Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: FragileGuerriera    24/02/2020    2 recensioni
Quasi trent'anni dopo la battaglia con Galaxia Haruka e Michiru non sopportano la presenza l'una dell'altra, al punto da mettere in crisi il sogno della loro principessa Usagi: fondare l'Earth Kingdom. Ma come può un amore, più volte sopravvissuto alla morte stessa, cessare da un giorno all'altro? Soprattutto, è davvero finito il profondo sentimento che ha legato le due guerriere dai tempi delle medie per tanti anni?
NUOVA VERSIONE con finale (e i capitoli relativi) alternativo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Nuovo personaggio | Coppie: Endymion/Serenity, Haruka/Michiru
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Buona sera, o forse dovrei dire buona notte vista l'ora, o forse buongiorno visto che pochi leggeranno a quest'ora di notte... Beh, buon tutto lettori! XD
Il capitolo è un'esclusiva per questa versione della storia. Ed ecco dove stava la parte del finale alternativo che avevo promesso. In fin dei conti se avessi voluto un finale alternativo per la coppia Haruka e Michiru avrei semplicemente aggiunto il “what if” al titolo della storia, no? :-P. Riconosco che avrei potuto fare di meglio, se avessi avuto una migliore conoscenza in campo politico. Ho fatto del mio meglio per far quadrare lo sviluppo di quello che Naoko Takeuchi ha proposto come futuro delle Sailor, ma senza mai spiegare come sarebbe avvenuto. Dal momento che la prima volta che ho parlato del quadro politico giapponese e quello fittizio di Sailor Moon, qualcuno si è perso, stavolta ho inserito alcuni link di rimando per aiutarvi a capire meglio il ragionamento che ho seguito. Io ho cercato di fare del mio meglio, abbiate clemenza!
Per quanto riguarda l'immagine invece vi propongo una delle poche che ritraggono Usagi e Mamoru nei panni di Neo Queen Serenity e King Endymion, con alle spalle quello che sarà il palazzo reale in cui sono destinati ad andare a vivere.
Passo ai soliti ringraziamenti: voi che leggete, chi recensisce e chi ha aggiunto la storia tra le preferite, le seguite o le ricordate.
Oggi aggiungo lo spazio dei "ringraziamenti extra". Ovvero: la persona dal nome in codice G, per avermi dato spunto, in dieci anni, per i tentativi di Michiru pentita che con pochi e semplici gesti cerca di riconquistare l'amore di Haruka; Hijras per avermi dato l'ispirazione per i lati positivi di Mizuki (anche se non ha più di una fan XD); MATT BIANCO di cui ho sfruttato il consiglio passato di aggiungere delle immagini alla fine di ogni capitolo; kirakishou7, ex amico dell'Università di cui mi sono servita ancora per l'immagine del capitolo in cui Mizuki lascia Haruka; Marco D'Amico, il ragazzo che ha eseguito per me la fanart che ritrae Hotaru e Yoshiki insieme; ellephedre per la “consulenza” su alcune coppie delle Sailor e in particolare per la coppia Makoto-Shinozaki; Mario Yamada che io stimo enormemente e i cui lavori prendo come verità assolute, per aver delineato meglio il carattere di Elza nel suo doujinshi "The lady in the tower" e quindi per essermi stata di fondamentale aiuto per creare l'Elza che vi ho presentato qui, per quanto la sua figura sia sempre stata di contorno.

Buona lettura a tutti ;-)

23.

A metà Maggio, su richiesta di Mamoru, tutti i Ministri, i politici e l'imperatore si riunirono in Parlamento. Il Primo Ministro accompagnato dalla moglie portò a compimento quanto deciso durante la riunione con le guardiane del sistema solare interno ed esterno e rivelò a tutti quanti quale fosse stato il loro passato, la seconda identità che avevano sia lui che Usagi e il destino che si doveva compiere per loro. Tutti rimasero spiazzati e qualcuno si mostrò pure perplesso. Non furono gli scettici che pensarono che il Primo Ministro e la moglie stessero delirando. Poichè tali politici erano certi delle loro congetture chiesero di dar loro prova di ciò che dicevano o avrebbero destituito Mamoru dal suo incarico con l'accusa di instabilità mentale e tentato colpo di Stato. La richiesta non li colse alla sprovvista, per questo i due si scambiarono un'occhiata di intesa e poi si trasformarono in Milord e Sailor Moon (Usagi dando per scontato una simile richiesta si era portata da casa la spilla per la trasformazione). La dimostrazione, dopo aver suscitato enorme stupore, convinse tutti, ma non eliminò le perplessità dei presenti. Milord perciò illustrò tutti vantaggi per la Terra se loro fossero diventati il Re e la Regina del pianeta. Annunciò che tutti gli Stati sarebbero stati riuniti sotto un'unica monarchia che avrebbe avuto per capitale Tokyo. La Monarchia sarebbe stata parlamentare, sebbene i reali non avrebbero perso il loro ruolo di protettori della Terra.

