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Autore: Shaara_2    21/02/2020    8 recensioni
“Ben perché non sei tornato da me?” gli chiese, asciugando le lacrime.
Ma lui rimase immobile a guardarla, sorpreso e senza fiato.
“Rey? Sei tu?” le rispose, incredulo, aggrappandosi al cristallo kyber che lo teneva prigioniero. “Pensavo che non ti avrei più rivisto.”
***
Ciao a tutti. Ho deciso di scrivere questa breve storia REYLO (Ipotetica relazione sentimentale tra Rey e Ben Solo), per raccontare un possibile Epilogo “soddisfacente” dopo TROS. Come tutti i miei racconti, ci sarà il lieto fine. Questa storia è ispirata alla filosofia degli Je’Daii. Buona lettura
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Finn, Kylo Ren, Maz Kanata, Poe Dameron, Rey
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 8

 

Immagine presa dal sito che puoi trovare qui

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A New Home (Rey Skywalker Theme) - John Williams

 

⧫⧫⧫

“Là fuori, oltre a ciò che è giusto e a ciò che è sbagliato, esiste un campo immenso. Ci incontreremo lì.”

(Rumi)

⧫⧫⧫

 

“Quindi, sei venuto a cercarmi perché continuavi a sognare che morivo in un mare di metallo liquido?”

 

Rey continuò a fissarlo con aria incredula, ancora seduta nel letto dove si era svegliata. Si guardò intorno, riconoscendo l’accampamento che l’aleena aveva montato su Tython. Poi tornò a guardare Finn. Non poteva credere che anche l’amico avesse, in qualche modo, condiviso i suoi stessi sogni.

 

“Sapessi quanto era insistente!” aggiunse Poe, accarezzando la spalla di Finn. “Dov’è Rey? Cosa starà facendo Rey? Dobbiamo trovarla. Rey è in pericolo…”

 

Rey gli sorrise perplessa, poi tornò a guardare Finn che si era seduto sul bordo del letto.

 

“Finn, io…” 

 

Per un attimo, provò una forte tenerezza per lui. Le voleva veramente così bene. Osservò il ragazzo mentre impallidiva, senza una motivazione palese.

 

“È vero? Ti sei preoccupato per me in questo modo?” gli chiese sottovoce. “Oh, Finn…” Non sapeva che cosa dire.

 

Lui fece uno scatto all’indietro, arrossendo furiosamente.

 

“Ecco, io…” 

 

Portò una mano sulla testa, grattandosi i riccioli neri e ruotando lo sguardo per fulminare Poe che ancora rideva.

 

Il pilota cambiò espressione, spostando con delicatezza la mano, ancora stretta sulla sua spalla.

 

“Era un modo per aiutarti… dovrai pur dirle qualcosa, no? Diglielo!” insistette Poe.

 

Rey girò lo sguardo, notando la faccia di Finn diventare livida con il labbro inferiore tremolante.

 

“Dirmi che cosa?” gli chiese, prendendo le mani dell’amico tra le sue.

 

Il ragazzo abbassò gli occhi, fissando le loro dita che si sfioravano, e Rey lo vide quasi in difficoltà, mentre tratteneva il respiro per dirle:

 

“Io faccio sogni strani. Lo so che ti sembrerà assurdo, ma io, da un anno, continuo a sognare che ti sei innamorata di…”

 

“Ma non è questo che devi dirle!” Poè sbuffò, dandogli uno schiaffo sulla schiena.

 

L’aleena li guardò con un’espressione incuriosita.

 

“Perché? C’è qualcosa che non deve dirle?”

 

Ma Rey non ascoltò nessuno, continuando a fissare Finn con rinnovato interesse.

 

“Sogni? Innamorata?” Fece spallucce, quasi pronta a lasciarsi andare ad una risata. Vedere Finn imbarazzato in quel modo aveva qualcosa di comico.

 

“Lo so, lo so…” Finn lasciò le mani di Rey, per gesticolare un movimento di dissenso.

 

“Sembrerà assurdo, ma è un incubo ricorrente. Io mi dico che non è vero. Ma questo sogno mi perseguita.” Abbozzò un sorriso incerto.

 

“Insomma, vuoi dirglielo o no?” Poe piegò le braccia sui fianchi. “Ci stai girando intorno.”

 

“Allora, ho ragione!” sbraitò l’aleena, mettendosi davanti a Poe con braccia conserte. “Voi le state nascondendo qualcosa?”

