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Autore: Ghostclimber    24/02/2020    6 recensioni
L'inevitabile è accaduto.
Lui e lei si sono messi assieme.
Ma questo potrebbe aprire la strada per una tregua tra lui e l'altro.
Pairing: HanaHaru, HanaRu
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Haruko Akagi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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“July, she will fly,
and give no warning to her flight.”

 

(Luglio, lei volerà,
e non darà alcun preavviso.)

 

 

 

 

 

-Colpiscimi un'altra volta con quella canna di bambù e giuro che te la infilo su per il culo finché non ne senti il sapore.- sibilò Rukawa indispettito, all'ennesimo colpo accidentale infertogli da Sakuragi.

-Oh, ma che palle! Non lo faccio appo...- un passante urtò Sakuragi, che colpì di nuovo Rukawa sulla testa. Lo sguardo che gli restituì il moro fu sufficiente per fargli pigolare: -Scusa.

-Rukawa, davvero non mi aspettavo di vederti stasera!- disse Mito, stringendosi al petto la propria canna di bambù. Sakuragi se ne era uscito con l'idea di andare tutti insieme al tempio per festeggiare Tanabata; Rukawa era stato invitato, ma nessuno credeva che ci sarebbe andato per davvero. Al confronto di quella bolgia, il luna park era diventato un piacevole ricordo.

-Nh...- ringhiò Rukawa, e la canna di bambù gli scricchiolò tra le dita mentre la stringeva spasmodicamente. Mito emise una risatina nervosa.

-Ma dov'è finita Haruko-chan?- chiese Sakuragi, alzandosi in punta di piedi per cercarla, invano. Lui era più alto della media, ma lei era piccolina e si perdeva in quel mare di kimono variopinti e persone in festa. Rukawa indicò una bancarella con la canna di bambù, colpendo Sakuragi di proposito: -Laggiù.

-Ehi, ma quello... EHI!- la voce tonante di Sakuragi fece voltare un buon numero di persone che, visto il suo sguardo minaccioso, decisero saggiamente di farsi da parte per lasciar passare quell'energumeno e i suoi compagni. Il rosso avanzò a grandi passi verso Haruko e chiamò: -EHI! Uomo-judo, che ci fai con la mia ragazza?- finalmente, Rukawa riconobbe il tizio che stava parlando con Haruko: Tatsuhiko Aota, il tizio che l'anno prima aveva tentato più volte, con metodi più o meno leciti, di circuire Sakuragi per farlo entrare nel club di judo.

-Sakuragi!- salutò lui, molto tranquillamente, -Dovrei ucciderti per avermela portata via, sai?- Haruko ridacchiò imbarazzata e Rukawa dovette fare uno sforzo erculeo per non fulminarla con il proprio migliore sguardo indagatore.

-Non è certo colpa mia se tu sei un buzzurro bruttone e violento, eviden...

-Hana-kun! Non essere scortese, dai! Dopotutto, Ta-chan mi stava aiutando a cercarvi, dovresti essere contento che non mi ha lasciata in mezzo alla folla!- Sakuragi si zittì e Rukawa, dentro di sé, lo disprezzò un pochino. Ma d'altronde, si disse, Sakuragi probabilmente era ormai stanco di giustificare ogni proprio passo, soprattutto con una persona che avrebbe dovuto sostenerlo non proprio a priori, ma quasi. E una parte molto malvagia di Rukawa si rallegrava di quella situazione, perché vederlo con Haruko cominciava ad essere veramente doloroso.

-Perché non andiamo tutti insieme ad appendere i nostri bambù?- propose Aota; parlò al plurale ma i suoi occhi erano rivolti solo ad Haruko, e Rukawa si guardò intorno per controllare se lui fosse il solo ad averci fatto caso. Si rallegrò nel notare che Mito guardava i due con gli occhi ridotti a due fessure; il ragazzo dovette accorgersi di essere osservato, perché si voltò verso Rukawa e gli rivolse un cenno che fu interpretato come “dopo vorrei parlarne”. Rukawa rispose con un infinitesimale annuire, e si misero in cammino verso il tempio insieme ad Aota, guidati da un Sakuragi che da remissivo era diventato protettivo e si stava ora abbarbicando ad Haruko, piazzandosi con forza tra lei e Aota. Mito si affiancò a Rukawa: -Anche tu senti puzza?

-Non lo so.

