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Autore: Khailea    25/02/2020    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack 
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
 
Nel mentre i loro amici erano in punizione, gli altri si erano spostati nella mensa, prendendo possesso di alcuni dei tavoli. Volendo aspettare gli altri si erano messi a rilassarsi o a parlare del più e del meno, trovando ottima l’idea da parte della scuola di dar la disponibilità delle aule almeno fino alle diciannove.
Ovviamente i professori erano già andati a casa, ma la loro assenza non era mai stato un motivo per gli studenti di vandalizzare quei luoghi, anche perché molti erano chiusi a chiave, ed a prescindere ogni volta che succedeva, o era successo, qualcosa, i colpevoli venivano sempre individuati.
-Sapete, è la prima volta che resto a scuola più del dovuto.-
Disse Yume, sollevando lo sguardo dal proprio telefonino mentre chattava con alcuni ragazzi. Per farsi “pubblicità”, per così dire, aveva scritto il suo numero di telefono in vari bagni della città, così non le mancavano mai gli appuntamenti.
-Io di solito vengo qui spesso a studiare con dei miei amici.-
Rispose Annabelle sorridendo, mentre con un orecchio ascoltava la musica dalle sue cuffie.
-Appena arrivano gli altri parliamo dello studio vero?-
Chiese Astral  intromettendosi nella conversazione; non che non volesse chiacchierare, ma la preoccupazione di non passare era maggiore.
-Se hai fretta posso farti dare un’occhiata ai libri.-
Disse Vladimir appoggiandoli sulla tavola.
-Li hai già? Ma credevo che ci fossero stati mandati a casa.-
Hope era veramente sorpresa, ma era anche molto utile come cosa.
-Me li sono fatti spedire qui.-
Rispose il ragazzo con un mezzo sorriso, ed Alexander involontariamente assottigliò gli occhi dall’invidia; avrebbe dovuto pensarci.
Astral immediatamente, salendo sul banco con lo stomaco, ne prese uno, ma sfogliandone solo un paio di pagine abbassò il capo affranto.
-Non ci capisco niente…-
Sospirando Seraph gli prese il libro, appoggiandolo al lato.
-Non ci capisci niente perché sei preso dalla foga ed hai la testa incasinata. Se fai tutto di fretta ed in una sola volta non otterrai mai nulla.-
Nonostante Astral apprezzasse il tentativo di consolarlo, Lacie, dall’altra parte del tavolo, alzò gli occhi al cielo muovendo la coda irritata; Seraph doveva sempre fare la maestrina perfettina, a suo dire…
-Vado a prendere da bere nya.-
Disse poi la ragazza alzandosi.
-Vengo anche io.-
Hope non aveva notato lo faceva solo per stare lontano dalla bionda, ma aveva effettivamente sete e così aveva approfittato del fatto l’amica sarebbe andata, per avere una motivazione ad alzarsi.
-Ok nya, però facciamo il giro largo.-
Rispose Lacie alzando una mano mentre s’incamminava, mentre l’altra annuì. Per un po’ il resto del gruppo rimasto in mensa riprese ad usare il proprio cellulare, quando Johanna iniziò un’altra conversazione.
-Voi come pensate andranno gli esami?-
-E’ troppo presto per dirlo, però i prof non sembrano volerci mettere i bastoni tra le ruote.-
Rispose Khal cercando d’esser oggettivo.
-Sembrano, è questo il punto.-
Ribatté Grace scoraggiando involontariamente Johanna, ma Khal tentò di controbattere, solo per dar una bella impressione.
-Se falliamo noi falliscono loro, possono ferirci fisicamente e psicologicamente, ma è di loro interesse i nostri voti.-
-Questo…anche se vero è mortificante.-
Disse Milton pensando che però aveva sicuramente ragione.
-Voglio proprio vedere il professor Richardson avere a cuore anche solo un dettaglio altrui.-
Scherzò Zell ripensando a quelle poche volte in cui nelle ore di religione aveva provato a prestare ascolto.
-E’ senza cuore, ed io ne so qualcosa.-
Disse Jack  scherzando sul periodo in cui frequentava ancora la scuola sull’isola.
-Tu pur essendo senza cuore l’avevi comunque, lui avendolo invece no…-
Sottolineò Daimonas, non volendo però rivelare tutte le angherie subite da quell’uomo; infondo era solo uno dei tanti.
Annabelle inizialmente si rivelò perplessa per quella dichiarazione, ma dopo il periodo in cui la scuola era stata attaccata da dei bestioni mutanti aveva capito che al mondo c’erano molte cose strane; probabilmente Jack era tra queste.
Il suo colorito innaturale e tutte quelle cuciture, infondo, davano già quell’idea.
Forse aveva subito qualche mutazione che aveva modificato il suo cuore o qualcosa di simile?
Non voleva chiedere ancora però, per questione di rispetto.
Li aveva appena conosciuti, e preferiva diventar prima loro amica piuttosto che voler sapere ogni dettaglio delle loro vite. Infondo, anche se non le avesse sapute, l’importante era il modo in cui loro si comportavano con lei, e fino a quel momento stava andando bene.
-Il professor Richardson non mi piace, e nemmeno Rotsala.-
Intervenne Sammy trovando tutti d’accordo.
-A me invece piace il prof Zero!-
All’affermazione di Nadeshiko tutti si voltarono, aspettando una spiegazione, ma lei li guardò semplicemente con un sorriso sulle labbra.
-Cosa?-
-Sicura di non aver sbagliato nome?-
La prese in giro Ayame, credendo gli piacesse perché sotto sotto aveva un animo masochista.
-Ma no! Certo, è cattivo, ma mi ha creato un abito da maid!-
Rispose la ragazza allegra, ricordando quanto fosse bella la sensazione di indossare abiti simili.
-Ti ha anche impedito di parlare subito dopo…anche se non so bene come.-
Ribatté Grace, non così sorpresa fosse nelle sue simpatie solo per questo.
-Infatti non lo adoro, però se mi facesse altri vestiti lo apprezzerei.-
-Se conquistare il cuore di una donna fosse così facile, allora sarebbe tutto più facile.-
Ironizzò Ryujin grattandosi la guancia imbarazzato.
-Quando c’è la scintilla anche senza vestiti va tutto liscio come l’olio.-
Rispose Ayame pensando a Lighneers, con già i cuoricini agli occhi.
-E con un po’ di lubrificante è ancor più facile.-
Concluse la frase Yume, e le due ridacchiarono assieme.
-Ragazze…-
Sospirò Milton scuotendo il capo; infondo c’era sempre Milton lì…
Ryujin sorridendole scosse a sua volta la testa, per farle capire era inutile.
Erano semplicemente fatte così.
Nel frattempo che loro chiacchieravano Lacie ed Hope intanto avevano preso vari corridoi, spostandosi verso il secondo piano fino a raggiungere la macchinetta.
In realtà ce n’erano state anche prima, ma Lacie aveva continuato a procedere imperterrita.
-Come mai sei voluta venire proprio qui? E’ la tua macchinetta preferita?-
Scherzò Hope sorridendo.
-No nya, era la più lontana.-
Vedendo l’espressione confusa dell’altra la ragazza cercò subito di chiarire.
-Avevo voglia di passeggiare nyaha.-
Non voleva sempre parlare di Astral, e quindi aveva omesso il fatto la passeggiata era dovuta all’allontanarsi per più tempo da lui.
-Sei sempre così piena di energie Lacie.-
-Non è normale nya?-
Chiese la ragazza prendendo una bottiglietta di succo, non aveva voglia di qualche bibita gassata.
-E’ semplicemente bello. Magari certe volte non si ha voglia di far niente, o altre non si ha la forza, però non è mai il tuo caso.-
-Il fatto è che se sono in vostra compagnia non ho mai voglia di star ferma nya.-
-Ow, come sei dolce.-
Sorrise Hope digitando anche lei il proprio numero per prendere una bottiglia d’acqua, ma quando questa scese dalla macchinetta qualcuno la prese prima di lei.
-Ehi nya!-
A Lacie e Hope si erano avvicinate cinque ragazze, tutte quante molto belle e dai corpi formosi; tra loro però svettava una ragazza dai capelli marroni e ricci, con un marcato lucidalabbra alle labbra e del mascara alle ciglia.
Senza nemmeno dover parlare Hope aveva già intuito il perché della loro presenza, ma le guardava a testa alta.
-Quella sarebbe mia.-
Disse infatti senza sentirsi minimamente in soggezione; se erano lì per litigare non gliel’avrebbe data vinta.
-Strano, proprio ieri dicevo la stessa cosa di Alexander.-
Rispose la ragazza aprendo la bottiglia e bevendone un sorso. Lacie irritata da quel comportamento si affiancò all’amica con la coda tutta arruffata.
-Direi che hai una visione distorta della realtà.-
Forse era stato per la sua risposta, o forse perché non era intimorita, ma tutte la guardarono visibilmente irritate.
-Credi di essere furba con quegli occhioni dolci? Sei solo il suo ultimo passatempo.-
Anche se non lo dimostrava quelle parole ferirono Hope, ma sapeva che non era così.
-Non mi importa di quello che pensi.-
Disse infatti senza abbassare lo sguardo. Lacie la rispettava molto per questo, ma in ogni caso se avessero alzato le mani sarebbe stata lì per coprirla; tuttavia tutto ciò che fece la sconosciuta fu sorridere.
-Ne riparleremo.-
E così dicendo la ragazza si allontanò, mentre le altre si raggrupparono attorno a lei.
-Stronze, nya.-
Disse Lacie facendo loro la linguaccia.
-Lasciale perdere.-
-Perché? Vogliono prenderti il ragazzo nya! Sono cattive nya!-
-Lo so, però non ci riusciranno. Quando due persone hanno un buon legame tra di loro non importa chi arriverà, loro si sceglieranno sempre a vicenda. Mi fido di Alexander.-
Lacie non condivideva appieno quella scelta, più che altro perché gente così poteva architettare ogni genere di cosa, però non se la sentiva di interferire, e senza aggiungere altro le due tornarono fino alla mensa.
Durante questo tempo anche Ailea, Cirno e Lighneers avevano terminato la mezz’ora di punizione, e non vedevano l’ora di andarsene.
-Bene, andiamo allora in mensa?-
Chiese Ailea indicando l’entrata, e Cirno subito scattò in una corsa frenetica.
-Chi arriva ultimo è un ghiacciolo sciolto!-
La ragazza non aveva nemmeno aspettato una risposta dagli altri, subito pronta a vincere qualsiasi sfida, ma Lighneers si stava dirigendo da tutt’altra parte.
-Passo.-
Non voleva passare altro tempo con gli altri rischiando d’esser trascinato in chissà quale attività; certo studiare assieme avrebbe dato loro più possibilità di passare, ma lui avrebbe usato prevalentemente dei bigliettini, quindi non gli importava.
-Hai di meglio da fare?-
Chiese Ailea scontenta dei suoi modi.
-Perfino fissare la parete sarebbe meglio.-
Rispose il ragazzo senza voltarsi, ma quell’atteggiamento non lo portava lontano nel suo obbiettivo di star solo, infatti la ragazza prese a seguirlo.
-Si può sapere che ti prende?-
Disse infatti cercando di metterglisi davanti, ma lui la evitava sempre.
-A te che importa. Non siamo amici.-
Non si erano mai definiti tali, almeno non a voce, eppure dirlo…lo fece star in qualche modo male, e così anche lei.
Se Lighneers credeva però che una persona come lei non affrontasse la situazione di petto allora si sbagliava proprio, infatti con fermezza la ragazza lo prese per il polso, iniziando a tirarlo.
-Non so che ti è preso, non ti costringo a dirmelo, ma non mi spari queste cazzate e ti isoli perché hai la luna storta. Se è una faccenda fuori dal gruppo la tieni fuori, se invece è dentro allora smettila di fare il bambino e affrontala di petto, perché stai ferendo più persone di quanto credi.-
Avrebbe voluto risponderle che non gli importava, strattonare il braccio ed andarsene…ma dentro di lui c’era ancora quella piccola parte, che tentava di schiacciare in ogni modo, che non voleva questo, e per una volta stava vincendo.
Voleva allontanarsi da tutti, diventare un lupo solitario, ma a quanto pare era più difficile del previsto strappare certi legami.
Senza potersi opporre quindi si avviarono verso la mensa, dove Cirno li aspettava trionfante, e non appena li vide saltò giù dal tavolo su cui era salita, dichiarando la propria vittoria.
-Sono la più veloce!-
Sammy ed Annabelle, incitandola, batterono le mani un paio di volte, e la ragazza si esibì in qualche inchino come se fosse davanti ad un pubblico. Ayame e Khal però notarono come Ailea e Lighneers si “tenevano per mano”, e fu evidente il fastidio, anche se la ragazza lo espresse più chiaramente.
-Che state facendo!?-
Ailea non smise di strattonare il ragazzo nonostante il suo urlo, almeno fino a quando non si misero a sedere al tavolo.
-Non fare l’isterica, l’ho semplicemente trascinato qui.-
Rispose poi Ailea andando verso Khal, che istintivamente la fece sedere sulle proprie ginocchia abbracciandola, come a rimarcare il territorio.
Ayame nonostante avesse ancora le guance rosse di rabbia era felice che il suo amore fosse lì, e gli si mise subito vicino.
-Mi sto già pentendo.-
Borbottò quest’ultimo, ma venne ignorato.
-Allora, visto siamo tutti qui possiamo parlare dell’idea avevo in mente, ovvero di gruppi di studio.-
Disse subito Hope attirando l’attenzione.
-Non uno solo?-
Chiese Sammy dispiaciuta di non stare con tutti gli altri.
-Ci sono alcuni di noi che sicuramente vanno bene in alcune materie, ed altri no, quindi così facendo possiamo ottimizzare lo studio.-
-E’ un buon metodo.-
Annuì Alexander sostenendola, e lo pensava veramente.
-Quindi come dovremmo iniziare?-
Chiese invece Nadeshiko curiosa.
-Beh, intanto capendo chi tra di noi è messo bene nello studio. Potrebbero essere i capi studio dei gruppi.-
-Seraph ha praticamente tutti nove, quindi ne abbiamo già uno, ed anche Khal ed Alexander hanno voti simili.-
Disse subito Ailea mettendo in primo piano i tre; Seraph e Khal non aveva alcun problema ad essere il “capo gruppo”, mentre per Alexander la cosa era più che altro irritante.
-Io ovviamente ho l’esclusiva sullo studio con Seraph.-
Disse subito Astral alzando una mano, rendendo la ragazza rossa, mentre la sorella non reagì nel migliore dei modi.
-Ma dacci un taglio nya.-
Prima che si potesse scatenare una faida Khal prese subito parola.
-Per me ed Alexander non è assolutamente un problema.-
Il fratello non era esattamente d’accordo, ma nonostante questo annuì come se niente fosse.
-Io vado bene in tutte le materie, quindi è ovvio ci sarò anche io tra i capi.-
Disse Ayame alzandosi per mettersi al centro dell’attenzione, ma stavolta nessuno ebbe da ridire visto fece qualcosa di utile.
-Ecco…anche io vado piuttosto bene…-
A parlare era stato, inaspettatamente, Daimonas.
Il ragazzo andava sì molto bene in tutte le materie, anche se non eccelleva solo per non dover aver a che fare con i bulli per far alzare loro i voti, ma a parte questo era certo di poter esser d’aiuto per tutti i compagni, o almeno voleva provare.
-Fantastico, visto abbiamo molte nuove materie possiamo basarci solo sull’insieme dei voti avuti fino ad ora, ma se siamo abbastanza organizzati già da domani potremo iniziare a studiare in gruppo. Avendone quattro non dovrebbe essere difficile gestirci.-
Rispose Hope con un largo sorriso, iniziando a segnare alcuni nomi su un foglio, e mostrandoli agli altri aspetto la loro approvazione:
 