 

“Ma no!” Poe spostò un braccio nell’aria per aggiungere enfasi e l’aleena saltellò di scatto, terrorizzata dalla possibilità che il pilota la colpisse in pieno volto.

 

“Ehi, fai attenzione! Sei grande e grosso e non sai neanche dove metti le mani!” sbuffò la piccola aliena.

 

“Dirmi cosa, Finn?”

 

Rey si sentì confusa. Era evidente che c’era molto più di un sogno che le stavano nascondendo. “Che cosa sogni esattamente?” gli chiese, sbattendo le ciglia e raddrizzando la schiena.

 

A quel punto, Poe sbottò più per allontanare quella piccola aleena petulante che per raccontare i sogni di Finn.

 

“E basta! Finn, dille che sogni che si è innamorata di Kylo Ren e facciamola finita!”

 

“Oh!” esclamò Rey, spalancando gli occhi e arrossendo di colpo. Non poteva essere vero. Il suo cuore smise di battere.

 

Finn rimase bloccato, con la bocca spalancata. Poi, rimanendo nel punto esatto in cui era seduto, immobile come un armadio di legno, spostò le pupille per osservare i suoi occhi colpevoli.

 

Non poteva negarlo.

 

Un solo sguardo tra loro ed entrambi capirono che, quell’uscita di Poe, poteva essere più vera di quello che tutti credevano…

 

“Finn, io… non ho trovato il modo di dirvelo…” Le parole le uscirono di getto, nonostante i pensieri si mescolassero in preda all’agitazione.

 

Poe avanzò verso di lei, spalancando le braccia confuso, senza accorgersi dell’aleena lungo la sua traiettoria, che emise un grido furioso.

 

“Ora mi hai stancato, pilota!” urlò, tenendosi il naso appena colpito dalle cinque dita di Poe.

 

“Rey, stai dicendo che tu veramente ti sei…” Poe non badò alle urla rancorose dell’aleena. Avanzò ancora, fissando Rey con un’espressione sconcertata.

 

Lei si alzò dal letto, portando le mani alla faccia e scoppiando a piangere. Non poteva essere vero. Doveva essere tutto irreale. Ma, invece… Cercò di spiegarsi, tenendo a bada le lacrime.

 

“Lo so che vi ho nascosto tante cose…” singhiozzò, lasciando cadere i capelli sul volto.

 

“Eravamo nemici, ma la Forza ci ha unito. È accaduto contro la volontà di entrambi… ma poi ci siamo sentiti vicini e soli…”

 

“Vicini?” ripeté Poe, come se fosse un’eresia.

 

“Soli?” Finn scosse la testa basito, con un’espressione al limite tra incredulità e delusione. 

 

“Tu e Kylo Ren vi siete sentiti soli? Quello è un mostro assassino, e tu non sei mai stata sola! Avevi noi, avevi me…” Tacque, balbettando stralci di parole senza senso.

 

“Ti ha torturato!” aggiunse Poe, mettendosi di fronte a lei.

 

“Mi ha quasi ucciso!” Finn si alzò in piedi di scatto, mettendosi accanto a lei. Poi le parlò lentamente. Ma il suo tono era gelido. 

“Voleva uccidere tutti noi!”

 

Si fermò con le mani in alto e lei seguì il movimento delle sue dita, sospettando che volesse colpirla. 

 

Ma lui si fermò, terrorizzato per il suo gesto; nascondendo l’imbarazzo, portò velocemente le mani sulle gambe, muovendole avanti e indietro con un gesto nervoso. 

 

“Come hai potuto innamorarti di lui? Perché è quello che è successo, io l’ho visto nei sogni… voi vi amate.”

 

Rey cominciò a scuotere la testa, ma non poteva negare.

 

“Lui…” aggiunse Poe, ma le ultime parole di Finn sembravano averlo bloccato. Rimase fermo, con la bocca mezza aperta, come se cercasse le parole giuste. Poi, con la faccia di uno che ha appena preso una sberla, posò una mano sulla spalla di Rey, parlandole con dolcezza. 

 

“Ha usato quei metodi per convincerti? È entrato nella tua… mente?”

 

Finn si portò entrambe le mani sulla faccia a quelle parole. Poi diede uno strattone a Poe, allontanandolo da lei.

 

“Non le ha fatto il lavaggio del cervello, Poe, l’ho visto nel sogno. L’ha salvata. Le ha salvato la vita due volte perché la ama…”

 

Rey avrebbe desiderato sparire.

 

“Mi dite che cosa sta capitando?” chiese l’aleena, mettendosi in mezzo tra di loro. Spinse le ginocchia di Finn e Poe con forza, costringendo entrambi ad allontanarsi da Rey.

