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Autore: Elena 1990    24/02/2020    1 recensioni
L'immortalità è un dono e una maledizione. Shadow e Knuckles lo sanno meglio di chiunque altro, e benchè la vivano in modo diverso, essa li ha uniti come non avrebbero mai immaginato.
In un futuro lontano e con una nuova minaccia alle porte, difenderanno il loro mondo. Devono. Lo hanno promesso.
Ma quanto vale una promessa vecchia un millennio?
E soprattutto, ciò che li attende è davvero un nemico come tanti?
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Knuckles the Echidna, OC, Shadow the Hedgehog, Silver the Hedgehog
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Quando Shadow si teletrasportò sull'isola con i tre ragazzi, Knuckles era lì ad aspettarli, braccia conserte ed espressione contrariata.
Prima che potessero dire una parola, cominciò – Eccovi. Questa è casa mia, e queste sono le mie regole: non toccate il Master Emerald, non curiosate fra le rovine, non toccate la mia uva, non inoltratevi nel bosco, non infastidite i Chaos, non infastidite gli animali, non infastidite me e non avvicinatevi al bordo dell'isola. Colazione dalle sei alle otto. Se vi alzate più tardi mangerete quel che rimane o non mangerete affatto. Ora vi mostro dove alloggerete.
– Perchè è arrabbiato? – sussurrò Tera mentre camminavano.
– Mi sa che non ci vuole qui. – fece Alexi – Potrebbe dircelo in faccia.
Nadia osservava le piante che fiancheggiavano il sentiero. Le fronde verdi lasciavano filtrare il sole e tutt'intorno si udiva il cinguettio degli uccelli. – Non riesco ancora a crederci. Esiste davvero.
Per i Mobian, Angel Island non era un segreto, per gli umani invece, era poco più di una leggenda popolare della cultura mobian. Fin dai primi tempi della convivenza pacifica tra le due specie, Knuckles aveva migliorato il sistema di difesa dell'isola riuscendo, dopo innumerevoli tentativi e altrettante imprecazioni nella sua lingua madre, a rimettere in funzione il vecchio sistema di scudi che celava l' isola sia ai radar che alla vista. Grazie agli scudi e al suo continuo spostarsi, gli umani non l' avevano mai trovata, e i fortunati che vi atterravano non ne uscivano vivi: Knuckles curava le trappole in modo maniacale.
– Certo che esiste. – fece Alexi – E' l'isola che un tempo ospitava l'antica capitale di Echidnapolis, che venne quasi rasa al suolo dopo- si interruppe quando Knuckles colpì un masso con il pugno, distruggendolo.
– Bloccava la strada. – si giustificò.
– A me sembrava sul bor- finì con un mugugno mentre Alexi le tappò la bocca.
– E' bellissima. – Nadia guadagnò solo un grugnito dal guardiano, come risposta.
– Che tipo di fauna ospita?
Questa volta l' echidna rispose – Conigli, cervi, piccoli roditori, uccelli.
– Nessun predatore?
– Qualche rapace. E Shadow.
– Il mio fisico ha bisogno di un costante apporto di proteine nobili. E non fingere: so che ami la carne essiccata.
– Mi piace variare tra un insetto e l'altro. Sai che contengono più proteine che la carne?
– Yew! – fece Tera.
– Potrebbero contenere anche energia pura, non li mangerei in ogni caso. – replicò Nadia.
Il guardiano li portò fino ad un rifugio scavato nella roccia, poi si congedò, andando via in fretta, come se non vedesse l'ora di liberarsi di loro.
Era una grotta spartana ma accogliente. Le pareti di roccia erano coperte da tavole di legno, come il pavimento. C'era una buca per il fuoco e cinque stanze, tre arredate per bene, con un letto di piume, un comodino ed una scrivania. Sopra ad ogni scrivania c'era un cesto di frutti dell'isola e una brocca di terracotta con un bicchiere.
Shadow osservò il luogo, mentre i ragazzi si sistemavano. Knuckles doveva aver impiegato tempo e risorse per riordinare quel posto. Notò che molta della mobilia veniva dalla sua casa sull'isola, e molto cibo dalle sue scorte. Certo, l'echidna non amava avere ospiti, ma non aveva perso il suo buon cuore.
– Ehi il mio letto è morbidissimo! – sentì gridare Tera.
– Anche il mio. Pensavo di trovare un sacco a pelo, o un mucchio di paglia. – rispose Alexi.
– Sembra che Knuckles sia solo un vecchio brontolone dopotutto. – Nadia ridacchiò.
