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Autore: Aqua Keta    21/02/2020    6 recensioni
Forse il destino è già scritto ma con ostinazione e coraggio lo si può cambiare e tornare a vita nuova. Esiste un tempo per soffrire ma esiste anche un tempo per la ricompensa della gioia
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Si alzò giusto per salutare André.
Ma come aveva fatto in tutti quegli anni a non accorgersi di lui? Di quanto bisognasse della sua presenza? Delle sue parole? 
Solo ora avendolo visto partire sentì il peso immenso della solitudine.
Si rese conto di quanto grande fosse quell’amore. 
A breve finalmente sarebbe convolata a nozze con il suo miglior amico, il suo confidente, il suo sostegno, il suo uomo.
“Madame Grandier”- pronunciò ad alta voce buttando un occhio a quell’anello – “Grandier”- come suonava imponente quel nome.
“Coraggio, Oscar! Al lavoro!”- si levò dal letto velocemente.  
Un capogiro improvviso.
Fece un lungo sospirò –“ Caspita!”- una mano sulla fronte –“ ….forse è il caso di fare colazione con urgenza”
Nanny già alle prese con il pranzo le versò la solita cioccolata.
“Ma Rosalie?”- avvicinò la tazza alle labbra.
“Sta’ raccogliendo la biancheria stesa”- si volse.
Lo sguardo disgustato di Oscar.
“…avete cambiato qualcosa nel prepararla?”- le labbra contratte, la fronte corrugata.
“Ma no, cara.”- prese il barattolo contenete la polvere di cacao e l’annusò –“ Mi pare sia sempre quella…!”
“Fammi del tè per cortesia!”- ripose la tazza.
La donna si accinse a preparare quanto da lei richiesto un po’ perplessa. Che l’avesse lasciata troppo sul fuoco?
“Buongiorno Madamigella. Quando volete possiamo cominciare!” – anche Rosalie parve entusiasta della cosa.
“Se vuoi intanto andare ad aprire, le chiavi sono nel mobiletto accanto la porta di servizio. Termino la colazione e ti raggiungo”
Spalancò tutte le finestre –“ Accipicchia. …quanta polvere!!”
Tolse tutti quei vecchi lenzuoli che ricoprivano i mobili e diede un’occhiata in giro.
Poco dopo Oscar fece il suo ingresso.
“Che ne dici?”
“Be….allora: bisogna spolverare, pulire i vetri, lavare le tende…”- aprì la credenza –“ lavare tutte le stoviglie..”- si diresse in camera da letto –“ mettere lenzuola pulite…”
“…con calma…con calma….sei peggio di Nanny..!”- 
Indubbiamente c’era veramente molto da fare. Quindi….rimboccarsi le maniche.
“Ma cosa fate? Non vorrete mica mettervi a rassettare voi?”
“Ascolta Rosalie. Qui dovrò viverci io con André. Vorrei metterci anche del mio…”
“Oh…..guarda un po’!”- Beatrice apparve sulla porta –“ Che state facendo?”- posò il cappellino sulla tavola.
“Madamigella ed André verranno ad abitare qui appena sposi”- Rosalie quasi si commosse.
“…e brava la sorella che comincia a fare veramente sul serio!” – le posò una mano sulla spalla –“ Bisogno di un aiutino? “- si fece su le maniche.
“Perché no….tu hai buon gusto e quella giusta attenzione ai particolari….e questo ci servirà “- Oscar sorrise.
Che figura fondamentale quella di Beatrice nella sua vita!
Così  dicendo si misero all’opera partendo dalla camera da letto.

