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Autore: Miriallia    25/02/2020    2 recensioni
Durante una giornata come tante, i Giovani Detective, intenti a giocare a nascondino, trovano uno strano gatto nero appeso a un albero. Da questo avvenimento in poi cominceranno una serie di fatti strani che porteranno quasi a una tragedia. Una giostra di sentimenti e circostanze che condurrà tante coppie - e non - a dover dimostrare quanto valgono il loro amore e il loro coraggio. Inoltre, non mancherà anche il mistero, insieme a un colpevole: stiamo pur sempre parlando di Detective Conan!
Verranno coinvolti tantissimi personaggi della serie, con l'aggiunta di alcuni puramente inventati. Per quanto riguarda la storia, non credo che ci possano essere degli spoiler. Ma se non conoscete Amuro Toru nella sua totalità, vi consiglio di non leggere!
Spero che la storia possa piacervi, ci metterò l'anima a scriverla! Grazie a tutti coloro che la leggeranno!
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Detective Boys, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Quasi tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Era ormai mattina inoltrata. 
 
Tutti i telegiornali locali e alcuni più importanti sul territorio giapponese riportarono la notizia del ballo in maschera e della conseguente tragedia che era avvenuta alla villa di Itou Mitsunari. Per fortuna, gli invitati riuscirono a sopravvivere tutti, anche se una porzione abbastanza importante aveva finito con l'essere rimasta ferita. Il padrone di casa stesso era stato operato in seguito a un tentativo di omicidio da parte di un suo fidato amico e collaboratore, Tsukimi Ryu. Quest'ultimo, infatti, si costituì e, dopo un lungo interrogatorio, venne rinchiuso in carcere, in vista di un processo che stabilisse a quanto sarebbe ammontata la sua pena definitiva. Il colpevole di tutto il resto, invece, Tsukimi Akihiro, fu l'unico a non essere sopravvissuto all'accaduto. La scientifica si mise a lavoro per cercare di individuare la posizione del corpo, ma probabilmente, dopo ricerche estenuanti, avrebbero forse trovato solo le ossa e la dentatura. In compenso, la sua casa venne trovata ridotta a un braciere. Cosa significava?
 
In ospedale, Heiji era seduto al capezzale di Kazuha che non aveva ancora riaperto gli occhi. 
 
Heiji: «…» la guardò in viso. (E dai… Kazuha, che stai facendo?! Tsk… Ma era davvero così tanto necessario addormentarla in questo modo? Capisco che sarebbe stata la prima a parlare e a far saltare il piano, però…) giocò freneticamente con le mani, cercando di lottare contro se stesso. (Gliela stringo… o no? Forse… è meglio di no… però… potrebbe sentire la mia vicinanza…) scosse la testa, poi cominciò a battergli fortissimo il cuore. (Aspetta!! Aspetta… Io e Kazuha ci siamo dichiarati al telefono… adesso… come farò a parlarle decentemente?!) scosse la testa più velocemente, diventando totalmente rosso. (Vabbé… che c'è di male? Magari pensa che siamo già una coppia, oppure…) 
 
*Inizio pensiero di Heiji*
 
Heiji: «Kazuha…» le strinse le mani e la guardò dolcemente, ma deciso. 
 
Kazuha: «Heiji…» lo guardò dritto negli occhi. 
 
Heiji: «Quando ci siamo dichiarati al telefono, ieri notte… ho pensato che non ci saremmo mai più rivisti.» disse pieno di sé, con le bolle in stile shoujo che gli facevano da contorno. 
 
Kazuha: «Anche io ho creduto di---»
 
Heiji le poggiò un dito sulle labbra, facendole capire di non continuare il discorso perché doveva parlare lui. 
 
Heiji: «Quindi… ciò che ti ho detto… corrisponde alla verità.» appoggiò le mani della ragazza sul suo petto, facendo uno sguardo da bishounen. «Io ti amo, Kazuha. Con tutto me stesso. Lo senti... questo muscolo che batte? Batte solo d'amore per te!»
 
