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Autore: Melanto    22/02/2020    5 recensioni
[Storia scritta per la FlashChallenge: bacio del gruppo facebook 'Il Giardino di EFP']
Una squadra di calciatori all'ultimo anno di liceo, tre manager e due giorni di ritiro in solitaria come regalo del loro mister prima che gli esami li assorbano del tutto e il diploma li catapulti nel mondo degli 'adulti'.
Due giorni per godere appieno di quella adolescenza che sta per tramontare. Benvenuta maturità... o quasi.
«Siamo soli, quindi?»
«Così pare.»
«E allora direi che possiamo scatenare l'inferno!»
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Kumiko Sugimoto/Susie Spencer, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Shingo Takasugi/Bob Denver, Yukari Nishimoto/Evelyne Davidson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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So, kiss me - #7

Note Iniziali:

Questa storia partecipa alla Flash Challenge: Bacio indetta dal gruppo facebook ‘Il Giardino di EFP’.

 

 

 

 

 

 

 

- VII: Il primo bacio fa un male cane -

(prompt #20: primo bacio)

 

 

 

 

 

 

 

«Verità!»

Yuzo lo esclama con abbastanza sicurezza da tenere alta la testa. È deciso a scamparsi gli obblighi impossibili e imbarazzanti cui ha assistito fino a quel momento, così da preservare almeno un briciolo della dignità che i suoi compagni hanno perso da qualche ora.

Non è mai stato un patito dello stare, anche solo per un istante, così al centro dell’attenzione, e quindi, anche quando è costretto a partecipare – altrimenti chi la sente Sanae? – sceglie sempre la soluzione indolore. Con le parole è più bravo che con i fatti, e poi chi mai potrebbe sapere se sta mentendo o no?

«Okay, Morisaki-kun, fammi pensare…»

«Come se tu debba pensarci sul serio, Anego.» Ishizaki affonda il viso nella mano insieme a uno sbuffo. Come ogni sera, da che hanno iniziato il ritiro, anche quella sono seduti all’esterno, nel ‘cerchio dell’amicizia’ come l’hanno ribattezzato: uno spiazzo circolare, con grossi tronchi di quercia intagliati in cui sedersi e un braciere centrale. Ognuno di loro è sprofondato in uno spazio o sul bordo del tronco, o a terra; visto che i kohai sono rientrati a Nankatsu già da quella mattina, hanno molto più spazio da occupare e sono più rilassati. Nel braciere scoppietta il falò grande il giusto per illuminare le loro facce e arrostirci qualche sfiziosità sulla punta di lunghi forchettoni di metallo, nell’imitazione di un vero e proprio campeggio.

Per quella sera, visto che al ritiro è rimasto solo il cuore della Nankatsu, le ragazze hanno scelto un gioco molto più confidenziale, considerato un classico di simili occasioni: obbligo o verità.

«Tanto lo sappiamo tutti cosa vorresti chiedergli! Lo hai chiesto praticamente a chiunque dicesse ‘verità’; per questo ho scelto ‘obbligo’

«Avresti potuto scegliere anche ‘verità’, tanto non te l’avrei mai posta quella domanda, visto che so già la risposta.» Sanae sbatte velocemente le ciglia, mento sollevato con altezzosità e braccia conserte; sposta lo sguardo su Yukari, accanto a lei, divenuta di colpo ‘rosso-falò’.

«Ma di che parli?! Non sai niente!» Ryo gira il viso dall’altra parte, ma tanto stanno ridendo tutti.

Ride anche Yuzo, almeno fino a che la voce squillante di Kumi si leva al di sopra delle altre con sicurezza: «Hai mai baciato un ragazzo?»

Il silenzio si appollaia sul loro cerchio con la delicatezza di un ippopotamo dopo il bagno, lasciando Yuzo senza una risposta efficace per i secondi successivi, quelli necessari a capire la domanda. Poi, attorno, è tutto un ululare di lupi.

«Uuuh!»

«Sugimoto!»

«Questa è bella!»

«Ah, maliziosa!»

«Kumi-chan!» Yukari sgrana gli occhi. «Non sono cose che si chiedono.»

«Oh, invece sì», incalza Sanae. «Allora, Morisaki-kun?»

«I-io… n-no! Perché avrei dovuto?!»

Sanae solleva le spalle. «Voi ragazzi fate spesso cose a caso.»

«Ma lo faresti?» incalza Kumi. «Lo baceresti un ragazzo?»

«Non doveva essere una sola domanda?»

«Coffcoff-stai scappando-coffcoff!» tossicchia Takasugi, al suo fianco.

