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Autore: Gloria Lovely    25/02/2020    1 recensioni
A combattere a fianco delle guerriere Sailor sarà una squadra proveniente dalla galassia Andromeda, custodi di gemme dai poteri speciali e leggendari. Ogni nemico è in cerca di vendetta, con un unico obiettivo: impadronirsi del Cristallo d'Argento e distruggere la Via Lattea e la sua alleata.
Riusciranno le Sailor Senshi, grazie all'aiuto di Sailor Y e la sua squadra, a sconfiggere il male e liberare i loro pianeti dalla distruzione?
Suddivisa in tre atti: 'The Other Galaxy', 'Verbo Cordis' e 'Daemonium Ribellium'.
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«Questa storia era nata col nome di "Fragile Guerriera", ora divenuta una saga vera e propria.»
Spero vi piaccia!
Buona lettura.
© Gloria Lovely 2017
Genere: Comico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Inner Senshi, Nuovo personaggio, Outer Senshi | Coppie: Endymion/Serenity
Note: Missing Moments, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Dopo la fine, Più serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pretty Guardian Sailor Andromeda | Saga'
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Capitolo quarantacinque

• Un'altra possibilità? •





Victoria's POV




Avevo un gran bisogno di uscire un po' di casa, almeno per prendere una boccata d'aria fresca. Ormai manca un mese alla festa della primavera e alla fioritura dei ciliegi, sarà l'occasione giusta per regalare a Regiela un piccolo anello per simboleggiare il mio amore per lei.
Tuttavia, non mi sento affatto allegra. Sento che qualcosa mi manca, non solo la presenza di una donna nella mia vita, ma una figura materna. Per anni, ho vissuto con mio padre senza mai sapere la verità sul mio passato e su cosa nasconde il mio corpo da androide. Non capirò mai il senso di tutto questo, soprattutto il perché qualcuno abbia voluto farmi soffrire fino a farmi del male da sola. In me non scorre sangue, ma una scia di elettroni e protoni mischiati tra loro.
«Vicky?»
Ad attirare subito la mia attenzione è una sagoma a me familiare. Non appena si espone sotto la luce del lampione, la inquadro: è proprio Gwen.
«Come mai sei qui tutta sola?»
La osservo attentamente mentre si avvicina alla ringhiera che divide il sentiero di pietra con la fontana. Indossa il solito vestito di seta verde acqua, ha una treccia laterale e le sue mani sono dietro la schiena. La luce della luna la rende più bella, detesto doverlo ammettere. Ora non so più come iniziare il discorso.
«Non sono affari tuoi» rispondo acida.
«Potresti rispondere educatamente, anche se sono la rovina della tua vita?» ribatte irritata.
«Con te è quasi impossibile anzi, visto che sei qui, vorrei parlarti di noi anche se non avevo la minima intenzione di farlo.»
«Di cosa, esattamente?»
«Di noi in generale» le do le spalle. Non la guarderò più per il resto della serata o finirò con l'impazzire.
«Volevo solo smettere di litigare con te, perché sembriamo due bambine di sette anni che hanno perso il loro peluche preferito, tutto qui.»
«Ma...»
«Se la cosa non ti sta bene, parla ora o taci per sempre.»
Sembra non trovare le parole per rispondere alla mia richiesta, eppure ha sempre qualcosa da dire. Non appena il vento si alza, apre di poco le labbra e parla.
«A me sta bene, soprattutto perché odio litigare con chi ho di fronte, in particolare con te» dice «non sono mai stata così anzi, ho sempre adorato le persone»
«Sono cambiata dal giorno in cui i miei genitori hanno divorziato, dopo aver ufficializzato il tutto non ho mai più avuto notizie da mia madre e mio padre... la odia così tanto che vorrebbe sgozzarla con un coltello da macellaio»
«Sono sempre stata sola, non ho mai avuto amici ed io vorrei dare a noi due un'altra possibilità.»
«Ti perdono solo perché è il mio mestiere, non per la tua pietà» rispondo freddamente «il mio cuore ha già sofferto abbastanza, ci manca solo che io e te finiamo col diventare cane e gatto.»
«Io...» si blocca di colpo.
«Tu cosa?»
Non devo guardarla in faccia o sarò costretta ad abbracciarla, ed io non ho alcuna intenzione di farlo. La odio sin dal momento in cui mi sono dichiarata e non voglio tornare indietro per poi soffrire nuovamente.
«Non sapevo la ragione per cui piangevi ogni giorno nello sgabuzzino, pensavo avessi litigato con qualcuno o che ti eri lasciata con una tua presunta fidanzata.»
«Secondo te, mi sarei trovata una donna due minuti dopo il tuo rifiuto? Mi stai prendendo in giro?!»

"Ora mi sto arrabbiando sul serio."

