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Autore: SweetPaperella    22/02/2020    2 recensioni
Questa storia é il sequel di “There's no storm we can't out run, we will always find the sun” consiglio la lettura della storia precedente prima di leggere questa.
Sono passati tre anni, Emma é ormai felice accanto a Killian stanno per sposarsi, oltre Henry, hanno una splendida bambina di nome Hope.
Regina Mills é felicemente sposata con il suo fuorilegge Robin e ha finalmente l’amore di sua figlia.
Ma può la morte di una persona cara, distruggere la felicità costruita con tanta fatica? E il passato può tornare distruggendo il presente con la forza devastante di un ciclone?
Un nuovo caso, nuovi personaggi e verità sconvolgenti dal passato, che non è mai del tutto passato.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Ventiquattro - Un pomeriggio in atelier


Per colpa delle indagini hanno trascurato un po’ troppo i preparativi del matrimonio, Killian non ha ancora scelto il suo abito e tanto meno i due piccoli di casa. Hanno intenzione di sposarsi a settembre e anche se sono ancora ad Aprile, devono comunque iniziare a pensarci per tempo, per non ridursi all’ultimo momento. 
L’abito di Emma è stato scelto, deve essere solo allargato, ma sarà fatto a tempo debito, qualche settimana prima della fatidica data, in modo da avere le misure esatte, visto il crescere della sua pancia.  
Devono quindi, scegliere gli abiti degli altri componenti della famiglia.
Decidono di farlo un pomeriggio, subito dopo scuola dei bambini. Si recano in atelier tutti quanti insieme. Emma, rimarrà seduta in atelier e ad aiutare i due bambini sarà Killian, in modo che non si affatichi, ma possa comunque assistere al momento della scelta dell’abito e poter dire la sua, soprattutto per quanto riguarda quello di Henry e di Hope. 
La bambina una volta entrati in atelier, vedendo tutti quei meravigliosi vestitini, ha spalancato gli occhi e ha guardato verso sua mamma completamente incantata e sorpresa, i suoi occhioni verdi, in quel momento hanno parlato più di mille parole. Ad Emma ha dato l’idea che le stessero dicendo: “ma sono veri tutti questi abiti?” e quasi le è venuto da ridere, perché la sua piccolina è davvero adorabile con quel suo sguardo stupito e felice. Il sogno di ogni bambina è vestire in stile principessa e Hope non è da meno. 
Ma visto che sarà più difficile scegliere il vestitino per Hope, decidono di iniziare da quello di Henry. 
Anche se ciò non si dimostra esattamente una buona idea. Hope inizia a girare per il negozio e a toccare tutti i vestitini che vede e a dire “voglio questo” e poi cambiare idea dopo cinque secondi e “no, no, voglio questo” con Emma che vedendola le viene da ridere, perché la sua bambina sa essere davvero esuberante, ma è di una bellezza infinita, se pur deve contenerla o rischia di fare qualche guaio, conoscendola. 
Mentre nel frattempo anche Henry sta decidendo che cose indossare e una volta scelto il suo  smoking, un gilet nero con pantaloni dello stesso colore e una camicia bianca con cravattino celeste molto chiaro, si guarda allo specchio e tutti, compreso il bambino, devono ammettere che sta veramente benissimo vestito in quel modo. 
«Ragazzino, sei bellissimo così!» gli dice Emma guardandolo ammirata. 
Henry sorride felice di quel complimento e anche piuttosto emozionato, suo nonno gli ha sempre detto che ogni uomo deve comportarsi come un principe, soprattutto con le donne e lui in questo momento, vestito così elegantemente si sente un po’ tale e inoltre, con la sua fidanzatina è sempre dolce, romantico e gentile, un vero principe.
«Mamma, perché non prendi questo per Hope? Così abbiamo i colori simili degli abiti, visto che dobbiamo fare paggetto e damigella.» propone Henry vedendo un vestito per bambina che riprende i colori del suo. 