-Hana è sempre stato cotto, ma lei solo di recente si è espressa.- si intromise Noma, -E lei non ha protestato quando Hanamichi si è messo tra loro due.

-Il che è ancora più sospetto.- ribatté Mito con aria seria, -Normalmente, lei avrebbe insistito per stare vicina a lui e fare conversazione. Per gentilezza.

-Hanamichi è preoccupato.- spifferò Rukawa, senza sapere perché lo stava dicendo.

-Lo sono anch'io. Da più tempo di lui.- rispose Mito senza guardarlo in faccia, -All'inizio pensavo che fosse perché avevo paura che tu ci provassi con Haruko, ma questo è un rischio inesistente o sbaglio?- la domanda aveva un che di invasivo, come se Mito stesse cercando di farsi dare una risposta anche ad un quesito che non aveva posto. Rukawa esitò, poi disse: -Già.

-Perché ho l'impressione che voi due ci state nascondendo qualcosa?- chiese Ohkusu.

-Perché la tinta per i capelli ti ha dato al cervello.- rispose prontamente Mito, poi approfittò delle proteste che seguirono per dare una lieve stretta al gomito di Rukawa, che puntò lo sguardo ostentatamente di fronte a sé, guardando senza vederla la nuca di Sakuragi.

-MA GUARDA CHI SI VEDE!- sbraitò il rosso, cominciando a sbracciarsi, poi corse avanti lasciando indietro Haruko. Rukawa vide altre due braccia che si agitavano, e una mano un po' più timida che si muoveva in segno di saluto.

-Guarda cosa fa Aota.- disse Mito a Rukawa, poi scattò in avanti e urtò apposta Haruko mentre passava urlando: -Ehilà! Sendoh-san, Mitsui-san!- Rukawa vide il braccio di Aota cingerle la vita e si domandò cosa potesse significare. Vista la differenza d'altezza, sarebbe stato molto più comodo prenderla per le spalle, e invece Aota aveva approfittato per un mezzo abbraccio. -Eh, guarda lì quel marpione di Aota che approfitta.- commentò Ohkusu.

-Sì, e lei che come al solito non si accorge.- specificò Takamiya, e Rukawa lo fissò stupito: non se ne era mai accorto, ma evidentemente Haruko non doveva andargli proprio a genio. Ma se doveva essere sincero, negli ultimi tempi la ragazza non pareva proprio un fenomeno di simpatia, anzi: di recente era spesso di umore volubile o molto distaccata, tanto che nell'ultima settimana a stento Sakuragi tratteneva le lacrime. Rukawa aveva trovato il coraggio di offrirgli un abbraccio di conforto, che aveva accompagnato con una carezza tra le scapole, ma il sollievo di Sakuragi era parso essere di breve durata: si era infatti allontanato poco dopo bofonchiando frasi sconnesse sulle cose che non andrebbero fatte, ragionamento che aveva precipitato Rukawa nella disperazione più nera. Ripensava spesso al discorso sulla presunta bisessualità di Sakuragi, ma se in un primo momento era parso un segnale positivo, negli ultimi tempi Sakuragi rifuggiva ogni contatto fisico e Rukawa si era ormai risolto a pensare che il rosso stesse cercando di fargli capire che, bisessuale oppure no, a lui il volpino non interessava in quel senso.

Di colpo, in Rukawa si risvegliò una collera irrefrenabile. Scattò in avanti e prese Haruko per le spalle, poi la trascinò verso Sakuragi che stava ancora salutando Sendoh e Mitsui: -Non mi sembra proprio corretto lasciarti abbracciare da un altro appena il tuo ragazzo volta le spalle.- sibilò.

-Ma non mi stava abbracciando!- protestò Haruko con voce tremante, molto rossa in viso, -Ho perso l'equilibrio e Ta-chan...

-Ta-chan.- ripeté Rukawa, interrompendola.

-Ci conosciamo dalle scuole elementari!- ribatté Haruko. Sembrava insieme imbarazzata e sconvolta per essersi ritrovata a bisticciare con Rukawa, ma lui non aveva intenzione di mollare.

-Senti. Non sono fatti miei, ma...

-Ecco, esatto.- lo interruppe lei, -Non sono fatti tuoi.- senza aggiungere altro, si liberò dalla sua presa, si dipinse in viso un convincente sorriso cordiale e si affiancò a Sakuragi per salutare i sempai. Rukawa la guardò da lontano fare tutte le mosse giuste, ridere e accostarsi appena al braccio di Sakuragi. Tutto perfetto, certo, ma Rukawa non si levava dalla testa l'idea che fosse tutta una finzione; scosse la testa, cercando di ripetersi che i discorsi con Sakuragi e poi con Mito gli avevano fatto vedere cose inesistenti.