Shadow incrociò le braccia – Knux può avere un cuore tenero, ma se non rispettate le regole vi butterà giù dall'isola senza pensarci. -- disse – Con me lo ha fatto.
Con quella frase si guadagnò l'attenzione dei tre, le cui teste sbucarono fuori dalle loro camere.
– E che avevi fatto? – fece Alexi.
– Ho rovistato nei suoi archivi. Ci sono testi echidna millenari là sotto. Mi ha preso di peso e lanciato giù da Sky Sanctuary. Non ha voluto vedermi sull'isola per una settimana.
– Wow.
– Già.
– E come sei sopravvissuto? – chiese Nadia
– Chaos control.
Alexi sgranò gli occhi – Fico! Ce lo insegni? Per favore?
– Non adesso. Prima devo vedere a che punto siete arrivati.
– Quando cominceremo l'addestramento? – chiese Nadia.
– Quello vero domani. Oggi voglio che vi sistemiate e che mi mostriate cosa sapete fare, quali sono le vostre abilità. Per ora, vi allenerete solo con me.
– E Knuckles?
– Lui sostiene di non aver nulla da insegnarvi. In ogni caso, ha sempre molto da fare sull' isola.
– Del tipo? Guardare il Master Emerald, poi guardare il Master Emerald e per finire lucidare il Master Emerald?
– E' dietro di te.
Alexi sbiancò e si voltò di scatto, ma dietro di lui non c'era nessuno.
Sentì ridacchiare il riccio nero – Non è divertente! - sbraitò.
Shadow incrociò le braccia – E' da codardi parlare alle spalle degli altri. Se credi che stia tutto il giorno a guardia dello Smeraldo verificalo di persona e poi digli in faccia ciò che hai detto.
Alexi abbassò lo sguardo. – Mmh. Ma sul serio, cosa fa qui tutto il giorno?
Shadow fece spallucce – Seguilo e vedrai. Può darsi che all'inizio sia scontroso, ma tende a ricompensare quelli testardi quanto lui.

Erano in fila nella radura in cui sorgeva l'altare con il Master Emerald, protetto dalla figura rossa e immobile di Knuckles. Shadow stava davanti a loro a braccia conserte.
– Bene, voglio testare le vostre abilità. Attaccatemi uno alla volta, con tutto ciò che avete. Provate a sconfiggermi. Tera, inizia tu.
Tera formò na sfera e cominciò a ruotare sollevando polvere e terriccio. Poi scattò in avanti decisa a colpire Shadow. Il riccio piantò bene i piedi e la fermò afferrandola con le mani. La piccola riccia non poteva metterlo in difficoltà, ma la forza dell'impatto lo fece comunque indietreggiare.
La lanciò verso l'alto, lei smise di ruotare e precipitò gridando spaventata, finendo con il sedere sull'erba.
– Ahi!
– Sei troppo debole per fare uno Spin Dash decente. Ti serve una spinta maggiore.
Mentre Tera si massaggiava sofferente, Alexi si fece avanti. Caricò un pugno verso Shadow ma non appena il riccio si mosse per parare, il procione ruotò su sé stesso finendo alle sue spalle e assestandogli un duro colpo sul collo con il lato della mano, togliendogli il fiato. Cadde in ginocchio, lo sguardo spento.
– Ah, fregato! La biblioteca di Silver ha un' intero scaffale di anatomia. Conosco tutti i punti di pressione per rendere inoffensivo un nemico.
Shadow rimase in quella posizione ancora qualche attimo, poi sorrise – Oh, interessante. Anche io li conosco. – si alzò, sotto agli occhi increduli di Alexi, massaggiandosi il collo – E tu hai sbagliato di mezzo centimetro. – fulmineo, il riccio assestò un colpo al collo del procione che cadde all'istante, svenuto. – Questo è il punto esatto.
Udì una scarica elettrica alle sue spalle e si voltò, cominciando a correre verso Nadia. Lei scagliò il fulmine, ma Shadow lo schivò. Nadia si morse il labbro ed indirizzò la mano a terra creando un' onda di elettricità. Shadow formò una palla e balzò in alto, precipitando giù verso Nadia, mancandola di proposito ma passandole abbastanza vicino da sbalzarla via, facendola rotolare per un paio di metri.
Dall'alto del santuario dello Smeraldo, Knuckles osservava impassibile.
– Quello sì che era uno Spin Dash! – esclamò Tera.