«Siiii mammina, io voglio vestito con colori uguale a Hetty.» dice subito Hope accettando di buon grado il consiglio di suo fratello maggiore. Non desidera altro che essere uguale a lui, al suo Hetty. 
Le provano quindi subito il vestitino di colore bianco, con le spalle ricamate, il quale scende ampio in stile principessa e una cinta di colore nero, con un fiocco dietro alla schiena. È bellissimo e Hope subito rimane incantata a guardarsi allo specchio.
Solo che, un dubbio poi si insinua nella sua testa nel momento in cui si guarda allo specchio, con più attenzione. 
«Io voglio mettere anche il mio ditintivo» dice andando alla sua maglietta per prendere il suo fedele distintivo. 
Emma e Killian si guardano e scoppiano in un primo momento a ridere, ma poi capiscono di avere un problema. Non può mettersi certo quel vestitino con il distintivo addosso. 
«Amore non puoi mettere il distintivo su questo vestitino, si rovina.» le prova a dire Emma cercando di farle capire che non è il caso, ma la bambina non la prende affatto bene. 
«Se io no ditintivo, no vestitino.» mettendo le braccia incrociante e guardando sua mamma con il broncio e poi spostando lo sguardo verso suo papà per cercare di intenerire lui è farsi dire di sì. 
«Hope, le principesse non hanno ì distintivi, vuoi essere una principessa bellissima per un giorno? La principessa di papà?» interviene Killian per cercare di convincerla e giocare la carta della principessa di papà, di solito funziona. 
Hope annuisce, vuole essere la principessa di papà, ma lei è anche lo sceriffo Hope Jones. Uno sceriffo non si separa mai suo distintivo, gliel’ha insegnato proprio la sua mamma. 
«Tu detto a me che sceriffo non si separa mai da ditintivo.» dice rivolta proprio verso la sua mamma. 
«È vero, hai ragione Hope, ma per le date importantissime, come il matrimonio di mamma e papà, puoi anche non metterlo. Io per esempio il mio non lo porterò.» le dice avvicinandosi a lei e mettendosi alla sua altezza, per poi aggiungere: «Facciamo una cosa collega, visto che il nostro distintivo è così prezioso, che non possiamo assolutamente perderlo, quel giorno lo mettiamo in un posto segretissimo, tutto nostro, sia il mio che il tuo, che dici?» le propone, pensando che possa essere un buon compromesso e che così riuscirà a convincere sua figlia e infatti, Hope annuisce tutta felice. Le piace l’idea di nascondere il distintivo insieme a quella della sua mamma, in un posto che conoscono solo loro due e nessun altro.
Superato il problema distintivo, Emma torna a dedicarsi a Henry, il quale deve accorciare di pochissimo i pantaloni, perché quelli gli stanno troppo lunghi e quindi si dedica a lui, per capire insieme alla sarta del negozio, quanto sia meglio tagliare. Lasciando Hope e Killian da soli. 
Killian aiuta la bambina a rivestirsi e intanto le chiede di farle un favore. Vuole che Hope con il suo cellulare vada a fare una foto al vestito della sua mamma, che è nel camerino poco più in là rispetto al suo, visto che ha sentito parlarne con la commessa poco prima e l’hanno visto un attimo insieme per capire come procedere, una volta che dovranno prendere le misure definitive. 
«No, io non lo faccio. Mammina avere detto che tu non puoi vedere suo abito.» dice guardandolo male e scuotendo la testa contrariata. 
«Lo so, ma solo per vedere qualcosa, sono curioso... Rimarrà il nostro piccolo segreto e la mamma non lo saprà mai. Questa è una tradizione vecchia di secoli, non vale più. Fidati del tuo papà.» le dice provando a convincerla, ma non è per niente facile convincere la sua piccola monella, lo sa benissimo, specie se ha le sue idee. È proprio come la sua Emma in questo. 