 
 
Gruppo di Seraph: Astral/Jack/Cirno;

Gruppo Daimonas: Yume/Sammy/ Grace;
 
Gruppo di Alexander: Hope/Lacie /Vladimir;
 
Gruppo di Khal: Ailea/Zell/Nadeshiko/Ryujin;     
 
Gruppo di Ayame: Annabelle/Lighneers/Johanna/Milton.




 
Nessuno ebbe da ridire per la disposizione, ed avevano impiegato relativamente poco tempo per decidere.
-Quindi adesso che cosa facciamo? Studiamo?-
Chiese subito Astral speranzoso.
-Forse è meglio iniziare domani, andando a casa avremo tutti i nostri libri e possiamo darci un’occhiata. Domani dopo la scuola possiamo fare i gruppi di studio per un’ora o due.-
Rispose Hope dispiaciuta per il ragazzo, ma alla fine era comprensibile; si erano appena organizzati, ma non avevano ancora idea di cosa studiare e dovevano controllare i materiali.
Perfino Astral quindi non poté lamentarsi più di tanto.
-Va bene allora…sarà meglio andare a casa.-
Disse quindi alzandosi per primo.
-Siii sono così felice! Lighuccio sarà fantastico studiare assieme!-
Urlò intanto Ayame tentando d’abbracciarlo.
-Perché devo essere nel suo gruppo?!-
Sbraitò in risposta il ragazzo, guardando Hope, ma prima che questa potesse risponderle Alexander si mise in mezzo ai due, guardando Lighneers irritato.
-Non urlarle contro. A prescindere dal gruppo Ayame ti avrebbe comunque seguito.-
In verità Hope l’aveva fatto anche come una piccola ripicca nei confronti di Lighneers per esser stato cattivo con tutti in quell’ultimo periodo, ma la spiegazione del suo ragazzo era certamente più accettabile. Perfino il diretto interessato si vide costretto ad arrendersi, l’avevano trascinato con forza in quella cosa e non potevano uscirne.
-Ma…Hope…-
Johanna, sussurrando per non farsi sentire, si era avvicinata all’amica, con la chiara intenzione di chiedere il perché anche lei era proprio in quel gruppo.
Effettivamente non era stata una scelta facile, ma anche per questo c’era una spiegazione.
-Annabelle non conosce bene nessuno, ma con te sicuramente andrà d’accordo ed Ayame e Lighneers saranno troppo impegnati tra loro forse per studiare veramente. E’ come se tu fossi il vero capo del gruppo, per aiutarla.-
Riponeva molta fiducia in lei, e per questo Johanna non poté sottrarsi all’incarico; sperava solo che tutto filasse liscio.
Ora che era stato tutto stabilito il gruppo poté separarsi, passando il pomeriggio come meglio preferivano.
A partire dal giorno seguente sarebbe iniziato il periodo di studio intensivo.
 