La pioggia su Parigi era incessante e batteva forte sui vetri della camera da letto.
Leah riposava tra le braccia di Alain.
Il respiro lieve, quei ricci rossi sparsi sul cuscino e sul lenzuolo.
Il capo di lui leggermente reclinato, appoggiando su quel mare di capelli.
Diane era alle prese con le faccende. Di lì a poco sarebbe passato Pierre per accompagnarla dalla sarta dove rammendava e ricamava. 
Apparecchiò per la colazione per tutti : caffè bollente, latte, pane e confettura di mele fatta in casa.
Non osò bussare a nessuna delle due stanze. Vista la giornata pensò che entrambi desiderassero rimare più a lungo nel letto.
“Du Mont mi ha prestato il calesse….con questo diluvio “- Pierre la fece accomodare coprendole le gambe.
“Tutto bene ?”- chiese prima di incitare il cavallo a muoversi
“Tutto bene, grazie. Stanno tutti dormendo ancora”
Leah si stiracchiò come un gatto.
Si sollevò su un braccio appoggiando il seno sul petto di Alain.
Infilò le dita tra I suoi capelli –“ C’è ne stiamo a letto tutto il giorno?”
“Perché no!”- le accarezzò le spalle – “Diane non rientra prima di questa sera. Oggi pranza fuori….dove lavora…quindi….”- le fece un sorrisetto malizioso.
Lei arricciò il naso –“ …quindi cosa De Soissons?”
“…quindi…potremmo…”- si volse di scatto girandosi su di lei –“ potremmo starcene qui a fare l’amore tutto il giorno”- le sfiorò le labbra guardandola dritta negli occhi –“ che ne dici?” – sollevò un sopracciglio.
“Dunque non vi è bastato il buongiorno? “- incrociò le braccia dietro il suo collo.
“….credevo fosse un assaggio…!”- le passò la punta della lingua sul labbro superiore.
Quel suo vigore contro le gambe tendersi sempre più. 
“…siete uomo notevolmente dotato…!” – gli sussurrò all’orecchio.
“E’ stato di vostro gradimento?”- 
Socchiuse leggermente gli occhi con fare schizzinoso –“Mhh….non saprei…..forse potrei trovare di meglio”
Volse il viso dalla parte opposta quasi sfidandolo .
“Non credo proprio”- la mano s’infilò sotto le lenzuola.
Leah sentì il turgore della la sua mascolinità insinuarsi fra le sue gambe.
“Allora?”- si fece strada in lei ma stavolta lentamente.
Le mancò il fiato.
“Ma come? Non parlate più? “-  la vide schiudere le labbra alla prima spinta –“ Devo dedurre vi piaccia” – nuovamente –“ Ditemi dunque…”- ancora.
Gli occhi chiusi nell’estasi.
Alain si fermò. 
Lei lo guardò turbata –“ Che fai?”
“Mi piace vederti godere!”- 
Arrossì leggermente –“ Alain…smettila!” – gli batté i pugni sul torace.
“Sei fantastica. Fai la pudica ….ma alla fine ti piace da morire….di la verità? “
Quegli occhi ….
“….sei un vero uomo….non c’è che dire….e….”- si aggrappò ai suoi glutei –“ ….e sai farmi sentire veramente una donna”- lo incitò a continuare.
“….piccola strega”- la baciò con immensa passione.

Ricadde al suo fianco sfinito. La fronte madida di sudore…
I volti stravolti d’amore.
“Vieni qui!”- l’attirò a sé. 
“Alain…pausa, però “- gli disse ansimando.
“…..direi che…..potremmo anche scendere a mangiare !”
“…concordo!…..tu non vuoi farmi arrivare viva a sera”- tentò di sedere sul ciglio del letto.
“Dove vai?”- la fermò. 
“….no Alain, basta…sarei sazia…! – recuperò la camicia.
“Sei sicura?”-
Non fece in tempo a girarsi che le arrivò una cuscinata . 
“Ah …è così? …vuoi la guerra allora!!!”
Afferrò il secondo cuscino - “Tieni….tieni”- picchiando ripetutamente.
Lui rispose ai suoi colpi fino a quando gli scivolò il guanciale e dovette solo difendersi da lei.
“E ora?....sei disarmato ….prendi…..e prendi ancora…”
L’afferrò per la vita e ricaddero sul letto.
“Lasciami…farabutto…lasciami”
Le bloccò le mani al di sopra della testa –“ ….e adesso? Come la mettiamo?”
“Attento…potrei usare le gambe!”
Le bloccò pure quelle col suo peso.
“Or dunque…bella fanciulla….”
Non poté  muoversi. 
Spinse la testa sotto la camicia fino a quando la bocca non fu all’altezza del seno. 
La stuzzicò con la lingua e posandole le labbra si mise a giocherellare con un capezzolo. 
“No, no Alain…ti supplico” – si divincolò ridendo –“ Vieni fuori da lì “.
Lui obbedì e le lasciò  i polsi. 
“Adesso basta!”- lo ammonì amorevolmente mostrandogli un dito –“ Ora andiamo a mangiare”
Rimase a guardarla mentre scendeva dal letto –“ Ma…..sono ancora nei Soldati della Guardia?”-
Balzò giù dalla parte opposta mettendosi sull’attenti – “Ai vostri ordini !”
Lei scoppiò in una risata  -“ Soldato…siete nudo…non vi vergognate a mostrare i gioielli?....e che gioielli!”
Abbassò lo sguardo fra le gambe  –“Amico mio, coraggio! La festa è finita!”
Prese dall’armadio la biancheria per rivestirsi. 
Raccolse i pantaloni a terra e li buttò nella cesta accanto la finestra.
“Prego, Madame! “- le aprì la porta.
“Grazie, soldato!”- nel mentre usciva Alain la sculaccio ‘ amorevolmente.
“ Quanto ben di Dio!”- buttò  gli occhi al cielo.