«Ti faccio giocare con il mio distintivo.» le propone a quel punto, sapendo di toccare il suo punto debole. 
Hope da accigliata, lo guarda, ma subito dopo un’idea le viene alla mente e il suo sguardo si trasforma in uno furbo, tipico di Killian stavolta, e il ragazzo se ne accorge subito. Come capisce praticamente immediatamente che non promette niente di buono quello sguardo. 
«Sono lo sceriffo Hope Jones, no vice sceriffo io. Io giocare con ditintivo di mamma. Tuo brutto.» 
Ecco, ha dal principio avuto ragione, lo sguardo della sua bambina, non prometteva nulla di buono e ora? Sa benissimo che non potrà farle cambiare idea sulla sua richiesta, l’unica è rinunciare lui a sbirciare il vestito...
«Va bene, affare fatto.» le dice invece e la bambina sorride felice di quella concezione, tutta felice va a fare la foto al vestito della sua mamma, non preoccupandosi più del fatto che lei possa arrabbiarsi. Giocherà con il suo distintivo e non può che essere più felice. 
Una volta che torna con il cellulare del suo papà in mano, glielo porge, ma Killian non fa in tempo a vedere la foto che la sua monella ha scattato, perché Emma ed Henry tornano verso la direzione, chiedendo a due se sono pronti per tornare a casa e Killian annuisce. 
Emma si accorge del suo sguardo poco convinto, come se Hope avesse appena fatto una marachella ma non volesse dirglielo per non farla rimproverare, ma fa finta di nulla e prende la bambina per mano per recarsi alla macchina. 
Solo una volta a casa e nel momento in cui è solo, dà prima il distintivo da sceriffo a sua figlia come promesso, e poi apre la galleria delle foto per vedere il vestito. 
Ma per sua grande sfortuna, la foto è sfocatissima e non riesce a vedere veramente niente, sennò il colore, ma quello già immaginava che fosse stato bianco, la sua Emma fa la dura, ma è una tradizionalista e lo sa bene. Quindi, non solo non ha sbirciato il vestito, ma ha anche appena dato un motivo a sua figlia per giocare con qualcosa con cui le è proibito giocare, spera solo che Emma non si accorga di nulla o sono guai per lui, più che per Hope.  Non riesce proprio a dire di no alla sua principessina che lo guarda con quei due occhioni verdi. Ora che nascerà pure Hailey, immagina che non riuscirà a dire di no neppure a lei e sarà veramente fregato. 
Va spesso a controllare Hope mentre gioca con il distintivo di Emma, per accertarsi che sia tutto a posto, per fortuna la bambina sta semplicemente mettendolo al petto, mettendo invece il suo distintivo di carta a quello della sua bambola preferita e finge che la bambola sia il vice sceriffo, mentre lei è ovviamente lo sceriffo. L’ha sentita dire: “Collega, questo è il tuo ditintivo, ora sei un vice sceriffo” e si è messo a ridere, perché imita Emma proprio in tutto e per tutto, di solito è lei a chiamarla “collega” quando vuole convincerla di qualcosa o se deve andare via presto e non può accompagnarla a scuola, sapendo che il gioco dello sceriffo, funziona sempre con la sua piccola. Semplicemente da queste piccole cose capisce il rapporto meraviglioso che le due hanno. 
Si è raccomandato con la bambina di non portarlo a scuola, anche se la sua mamma non va a lavoro e non le serve, ma che non va portato in giro e Hope ha annuito, lo terrà a casa e continuerà a giocarci non appena torna dall’asilo. 