 
 
 
 
Astral-Lacie-Sammy:
 
Terminato l’incontro con tutti Lacie era indecisa sul da farsi. Non aveva realmente voglia di tornare a casa, ma non le andava neppure di star fuori senza far nulla.
Era evidente però che gli altri si sarebbero da subito impegnati nello studio, quindi non poteva nemmeno chieder loro di uscire.
-Lacie, possiamo parlare?-
Alle sue spalle, mentre era distratta, era arrivato suo fratello.
Nonostante ci si sarebbe potuto aspettare avrebbe passato il pomeriggio con Seraph, in realtà nessuno dei due voleva essere come quelle coppie che non si staccano mai l’uno dall’altra e non hanno una vita propria, e per questo avevano deciso di passare il pomeriggio separatamente.
Astral poi voleva parlare con la sorella, ed era certo l’occasione non sarebbe arrivata senza far niente.
-No, nya.-
Purtroppo non sarebbe arrivata nemmeno così facilmente; scattando la ragazza prese a camminare verso l’uscita, evitando di scontrarsi con gli altri. Il fratello però non fu da meno, e la seguì.
-Lacie! Dobbiamo parlare, non puoi evitare di tornare a casa per non farlo.-
Asserì lui fermamente. Doveva mantenersi calmo ma allo stesso tempo autoritario. Lei però era abbastanza scaltra da trovare una soluzione a tutto…notò infatti con la coda dell’occhio Sammy, che stava tornando al dormitorio per studiare con gli altri, ma Lacie guastò i suoi piani visto la prese in braccio correndo via.
-Vero nya, ma non sarai troppo rompiscatole davanti a qualcuno nya!-
Soprattutto davanti ad una bambina, Sammy era quindi in assoluto la scelta migliore.
Nonostante al ragazzo scocciasse che l’avrebbe portata a casa almeno sapeva sarebbe andata lì.
-Lacie, dove mi stai portando? Volevo studiare con gli altri.-
Disse intanto la piccolina mentre veniva trascinata via.
-Oggi no nya! Starai con me e Leo a casa nya.-
-Leo? Non si chiama Astral tuo fratello?-
Chiese confusa la bambina.
-Nyahah, Leo è il mio micino.-
Buona parte di Sammy sarebbe voluta tornare indietro ed iniziare a studiare, ma d’altra parte…i gatti le piacevano molto, così, senza opporsi ulteriormente, si lasciò portare in braccio, mentre in lontananza vedeva Astral seguirle.
Anche se piccola non era stupida, sospettava che il fatto Lacie la stesse portando fino a casa loro fosse solo per non litigare con il fratello.
Sperava almeno che se fosse veramente così non avrebbero esagerato, almeno non davanti a lei.
Arrivati davanti alla porta Lacie subito l’aprì con il proprio mazzo di chiavi, e la richiuse alle sue spalle con un paio di mandate prima che Astral le raggiungesse.
-Eccoci qui nya! Spero ti piaccia, è molto confortevole.-
Sorrise la ragazza mettendo a terra Sammy.
-Oooh, è molto grande!-
-Sì nya. Potresti riempirla con un sacco di gatti nyahah.-
Probabilmente per lei sarebbe stato uno scenario fantastico, mentre per il fratello un po’ meno.
Quest’ultimo, arrivato alla porta, l’aprì a sua volta. Rendendosi conto di quante volte Lacie aveva rigirato la chiave sospirò già stanco.
-Ogni cosa pur di farmi dei dispetti…-
Almeno entrando vide che le due non si erano barricate in camera, ma erano comodamente sedute sul divano.
-Ciao Astral.-
Lo salutò educatamente la bambina, che si chiese se l’avrebbe finalmente visto senza maschera per una volta.
-Ciao Sammy. Scusa se Lacie ti ha portata qui, posso accompagnarti a casa se vuoi.-
-No nya. Non puoi farla andar via ora che è appena arrivata, tonto.-
Ribatté Lacie con fare scortese, ma il fratello non cedette.
-Sammy, io e mia sorella dobbiamo parlare. Non penso tu voglia assistere.-
Continuò lui sperando la piccola capisse, ma non era lei il vero problema; Lacie infatti abbracciandola le impedì di muoversi.
-L’ho invitata io, non puoi dirle niente nya.-
Sammy nel frattempo iniziava a sentirsi veramente a disagio, ma non se la sentiva di dir niente per paura non l’avrebbero ascoltata.
-Ok, se pensi che questo basti ad evitarti una conversazione matura ti sbagli.-
Disse fermamente Astral, andandosi a sedere non molto distante dal divano, rimanendo in silenzio qualche minuto per cercare le parole adatte.
-Lo so che sei arrabbiata perché non ti ho detto di me e di Seraph.-
-Cosa vuoi che me ne importi nya. Non è importato a te non dovrebbe nemmeno a me quindi nya.-
-A me importa di te. E lo sai benissimo. Non te lo volevo nascondere, ma è capitato nel giro di una notte.-
-Ed in ancor meno tempo vi siete ritrovati nella tua stanza. Menomale che sembravi uno che ci andava piano con Helena nya.-
La conversazione iniziava già ad essere un po’ troppo dettagliata per Sammy, ed anche se Lacie lo sapeva ed aveva cercato di mettere la questione in maniera quanto più velata possibile, non era riuscita a nasconderla del tutto.
-Helena non era quella giusta per me.-
-Perché Seraph sì? Anche quell’altra fino a poco tempo fa lo sembrava nya.-
Lacie parlava per quel che aveva visto, ma la faccenda era molto più complicata.
Al contrario suo con Brutus, lui non si era legato a lei così tanto.
-Fin dall’inizio non mi trovavo completamente a mio agio con Helena. Lo ignoravo perché mi dicevo che con il tempo le cose potevano migliorare. Con Seraph non ho mai dovuto farlo.-
-Ooooh scusami allora nya! Visto è così perfetta lascia che vi regali anche la mia stanza per divertirvi!-
Astral arrossì leggermente da sotto la maschera, sia per l’imbarazzo che per l’irritazione; Sammy solo per la prima.
-Abbiamo affrettato i tempi, ok l’ho capito. Io però non me ne pento, perché sto bene in questa relazione, mi rende felice.-
-Ti rende felice almeno fino a quando non troverai qualcos’altro. Perché tanto una sola persona che ti vuole bene non ti basta nya.-
Disse Lacie aumentando il broncio e stringendo ancor di più Sammy.
Stava esprimendo le sue paure, anche se non nel modo migliore, ma almeno era un inizio.
-Lacie, non è così. Non mi sono messo con Seraph perché il tuo amore non mi bastava, ma sono due cose diverse. TU sei la mia unica ed insostituibile sorella, che so che farà per sempre parte della mia vita a prescindere da qualsiasi cosa. LEI è una persona che spero ne faccia parte, ma delle quale non ho la certezza e sto provando, e per ora va tutto bene. Sono felice con lei, e vorrei esserlo anche con te.-
Tentò di dire lui provando ad avvicinarsi, ma la sorella scattò via dal divano, abbandonando Sammy, e saltando dall’altra parte.
-Tu non mi lasceresti essere felice con qualcun altro! Vuoi esser felice con Seraph mentre mi lascerai sola, e non vorrai nemmeno ci sia un’altra persona!-
Non che volesse un altro ragazzo, ma questo era anche parte della sua visione di come era Astral in quel momento.
-Questo non è vero! Io non ti abbandonerò mai!-
Rispose lui alzando il tono della voce, continuando a parlare con fare più calmo.
-E per quanto riguarda…qualcun altro…io voglio solo il meglio per te.-
Già pensarci gli costava una grande fatica, ma visto Lacie ne aveva parlato aveva dovuto rispondere.
-E credi non sia lo stesso per me nya? Però ti sei buttato tra una relazione e l’altra, senza nemmeno chiedermi come stavo! Come sto io per essermi lasciata con Brutus, dopo aver scoperto non aveva mai voluto stare con me?!-
A mano a mano la ragazza aveva alzato sempre di più la voce, ed Astral si era reso conto di quanto era stato uno stupido.
Forse quella con Brutus non era stata la relazione più importante della sua vita, ma era stata ingannata, e lui non era stato lì per lei.
Involontariamente si era fatto trascinare in qualcos’altro, dando forse per scontato lei stesse bene.
In realtà, nemmeno lei lo sapeva, visto subito dopo aveva scoperto di loro due.
-Lacie…mi dispiace tanto…-
Senza rispondergli Lacie si voltò, correndo fino alla propria stanza e lasciando Sammy ed Astral soli.
La bambina non sapeva bene cosa dire. Capiva, ma allo stesso tempo no.
-Ehm…posso andare a casa adesso?-
Chiese titubante, mentre Astral sospirò portandosi una mano all’occhio.
-Sì. Scusami, ti riporto al dormitorio.-
Nel frattempo che i due tornavano indietro, Lacie si era messa a sedere nel proprio letto, tenendo vicino a sé il piccolo Leo, che le leccava la guancia in segno di affetto.
Al momento era l’unico gesto che sentiva di poter ricevere…fino ad ora non aveva nemmeno pensato alla faccenda di Brutus, ed ora invece eccolo lì.
Non ci voleva pensare però. Era stato un dettaglio irrilevante della sua vita, anche se l’aveva ferita, ma ora che aveva iniziato a pensarci non riusciva a smettere.
Come si sentiva?
Ferita?
Sì.
Ne sentiva la mancanza?
NO. No, su più livelli, no.
Allora perché faceva male?
La risposta…ancora non la sapeva.
Sentiva però che per il momento l’unica cosa che poteva fare era vivere quel dispiacere.
Avrebbe voluto farlo con Astral, ma l’aveva appena chiuso fuori dalla sua stanza.
Non lo voleva vicino, ma allo stesso tempo sì.
Perché alla fine era suo fratello, il suo mondo, ed aveva bisogno di lui.
Non era ancora il momento però, per fare pace…
 