-Ma il mondo è grande come farete solo voi due a proteggerlo?- domandò una dei ministri lasciando trapelare un tono un po' canzonatorio.

-Non saremo soli. Dimenticate che non eravamo i soli a difendere la Terra tempo fa, ma c'erano anche altre nove Sailor. Inoltre, in caso di pericolo, se si rendesse necessario, anche nelle loro figlie potrebbe risvegliarsi il potere del pianeta da cui discendono. Perciò la Terra è in ottime mani.- rispose Milord.

-E che ne sarà dell'imperatore?- chiese un'altro politico.

-E chi accetterà che la capitale debba proprio essere a Tokyo? Il Giappone è una piccola nazione.- domandò un altro ancora.

-E' poco estesa sì, ma la nostra storia e il nostro popolo è grande. Non abbiamo nulla invidiare all'America o all'Europa.- intervenne a quel punto Usagi.

-Ogni domanda avrà le sue risposte, ma, secondo quanto vi ho detto sul cambiamento che porterà la nostra Monarchia, voi siete favorevoli?

-Frena la fantasia, Chiba-kun. Non puoi chiederci di andare al voto per approvare una tua richiesta senza aver prima risolto i punti più cruciali. Voi ci chiedete di approvare qualcosa senza avere un piano per realizzarla.- Intervenne a quel punto l'imperatore poco convinto delle teorie del suo Primo ministro che di punto in bianco aveva iniziato a millantare una propria corona sotto cui far stare tutto il mondo.

Milord decise perciò di esporre il piano che aveva in mente, le soluzioni per la figura dell'imperatore e per la sistemazione delle altre guerriere. Le opzioni e i piani proposti furono tutti approvati, ma ci volle un anno prima di giungere alla conclusione della redifinizione della politica giapponese.

Nell'arco di quell'anno infatti, prendendo in considerazione le proposte di Mamoru, si cercarono di risolvere i nodi principali che il nuovo stravolgimento politico della nazione stava portando. Innanzitutto furono convocate le altre guerriere per verificare la loro identità. La potenza degli attacchi di quelle donne tolse ogni dubbio sulla sicurezza della Terra. L'imperatore dopo averle viste sferrare a turno i loro attacchi si inchinò davanti a loro. Avevano cercato a lungo le guerriere che avevano salvato la Terra da nemici potenti e temibili, ma non erano mai riusciti ad individuarle. Non solo il Giappone, ma tutta la Terra avrebbe dovuto rendere onore a delle donne così valorose da essere pronte a sacrificare la loro vita quando ancora andavano alle medie e al liceo! C'erano state addirittura due bambine tra di loro!

In seguito si accettò, tramite voto parlamentare, la proposta di Mamoru che voleva il mantenimento della figura dell'imperatore*, così come quella di tutti gli altri Monarchi e Presidenti nelle varie nazioni del mondo, ma la loro importanza sarebbe stata secondaria: Chiba-kun e Tsukino-san sarebbero stati le due uniche vere figure con potere decisionale negli affari di Stato.

Si pensò poi al ruolo che avrebbero ricoperto le altre Sailor. Questa fu una decisione presa in diversi mesi nei quali le stesse guerriere furono convocate più volte in Parlamento. Loro non erano donne di politica, ma poichè si doveva designare un ruolo pure a loro fu necessario chiamarle per sentire le loro idee e vedere se le loro proposte potessero andare bene agli altri Ministri e viceversa. Alla fine si optò per il loro ruolo di guardiane del Re e della Regina.

Risolti questi probemi di importanza prioritaria, l'approvazione del nuovo regno fu ufficiale. Quando la notizia fu diffusa tutti i giapponesi rimasero sconvolti: niente fino ad allora aveva fatto presagire la caduta dell'impero in favore di una nuova monarchia. I Ministri affermarono che presto avrebbero fatto sapere i motivi per una scelta così epocale.

Prima si vollero risolvere i dilemmi di secondaria importanza, ma comunque di notevole rilievo. La definizione di questi ulteriori punti portò via altri quattro mesi.