 

Era arrivato il momento di dire la verità. “Mi dispiace tanto, Finn… noi siamo una diade nella Forza, opposti eppure eguali. Siamo come due parti di una stessa cosa. Io non ho scelto di innamorarmi di lui. Né lui di me. È accaduto e basta… ma lui non è come voi credete.” Non riuscì a dire altro, perché i singhiozzi la costrinsero a fermarsi.

 

“Ma di chi state parlando?” L’aleena, dal basso della sua statura, continuò a cercare di capire il discorso.

 

“No, Rey!” Lo sguardo di Finn, adesso, era pieno di fuoco.  “Non crederai di convincermi in questo modo?” Il ragazzo mosse le mani per aria, avvicinandosi a Poe che lo fissava sconcertato.

 

Rey portò le mani alla testa, sperando che non dicesse quelle parole, ma Finn era sempre più furioso e sputò tutto quello che pensava.

 

“Tu lo ami e vuoi tirarlo fuori da qualsiasi posto in cui sia finito prigioniero! L’ho visto nel sogno! Eri persino disposta ad annegare nel mercurio… Credi che non lo sappia?!”

 

Rey si lasciò trasportare da pianto, ma questa volta lo fece in silenzio. Era tutto vero, e i suoi amici avevano il diritto di conoscere la verità.

 

“Finn, tu sai…” gli disse Rey balbettando, senza riuscire a terminare la frase.

 

“Che cosa stai dicendo?” Poe fece una smorfia, sconcertato. Poi afferrò l’amico per un braccio, costringendolo a guardarlo. 

 

“Chi è finito prigioniero? Kylo Ren è prigioniero? Che cosa volevi dire con annegare nel mercurio? Sapevi già che l’avremmo trovata su questo pianeta?”

 

Ma Finn abbassò gli occhi, senza rispondere all’amico.

 

“Di che diavolo state parlando?” L’aleena iniziò a spazientirsi. “Maz mi aveva informato che la ragazza era un po’ particolare, ma non mi aveva detto che i suoi amici erano ancora più pazzi di lei!”

 

“Niente è stato un caso, amico…” Finn ignorò la piccola aleena, mordendosi le labbra. Guardò Poe con l’aria di un uomo sconfitto e, chiudendo gli occhi, si mise a sedere sulla sedia di fronte al letto di Rey, lasciandosi cadere all’indietro.

 

Poe si piegò su di lui, posando le mani sulla sedia.

 

“Che cosa non mi hai detto, Finn? Allora non erano sogni. Tu la sentivi nella Forza. Per questo avevi tanta fretta di cercarla. Sapevi che era vero! Sapevi che era in pericolo.”

 

Poe sembrava più scosso di quello che mostrava e Rey poteva percepire il suo tumulto.

 

Finn perse il respiro. “No, Poe, non ti ho mentito. Erano sogni. Ma poi, quando siamo andati su Crait, in quel deserto di sale, mi sono sentito incredibilmente connesso con la Forza.”

 

Ora sì che Rey era curiosa, di che cosa stava parlando Finn? “Che cosa vuoi dire?” 

 

Poe si rialzò, mettendosi dritto. “Che cosa hai sentito? Su Crait abbiamo preso il cloaked binary beacon per ritrovare Rey. E quindi?”

 

Rey lo osservò irrigidirsi, in piedi davanti a Finn, mentre rimaneva interdetto tra i suoi pensieri. Ma poi notò qualcosa fargli cambiare espressione e, colmo d’angoscia, lo vide impallidire fissando Finn negli occhi.

 

Rey chiuse gli occhi nel vedere Finn perdersi nell’eco di un rimpianto. Forse anche lui non aveva sempre detto tutto…

 

Poe fece un profondo respiro, distogliendo lo sguardo da Finn. “Il libro. Su Crait hai trovato quel libro.”

 

Rey e Finn smisero di respirare.

 

“Avete trovato un libro, e allora?” borbottò l’aleena, agitando le mani. “Sapete che Maz mi ha assunto per assicurarsi che questa ragazza si riposasse? Mi sto quasi stancando di voi.” Guardò verso di loro con occhio assassino.

 

“Finn…” la voce di Rey tremò nell’aria. “C’è un altro libro? Qu-quale libro?” sussurrò, toccandosi il volto.

