interromperlo. Il prestigioso avvocato, però, ancora una volta non ha valutato l’astuzia del bambino che, rimasto da solo in macchina, ha architettato un nuovo piano per salvare l’amata maestra Anna.

“Che cosa vuoi?!” ringhia Hans girandosi lentamente verso il bambino dai capelli rossi dietro di sé. Filippo, con il cuore in gola, estrae dallo zaino il deodorante per ambienti rubato dal bar e, nel momento in cui l’uomo gli rivolge lo sguardo, spruzza il getto nei suoi occhi.

Hans, destabilizzato da quella situazione, rilascia la presa su Anna e, sofferente per colpa del bruciore, cade a terra urlando agonizzante.

“Grazie Filippo! Andiamo, veloce, andiamo!” urla Anna respirando affannosamente, sistemandosi i vestiti e afferrando la mano del bambino, correndo il più velocemente possibile dentro la fitta foresta per scappare e guadagnare tempo su quell’uomo pericoloso.

I due corrono il più velocemente possibile, non sapendo da dove provenisse quella forza interiore che li caratterizzava.

“Aspetta Anna, non riesco più a respirare!” annuncia il bambino rosso in volto e completamente sudato, spaventato anche per tutto quello che stava vivendo.

“Filippo, lo so è una situazione assurda ma non dobbiamo mollare ora! Se corriamo ancora un po’ guadagneremo del tempo e riusciremo a nasconderci ok?” spiega Anna coraggiosa, inginocchiandosi davanti a lui e accarezzandogli il viso bollente.

“Ti voleva fare del male! Io non lo so cosa voleva farti, ma voleva farti tanto male!” inizia a piangere il piccolo strofinandosi gli occhi già colmi di lacrime, traumatizzato da tutto quello che aveva visto.

“Filippo, sto bene! Ora sto bene e lo devo solo a te che sei stato coraggioso e mi hai salvato la vita! Ora però dobbiamo andare, ti prometto che vinceremo! Ti ricordi quando abbiamo sentito quel brano rock che è piaciuto tanto a te e Giovanni?” chiede Anna mostrandosi forte e determinata anche se, dentro di sé, è mossa da diversi dolori fisici e psicologici per quanto affrontato.

“Sì, mi dava la carica!” risponde Filippo rimettendosi gli occhiali e asciugandosi le lacrime.

“Esatto! Immaginala con la tua testa mentre corriamo ok? Vedrai che ci farà andare più veloci! Te lo prometto Filippo…finirà tutto! Ora andiamo” conclude poi Anna, guardandolo negli occhi azzurri e posandogli un bacio sulla guancia bagnata, per poi prenderlo per mano e ricominciare a scappare.
  
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