Kazuha: «Oh… Heiji!» arrossì visibilmente e le vennero le lacrime agli occhi. «Quanto sei figo!! Questa è la dichiarazione più dolce e determinata che potessi aspettarmi da te… No, ma che dico?! La migliore al mondo!» non riuscì a staccare lo sguardo dal suo. «Anche io ti amo tanto!! Heiji, ti amo!»
 
*Fine sogno di Heiji*
 
Heiji: «Eh sì, deve essere proprio così!» accennò una risata. 
 
Kazuha: «Cosa deve essere così, Heiji?» volse lo sguardo su di lui, leggermente confusa. 
 
Heiji: «Ah… eh… cosa? Cosa deve ess--- coooosa?! Kazuha!!» si sollevò di scatto, appoggiando entrambe le mani sul lettino. «Come ti senti?! Vado subito ad avvisare un medico che hai ripreso conoscenza!!»
 
Kazuha: «Dovevano… scoppiare delle bombe… Tu… pensavo che saresti morto…» le vennero le lacrime agli occhi. 
 
Heiji: «Ah, ssssiiiiiì… in realtà, ci hanno salvati i pompieri! Sono stati davvero coraggiosi!!» cercò di deviare il discorso. 
 
Kazuha: «Meno male… e gli altri? Come stanno?» cercò di fare mente locale. 
 
Heiji: «Chi meglio, chi peggio… ma sono tutti vivi e vegeti, ed è questo che conta!» annuì felice. 
 
Kazuha: «Non ricordo quasi nulla di ciò che è successo… però…» gli strinse un lembo della manica della giacca. «C'è una cosa che ricordo nitidamente…» arrossì leggermente, nonostante la confusione. 
 
Heiji: «Ma certo… certo! Anche io ricordo benissimo tutte cose! Ahahah!» rise per il nervosismo. 
 
Kazuha: «Allora… quando stavi parlando da solo, prima… Riguardava questo…?»  strinse la stoffa più forte. 
 
Heiji: «Ah… No!» cercò di giustificarsi. 
 
Kazuha: «Ma ti vedo strano… La cosa ti imbarazza così tanto?» distolse lo sguardo. «Cosa deve essere proprio così, Heiji?»
 
Il ragazzo si bloccò come una statua di marmo. Nella sua mente il discorso filava davvero liscio, ma nella realtà… sembrava totalmente il contrario. 
 
Kazuha: «Allora, Heiji?» non riuscì più a guardarlo. 
 
Heiji: «Eh… Era… Era…» si guardò intorno, come a cercare una risposta sul soffitto o sulle pareti. «Giusto!! Eh sì, deve essere proprio così!! A-ha! Cosa può essere, se non la mia deduzione perfetta?» si spostò e si appoggiò le mani sui fianchi. «Ho capito tutto sul caso e l'ho praticamente risolto, che idee ti sei fatta??»
 
Kazuha: «Eeeh?! C-Che idee avrei dovuto farmi?! Non ho mica pensato niente!! Davvero niente di particolare!!» si nascose il viso sotto le coperte. «Va' a chiamare il dottore che dicevi, stupido!»
 
Heiji: «Ma certo, come ho detto prima! Allora a dopo!» la salutò sollevando la mano destra. 
 
Kazuha: «Non tornare mai più!!» gli tirò addosso il cuscino che aveva sotto la sua testa, ma Heiji era già prontamente fuggito. (Come puoi aver dimenticato di avermi detto che mi ami?!) restò a riflettere, assumendo uno sguardo sconcertato. (Che l'abbia… solo sognato…?)
 
Mentre Kazuha restava perplessa riguardo ciò che era successo qualche ora prima e faceva diverse supposizioni in merito, Heiji andò a chiamare davvero un dottore, così che la potesse visitare e accertarsi che stesse bene. Giustamente, però, lui non se la sentì di entrare nuovamente nella stanza. Anche se nella sua mente era un figo da urlo, nella realtà se la faceva sotto per aver dichiarato il suo amore alla ragazza. 
 
Heiji: (Non doveva accadere così… non in un luogo come quello, dove, per giunta, eravamo separati e… parlavamo al telefono!! Ma stiamo scherzando??) scosse la testa. 
 