 

Poe risollevò lo sguardo verso l’amico, con occhi colmi di speranza. E Rey notò che Finn scuoteva la testa, come se si trovasse davanti ad una imperdonabile sconfitta. Poi Finn parlò, fissandosi le scarpe.

 

“Ho sfogliato il libro…”

 

Finn posò i gomiti sulle ginocchia, senza riuscire a sollevare lo sguardo da terra. “Pensavo di sapere tutto dai sogni ma, quando ho aperto il libro, ho capito che c’era molto più…” Portò la testa tra le mani, sconsolato.

 

“Che-che cosa hai letto?” Rey si sentì pervadere da un forte brivido e non era certa di voler sapere che cosa avesse trovato l’amico, ma era importante. Forse era la chiave di tutto quel groviglio. Forse, con il suo aiuto, avrebbe trovato il modo per liberare Ben… Forse… Doveva sapere, era sempre più urgente. Finn doveva dirle tutto, doveva…

 

I loro occhi si incontrarono, tra speranza e disperazione, e Rey capì quale sforzo la Forza gli stesse chiedendo.

 

“Il libro…” sussurrò Finn, con un filo di voce.

 

“Che cosa c’è scritto? L’hai letto tutto?” Rey voleva celare la sua emozione, ma le parole uscirono come un fiume.

 

“Non tutto” rispose Finn, fissandola in volto. Poi sospirò, continuando a parlare “L’ho solo sfogliato, ma le ultime parole del libro mi hanno fatto capire che tutto quello che avevo visto non era solo un sogno.”

 

“Che cosa hai letto, Finn?” domandò Poe, abbassando le spalle.

 

“L’ultima frase è stata quella che mi ha fatto capire tutto. Diceva: 

 

Ma tu che dal fato sei stato scelto, trova Ashla e Bogan, fai svelto. Se la tua amica vorrai aiutare, dal mercurio la dovrai salvare.” 

 

Finn si accarezzò i capelli, senza più riuscire a continuare.

 

“Che cosa stai dicendo?” Poe era sempre più perplesso, ma non fece altre domande e Finn fece un cenno con la testa, continuando a spiegare.

 

“Nel libro c’era scritto di cercarla dove si trovano Ashla e Bogan.”

 

Rey sentì il suo sguardo colpirla come la lama di un Jedi, ma non aveva finito.

 

“E tu sai che questo è il nome delle lune di Tython.” Rey sospirò, prendendo fiato.

 

“È esattamente dove ci troviamo noi!” gridò l’aleena, cominciando a camminare nella stanza. Si fermò proprio davanti a Finn.

 

“Quindi tu” disse, indicandolo con un dito, “hai sognato che dovevi salvare la tua amica da un mare di metallo liquido, che è esattamente dove l’abbiamo trovata. Mentre il libro, che hai preso per un caso, quando cercavi il cloaked binary beacon, per rintracciare la sua posizione…” 

 

L’eleena riprese a camminare e si spostò lontana da loro, tra la porta e il letto.

 

“Il libro ti diceva già che Rey sarebbe stata qui, sotto le lune di Tython, e che l’avresti dovuta salvare da un mare di mercurio.”

 

Tutti e tre si voltarono a guardare l’aleena, che sembrava aver capito ogni cosa. Poi l’aliena corse in mezzo a loro con un’espressione sorridente.

 

“E se fosse tutto un caso?”

 

 

Erano passate ore da quando aveva sfogato la sua frustrazione contro quella involontaria e contorta prigionia e contro al messaggio, senza logica, intuito dai libri.

 

Si alzò dal pavimento freddo come una lastra di ghiaccio e si guardò intorno. Il tavolo era di nuovo al suo posto. Anche lo sgabello di sughero, con la pila di libri sul tavolo, e una moltitudine di altri tomi, dispense e rotoli, erano di nuovo in ordine. Tutto era tornato al suo posto. Le librerie, sospese a mezz’aria, erano di nuovo perfettamente allineate con il tavolo. Le pareti erano lucide e cristalline, eppure dense e pulsanti come attraversate dalla vita, dall’energia. Di fianco al tavolo, una bottiglia d’acqua era di nuovo piena, e il piatto era di nuovo coperto di cibo, suddiviso in piccole barre colorate.

 

Ben sospirò, sconfitto. Niente era cambiato. Questo era ancora il suo incubo. Era di nuovo solo, con in più la consapevolezza della sua impossibilità a trovare un equilibrio con il lato chiaro della Forza. Non poteva combattere contro se stesso. Aveva abbandonato il lato Chiaro con dolore e, ora, non sapeva più come tornare indietro. Era uno sforzo troppo grande per le sue sole energie. Per la sua volontà e la violenza della sua collera.