Ma qualcosa va decisamente storto. Non appena rientra e corre in camera per continuare a giocare, non trova più il distintivo di sua mamma. Lei l’ha lasciato sul suo letto, accanto alla sua bambola preferita e ora non c’è più. Ha perso il distintivo e adesso non sa veramente che cosa fare, le viene da piangere e rimane tutto il tempo in camera sua decisamente triste, senza riuscire a giocare con nessun gioco e in completo silenzio, solo qualche lacrima silenziosa scende dai suoi occhi. Lacrime che spariscono velocemente, asciugate con la manica della maglietta, una volta che la sua mamma la raggiunge nella camera, non sentendola raccontare una delle sue storie alle bambole o fare uno dei suoi giochi di ruolo, in cui lei è lo sceriffo. La trovandola a terra, con il volto basso e Hope la vede asciugare le lacrime, se pur pensa di non essere stata vista e quindi di non dover confessare ciò che ha fatto. 
Emma vedendola sconvolta le chiede prontamente che cosa sia successo e la bambina scuote la testa dicendo semplicemente “niente” e torna a guardare per terra, non riuscendo nemmeno a incrociare lo sguardo della sua mamma. 
In realtà la ragazza sa perfettamente che cosa turba sua figlia, non trova il suo distintivo, quello che per uno strano caso, era in camera sua, vicino alla sua bambola e che ha ritrovato sistemandole il letto. Sa benissimo che non ci deve giocare e già il fatto che abbia disubbidito non le piace e ora vuole la verità e capire come siano andate le cose e vuole che sia proprio sua figlia a confessare ciò che ha fatto. 
Ma Hope non lo fa, continua a rimanere in silenzio, senza voler giocare, nonostante Emma abbia cercato in tutti i modi di proporre giochi, mentre i suoi occhi si fanno sempre più lucidi. Non ha nemmeno appetito e a tavola, si mette con le braccia sul tavolo e la testa appoggiata ad esse, come quando ha la febbre e non sta bene. 
«Non è che ha la febbre?» pensa Killian, vedendo che non ha appetito e la posizione. Come se non bastasse non è andata nemmeno a salutare suo papà quando è rientrato, cosa che di solito fa sempre con entusiasmo e saltandogli letteralmente in braccio per la felicità di rivederlo. Le si avvicina per sentire la temperatura, ma non è alta e non riesce proprio a capire che cosa abbia. 
«Ci parlo io! Non ti preoccupare amore, tu pensa a sparecchiare e lavare i piatti.» gli dice Emma, prendendo la bambina in braccio. È ora di affrontare l’argomento, le ha dato in po’ di tempo per cercare di farla confessare da sola e farle comprendere il suo sbaglio e pentirsi, ma ciò non è ancora avvenuto, nonostante si veda che sta molto male per ciò che ha fatto, infatti Emma si sente in colpa ad aver preso lei il distintivo e non aver detto nulla. 
Nel lettino insieme alla sua mamma ancora una volta evita di guardarla negli occhi e affonda il viso nei suoi capelli e la sua spalla per nascondersi, si vergogna e non riesce a confessare ciò che ha fatto, non vuole che la sua mamma si arrabbi. 
«Hope, cucciola è successo qualcosa che vuoi dire alla tua mamma?» chiede a quel punto, Hope prima scuote la testa, continuando a nascondersi nel suo collo, ma poi quando Emma sente bagnato, capisce che si tratta delle lacrime di sua figlia e le prende il viso tra le mani per incontrare i loro occhi. 
«Io perso, io perso ditintivo.» dice a quel punto, prendendosi di coraggio, guardare la sua mamma negli occhi le ha fatto trovare il coraggio di parlare. Lei poi sembra preoccupata e quindi ciò la spinge a dire la verità. Sempre dire la verità, gliel’ha insegnata proprio la sua mamma e glielo dice sempre anche nonna Regina, che dire le bugie porta solo a far soffrire le persone a cui si vuole bene. Lei naturalmente non vuole far soffrire la sua mamma. 
«Il tuo? Ma se lo hai sul pigiamino...»
«No, il tuo. Io ci stavo giocando e poi messo vicino alla bambola e ora non lo trovo più.»
Emma a quel punto lo tira fuori da dietro la tasca dei pantaloni della tuta che usa per casa e la guarda. 
