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Autore: CapitanCivettictis    23/02/2020    0 recensioni
“Invidio i comici.
Anche se non hanno voglia di ridere riescono comunque a far ridere gli altri.”
Genere: Demenziale, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments, Nonsense, What if? | Avvertimenti: Furry
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Essendo ormai autunno era arrivato il momento della sagra delle ghiande. Le ghiande in sé non valevano molto, ma i mobili che regalava il signor Ghiandy erano rari, e anche molto carini di solito.

Faceva un po' freddo, quindi volevo vendere i mobili che mi avrebbe dato il signor Ghiandy per potermi comprare un maglioncino da Ago e Filo, e forse avrei potuto anche mettere da parte un po' di soldi per pagare il mutuo.

-Permesso permesso permessooo!

Una montagna di ghiande marce barcollava zigzagando tra gli abitanti del villaggio, e quasi ci scontrammo.

Mi misi a ridere e dissi a Trottolo che a Ghiandy non piacevano quelle marce.

-Ghiandy?- chiese Trottolo -Non mi interessano i mobili polverosi del sindaco, queste sono esche sperimentali! Per i pesci!-

Ero molto stupita dal fatto che i pesci potessero apprezzare le ghiande marce, ma ero ancora piu stupita dal fatto che Trottolo avesse scambiato Ghiandy per il sindaco, lo presi in giro per quello e lui mi guardò confuso.

-Oh, certo che non è il sindaco- rispose nervoso -Che scemo che sono eh?- e poi se ne andò senza dire altro.

Verso le quattro del pomeriggio andai da Ago e Filo.

-Benvenuta, benvenuta!

Chiacchierai un po' con Agostina e Filomena mentre guardavo tra i vestiti, trovai un ombrellino molto carino a forma di foglia e lo comprai subito.

-Ottima scelta!

Sorrisi soddisfatta. Chiesi ad Ago e Filo se avevano conosciuto già Genji.

-Oh sì, è venuto in negozio proprio ieri, ha comprato un body rosa.

-Davvero?- chiese Filomena -Non ti stai confondendo? Se una nuova faccia fosse entrata in negozio me lo ricorderei penso…

-Ma non hai staccato lo sguardo dalla macchina da cucire per tutto il tempo!

Scelsi una felpa rossa con il cappuccio e la indossai subito. Quando attirai l'attenzione di Agostina su di me per pagare mi fece i complimenti per come mi stava, feci una giravolta e le due sorelle applaudirono. Magari avrei potuto lasciare il mutuo marcire in banca e spendere tutti i miei soldi in vestiti. 

Pensai alla giacca viola di Tom Nook e ai suoi nipoti, mi venne un brivido. 

Magari dopo quell'ultimo mutuo avrei potuto dirgli che non volevo ampliare la casa, avrei potuto dirgli che non mi servivano altre stanze, visto che vivevo da sola.

Lasciai il negozio fantasticando sulla mia discussione con Tom Nook, a come avrei potuto spendere tutti i soldi che facevo ogni giorno nel frutteto, Ago e Filo potrebbero aprire un atelier a quel punto.

Mentre tornavo a casa col naso per aria qualcosa si agganciò al mio cappuccio e tirò, finii per terra.

-Ops, tu si che sei un pesce grosso!

Genji mi offrì una mano per aiutarmi ad alzarmi. Quando fui in piedi controllai eventuali danni al mio nuovo acquisto, ma non era niente di grave per fortuna.

-Bella felpa- Disse mentre arrotolava la lenza -Il colore dei vincitori! Pensi di indossarla per il torneo di pesca?

Dissi di no, il torneo di pesca per me era una scusa per ingrassare il sindaco, il pesce più grosso se lo cucinava alla griglia.

-Non è una questione di appetito, è una questione di gloria!- Genji lanciò l'amo in acqua muovendo la canna come una spada da kendo, e aspettò che il pesce che aveva preso di mira abboccasse, cosa che fece quasi subito. Genji lottò con la sua preda, tirò e tirò e alla fine tirò su un'anguilla grassissima.

Applaudii, e quasi gli credetti per un momento, ma poi lo vidi gettarla nel fiume. Rimasi scioccata, gli chiesi se non mangiava nessuno dei pesci che pescava.

-Io? No, solo frullati proteici e verdure! Anche se di tanto in tanto mi piacerebbe una bella torta di carote…- si distrasse per un po' sognando ad occhi aperti; agitai una mano davanti alla sua faccia ma non si riprendeva, forse avrei dovuto semplicemente tornare a casa.

-Dicevo, i pesci mi stanno solo aiutando a prepararmi per il torneo! Se li rimetto in acqua poi posso pescarli un'altra volta.

Fece un sorrisino sghembo che un po' mi inquietò, non sapevo nemmeno come interpretarlo.

Gli chiesi se anche lui pescava con le ghiande marce come esca.

-Ghiande marce? Perché dovrebbero piacere ai pesci? Non mangiano nemmeno le ghiande buone!

Gli chiesi cosa mangiavano allora.

-Panini con l'insalata.

 Gli dissi che era strano allora, perché di solito Trottolo vinceva sempre tutti i tornei.

-Trottolo dà le ghiande marce ai pesci?

Dissi che quest'anno sì, ma l'anno scorso gli dava le cappesante vuote. 

-Trottolo non si allena tanto, vero? Non l'ho mai visto allenarsi, e vincere ingannando i pesci non è sportivo.