Mentre si trovava a camminare lungo il corridoio, sentì delle voci a lui familiari provenire da una stanza. Si avvicinò a origliare per capire meglio chi fossero e cosa stessero dicendo.
 
Itou: «Grazie per essere venuti a trovarmi. Volevo parlare proprio con voi, ragazze.» disse un po' debolmente, steso sul letto. 
 
Ran: «Era una nostra priorità, non deve ringraziarci!» esclamò felice di vedere l'uomo sorridere. 
 
Aoko: «A dire il vero, comunque… eravamo abbastanza preoccupate per lei… speravamo tanto che potesse star bene nonostante lo sparo!» disse dispiaciuta.
 
Shinichi: «Ah, io le ho accompagnate, spero di non disturbare!» lo guardò con una goccia di sudore sul viso. (Certo non gli posso dire che voglio la verità su tutto ciò che è accaduto… l'ultimo tassello…) 
 
Itou: «Siete state davvero gentili. Mi auguro che anche l'altra ragazza che era insieme a voi stia bene… e anche Aoi e quel ragazzo che era con lei. Avete notizie?» volse lo sguardo su Shinichi. «Se sei un loro amico, puoi restare. Non ci sono problemi.»
 
Shinichi: «Grazie!» si inchinò per esprimere riconoscenza. 
 
Itou ricambiò il gesto annuendo con uno sguardo gentile.
 
Ran: «La nostra amica, Kazuha-chan… Non si è ancora svegliata, ma lo farà presto! O almeno, così dicono i dottori…» ammise rattristandosi un po'. «Aoi-chan, invece, sta bene!! E anche Sera-chan!»
 
Shinichi: (Se ci fosse Hattori, direbbe che è fatta della tua stessa pasta, e che quindi, si riprenderà molto facilmente!) rise dentro di sé. «I medici sono molto positivi, si riprenderà presto.»
 
Heiji: (Eh sì, tanto è fatta della stessa pasta di Ran-san, figuriamoci se poteva stare così male!!) pensò tra sé e sé fuori dalla porta. 
 
Itou: «Sono felice di sapere che almeno in due stanno bene, ma per la vostra amica mi dispiace… soprattutto perché è accaduto nella mia dimora.» distolse lo sguardo. «Tuttavia, ci tenevo a ringraziarvi davvero. Vi prego, cercate di pensare a questo mio ringraziamento come all'essere riuscite a salvare la vita di qualcuno. Perché è ciò che si è avverato grazie a voi.» prese un profondo respiro. «A volte, non si riesce a capire da soli tutto il bene che si fa agli altri. Siamo soliti rispondere che non è niente, o che l'avrebbe fatto chiunque. Però non è così. Non sono tutti disposti a dare la propria vita in cambio di quella di uno sconosciuto. O a dare dei buoni consigli a qualcuno di cui, in generale, non dovrebbero importarsene affatto. Voi avete fatto un miracolo. No! Che dico? Ne avete fatti almeno due.»
 
Aoko: «Almeno… Due…?» si scambiò uno sguardo sorpreso con Ran.
 
Itou: «Due, sì.» sorrise gentilmente. «La prima cosa è quella che vi ho detto poc'anzi. Mentre l'altra è relativa all'avermi restituito la voglia di vivere che avevo perso. Io me lo sentivo che Tsukimi avrebbe fatto qualcosa contro di me, ma non mi aspettavo arrivasse a così tanto. E non mi aspettavo nemmeno che agissero entrambi gli Tsukimi.» sorrise amaramente. «Ma con il mio maggiordomo avevo un conto in sospeso dal passato. In realtà, avrei voluto scusarmi con lui, gli avrei davvero voluto parlare. Tuttavia, mi hanno comunicato che purtroppo si è fatto esplodere con le bombe che aveva creato lui stesso. È stato scorretto… ha perfino abbandonato sua figlia così piccola.»
 