Poco prima del mezzogiorno Louis Antoine e André  giunsero a Morlaix.
Anche i cavalli erano stanchi del viaggio.
Arrivati in città cercarono una locanda dove poter alloggiare e mangiare un boccone.
“Abbiamo appuntamento con Monsieur Fournier per le 3 di questo pomeriggio. Dovrebbe esporci come avverrà l’acquisto.”
“Perfetto” – André  terminò  il suo pasto –“ Come si svolgerà il tutto?”
“In mattinata dovrebbe arrivare il venditore ed mostrare la partita di preziosi. Il nostro compito è quello di analizzarne le caratteristiche, valutare se trattasi di merce meritevole di contrattazione, pattuire il prezzo d’acquisto e fare in maniera che entrambe le parti ne escano soddisfatte”
“Una curiosità : se questo tale è uno dei più famosi gioiellieri del nord della Francia per quale motivo ha necessità  di persone che ne medino lo scambio?”- André parve turbato.
“Giusta osservazione. Noi avremmo a che fare solo oggi con Fournier. Lui si serve sempre di terzi per queste trattative,  non lo fa mai direttamente…..sinceramente non ne comprendo il motivo. Mi è stato detto che ha sempre lavorato così ”
“Quindi domani a parte il venditore?”-
“”Ci sarà un suo delegato …giusto per visionare pietre e monili e ….naturalmente metterci il denaro”.
Annuì.
“Alla fine comunque il compenso per questo intervento ci verrà dato direttamente da Fournier il giorno dopo”.
“D’accordo”
Dopo il breve pranzo riposero  il piccolo bagaglio nelle camere.
Dalla finestra la vista sulla splendida baia con i suoi pescherecci ed i grandi vascelli per le traversate dirette a Plymouth in Inghilterra e Cork in Irlanda. 
Cork……la cittadina da dove proveniva Leah.
Per un attimo ripensò a quei lunghi capelli ricci e rossi…quella montagna di lentiggini….le dita arricciare i suoi capelli….
Cosa sarebbe accaduto se…se quella sera ….fossero andati fino in fondo? Se non avesse pensato ad Oscar?
Come sarebbe stata ora la sua vita? 
“Che pensieri balordi”- si disse.
No, non aveva dubbi o ripensamenti. 
L’amava…più della sua vita. L’aveva sempre amata…nessuna, nessuna donna avrebbe mai potuto prenderne il posto nella mente, tanto meno nel cuore.
Chissà cosa stava facendo….
La loro casa…presto, si molto presto …
Raggiunse Louis Antoine. 
Il gioielliere li attendeva.