A Morisaki sudano le mani e non sa che dire. O, meglio, lo saprebbe ma il discorso è troppo lungo, complicato e mette addosso una paura che spacca le ossa. «Be’, s-sì… credo… Cioè, voglio dire, se fossi obbligato a farlo…»

Partono nuovi ululati scoordinati, mentre lui cerca di darsi il tono che non ha e che, sotto sotto, sa di non potersi permettere.

«Ma nemmeno se mi pagassero!» esclama Iwami, con le mani alzate, mentre Urabe è chirurgico.

«Nel tuo caso, penso che saresti tu a dover pagare per essere baciato!»

«Io ho già dato, che sarà mai?» Izawa lo dice con quella noncuranza che gli è usuale; un po’ altezzosa, a volte, tanto è sicuro di sé stesso. Yuzo gliel’ha invidiata in più occasioni, chiedendosi come possa sembrare sempre tutto così semplice quando è lui a farlo.

Morisaki lo guarda; Mamoru è seduto su un tronco, tra Hajime e Teppei, le braccia larghe sulla spalliera del legno e la testa un po’ inclinata all’indietro. Mentre i compagni schiamazzano del perché e percome e perquando sia avvenuto, il ragazzo sorride e non risponde, ma si stringe nelle spalle.

«Non mi sembra che il mondo sia finito per un bacetto», aggiunge, poi abbassa appena lo sguardo e quando lo rialza trova il suo.

Yuzo lo distoglie in fretta, sperando che non se ne sia accorto. Distrattamente si morde il labbro inferiore in un frequente gesto di nervosismo. Già quel pomeriggio, alla spiaggia, quando se l’è visto arrivare vicino gli è quasi preso un colpo e ora questo.

«Mamoru, tocca proprio a te», dice Sanae. «Che scegli?»

«Obbligo.»

Yuzo ne era sicuro; diversamente da lui, Mamoru si diverte parecchio in situazioni come quelle perché non sa cosa sia l’imbarazzo. Anzi, è sempre pronto a cimentarsi nelle richieste più strane, vivendole come sfide da vincere a ogni costo.

Kumi torna a sbracciarsi per avere la parola e Yuzo prova il desiderio irrefrenabile di staccarle gli arti a morsi.

«Sugimoto-chan è lanciatissima, stasera», ridacchia Teppei nell’entusiasmo generale.

«Solo stasera?» aggiunge Taki. «In questi due giorni si è scatenata! La vedi piccola, ma è tremenda.»

Kumi fa la linguaccia ad Hajime e poi si sporge dal suo posto, sbattendo le ciglia lunghe.

«Be’, se Izawa-senpai già lo ha fatto e Morisaki-senpai lo farebbe…» È tutta un sorriso mentre guarda prima Mamoru e poi lui, che vorrebbe un biglietto di prima classe e solo andata per la tomba.

«Io ve l’avevo detto che era lanciata!»

«Oh, eddai! Sto leggendo dei manga bellissimi dove ci sono questi ragazzi così carini che si baciano e volevo vederlo fare dal vivo! Che c’è di male?» La manager estrae un volumetto dalla borsa che ha con sé. In copertina, i due personaggi non si stanno solo baciando.

Il panico strilla nella testa di Yuzo in toni ultrasonici, perché tutto avrebbe detto di Kumi tranne che fosse una cazzo di fujoshi.

«E non potevi chiederlo a Ryo?!»

«Ehi! Io che c’entro?!»

«Ma Ishizaki-senpai non è abbastanza carino…»

«Sugimoto-chan, questo mi ferisce…»

«Scusa, senpai. E poi ti shippo solo con Yukari-senpai!»

Tutto intorno è una baraonda. Dalle risate, Takasugi è scivolato a terra e pare che debba morire da un momento all’altro. Misaki vorrebbe cercare di essere meno palese, ma ha le lacrime.

«Kumi ha ragione. Anche l’occhio vuole la sua parte, e considerando che io sono un gran figo e Morisaki si difende bene, let’s do it!» Mamoru si alza di slancio abbandonando le sue ali d’argento che applaudono e non si scompongono.

«Letscosa?!» Yuzo ha una dislocazione parziale della mascella. È un miracolo che non abbia già toccato terra. Mamoru invece è così a suo agio da fargli rabbia.

«Dai, Yuzo. Che vuoi che sia? È un obbligo, funziona così. Avanti, mi raggiungi o devo venire in ginocchio da te?»