Shinichi: «Evidentemente, è arrivato a sentirsi come lei. Aveva perso ogni voglia di vivere e non gli importava nemmeno di abbandonare la figlia che, in ogni caso, avrebbe vissuto felicemente lo stesso. Lo sapeva quanto ci teneva a quel suo amichetto, Shadir. Quindi ha semplicemente pensato che non sarebbe mai rimasta sola e che avrebbe avuto qualcuno al suo fianco, a cui, magari, poteva appoggiarsi anche di più che al suo stesso padre. Inoltre, chissà quanto si è sentito marcio per non avere rimpianti su tutto ciò che ha fatto e causato. Per colpa sua, sarebbe potuto morire un numero di persone inenarrabile. Eppure, ironia della sorte, è stato l'unico a lasciare questo mondo.» acuì lo sguardo. 
 
Heiji: (Cavolo… su alcune cose ci ha anche preso… Questa cosa mi fa altamente incazzare…) continuò a spiare. 
 
Itou: «Non lo so. Non so cosa gli sia passato per la testa, ma… Adesso anche io non potrò mai riposare in pace. Sicuramente, col trascorrere del tempo, potrò mandare giù, in parte, questo boccone amaro. Però non mi potrò mai scusare con lui e questo mi duole.» chiuse gli occhi. 
 
Shinichi: «Mi scusi se le sembro invadente, ma potrei capirne il motivo?» chiese casualmente, ma in realtà, davvero interessato a saperlo. 
 
Ran: (Shinichi!!) sbottò nella sua mente, ma sapeva già che avrebbe dovuto aspettarselo. 
 
Aoko: «Certo che sei davvero un maleducato!! Non vedi in che condizioni è?!» disse senza farsi problemi. 
 
Shinichi: «Ho chiesto, in caso, può anche dirmi di no.» ribatté assumendo uno sguardo bieco. 
 
Aoko: «Certo, ma non potevi aspettare che si riprendesse, almeno?» sbuffò. 
 
Shinichi: (Che me puoi sapere tu? Ho pur sempre le ore contate!!) imprecò nella sua mente. 
 
Itou: «Non ti preoccupare, va bene così.» sollevò una mano. «Va davvero bene. In fondo… È qualcosa di relativo a una storia che avevo già cominciato a narrarvi, quindi posso concludere quel discorso.»
 
Aoko: «Beh, in questo caso… Anche Aoko è interessata ad ascoltare!» si sedette vicino a lui. 
 
Ran annuì ma restò in piedi, mentre Shinichi si appoggiò al muro, soddisfatto. 
 
Itou: «Vi ho raccontato che io e mia moglie ci siamo conosciuti grazie a un gatto nero, giusto?» si sollevò lentamente. 
 
Ran: «Sì, ce l'aveva detto durante la serata di ieri.» lo aiutò a sedersi appoggiando la schiena sul cuscino, affinché non sentisse dolore. 
 
Aoko: «Aoko ricorda di aver sentito dire che era a causa del gatto di peluche se c'era stato l'incidente della sua famiglia…» mentre Ran sosteneva Itou, si occupò del cuscino. 
 
Itou: «Vi ringrazio.» accennò un sorriso e poi si mise più a suo agio.
 
Ran: «Si figuri!!» scosse la testa. 
 
Aoko: «Ci mancherebbe!!» tornò a sedersi. 
 
Shinichi: «Stava dicendo?» disse poco interessato a tutto il resto. 
 
Aoko e Ran gli lanciarono un'occhiata malefica, ma non se ne interessò minimamente. 
 
Itou rise per un istante, ma nel sentire che la ferita gli faceva male, cercò di calmarsi. 
 
Itou: «Non ti preoccupare, non lo dimentico mica.» lo guardò dritto negli occhi. «Molti anni fa feci un viaggio in India e fu lì che conobbi mia moglie. Era una donna bellissima, ne restai ammaliato.»
 
Shinichi: «Come mai fece quel viaggio?» cercò di addentrarsi in maggiori dettagli. 
 
Itou: «Ai tempi ero interessato a costruire un'azienda per i fatti miei e avevo sentito che alcuni tessuti di quel paese erano tra i migliori al mondo. Non persi l'occasione, ero troppo focalizzato nel mio intento.» rispose tranquillamente.
 