-Ehilà, Rukawa!- salutò Mitsui, avvicinandosi, -Allora, come va?

-Nh.- ribatté Rukawa, -E tu?- Mitsui sembrò pensieroso per un istante, poi sorrise.

-Bene. Sì, direi bene.

-Avanti.- lo incalzò Rukawa, percependo che c'era dell'altro. Sakuragi, dietro a Mitsui, fece un cenno per indicare che volevano procedere, e il gruppo disordinato si rimise in cammino. Mitsui infilò le braccia nell'obi del kimono e disse, guardando per aria: -Beh, sai... quella cosa di Kogure. Il mese scorso quando sono tornato dal weekend con Aki-chan mi sono ritrovato il pavimento della stanza coperto di petali, Bon Jovi nello stereo e Kogure nel letto, nudo.

-Prego?- chiese Rukawa. Non era particolarmente interessato alla questione, ma questo lato spregiudicato di Kogure lo stupiva abbastanza da incuriosirlo.

-Già. Abbiamo fatto una litigata pazzesca, e alla fine lui ha detto che quella gente che si portava a letto erano solo dei flirt che ha usato per ingelosirmi. Parole sue, eh.

-Non ci credo.

-Non ci credevo nemmeno io. Poi lui ha pianto, e io mi sono sentito una merda, e mi sono saliti i rimpianti... morale che se non fosse stato per il sorvegliante che è venuto a controllare che avessimo ancora sapone... insomma, vederlo lì, nudo e indifeso, mi ha fatto sentire in colpa e...

-Ehi, guarda che se vi mollate Hanamichi ti distrugge, lo sai?- Mitsui diede in una risatina, guardando la nuca fiammante dell'amico che si muoveva mentre lui parlava con Sendoh e Haruko.

-Lo so. Devo ammettere che è proprio a lui che ho pensato, e per un attimo ho avuto la tentazione di chiamarlo per chiedergli che cosa fare. Ma poi mi sono detto, non riesce a tenere insieme la sua relazione, deve riuscirci con la mia?

-Spiegati.- ordinò Rukawa.

-Dai, si vede che non funziona. E non lo dico perché tu... insomma, lo sai.- Mitsui aveva abbassato il tono di voce e si era chinato verso Rukawa, -Lei non è la persona giusta per lui. Lui non ha bisogno di qualcuno che lo limiti a rimproveri, a quella testa matta serve qualcuno che lo prenda per le palle e gli dica di non esagerare. È come una tigre in gabbia, guardalo.- Rukawa eseguì, e gli si strinse il cuore. Tra una risata e l'altra, quando Sendoh non lo guardava direttamente in viso, Sakuragi chinava il capo e si accigliava. Mito, che faceva strada davanti al trio, si voltò e camminò per un po' all'indietro; nel farlo, scoccò uno sguardo preoccupato a Rukawa. Sakuragi si voltò e seguì il suo sguardo, poi disse: -Ohi, Mitchan, dopo ti posso dire due parole?

-Se mi chiami di nuovo così, no.- ribatté Mitsui.

-Ricevuto, Mitsui-san, chiedo scusa per la mancanza di rispetto.- ribatté Sakuragi, sarcastico.

-Leccami meglio il culo, ti manca un centimetro di duodeno.

-Eh?- Sendoh rise, e Rukawa notò che ora sorrideva anche con gli occhi. Per mesi si era domandato cosa fosse quel cipiglio perenne che nascondeva sotto alle risate e agli infiniti sorrisi, ma ora credeva di saperlo.

-Mitsui-san.- chiamò a bassa voce; Mitsui, che stava già aumentando il passo per affiancarsi a Sakuragi, si voltò e guardò Rukawa con aria interrogativa.

-Pensi che avresti tradito Sendoh?

-No, in ogni caso no. Alla fine sono uscito e gli ho telefonato, e ho sentito nella sua voce che aveva paura di quello che avrei potuto dirgli e a quel punto ho capito qual era la cosa che continuavo a pensare di dovergli dire ma che mi restava sulla punta della lingua.

-E cioè?