 

“È tutto come prima prima…”

 

Si avvicinò al tavolo per bere dalla bottiglia. Le labbra quasi bruciarono al contatto con il vetro gelido, ma quando l’acqua colò giù per la gola sembrò ancora più fredda, al punto da causargli un leggero tremore.

 

Un rumore d’acqua che scorreva lo indusse a voltarsi per guardare la vasca che si riempiva, come ogni giorno. Valutò l’ipotesi di farsi un bagno e lentamente si avvicinò. Ma, poi, fece una smorfia, constatando quanto anche quell’acqua fosse gelata.

 

Si accigliò, gonfiando la bocca in una smorfia, e osservò la farfalla volare intorno a lui, quando si tolse la maglia scura.

 

“Tu credi che abbia paura di un po’ d’acqua gelata?” disse alla farfalla, quasi con tono di sfida, mentre si toglieva i pantaloni e il resto dei vestiti per entrare nella vasca. “Questo è nulla, rispetto agli insegnamenti di Snoke.”

 

Accennò con le labbra una specie di sorriso, prima di immergersi completamente sotto l’acqua. Andò sotto, senza più badare al freddo o al tempo che, in qualche modo, scorreva.

 

Riemerse di scatto, tremando per il gelo. Prese un asciugamano dalla mensola sospesa, e lo legò intorno alla vita, rimettendosi i vestiti senza fretta. Ma qualcosa, come un riverbero nella Forza e un fischio nelle orecchie, catturò la sua attenzione, inducendolo a vestirsi con più energia.

 

Allacciò le scarpe velocemente e infilò il sottile maglione di lana nera sulla pelle. Con un altro telo strofinò i capelli bagnati, per togliergli l’acqua e, sentendo il collegamento arrivare, corse verso la scrivania, al centro della stanza.

 

“Rey?” sussurrò, girandosi per cercarla intorno.

 

Non provava quella sensazione da almeno un anno. Da quando era morto, non era più riuscito a collegarsi con Rey da sveglio. Le uniche interazioni avvenivano nei sogni. Eppure, era certo che il legame si stesse riaprendo.

 

“Dove sei?” Ruotò il busto in tutte le direzioni. Vide la luce di una candela risplendere sul tavolo. Si stava ripetendo tutto esattamente come nei sogni; con la differenza, però, che adesso era sveglio.

 

“Rey!” chiamò, sentendo l’energia gridare nelle sue vene. La sentiva, ma non riusciva a vederla. Eppure, era come se fosse tutto intorno. Poi osservò la farfalla.

 

“Ma che diavolo stai facendo?”

 

 

“E quindi è andata così? Su Exegol, avete combattuto insieme contro Palpatine e Kylo Ren ha usato tutta la sua energia per riportarti in vita” riassunse Finn, con gli occhi sgranati.

 

“Ed è morto lui!” Poe fece una smorfia, sedendosi sul letto.

 

“Ma se è morto, come fa a sentirlo?” chiese l’aleena, guardando Rey. “E poi, cosa c’entrano questi libri?”

 

“È morto, ma non è proprio morto” chiarì Finn, con voce adirata.

 

“Ben? Sei tu?” sussurrò all’improvviso Rey, girandosi con lo sguardo tutto intorno.

 

C’era un’energia nella Forza, qualcosa che la stava attirando, ma non avrebbe saputo proprio dire che cosa fosse. Era come una luce interiore, una candela nel buio, una pulsazione altalenante, come un’onda che si disperdeva andando verso la riva. Era la prima volta che sentiva quel richiamo dopo tantissimo tempo. Dopo che Ben era morto. Ma, adesso, era certa che quello fosse il loro collegamento che riprendeva vigore. Poteva essere merito del libro ritrovato da Finn?

 

“Finn, dov’è il tuo libro?” Rey fissò l’amico con un’espressione entusiasta.

 

Il ragazzo aprì la sua borsa, porgendole il vecchissimo tomo e lei lo afferrò, allargando le labbra in un sorriso radioso.

 

“Finn. C’è un pesce.” Non fece caso allo sguardo confuso dell’amico e si spostò dietro al letto, come se stesse ballando nella stanza.

 

“Che cosa sta facendo, adesso?” chiese l’aleena, osservando Rey muoversi in cerchio.

 

Poe si alzò dal letto, andando verso Finn. “Tu sai che cosa le prende?”