Innanzitutto poichè la figura dell'imperatore sarebbe rimasta e il palazzo imperiale sarebbe rimasto occupato da lui e la sua famiglia, si pensò di far costruire un nuovo palazzo reale dove i futuri Monarchi sarebbero andati a vivere. Ciò portò Usagi ad avanzare la richiesta di costruire un palazzo anche per tutte le altre Sailor. Una richiesta così dispendiosa in un altro contesto sarebbe stata respinta all'unanime, ma trattandosi delle guerriere Sailor le fu accordato il permesso. In fin dei conti il motivo per cui per tanti anni cercarono di individuarle fu proprio per poterle ricompensare del grande aiuto che offrirono all'umanità quando la salvarono dai numerosi potenti nemici che cercarono di distruggerla. Ogni guardiana doveva avere un palazzo, anche quelle che probabilmente per il momento non l'avrebbero abitato, come Ami. Calcolando che si parlava perciò di otto castelli si pensò a come predisporli. Tenendo anche conto che si doveva costruire il palazzo reale, Usagi suggerì una disposizione a stella per le Inner Senshi al centro della quale si sarebbe trovato il palazzo reale. In una disposizione a rettangolo, attorno alla stella, sarebbero stati invece costruiti i castelli delle Outer**. Per realizzare questa idea furono chiamati architetti ed ingegneri urbani i quali decretarono che per realizzare un'idea così fantasiosa ed avvenieristica si sarebbe dovuta cambiare la fisionomia (toponomastica) di tutta la città di Tokyo dando la forma di stella al centro stesso della città e posizionando ogni castello ai vertici delle punte; quindi gli altri quattro castelli sarebbero stati edificati più in periferia.

Al termine di quei quattro mesi, come promesso, furono rivelati al popolo le motivazioni per cui si stava andando incontro ad un cambiamento così radicale del Giappone. La notizia di una pace perduratura, di prosperità, giustizia, di una maggiore longevità, del ringiovanimento di trent'anni per tutti gli abitanti che avevano superato i sessant'anni e un decadimento fisico notevolmente rallentato, furono i motivi principali che portarono il popolo a gridare lunga vita al re e alla regina, anche se nessuno ancora sapeva chi fossero.

Nell'undicesimo mese si decise di dare un nuovo nome a Tokyo per distinguere la Tokyo capitale del Giappone e la Tokyo futura capitale del mondo. Perciò fu scelto il nome di Crystal Tokyo, in riferimento al castello di Mamoru e Usagi che sarebbe stato dato alla luce con il nome di Crystal Palace. L'avvenimento avrebbe avuto una portata così epocale che si decise un nome anche per indicare la nuova era.

Nel corso del dodicesimo mese Usagi, Mamoru e tutte le altre Sailor con le loro famiglie si rivelarono al mondo partecipando alla celebrazione che avrebbe visto l'incoronamento da parte dell'imperatore stesso dei due Monarchi e il conferimento del titolo di principesse e principi consorti alle altre guerriere e rispettivi mariti. Così, nell'Aprile dell'anno successivo all'ultima riunione nel “Ristorante Sailor”, Usagi e Mamoru salirono al potere con il nome di Neo Queen Serenity e King Endymion, inaugurando così l'era del Regno della Terra, conosciuto meglio come Earth Kingdom. Per le altre principesse il conferimento del nuovo titolo non comportò una variante del loro nome.

Il cambiamento per il momento avrebbe riguardato solo il Giappone, ma piano piano si sarebbe diffuso in tutto il mondo finchè tutte le nazioni non si sarebbero alleate entrando a far parte del Regno della Terra. Ci sarebbero voluti decenni, forse secoli, prima che l'unione dell'Earth Kingdom fosse effettuata, ma per fortuna ormai il tempo non doveva più essere temuto da tutti come prima. La vita sarebbe rimasta un dono prezioso e la morte sarebbe stata inevitabile per tutti, ma il decadimento del proprio fisico sarebbe stato molto più lento perchè la vita sarebbe stata molto più lunga. Il tempo avrebbe continuato ad avanzare incessantemente però da allora in avanti sarebbe stato molto più clemente, allentando così l'ansia che del concludersi della vita in “un battito di ciglia”.