 
 
 
Ailea-Seraph-Khal-Alexander:
 
Ailea già mentre camminavano nei corridoi per uscire dalla scuola pensava solamente allo studio, ed a come avrebbe dovuto fare per organizzarsi.
-Pensi ancora allo studio?-
La voce di Seraph la distolse momentaneamente da quei pensieri, e tutto ciò che poté fare fu annuire in risposta.
-E’ strano vederti così quieta. Si vede c’era bisogno di un periodo di esami.-
Scherzò l’altra, mentre l’amica le si lanciò addosso per farla cadere, senza però risultati.
-Sono ancora in grado di prenderti a calci nel sedere.-
-In quel caso non ti aiuterei a studiare oggi.-
A quella frase Ailea immediatamente cambiò atteggiamento, aggrappandosi all’amica e facendo degli occhioni da cucciolo.
-Lo faresti veramente?!-
Seraph imbarazzata da quell’”abbraccio” la spinse via con delicatezza, annuendo.
-Se venissi espulsa non ne sarei felice.-
-Grazie! Possiamo andare a casa mia magari.-
-Vi spiace se ci uniamo anche noi?-
A parlare era stato Khal, e con noi intendeva lui e suo fratello minore.
Quest’ultimo era stato trascinato dal maggiore senza poter dire nulla, ma Hope gli aveva già detto che sarebbe andata subito a casa per iniziare a studiare, quindi alla fin fine non era un grosso problema.
Ciò che lo “disturbava” per così dire era dover star nella stessa stanza con suo fratello e Seraph; la ragazza infatti era molto sveglia, e se avesse capito la vera natura del fratello allora Ailea si sarebbe immediatamente allontanata, e lì sarebbero iniziati i guai.
-Oh, i tre secchioni del gruppo mi aiuterebbero a studiare tutti assieme? Siete la mia salvezza.-
Sorrise intanto Ailea abbracciando Khal, che le diede un bacio sulla fronte.
Seraph di rimando non disse nulla, infondo non era che provasse una forte antipatia per il ragazzo, ma era un tipo di persona con cui lei non si approcciava, e non desiderava particolarmente farlo.
Sfruttando il suo viso aveva più volte nascosto la sua vera natura, e lei non apprezzava chi aveva tanti segreti.
Poteva però sopportare un pomeriggio assieme, per una volta…
Procedendo a piedi i quattro arrivarono fino all’appartamento della ragazza, e proprio davanti alla porta si trovava il pacco contenente i libri per la scuola.
-Grandioso…almeno non dovremo aspettare.-
Sospirò Ailea raccogliendolo, ed aprendo la porta sentirono il soffiare di uno dei due gatti, che correndo all’impazzata scappava dall’altro che voleva giocare.
-Il nuovo gatto sembra molto vivace.-
Commentò Seraph togliendosi le scarpe prima di entrare.
-Ezio adora Morgana, ma lei deve ancora abituarsi ad aver qualcun altro in casa.-
Rispose Ailea, prendendo in braccio la gatta nera.
-Volete un caffè prima di iniziare? Tu Seraph un thé?-
Domandò la padrona di casa quando tutti furono entrati, appoggiando il pacco e le chiavi sul tavolo.
-Noi due un caffè sì, ti ringrazio.-
Rispose subito Khal parlando anche per Alexander, che si limitò ad annuire guardando la casa della ragazza.
Era molto piccola, e leggermente disordinata. Non lo infastidivano però i gatti che aveva.
-No io sto bene così.-
Disse invece Seraph aprendo il pacco appena arrivato.
I libri non sembravano molto voluminosi, ma sicuramente erano di buona fattura.
-Direi che è inutile guardare alle materie che già conosciamo. Se escludiamo quindi ginnastica, conoscenza delle armi, italiano, inglese e francese, dove comunque sai che te la cavi, quelle più complesse possono essere fisica, chimica, informatica, scienze e latino. Per religione, storia, geografia e storia dell’arte e della musica non credo oggi avrai bisogno di studiare gran che, sono comunque materie che si possono imparare rapidamente.-
Cominciò subito la ragazza mettendo in fila i vari libri.
-Aspetta…intendi che oggi vuoi già studiare cinque materie?-
Chiese Ailea atterrita; magari per Seraph era normale, ma lei non ne sarebbe uscita viva.
-Suddividendo le parti più importanti dei capitoli possiamo avere una conoscenza di base per ciascuna materia.-
Aggiunse Alexander rinforzando l’idea della bionda.
-Direi poi di iniziare da fisica. Il professor Rotsala è sicuramente il più difficile con cui avere a che fare. Esige perfezione assoluta, e ad un solo errore da appena la sufficienza ad ogni esame. Dopo di lui solo il professor Zero è altrettanto preciso.-
Disse Khal andandosi a sedere, assieme al fratello ed a Seraph.
Ailea intanto dopo un attimo di scombussolamento, andò subito a preparare il caffè per i due fratelli, mentre Seraph stava già sfogliando il libro.
-Il programma è identico a quello che già avevamo, solo più approfondito. Questo sarà un vantaggio.-
-Se lo dici tu…-
Borbottò Ailea porgendo il caffè ai due ragazzi.
-Grazie.-
Disse Alexander senza metterci dello zucchero.
-Di niente. Spero che casa mia sia abbastanza per voi, visto le misure della vostra.-
Scherzò la ragazza sedendosi vicino a Khal.
-Va bene, è una casa come tante.-
Rispose il ragazzo cercando di non essere scortese.
-Partiamo dai primi capitoli allora? Magari guardiamo per primi i concetti basilari, senza fermarcisi troppo, per poi vedere quelli più difficili.-
-Sì, è una buona idea.-
Disse Seraph alla proposta di Khal; intanto Ailea preparato il caffè lo versò ai due ragazzi, raccogliendo Ezio da terra e portandolo con sé al tavolo, sedendosi.
-Per voi non sarà difficile passare gli esami, alla fine avete sempre studiato per bene.-
-Riusciresti anche tu a farlo se ti fossi impegnata fin dall’inizio.-
Rispose Seraph passandole il libro, indicandole da dove iniziare.
-Non è mai troppo tardi comunque, non preoccuparti sono sicuro ce la farai.-
Khal sosteneva completamente la ragazza, e non era preoccupato di eventuali fallimenti; sarebbe stato disposto perfino a pagarle un’intera scuola affinché riuscisse.
Passarono una decina di minuti però prima che la ragazza trovasse già alcuni problemi.
-Fermi tutti, come è possibile che da questo punto si arrivi a questo?!-
Allungando il collo Alexander capì subito il problema, anche se gli sembrava piuttosto elementare, ed usando un foglio ed una matita cercò di spiegarglielo subito.
Per ottenere qualche risultato però ci volle almeno un quarto d’ora, ed erano appena all’inizio del primo capitolo.
-Sono già stanca…facciamo una pausa?-
Chiese ad un certo punto Ailea, ricevendo un libro in testa da Seraph.
Ovviamente la cosa non piacque a Khal, ma visto la situazione non poteva farci niente.
-Devi studiare.-
-E sto studiando! Però se la testa raggiunge il limite allora bisogna fare una pausa!-
Affermò Ailea scattando e riuscendo ad evitare la presa della bionda, correndo verso la propria camera.
-Torna qui!-
Iniziò subito una corsa per riprenderla e portarla al tavolo, ma ormai era tardi e così entrambe furono costrette a spostare la lotta in camera.
-Smettila di procrastinare!-
Urlò Seraph mentre Ailea era saltata dall’altra parte del letto. Entrambe si muovevano a scatti e tornavano alla posizione precedente, tutto per riuscire a prevedere le mosse dell’altra.
-Non siamo tutti in grado di studiare ore ed ore di fila.-
Protestò Ailea senza toglierle gli occhi di dosso.
-Non è passata nemmeno un’ora!-
Ribatté l’altra irritata. Certe volte sapeva essere veramente testarda ed infantile.
Non la poteva costringere a studiare per troppo tempo, ma almeno avrebbe potuto prendere la situazione più seriamente.
-C’è da dire almeno che stiamo perdendo tempo.-
Quando l’amica si mise a ridere Seraph perse i nervi, e afferrando il cuscino glielo lanciò dritto in faccia, facendole perdere l’equilibrio per un paio di secondi e saltandole addosso in una presa che le bloccava entrambe le braccia.
-Devi studiare!-
Nel mentre le due continuavano ad urlare Alexander e Khal erano stati lasciati soli.
Inutile dire l’irritazione del maggiore di fronte a quella scena; immaginare il corpo del suo giocattolino sfiorato da mani altrui lo avrebbe quasi spinto ad andare nell’altra stanza, ma si limitava a continuare a tamburellare le dita sul tavolo.
-Come ti sembra questa casa?-
Chiese ad un certo punto al fratello, che tremò per un istante.
-Piccola, comune.-
Non era il caso mentire dicendo cose come “è carina” o simili. Probabilmente non era nemmeno ciò che voleva.
-E’ carina non è vero?-
Quella domanda lo schiacciò come un macigno. Si divertiva sempre a torturarlo psicologicamente, confondendolo sulle risposte che doveva evitare.
-Sì.-
-Ha molti angoli e spazi tra i mobili. I gatti si troveranno benissimo.-
La prima parte del discorso era troppo “particolare” per essere causale, ma ciò gli fece intuire cosa avrebbe dovuto fare in futuro.
-Sì…sono sicuramente ottimi.-
 