 

Finn chiuse gli occhi come se si stesse concentrando per percepire qualcosa di invisibile e innaturale. “La Forza, la sta chiamando…”

 

“Che cosa?” L’aleena si avvicinò a Finn, incrociando le mani al petto. “E che cosa le starebbe dicendo?”

 

Finn ruotò gli occhi all’indietro, cominciando a stancarsi di quella petulante aleena. “Non è che le parli proprio, è più che altro una sensazione, no? Ma che razza di domande fai?”

 

“Lascialo in pace.” Anche Poe guardò l’aliena spazientito. “Non vedi che si sta concentrando?”

 

“Non è un problema.” Finn addolcì la sua espressione guardando verso Poe. “Lasciamole chiedere tutto quello che vuole.” Poi si girò, cercando l’amica. “Rey, vuoi dirci che cosa hai sentito?”

 

Ma, quando Finn e Poe si voltarono per cercarla, Rey era sparita.

 

“No!” L’aleena si mise le mani sulla testa, terrorizzata. “È scomparsa di nuovo!”

 

 

“Ma che diavolo stai facendo?”

 

Ben guardò ancora una volta la farfalla sollevarsi in volo per danzare in cerchio attorno alla sua testa, prima di posarsi e riprendere il volo contro le pareti della stanza.

 

“Stai cercando di dirmi qualcosa che io non capisco…”

 

Ancora una volta, le pareti reagirono al suo tocco, con piccoli bagliori di luce e sempre più insistenti riverberi nella Forza. Bagliori che si disperdevano nel kyber con piccole onde concentriche. Riflessi che si diramavano verso l’esterno, come se minuscole pietre avessero colpito un materiale liquido.

 

“Ma il kyber non è liquido” ripeté Ben, avvicinando le dita per toccare di nuovo il kyber. Con attenzione e calma, toccò ancora le pareti per analizzare come anche le sue dita provocassero lo stesso fenomeno.

 

“Il kyber reagisce al lato chiaro!”  

 

La farfalla si posò di nuovo sulla sua spalla. E, a quel punto, gli fu chiaro che, per amplificare l’energia e connettersi con Rey, avrebbe dovuto ricorrere al lato chiaro della Forza. Non c’era altra via.

 

“Maledizione!” urlò, sentendo il cuore accelerare, come se stesse impennando per affrontare una salita molto ripida.

 

Si avvicinò al vetro, connettendosi con l’alternanza delle sue onde. Una vibrazione e poi un’altra.

 

“Tutto è energia, tutto è interconnesso.” Lo disse senza pensare, come se ripetesse un’eco lontana, come una voce che risuonava nel suo interno.

 

Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio, accarezzando il cristallo e sforzandosi di restare connesso con la sua luce interiore. Era piccola, fragile e incostante, ma poteva tenerla in vita. Poteva lottare con se stesso, ma avrebbe mantenuto accesa quella maledetta fiammella.

 

Un pensiero nella Forza, energie e simboli contrastanti gli gravitarono intorno, come per magia. Un sogno ad occhi aperti. 

 

“Resterò connesso, costi quel che costi!” I suoi occhi brillarono di frammenti di stelle. Poi, un pianeta e le sue lune si delinearono nella sua mente.

 

“Tython. Posso vederlo.”

 

Ben continuò a restare calmo e concentrato nella luce. Continuò a sfiorare il Kyber, cercando di rimanere sintonizzato con l’energia vitale.

 

La farfalla riprese a volare come impazzita. La Forza si ampliò, dentro e fuori dal cristallo.

 

Ben respirò piano, facendo entrare ed uscire l’energia dai suoi polmoni, dalla sua pelle, dai suoi occhi, dalle sue vene, emanando un impercettibile bagliore. Un riverbero nella Forza. 

 

Ad ogni tocco delle sue dita, la sua prigione di cristallo reagiva, sprigionando piccole luci, proporzionali alla pressione delle sue mani. Bagliori che si disperdevano come onde liquide dentro al kyber.

 

“Posso vedere le sue lune: Ahsla e Bogan.”

 

Cominciò a levitare con le mani appoggiate sul muro della sua prigione. Si accorse che, per lo sforzo di restare nel lato Chiaro della Forza, stava sudando. Era stanco. Aveva il fiatone e i pensieri si attorcigliavano nella sua mente, come se stesse affrontando una dura battaglia. Ma il richiamo della luce era più forte. Sapeva che quello sforzo l’avrebbe connesso a Rey ed era disposto a tutto, pur di trovarla.

 

“Percepisco l’energia, sono connesso. I tre pianeti hanno bisogno di energia. La Forza sta chiedendo equilibrio.”