Le camere da letto erano state sistemate.
Rosalie ne socchiuse le porte –“ Madamigella, Beatrice….oggi avete lavorato troppo. Me ne sarei dovuta occupare io”
“Non preoccuparti….come vedi assieme abbiamo semplificato il tutto….andando avanti così potremmo anche terminare se non domani …dopodomani”- Beatrice era al settimo cielo –“ Cosa ne dici?” – rivolgendosi alla sorella.
Oscar appoggiata al muro : uno straccio! 
“Non fa per voi tutto questo”- le sorrise Rosalie.
“Vediamo di rientrare….sei un po’ pallida“- Beatrice le tastò la fronte.
“No…non ho febbre…sono solo affaticata”- 
“Stai seguendo le indicazioni di Thomas?”
“Si…alla lettera. Quindi….direi di rientrare per la cena”
Un giro di chiave e si lasciarono la dependance alle spalle.
Beatrice fece ritorno a casa dai suoi ragazzi.
Oscar toccò ben poco di quanto ci fosse in tavola nonostante alcune tra le sue portate preferite.
“Scusate”- si alzò –“ …sarei molto stanca. Se non vi è di disturbo preferirei ritirarmi”- poi rivolgendosi a Nanny -“Vorrei farmi un bagno caldo”
“Ma certo cara….provvedo subito”
 L’aria tiepida della sera accarezzò  le tende.
Spogliatasi rimase qualche istante davanti allo specchio : non amava particolarmente vedere la propria immagine riflessa. Osservò attentamente quella figura.
Le lunghe gambe, la vita stretta…i seni piccoli, tondi, sodi….L’occhio ricadde su quei due bottoncini…quei due boccioli stranamente più sensibili, morbidi….percepì una strana tensione….
Ebbe la sensazione di essere dimagrita ancora.
“Non è possibile! “- passò le mani sui fianchi –“ eppure mangio….a parte stasera”.
Chiuse gli occhi e le parve di sentire le dita di André scorrere sulla sua pelle.
Una lacrima le attraversò la guancia.
“Ma che fai?”- si disse –“ per cosa stai piangendo?”- asciugò il viso –“ possibile tu sia diventata così lagnosa? “
Sbuffò infilandosi nella vasca. 
Splendida sensazione l’acqua calda dopo una giornata così stancante.
“Cosa starai facendo amore mio? Vorrei tanto averti qui…”
Sorrise ripensando a quella sera….quando lo immaginò entrare nella stanza, spogliarsi ed infilarsi nella vasca con lei. Le era parso così vero…
Fece ricadere la testa su un lato passando una mano lungo una gamba.
Il primo giorno senza di lui volgeva al termine.
Come avrebbe mai fatto ad abituarsi a tutto quello ? 
Beatrice ci era riuscita!
Si, certo ma ….ma lei aveva scoperto l’amore giovanissima…e da allora aveva potuto vivere momenti incredibili con Louis Antoine…..Lei al contrario lo aveva scoperto da poco…
Dio! Quanto tempo buttato alle spine…perché?  perché non si era accorta prima di lui? Una vita trascorsa assieme….André l’amava da sempre, da quando aveva messo piede a palazzo Jarjayes. …perché era dovuta passare per la delusione di Fersen affinché lui trovasse il coraggio di manifestarle quel sentimento represso da sempre? 
“Quanto ti ho fatto soffrire!”- sibilò –“Potrai mai perdonarmi?”- non riuscì a trattenere le lacrime .
Nel contempo provò una sensazione come d’inutilità. Lei abituata ad impartire ordini e di conseguenza ad eseguirne cos’avrebbe potuto fare ora?
André stava costruendo un futuro nuovo per lui…per entrambi…e lei?
Beatrice aveva fatto scelte consapevoli. Aveva deciso di seguire ed adeguarsi agli impegni del marito, buttandosi sulla famiglia….la crescita dei figli…e  offrendo il suo tempo libero al lavoro di Thomas.
Lei invece? Cos’avrebbe fatto?
Si, forse un giorno si sarebbe dedicata indubbiamente anche lei alla crescita degli eredi…se il buon Dio gliene avesse concessi. Ma nel frattempo? Come avrebbe potuto riempire le sue giornate?
Quel desiderio celato infondo al cuore di indossare nuovamente un’uniforme!
Un lunghissimo sospirò. 


L’incontro con Fournier ebbe termine in serata.
Discussero a lungo sull’intero svolgimento della trattativa.
Ad André sembrò così strano trovarsi la, con Louis,  quel gioiellerie,  tutti quei preziosi…
Dopo cena si ritirarono entrambi troppo stanchi e bisognosi di riposarsi prima della fatidica giornata.
Ripose gli abiti sulla poltroncina e si buttò di peso sul letto.
Le braccia incrociate dietro la testa, quella leggera brezza proveniente dalla finestra spalancata. …
Fissò  a lungo il soffitto assalito da mille pensieri.
La giornata a seguire avrebbe segnato quasi sicuramente la sua vita ed anche quella di Oscar.
“Che starai facendo? Avrai deciso finalmente la data?”- 
La immaginò con l’abito nuziale….I fiori. …il Generale che l’accompagnava tutto impettito…madame, Beatrice, Nanny e Rosalie fra le lacrime….Bernard. ..Du Mont come celebrante…sai che risate….Alain sicuramente come testimone….beh…Diane e Pierre…e i ragazzi della Guardia……….Leah?
Perché gli tornava in continuazione in mente?
No, non l’amava! 
Aveva fatto la sua scelta: quella era Oscar, solo e per sempre lei! Nessun’altra avrebbe mai e poi mai potuto prendere il suo posto.
No! MAI! 
Avrebbe tanto desiderato averla accanto….le sue dita affusolate sfiorarlo delicatamente….la sua bocca…e suoi occhi trasparenti….
Era cambiata tanto la sua Oscar…..
Del resto tutto era cambiato…..