Shinichi: «Quindi abitava ancora in Giappone, giusto?» continuò a chiedere come se stesse facendo un vero e proprio interrogatorio. 
 
Itou: «Sì. Ma quando conobbi mia moglie, cambiò tutto… Durante questo viaggio, stavo passeggiando tranquillamente, quando vidi un gatto nero correre verso di me. Mi sembrò pazzesco, perché giusto il giorno prima finii di leggere The Black Cat… Quindi feci per inseguirlo, ma mi accorsi che, nel farlo, venni superato da qualcun altro che era già sulle sue tracce. Si trattava proprio della persona che successivamente sarebbe diventata mia moglie. Quella volta, me ne innamorai all'istante e decisi di rivolgerle subito la parola, una volta raggiunto il gatto. Quando si presentò e mi disse che il suo nome era Virginia… per me fu come una rivelazione del destino.»
 
Shinichi: «Perché ai tempi era già fan di Edgar Allan Poe? Se non ricordo male, anche sua moglie di chiamava così… morta prematuramente, tra l'altro.» assunse una posa riflessiva. 
 
Itou: «Sì, è per questo.» congiunse le mani. «Mi disse che era americana e che si trovava lì in viaggio con la sua famiglia… e col suo gatto. Si chiamava Sammy, era ancora molto piccolo, ma giocherellone. Le raccontai che mi aveva incuriosito perché mi piaceva Poe e lei si illuminò. Non dimenticherò mai quel sorriso… Mi disse che anche lei era appassionata di questo scrittore e di letteratura in generale, quindi ci scambiammo i numeri di telefono per restare in contatto.»
 
Shinichi: «Ma abitavate in continenti diversi, no? Capisco la felicità di incontrare qualcuno con lo stesso interesse, ma addirittura continuare a sentirsi… non avrete avuto amici o qualcosa di simile con cui parlarne in ogni caso?» chiese diffidente. 
 
Itou: «No.» scosse la testa. «Io non sono mai stato un uomo di molte parole… E gli appassionati di letteratura straniera non sono così facili da trovare, se non se ne ha il tempo. Lei aveva delle amiche, ma a nessuna piaceva Poe in particolare. Te l'ho detto, ragazzo… Fu il destino a farci incontrare.»
 
Shinichi: «Sì… ma a quanto ho capito, anche a farvi separare.» aggiunse con tono secco. 
 
Ran: «Ma insomma…!!!» lo fulminò con lo sguardo. 
 
Aoko: «L'ha detto Aoko che è solo un maleducato…» lo guardò di sottecchi. 
 
Itou: «Hai centrato il punto, ragazzo.» sollevò lo sguardo sul soffitto. «Era davvero una donna gentile e interessante. Dopo qualche anno, riuscii a trasferirmi in America e a fare fortuna lì. Ci frequentammo e dopo pochissimo tempo, arrivò il nostro matrimonio.» chiuse gli occhi. 
 
Shinichi acuì lo sguardo. 
 
Itou: «Era davvero gentile e interessante, ma allo stesso tempo, si rivelò frivola e senza cuore.»
 
Aoko e Ran lo guardarono deglutendo. 
 
Itou: «Non riuscivo a trascorrere molto tempo a casa per via del lavoro e questo fu il primo passo che fece vacillare la nostra relazione. Lei mi disse che si sentì abbandonata e che non poté farne a meno.» scosse la testa. «Si sentiva così tanto sola che l'unico rimedio che trovò, fu quello di tradirmi con il nostro maggiordomo.»
 
Aoko: (Aaaah!!! Ecco il perché di quella parola… allora era davvero così…) restò inizialmente perplessa nel riflettere e poi abbassò lo sguardo. 
 
Ran: «Aspetti… era lo stesso maggiordomo che---»
 
Itou: «Tsukimi Akihiro, sì, si trattava sempre di lui.»
 