«I-io... io...»
«Io, io, asino mio! Sono stufa delle tue moine! Sono stanca di versare lacrime e di sopportare tutto questo dolore per causa tua!» grido.
«Vicky...»
«Non sei degna di chiamarmi per nome, capito?» mi giro e la guardo dritta negli occhi fregandomene delle sue lacrime. «Non dovresti nemmeno rivolgermi la parola dopo quello che mi hai fatto passare!»
«Ma in amore si perdona tutto... è questo che cercavo di dirti, Vicky, volevo solo...»
«Non chiamarmi per nome, ho detto!» ringhio. «È vero che in amore si perdona tutto, ma io non riesco a perdonare una persona che ha rifiutato i sentimenti di qualcuno ferendola nel cuore.»
Distoglie lo sguardo con le lacrime agli occhi.
«Almeno possiamo essere amiche?»
Mi sfugge una risata amara.
«Io e te amiche? Non se ne parla.»
«Neanche questo?»
«Mi conosci, Gwen, sono una ragazza dal cuore di ghiaccio e l'anima gelida» rispondo «anche se sono un angelo, una parte di me è ancora influenzata dal Daemonium»
«Se hai intenzione di perseguitarmi faresti meglio a ripensarci, visto il caratterino della mia ragazza.»
Gwen sembra non sopportare l'idea che non tornerà con me, ancor più il fatto che abbia una fidanzata dolce e premurosa come Regiela.
«Che cos'ha lei di così speciale? Perché la ami?» sussurra piano.
«Vuoi saperlo davvero?» le chiedo un po' spossata e lei annuisce. «Perché lei è l'unica donna che comprende il mio dolore, l'unica che è riuscita ad aprire il mio cuore e ogni volta che sto al suo fianco, mi sento felice e amata»
«Il calore del suo corpo mi trasmette amore e affetto, proprio come quello di una madre, ed è anche questa la ragione per cui non riesco a fare a meno di lei... sono stata sola troppo a lungo e ho quasi dimenticato una sensazione simile, ora so che posso contare su di lei.»

"Dio santissimo, la tenerezza ha un sapore terribile!"

L'espressione di Gwen cambia di colpo, si rende conto di aver sbagliato qualcosa. Non conosceva il mio passato, nemmeno una delle tre ragioni per cui soffrivo così tanto - soprattutto la più triste. Si sente improvvisamente in colpa, ma le sue lacrime non bastano a far sciogliere il mio cuore. Aveva avuto un'occasione ma l'ha sprecata.
«Credevo che... non centrasse nulla la perdita di tua madre, ma ora che me lo hai detto mi sento una stronza.»
«Brava, vedo che hai capito» rispondo indietreggiando di qualche passo e allontanandomi da lei.
«Possiamo almeno trovare un accordo, nel senso di resettare tutto e ricominciare?»
Piccola pausa.
«Ci penserò, ma non ti garantisco nulla» le dico allontanandomi lentamente «io e te saremo solo compagne di squadra, non ci sarà un rapporto di amicizia, né tantomeno un rapporto più intimo»
«Siccome mi fai pena ti darò un'altra possibilità, ma sappi che il nostro sarà solo un rapporto di lavoro» detto ciò mi allontano sparendo tra la foschia ignorando completamente la sua sagoma.
L'ho dovuto fare per questione di principio, ma se fosse stato per me, l'avrei lasciata andare. Se c'è una cosa che odio sono i piagnistei e lei è la prima che detesto, soprattutto quando cerca di attirare l'attenzione di ragazzi ingenui, femmine comprese.
Sono costretta a collaborare con lei, dal momento che siamo entrambe due gemme sacre, ma non ho alcuna intenzione di farmi ingannare da una come lei.
Torno a casa con un grande senso di vuoto, come se avessi eliminato una parte importante di me. L'unica cosa che può riempirlo è il suono del mio carillon, quel dolce suono e la scatola che si apre e proietta l'immagine di due ragazze innamorate. Non appena giro e tolgo la chiavetta, la melodia inizia. La sento benissimo, è la ninnananna che cantava sempre mia madre. Ogni volta che giro la chiavetta del mio carillon, mi sento felice. So che mi sta guardando da lontano e che mi sta sorridendo, nella speranza di poter un giorno rinascere e abbracciarmi.
Mi scende una lacrima, ho paura di quello che sta per accadere. Mamma... dove sei? Mi manchi tanto.



*





Centro della Terra - 21 febbraio, ore 4:32





«KIRITO-SAN!»