 
 
 
 
Hope-Grace-Johanna:
 
 
-Vogliamo già iniziare a vedere qualche materia?-
Dopo aver accordato con tutti i gruppi di studio Hope e Grace avevano deciso di tornare a casa per studiare, invitando anche Johanna.
Era la prima volta che la ragazza vedeva la loro casa, ed era passato un po’ di tempo dall’ultima volta che erano uscite solo loro tre.
Naturalmente Johanna aveva trovato splendida la casa, seppur modesta, e tutte e tre si erano sistemate nella camera di Hope, dopo che questa aveva preparato del thé.
-Io direi di dare un’occhiata a storia. Ci sono tante cose da vedere e la prof non è che ci abbia spiegato molto bene.-
Propose subito Grace che si manteneva sulla sufficienza.
-Per me va bene. Infondo se facessimo le materie a noi più facili non sarebbe utile.-
Annuì Johanna, guardando poi Hope.
-Come mai non hai invitato Alexander comunque?-
-Perché è ancora presto per far venire un ragazzo in casa.-
Asserì Grace prima che l’amica potesse rispondere, ma questo lato protettivo nei suoi confronti fece sorridere le amiche.
In fin dei conti era così anche con suo fratello Nate, se non peggio.
-Mi piace molto passare del tempo con lui, ma mi sentirei in colpa a trascurare le mie amiche. Mi ha poi detto che sarebbe andato a casa di Ailea con Seraph e suo fratello per studiare, quindi non è stato un problema.-
Ed in effetti farlo arrivare alla sua camera avrebbe comportato probabilmente un’intimità più grande, alla quale doveva ancora pensare.
-Almeno né Ailea né Seraph sono due persone di cui potresti preoccuparti, avrei detto diversamente se fosse rimasto con Yume ad esempio.-
Commentò Grace prendendo il libro di storia suo e di Hope; quello di Johanna si trovava ancora al dormitorio visto non erano passate di lì, ma non era un gran problema.
-Non penso che Yume farebbe qualcosa con un ragazzo del gruppo, soprattutto se è uno dei nostri ragazzi. Poi mi fido di Alexander.-
Ribatté Hope senza alcun pensiero.
-Però quando l’abbiamo conosciuta ci ha provato spudoratamente con tutti.-
Insistette la rossa non tanto per far preoccupare l’amica, ma più che altro per dire la sua. Non che avesse qualcosa di particolare contro Yume ovviamente.
Riusciva a stare benissimo nella stessa stanza con lei, quando non faceva la facile con tutti assumendo certi atteggiamenti…
-Però ancora non era nostra amica. Ora sì.-
-Vero…ma credo che se dovesse incontrare Mattia non mi sentirei tanto tranquilla. Non perché potrebbe far qualcosa, ma perché lei è molto bella…-
All’affermazione di Johanna entrambe si voltarono, mettendo da parte i libri.
-Guarda che non hai niente da invidiare rispetto a Yume, sei una ragazza dolce ed adorabile.-
Disse subito Grace avvicinatasi, ed Hope fece altrettanto.
-Ha ragione, vali tanto quanto lei in bellezza. Lei sarà anche sensuale ma tu hai la dolcezza dalla tua.-
-Grazie, mi fa piacere pensiate questo.-
Sorrise Johanna felice le sue amiche la sostenessero.
-Se poi il tuo ragazzo vale talmente poco che si lascia incantare solo dal corpo allora è meglio perderlo che altro.-
-Oh no Grace, non volevo far intendere questo! Certo, Mattia è uscito con molte ragazze bellissime, ma non è mai stato uno che guardava solo a quello. Anzi, proprio per questo la maggior parte delle sue storie sono finite.-
Le sembrava d’esser una cattiva amica per esser felice di questo, ma ora era lei la sua ragazza quindi non doveva pensarci.
-I ragazzi sono talmente stupidi da complicare solo le cose.-
Disse ad un certo punto Grace iniziando a leggere, ma ciò attirò comunque l’attenzione delle altre due.
-E tu Grace? Non c’è proprio nessuno che ti piaccia?-
Chiese subito Johanna curiosa.
-No.-
-Nessuno nessuno? Alla fine i nostri amici non sono male.-
Continuò lei sicura, ma Grace scosse ancora il capo.
-No, in generale i ragazzi sono stupidi, ma se vuoi una lista completa del perché non starei mai con nessuno del gruppo…Khal è perennemente arrapato e lo si vede con Ailea. Zell è un fissato della palestra ed io già ci lavoro quindi ne ho abbastanza. Lighneers è una testa di cavolo, per non dire altro. Astral è pieno di sé e del suo corpo. Vladimir crede d’essere un genio saccente. Ryujin è troppo stucchevole. Jack mi dà i brividi separandosi le parti del corpo e fa troppe battute stupide. Alexander sembra un blocco di ghiaccio, senza offesa Hope. Daimonas invece per quanto sia un bravissimo ragazzo è molto chiuso.-
Era sicuramente…una descrizione dettagliata, e la maggior parte dei ragazzi di cui parlavano starnutì in quel preciso istante, immaginando qualcuno parlasse di lui.
Hope all’affermazione su Alexander scosse il capo serena.
-Nessun problema. So bene che Alexander con gli altri può essere freddo, ma proprio perché è così di natura, mentre con me è stato dolce rivelando qualcosa di più, che mi fa sentire speciale.-
Ammise la ragazza arrossendo.
-E’ una cosa dolcissima.-
Disse Johanna sorridendo, e per un po’ rimasero in quest’atmosfera di tenerezza, almeno fino a quando gli impegni giornalieri non tornarono alle loro menti.
-Ok, iniziamo a studiare.-
Sospirò infatti Grace, dando il via a quella piccola sessione di studio.
 