Shinichi: «Oh, questa è bella!» si mise a braccia conserte. «Come mai ha consentito a una persona del genere di continuare a lavorare per lei, nonostante tutto?» fece un largo sorriso. (Dai, ho solo bisogno della conferma…) 
 
Itou: «Quello accadde perché…» sospirò. «Virginia rimase incinta di quell'uomo. In un primo momento, la perdonai perché lei mi disse subito cosa fosse accaduto e che se n'era pentita… mi pregò in ginocchio, mortificata… non riuscii a negarle il mio perdono. In seguito, cominciai a lavorare a casa al fine di trascorrere più tempo con lei e continuammo il nostro matrimonio, fino a quella notizia…» riguardò Shinichi negli occhi. «Fecimo degli esami più approfonditi per essere certi che il padre non fossi io. Ma non ci furono dubbi… soprattutto alla nascita. Quella bambina somigliava a Virginia, ma aveva un colore di capelli molto simile a quello del padre. Decidemmo di tenere la verità nascosta a Tsukimi, ma, nonostante la promessa che mi fece, mia moglie non riuscì a mantenere la parola e disse tutto al diretto interessato… rovinando le nostre vite per sempre.»
 
Shinichi: «Capisco. Quindi il maggiordomo covava rancore nei suoi confronti?»
 
Itou: «No. Decidemmo tutti e tre insieme di dire la verità a Melanie e parlammo con lei. Nel frattempo nacque anche Raven… A lei non dicemmo mai nulla, anche se in realtà, essendo una bambina molto perspicace, credo che lo avesse capito da sé.»
 
Aoko: «Scusi… ma come fa a essere certo che Melanie non l'abbia detto alla sorellina, tenendo il segreto nei confronti di tutti gli altri? Se Aoko avesse una sorella lo farebbe sicuramente!» esclamò interdetta. 
 
Itou: «Già… Sarà che avevo molta paura che me ne parlasse, e, contando che non l'avesse mai fatto, ho preferito pensare che avessi ragione.» annuì. «Questo non lo sapremo mai… Tuttavia, la verità è che successivamente Tsukimi si fece una nuova famiglia insieme a sua moglie, dalla quale ebbe un'altra bambina, ovvero, Aoi.»
 
Ran: «Loro… vivevano insieme a voi?» chiese rattristata dalla storia. 
 
Itou: «No. Ma avevano delle stanze nella nostra dimora, un po' com'era nella villa di questa città. Io ho sempre cercato di far sentire la servitù a suo agio, volevo che fossimo una grande famiglia.»
 
Shinichi: «Come mai?» chiese incuriosito.
 
Itou: «Perché un'atmosfera del genere era ciò che avrei preferito per le mie bambine. Non volevo che crescessero con dei pregiudizi nei confronti degli altri.»
 
Shinichi: «Tuttavia, erano stati loro stessi a scegliere il loro lavoro, no?»
 
Itou: «Sì. Però io la pensavo in quel modo, ragazzo. E lo penso tutt'oggi.» aggiunse con un sorriso. 
 
Shinichi: «Capisco.» fece spallucce. «Ma quindi, poi com'è stato possibile che si arrivasse a questo, se è certo che Tsukimi Akihiro-san non provasse rancore nei suoi confronti?»
 
Itou: «È semplice.» lo guardò con uno sguardo cristallino. 
 
In quel momento, Shinichi capì tutto prima che l'uomo potesse finire di parlare e spalancò la bocca per lo stupore. 
 
Itou: «Il motivo è che ero io a nutrire del rancore verso di lui. In realtà, non riuscii a perdonarlo. Era come se, nonostante lui avesse un'altra famiglia e, nonostante tutto andasse bene con mia moglie, la paura che mi potesse tradire di nuovo mi attanagliasse.» strinse le mani congiunte. «È così. Non riuscivo a stare tranquillo in alcun modo. La paura mi assaliva ogni volta che mia moglie usciva o non ci vedevamo per qualche ora. Lo sapevo che non mi tradiva, ma odiavo me stesso per dubitare di lei. E ancora di più, odiavo la persona che mi aveva portato a diventare uno psicopatico.»
 
Aoko e Ran restarono paralizzate dalle parole dell'uomo.
 