Shadow si rialzò, togliendosi la terra dalla pelliccia e guardò l'umana – La tua tecnica con i lampi è grezza e prevedibile. Devi conoscere ogni aspetto del tuo potere, per sfruttarlo al meglio. - disse e guardò Alexi seduto a massaggiarsi il collo – E tu. Non puoi colpire i punti sensibili se manchi di precisione. Devi perfezionare la tecnica, o rischi di farti ammazzare. – conclusa la valutazione, sospirò – C' è molto da fare. Per adesso vi allenerò uno alla volta in giorni diversi, e quando sarete pronti lavoreremo sulla squadra.
– Ma noi siamo già una squadra. – disse Nadia.
– Vero. Ma se ciascuno di voi non conosce il suo potenziale e non sa utilizzarlo, tutta la squadra ne risente. – sospirò – Io, Rogue e Omega eravamo una grande squadra, ma ancora prima, ciascuno di noi sapeva sfruttare al massimo le proprie abilità.
Tera alzò la manina, strappando a Shadow un sorriso – Sì?
– Mentre tu alleni uno di noi, gli altri cosa faranno?
– Potete sfruttare la giornata come meglio credete. O dare una mano a Knuckles, come ho detto.
Era certo che l'echidna avrebbe protestato dall'alto del suo santuario, invece non proferì parola. Semplicemente scese le scale e se ne andò.

Shadow allenò i tre ragazzi fino al tramonto, quando Knuckles li vide tornare infangati e stravolti. Fuori dal rifugio c'erano tre tinozze piene d'acqua fumante, mentre dei tronchi erano disposti attorno ad un fuoco su cui arrostiva del pesce.
C'erano anche ciotole con del pane, del formaggio e della frutta.
– Evvai! Muoio di fame! – esclamò Alexi.
– Io voglio fare il bagno!
– Io voglio andare a dormire. – mormorò Nadia.
Dopo che si furono lavati, si sedettero accanto al fuoco. Shadow e i tre attorno al falò, Knuckles un po' in disparte, addentando il suo spiedo di pesce in silenzio. Li osservò mangiare di gusto, ridere e scherzare tra loro, a volte anche con Shadow. Sul volto comparve un lieve sorriso, che scomparve subito mentre scuoteva il capo e si alzava per occuparsi dei piatti vuoti.
– Ragazzi guardate. – disse Nadia e gli altri sollevarono il muso notando la miriade di stelle del cielo sopra ad Angel Island – Si vede la Via Lattea. É fantastico!
– E' quasi come al campeggio. – commentò Alexi mentre sgranocchiava una pannocchia.
– Già! Però manca la storia. Maestro Shadow, ci racconti una storia? – chiese Tera.
– Cosa? No, no. Sono un pessimo narratore. – replicò il riccio, un po' lusingato dal sentirsi chiamare maestro. Fece un sorrisetto – Ma l'echidna qui, conosce un mucchio di leggende.
Knuckles lo fulminò con lo sguardo, ma ormai aveva l'attenzione dei tre ragazzini.
– Eddai Knuckles. Non vorrai negare ai bambini la storia della buona notte.
– Per favore Signor Knuckles. – disse Tera e sfoderò la versione migliore dei suoi “occhi da cucciolo”.
L' echidna sospirò e si sedette sul tronco. Calò il silenzio, mentre aspettavano che iniziasse.
– Questa è la leggenda delle Origini, così come la narrano gli Echidna. – disse e Shadow si fece attento: vedere Knuckles nel ruolo di narratore era un evento raro dalla scomparsa dei loro amici. Di solito era Sonic ad assillarlo perchè raccontasse una delle sue “storie echidna”. Shadow aveva un approccio diverso a quella cultura, preferendo i registri polverosi alle favole tramandate oralmente.
– All'inizio di tutto, c'erano due dèi: uno era Chaos, il dio delle acque, e come l'acqua mutevole e imprevedibile, e Iblis, il dio del fuoco, come il fuoco fonte di vita e morte. – fissò il fuoco dinnanzi a sé ed il secchio d'acqua lì accanto. – Iblis e Chaos erano due fratelli molto legati e un giorno decisero di forgiare qualcosa insieme, unendo i loro poteri, per creare una testimonianza materiale del loro legame fraterno. Iblis forgiò una sfera di magma e Chaos usò l'acqua per raffreddarla. Poi Iblis fece il sole, per riscaldarla, e Chaos le nuvole, perchè non diventasse arida. Allora Iblis decise che dovevano darle un nome: Chaos voleva chiamarla Mobius, Iblis voleva chiamarla Terra. Si trovarono per la prima volta in disaccordo, ma rimediarono tenendo entrambi i nomi.