***    ***    ***


Era Novembre ed era passato più di un anno da quando Mizuki si ritrovò ad essere nuovamente single e qualcosa la stava inquietando. Non ricordava di essere stata tanto preoccupata l'anno precedente. Si era sentita ferita nel profondo e con un incolmabile vuoto per la perdita di colei che amava e adorava; il modo che la portò a chiudere la sua relazione più importante fu così repentino e dolorosa da portarla a volersi prendere del tempo per sé stessa. Quando la ex prima di Haruka l'aveva lasciata aveva sofferto molto perchè fino ad allora era stata la sua relazione più importante che contava ben cinque anni di convivenza, ma qualche mese dopo non esitò a rimettere in gioco i propri sentimenti per il pilota. Da quando invece terminò la sua relazione con Haruka era uscita qualche volta con alcune donne, ma non era alla ricerca dell'anima gemella. Togliersi il team manager dalla testa era forse anche più difficile di quanto immaginasse e arrivata a quarantaquattro anni non aveva più la stessa frenesia di trovarsi una compagna di quando ne aveva trentadue. Tra quelle sensazioni e tutte le sfumature annesse e connesse però non aveva mai provato l'agitazione che invece ormai stava sentendo da qualche settimana. Il fatto è che le sembrava strano che d'improvviso quasi tutte le amiche di Haruka di colpo iniziarono a staccarsi dal mondo delle celebrità così improvvisamente e affermando tutte che avrebbero dato ragionevoli spiegazioni nel giro di breve tempo, inclusa Haruka quando annunciò che quello sarebbe stato il suo penultimo anno di lavoro. “Che forse Haruka avesse ragione quando mi ha raccontato quella storia? Eppure io so riconoscere quando sta raccontando delle bugie e quella volta era più che chiaro che stesse mentendo. Al di là del modo frettoloso in cui me l'ha detto, ma è proprio per la storia assurda che ha raccontato”. Eppure nell'ultimo anno non stavano succedendo tante cose assurde? Un re e una regina sbucati fuori da chissà dove per prendere il posto dell'imperatore; una nuova vita migliorata per tutti, con tanto di ringiovanimento per chi era più in là con gli anni; la fuga di notizie che volevano un nuovo assetto per Tokyo e la ricomparsa delle parole “guerriere Sailor” in tutti i telegiornali, su ogni quotidiano o rivista! La storia di Haruka, in un contesto pieno di cambiamenti improvvisi, non sarebbe stata più assurda degli stravolgimenti e delle promesse che il Parlamento giapponese, retto niente meno che dal Primo Ministro Mamoru Chiba, stava proponendo alla nazione stessa. Alla luce di queste considerazioni qualcosa dentro di lei le diceva che forse stava peccando di presunzione con tutti quei “io so”, “io conosco”, “io capisco” ed altri vari “io”. Tergiversò a lungo prima di decidersi a provare ad ascoltare quella storia che ora le pareva avere il sapore di una leggenda: un racconto inventato basato su avvenimenti realmente accaduti.

Quando si avviò a casa di Haruka era un pomeriggio di sole e nuvole sparse ed erano le quattro del pomeriggio. Rimase in auto dieci minuti con l'agitazione a farle da compagnia. Per la prima volta in vita sua aveva paura di presentarsi con la sua impulsività e schiettezza che erano da molti definiti tratti tipici di un caratteraccio, ma soprattutto aveva paura di aver fatto la sua peggiore gaffe quando reagì alla confessione di Haruka di essere una guerriera Sailor. “Sailor Uranus aveva detto, no? Sono passati tanti anni da quando intervennero per salvarci che neanche ricordo chi fosse... E poi erano talmente tante!” si demoralizzò nuovamente nel tentativo di ripescare le poche foto che ritraevano le famose guerriere e che erano state scattate di nascosto all'epoca per essere caricate recentemente su internet. Mentre era ancora con una mano sulla maniglia per aprire la portiera e l'altra che non si decideva a slacciare la cintura di sicurezza, venne richiamata da alcune risate. Guardò nello specchietto e vide che erano ragazzini che vivevano nel condominio di Haruka che stavano facendo ritorno da... calcio presumibilmente. Li conosceva abbastanza bene: erano cinque, tutti sulla quindicina d'anni ed abitavano tutti lì già da prima di quando Haruka si trasferì. Dietro di loro scorse la figura dell'ex pilota: era vestita con un lungo cappotto maschile color cammello, sopra un dolcevita scuro. Stava tornando a casa sottobraccio a Michiru, completamente persa nei suoi occhi mentre sfoggiava uno dei suoi sorrisi più spavaldi. Nonostante il tempo passato, Mizuki sentì una morsa allo stomaco e avrebbe voluto andare via immediatamente, ma visto che ormai era andata lì doveva risolvere la questione con lei. D'altronde doveva mettere in preventivo un eventuale incontro anche con Kaioh dal momento che ora era lei a stare con Haruka. Scese dall'automobile facendosi riconoscere da Michiru e Haruka. In effetti fu Michiru a distogliere un attimo lo sguardo dagli occhi di Haruka guardando verso la strada e fu così che vide Mizuki, appoggiata alla macchina con le mani in tasca, con chiaro intento di fermarle. La violinista smise di parlare e solo in quel momento Haruka capì che c'era qualcosa che non quadrava, guardò di fronte a se' e vide Mizuki. Con una lieve pacca sul braccio di Michiru sciolse il proprio braccio dal suo e seria raggiunse Mizuki. Michiru la seguì preoccupata, ma si fermò un po' in disparte. -Mizuki... ciao...- le disse Haruka leggermente tesa, senza sapere nemmeno lei cos'altro aggiungere. Non si sarebbe mai aspettata di trovarsela davanti casa dopo quasi un anno da quando la rivide.