-Cioè che lo amo.- Mitsui fece un piccolo sorriso, poi si accostò a Sakuragi e lo trascinò avanti. Fu Sendoh ad accostarsi a Rukawa, che d'istinto si sentì un po' a disagio: Sendoh era l'unico giocatore della prefettura che Rukawa considerava superiore a sé e per quanto i loro rapporti non fossero stretti era il solo a cui Rukawa si rivolgeva con rispetto per istinto e non per convenzioni sociali.

-Sendoh-san.- lo salutò dopo un intervallo di tempo infinito e imbarazzante.

-Ciao, Rukawa. Come vanno le cose?

-Al solito.- Sendoh aprì la bocca per ribattere, quando Mitsui esclamò: -CHE COS'HAI FATTO?!

-Abbassa la voce, Tritapalle!- ribatté Sakuragi, molto rosso in viso. Gli occhi di Rukawa si assottigliarono in due fessure, e Haruko disse: -Hana-chan! Non ci si rivolge così a un sempai!

-Quella ragazza è una palla al piede, come fa Hanamichi a sopportarla?- chiese Sendoh, accigliato.

-Stai tranquillo, prima o poi la facciamo fuori noi...- borbottò Mito. Sembrava sul punto di fare un clistere sia a lei sia ad Aota con la propria canna di bambù: i due camminavano fianco a fianco, due passi dietro a Sakuragi e Mitsui, come se fossero una coppietta. Aggiunse ad alta voce: -Dai, Haruko, e quando mai Hanamichi è stato beneducato?

-Già!- aggiunse Mitsui, voltandosi all'indietro con uno sguardo un po' stralunato, -Ormai abbiamo capito tutti che uno come questo è nato tonto e non può morire quadrato.

-EHI!- Mitsui spintonò giocosamente Sakuragi e insieme si allontanarono un po', confondendosi nella ressa di persone. A quanto pareva, la questione di cui stavano parlando era molto personale. Rukawa ebbe un moto di gelosia irrazionale che cercò invano di soffocare sotto alla logica deduzione che Mitsui non avrebbe mai tradito Sendoh, né per Sakuragi né per nessun altro.

-Problemi in paradiso?- indagò Sendoh. Sembrava sinceramente preoccupato.

-Diciamo che lei invia segnali contrastanti.- rispose Mito.

-Mi dispiace per lui. Qualche mese fa sembrava così felice...

-Io invece sono incazzato.- ribatté Mito, -Sembra essersi rassegnato a lasciare le cose così come stanno, e non lo sopporto. Lui sta...- si interruppe. Erano molto vicini al fiume dove avrebbero finalmente potuto far galleggiare i loro desideri fino al mare, e si stavano avvicinando un po' troppo ad Haruko per poter parlare con la certezza di non essere uditi. E poi, il vento girò. Udirono Mitsui chiedere: -Sì, ma lui ti piace oppure no? È questo che devi capire.

-Lui chi?- chiese Aota, -Ehi, Sakuragi, con una bella ragazza come Haruko ti metti a pensare ai maschi? Non sarai mica finocchio, eh?- le guance di Sakuragi si tinsero di bordeaux, e Rukawa vide Mitsui lanciare a Sendoh uno sguardo terrorizzato. Sakuragi cominciò a tremare di rabbia e umiliazione ma, proprio mentre stava per lanciarsi su Aota, Sendoh disse: -Ancora con la storia di Dennis Rodman, Hanamichi? E basta!- Mitsui colse la palla al balzo.

-Infatti, glielo stavo dicendo. Al di là della persona che è fuori dal campo, deve capire se gli piace o no come giocatore e quanto può imparare dal suo stile di gioco.

-Ma è una persona tremenda!- improvvisò Sakuragi. Rukawa si intromise: -Senti, è aggressivo come te in campo, e già si dice che potrebbe vincere il titolo di miglior rimbalzista per la sesta volta di fila. Fregatene di quello che fa fuori, tu devi imparare dal giocatore, non dallo stronzo. E se me lo fai ripetere un'altra volta, giuro che ti spacco la faccia per davvero.

-Cos'è, quattro anni fa che ha preso qualcosa come mille e rotti rimbalzi in una stagione?- aggiunse Mitsui, -Davvero, Hanamichi, devi lasciar perdere la storia del calcio nelle palle e quelle menate sul fatto che nelle interviste sembra antipatico. Se vuoi diventare un grande rimbalzista, devi guardare come gioca lui. Punto.