«Questo dici? E dimmi Hope, cosa ci faceva in camera tua, vicino alla tua bambola quando ti ho detto più volte che non bisogna giocarci? Questo è il distintivo dello sceriffo e non è un gioco.» le dice con il tono un po’ più duro, ma non è arrabbiata, vuole solo capire e a quel punto Hope scoppia nuovamente a piangere, ma confessa tutto. Pure chi sia stato a darglielo. 
«Mamma sei arrabbiata con me?» chiede a quel punto la piccola con altre lacrime che le escono dagli occhi. 
«Un po’ Hope, perché non sei venuta subito da me per dirmi che non lo trovassi, non per il resto. Quello non è colpa tua.»
«Di papà? Sei arrabbiata con lui?»
Emma annuisce, ma poi aggiunge: «Mi prometti che non accadrà più? E se mai dovessi fare una monellerie, preferisco di gran lunga che sia tu a dirmela, intesi?»
Ora è Hope ad annuire e promette che non le prenderà più il distintivo per nessuna ragione al mondo e che soprattuto non avrà più paura di dirle le cose, se pur esse sono brutte da confessare e lei potrebbe arrabbiarsi. 
La ragazza a quel punto le sorride e invita la sua piccola a dormire, dandole un leggero bacio sulla fronte e cullandola tra le sue braccia per rassicurarla, visto che la piccola è ancora molto scossa e non è riuscita del tutto a calmarsi. 
«Adesso tu litigare con papà?» chiede poco prima di addormentarsi, sembrava che si stesse addormentando, ma a quanto pare qualcosa ancora la preoccupa, il fatto che adesso la sua mamma sia arrabbiata con il suo papà. Lei non vuole che litigano, non le piace quando i suoi genitori si urlano contro. 
«No! Non litigheremo. Buonanotte amore di mamma.» le dice a quel punto accarezzandole i capelli per farla cadere nel mondo dei sogni. Poco dopo rassicurata, cade in un sonno profondo. 
Torna in cucina e trova Killian ancora intento a finire di sistemare, mentre Henry è in salotto a guardare un po’ di tv e spera che non senta, non le piace mai litigare davanti ai bambini. 
Killian appena la vede arrivare le si avvicina per darle un bacio, ma Emma prontamente lo sposta, facendo capire al suo uomo che è arrabbiata. 
«No dico Killian, ma che cosa hai nel cervello? Quando ti comporti così mi sembri più piccolo di tua figlia. Ma come ti è venuto in mente di dare a Hope il mio distintivo, come, me lo spieghi?» cerca di non alzare la voce, ma si sente dal suo tono che è alterata. 
«Voleva semplicemente giocarci, ho controllato che non lo perdesse.» 
«Si peccato che stamattina l’avesse lasciato sul letto, come se fosse un gioco qualsiasi e sai perché tua figlia stava così male oggi?»
Lui scuote la testa, ma riesce perfettamente a immaginarlo a questo punto. 
Emma a quel punto gli dice di averlo trovato quella mattina sul letto e aver capito che la bambina l’avesse preso per giocarci senza permesso e se lo sia ripreso per vedere se poi Hope confessasse da sola, ma ciò non è avvenuto e ha somatizzato il suo pentimento, per aver creduto di averlo perso, comportandosi in quel modo. 
«Tutto questo poi per vedere un vestito? Ma fai seriamente?» non riesce veramente a crederci e non riesce proprio a pensare che abbia seriamente fatto una cosa del genere solo per accontentare sua figlia e vedere l’abito.
«Ho sbagliato lo so, però... Come potevo dire di no a quei due occhioni verdi? Non ci riesco, tra l’altro il vestito nemmeno l’ho visto, ha fatto la foto sfocata.»
«Be, impara a dirglielo! Non puoi sempre accontentarla e dire di sì a ogni richiesta che fa solo perché ti guarda come se fosse un cucciolo indifeso, secondo te non lo sa che non le riesci a dire di no?» lo rimprovera ancora Emma, scuotendo la testa. 