-Ciao...- per la prima volta da quando di lasciarono Mizuki era molto pacata e poco loquace.

-Che ci fai qui?- il tono non era ostile, ma era molto chiaramente distaccato.

-Sono venuta per parlarti di una cosa...

-Va bene, sono qua che ti ascolto.

Mizuki guardò verso Michiru assicurandosi che non stesse ascoltando o che fosse abbastanza lontana per non sentire. Entrambe le cose erano vere: era a qualche metro di distanza mentre cercava di scrivere al cellulare con una mano sola poichè nella sinistra teneva una scatola che aveva tutta l'aria di essere la confezione di una torta. Poi, tornando a guardare Haruka, si decise a parlare: -E' vero quello che mi hai detto l'altra volta?

Haruka restò sorpresa dalla sua domanda: -Come mai me lo domandi?

-Ho visto che quasi tutte le tue amiche stanno battendo in ritirata, tu e lei comprese.

-Non hai pensato come tutti che sia una casualità?

-No... Cioè, sì, ma stanno succedendo tante di quelle cose strane ultimamente che non mi stupirei più se fosse vero pure quello che mi avevi detto tu.

-Capisco...- Haruka rimase a riflettere un po', poi proseguì: -Sì, è vero. Avrei voluto dirtelo tante volte, sai? Ma vedi- sui suoi occhi scese un velo di tristezza -non ho mai accettato fino in fondo il fatto di aver ucciso per salvare la Terra. Mi rendo conto che erano dei mostri malvagi, ma tutte le volte che combattevo mi ritrovavo con del sangue addosso che il più delle volte non era il mio, ma di quello dei nemici. Sarei stata pronta a tutto pur di salvare il pianeta, anche ad uccidere dei poveri innocenti posseduti da quelle creature malvagie. Non ho mai avuto la coscienza pulita per il destino che ho dovuto accettare. Dai diciotto anni, però, nessun nemico si è più fatto vivo per minacciare la Terra e io ho potuto riprendere una vita almeno in apparenza normale. Per questo non ho voluto dirti nulla, oltre al fatto che ci tenevo a te e non volevo essere presa per pazza. Dopo tre anni ho capito di aver sbagliato, ma avevo paura che dicendoti di aver mentito per tanto tempo ti avrei persa. Solo l'anno scorso ho compreso di aver sbagliato per tutto quel tempo: probabilmente tu mi avresti capita e perdonata lo stesso. Ormai però era troppo tardi e tu poco tempo dopo mi hai lasciata...

-Tanto... A questo punto, direi che se non fossi stata io a lasciare te l'avresti fatto tu.

Haruka non rispose, si limitò ad abbassare gli occhi. Anche in quell'occasione non era stata molto corretta e non era stato un capitolo che le faceva particolarmente onore.

-Così- riprese l'altra- tu chi hai detto di essere? Sailor Uranus?

-Già...

-Credo che dovrei fare delle ricerche più dettagliate su internet per capire quale sei esattamente.

-Oh, beh... - Haruka arrossì all'idea che Mizuki la potesse vedere con la minigonna e i tacchi alti: già solo all'idea di lei con quella divisa si era sbellicata dalle risate, se l'avesse vista sarebbe anche morta dal ridere. -Non è necessario che tu lo faccia.

Restarono in silenzio per un attimo, poi Mizuki si fece coraggio e le chiese: -Anche lei è una paladina Sailor?

-Guerriera Sailor. Comunque sì.

-Posso sapere chi?