-E va bene, va bene. Mi comprerò una cassetta e vedrò. Continuo a pensare che sembra stronzo.- ribatté Sakuragi, poi si voltò verso la riva. Il cuore di Rukawa batteva all'impazzata. Solo un paio di mesi prima gli aveva dovuto pazientemente spiegare chi fosse Michael Jordan, quindi aveva il ragionevole sospetto che Sakuragi non avesse la più pallida idea di chi fosse Dennis Rodman. Si girò per chiedere conferma a Sendoh, ma l'altro si era già allontanato e Rukawa era rimasto solo. Represse un'ondata di amarezza per la propria solitudine: era vero che lui stesso non era molto propenso a socializzare, ed era vero che le conversazioni casuali e i commenti sul tempo gli facevano venire l'orticaria, ma a volte era dura davvero essere sempre quello che veniva lasciato indietro. Era come se lui esistesse solo dal fischio d'inizio delle partite fino a quando il cronometro non si azzerava. Tutte quelle fan che strepitavano il suo nome lo vedevano solo come un idolo, un bambolotto di bell'aspetto che incidentalmente sapeva anche giocare a basket, e gli altri giocatori tendevano a vederlo come un avversario da battere o, peggio ancora, come un giovane arrogante che pensava di avere il mondo nel palmo della mano. Ma non era così, e a volte Rukawa avrebbe voluto urlare; la crescente amicizia con Sakuragi gli aveva medicato l'animo, ma di recente il rosso stava cominciando a mettere delle barriere tra loro: contatti fisici brevi e sporadici, qualche accenno di saluto, un passaggio durante gli allenamenti, ma nessun altro abbraccio, nessuna lunga conversazione, nessuna stupidaggine estemporanea. Rukawa si strinse al petto la canna di bambù, rimpiangendo di essere uscito di casa: non gliene fregava un accidente di Tanabata, non credeva nella storia dei desideri e il tutto si stava rivelando un'insopportabile spettacolo che metteva in mostra le parti peggiori della relazione tra Sakuragi e Haruko.

-Manca qualcuno... ehi, Volpaccia!- chiamò Sakuragi dalla riva, tenendo una barchetta di dimensioni ragguardevoli per evitare che la corrente la trascinasse via, -Vieni, dai, manca solo il tuo desiderio! Presto, che tra poco ci sono i fuochi d'artificio!

-Per arrivare al belvedere ci vogliono una decina di minuti,- spiegò Sendoh, riferendosi evidentemente ad un discorso già iniziato e che non aveva incluso Rukawa, -Sarebbe meglio darsi una mossa se vogliamo arrivare in tempo.

-Andate avanti, vi raggiungiamo.- disse Sakuragi, tendendo al contempo una mano verso Rukawa, -Tanto ho capito dov'è.

-Perfetto. Aki-chan, fai strada!- disse frettolosamente Mitsui.

-Ta-chan, vieni anche tu?- chiese Haruko, e la risposta di Aota si perse nella folla; si stavano già allontanando. Rukawa raggiunse Sakuragi sulla riva e lo sentì sbeffeggiare Haruko: -“Ta-chan, vieni anche tu?” oh, eccoti qui.- prese il bambù dalle mani di Rukawa e lo ancorò alla barchetta, poi la lasciò scivolare lungo la corrente; i due si alzarono e la guardarono allontanarsi, ipnotizzati.

-Cos'hai desiderato, Kaede?- Rukawa tacque e Sakuragi proseguì: -Va bene, non me lo vuoi dire, tieniti i tuoi segreti. Io ho desiderato di riuscire a far chiarezza in quello che provo.

-Nh.- Sakuragi si voltò verso Rukawa e lo guardò come se avesse capito che con il suo solito verso l'altro intendeva dire che anche lui aveva chiesto qualcosa del genere.

-Vuoi aiutarmi con Haruko? Quel piano che abbiamo pensato?

-Te lo chiedo di nuovo.- ribatté Rukawa, e lo guardò di sottecchi, -Sai che potrebbe ferirti, questa cosa, non è vero?

-Lo so.- rispose Sakuragi, lo sguardo fisso su un sassolino che stava tentando di scalzare dal terreno, -E spero che mi sopporterai quando sarò ancora più musone.- si voltò e colse lo sguardo stupito di Rukawa, e gli rivolse un mezzo sorriso: -E dai, lo so che hai notato che non sono brillante e simpatico come al solito!