Aoko: (Chiaramente… quella parola… non era stata scritta per caso… ma non voleva che qualcuno la capisse con molta facilità…) strinse parte del lembo della gonna che indossava. 
 
Ran strinse i pugni per il nervosismo. 
 
Itou: «Persi totalmente la ragione e finii col provocare un incidente. Si trattava dell'incidente in cui morì Jasmine, la madre di Aoi.»
 
Ran: «Cosa?!» sbottò per lo stupore e la rabbia. 
 
Aoko: «Lei… Non sta dicendo che quell'incidente venne macchinato da lei, giusto?!» si alzò di scatto. 
 
Sentì la caviglia farle male, ma restò a guardare con sguardo fermo l'uomo davanti a lei. 
 
Itou: «Sì. Sono stato io. È stata tutta colpa mia.» rivolse lo sguardo su di lei. «Mi duole ammetterlo. Fa male anche a me. Ma ai tempi non ragionavo per niente. Pagai un uomo affinché facesse tutto lui e io ne uscissi pulito perché sarebbe sembrato solo un incidente.»
 
Aoko: «Questo non la giustifica affatto!!! Lei…» due calde lacrime le rigarono il viso. «Ha lasciato una bambina senza la sua mamma… un marito senza una moglie… sigh… ha distrutto una famiglia intera…»
 
Ran si avvicinò a lei e la sostenne, abbracciandola.
 
Ran: «Ma non si vergogna?! Come ha potuto vivere fino a questo giorno con questo senso di colpa?!» cominciò a piangere anche lei. 
 
Itou: «Non lo so nemmeno io… So solo che non ero davvero più in me.» ammise palesemente addolorato. 
 
Shinichi: «In pratica, ci sta dicendo che è diventato un assassino e non ha nemmeno pagato per il suo crimine… se non ieri.» lo guardò dall'alto in basso. «Un comportamento deplorevole… peggiore di quello della persona che le ha fatto del male. Non è ricambiando con la stessa moneta che ci si sente meglio, però. Mi sbaglio?»
 
Itou: «No, infatti.» scosse la testa. «Immagino che l'abbia scoperto in qualche modo. Era per questo che avrei voluto parlargli prima di morire… e il motivo per cui avrei accettato il mio destino di morte. Stavo scappando dal mio problema… ma poi mi avete detto quelle parole e ci ho davvero riflettuto. Ho lottato e sono sopravvissuto. Quindi adesso pagherò per ciò che ho fatto.»
 
Shinichi: «Aspetti, manca qualcosa.» assunse una posa più rilassata. «Cosa c'entrava quel peluche in tutta questa storia?» lo guardò con astio. 
 
Itou: «Il gatto di peluche… Ecco… Per cercare di ritrovare la pace insieme alla mia famiglia, in uno dei periodi successivi alla morte di Jasmine… Decisi di fare un viaggio insieme alla mia famiglia e andammo in India, dove c'eravamo conosciuti io e Virginia. Era l'ultimo giorno di viaggio e stavamo per tornare a casa, ma in aeroporto, Raven mi supplicò di comprarle un regalo, che era esattamente simile a quel peluche che avete visto anche voi…» si massaggiò le tempie. «Era follemente innamorata di Sammy, che vedeva abitualmente ogni volta che andavamo a trovare i suoi nonni materni. Quel peluche sembrava vero… era cucito nei minimi particolari, faceva quasi impressione. Raven aveva dei gusti strani, ma pensavo avesse preso da me… e decisi di comprarlo.»
 
Shinichi lo guardò perché continuava a non spiegarsi cosa potesse significare. 
 