 

Grugnì nello sforzo di restare alla luce.

 

“Sono io che sto spostando l’equilibrio, i miei pensieri possono far cessare il caos.”

 

Guardò la farfalla, restando perplesso.

 

“Se io sono in equilibrio, il caos può essere placato.”

 

Ma l’energia cominciò a trascinarlo verso l’immagine nella sua mente, come se volesse trasportarlo dentro ad un sogno. 

 

Le lune di Tython cominciarono a ruotare dentro ad un orbita velocissima. Tutto cominciò ad aggrovigliarsi nel mezzo di un disegno di oscurità e sconfitta. Le due lune esplosero, causando un immenso buco nero che cominciò ad assorbire tutta la materia che aveva intorno.

 

Per un attimo, vide Rey svegliarsi da un sogno. Si avvicinò a lui, guardandolo con terrore.

 

“Che cosa stai facendo, Ben?”

 

La osservò mentre si alzava in piedi velocemente, ma poi la vide dissolversi come se fosse stata assorbita da un immenso vortice in grado di dissolvere la sua essenza, fino a ridurla ad appena una linea di materia granulosa. Come se fosse scomparsa nel centro di grandissimo buco nero. 

 

Nel giro di pochi secondi, vide milioni di sostanze e miliardi di stelle trasformarsi in una pasta luminosa e densa che veniva divorata dalle fauci del buco nero.

 

“No!” gridò, disperandosi per quello che vedeva.

 

Aprì gli occhi di scatto, terrorizzato.

 

“Sono io il buco nero. Sono io che sto distruggendo tutto!”

 

Si staccò dal vetro, perdendo l’equilibrio.

 

Osservò la farfalla volare come impazzita, sbattendo contro al kyber, più e più volte. Questa volta il kyber non reagiva con dolcezza, ma ad ogni scontro emanava energia e Ben sapeva quanto fosse dolorosa.

 

“Sono io la causa di tutto!” esclamò, portando le mani alla testa.

 

Aveva perso il suo equilibrio.

 

“No, no, no! Devo stare calmo.”

 

Chiuse di nuovo gli occhi, mentre il suo cuore annaspava tra battiti irregolari e un improvviso sudore freddo. Il gelo della stanza gli attanagliava la pelle. Le orecchie fischiavano. Il suo corpo reagì con violenti tremori. La sua pelle divenne livida. E la gola si strinse al punto che quasi non riuscì più a respirare. Ansimò, sul limite della pazzia.

 

“Nooooooo” urlò, perdendo la calma, ma chiuse i pugni, con la ferocia di una belva. E, invece di perdere il controllo, si elevò in meditazione, attraendo la farfallina nella sua orbita.

 

Un’ondata di luce si formò tutto intorno e la farfalla smise di sbattere contro il kyber, bloccandosi a mezz’aria, come in una lunghissima planata.

 

Ben aprì di nuovo gli occhi, con calma, concentrandosi per mantenere le pulsazioni regolari. Cacciò indietro lee urla del suo odio, contenendole in uno spazio remoto della sua mente. Il freddo era dentro ai suoi polmoni, quasi gelati, ma lui poteva resistere alla rabbia.

 

Aprì una mano per accogliere l’insetto. La farfallina era viva. L’energia risentiva la perdita del suo equilibrio, ma poteva imparare a controllarlo. Ciononostante, la visione che aveva avuto gli fece paura.

 

Poteva essere lui a far perdere l’equilibrio ad ogni elemento del creato. Poteva distruggere ogni cosa.

 

Se la sua energia o la sua rabbia si fossero riversate sulla Forza, sarebbe stato lui il buco nero che avrebbe risucchiato ogni cosa. Ripensò alle parole scritte sul libro.

 

Ma, per risolvere la primordiale indeterminazione, Ahsla e Bogan dovrà portare in collisione.”

 

E, a quel punto, ebbe chiara la situazione. Doveva liberare l’universo dalla sua presenza. Doveva riuscire a contattare Rey. Se lui fosse stato prigioniero, in una dimensione tra le due lune, c’era solo una cosa fare. Il libro lo diceva chiaramente. 

 

Le due lune dovevano essere distrutte. 

 

La collisione sarebbe stata la soluzione a tutti i problemi della Galassia e avrebbe liberato anche Rey. Se fosse morto per sempre, anche il collegamento nella diade si sarebbe interrotto.

 

Per quanto gli potesse sembrare assurdo, ancora una volta, doveva morire perché lei vivesse.