«Per fortuna il distintivo non si è perso veramente.»
«Ma si dai, allora dimentichiamo tutto visto che non si è perso.» risponde con ironia all’ultima affermazione del suo fidanzato.
«Non voglio litigare Emma» risponde a sua volta Killian, capendo che Emma non ha intenzione di far cadere la discussione, nonostante abbia ammesso di aver sbagliato e sa che è così, ha sbagliato e lei fa bene ad essere arrabbiata, ma che altro deve fare oltre che chiederle scusa?
«Nemmeno io» ma la sua espressione del viso ancora contrariata la dice lunga.
«Infatti me ne vado a dormire, sono stanchissima.» aggiunge poco dopo, non degnando stavolta Killian di uno sguardo.
Prima di fare ciò, va a dire ad Henry che è ora di andare a dormire anche per lui e il bambino ubbidiente si reca al piano superiore con la sua mamma per andare in bagno a lavarsi i denti e cambiarsi. Emma lo aspetta nella sua camera e una volta che é nel letto, gli rimbocca le coperte e lo bacia sulla fronte.
«Hope sta bene?» chiede il bambino preoccupato per la sua sorellina ed Emma annuisce raccontando a suo figlio che cosa sia successo con la sorellina e con Killian. In realtà gli viene da ridere, ma non lo fa perché capisce perfettamente che la sua mamma sia piuttosto arrabbiata, ma a volte Killian con i suoi comportamenti lo fa veramente ridere, soprattutto per il potere che una bambina di tre anni ha nei suoi confronti. Lui però non è da meno, quando la sua sorellina ci si mette sa essere davvero convincente e risulta davvero difficile dirle di no.
«Non ti arrabbiare con Killian. Mi raccomando» dice prima di salutarla e lei scuote la testa e annuisce, sorridendo leggermente all’affermazione del figlio, perché la conosce molto bene.
Raggiunge la sua stanza e si stende sul letto sfinita, non fa mai molto durante la giornata, ma riesce a stancarsi comunque, sa che è dovuto alla gravidanza, spera infatti che passino in fretta questi mesi, per abbracciare la sua piccolina e non vivere costantemente con la paura che le possa capitare qualcosa di brutto.
Chiude gli occhi e cerca di scacciare via ogni pensiero negativo, ha anche scritto un po’ sul suo diario per riuscire a calmarsi e ci è in parte riuscita. Per colpa degli ormoni poi, riesce ad arrabbiarsi ancora di più.
Ha appena chiuso gli occhi, quando anche Killian raggiunge la camera da letto. Si stende al suo fianco e le accarezza i capelli.
«Love, dormi?» chiede a quel punto, se pur sa benissimo che non sta dormendo, lo sente dal suo respiro.
Emma si gira verso di lui e incrocia i suoi occhi celesti, che ogni volta sono in grado di farla capitolare. Ma non stavolta, stavolta vuole che lui si faccia perdonare e non basta un bacio o qualsisia altra cosa che abbia in mente.
«Cos’è oggi il divano era scomodo?» lo provoca ancora arrabbiata.
«No, é comodo, ma solo se ho te al mio fianco.» le sussurra avvicinandosi alle sue labbra e dandole poi un leggero bacio.
«Bene. Visto che vuoi dormire qui, almeno fai silenzio e dormi» gli dice spingendolo con la mano più lontano da lei. 
«Ho sbagliato, lo so, scusami love. Facciamo pace?» 
«Pace fatta, adesso dormi Killian» 
«Non mi sembra che abbiamo fatto pace, non è così che mi piace fare la pace...» lasciando volutamente la frase in sospeso, alzando poi il suo sopracciglio e guardandola seducente.
«Be, per stasera ti dovrai accontentare invece.» ribatte ancora una volta lei.
«Orgogliosa e testarda» scuotendo la testa e ridendo nel prenderla in giro.