La principessa oscura esclama con forza il nome del suo servitore spaventandolo a morte, lui si precipita verso una sala dai colori accesi e l'aria bollente. Si sentì morire di caldo, ma non poteva fare altro che sentire il discorso della sua padrona.
«Mad-sama, cosa comanda?» chiese il ragazzo inchinandosi davanti ai suoi occhi.
«Osserva il nucleo del pianeta Terra, caro» ghignò la principessa «ben presto la sua energia entrerà dentro il mio meraviglioso scettro, prenderò il controllo di questa galassia cominciando proprio da qui»
«Sarà l'inizio di una lunghissima era glaciale, l'unica cosa che bisogna fare è aspettare l'eclissi solare, in modo che l'intero pianeta cada nell'oscurità totale.»

«Mad-sama...»
«Che vuoi?»
Kirito saltò dalla paura non appena i suoi occhi arancione chiaro incrociarono i suoi.
«È proprio necessario... aspettare?» deglutì di colpo.
«Vorrei poter passare subito all'azione, ma bisogna aspettare il momento giusto per fare in modo che il piano funzioni, lo sai?» ghigna maliziosa facendo rabbrividire il suo servitore.
«S-sì... mia signora» rispose lui.
«Ben presto questo pianeta sarà distrutto assieme ai suoi abitanti e, questa volta, non ci saranno quelle otto guastafeste a fermarmi!»







Tokyo, Sala Giochi - Ore 5:20







Elvira's POV







«Elvi-chan!»
Usagi e Ami mi vengono incontro improvvisamente mentre cammino sconsolata per la città in cerca di uno svago.
«Abbiamo scoperto a chi appartiene lo Scettro Cartesiano! Sappiamo da dove proviene!»
«Davvero?» domando incredula.
«Luna e Artemis lo hanno analizzato; raduna le tre ragazze davanti alla sala giochi, ci vediamo lì» attacca briga Ami prima di correre dalla parte opposta. Faccio come dice e raggiungo il portone della sala giochi in venti minuti. È chiuso. Nessuno si è fatto vivo, poi qualcuno mi dà una spinta facendomi scontrare contro la porta. Di colpo, mi ritrovo nel laboratorio segreto delle guerriere Sailor della Via Lattea. Mi guardo le mani e mi tasto il volto e non sento quel leggero dolore che viene dopo essersi scontrate contro qualcosa. Wow, ingegnoso.
«Perdonami se ti ho dato una spinta», Usagi appare di sorpresa «ma è un metodo alternativo per accedere nel nostro laboratorio.»
«La prossima volta, avverti!» esclamo. Non appena alzo lo sguardo, vedo Lisa, Vicky e Gwen riunite davanti ad un grande monitor. Deve essere una specie di computer interspaziale, come quello di una navicella spaziale ad alta tecnologia parcheggiata su Rotharie - la si utilizza solo per viaggiare verso altri pianeti, galassie o, un tempo, per la guerra.

Ora che ne rivedo uno, mi fa uno strano effetto; sembra tutto così strano.

«Lo scettro che ha usato Death Eye per imprigionare le due gemme apparteneva ad una guerriera Andromeda caduta in guerra più di diecimila anni fa» spiega Luna «non sappiamo il suo aspetto, ma quello che abbiamo scoperto è che è imparentata con la regina di Rotharie e il re di Hesmeraldia, il satellite di Mechanitron ora distrutto.»
«Secondo le nostre ricerche, il nome della guerriera è Sailor Pi, la quarta Sailor Algebric rinata in Giappone con le sembianze di una giovane adulta in carriera» aggiunge Artemis «ma non ne siamo certi.»
«Non siete riusciti a scoprire il suo nome?» chiede Lisa e i due gatti ambasciatori scuotono il capo con rammarico.
«Abbiamo solo scoperto che lo Scettro Cartesiano è caduto tra le mani di una principessa oscura» aggiunge Usagi «purtroppo non si sa la ragione, ma l'unico modo per scoprirlo è andare verso il centro della Terra e indagare.»
«Come pensate di raggiungere il nucleo del pianeta? Da qui, saranno più di mille e mila chilometri. È impossibile!» reclama Lisa un po' diffidente.
«Sbaglio o voi gemme potete teletrasportarvi?» sorride maliziosa Luna fissando le tre gemme sacre. Tutte deglutiscono.
«È facile a dirsi che a farsi...» borbotta Gwen.
«Noi però non possiamo venire con voi, ragazze» aggiunge Vicky «anche se siamo gemme sacre, il nostro compito è anche proteggere gli abitanti di questo pianeta»
«Elvira, affideremo a te questa missione» sorride «so che possiamo contare su di te.»
Arrossisco. Il sorriso di Vicky è davvero bellissimo, oltre che incredibilmente contagioso.
«Grazie per la fiducia, Victoria» rispondo con un inchino «non ti deluderò.»
«Fai del tuo meglio» si avvicina a me e allunga la mano per accarezzarmi appena il viso, poi mi stringe in un forte abbraccio. Questo gesto mi trasmette sicurezza, per un demone dovrebbe essere disgustoso ma nel caso di Vicky è ben diverso. Lei era una di noi.
L'abbraccio si scioglie e subito dopo io, Jackie ed Ami ci mettiamo in cerchio chiudendo gli occhi lentamente. Mi batte forte il cuore, l'ansia mi percorre le vene.
«Non aprite gli occhi per nessun motivo o potreste venire catapultate in qualche altra zona» raccomanda Vicky.
«O dall'altra parte dell'universo, in qualche casetta misteriosa o nelle fauci di un lupo» ghigna Gwen maliziosa.
«Quanto sei stronza!» ribatto. Intanto, le ragazze si sono già messe in cerchio, esattamente come qualche mese prima sulla torre di Tokyo. Ci stringiamo le mani e chiudiamo gli occhi, poi pronuncio la formula magica. Una sensazione di vuoto mi circonda, mi sto teletrasportando verso il centro della Terra! Ora sento caldo, è come se fossi dentro un vulcano in eruzione. Qualcosa mi dice che siamo vicini al nucleo del pianeta Terra ma, non appena sento i miei piedi appoggiarsi al suolo, apro gli occhi e sento che quella sensazione di calore che c'era prima è svanita.
Mi guardo intorno e la mia attenzione cade su una sfera gigante di fuoco blu. Quello è il nucleo della Terra? Non me lo ricordavo così.
Nei libri di scienze è descritto come "una palla di fuoco dalle dimensioni di milleduecento palloni da calcio, che raggiunge più di mille gradi e al suo interno nasconde il magma che esce dai vulcani."
Non ha l'aspetto di una vera e propria palla infuocata e non è neanche tanto calda. Faccio apparire i miei occhiali a raggi X e analizzo la sfera; la temperatura raggiunge a malapena i duecento gradi Celsius. Qualcosa mi dice che qualcuno ha messo sottosopra il ciclo vitale del pianeta, ma chi potrebbe essere stato?
Mi giro verso Jackie e faccio finta di niente, cammino al suo fianco alla ricerca del cibo segreto di Princess Madness. Sono sicura che è stata lei a scombinare l'equilibrio del pianeta.