 
 
 
 
Nadeshiko-Yume-Annabelle-Cirno:
 
 
Tutti ormai avevano la propria idea su come passare il pomeriggio.
La maggior parte ovviamente a studiare, ma c’era qualcuno che aveva ben altre idee in mente.
-Yume! Cirno! Ed anche tu nuova arrivata, andiamo a fare shopping!-
Non appena le ragazze si erano alzate lei subito le aveva raggiunte, prendendo loro le braccia e trascinandole vicino.
Annabelle era finita in mezzo più che altro perché Nadeshiko voleva che, chiunque fosse il nuovo arrivato, si integrasse sempre bene nel gruppo. Perché erano tutti loro amici, e lei ci teneva.
-Mi sembra un’ottima idea.-
Sorrise Yume, che non aveva certo intenzione di studiare, e così anche Cirno.
-Splendida idea per passare il pomeriggio. Non solo sono forte in ogni gara, ma vesto anche bene e posso dare consigli a tutti.-
Disse infatti quest’ultima, mentre Annabelle le guardò confusa.
-Ehm…ciao comunque, io sono Annabelle.-
-Lo sappiamo. Io sono Nadeshiko, quella con i capelli azzurri e Cirno, e l’altra è Yume. Sono sicura ti divertirai con noi.-
Disse Nadeshiko trascinandola fuori tenendole un braccio. La ragazza ne era notevolmente sorpresa; non si aspettava infondo che la chiamassero già per uscire, ma era un gesto carino da parte della ragazza, quindi non rifiutò.
-Dove vogliamo andare? In un sexy shop?-
Chiese Yume ridacchiando, facendo arrossire Annabelle all’idea.
Non era certo una bambina, però non si aspettava una cosa così diretta.
-Pensavo più che altro a dei vestiti. In centro ci sono dei bei negozi che fanno degli sconti.-
Rispose Nadeshiko camminando per strada senza una direzione precisa.
-Qualsiasi negozio andrà bene. Tu Annabelle di solito dove compri le tue cose?-
Chiese Cirno guardandola.
-Oh, beh io di solito vado alle bancarelle dell’usato. Si possono trovare cose molto forti e retrò.-
-Uuuh voglio andarci!-
Disse subito Nadeshiko intrigata.
-Credo ce ne sia uno aperto non molto distante da qui se volete.-
-Facci pur strada allora.-
Sorrise Yume accarezzandole la testa; la ragazzina le faceva molta tenerezza, forse per i suoi occhioni o perché era stata trascinata lì senza quasi scelta.
-Allora…non vi avevo notate spesso in classe.-
Disse Annabelle cercando di conoscere un po’ le ragazze.
-Io ero già in questa scuola ma ho recentemente cambiato classe in quella di adesso perché il mio ex ragazzo, ora solo amico, si era appena trasferito e volevamo stare assieme.-
Spiegò Nadeshiko brevemente, e la ragazza non seppe esattamente cosa rispondere.
-Oh. Capisco…-
-Io non frequentavo perché era noiosa la scuola, ma ora ho conosciuto gli altri quindi eccomi qui.-
Disse invece Cirno camminando tenendo la testa tra le braccia.
-Stessa cosa anche per me. Sicuramente i nostri amici sono un ottimo motivo per andare a lezione.-
Spiegò infine Yume, lasciando comunque la rossa un po’ di sasso.
Più che per gli amici bisognava andare a scuola per imparare cose nuove e un giorno avere un buon lavoro, ma non se la sentiva di dirlo ad alta voce, perché alla fine non voleva giudicarle.
-Sicuramente sembrate persone simpatiche.-
Disse quindi solamente, ottenendo un abbraccio da parte di Nadeshiko.
-Ooow, anche tu lo sembri!-
Annabelle si sentì quasi soffocare a causa del seno della ragazza, ma fortunatamente l’altra la lasciò presto libera, e poterono così arrivare fino al mercatino dell’usato di cui le aveva parlato.
Questo era all’interno di una grande struttura ad un singolo piano, ben tenuta e verniciata di bianco; già all’interno si potevano vedere molte cianfrusaglie, ma non erano vecchie e polverose, anzi molte sembravano interessanti e funzionanti.
-Oh, non me lo aspettavo così.-
Affermò infatti Yume una volta entrata; sia il pavimento che le pareti, ed il tetto spiovente, erano in legno, e l’intera stanza era divisa in vari settori per separare oggetti di ogni tipo.
Annabelle a quelle parole sorrise soddisfatta.
-La gente spesso non sa andare oltre il proprio pensiero.-
-Qua ci sono tante cose divertenti. E’ un bene che nessuno lo faccia, così sono tutte per noi.-
Disse Cirno, trovando un vecchio giocattolo in plastica per bambini, che doveva rappresentare una gigantesca pistola futuristica; un po’ ingombrante, ma per come funzionata avrebbe potuto infilarci dentro le proprie sfere di ghiaccio e lanciarle ancor più lontano.
-Non vedo l’ora di fare qualche scoperta tra i vestiti.-
Yume portò con sé sia Nadeshiko che Annabelle, mentre Cirno le seguì poco dopo lasciando “l’arma” provvisoria.
-Ooooh quanti scaffali! Devo venire qui più spesso!-
La coda di Nadeshiko fremeva, ed era una vera fortuna che non ci fosse quasi nessuno, perché così si poteva muovere quanto voleva; aveva perfino preso già una valanga di vestiti da vedere.
-Ahaha. Puoi anche appoggiarli Nadeshiko, nessuno te li porterà via.-
Scherzò Annabelle dandole una mano a tenerli tutti, mentre Yume, notando un bel paio di stivali, andò a provarli sedendosi su una piccola poltroncina.
-Ma guardate che carini, con questi la sera farò faville.-
-Molto sexy.-
Annuì Nadeshiko, provando invece una giacchettina grigia.
-E’ così carina. Ogni quanto si possono trovare cose nuove?-
Chiese subito guardando Annabelle.
-Dipende, possono esserci dopo una settimana o un mesetto. Alla fine la gente viene anche qui a vendere le proprie cose.-
-Oh, quindi posso liberarmi delle cose non mi piacciono più ed al tempo stesso prenderne di nuove!-
A quella frase Annabelle non riuscì a non scoppiare a ridere, ed alla risata si unì anche Cirno.
-Perché tu stai ridendo?-
Chiese Yume perplessa, visto l’azzurra non aveva seguito completamente il discorso.
-Avevo semplicemente voglia di ridere.-
 
 
 
 
Jack-Daimonas-Milton-Zell:
 
-Beh, sembra che abbiamo tutti un buon piano in mente.-
Jack, assieme a Daimonas e Milton, si stava dirigendo verso il dormitorio, per passare il pomeriggio dentro la camera dei due ragazzi.
Nessuno di loro era particolarmente preoccupato per gli esami, forse più Milton ma non certo perché non studiava, e per questo solo lei aveva già intenzione di dare un’occhiata ai libri.
-Jack, tu sei sicuro di non voler ripassare con me?-
Chiese la ragazza guardandolo. Non l’aveva chiesto anche a Daimonas perché conosceva bene le sue capacità, e gli sarebbe bastato leggere quei libri solo una volta.
-Per oggi no. Mi rilasso finché c’è ancora tempo.-
-Forse io guarderò un po’ i libri.-
Disse invece Daimonas, ondeggiando senza volerlo a causa della coda, che si mosse con uno scatto quasi uscendo dalla maglia.
-Ti da ancora problemi nonostante i consigli di Lacie?-
Chiese Milton avvicinandosi.
-Un po’. Devo solo concentrarmi sull’equilibrio.-
Non doveva esser facile, e soprattutto Jack si sentiva dispiaciuto nel non poter farci niente, però, gli venne in mente che qualcun altro avrebbe potuto, ed immediatamente corse nella sua direzione, lasciando confusi gli altri due.
-Ehi Zell!-
-Mh?-
-Hai da fare questo pomeriggio?-
Chiese subito Jack una volta raggiunto il biondo, che scosse il capo.
Probabilmente sarebbe rimasto nella sua stanza per tutto il tempo; studiare sarebbe stato saggio, ma…non ne aveva sinceramente voglia.
-Avrei bisogno allora di chiederti un favore per Daimonas.-
-Hai bisogno tu di qualcosa o lui?-
Chiese Zell confuso, mentre Jack si voltò per tornare dagli altri.
-Ho bisogno che tu faccia una cosa per lui.-
Probabilmente glielo avrebbe spiegato più tardi il da farsi, e così lo seguì fino a tornare dagli altri due.
-Daimonas, Zell ti aiuterà con il tuo equilibrio.-
Il ragazzo guardò Zell sorpreso lo volesse aiutare, ed in parte anche un po’ intenerito dal gesto di Jack di cercare subito qualcuno che potesse insegnargli qualcosa.
D’altra parte, per il biondo non era un problema, visto tutti e tre erano persone piuttosto calme.
-E’ per la coda quindi?-
Chiese rivolgendosi a Daimonas, che annuì.
-Vedremo allora cosa fare.-
I quattro andarono quindi nella stanza di Daimonas e Jack, ancora arredata solo con il letto, che venne lasciato a Milton.
-Molto minimalista.-
Commentò Zell guardandosi attorno.
-Due cuori ed una capanna.-
Scherzò Jack andandosi a sistemare ai piedi del letto; abituato al regime dell’isola perfino il pavimento era comodo per lui.
-Non ti vuoi sedere?-
Chiese comunque Milton, appoggiando accanto a sé i libri per far spazio all’amico.
-Tranquilla, almeno se mi alzo non muovo tutto.-
Nel frattempo Zell, andatosi a cambiare mettendo una canotta bianca e dei pantaloni sportivi blu, aveva anche portato due tappetini da yoga.
-Ne ho molti. Posso prestarteli visto gli esercizi faremo riguardano soprattutto lo yoga.-
Spiegò all’altro, che lo guardava senza dire nulla.
“Almeno nelle mani del palestrato dovrebbe funzionare”
Commentò Mostro nella sua testa, mentre Zell mostrò la prima posizione.
-Questa è la classica posizione dell’albero. Molto usata, prevalentemente chi dice di far yoga conosce solo questa e quella del cane.-
Era una posizione molto semplice, consistente nel stare con una gamba sollevata e piegata mentre entrambe le mani erano rivolte verso l’alto.
Semplice, eppure lui fece un po’ fatica con la coda che si muoveva costantemente; si rese così conto che era necessario sia questo allenamento che quello di Lacie per controllarla.
-Stai andando bene.-
Disse Jack per incitarlo, mentre Milton era ancora concentrata sui libri.
-Sapete, non sembrano cose troppo difficili.-
-Bene, almeno potrei sperare in qualcosa.-
Commentò Zell mentre ancora manteneva la posizione con Daimonas.
-Sicuramente te la caverai, ed in caso puoi sempre chiedere una mano.-
Disse la ragazza sorridendo gentilmente.
-Sì…ma non sono il tipo chiede una mano, e nemmeno che studia.-
-Non l’avrei mai detto.-
Scherzò Jack, ricevendo un’occhiataccia da parte del biondo, che però lasciò correre.
-Sono sicura che sei più intelligente di quel che dici.-
Rispose invece Milton, sempre molto gentile.
-Sarà come dici tu. Ora cambiamo posizione.-
Questa volta Zell si mise a terra, facendo una mezza capriola ma non terminandola, e tenendo i piedi puntati a terra mentre la faccia era rivolta allo stomaco.
Daimonas stavolta sembrò confuso riguardo a tale posizione, ma il biondo lo rassicurò.
-So che l’equilibrio che cerchi è quello da in piedi, ma credimi ci sono alcune posizioni che non vanno trascurate, e questa è una. Poi puoi oscillare anche da seduto, non solo da alzato.-
Le sue argomentazioni sembravano abbastanza convincenti, così il ragazzo tentò, scoprendo che anche da così effettivamente la coda poteva intralciarlo.
-Grazie comunque, per aiutarmi.-
Disse ad un certo punto guardandolo, e curiosamente Zell fu sorpreso da questo.
-Non c’è di che.-
Anche se era una cosa comune ringraziarsi per i favori non si aspettava glielo avrebbe detto. Forse perché in generale Daimonas non era una persona che parlava molto, oppure perché loro non avevano mai parlato gran che.
Però ne era felice d’averne avuto l’occasione, anche solo per degli allenamenti...
 