Itou: «Fin qui niente di insolito… ma quella volta che ebbi l'incidente con la mia famiglia… fu perché vidi quel gatto per strada…!» guardò i presenti, alzando un po' il tono della voce che diventava affannoso. «Di primo acchito pensai che si trattasse di un gatto vero! Solo dopo aver fatto la manovra mi accorsi che era quel peluche… mi sembrava… No… era… era lui…» abbassò sguardo. «Ne sono certo… eppure, non trovarono niente… né un segno per strada, né nulla… Mi dissero che l'avevo sicuramente sognato… o che magari era un gatto vero e che era riuscito a fuggire in tempo… io ne sono convinto… che fosse quello. Vederlo in mano a Kaito Kid è stato un trauma per me… eppure, non ho nemmeno le prove di tutto ciò che vi sto raccontando.» si mise la testa tra le mani. «Ciò che è certo… è che da quel giorno non lo vidi mai più. È per questo che credo in ciò che vi ho detto… anche se non c'è niente di tangibile…»
 
Shinichi: «Non ho bisogno di prove. Io le credo. Ma piuttosto… spero che il cuore puro delle ragazze che le hanno parlato e di quella bambina che adesso è rimasta orfana anche del padre la faranno ragionare davvero.» gli puntò un dito contro. «Esiste solo una verità in questo mondo. Una sola!»
 
Itou si voltò a guardarlo col volto ricolmo di lacrime. 
 
Shinichi: «Dica la verità alla polizia e paghi per tutto ciò che ha fatto di sbagliato! Forse quello è l'unico modo in cui potrà sentirsi meglio… anche se, al suo posto, io non potrei più guardarmi in faccia.» gli diede le spalle. «Viva. E stavolta, lo faccia per essere fiero di se stesso. Viva a testa alta. Anche se non si può tornare indietro e non si possono cambiare gli avvenimenti…» si avvicinò sempre di più alla porta. «Ci sono un sacco di cose che può ancora fare.» sollevò la mano destra in segno di saluto e abbandonò la stanza, chiudendo la porta alle sue spalle. 
 
Itou: «…mi dispiace…»
 
Aoko: «Se… se le dispiace davvero…» si asciugò il naso. «Faccia come ha detto quel buzzurro che se n'è appena andato!» si portò le mani davanti al petto. «Glielo abbiamo già detto che la vita è un dono prezioso… ora sta davvero a lei decidere cosa farne… però… Non è più solo il peso di una decisione che dipenderà da quello che vorrà…. Ma il peso di tutte le vite che adesso non ci sono più. Aoko è convinta che finché c'è vita, c'è speranza… ma anche se non c'è più una vita, la speranza rimane. E in questo momento… non ci sono più tante persone, ma lei c'è ancora… E anche Aoi-chan…» abbassò lo sguardo per un istante e poi lo guardò nuovamente. «Dovrà lavorare duro, ma ce la può fare! E quando se la sentirà… dica tutta la verità a quella bambina… è giusto che sappia.»
 
Itou: «Io… credo che sia troppo piccola… Sarebbe uno shock per lei…»
 
Ran: «Per certe cose non conta l'età… e poi, Aoi-chan è una bimba molto sveglia… sicuramente capirà ciò che le sta dicendo… e ne farà tesoro per il futuro.» si asciugò una lacrima. «Anche lei dovrà trovare la sua ragione di vita… sigh… ma cominciarne una nuova sulla base di bugie… sob… sarebbe anche peggio… sigh…»
 
Itou: «…» spalancò gli occhi e scosse la testa. «Ho davvero… ancora troppe cose da imparare. Grazie, ragazze. Da oggi in poi… finché potrò e mi sarà concesso… farò del mio meglio e mi impegnerò a essere un uomo migliore… o meglio, un uomo.»
 
Aoko: «Migliore… sì. Ma uomo lo è già.» porse un fazzoletto a Ran. «Non dimentichi che errare è umano, ma perseverare è diabolico.»
 
Itou: «Sì… non lo dimenticherò.» guardò fuori dalla finestra. 
 
Ran: «Ci sono così tante cose che potrà fare una volta fuori di qui…»
 
Aoko: «Fuori dalla prigione, vorrai dire!» riprese Ran. 
 
Ran: «Giusto… ma anche da lì potrà fare tantissime cose! L'importante è crederci.» addolcì lo sguardo dopo essersi asciugata il naso. 
 
Itou: «Sì… avete totalmente ragione. E forse…» le guardò sorridendo. «Ho già in mente qualcosa.»
   
 
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