«Pure? Buonanotte Killian» mettendolo ancora una volta a tacere e cercando di chiudere la conversazione con la buonanotte.
Lui però insiste, non arrendendosi e le circonda con il braccio la vita e visto che sono ancora occhi negli occhi, si rispecchiano rispettivamente in quelli dell’altro ed é in quel momento, che si avvicina alla sua Emma e appoggia le labbra su quelle di lei. Ed Emma ricambia il bacio. Ma poi si separa nuovamente da lui, girandosi dall’altra parte.
Killian la guarda divertito e scuote la testa, quando ci si mette sa essere veramente orgogliosa e immagina perfettamente che vuole continuare a fare la sostenuta, nonostante probabilmente lo abbia già perdonato. 
Il mattino seguente la prima a svegliarsi é proprio Emma, nonostante la discussione con Killian e ciò che è successo con Hope, ha dormito molto bene e si è svegliata presto per questo motivo. Si gira verso il suo uomo e lo vede dormire ancora beatamente. Prima di addormentarsi ha sentito il suo sguardo addosso, ma poi lentamente rassicurata da ciò, si è lasciata guidare tra le braccia di Morfeo. Ora, ora é lei che non riesce a smetterlo di guardarlo mentre dorme. É bellissimo. Trova il suo Killian davvero meraviglioso, fisicamente e caratterialmente, anche se spesso litigano, proprio come la sera precedente e lei si arrabbia per quel suo modo troppo condiscendente verso sua figlia. Ma in cuor suo sa già di averlo perdonato, non riesce a tenergli il broncio per troppo tempo, già stava per cedere la sera precedente, ma non l’ha fatto semplicemente per orgoglio e per non dargliela vinta... 
Lo guarda e istintivamente gli accarezza il viso, sorridendo. Non vede l’ora di diventare sua moglie.
Killian sentendo che Emma lo sta accarezzando sulla guancia e gli ha toccato poco dopo i capelli, avvicinandosi ulteriormente a lui, ha aperto gli occhi ancora assonnato, ma felice. 
La sua orgogliosa e meravigliosa fidanzata lo sta guardando adesso negli occhi ed é bella da togliere il fiato e lui non riesce davvero a spiegarsi come possa essere così bella dentro e fuori. Ed é la sua Emma, la sua futura sposa. Non vede l’ora di diventare suo marito, anche se già sono legati come marito e moglie, il matrimonio é solo una questione burocratica per rendere tutto più reale. Non vede l’ora di vederla attraversare la navata con il suo meraviglioso abito bianco... 
«Swan, non mi dire che adesso hai voglia tu eh, perché è prestissimo e io ho ancora sonno...» la provoca, mettendo su il suo sorriso strafottente e prendendola volutamente in giro.
«No, Jones! Sono ancora arrabbiata e tu sei uno sbruffone e anche se avrei voluto fare pace e non sto dicendo che lo avrei voluto, ora hai perso la tua chance.» ma non allontanandosi da lui, al contrario i loro corpi si attraggono come due calamite.
«Ah si? Vuoi la guerra, Swan?» e si avventa su di lei, ma non per baciarla stavolta, ma bensì per farle il solletico, porta le mani sotto il suo pigiama e inizia a solleticarle i fianchi a lungo, per poi spostarsi verso il suo collo poco dopo. 
Emma che soffre terribilmente il solletico non riesce a smettere di ridere e se pur non volendo lancia qualche piccolo urlo per cercare di liberarsi dalla presa di Killian, ma con scarsi risultati. Lui continua quella tortura e ormai lei ha le lacrime agli occhi, solo che allo stesso tempo non vuole arrendersi e dargliela vinta. 
«Allora, love, ti arrendi?» le dice a quel punto, ancora sopra di lei e guardando i suoi occhi verdi riflettersi nei suoi. 
«Mai, pirata» gli risponde non riuscendo ancora a smettere di ridere. 