 
 
Lighneers-Ryujin-Vladimir:
 
Ormai non aveva più senso per Lighneers aspettare oltre per andarsene, così dopo che furono decisi i gruppi si affrettò immediatamente a dileguarsi. Per evitare Ayame lo seguisse si mosse abilmente tra i corridoi, fino a far perdere le sue tracce.
Già gli bastava avrebbero dovuto studiare assieme…sopportarla per troppo tempo sarebbe stato devastante.
-Signor Ironwolf.-
Purtroppo per lui però, nella sua fuga era finito per incappare in qualcuno che, se voleva, poteva essere altrettanto irritante, ovvero una delle sorelle Mustang; a giudicare da come lei lo fissava, era quella perennemente arrabbiata.
-Prof…-
Disse lui in un semplice segno di saluto, cercando d’andarsene, ma lei lo fermò mettendogli una mano sulla spalla.
-Non ti ho dato il permesso di andartene.-
A quanto pare non poteva andare da nessuna parte.
Voleva fargli la ramanzina?
Aveva già sopportato la punizione della professoressa Sasaku, quindi un’altra tortura non era niente di che.
La professoressa prima di parlare però, prese un profondo respiro, ed utilizzò un tono incredibilmente normale.
-Va tutto bene?-
-Uh?-
Si sarebbe aspettato qualsiasi cosa, ma non questo, ed in qualche modo lo irrito.
-Non giriamoci attorno. Io e le mie sorelle sappiamo non vivi più nella tua casa. Eravamo vicini, ed ora c’è altra gente che la occupa. E’ successo dall’oggi al domani, e non è mai qualcosa di buono.-
-Non riguarda certo voi.-
Ribatté Lighneers assottigliando gli occhi. Temeva che prima o poi qualcuno l’avrebbe scoperto, ma con loro tre…volevano ricattarlo per non dirlo in giro?
-Siamo le tue professoresse. All’interno della scuola possiamo scegliere di punire gli studenti come meglio crediamo per i loro comportamenti, ma se c’è qualcosa che non va è nostra responsabilità far sapere che la scuola è uno spazio sicuro dove parlare.-
Mai l’aveva vista così…professionale, ed era a dir poco inquietante. Non sembrava nemmeno la stessa persona che ogni giorno li chiamava idioti regolarmente.
Forse in realtà alcuni professori, in fondo in fondo, ci tenevano veramente ai loro studenti.
-…come ho detto, non sono cose che vi riguardano.-
Questa volta Lighneers non aspettò nemmeno una risposta, e subito si allontanò per i corridoi, sentendo sulla schiena gli occhi della donna che lo fissavano.
La sensazione svanì solo quando fu fuori dal cancello, e non gli restò altro da fare che tornare al suo bidone.
-Merda…-
Più cercava di isolarsi più il mondo faceva di tutto per impedirglielo. O forse non aveva mai notato d’aver creato più legami del previsto.
Però, gli unici di cui al momento gli importava, erano quelli segnati sulla sua schiena, che non vedeva da anni ma che sapeva avrebbe potuto deludere con il suo comportamento.
Era questa l’unica cosa a cui pensava, mentre silenziosamente raggiunse la propria casa.
Fortunatamente nascosta come era tra i vicoli della città non era stata spostata, ed aprendolo era tutto come aveva lasciato.
Il materasso che ne riempiva buona parte, la maggior parte dei suoi oggetti e vestiti accumulati in un angolo.
Magari con i soldi che la scuola avrebbe dato a chi passava gli esami avrebbe potuto sistemarlo…peccato però che c’era un altro problema.
-Cazzo. Quest’affare non ha un indirizzo.-
I libri non gli sarebbero mai arrivati, perché non era una vera casa.
Nonostante non gliene fregasse niente di studiare non poteva fare i bigliettini senza i libri, e questo lo costrinse ad uscire per dirigersi alle poste, dove probabilmente si trovavano.
- Merda merda merda merda merda. Merda! Perché non posso starmene rintanato fino a notte?!-
Non era però l’unico ad aver avuto un problema simile.
Circa un’ora prima infatti, mentre il ragazzo parlava con la professoressa, Ryujin era andato al proprio dormitorio, pronto a portarsi avanti nello studio, ma quando era arrivato davanti alla propria porta non aveva trovato nulla.
Guardando in camera nemmeno lì c’era qualcosa.
-Caspita…probabilmente sarà alle poste. Avranno avuto problemi con il mio indirizzo.-
Effettivamente non ne aveva segnato uno vero quando si era iscritto a scuola; questo perché vista la fuga da casa, ed il potere di suo padre, questo avrebbe potuto trovarlo facilmente se avesse lasciato troppi dati personali.
Purtroppo la cosa si traduceva in problemi simili…
-Va beh. Vorrà dire mi farò una passeggiata.-
Era anche una buona occasione per conoscere meglio la città, ed infondo non gli dava fastidio stare fuori.
Rookbow aveva le sue particolarità, e l’apprezzava molto per questo; i giganteschi palazzi dalle luci vivaci in particolare le trovava molto accattivanti. Di notte soprattutto mostrava il suo splendore grazie ad un cielo meraviglioso, a dispetto dell’inquinamento atmosferico.
La passeggiata almeno non durò a lungo, giusto una quarantina di minuti, ma al suo arrivo c’era un cospicuo numero di persone in fila, tra le quali, con sorpresa, anche Vladimir.
-Oh, ehi Ryujin. Anche tu a mandar lettere?-
-No, a dire il vero devo ritirare i miei libri per la scuola. Non ti facevo tipo da lettere comunque.-
Scherzò il ragazzo, visto l’altro era certamente molto tecnologico.
-Per alcune persone si può fare un’eccezione.-
Si riferiva a Diana ed a suo padre, che non usando cellulari potevano essere contattati solo così.
-Chissà, magari le lettere potrebbero essere una buona soluzione per contattare le mie sorelle, evitando di far conoscere a mio padre dove mi trovo.-
Ovviamente non avrebbe mai corso un simile rischio, anche se loro gli mancavano ogni giorno.
Sapeva però che stavano bene, quindi non c’era motivo di esporsi.
-Con i giusti sistemi sarei perfettamente in grado di farti parlare con chiunque senza farti tracciare.-
Disse invece Vladimir con fare serio, ma subito l’altro scosse il capo.
-Tranquillo, mi basta tutto ciò che ho al momento.-
Facendo spallucce, visto era ormai arrivato il suo turno, Vladimir si diresse verso il proprio sportello, mentre Ryujin proseguì verso un altro, dove era seduto un uomo robusto, dai capelli marroni e con un paio di occhiali sul naso.
-Buongiorno, chiedo scusa, avrei bisogno…-
-Torna in fila negro.-
A quelle parole il ragazzo si irrigidì di colpo, assumendo un’espressione confusa; certo, non era la prima volta che aveva a che fare con simili persone, ma in un luogo di lavoro…
-Mi scusi, ma è il mio turno adesso.-
-Certo, quelli come voi rubano sempre i posti alla gente per bene. Torna in fila, e magari al tuo paese.-
Il primo istinto del ragazzo, oltre all’offesa, sarebbe stato quello di controbattere, tuttavia non intendeva abbassarsi a simili comportamenti.
Solo perché esistevano persone simili non significava bisognava dar loro corda.
-Non ho rubato il posto a nessuno, visto nessuno se ne sta poi lamentando. Ed oltretutto io sono un cittadino legittimo di questo paese. Ed avrei bisogno di ritirare i miei libri per la scuola, per favore.-
-Come no. Bah, mandare a scuola certa gente e sprecare così i soldi dello stato. I fa comodo eh? Vendere erba dove bisognerebbe studiare. Vattene o chiamo la polizia.-
Anche se l’avesse chiamata era una cosa che non lo preoccupava, ma non intendeva creare baccano e causare magari dei ritardi ad altre persone che forse andavano di fretta.
Il ragazzo fece quindi per andarsene, ma la mano di Vladimir lo bloccò, mentre il ragazzo gli si piazzò davanti.
-Che ne dici invece di dargli i suoi libri? Prima che pubblichi il tuo video razzista, ti denunci e ti faccia perdere il lavoro?-
L’uomo, evidentemente irritato, fissò Vladimir negli occhi, ma questo non accennava ad abbassarli e non pareva nemmeno intenzionato a lasciar correre la cosa.
Alla fine sembrava chiaro che l’unica scelta dell’uomo fosse quella di fare effettivamente il suo lavoro, e così, dopo avergli dato il suo nome, finalmente Ryujin ottenne ciò che era effettivamente suo di diritto.
-La ringrazio, buona giornata.-
Con un sorriso sereno il ragazzo si allontanò assieme all’amico, uscendo da quel posto.
-Grazie Vladimir, ma non dovevi scomodarti.-
-Se lasciassimo fare a persone simili il mondo farebbe ancora più schifo di quello che già è.-
Affermò l’altro sicuro di quelle parole, e Ryujin ne fu effettivamente molto felice.
Ciò che i due non avevano notato, era che qualcun altro aveva assistito alla scena, ovvero Lighneers.
Non si era fatto avanti, questo era vero, però ciò non toglieva che ciò che aveva visto lo disgustava.
-Il mondo è una merda.-
Sussurrò mentre andò a sua volta a ritirare i libri, ma prima che l’uomo parlasse lo fermò.
-Dì solo una parola razzista di merda e spacco il vetro che ci separa e ti rompo la testa.-
Minaccioso, ma abbastanza credibile da far sì che l’altro evitasse qualsiasi cosa, se non portare anche a lui i suoi libri.
Forse era un bene che gli altri due non fossero più lì…
 