 

Sembrava veramente incredibile questa considerazione, ma forse era la sola parte mancante perché abbracciasse il lato chiaro della Forza. 

 

Il suo sacrificio per salvare Rey su Exegol era stato un atto momentaneo, dovuto più ad un istinto che ad altro. Questa volta, invece, sarebbe stata una scelta, una scelta consapevole. Ma non poteva realizzarlo da solo. Rey doveva aiutarlo e, in questo modo, si sarebbe rivelata, in tutti i sensi, la Skywalker destinata a quell’impresa.

 

Doveva solo riuscire a contattarla e restare lucido per convincerla.

 

Non poteva più incontrarla dentro ad un sogno. Doveva aiutarla a portare a compimento la profezia. Far collidere le Lune, per riportare l’equilibrio.

 

Portò le mani contro al Kyber, restando in levitazione. Posò i palmi con delicatezza, osservando il cristallo reagire.

 

Respirò lentamente, facendo spazio nella sua mente. Aprì i suoi polmoni alla luce del cosmo. Sentì un rumore di fondo provenire da una notte senza tempo. La rotazione di un intero sistema solare, con pesanti vibrazioni, attraversò tutta la materia, si rifletté nelle sue membra, spingendosi oltre, fino alle sue cellule. E ancora avanti, fino alle parti più piccole della sua essenza e, quando con uno strappo nel vuoto, sentì di appartenere all’essenza stessa della vita, spalancò gli occhi attratto da qualcosa. E in quel momento la vide.

 

“Ben?”

 

Questa volta non era la sua immaginazione. Era lei, ed era viva, in carne e ossa come la ricordava.

 

Tutto il suo corpo trasalì nello sforzo di mantenere aperto il legame. La guardò, restando senza fiato. Lei era lì, immobile, confusa, ma incredibilmente sorridente. Stava sorridendo proprio a lui? Poteva essere felice di rivederlo? Il suo cuore perse un colpo, mentre intontito per l’emozione apriva e chiudeva le labbra, cercando le parole giuste per trattenerla. Infine la chiamò, quasi senza fiato.

 

“Rey?”

 

Immagine presa da qui.

Per sentire la musica che mi ha ispirato mentre scrivevo questa parte del racconto clicca sull’immagine:

Ben and Rey Love Theme (Reylo Theme) 

Samuel Kim Music

 

 


Angolo della scrittrice:

Ciao a tutti,

Sono incredibilmente lusingata, onorata e riconoscente verso tutti coloro che hanno letto, commentato, aggiunto questa storia in qualsiasi categoria o mi hanno scritto in privato. I commenti sono il motore che mi spinge a scrivere e, per questo, vi sono e sarò per sempre grata e riconoscente. 

Un grazie galattico anche a IndianaJones25 che è sempre presente e mi permette di andare velocissima e mi supporta in ogni modo possibile. Per favore, andate a mostrare il vostro amore anche per i suoi racconti che sono bellissimi. Se cliccate qui, potrete andare a leggere l’ultima storia che sta scrivendo. Per favore, lasciate un cuoricino o un commento anche nel suo profilo. (Sii generosa, sii Reylo!)

Ricordo a chi mi segue che continuerò a pubblicare un capitolo di questa storia ogni martedì e venerdì. Destiny's Force, invece, riprenderà quando mi sarò sfogata dal tristissimo finale dell'episodio IX. 

Un caro saluto a tutti e grazie per essere passati.

Shaara

Ps: piccolo spoiler: questi due capitoli sono di transizione. Però, dal capitolo 9 ci sarà una piccola svolta nella trama. Una svolta che sarà... come dire… un po’ meno mistica e molto più materialistica…


Note:

Clicca sulle parole evidenziate in blu per leggere gli approfondimenti o per vedere l'immagine del personaggio.

Clicca sulle immagini per ascoltare la musica. Ti consiglio di aprire la musica in un’altra finestra per continuare a leggere con il sottofondo.

Per leggere ispirazioni, bibliografia e riferimenti vedi nei capitoli precedenti.

 


Ps: Ogni personaggio descritto, tranne quelli inventati da me, sono di proprietà della STAR WARS - LUCASFILM, ora Disney. Ogni onore e gloria è di proprietà del suo creatore George Lucas e degli autori del nuovo Canon Disney. Questa Fan Fiction è stata creata a scopo ludico, senza fini di lucro ed è il mio personale e misero dono per questo meraviglioso Fandom. Che la Forza sia con voi :)

 
   
 
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