Mentre Morisaki medita l’omicidio-suicidio e i doppi sensi volano alti, Izawa è avanzato di un altro paio di passi; è a metà strada, con il falò giusto nel mezzo. Sul viso e nei gesti continua ad avere quella tranquillità che rende tutto semplice.

È tutto semplice.

Baciare un ragazzo? Facilissimo!

Baciarlo davanti a tutti? Una scemenza!

E lui non ha scelta perché se rifiuta è la fine e se lo fa è la fine lo stesso. Fantastico.

Nel momento in cui si alza l’applauso si fa più forte, con sottofondo di gridolini delle manager, ma Yuzo non ha più un filo di saliva in bocca e dopo due passi crede che la lingua sia divenuta un’estensione distaccata del Deserto del Gobi.

«Non ti mangio mica. Non stai andando al patibolo. Un po’ più di entusiasmo?»

«Non sfottere», protesta in un sibilo e ora sono abbastanza vicini da essere certo che Mamoru si sia accorto del suo colorito troppo acceso, perché gli vede stemperare la faccia tosta.

«Si tratta solo di un bacetto a stampo.»

«E me lo devi spiegare tu? Non crederti tanto superiore.»

«Ehi! Perché sei così aggressivo?»

«Senti, facciamolo e basta. Okay?»

Il crepitare del fuoco e lo stupido coretto che si è levato riescono a coprire una certa amarezza nel tono della voce. Almeno, Yuzo lo spera, perché non riesce a guardare Mamoru negli occhi.

Dentro è una corda di violino pizzicata senza archetto, dal suono stridulo; va allo stesso ritmo del tamburo che gli batte nel petto.

«La smetti di essere così teso?»

«E tu la pianti di fare domande del cazzo?»

Yuzo si sporge per primo, con l’intenzione di darci un taglio in fretta: sarà il contatto più veloce del West, come gli schiocchi che dava da bambino quando andava all’asilo. Ma ha fatto i conti senza Mamoru e senza la mano che gli piazza sulla nuca nell’istante perfetto in cui le loro bocche entrano in contatto.

Era stato convinto che si sarebbe trattato di una vicinanza da meno di un secondo, e invece si trova bloccato sulle labbra del compagno abbastanza a lungo da potersi scambiare anche i respiri.

Quando si separano c’è lo schiocco che aveva programmato e poi lo shock che non aveva calcolato.

«Andava bene, Kumi?» Mamoru alza due dita in segno di vittoria verso la manager in visibilio.

«Aaaah! Kawaii ne! È proprio come nel fumetto! Sono emozionatissima!»

Tutti ridono, commentano e in un attimo si è già passati oltre.

A chi tocca? Forza, Misaki-kun!

Obbligo o verità?

Ah, nessuno può dire che la Nankatsu non sia la squadra più unita della Prefettura! Ma che dico? Del Giappone intero, altro che la Furano! Scommetto quello che vuoi che Matsuyama non lo ha mai baciato Oda!

Verità!

Mamoru sorride ai compagni come se nulla fosse accaduto, e continua a farlo anche quando si gira verso di lui, ma poi l’espressione muore repentina.

Yuzo non ha idea della faccia che sta facendo, ma non ha nulla di amichevole né divertito, di questo è certo. Il fiato di Mamoru, quello che ha respirato, gli brucia nei polmoni. Brucia tutto e, anche se non vorrebbe, è arrabbiato. Ferito.

Si tira indietro quando Izawa prova a dirgli qualcosa, e torna a sedersi senza aggiungere altro.

Non parlerà più per tutta la serata e quando Nishio si congederà per primo, lui lo seguirà a ruota anche se non ha sonno. Nemmeno un po’.

Perché quello era il primo bacio dato a un ragazzo e non pensava potesse fare così male.

 

 

 

 

 

 


 

 

Note Finali: aaaahn, scusa gioia! XD

Ecco che un giochetto e un bacetto innocenti fanno danno. Di giochi idioti, a quell’età, se ne sono fatti sempre a iosa, e ‘Obbligo/Verità’ ci stava bene (ma anche DireFareBaciare XD solo che non avevo voglia di giostrarmi tra le opzioni XDDD LOL).

E così, invece che migliorare la situazione tra questi due, sembra che di colpo sia precipitata in peggio.

Che Yuzo nasconda qualcosa (ovvia! XD) è ancora più palese, e che Mamoru abbia preso la faccenda sottogamba, anche.

Che succederà, adesso? :3

KUMI SBIRCIONA LIVELLO MASTER E SENZA VERGOGNA ALCUNA! XDDDD

 

A domani! :*

 

 

   
 
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