Tera ridacchiò.
– Ogni giorno i due fratelli controllavano la loro creazione e presto si resero conto che stava cambiando: la vita si stava diffondendo su di essa. Iblis e Chaos erano felici: insieme avevano creato qualcosa di unico e meraviglioso. Decisero di dividersi i compiti a quel punto: Iblis avrebbe vegliato su una metà del mondo, Chaos sull'altra. Il tempo passò e la vita crebbe sul pianeta, dando origine alle diverse specie. Chaos aveva la sua preferita tra tutte e gli diede un nome: Mobians, la gente di Mobius. Anche Iblis decise di dare un nome alla sua specie preferita, e li chiamò Umani, che vuol dire “creature nate dalla Terra”.
Nadia sorrise.
– Gli umani non avevano artigli o zanne come i Mobian, ma solo la loro intelligenza, eppure erano sopravvissuti e Iblis era così orgoglioso di loro che volle ricompensarli, donandogli il fuoco. Infatti nessun echidna conosceva il fuoco prima dell'arrivo degli umani. Con il potere di Iblis dalla loro parte, i figli del Sole prosperarono. Chaos se ne accorse e si irritò quando scoprì cosa aveva fatto il fratello. Come aveva potuto lasciare il potere di un dio nelle mani di esseri mortali?
Nadia corrugò la fronte.
– Il potere fece prosperare gli Umani, il loro numero crebbe e divennero boriosi e superbi. Cominciarono a reclamare come loro intere praterie, foreste, montagne. In tutti quei secoli, anche gli Echidna avevano una civiltà fiorente e prosperavano sotto la guida di Chaos e dei suoi preziosi consigli. Tra i Mobian erano la civiltà più avanzata e potente. Quando arrivarono gli umani, gli Echidna si opposero alla loro avanzata ed iniziò la prima grande guerra. – si interruppe e guardò la Luna – Dovreste andare a dormire.
Tera sgranò gli occhi – No per favore, ancora un po'!
– Già, voglio sapere come finisce. – disse Alexi.
– Anche io. – fece Nadia, seria in viso. – Per favore.
Knuckles guardò Shadow ed il riccio fece spallucce, dunque l'echidna continuò.
– Il fuoco causò gravi perdite agli Echidna, portando terrore e distruzione al punto che ancora oggi, nessun echidna accende un fuoco senza aver prima raccolto acqua ed aver chiesto il perdono e la protezione ai suoi avi.
– Davvero? – chiese Alexi.
– Sì.
– E l'hai fatto anche ora?
– Sì.
– Shhhh! – fece Tera.
Knuckles continuò – Gli umani presero i piccoli villaggi arrivando ad un passo dalla grande città di Albion e dalla capitale Echidnapolis. Gli Echidna, disperati, chiesero aiuto a Chaos. Allora lui mandò il suo potere sotto forma di una tempesta globale. La pioggia cadde su tutto Mobius, fitta e potente. Impregnò il terreno, lambì la roccia e ne riempì le crepe. Quando l'acqua evaporò, rimase solo l'energia cristallizzata, come la vena del minerale in una miniera. Chaos guidò gli Echidna in una caverna profonda, dove gran parte dell'energia si era cristallizzata. Disse loro di scegliere sette cristalli, prelevarne dei pezzi e intagliare sette gemme. Gli Echidna lo fecero e intagliarono anche le pietre madri per distinguerle dagli altri cristalli. Così nacquero gli Smeraldi del Caos.
Tera e Alexi ascoltavano rapiti.
– Con l' aiuto degli Smeraldi, gli Echidna respinsero gli uomini e tornò la pace. Il potere di Chaos però era troppo instabile e causava innumerevoli disastri. Così il dio intervenne ancora una volta: prese la tribù da lui prediletta e la guidò dove la pioggia era iniziata, molto tempo prima. In una grande caverna, fece un patto con loro: gli avrebbe donato un mezzo per avere il totale controllo sul suo potere, la padronanza assoluta del Chaos. In cambio, avrebbero dedicato le loro vite a proteggere quel dono e gli Smeraldi, per impedire che cadessero nelle mani sbagliate. Non appena la tribù finì di intagliare il Master Emerald, la terra tremò, e quella porzione di mondo si sollevò in cielo. Così nacque Angel Island e così nacquero i Guardiani, che ancora oggi la difendono.
  
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