Mi strinsi nelle spalle, di solito funzionava, non c'era nessuna regola contro le esche sperimentali nel torneo.

-Vedremo se le esche sperimentali vinceranno contro gli addominali- rispose Genji, e per sottolineare le sue parole si sollevò la maglietta e fui investita da una luce così potente che mi fece cadere all'indietro.

Che fenomeno la natura! Che misteri!

Gli feci segno di abbassarsi la maglietta mentre con un braccio mi coprivo gli occhi. Genji tornò alla sua pesca compiaciuto. Salutai Genji con un cenno, e mi allontanai barcollando.

Ero assolutamente sconvolta. Mi diressi pian piano verso casa mia, risalendo la collina. Le luci cominciavano a spegnersi, ormai quasi tutti dormivano, solo pochi abitanti ancora passeggiavano al fresco della notte. Avevo ancora un po' di cianfrusaglie nelle tasche, ma il negozio di Tom Nook era chiuso. 

Chissà dove viveva poi, non avevo mai visto casa sua, eppure il villaggio l'avevo girato tutto. Magari dormiva in negozio, nei letti che poi avrebbe dovuto vendere, quel tirchio. Chissà se li puliva.

Vidi in lontananza Trottolo che passeggiava dondolando un secchiello. Niente più ghiande.

Lo salutai da lontano, lui mi vide e mi salutò, poi fece una corsetta verso di me.

-Hey nottambula! Cosa ci fai in giro a quest'ora?

Gli raccontai dell'incontro con Genji e dissi che avevo perso la cognizione del tempo.

-Ah è così? Ha paura di perdere contro l'imbattibile campione del villaggio?

Genji in realtà mi era sembrato piuttosto sicuro di sé

-Sarà un altro gonfiato

Chiesi a Trottolo se le ghiande erano piaciute ai pesci.

-Non molto in realtà, ma io punto alla qualità, non alla quantità!

Mi mostrò il secchiello, dentro c'erano una perca dorata e una lattina. Gli chiesi della lattina.

-Non è una lattina, è un pesce molto raro che sembra fatto d'argento! L'ho appena pescato.

Non avevo mai mangiato un pesce lattina, non sembrava molto appetitoso.

-È un pesce da collezione! Non si mangia.

Non ero interessata a un pesce che non potevo mangiare, ma questo non lo dissi. Invece chiesi che tipo di allenamento faceva lui per prepararsi al torneo.

-Per quanto riguarda la pesca, il miglior allenamento è quello della mente! Riduco anche la quantità di addominali che faccio al giorno per studiare come prendere all'amo i pesci più grandi! Ma non ti preoccupare, sono forte come sempre, oggi ho sollevato un albero.

Esclamai che era incredibile! Poi tuttavia ricordai un germoglio secco nel frutteto vicino al municipio, un povero alberello che non aveva trovato abbastanza sole.

Salutai anche Trottolo e finalmente tornai a casa. 

Ero stata fuori per tanto tempo ed ero davvero sfinita, accesi la luce.

Tre scarafaggi lucidi e marroni mi guardavano terrorizzati dal centro del salotto, e io, terrorizzata, guardavo loro.

Poi fu tutto uno zampettare frenetico tra i mobili, e più li rincorrevo più sgusciavano via. Uno per uno li spinsi in trappola in un angolo e li schiacciai. Con un sonoro clack dividevo le loro anime da scarafaggio dai loro corpi croccanti, immaginavo i loro spiriti volare via quasi sollevati per essere stati liberati dalla loro forma raccapricciante.

Così mi liberavo dei sensi di colpa e non dovevo preoccuparmi di essere una così spietata assassina.

La mattina seguente era una domenica piovosa. Colsi subito l'occasione per mostrare al mondo il mio ombrello nuovo, incredibilmente compiaciuta perché finalmente la pioggia non mi aveva colto di sorpresa.

L'acqua scivolava verso la punta della foglia e cadeva in grandi gocce, tutto sembrava avere un aspetto più grazioso quel giorno.

Tranne il frutteto; lì c'era un sacco di fango, e il vento aveva fatto cadere molta della frutta per terra. Sentii il mio volto contorcersi in una smorfia che cercai immediatamente di cancellare, quella frutta mi pagava la casa ogni giorno, non potevo permettermi di fare la schizzinosa. 

Proprio in quel momento di lì passava una vecchina con i denti un po' sporgenti e il naso all'insù. Portava un fagotto pieno pieno di rape bianche. La salutai e mi salutò anche lei, mi disse che vendeva le rape.

Volevo comprarne due, ma erano super care!

-Questo è niente, dovresti sapere quanto mi dà quel signor Nook giù al negozio: le compra e se le mangia, ma le sue preferite sono le rosse.

Le chiesi se potevo comprare una rapa rossa.

-Non ne ho più cara, le compra sempre tutte il signor Nook, ma se hai la pazienza di crescerle per conto tuo posso venderti i semi.

Comprai un po' di semi di rapa, anche quelli costosissimi, ma magari se avessi portato una rapa rossa al signor Nook si sarebbe “Dimenticato” di qualche decina di migliaia di stelline nel mio mutuo. 

Volli subito tornare a casa per piantare le rape, ma prima passai a vedere gli annunci in bacheca.

Un nuovo messaggio diceva: 

“Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.

Saper nuotare aiuta”

 

  
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