-Sailor...- poi s'interruppe. Presto tutti avrebbero scoperto le identità di tutte loro, ma per qualche mese avrebbero ancora potuto godere della loro privacy. A Michiru avrebbe dato fastidio dare quella notizia in anteprima a Mizuki oppure no? Forse non spettava a lei dirle che Michiru era Sailor Neptuno. -No, scusa, non so se gradisce dirlo o no. Michiru, vieni qua!

Ma che bisogno c'era di chiamarla? Maledetta sia la mia curiosità!” imprecò tra se' Mizuki.

-Salve Tajiri- la salutò in modo estremamente formale.

E' uguale alla figlia adottiva! E' davvero irritante!!” pensò Mizuki prima di risponderle di malavoglia: -Salve...

-Mizuki voleva sapere quale Sailor sei.

No, Mizuki vuole sapere perchè sei rispuntata fuori dopo quasi vent'anni!” le venne da correggere la ex, ma per qualche strano motivo riuscì a controllarsi.

-... così non sapendo quanto ci tieni alla tua privacy...- continuò l'altra ignara dei pensieri di Mizuki- Vedi tu se dirglielo.

-Non ho alcun problema: presto lo sapranno tutti. Sono Sailor Neptuno.- le disse, studiandola con suoi profondi occhi blu.

Mizuki si sentì leggermente in soggezione, ma non riusciva a distogliere lo sguardo dagli occhi di lei. Per quanto la detestasse era innegabile: la violinista aveva un classe innata ed era di una bellezza fuori dal comune. Anche suoi occhi erano bellissimi, magnetici. “Bellissima ed altolocata stronza” le venne da pensare e in quel momento la donna guardò altrove quasi come se le avesse letto nella mente e avesse pesato il tipo di persona che era. Senz'altro più sincera e genuina di lei, così sofisticata da sembrare fin non reale. Pensò di tirare un colpo basso alla rivale e così rivolgendosi di nuovo ad Haruka le disse: -Questo l'ho trovato in fondo al cassetto del tuo comodino in camera...- disse tirando fuori dalla tasca un Tissot sportivo non più funzionante. -Hai ancora delle cose tue da venire a prendere a casa mia, pensi di passare prima di iniziare la tua nuova vita?

-No, Mizuki- le rispose quella con tono gentile e abbozzando un sorriso, mentre Michiru continuava a non battere ciglio. Non colse nemmeno la frecciatina velenosa indirizzatole dalla giornalista. Haruka e Mizuki erano state insieme per dieci anni: era normale che ognuna di loro avesse tenuto qualcosa a casa dell'altra.

-Come no?

-No...- e ribadendo così il concetto le scompigliò i capelli ribelli con una mano -Dalli in beneficienza- mentre con una mano chiuse quella di Mizuki a pugno rifiutando così quell'orologio che aveva gli stessi anni di quanti lei e Mizuki si conoscevano. Rimase pensierosa un attimo e poi le disse: -Mi dispiace per averti fatto del male.

Mizuki sapeva che quando Haruka si rendeva conto di aver sbagliato in qualcosa, difficilmente riusciva ad ammetterlo orgogliosa come era, ma sapeva anche che spesso i suoi “Mi dispiace” erano un modo per chiedere scusa. Apprezzò lo sforzo, ma preferì non dire nulla. D'altronde più che farle male l'aveva ferita. Il male passa senza lasciar traccia di se', le ferite guariscono, ma lasciano sempre delle cicatrici. -Ormai è passato.

-Ok, buona fortuna per tutto.

-Anche a te.- così dicendo le due si congedarono e Haruka si allontanò con Michiru. Le sentì riprendere a parlare poco dopo, Haruka si stava offrendo per aiutarla con la torta e la violinista rideva composta dicendole che poteva farcela da sola visto che non era pesante. Lei salì in macchina. Qualche lacrima dispettosa abbandonò suoi occhi quando vedendole così affiatate constatò che lei, per quanto amata da Haruka, non fu mai importante come Kaioh.

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

* Per una rapida e chiara definizione della politica del Giappone e dell'imperatore, vi consiglio la lettura dei primi due capitoli: https://it.wikipedia.org/wiki/Politica_del_Giappone.
** Per la definizione del mondo fittizio di Sailor Moon, vi consiglio la lettura di "Luoghi di Sailor Moon" e "Crystal Tokyo": https://it.wikipedia.org/wiki/Luoghi_di_Sailor_Moon.
Serenity-e-Endymion-Crystal-Palace2
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: FragileGuerriera