Lisa's POV




«Spero se la cavino bene» dice Luna «noi controlleremo il radar ogni giorno e se qualcosa dovesse andare storto, vi avvertiremo.»
«O se hanno avvistato Madness» aggiungo «... gliela farò pagare per quello che ha fatto alla Terra!»
«Ora che le sue servitrici sono fuori combattimento sarà facile sconfiggerla, non è così?» chiede Usagi.
«Nient'affatto» risponde Gwen «Madness ha ancora un talismano tra le sue mani: lo scettro del Pi Greco»
«Secondo le pergamene del Tempio Galattico, quel talismano è in grado di squilibrare l'andamento di un pianeta, dalla rotazione al suo diametro, potrebbe perfino inclinare di più l'asse del meridiano di Greenwich cambiando il clima di ogni continente. Quell'aggeggio è troppo pericoloso!»
«Allora perché non andate anche voi a cercare Madness e la sconfiggete una volta per tutte?»
«Non possiamo» interviene Vicky «come già ho detto, noi angeli abbiamo il compito di proteggere anche gli abitanti della Terra, perché è qui che siamo rinate e non permetteremo che inizi un'altra guerra intergalattica. Siamo cadute in battaglia già una volta, ma questa volta sarà tutto diverso!»
«Allora, vi darò una mano.»
«Stanne fuori!» esclama poi fredda facendola sobbalzare dalla paura. «Questo non è un compito per le guerriere Sailor della Via Lattea, voi siete troppo deboli per sconfiggere un nemico come Madness e dobbiamo essere noi Sailor Andromeda ad eliminarla e riportare il pianeta al suo stato originale.»
"Non so perché, ma ho una strana sensazione di déjà-vù" dico tra me e me.
«Vi prego, ragazze, vogliamo combattere al vostro fianco! Infondo, siete le nostre nemesi» insiste. Usagi è sul punto di piangere, ma Vicky mostra un'espressione ancora più gelida di prima.
«Nemesi o no, state alla larga da noi! Soprattutto voi del Sistema Solare esterno! Ne ho piene le scatole di sentirmi dire che sono il lato oscuro di una vostra guardiana! Per una volta, vorrei essere ignara di ciò che mi circonda.»
«Vicky, aspetta!»
Si è già allontanata. Mi rendo conto che la missione che dovremo affrontare non sarà per niente facile, e che avremo sicuramente bisogno di aiuto, ma detesto dare ragione a Vicky: è un nostro compito. Mi piange il cuore, ma non ho altra scelta che seguire la squadra. Non so perché, ma ho la sensazione che Vicky sarà proprio la prima a vedere la tenebrosa luce che segnerà l'inizio della Seconda Guerra Cosmica.








   
 
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