 
 
 
Ayame:
 
 
-Lighuccio? Amoruccio? Lighneers?-
Ormai la ragazza aveva fatto il giro della scuola per ben due volte, ma del suo “ragazzo” non c’era traccia; probabilmente era già andato via.
-Uffa. Fa sempre il difficile, e la cosa rende la nostra relazione più eccitante, ma non ha mezze misure.-
Sapeva che la loro non era un’effettiva relazione, ma sapeva anche che non era un niente.
Non si poteva essere legati in maniera simile a qualcuno se questo fosse stato un niente.
Purtroppo però il niente era tra le sue mani, visto non era riuscito a raggiungerlo, e siccome non aveva più idea di dove vivesse era costretta a trovare un altro modo per passare la giornata.
-Mah…tornerò a casa.-
Erano giorni che era via, e la scorsa notte non era tornata nemmeno per dormire visto era rimasta con Lighneers. Ne era valsa totalmente la pena, ma iniziava un po’ a puzzare…
-Mi farò  venire a prendere. Non ho intenzione di camminare così tanto.-
Usando il proprio cellulare, le bastò inviare un messaggio, e dirigersi verso l’uscita, per poi trovare nel giro di una decina di minuti davanti a sé una mini-limousine nera lucente, dai vetri oscurati.
Un uomo di circa trent’anni uscì dall’auto; aveva i capelli neri laccati all’indietro ed era vestito proprio come un maggiordomo.
Questo le aprì galantemente la portiera posteriore.
-Grazie Dominic.-
Non usava spesso una delle auto che suo padre le aveva lasciato, ma c’erano occasioni in cui poteva sfruttarle senza problemi, soprattutto se doveva tornare a casa ed era stanca.
Rookbow era una città particolare, circondata da una fitta foresta e, se osservata dall’altro, dalla forma di un pentagono; infatti le sei piazze più grandi, fulcri della città intera, segnavano tali punti.
La piazza Nord-Ovest aveva al suo interno l’albero più antico e sacro della città, ed era quindi il luogo in cui solitamente la gente si recava per le feste.
La piazza Nord-Est era invece la zona commerciale e più alla moda.
La piazza Sud-Est era invece alquanto popolana per i suoi gusti, con prevalentemente mercatini.
La piazza Sud-Ovest invece era tra le zone in cui dilagavano i bar di lotta ed attività simili.
La piazza Centrale invece aveva al suo interno la dimora del sindaco, anche se non era esattamente lui a dettare legge in città, ma più i più grandi Boss della criminalità.
Più si andava verso la parte bassa della città però meno i soldi scarseggiavano, ma naturalmente questo valeva più per le piazze principali visto ciascuna strada poteva differire.
Tuttavia, lei abitava niente di meno che nella zona della piazza Nord-Ovest, quindi dove le case erano solo per i più ricchi.
Visto la scuola era vicino al centro non ci voleva molto in realtà per arrivare, ma non aveva assolutamente voglia di camminare.
Nel giro di una decina di minuti arrivarono finalmente nei pressi della strada dove viveva.
Ogni casa era gigantesca, e la sua non era di meno; si trattava di una villa dai muri esterni bianchi ed il tetto spiovente piatto, alta almeno tre piani, con numerosi balconcini, ed un enorme giardino con perfino una piscina.
Tutto ciò si trovava dall’altra parte di un alto cancello nero, che subito si aprì al loro passaggio.
L’auto si fermò poi in un parcheggio accanto la villa, assieme ad almeno altre cinque limousine.
Ayame uscì senza aver bisogno di farsi aprire la portiera, e si diresse subito verso il grande portone in legno a due ante.
Quando questo si aprì, la ragazza si ritrovò nel salone principale, dal pavimento marrone lucente, le pareti rosse con numerosi quadri, ed una scalinata che conduceva verso i piani superiori.
Volendo si potevano anche usare le porte ai lati, ma lei proseguì per le scale.
Non era sola, c’erano altre due donne assieme a lei, o meglio, domestiche.
Entrambe erano vestite con una lunga gonna nera ed una camicia bianca, e tenevano i capelli, una bionda e l’altra mora, legati in uno chignon.
La ragazza però, quasi come fosse sola, si spogliò mentre camminava, lasciando alle due il dover raccogliere gli abiti.
-Grazie Susanna, Greta.-
Non le importava la vedessero solo in intimo. Non aveva problemi con il suo corpo, ed ormai erano anni che lei viveva in quella gigantesca casa con la loro unica compagnia.
Suo padre purtroppo, per quanto le volesse bene, era sempre via per lavoro.
Salendo al secondo piano la ragazza si spostò all’interno di un lungo corridoio, con numerose porte al suo interno ed alcune finestre che, al suo termine, davano verso l’esterno.
Lei però entrò dentro una delle stanze, ovvero un grande bagno dalle piastrelle ed i muri bianchi, con una gigantesca vasca tutta per lei.
Subito aprì l’acqua calda, preparando grandi quantità di schiuma per il suo  piacere.
Solo perché aveva molti maggiordomi non significava facessero tutto al suo posto. Solo quello che non le andava di fare.
Non appena la vasca fu piena, e le bolle abbondarono, la ragazza si immerse completamente nuda, e fu una sensazione fantastica.
-Aaaaah…mi ci voleva proprio.-
Era come essere accarezzati su tutto il copro, sicuramente avrebbe provato una sensazione simile se Lighneers vi avesse fatto passare le mani sopra.
-Con lui qui si starebbe benissimo…potrei legarlo e trascinarlo qui!-
Sarebbe stata un’idea geniale, ma al momento non poteva metterla in atto.
L’unica cosa che il suo corpo desiderava fare era riposare, e forse, dormire un pochino durante un simile piacere.
   
 
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