-Do'aho, tu non sei mai stato né simpatico né brillante.

-VOLPEEE!

-Comunque ci sarò.- Rukawa provò una strana sensazione alle dita, come se qualcuno gliele stesse divaricando. Abbassò gli occhi e vide che sì, era proprio la mano di Sakuragi quella che stringeva la sua, intecciandovisi lenta. Vide l'aggancio di membra alzarsi fino a raggiungere l'altezza delle loro spalle, trascinato dal braccio di Sakuragi che rimirò pensoso le due mani allacciate, come se si stesse chiedendo esattamente cos'era quella cosa e com'era potuto succedere. Poi, il suo sguardo si spostò lento verso il viso di Rukawa, nei suoi occhi, così penetrante che Rukawa si sentì tremare. Sakuragi tirò la mano del compagno verso di sé, piano, come se si stesse muovendo in un denso bagno di melassa, e i loro visi si accostarono. Rukawa chiuse gli occhi e, mentre la tendina delle sue palpebre si abbassava, vide che anche Sakuragi stava facendo lo stesso.

Poi, un boato, uno scoppio improvviso. La gente esultò, molti bambini piansero, un cane abbaiò. Rukawa spalancò gli occhi e sobbalzò, allontanandosi da Sakuragi. Era cominciato lo spettacolo pirotecnico, e aveva interrotto il momento.

In silenzio, senza guardarsi, sciolsero la stretta delle mani e rimasero fianco a fianco sulla riva del fiume, i desideri ormai scomparsi lungo la corrente e il cuore che doleva.

Finalmente, durante un'ipnotizzante cascata di scintille, Sakuragi parlò senza distogliere lo sguardo dal cielo: -Kaede?

-Nh?

-Chi cavolo è Dennis Rodman?- Rukawa rimase in silenzio. Non sapeva se fosse una domanda spontanea oppure meditata, atta a fargli capire con chiarezza che il “lui” che forse gli piaceva e forse no non era un giocatore di basket dell'NBA, ma tanto gli bastò.

Sporse un braccio, gli accarezzò il dorso della mano e disse: -Do'aho-, senza smettere di guardare i fuochi d'artificio.

 

 

 

 

 

Buonsalve dall'isolamento lombardo!

Geeente, qui sembra di essere in un film sugli zombie, e la cosa buffa è che sabato sono stata ad una festa in giardino (per la cronaca sì, è febbraio anche qui e no, la stronza non ha avvisato, quindi la sottoscritta era in gonna corta e cappotto elegante) e mi sono raffreddata... ho la tentazione di andare in Posta a tossire, più tardi, ma c'è davvero pochissima gente in giro e non è divertente.

 

Nota per chi non conosce Dennis Rodman: giocò nei Bulls nello stesso periodo di Jordan, era un ottimo rimbalzista (qualcuno dice il migliore, ma se la gioca con Chamberlain) ma fuori dal campo era un vero stronzo. Prese a calci nelle palle un reporter insistente e più avanti rispetto alla timeline di questa storia, dopo aver cominciato a bere, fu arrestato parecchie volte. Nelle interviste basta guardarlo in faccia per sentirsi prudere le mani. Ma è anche il giocatore su cui si è basato Inoue per creare i movimenti di Hana. Un applauso a Sendoh per la prontezza di spirito, e Mitchi tu vedi di ricompensarlo!

Mitsui dalla regia: -Lo sto già facendo, non interrompermi!

 

Note di tradizione giapponese: Tanabata è una festa tradizionale che si basa su una leggenda secondo cui ci sono due stelle, Vega e Altair, che rappresentano due divinità (Orihime e Hikoboshi) separate dalla Via Lattea che si possono incontrare solo una volta all'anno, il settimo giorno del settimo mese lunare: la data, quindi, è variabile, ma a Kanagawa lo festeggiano tra il 4 e il 6 luglio. Durante la festa, si scrivono dei desideri e si legano a canne di bambù che vengono poi appese o messe su barchette lasciate poi alla corrente.

 

Il corso di cultura generale del Dottor T è...

Dalla regia la voce del Maestro Inoue in persona: -Il corso di cultura generale di chi?!

Oh perdindirindina (citazione cinematografica, qualcuno la azzecca?), meglio che me la batto!

Grazie, come sempre, a tutti voi che mi state dietro anche in questa mia ennesima follia, grazie davvero!

XOXO

 
   
 
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