“Ehi…che stai cucinando di buono?” - Alain  sollevò  il coperchio intingendo un dito nella pietanza.
“Ma che fai?”- Leah gli diede sulla mano con un cucchiaio –“ Non toccare”-
Le si avvicinò –“Allora dove posso toccare?” - le sussurrò all’orecchio. E stringendola a sé la baciò con passione –“ Non immaginavo che un giorno avrei potuto perdere la testa per una donna”
“Avresti preferito per un uomo?” – 
“Giammai!” - la strinse di più –“ Benedetto il cielo per aver inventato le donne!....ma tu. ..tu sei diversa…”
Lo accarezzò  tra I capelli – “ Fai il cascamorto?”
“Leah…io credo veramente di essermi innamorato di te….”
Gli sorrise teneramente –“ Sono felice di stare con te Alain. …lo dico sinceramente”- la sua bocca gli sfiorò le labbra mordicchiandole.
La porta di aprì e Diane entrò in casa.
“Ops…..buonasera piccioncini. …”- ripose il mantello grondante d’acqua in un angolo.
Pierre diede un giro di chiave –“ Alain…c’è un clima tremendo in città. Non lasciar girare Leah da sola”
“Cos’è successo?”
“Sinceramente non lo so….ma ….beh, se non ti dispiace io resterei qui stasera a costo di dormire a terra.”
Leah si strinse di più ad Alain.
“Pensiamo a chiudere bene porta e finestre…e….permesso accordato “- rivolgendosi a Pierre.
“Potrebbe dormire nella mia camera….”- suggerì Leah –
“Si certo…Noi due ci arrangeremo –“ concluse Alain.
Le due ragazze preparano la tavola poi tutti sedettero per cenare.
“Domani verrò con te. Dobbiamo parlare con Du Mont. Lui sicuramente sarà al corrente di quello che sta succedendo”
“Se solo ci fosse Bernard!” – Pierre incrociò i pugni sotto il mento –“ Sai quando rientra?”
“ Direi con i primi di ottobre. Dovrebbe passare a prendere Rosalie e fare ritorno a Parigi.”
Rimasero a lungo a chiacchierare della situazione di terrore che si stava diffondendo in città.
“A volte credo che abbiano fatto bene ad andarsene da Parigi”- Alain si fece improvvisamente serio.
Guardò a lungo quelle che erano “le sue donne”…Diane e Leah….un unico desiderio: che vivessero nella tranquillità più assoluta….
“Vedremo come si mettono le cose …ma sappiate che sono disposto a portarvi via da qui anche senza una dimora certa”- 
Leah lo accarezzò su una guancia. 
“Ah…quasi dimenticavo”- Diane infilò una mano nella tasca, ne trasse una busta e l’allungò alla ragazza  –  “ Questa è per te…me l’hanno consegnata questa mattina”
Sbalordita.  Chi poteva averle scritto?
Riconobbe subito la calligrafia.

Assorta nei pensieri, un’idea le balenò all’improvviso: il comando militare di Brest.
Rammentò che vi fosse all’interno anche una piccola scuola di addestramento….con chi ne parlò in passato? Forse suo padre…no,  Girodelle! 
Ecco…
C’era da dire che….indubbiamente dipendesse dal comando generale di Parigi e di conseguenza …dai Reali.
Avrebbe potuto presentarsi e chiedere di parlare con il graduato più alto che presenziava la caserma.
Si palesavano diversi ostacoli: innanzitutto il fatto che fosse donna, poi senza un’uniforme, a seguire pronunciando il suo nome cosa sarebbe potuto accadere? 
Non voleva assolutamente l’intervento del Generale.
Usci velocemente dalla vasca gocciolando sul pavimento, dimenticandosi completamente del telo ripiegato sulla poltroncina. Spalancò le ante dell’armadio.
Si…le sue uniformi erano lì. …compresa quella dei Soldati della Guardia. Nanny era stata così premurosa da ripulirle e portarle via da palazzo Jarjayes.
Un briciolo di nostalgia afferrando una manica dell’ultima indossata.
Era quella alla quale teneva di più.
Tante le difficoltà iniziali….ma ne era uscito un gruppo straordinario. ..e poi….in quel periodo aveva scoperto l’amore, quello vero, con la A maiuscola….il suo André. 


Leah osservò attentamente la busta sporca e spiegazzata.
L’apri. ..e lesse.
Dopo poche righe si alzò da tavola allontanandosi con lo sguardo triste.
“Forse qualcosa di grave?” – Diane volse lo sguardo verso Alain.
La videro salire le scale di corsa poco dopo.
Lui in silenzio la raggiunse. 
Entrando, lei immobile di fronte alla finestra…la lettera sul letto.
“Vuoi parlarne?”- infilò le mani in tasca appoggiandosi con la schiena al muro.
“Mia madre vuole che torni a Cork. Non faranno più rientro a Parigi. Devono seguire mio fratello…”
Ad Alain si gelò il sangue nelle vene.


   
 
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