E lui riprende quindi a farle il solletico, facendola ridere di nuovo. Fino a che non è Emma a baciarlo con forza e passionalità. Il ragazzo che non desiderava altro, socchiude le labbra e fa in modo di approfondire quel bacio di rappacificazione. 
Peccato che, il loro gioco abbia svegliata la piccola di casa e poco dopo fa il suo ingresso saltando sul letto e interrompendo il passionale bacio. 
«Devo levarglielo questo vizio!»
«Pensa che tra un po’ di mesi ci sarà anche Hailey» ride a quel pensiero e Killian la guarda finto preoccupato per la cosa. Deve iniziare da subito a istruire Hailey a non fare irruzione in camera di mamma e papà. 
«Mammina, papino! Cosa fate? Perché ridete?» chiede portando l’attenzione su di lei. 
«Stavo facendo il solletico alla mamma, vuoi unirti a me?» chiede alla bambina e lei prontamente annuisce, non si perderebbe mai l’occasione di giocare con i suoi genitori e soprattutto fare il solletico alla sua mamma. 
«No, no! Sveglieremo Henry.» per cercare di difendersi. 
Ma proprio in quel momento spuntata anche il bambino, con ancora gli occhi assonnati e stropicciandoseli.
«Mi unisco pure io!» dice infine salendo sul letto. 
«Tre contro una, non vale. Ragazzino tu dovresti essere dalla mia parte»
«Ma io sono un pirata come Killian» dice ridendo di gusto e iniziando a fare per primo il solletico alla sua mamma, seguito subito dopo da Hope e da Killian, il quale la colpisce sul collo, mentre Hope ed Henry glielo fanno suoi fianchi.
Le risate di tutti e quattro echeggiano tra le mura di casa Jones/Swan e anche se è mattina presto, di sabato, quei momenti in famiglia, in cui si divertono tra loro, sono veramente meravigliosi e non ci rinuncerebbero per tutto il sonno del mondo. 
E visto che proprio sabato e possono passare la giornata in famiglia, se la prendono comoda, restando a giocare nel lettone, per poi scendere a colazione e fare qualcosa fuori tutti e quattro insieme, come piace a tutti loro. 
«Picnic al parco?» propone proprio Emma, in modo che lei posa rilassarsi sul prato, senza stancarsi troppo e senza stancare la sua Hailey. 
Due “siiiiiii” fanno capire prontamente ad Emma che i due ragazzini di casa approvano. 



Spazio autrice: Ciao a tutti, buon sabato! Eccoci con un nuovo capitolo. Ma prima di parlare di esso, volevo ringraziare Ballerina89 per l'immagine che vedete a inizio capitolo, é tutta opera sua, si è gentilmente offerta di crearla per me, bella vero? 😍
Per quanto riguarda il capitolo, spero che vi sia piaciuto. Killian pur di vedere il vestito e accontentare la sua piccola Hope, ha fatto un po' un casino, ma senza dubbio Emma, mettiamoci anche lo stare in casa quasi tutto il tempo e gli ormoni, ha esagerato un pochino. Ma alla fine hanno risolto. Cosa dire altro, cosa accadrà nel prossimo capitolo? Ma ovviamente ci sarà il tanto atteso matrimonio dell'anno... Ma i nostri amati CS riusciranno a sposarsi, voi che dite? Ahahahahaha Io non ne sarei così tanto sicura. 
La storia comunque é quasi alle battute finali, mancano 2 capitoli. Sto scrivendo una storia totalmente nuova, che spero di pubblicare presto, ma come mi è stato suggerito da più persone, vorrei continuare a scrivere anche della mia famiglia Jones/Swan e farvi conoscere meglio Hope e magari Hailey, a voi piacerebbe se creassi delle one shot su di loro e continuare così questa piccola avventura? Naturalmente non avrebbero una cadenza regolare come la storia, ma verranno pubblicate quando ho ispirazione. Fatemi sapere. 
Ancora un buonissimo week end e a prestissimo.
   
 
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